Day: 21 dicembre 2023

LA FONDAZIONE GIMBE MANDA UN MESSAGGIO WHATSAPP AD ALESSIO BRANCACCIO CON LA MONOGRAFIA RELATIVA AL 45ESIMO ANNIVERSARIO DALLA FONDAZIONE DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE ITALIANO

Vasto (CH), lì 21 Dicembre 2023 ore 21.10

Buonasera a tutti e a tutte voi. In questo articolo rendo noto che la Fondazione GIMBE del palermitano Dott. Nino Cartabellotta, sita in Via Amendola 2 a Bologna, mi ha mandato oggi su WhatsApp un bellissimo messaggio con in allegato la monografia in formato pdf relativa al quarantacinquesimo anniversario della fondazione del Sistema Sanitario Nazionale pubblico, una delle conquiste più importanti della popolazione italiana dell’Era Moderna. Ripercorriamo insieme le tappe fondamentali di questo lungo viaggio che accompagna ancora i cittadini italiani da 45 anni nel loro percorso verso il mantenimento di una buona salute e della sua cura, in caso di necessità.

Il 23 dicembre 1978 il Parlamento approvava la legge 833 che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale, in attuazione dell’art. 32 della Costituzione. Un radicale cambio di rotta nella tutela della salute delle persone, un modello di sanità pubblica ispirato da princìpi di equità e universalismo, finanziato dalla fiscalità generale, che ha permesso di ottenere eccellenti risultati di salute e che tutto il mondo continua ad invidiarci.

Ma a cosa serve realmente un Servizio Sanitario Nazionale? Quali patologie affliggono oggi il nostro Servizio Sanitario Nazionale, che oggi vive una “crisi esistenziale” senza precedenti? Quali sono le terapie per risanarlo e rilanciarlo?

Per rispondere a questi interrogativi che la Fondazione GIMBE ha realizzato una monografia per celebrare la più grande conquista sociale dei cittadini italiani.

Lunga vita al Servizio Sanitario Nazionale!

https://www.salviamo-ssn.it/salviamo-ssn/45-ssn.it-IT.html

Fonte: Fondazione GIMBE

IL RINGRAZIAMENTO SPECIALE DI ALESSIO BRANCACCIO AD UN MEDICO SPECIALE CHE GLI SALVO’ LA VITA NEL MARZO DEL 2007: IL DOTTOR MAURIZIO PAOLONI, EPATOLOGO E PRIMARIO DI MALATTIE INFETTIVE ALL’OSPEDALE CIVILE SS FILIPPO E NICOLA DI AVEZZANO

Nel Marzo del 2007 cominciai a riportare febbre a 38-39°C, un rigonfiamento delle tonsille che toccarono tra loro per quanto erano gonfie e bianche, dentro vi era materiale infetto e da lì capimmo subito a casa che avevo un infezione in circolo: la mia allora medico di base comunque bravissima, la Dott.ss Maria Verrocchi, pensando si trattasse di una potentissima semplice influenza, mi prescrisse l’assunzione di antibiotici per una settimana, ma la terapia non dette i risultati sperati e continuai ad avere persistenza delle febbre per due settimane, 15 giorni in tutto e così la mia allora dottoressa di Medicina Generale, d’accordo con i miei genitori, richiesero il mio ricovero immediato nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale civile SS. Filippo e Nicola di Avezzano (AQ), dove incontrai per la prima volta il Dott. Armando Ranelli, un epatologo collaboratore del Dott. Maurizio Paoloni, Primario del reparto epatologo anche lui e tra i maggiori esperti di virus mai sconfitti come l’HIV della Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, la temibile AIDS, mai sconfitta dal 1980. Entrato nel reparto del nosocomio, venni subito sottoposto ad ecografia addominale di accertamento dallo stesso Dott. Ranelli, il quale constatò che avevo l’organo della milza che era grande ben 72 centimetri quadrati, quando una milza normale è grande 36 centimetri quadrati! Alla notizia, rimasi interdetto, avevo subito capito che avevo qualcosa di serio nel corpo e che andava subito trattato per evitare di perdere altro tempo e di entrare in coma, dato che il valore delle transaminasi del fegato, al tempo chiamate GOT e GPT, le avevo a quota 700 invece del valore normale di 45-70, 10 volte il valore normale, per cui non ci fu altra scelta che il ricovero immediato. Una volta messo a letto in una stanza tutta per me, ero da solo, vennero a trovarmi due medici in camice bianco, Paoloni e Ranelli entrarono nlla mia stanza in coppia ed io, vedendo biologicamente più anziano Ranelli di Paoloni, pensai che il Primario fosse Ranelli, ma quando poi chiesi per quanti giorni sarei dovuto rimanere in cura, al tempo avevo l’impazienza della sana gioventù desiderosa di tornare all’aria aperta a fare sport che ha sempre contraddistinto e continua a contraddistinguere la mia vita, Paoloni appariva più giovane dei due e mi rispose: “Giovane, stai tranquillo, qui dentro decido io quanto devi stare e quando devi uscire, non il dottore! La diagnosi è seria, hai due virus neanche uno, l’Epstein-Barr della Mononucleosi o malattia del bacio ed anche il Citomegalovirus, per cui io fossi in te non ci scherzerei troppo su!” Credetemi, ero diventato rosso per la vergogna, mi sarei andato a nascondere sotto ad un mattone per la figuraccia fatta, ma non potevo sapere chi fosse dei due il Primario! Chiesi poi: “Dottore, che tipo di protocollo terapeutico stabilirà per me?” Paoloni mi rispose: “Alessio, tua madre giù al Centro Unico Prenotazioni (CUP) in cassa ticket mi ha detto che sei uno sportivo agonista di rilievo qui in Abruzzo e a livello nazionale, per cui ci penso io, sarà mia premura stabilire la miglior cura per farti tornare presto ai tuoi allenamenti intensivi, non sarà facile guarire presto, ci sarà un lungo percorso da fare per rimetterti completamente in salute e devi promettermi che seguirai alla lettera tutto quello che ti dirò, perché se farai di testa tua, tornerai qui dentro molto presto. Vuoi tornare di nuovo qui?” Io risposi: “No Dottore, assolutamente no, qui dentro sembra di essere in una prigione, per cui farò esattamente tutto quello che mi dirà per guarire nel minor tempo possibile, il mio idolo di vita è Ayrton Senna, lui mi proteggerà e mi guarirà.” Dopo 18 giorni guarì, usciì dall’ospedale dopo aver firmato il foglio di dimissioni e dopo appena 28 giorni ero di nuovo in sella alla mia mountain bike da città. Paoloni si ricordò delle mie parole e stabilì che mi sarei dovuto presentare a visita una volta ogni due mesi e sottopormi a due ecografie addominali di controllo, una dopo sette mesi dalla guarigione ed un’altra dopo due anni. Il dottore ppena mi vide sorrise e mi disse un’altra frase anche non dimenticherò mai: “Ti sei goduto la libertà quando sei uscito da qui? Hai capito quanto è importante proteggersi la salute per vivere più liberi possibili? Adesso lo sai. Ho pensato alla tua intelligenza di un ragazzo intelligente, si vede che sei stato molto ben educato, mi ricordi molto mio figlio partito per lavoro a Salt Lake City negli Stati Uniti, avete più o meno la stessa età (al tempo dei fatti avevo 23 anni), non so come o dove, ma sono certo che tu diventerai qualcuno un giorno” e si commosse davanti a me, dopo avermelo detto e quindi non potetti fare nient’altro di meglio che abbracciarlo, come se fosse stato mio padre. “Alessio mi raccomando, senti cosa devi fare: nonostante la cura che ti ho fatto, ti rimarranno i postumi addosso sul fisico per i primi sei mesi – un anno, per cui nei primi sei mesi devi allenarti sempre in regime aerobico basso, tra i sei ed i dodici mesi dalla guarigione potrai tornare a correre, ma sempre in regime aerobico basso o medio non di più, in base alla tua frequenza cardiaca massima, poi da un anno, un anno e mezzo dalla guarigione in poi potrai di nuovo tornare ad allenarti in regime anaerobico in pista come facevi prima di prendere la malattia. Sei un ragazzo così pieno di vita, ne ho visti tanti di ragazzi soffrire per delle malattie terribili anche peggio della tua qui in ospedale, per cui adesso vai e goditi la vita, la libertà, che è il dono più importante che ci è stato donato, non lo sprecare mai!” Io risposi soltanto: “Grazie per questa ennesima lezione di vita dottore, me ne ha fatte tante anche mio padre, ma anche per me lei è tale, per cui non si preoccupi, la farò mia senz’altro.” Ma quello che ricordo più di tutto di questa brutta esperienza in ospedale, furono i postumi fisici che mi dette la malattia: per i primi sei mesi andavo a fare attività fisica in bicicletta e sembrava chissà cosa stessi facendo, nonstante andassi piano come mi aveva detto di fare il dottore, a causa dei postumi organici alla milza, poi cominciai a sentirmi meglio soltanto dopo otto-dodici mesi dalla guarigione e potei tornare ad allenare il regime anaerobico nella corsa, il mio sport di base che mi ha consentito di diventare il grande uomo e sportivo che sono ancora oggi, alla soglia dei 40 anni, una vita dedicata alla passione per la corsa da Giugno del 1997 ed anche alla bici da corsa dal 2008 al 2019. In occasione dell’ultima visita di controllo, fatta con il caro Maurizio Paoloni, il quale poi è diventato uno dei miei più cari amici di famiglia, egli mi disse: “Alessio, ho condotto delle ricerche in campo medico sulla doppia malattia che hai avuto e sono arrivato alla conclusione che la Mononucleosi ed il Citomegalovirus in Italia hanno girato moltissimo nel triennio 2007-2009” ed io, da grande sportivo informato, gli dissi: “Maurizio, ho fatto delle ricerche anch’io, ma in campo sportivo e sono giunto alla tua stessa conclusione: ho saputo infatti che ha avuto la mia stessa malattia il Campione del Mondo di ciclismo su strada a Varese 2008 Alessandro Ballan, il quale poi è guarito perfettamente, come me.”

Ballan, il virus cancella la stagione 2009: niente Classiche del Nord e neppure Giro a causa dei suoi postumi della Mononucleosi infettiva
https://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/sport/2009/18-marzo-2009/ballan-niente-sanremo-campione-mondo-ha-infezione-virale–1501099054907.shtml

Di seguito il mio ringraziamento personale al Dott. Maurizio Paoloni, il quale dopo aver affrontato la doppia ondata di variante alfa inglese del COVID19, tra Marzo 2020 e Dicembre del 2021, in pensione stavolta ci è andato veramente e spero se la stia godendo a pieno con il suo nipotino, come merita.

Dr. Maurizio Paoloni, hepatologist and ex-Head of Infective Disease Department of SS Filippo and Nicola Avezzano Hospital, Abruzzo region in Italy
https://www.webaisf.org/wpfd_file/avezzano-malattie-infettive-ed-aids-asl-avezzano-sulmona-laquila-dr-maurizio-paoloni-ranelli-armando/
Maurizio Paoloni, il medico tornato in trincea: “Così il virus ci ha travolto”. Dalla pensione a fine 2019 al rientro in reparto, Paoloni: “Tanti focolai dopo l’estate libera”. 24 Novembre 2020
https://www.ilcentro.it/l-aquila/il-medico-tornato-in-trincea-così-il-virus-ci-ha-travolto-1.2533939

Grazie Maurizio per aver salvato almeno la mia vita ed anche se non sei riuscito a salvare quella di mio nonno materno Carmine al quale io ero legatissimo non importa, il male che aveva era talmente incurabile che nessuna terapia attualmente conosciuta o in fase di sperimentazione avrebbe mai potuto salvarlo, per cui non hai niente da farti perdonare, né da parte di mia madre che da parte della mia intera famiglia. Goditi la pensione come meriti, è il dono più grande che la Previdenza Sociale italiana ci ha riservato, anche se dal Governo ogni anno fanno di tutto per mandarvi a tutti in pensione più tardi. Forse un giorno, finita tutta questa follia del COVID19, avremo modo di rivederci ad Avezzano e di farci una chiacchierata, come ai vecchi tempi.

English translate

Good evening to each and every one of you. In this article I inform you that the GIMBE Foundation of the Palermo native Dr. Nino Cartabellotta, located in Via Amendola 2 in Bologna, sent me today on WhatsApp a beautiful message with an attachment in PDF format relating to the forty-fifth anniversary of the foundation of the Healthcare System National public, one of the most important achievements of the Italian population of the Modern Era. Let's retrace together the fundamental stages of this long journey that has still accompanied Italian citizens for 45 years on their journey towards maintaining good health and its care, in case of need.

"On 23 December 1978, Parliament approved law 833 which established the National Health Service, implementing art. 32 of the Constitution. A radical change of direction in the protection of people's health, a public health model inspired by principles of equity and universalism, financed by general taxation, which has allowed us to obtain excellent health results and which the whole world continues to envy us.

But what is a National Health Service really for? What pathologies currently afflict our National Health Service, which is currently experiencing an unprecedented "existential crisis"? What are the therapies to heal and relaunch it?

To answer these questions, the GIMBE Foundation has created a monograph to celebrate the greatest social achievement of Italian citizens.

Long live the National Health Service!"


ALESSIO BRANCACCIO’S SPECIAL THANKS TO A SPECIAL DOCTOR WHO SAVED HIS LIFE IN MARCH 2007: DR. MAURIZIO PAOLONI, HEPATOLOGIST AND HEAD OF INFECTIOUS DISEASE AT THE AVEZZANO SS FILIPPO AND NICOLA HOSPITAL

In March 2007 I began to report a fever of 38-39°C, a swelling of the tonsils which touched each other due to how swollen and white they were, there was infected material inside and from there we immediately understood at home that I had an infection circulating: the my then very good general practitioner, Dr. Maria Verrocchi, thinking it was a very powerful simple flu, prescribed me to take antibiotics for a week, but the therapy did not give the desired results and I continued to have persistent fever for two weeks, 15 days in total and so my then General Medicine doctor, in agreement with my parents, requested my immediate hospitalization in the Infectious Diseases department of the SS civil hospital. Filippo and Nicola from Avezzano (AQ), where I met for the first time Dr. Armando Ranelli, a hepatologist who collaborates with Dr. Maurizio Paoloni, also head physician of the hepatologist department and among the leading experts on viruses that have never been defeated such as HIV in the Acquired Immunodeficiency Syndrome, the dreaded AIDS, which has never been defeated since 1980. Upon entering the hospital department, I was immediately subjected to an abdominal ultrasound scan by Dr. Ranelli himself, who found that I had a spleen organ which was 72 centimeters large. square, when a normal spleen is 36 square centimeters! At the news, I was dumbfounded, I immediately understood that I had something serious in my body and that it needed to be treated immediately to avoid wasting any more time and going into a coma, given that the value of the liver transaminases, at the time called GOT and GPT, the I was at 700 instead of the normal value of 45-70, 10 times the normal value, so there was no other choice than immediate hospitalization. Once I was put to bed in a room all to myself, I was alone, two doctors in white coats came to visit me, Paoloni and Ranelli entered my room as a couple and I, seeing Ranelli as biologically older than Paoloni, thought that the Head Doctor was Ranelli, but when I then asked how many days I would have to remain in treatment, at the time I had the impatience of healthy youth eager to return to the open air to do sports which has always characterized and continues to characterize my life, Paoloni appeared younger of the two and replied: "Young man, don't worry, I decide how long you have to stay in here and when you have to go out, not the doctor! The diagnosis is serious, you have two viruses, not even one, the Epstein-Barr of Mononucleosis or kissing disease and also Cytomegalovirus, so if I were you I wouldn't joke about it too much!" Believe me, I turned red with shame, I would have gone to hide under a brick for the fool I had made, but I couldn't have known which of the two was the Head Doctor! I then asked, "Doctor, what kind of treatment protocol will you establish for me?" Paoloni replied to me: "Alessio, your mother down at the Single Booking Center (CUP) at the ticket office told me that you are an important competitive sportsman here in Abruzzo and at a national level, so I'll take care of it, I will take care of establishing the best treatment to get you back to your intensive training soon, it won't be easy to get well soon, there will be a long journey to do to get completely healthy and you have to promise me that you will follow everything I tell you to the letter, because if you do your own thing, you will come back here very soon. Do you want to come back here again?" I replied: "No Doctor, absolutely not, in here it feels like a prison, so I will do exactly everything you tell me to heal in the shortest time possible, my life idol is Ayrton Senna, he will protect me and heal me." After 18 days he recovered, left the hospital after signing the discharge paper and after just 28 days I was back on my city mountain bike. Paoloni remembered my words and established that I should come for a visit once every two months and undergo two abdominal follow-up ultrasounds, one seven months after recovery and another after two years. As soon as he saw me, the doctor smiled and told me another sentence that I will never forget: "Did you enjoy your freedom when you left here? Did you understand how important it is to protect your health to live as freely as possible? Now you know. I thought to your intelligence of an intelligent boy, it is clear that you were very well educated, you remind me a lot of my son who left for work in Salt Lake City in the United States, you are more or less the same age (at the time of the facts I was 23 years old), I don't know how or where, but I'm sure you will become someone one day" and he became emotional in front of me, after having told me and so I couldn't do anything better than hug him, as if he had been my father. "Alessio, please, listen to what you have to do: despite the treatment I gave you, you will have the after-effects on your body for the first six months - a year, so in the first six months you must always train in a low aerobic regime, between six and twelve months after recovery you will be able to return to running, but always in a low or medium aerobic regime no more, based on your maximum heart rate, then from a year, a year and a half after recovery onwards you will be able to return to running again train in an anaerobic regime on the track like you did before you got the disease. You're a boy so full of life, I've seen so many boys suffer from terrible illnesses even worse than yours here in the hospital, so now go and enjoy life, freedom, which is the most important gift given to us, never waste it!" I just replied: "Thank you for yet another life lesson doctor, my father also taught me many, but for me you are one too, so don't worry, I will definitely make you mine." But what I remember most of all about this bad experience in hospital were the physical after-effects that the disease gave me: for the first six months I went to do physical activity on my bicycle and it seemed like who knows what I was doing, even though I was going slowly as he had told me. to become a doctor, due to the organic sequelae of the spleen, then I began to feel better only after eight to twelve months of recovery and I was able to return to training the anaerobic regime in running, my basic sport which allowed me to become the great man and sportsman who is still today, on the threshold of 40 years, a life dedicated to the passion for running since June 1997 and also to racing bikes from 2008 to 2019. On the occasion of the last check-up, carried out with the dear Maurizio Paoloni, who later became one of my dearest family friends, told me: "Alessio, I conducted some medical research on the double illness you had and I came to the conclusion that Mononucleosis and Cytomegalovirus in Italy they toured a lot in the three-year period 2007-2009" and I, as a great informed sportsman, said to him: "Maurizio, I also did some research, but in the sports field and I came to the same conclusion as you: in fact I learned that he had the the same illness as the World Road Cycling Champion in Varese 2008 Alessandro Ballan, who then recovered perfectly, like me."

Thank you Maurizio for saving at least my life and even if you were unable to save that of my maternal grandfather Carmine to whom I was very close, it doesn't matter, the disease he had was so incurable that no therapy currently known or in the experimental phase would ever have could have saved him, so you have nothing to apologize for, neither on my mother's side nor on my entire family's side. Enjoy your pension as you deserve, it is the greatest gift that the Italian Social Security has reserved for us, even if every year the Government does everything to send you all into retirement later. Maybe one day, once all this COVID19 madness is over, we will have the opportunity to meet again in Avezzano and have a chat, like in the old days.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

ANDREA BARBERI E’ MORTO A 44 ANNI: ADDIO ALL’EX-PRIMATISTA ITALIANO DEI 400 METRI

Andrea Barberi è morto a 44 anni: addio all’ex primatista italiano dei 400 metri
https://www.msn.com/it-it/sport/other/andrea-barberi-%C3%A8-morto-a-44-anni-addio-all-ex-primatista-italiano-dei-400-metri/ar-AA1lMWHR?ocid=msedgdhp&pc=U531&cvid=56479685a70b492898ba40beb41bba61&ei=16

“Una tristissima notizia scuote il mondo dell’atletica. Se n’è andato a soli 44 anni Andrea Barberi, tra i principali quattrocentisti della storia azzurra, primatista italiano del giro di pista per dieci anni tra il 2006 e il 2016″. Lo comunica la Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL). La causa del decesso sarebbe un male incurabile. Nato a Tivoli nel Lazio, aveva avuto una buona carriera internazionale, nella quale si ricordano soprattutto il quinto posto agli Europei di Göteborg 2006 e la quinta posizione agli Europei indoor di Birmingham 2007. Al Meeting di Rieti del 2006 sfilò il record italiano a Mauro Zuliani dopo ben venticinque anni correndo in 45”19. Nessuno ha vinto tanti titoli italiani nei 400 metri (otto consecutivi all’aperto dal 2001, due al coperto) e per venticinque volte ha indossato la maglia della nazionale, anche in tre edizioni dei Mondiali. Perse il record solo 10 anni dopo, da Matteo Galvan (45”12). Solo altri due azzurri, negli anni successivi, hanno fatto meglio di Barberi: Davide Re (44”77 nel 2019) e Alessandro Sibilio (45”08 nel 2022).

Atletica in lutto, addio ad Andrea Barberi, deceduto a 44 anni per cancro

20 Dicembre 2023

Andrea Barberi, ex-primatista italiano sui 400 metri muore a 44 anni per un cancro. L’omaggio della Federazione Italiana di Atletica Leggera. Foto Colombo/FIDAL
https://www.fidal.it/content/Atletica-in-lutto-addio-Andrea-Barberi/163378

A soli 44 anni se n’è andato uno dei più grandi quattrocentisti azzurri di sempre, primatista italiano per dieci anni dal 2006 al 2016

Una tristissima notizia scuote il mondo dell’atletica. Se n’è andato a soli 44 anni Andrea Barberi, tra i principali quattrocentisti della storia azzurra, primatista italiano del giro di pista per dieci anni tra il 2006 e il 2016. Nato a Tivoli, alle porte di Roma, era stato avviato all’atletica dall’ex marciatore Riccardo Pisani che, come tecnico, lo aveva accompagnato verso una buona carriera internazionale, nella quale si ricordano soprattutto il quinto posto agli Europei di Göteberg 2006 e la quinta posizione agli Europei indoor di Birmingham 2007. Era nel periodo più brillante della propria attività, quando al Meeting di Rieti del 2006 sfilò il record italiano a Mauro Zuliani dopo ben venticinque anni correndo in 45.19. Nessuno ha vinto tanti titoli italiani nei 400 metri (otto consecutivi all’aperto dal 2001, due al coperto) e per venticinque volte ha indossato la maglia della Nazionale, anche in tre edizioni dei Mondiali. A piangerlo è tutta l’atletica italiana e il gruppo sportivo delle Fiamme Gialle che lo ha accolto a diciannove anni come atleta e in seguito come componente della struttura tecnica, apprezzandone la passione e la forza, le stesse qualità con cui ha affrontato la malattia. Alla famiglia di Andrea Barberi vanno le più sentite condoglianze del presidente della FIDAL Stefano Mei e del Consiglio federale.

I funerali di Andrea Barberi saranno celebrati giovedì 21 dicembre alle ore 15 nella chiesa di San Gregorio da Sassola (Roma)

Fonte: Federazione Italiana di Atletica Leggera

PLAYLIST YOUTUBE ALESSIO BRANCACCIO DEDICATA AD ANDREA BARBERI, PRIMATISTA ITALIANO SUI 400 METRI PER 10 ANNI DAL 2006 AL 2016 MORTO A SOLI 44 ANNI

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto