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VASTO, DANNI CAUSATI DAL MALTEMPO: SUL COMUNE PIOVERANNO RICHIESTE DI RISARCIMENTO

Vasto 6 novembre 2023

In Cronaca

Una pioggia di richieste di risarcimento danni cadrà sul Comune di VastoAuto e tetti sfondati dagli alberi abbattuti dalle raffiche fortissime di giovedì scorso: saranno queste le principali cause delle istanze di indennizzo dei danni subiti dai cittadini. Le assicurazioni stipulate consentiranno al Comune di fronteggiare parte delle richieste. Ma c’è un però: il rimborso si potrà ottenere in caso di carenza di manutenzione, non se la perdita è stata causata solo da un evento eccezionale e imprevedibile. È anche probabile che parte di questi reclami vada a sfociare nelle aule di tribunale.

Servizio di Michele D’Annunzio – Video di Nicola Cinquina

In foto: alberi caduti in Via Mario Molino, che collega Vasto città a Vasto Marina https://chiaroquotidiano.it/2023/11/06/vasto-danni-causati-dal-vento-sul-comune-pioveranno-richieste-di-risarcimento/

Danni del vento, chi crede più ai risarcimenti? «Mai arrivati indennizzi per la grandine del 2019»

Vasto 7 novembre 2023

In Cronaca

Invocati, promessi, richiesti e, alla fine, mai ricevuti. Quattro anni dopo, dei rimborsi per i danni da maltempo non rimane nulla, se non il ricordo delle scartoffie compilate da centinaia di cittadini con l’unico esito di restare a mani vuote e doversi riparare a proprie spese auto e tetti sfondati. Allora, nel luglio 2019, erano stati chicchi di grandine grossi come palline da golf a piovere con tutta la loro forza devastante sulla costa abruzzese, con particolare violenza da Pescara in giù.

https://chiaroquotidiano.it/2023/11/07/danni-del-vento-ai-risarcimenti-chi-ci-crede-piu-attesi-ancora-gli-indennizzi-della-grandine-del-2019/

Quattro anni di attesa

Al tirare delle somme, nel 2019 il risultato era stato a sei zeri: a Vasto 12 milioni di euro, ossia la cifra complessiva necessaria per riparare le ammaccature e i vetri sfondati di 2500 automobili e i buchi in solai e finestre di 1300 abitazioni, ma anche le lesioni di strutture, infrastrutture, beni, attrezzature e le perdite di scorte delle imprese per un totale di 1 milione 213mila 354 euro. Stimate, infine, in 70mila euro le lesioni subite da beni culturali e paesaggistici. 

Altro maltempo, altra conta

E veniamo a oggi. Nei giorni in cui la nuova conta dei danni è solo all’inizio perché è ancora in corso la rimozione di tronchi e rami spezzati dalle raffiche fortissime di vento della notte tra il 2 e il 3 novembre, emerge tutto lo scetticismo verso la nuova richiesta dell’amministrazione comunale di quantificare i danni subiti dai privati e preparare la documentazione, «che potrà successivamente essere inviata alla Regione» (leggi).

«Qualcuno ha preso il risarcimento dei danni grandine 2019? È stata una corsa a fare domanda e alla fine nemmeno un centesimo». «Sto ancora aspettando il risarcimento per la grandine». E così via. Commenti stizziti di cittadini che, dopo aver aspettato quattro anni, non faranno ulteriori trafile burocratiche per chiedere altri indennizzi con la prospettiva di dover attendere all’infinito.

Fonte: Chiaro Quotidiano

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

MALTEMPO, PERSI RACCOLTI PER 200 MILIONI DI KG DI PANE. L’ALLARME DELLA COLDIRETTI

2 Giugno 2023 Edoardo Gagliardi

https://www.byoblu.com/2023/06/02/maltempo-persi-raccolti-per-200-milioni-di-kg-di-pane-lallarme-della-coldiretti/

Nuovo allarme lanciato da Coldiretti e da Consorzi Agrari d’Italia. In un comunicato congiunto in occasione delle ‘Giornate in campo 2023’ si legge che: “Il maltempo in Emilia Romagna ha distrutto un raccolto di grano tenero equivalente alla produzione di 200 milioni di chili di pane”.

Una perdita che ridimensiona le stime sulla produzione nazionale di grano con l’Emilia Romagna, con una superficie agricola di oltre un milione di ettari coltivati, oltre a rappresentare l’8% della superficie agricola italiana, è a tutti gli effetti un distretto cerealicolo di assoluta importanza: su circa 570mila ettari di grano tenero a livello nazionale in Emilia Romagna si stimano quest’anno 160mila ettari seminati, poco meno del 30% dell’intera superficie nazionale.

L’alluvione è costata all’Emilia Romagna un taglio della produzione tra il 12 e il 15% di grano con i danni concentrati tra Forlì, Cesena, Ravenna e Faenza e in parte nel Bolognese e Riminese, secondo il monitoraggio di Coldiretti e Cai – Consorzi Agrari d’Italia.

Il consumo annuo pro-capite di pane si situa, in Italia, su circa 41Kg, un quantitativo inferiore a quello registrato in tutti gli altri principali Paesi europei (Romania 88 kg, Germania 80 Kg, Olanda 57 kg, Polonia 52 Kg, Spagna 47 Kg, Francia 44 Kg, Regno Unito 43 Kg).

Secondo un sondaggio Italmopa, l’84% degli Italiani consuma abitualmente pane, mentre il 16% degli intervistati ha dichiarato di non consumare pane o di consumarlo in modo saltuario. Il principale motivo di esclusione del pane dall’alimentazione è di natura dietetica e salutistica.

Tra coloro che consumano abitualmente pane, quello di farina bianca è consumato dal 72% dei votanti mentre coloro che dichiarano di consumare pane di farine integrali ammontano al 39%, una percentuale in crescita rispetto al recente passato.

Inferiori, sono le percentuali – rispettivamente del 28% e del 24% – di coloro che consumano anche pane di semole di grano duro o di farine multi-cereali. Nei giorni scorsi, sempre Coldiretti, aveva avvertito sulla situazione precaria del comparto ortofrutticolo.

In un processo iniziato da 15 anni si sarebbe persa in Italia una pianta da frutto su 5. La situazione peggiore – sottolinea la Coldiretti – si registra per le nettarine con la scomparsa di quasi la metà delle piante (-45%) come per l’uva da tavola (-43%), per le pere (-34%) ma è anche stata estirpata 1 pianta di pesco su tre (-33%), 1 pianta di mandarino su 5 (-20%) e ben il 16% degli alberi di arance, mentre crescono in controtendenza solo i kiwi (+11%).

Una strage di piante da frutto che sta provocando la desertificazione dei territori nelle regioni italiane con drammatici effetti sui consumi nazionali, economia, lavoro, clima, ambiente e salute degli italiani.

Complessivamente la superficie italiana coltivata a frutta si è ridotta a 516mila ettari con la perdita di oltre centomila ettari rispetto a 15 anni fa con conseguenze sul primato produttivo nazionale in Europa che si estende dai kiwi alle pere, dalle ciliegie alle uve da tavola e alle albicocche.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini canale 262 DTV

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus