Day: 15 aprile 2022

ALESSIO BRANCACCIO VS BIDEN ED USA SULLA GUERRA IN UCRAINA

“THEY DON’T CARE ABOUT US” “LORO NON HANNO CURA DI NOI” – MICHAEL JACKSON

ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

Articolo 11

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-11

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila

PERCHE’ SI PARLA TANTO DI POSSIBILI DIMISSIONI DI MARIO DRAGHI

Si intensificano le voci di possibili dimissioni da parte di Mario Draghi: c’è veramente in Italia il rischio di elezioni anticipate a meno di un anno dalla scadenza naturale della legislatura?

IL DRACONIANO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ITALIANO MARIO DRAGHI, IL PUPAZZO BANCHIERE DELLA BANCA AMERICANA GOLDMAN SACHS https://www.money.it/Perche-si-parla-possibili-dimissioni-Draghi

Mario Draghi sta veramente meditando di dimettersi da presidente del Consiglio? A leggere i retroscena riportati negli ultimi giorni da diversi analisti politici, l’ex numero uno della Bce avrebbe già le valigie pronte.

L’ultima indiscrezione riguarda un input arrivato al Mef direttamente da Palazzo Chigi di iniziare già a lavorare alla legge di Bilancio, con l’obiettivo di approvarla prima della pausa estiva di agosto.

In precedenza si è parlato del 19 aprile come possibile data di una salita al Colle per rassegnare le dimissioni nel caso in cui, durante il voto parlamentare sulla delega fiscale, fossero mancati alla maggioranza i voti di Lega e Forza Italia.

C’è da dire che dopo il vertice tra Draghi, Salvini e Tajani, il malcontento dei due partiti di centrodestra sembrerebbe essersi placato tanto che non ci dovrebbero essere particolari sorprese nell’approvazione della legge delega che contiene anche la riforma del catasto.

In generale Mario Draghi viene descritto come stufo dei continui litigi e veti incrociati che, di fatto, hanno condizionato l’azione del Governo fin dai primi mesi: se andiamo a vedere le riforme licenziate dall’esecutivo, tutte appaiono incomplete a causa delle continue mediazioni all’interno della variopinta ed eterogenea maggioranza.

Draghi può rassegnare le dimissioni?

Quando Mario Draghi a inizio 2021 ha accolto l’appello di Sergio Mattarella accettando di guidare un governo sostenuto da quasi tutte le forze politiche, probabilmente sapeva benissimo che non sarebbe stata una passeggiata non solo per l’emergenza sanitaria in corso.

Forse il banchiere pensava di poter tenere a bada i partiti, sottovalutando però il loro istinto di sopravvivenza che li porta spesso a prendere le decisioni con uno sguardo sempre ben fisso sui sondaggi. Non è un caso che nonostante la maggioranza extra-large, il governo Draghi finora abbia battuto ogni record di utilizzo dei voti di fiducia.

Adesso che si respira odore di campagna elettorale, non solo per le amministrative di giugno ma soprattutto per le politiche della prossima primavera, sarà ancora più difficile per il presidente del Consiglio tenere la barra dritta.

Annusando l’aria, Mario Draghi lo scorso gennaio avrebbe provato a farsi eleggere al Quirinale ma, anche questa volta, ha dovuto fare i conti con le machiavelliche trame dei partiti che hanno preferito riconfermare Sergio Mattarella per non rischiare un pericoloso effetto domino istituzionale.

Nonostante questo malessere che viene raccontato da più fonti, non sarà facile per Draghi abbandonare Palazzo Chigi prima della scadenza naturale di questa legislatura a marzo 2023.

I motivi sono facilmente comprensibili: la pandemia ancora in corso, la guerra in Ucraina che potrebbe drammaticamente allargarsi, le scadenze del Pnrr da dover rispettare e la rinomata ritrosia dei parlamentari a rinunciare a mesi di stipendio senza avere la certezza di essere rieletti.

Anche la questione della legge di Bilancio non è secondaria, visto che licenziarla con largo anticipo non sarà per nulla facile considerando che, quella dello scorso anno, è stata approvata praticamente al gong di fine dicembre.

In conclusione, non appaiono campate in aria le ricostruzioni che vorrebbero un Mario Draghi pronto a dimettersi da presidente del Consiglio ma, visto il complesso scenario nazionale e internazionale, il sentore è che il banchiere alla fine obtorto collo porterà a termine il proprio mandato.

Money

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila

ROMA, 15 PISTE CICLABILI IN ARRIVO CON I FONDI DEL PNRR

https://www.rivistabc.com/roma-15-piste-ciclabili-in-arrivo-con-i-fondi-del-pnrr/

Sono in tutto 15 le piste che la Giunta capitolina ha individuato per migliorare la rete ciclabile della Capitale. In tutto si parla di 54 chilometri e come si legge sulla stampa i progetti erano già stati pensati durante la Giunta Raggi. Ora i cantieri dovrebbero essere finanziati con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Non si tratta di tracciati che partono da zero: in alcuni casi gli interventi andranno a completare segmenti specifici. Dal sito ufficiale di Roma Capitale scopriamo che le piste da potenziare sono, ad esempio, “Vitinia-via del Risaro-Campus Biomedico (7,2 km); capolinea Metro B Laurentina-via Stefano Gradi (6,8 km); Piazza Cina-Torrino-Eur (6,36 km); Piazzale Ostiense-Porta Metronia (5,3 km) e Piazza Pio XI-Circonvallazione Gianicolense (4 km)”. Per le ciclabili il costo stimato è di 14 milioni di euro.

«I 54 chilometri in più sono fondamentali perché tentano di ricucire una rete che è sfilacciata – ha spiegato a BC Roberto Cavallini, presidente di Fiab Roma Ruotalibera -. È il problema di Roma: ci sono piste ciclabili in alcuni punti, ma spesso scollegate tra loro. Quelle che ho visto elencate andranno a potenziare itinerari esistenti. Roma è immensa – ha aggiunto – e non c’è una ciclabile che possa essere più significativa delle altre». Ma come ci ha detto non bastano per fare aumentare gli spostamenti in sella. «Durante la Settimana Europea della Mobilità abbiamo chiesto come Fiab di installare nuove rastrelliere: è un nodo cruciale in una città così grande. Se vai in un museo spesso non sai dove lasciare la bici». Alla nuova Giunta è stato intanto riconosciuto il merito di aver riaperto la ciclabile del Tevere.

Oltre ai 15 tracciati sopracitati, la Giunta ne ha individuati altri 12 sui quali però occorrerà ancora uno studio di valutazione: sono il Monte Ciocci-Prati, il sentiero Pasolini da Ostia Antica a Casal Bernocchi, la pista da via XX Settembre a via Nazionale e quella tra via Emanuele Filiberto e via Nazionale. Ricordiamo infine che Roma rientra tra i ComuniCiclabili, l’iniziativa con cui esperti Fiab valutano le politiche ciclabili a tutto tondo (da 1 a 5 bike smile).

BC

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, tecnico sportivo CSEN Abruzzo

COMUNICICLABILI: LA RETE FIAB SALE A 161 CITTA’. DENTRO ANCHE BARI

https://www.rivistabc.com/comuniciclabili-la-rete-fiab-sale-a-161-citta-dentro-anche-bari/

Finora nella rete ComuniCiclabili non era ancora presente un capoluogo del Sud Italia. Con l’ingresso di Bari, che ha ricevuto 1 bike smile a seguito di una valutazione degli esperti Fiab sulla ciclabilità a tutto tondo, continua dunque ad allargarsi il network delle amministrazioni che non chiedono un premio, bensì una fotografia dell’esistente ciclabile (cicloturismo, mobilità urbana, etc). La consegna delle nuove bandiere gialle si è svolta durante l’Assemblea Nazionale della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, tenutasi proprio a Bari nei giorni scorsi e durante la quale i delegati hanno rieletto presidente Alessandro Tursi, componendo anche i nuovi membri del Consiglio Nazionale. Tutte le informazioni su nomi e progetti li trovate in questo articolo.

«La stringente attualità lega la necessità di sviluppare una mobilità realmente sostenibile come quella in bicicletta alla questione della dipendenza energetica e di ‘non finanziamento’ alla guerra in corso – ha commentato il presidente Tursi –. Proprio per questo, un mese fa abbiamo rivolto un accorato appello a tutti i sindaci d’Italia invitandoli ad avviare un percorso di transizione davvero ecologica e bike friendly».

Oltre a Bari la Puglia conta altri nuovi ComuniCiclabili come Giovinazzo e Mola di Bari (entrambi con un punteggio di 2 bike smile). La bandiera gialla è stata poi ritirata anche da Silea (provincia di Treviso, 2 bike smile) e da Tocco da Casauria (provincia di Pescara, 1 bike smile). Inaugurato cinque anni fa, il progetto ComuniCiclabili FIAB non assegna valutazioni fisse, che vengono invece aggiornate edizione dopo edizione, proprio per riconoscere miglioramenti (ma anche segnalare peggioramenti) legati alla promozione e allo sviluppo della mobilità ciclistica in città.

Ad esempio, Ravenna ha riconquistato i 5 bike smile; a farle compagnia c’è Merano (provincia di Bolzano) che passa da 4 a 5 bike smile; fa progressi anche Mogliano Veneto (provincia di Treviso, da 1 a 2 bike smile); il massimo punteggio è stato confermato per Arborea (in provincia di Oristano), l’unico comune della Sardegna in rete, e per Cavallino-Treporti (nella Città metropolitana di Venezia). A livello regionale il Veneto conta il maggior numero di ComuniCiclabili (27).

BC

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, tecnico sportivo CSEN Abruzzo