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ABRUZZO PER PATATE ED OLIO I PREZZI SALGONO ALLE STELLE

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L’allarme delle associazioni: “le famiglie ed i produttori in grossa difficoltà”

di Monica Pelliccione

L’AQUILA E’ il prodotto alimentare che ha subito il rincaro maggiore. Le patate, piatto povero tra i più consumati dagli abruzzesi, hanno fatto registrare un aumento del 26% ad Agosto, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Complice anche il calo della produzione, con il 60% del raccolto in meno in Abruzzo a causa del cambiamento climatico arrecato da ENSO (El Nino Southern Oscillation), strettamente connesso con l’attività solare, che entrerà nella sua fase massima nel 2024. Il dato emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti dell’inflazione sul carrello della spesa, con rincari pesanti anche per zucchero ed olio di oliva. Un litro di olio è arrivato a costare anche 9,30 euro. “L’aumento dei prezzi al consumo ed il crollo delle produzioni per patate ed olio stanno mettendo in difficoltà famiglie e produttori” dicono le associazioni di categoria.

PREZZI ALLE STELLE

A fronte del crollo delle produzioni nazionali, le importazioni di patate straniere sono esplose con un aumento del 27%, che supera il record del mezzo miliardo di chili registrato nel primo semestre dell’anno. “Il risultato è il crollo delle produzioni non compensato da aumenti adeguati dei prezzi all’origine anche per effetto della lievitazione dei costi energetici, mentre i prezzi al dettaglio stanno mettendo in grossa difficoltà i consumatori”. A fronte di una quotazione alla produzione agricola in media di 0,54 euro al chilo, i prezzi per i consumatori oscillano tra 1,10 e 2,20 euro al chilo. Circa l’80% degli abruzzesi consuma patate almeno una volta a settimana (solo? Diciamo anche di più in una settimana, ecco perché quasi tutti hanno il diabete!) e tra i principali criteri di acquisto spicca il rapporto qualità-prezzo, fattore decisivo per il 53% dei consumatori. A colpire i raccolti sono stati gli attacchi di elateridi, detti anche ferretti, della famiglia dei coleotteri: parassiti particolarmente dannosi per le patate, ma anche per pomodori, bietola e mais. Altro fattore negativo da considerare, i cambiamenti climatici. Secondo la Coldiretti è a rischio un settore con 47 mila ettari di superficie coltivata per una produzione annua di 1,3 milioni di tonnellate proveniente, per quasi la metà da tre regioni, Abruzzo, Campania ed Emilia-Romagna.

RACCOLTO DISTRUTTO

Domenico Roselli, Direttore provinciale della Coldiretti L’Aquila afferma: “Per quanto riguarda la produzione di patate, che si concentra essenzialmente nella zona del Fucino, scontiamo un’annata disastrosa a causa degli eventi calamitosi, perché tali vanno considerati, ovvero le insistenti piogge di Maggio e Giugno che hanno bruciato oltre il 60% del raccolto ed inciso negativamente sulle produzioni rimaste. La seconda semina ha fatto lievitare i costi di produzione. A questo si aggiunge un altro dato significativo: l’Italia è un grande importatore di patate in quanto la produzione nazionale non soddisfa il fabbisogno, ecco spiegato il rincaro dei prezzi”. Roselli ha messo in evidenza un ulteriore fenomeno: “in questo quadro negativo, c’è anche chi sta facendo incetta del prodotto patata per poi rimetterlo sul mercato a costi esorbitanti (speculatori)”.

I problemi relativi alla semina hanno riguardato in particolare il Fucino. Antonio Sichetti, Presidente della Confederazione Italiana degli Agricoltori (CIA) Abruzzo dice: “Abbiamo molte aziende associate alla zona che hanno perso l’intero raccolto a causa del maltempo e sono stati costretti a seminare i nuovo. Nel momento in cui la semina non avviene nel periodo giusto, si registra un naturale calo di produzione”. Un fattore che ha inciso pesantemente è la restrizione all’utilizzo dei fitofarmaci, imposta dall’UE. “Quelli utilizzabili presentano criticità rispetto all’efficacia, mentre da noi i produttori devono attenersi a controlli rigorosi, i commercianti importano i prodotti agricoli a basso costo dal Nord Africa, dove si utilizzano ancora i fitofarmaci”.

OLIO A PREZZO D’ORO

Insieme alle patate, tra i prodotti che hanno avuto un rincaro pesante figura l’olio di oliva con un costo anche di 9,30 euro al litro, il prezzo più alto dell’ultimo anno. Alberto Corraro, Presidente Adiconsum Pescara, sottolinea: “Patate ed olio, sono insieme a pane, pasta e pomodori, alimenti di base per le famiglie, i rincari dell’olio di oliva e delle patate, produzioni tipiche abruzzesi, rappresentano l’ennesimo colpo per le famiglie, colpite nei mesi scorsi da un’inflazione al 12% sui prodotti alimentari. I redditi bassi e medi hanno a disposizione sempre la stessa entrata, mentre prodotti di consumo primari, come olio e patate, continuano ad aumentare. Sul prezzo finale incidono il trasporto, che assorbe una quota importante ed i costi dell’energia. Il timore delle associazioni di categoria è che la crisi energetica possa determinare ulteriori aumenti dei prodotti alimentari.” L’Abruzzo è la quinta regione in Italia per la produzione di olio di oliva con oltre 250 mila quintali, di cui quasi il 50% si concentra nella provincia di Chieti, mentre l’altra metà della popolazione è ripartita tra Pescara (30%), Teramo (16%) e L’Aquila (4%). Circa 60 mila le aziende e 530 i frantoi che operano sul territorio regionale.

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