Venerdì 1 Dicembre 2023, 07:11 – Ultimo aggiornamento: 15:25
Una forte tempesta solare colpirà la Terra oggi, venerdì 1° Dicembre 2023. Secondo quanto riportato dalla NASA e dai grafici dello Space Weather Prediction Center (SWPC), il centro di previsione meteorologica spaziale della National Oceanic and Atmosferic Administration (NOAA) degli Stati Uniti, il fenomeno sarebbe la conseguenza di una potente eruzione solare di classe M9.8 esplosa il 29 novembre alle 14:50 EST (1950 GMT). L’alone di particelle liberate si starebbe muovendo molto velocemente e starebbe per fondersi con degli aloni diretti verso la Terra. Le CME cannibali sono infatti espulsioni di massa coronale veloci che spazzano via le CME più lente di fronte a loro.
Fonte: Il Gazzettino
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A strong solar storm will hit Earth today, Friday 1 December 2023. According to what was reported by NASA and graphs from the Space Weather Prediction Center (SWPC), the space weather prediction center of the National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) of the United States, the phenomenon would be the consequence of a powerful M9.8 class solar flare that exploded on November 29 at 2:50 pm EST (1950 GMT). The halo of released particles would be moving very quickly and would be about to merge with halos headed towards Earth. Cannibalistic CMEs are in fact fast coronal mass ejections that sweep away the slower CMEs in front of them.
Forte tempesta geomagnetica G3 scatena uno spettacolo di aurora boreale, e non è ancora finita
Negli USA, le aurore sono state fotografate fino all’Arizona e alla California
di Filomena Fotia 2 Dicembre 2023 | 06:47
Una, o forse 2 espulsioni di massa coronale hanno colpito il campo magnetico terrestre il 1° dicembre, innescando una forte tempesta geomagnetica classe G3. Al culmine dell’evento, appena prima dell’alba sulla costa occidentale degli Stati Uniti, le aurore sono state fotografate fino all’Arizona e alla California. La tempesta sembra essere diminuita d’intensità, ma non è ancora finita. Nelle prossime ore è probabile un’attività minore, classe G1-G2.
Quando la tempesta si è rafforzata, Rob King era sui Monti Porcupine del Michigan (USA) a guardare il cielo. Nell’immagine in alto il panorama che si è trovato davanti. “Ho scattato questa foto utilizzando semplicemente il mio smartphone Galaxy S22,” ha dichiarato King, come riporta SpaceWeather.com. “È stato stupefacente!”
In Canada, le aurore erano così luminose da competere con la Luna piena calante. Harlan Thomas ha dichiarato: “L’aurora si è incontrata con un alone lunare di 22 gradi. L’esplosione è stata così potente da surclassare la copertura nuvolosa“.
Sono in arrivo altre CME? È possibile, il 27 e 28 novembre, il Sole ha lanciato almeno 3 nubi di plasma verso la Terra. La più grande probabilmente ha spazzato via alcune delle nubi di particelle davanti a sé, formando una “CME cannibale“. È possibile che gli eventi di ieri rappresentino tutte le CME, ma non è possibile escludere al momento altri impatti.
Cos’è una CME cannibale
Le CME cannibali sono espulsioni di massa coronale veloci che spazzano via le CME più lente di fronte a loro. Il miscuglio di CME risultante contiene forti campi magnetici e plasmi compressi che possono scatenare tempeste geomagnetiche. Alcune delle più grandi tempeste geomagnetiche della storia documentata sono state probabilmente causate da CME cannibali.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.
Fonte: 3BMeteo
Eruzione solare di classe X, è la più potente da anni: ora la Terra è a rischio di tempeste geomagnetiche
Una violenta eruzione solare è stata rilevata il 14 dicembre, esattamente alle 18.02 ora italiana. Si tratta, come riferiscono gli esperti, del brillamento più potente degli ultimi anni, classificato come X2.8 (la classe più elevata). Il fenomeno è stato osservato dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory della Nasa e ciò lo rende il brillamento più forte di questo ciclo di attività solare ed il più forte dal 2017, quando il 10 settembre venne registrato un brillamento di classe X8.2. Ora la Terra è a rischio di tempeste geomagnetiche.
Cosa è
L’evento, come spesso accade, è stato anche accompagnato da un espulsione di massa coronale o Cme, cioè un getto di particelle cariche sotto forma di plasma sparato nello spazio ad elevatissime velocità: dai dati raccolti ci sono buone probabilità che la Cme raggiunga anche la Terra, che è dunque a rischio di tempeste geomagnetiche nei prossimi giorni. «Al momento è ancora difficile prevedere l’intensità dell’eventuale tempesta solare ed il suo momento di arrivo», spiega all’ANSA Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste e ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. «Ma il brillamento ha già prodotto una piccola interruzione di un paio d’ore dei segnali radio alle alte frequenze sopra il continente americano – dice Messerotti – e sembra abbia anche provocato un disturbo dei satelliti Gps».
La macchia solare
La regione di macchie solari chiamata AR 3514, responsabile del potente brillamento, sta mostrando un’attività piuttosto vivace: «Anche oggi ha emesso altri brillamenti di classe M (quella subito inferiore alla classe X) – aggiunge il fisico – quindi ci aspettiamo di vedere ulteriore attività di questo tipo». Questo anche in vista del fatto che il Sole sta raggiungendo il picco della sua attività, previsto per il 2024. Una volta superata quella fase, la polarità del campo magnetico della nostra stella si invertirà e l’attività inizierà a diminuire.
Le classi
Le eruzione solare o brillamenti sono classificati in cinque classi di potenza a seconda della loro luminosità nei raggi X, misurata a Terra in W/m2 e nella banda tra 0,1 e 0,8 nm. In ordine crescente di potenza sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente, con la più potente X pari a un flusso di 10−4 W/m2, ed è ulteriormente suddivisa linearmente in 9 classi, numerate da 1 a 9. Per esempio un brillamento M5 è la metà di un brillamento M10, cioè X1, a sua volta la metà di un brillamento X2. Un brillamento X2 è pertanto 4 volte più potente di un M5 e 10 volte più potente di un evento M2. Oltre la classe X9, la più alta, la numerazione prosegue linearmente.
I precedenti
Brillamenti di tale entità sono rari, come quelli del 16 agosto 1999 e del 2 aprile 2001, di potenza X20, cioè due volte più potenti di un X10, il fondoscala della classe X. Il record del più potente flare mai registrato è detenuto dall’evento del 4 novembre 2003, inizialmente stimato in X28 e successivamente corretto in X45.[1]. L’attività solare di routine si trova compresa tra le classi A e C, mentre la classe M è raggiunta solo in prossimità e durante il massimo del ciclo undecennale del Sole. I brillamenti X si concentrano quasi esclusivamente nei periodi di picco dell’attività e sono quindi relativamente rari, poche decine per ogni ciclo solare. Brillamenti come quello del 4 novembre 2003 sono ancora più rari, e avvengono solo poche volte per secolo, come l’evento di Carrington. La regione di macchie solari 486 che produsse il brillamento del 2003 era la più turbolenta mai osservata.
Fonte: MSN
Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto