Day: 9 dicembre 2023

12 ATTIVISTI ED ATTIVISTE DI ULTIMA GENERAZIONE FINISCONO IN CARCERE PER BLOCCO STRADALE SULL’AUTOSTRADA A12 GENOVA-ROMA

In carcere

Da questo lunedì 4 dicembre dodici persone sono trattenute in carcere per aver occupato con i loro corpi l’autostrada A12.

Sta diventando la nuova normalità in questo Paese: mettere in carcere chi alza la voce per contestare le scelte politiche. 

La istituzioni recepiscono quella che è ancora solo una proposta di legge della Lega, arrestando in flagranza e processando per direttissima chiunque effettui un blocco stradale. Il parlamento è bypassato e ridotto a ruolo di ratificatore, la repressione del dissenso fa un altro salto. Siamo sotto attacco e con noi il diritto a protestare in maniera pacifica.

Questi 12 cittadini da ormai 72 ore non possono vedere e sentire i propri cari, andare a lezione o al lavoro. Tra loro c’è anche Riccardo, imprenditore di 50 anni la cui dichiarazione di pochi giorni fa aveva avuto grande risonanza mediatica

Alessio, chiediamo il tuo supporto: se non alzi la voce, se non ti schieri al fianco di Beatrice, Riccardo, Giordano e delle altre 9 persone ora in carcere, non ci sarà più un freno alla forza che lo Stato si sente in diritto di esercitare.

Rompi il silenzio anche tu: firma e condividi la petizione per fermare questa assurdità e chiedere il rilascio immediato.

3000 persone hanno già firmato, e molte persone famose si stanno esprimendo contro questo arresto assurdo.

Non dobbiamo per forza accettare la distruzione della nostra democrazia, insieme possiamo dire:

Ora basta!

Grazie davvero per resistere assieme! 

La nostra attivista Beatrice fermata da due poliziotti della Polizia Stradale ed arrestata per interruzione di pubblico servizio: ora puoi aiutarla anche tu a farla tornare in libertà firmando la seguente petizione:
https://actionnetwork.org/forms/12-cittadine-arrestate

Con amore e determinazione,

Ultima Generazione

Dovranno arrestarci tutti e riempire le carceri 

Ciao Alessio. Le 12 persone arrestate a seguito della protesta di lunedì scorso sono uscite di prigione.

Il loro arresto è stato convalidato dal giudice, e hanno ora l’obbligo di dimora presso il loro comune di residenza, almeno fino alla prossima udienza.

https://us06web.zoom.us/meeting/register/tZEudeuqrDIpHdHCRzYlZvFxiDIgYgERK58V

È in momenti difficili come questo che alzare la propria voce diventa più importante che mai. Il silenzio è quello che le élite criminali vogliono ottenere. Allora gridiamo!

Quanta paura gli facciamo se devono ricorrere a questa repressione spropositata per zittirci? E quanta paura gli faremo quando a bloccare il traffico saremo in 500, 1000, 2000?

Il momento è adesso, c’è bisogno anche di te. Non devi per forza rischiare il carcere per prendere una posizione forte. Ti aspettiamo alla chiamata di lunedì! 

Vieni ad ascoltare le loro storie e parla con loro lunedì 11 dicembre alle 18:30 online! 

Con amore e determinazione,

Ultima Generazione

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

INDICE DI QUALITA’ DELL’ARIA DI BOSNIA, SERBIA, ALBANIA, E MACEDONIA DEL NORD, 9 DICEMBRE 2023

Vasto, lì 9 Dicembre 2023 ore 20.46

Buonasera a tutti e a tutte voi. In questo articolo riporto il mediocre e pessimo Indice di Qualità dell’Aria (IQA) o Air Quality Index (AQI) dell’aria negli stati dell’Est Europa, come la Bosnia, la Serbia, l’Albania e la Macedonia del Nord, dove o si stanno ricominciando a sparare nella continua guerra etnica tra bosniaci e serbi, mentre in Macedonia del Nord hanno riaperto una centrale per la produzione di carbone, l’energia non rinnovabile più inquinante del Pianeta a causa dell’incremento del nanoparticolato atmosferico PM2.5 in quell’area e che porta all’inquinamento da nanoparticolato da polveri sottili.

QUALITA’ DELL’ARIA BOSNIA E SERBIA 9 DICEMBRE 2023

QUALITA’ DELL’ARIA ALBANIA E MACEDONIA DEL NORD 9 DICEMBRE 2023

Riuscirà la Macedonia del Nord a eliminare il carbone entro il 2030? Più fondi per l’energia pulita

Di Euronews Digital Pubblicato il 08/12/2023 – 07:30•Ultimo aggiornamento 07:31

Dopo la dura crisi energetica che il Paese ha dovuto affrontare ora si cerca di guardare alle energie rinnovabili e all’abbandono del carbone che alimenta le centrali elettriche. Non tutti però sono convinti della strada da percorrere e si teme l’apertura di altri impianti a carbone

Di solito la Macedonia del Nord è baciata dal sole, quindi dovrebbe essere facile abbandonare lo sporco carbone per passare a fonti di energia pulita, come i pannelli solari.

Ma proprio ora, a causa della crisi energetica, sta accadendo il contrario. Le vecchie centrali elettriche a carbone emettono nell’aria enormi quantità di sostanze tossiche.

Bitola produce il 70% dell’elettricità della Macedonia del Nord. È il principale inquinatore dei Balcani occidentali in termini di emissioni di polveri tossiche e di SO2. Ma invece di terminare immediatamente l’estrazione della lignite, potrebbero venire aperti nuovi pozzi.

Pece Matevski, direttore dell’Unione minerarie ed energetica Rek Bitola sostiene che con la crisi energetica globale “sappiamo che tutte le scadenze per eliminare gradualmente il carbone sono state rinviate. Presto apriremo una terza miniera di carbone, chiamata Zivojno. Quindi, nei prossimi 30 anni avremo carbone a sufficienza per far funzionare la centrale elettrica”.

Riuscirà la Macedonia del Nord a realizzare la sua transizione energetica?

Secondo Nevena Smilevska, della Campagna per la trasformazione energetica, Cee Bankwatch, questo “distruggerà completamente la strategia di uscita dal carbone. La data di chiusura deve rimanere il 2030. – Se l’adesione all’Ue avverrà, credo che dovremo chiudere le centrali elettriche a carbone prima dell’adesione”.

Alla Cop28 di Dubai la Macedonia del Nord ha presentato un piano per eliminare il carbone entro dieci anni. I finanziatori internazionali hanno accettato di firmare una piattaforma di investimentidel valore di 3 miliardi di euro.

L’obiettivo è quello di distribuire 1,7 gigawatt di rinnovabili insieme a investimenti per lo stoccaggio. Secondo la strategia energetica nord-macedone, tutti questi siti dovrebbero venire chiusi entro al 2030.

Fonte: Euronews

La Macedonia del Nord riuscirà a superare la sua dipendenza dal carbone?

Di Hans von der Brelie Pubblicato il 08/12/2023 – 17:30

La recente crisi energetica ha rallentato la transizione del Paese verso forme di energia pulita: Skopje ha prorogato più volte la data di chiusura delle sue centrali elettriche a carbone

Nonostante l’impegno a diventare il primo Paese senza carbone nei Balcani occidentali, la Macedonia del Nord ha prorogato più volte la data di chiusura delle sue centrali elettriche a carbone. Clicca sul video qui sopra per vedere il reportage.

Una nuvola di fumo denso fuoriesce continuamente dalla centrale a carbone di Bitola. Insieme alla centra di Oslomej, è uno dei due hub del carbone della Macedonia del Nord. Il 47% dell’elettricità del Paese è prodotto bruciando lignite estratta da enormi miniere a cielo aperto vicino alle centrali a carbone costruite circa 40 anni fa. Secondo Pece Matevski, direttore della centrale di Bitola, è prevista l’apertura di un’altra miniera di carbone.

La Macedonia del Nord intendeva eliminare gradualmente il carbone entro il 2027. Ma la crisi energetica ha spinto questo Paese di 2 milioni di abitanti a cambiare i suoi piani. Ora si prevede di abbandonare il carbone entro il 2030. A Skopje, capitale del Paese, Nevena Smilevska si occupa di transizione energetica per l’ong Cee Bankwatch. È preoccupata per l’impatto di ulteriori ritardi sulla potenziale adesione del Paese all’Unione europea. “La data di chiusura deve rimanere il 2030 – dice Smilevska -. È molto improbabile che ci venga permesso di non rispettare il Green Deal europeo. Se la nostra richiesta di adesione all’Ue sarà accettata, dovremo chiudere le centrali prima dell’adesione”.

Le più alte emissioni di SO2 nei Balcani occidentali

Poiché le riserve di lignite si stanno esaurendo, il Paese deve importare carbone dai Paesi vicini. Una forte dipendenza dai combustibili fossili che non migliora la qualità dell’aria. Nel 2022 la centrale a carbone di Bitola ha registrato le più alte emissioni di anidride solforosa (SO2) e di polveri nella regione dei Balcani occidentali. Sono state emesse 111.000 tonnellate di SO2, 17 volte più del consentito.

Il Paese ha in media 280 giornate di sole all’anno: le condizioni ideali per la produzione di energia solare. A 120 km da Skopje, nella più antica centrale a carbone della Macedonia settentrionale, Oslomej, la produzione di energia è destinata a cambiare. Qui le centrali solari sono state costruite sopra la miniera di lignite a cielo aperto.

Tuttavia Cedomir Arsouski, gestore della centrale fotovoltaica, attende da un anno e mezzo che l’elettricità venga immessa nella rete. “Siamo ancora in attesa di alcune licenze da parte delle autorità”, afferma Arsouski. Il recente accordo raggiunto alla CoP28 potrebbe accelerare la transizione energetica del Paese. I finanziatori internazionali hanno annunciato che finanzieranno un piano da 3 miliardi di euro per chiudere completamente le centrali elettriche a carbone del Paese entro il 2030 e sostituirle con impianti solari, idroelettrici, eolici e a gas.

L’ambizione è quella di garantire una “transizione giusta”, distribuendo 1,7 gigawatt di energia rinnovabile, moltiplicando le capacità di stoccaggio dell’energia e migliorando le connessioni alla rete.

Fonte: Euronews

https://www.ilmessaggero.it/schede/guerre_2024_paesi_a_rischio_quali_sono_taiwan_niger-7840017.html

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto