Corte Costituzionale

LA LEGGE TAGLIA PARCO REGIONALE SIRENTE-VELINO BOCCIATA DALLA CORTE COSTITUZIONALE

La Corte Costituzione dichiara illegittima la Legge Regionale abruzzese che voleva ridurre i confini del Parco Regionale Sirente Velino, voluta dalla Presidenza della Regione Abruzzo di Marco Marsilio e dal Vice Presidente della Giunta Regionale della Lega Emanuele Imprudente, di cognome e di fatto e membro della Federcaccia Abruzzo.

La Corte Costituzionale in Italia boccia la Legge Regionale Taglia Parco Naturale Regionale Sirente-Velino in Abruzzo, 28 Novembre 2022
https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/abruzzo-corte-costituzionale-stop-legge-taglia-parco/

GRANDE VITTORIA DI TUTTO IL FRONTE AMBIENTALISTA IN ABRUZZO

La Corte Costituzione dichiara illegittima la Legge Regionale che voleva ridurre i confini del Parco Regionale Sirente Velino.
Il Parco è salvo! Esulta il fronte ambientalista!

La Corte Costituzionale si è espressa con la sentenza n. 235/2022: il taglio del Parco Regionale Sirente Velino è illegittimo! Il pronunciamento salva molte migliaia di ettari di territorio protetto che la Regione Abruzzo aveva eliminato dal territorio del Parco Regionale (10 mila ettari, riperimentrando il Parco dagli originari 64000 ettari a 54000 ettari).
Le Associazioni ambientaliste (WWF Abruzzo, Lipu Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, Italia Nostra Abruzzo, Mountain Wilderness, CAI Abruzzo, Salviamo l’Orso, Orso and Friends, Altura Abruzzo, Appennino ecosistema, Touring Club Italiano, Dalla parte dell’Orso, Comitato Salviamo il Parco Sirente Velino e altre) avevano creato una grande mobilitazione contro l’incomprensibile e scellerata decisione della Giunta regionale, lanciando una petizione on line ha raggiunto più di 125.000 firme, raccogliendo l’appello di cinquanta personalità della scienza e della cultura abruzzesi e italiane rivolto al Presidente della Regione e all’Assessore all’ambiente, pubblicando articoli sulla stampa, anche su testate importanti a livello nazionale e portando la discussione e la richiesta di scongiurare la riduzione del Parco su un piano di attenzione più ampio di quello locale.
Nonostante questo, la Regione Abruzzo è rimasta sorda agli appelli, il Presidente Marco Marsilio non ha mai incontrato le Associazioni o sentire le popolazioni per raccogliere le istanze e confrontarsi con tutti i portatori di interesse, accampando come “volontà del territorio” delibere di consigli comunali datate di diversi anni e riferite a compagini amministrative spesso mutate.
Il WWF, poi, una volta approvata la Legge regionale con i confini ridotti del Parco, aveva presentato una richiesta al Governo di impugnativa sollevando successivamente attraverso una memoria alla Corte Costituzionale, tra le altre questioni, proprio il fatto che la riperimetrazione attuata andasse a compromettere “il nucleo minimo di salvaguardia del patrimonio naturale” richiesto dalla normativa nazionale.
Ora la sentenza della Corte Costituzionale dà una sonora batosta all’amministrazione regionale che pensa di ridurre i confini di un’area protetta, mentre gli obiettivi comunitari chiedono esattamente il contrario.
È indubbiamente una grande sconfitta far passare la decisione dei confini dell’unica area protetta regionale attraverso una diatriba giuridica, meglio avrebbe fatto la Giunta regionale ad accogliere l’invito che le Associazioni ambientaliste non hai mai cessato di lanciare, quello della ricerca di un dialogo e di un confronto con la creazione di un tavolo di ascolto e di nuova programmazione del territorio, basato però sulla tutela del grande patrimonio naturalistico che il territorio del Parco Regionale Sirente Velino custodisce.
Ora si lavori insieme per il bene dell’area protetta, il Parco ha bisogno di altro: di essere dotato di strumenti per esercitare la propria funzione, dell’approvazione del Piano di gestione, della possibilità di indennizzare velocemente i danni da fauna all’agricoltura e agli allevamenti, di un piano di rilancio che punti alla promozione turistica, ma soprattutto, invece di parlare sempre di marketing territoriale, si punti piuttosto a creare nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato per giovani e meno giovani over 35, con retribuzioni e contribuzioni riconosciute!

English translate

THE REGIONAL ABRUZZO’S LAW THAT CUT REGIONAL PARK SIRENTE-VELINO REJECTED BY THE CONSTITUTIONAL COURT

The Constitutional Court declares illegitimate the Abruzzo Regional Law which aimed to reduce the boundaries of the Sirente Velino Regional Park

GREAT VICTORY FOR THE ENTIRE ENVIRONMENTAL FRONT IN ABRUZZO

The Constitutional Court declares illegitimate the Regional Law which sought to reduce the boundaries of the Sirente Velino Regional Park, desired by the Presidency of the Abruzzo Region of Marco Marsilio and by the Vice President of the Regional Council of Lega Emanuele Imprudente, by surname and de facto and member of the Federcaccia Abruzzo.
The Park is safe! The environmentalist front rejoices!

The Constitutional Court expressed its opinion with sentence no. 235/2022: the cutting of the Sirente Velino Regional Park is illegitimate! The ruling saves many thousands of hectares of protected territory that the Abruzzo Region had eliminated from the territory of the Regional Park (10 thousand hectares, bringing the park back from the original 64,000 hectares to 54,000 hectares).

The environmental associations (WWF Abruzzo, Lipu Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, Italia Nostra Abruzzo, Mountain Wilderness, CAI Abruzzo, Save the Bear, Orso and Friends, Altura Abruzzo, Appennino ecosystem, Touring Club Italiano, Dalla parte dell'Orso, Committee Let's save the Sirente Velino Park and others) had created a great mobilization against the incomprehensible and wicked decision of the regional council, launching an online petition which reached more than 125,000 signatures, collecting the appeal of fifty personalities of science and culture from Abruzzo and addressed to the President of the Region and the Councilor for the Environment, publishing articles in the press, including in important newspapers at a national level and bringing the discussion and the request to avoid the reduction of the Park onto a broader level of attention than the local one.

Despite this, the Abruzzo Region has remained deaf to the appeals, the President Marco Marsilio has never met the Associations or heard from the populations to collect the requests and discuss with all the stakeholders, claiming as "will of the territory" resolutions of municipal councils dated by several years and referring to often changed administrative structures.

The WWF, then, once the regional law with the reduced boundaries of the Park had been approved, had presented a request to the Government for an appeal, subsequently raising through a brief to the Constitutional Court, among other issues, the very fact that the re-definition implemented was going to compromise "the minimum core of natural heritage protection" required by national legislation.

Now the ruling of the Constitutional Court gives a resounding blow to the regional administration that thinks of reducing the boundaries of a protected area, while the community objectives ask for exactly the opposite.

It's undoubtedly a great defeat to pass the decision on the boundaries of the only regional protected area through a legal dispute, the regional council would have done better to accept the invitation that the environmental associations have never ceased to launch, that of the search for a dialogue and a comparison with the creation of a listening table and new planning of the territory, based however on the protection of the great natural heritage that the territory of the Sirente Velino Regional Park preserves.

Now let's work together for the good of the protected area, the Park needs something else: to be equipped with tools to carry out its function, approval of the Management Plan, the possibility of quickly compensating for damage caused by wildlife to agriculture and livestock farms, of a relaunch plan that aims to promote tourism, but above all, instead of always talking about territorial marketing, it rather aims to create new permanent jobs for young and old over 35s, with retributions and contributions recognized!

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto al Cambiamento Climatico in atto

FIRENZE, ORDINANZA SULL’OBBLIGO VACCINALE COVID: LA GIUDICE ZANDA SMONTA LE SENTENZE DELLA CORTE COSTITUZIONALE

30 Marzo 2023 Elisabetta Barbadoro

Ordinanza n°2022/11134 del Tribunale di Firenze: la giudice Susanna Zanda smonta punto per punto le sentenze della Corte Costituzionale in merito all’obbligo vaccinale COVID19
https://www.byoblu.com/2023/03/30/firenze-ordinanza-sullobbligo-vaccinale-covid-la-giudice-zanda-smonta-le-sentenze-della-corte-costituzionale/

Con una recente ordinanza, il giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Firenze, Susanna Zanda, ha smontato punto per punto le argomentazioni delle tre sentenze della Corte Costituzionale che legittimano l’obbligo vaccinale anti-covid.

Bi-dosato e guarito, ma ugualmente sospeso: il caso in esame

La dottoressa Zanda è tra i pochi giudici italiani ad essere rimasti fedeli ai principi costituzionali e ai diritti umani. Lo ha dimostrato, negli ultimi mesi, con varie pronunce favorevoli ai lavoratori sospesi per non essersi vaccinati.

Con l’ordinanza depositata lo scorso 27 marzo ha condannato l’ordine degli psicologi della Toscana al pagamento delle spese processuali (quasi 5mila euro) in un contenzioso con un professionista che non si era sottoposto alla terza dose ed era stato sospeso nonostante fosse guarito dal covid.

Si tratta, peraltro, di un paziente oncologico: dopo il primo ciclo vaccinale infatti ha avuto una reazione avversa (l’ingrossamento di un linfonodo) e una diagnosi di tumore alla prostata.

Il principio dell’Habeas Corpus

Nell’ordinanza, la giudice di Firenze ricorda che, stando ai documenti ufficiali delle case farmaceutiche e delle autorità del farmaco, i cosiddetti vaccini non hanno alcuna efficacia nell’impedire la diffusione del virus Sars-cov2.

“I preparati anti-covid – scrive Zanda – autorizzati per prevenzione della sola malattia covid19, e che poi si è visto essere inefficaci anche per prevenire la malattia, non potevano essere imposti ai cittadini né per poter lavorare, né per esercitare qualsivoglia altro diritto”.

Nel dispositivo viene menzionato il principio dell’Habeas Corpus, cioè dell’inviolabilità del corpo, in relazione al diritto di rifiutare le cure che rientra nel potere di autodeterminazione in campo medico sancito dall’articolo 3 della Carta di Nizza.

I problemi su efficacia, sicurezza e farmacovigilanza

Le 10 pagine di ordinanza tracciano una panoramica sia scientifica che giuridica sulle conseguenze dell’obbligo vaccinale: dal meccanismo tossico di azione della proteina Spike, definita una “sostanza non umana” introdotta nel corpo attraverso i sieri, alla farmacovigilanza passiva che finisce per sottostimare pesantemente gli eventi avversi, passando per i dati ufficiali sull’eccesso di mortalità, la giudice scrive infatti che “questi preparati hanno ripetutamente spezzato molte vite anche giovani e sane”.

Le “premesse non condivisibili” della Corte Costituzionale

Non mancano diversi riferimenti alle tre sentenze della Consulta che ha legittimato l’obbligo vaccinale covid.

“La Corte Costituzionale – scrive Zanda – parte da premesse in fatto che non appaiono condivisibili, affermando che i preparati sono efficaci per la prevenzione dei contagi da sars-cov2 e sono anche sicuri e non sperimentali”.

Seguono, a supporto di queste argomentazioni, le citazioni dai documenti ufficiali sull’autorizzazione con procedura subordinata a condizioni, le informative sulla mancata sperimentazione del farmaco su soggetti immuno-compromessi, donne incinta o in allattamento e le incognite su genotossicità, cancerogenicità e durata della protezione.

Insomma una lezione di imparzialità correttezza nell’esame delle fonti istituzionali: mentre la Consulta ha difeso il governo legittimando la sospensione di stipendio e assegni familiari a migliaia di lavoratori, la dottoressa Susanna Zanda è riuscita a dimostrare ancora una volta che c’è un giudice a Firenze capace di difendere i diritti del cittadino e i principi della Costituzione.

Qui potete leggere e scaricare l’ordinanza:

Ordinanza Tribunale di Firenze n° 2022/11334
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https://news.ilcaso.it/libreriaFile/7c72a-trib.fi-1.pdf

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini canale 262 DTV

Sentenza del Tribunale di Firenze che riammette alla professione psicologa no vax, Asciuti (ItalExit): “Finalmente la verità comincia a venire a galla”

gruppo misto – italexit

13 luglio 2022

Una sentenza, firmata dal giudice Susanna Zanda della sezione civile del Tribunale ordinario di Firenze ha sospeso il provvedimento dell’ordine degli Psicologi della Toscana che vietava ad una dottoressa di esercitare la sua professione di psicologa perché non vaccinata.

Questa la motivazione scritta nella sentenza: «La sospensione dell’esercizio della professione rischia di compromettere beni primari dell’individuo quale il diritto al proprio sostentamento e il diritto al lavoro di cui all’art. 4 inteso come espressione della libertà della persona e della sua dignità, garantita appunto dalla libertà dal bisogno».

“Sono stato tra i pochi nelle istituzioni italiane a combattere contro l’obbligo vaccinale. Questa sentenza, insieme ad altre, stanno facendo salire “la verità” a galla, ma quante sofferenze abbiamo subito e dovremo ancora continuare a subire” commenta il consigliere comunale di ItalExit Andrea Asciuti.

Fonte: Comune di Firenze

https://www.comune.fi.it/comunicati-stampa/sentenza-del-tribunale-di-firenze-che-riammette-alla-professione-psicologa-no-vax
https://www.byoblu.com/2023/03/28/le-ombre-del-nuovo-piano-vaccinale-paolo-bellavite/
https://www.byoblu.com/2023/03/27/pubblicato-il-piano-vaccinale-2023-2025-previsti-futuri-obblighi-e-profilazione-dei-non-vaccinati/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus

QUARANTENA E DIVIETI INCOSTITUZIONALI: L’ULTIMA SENTENZA ARRIVA DA MILANO

Quarantena e divieti incostituzionali, l’ultima sentenza arriva da Milano
https://www.byoblu.com/2023/01/05/quarantena-e-divieti-incostituzionali-lultima-sentenza-arriva-da-milano/

Gennaio 2022: in Italia vige l’obbligo di green pass. Non si può lavorare, prendere mezzi pubblici, allenarsi, magiare fuori se non si è in possesso della tessera verde. Alberghi, feste, piscine, musei, tutto è vietato per i non vaccinati contro il SaRSCov2.

Il 15 gennaio 2022 Francesco, un trentottenne che viaggia sul treno Milano-Bari viene fatto scendere dalla polizia ferroviaria. Non ha con sé né il certif icato verde, né la prova di un tampone negativo. La Procura lo accusa di inosservanza delle disposizioni impartite e di falso ideologico, chiedendo due mesi di arresto e 350 euro di ammenda. Due ore dopo essere stato fermato, Francesco va in farmacia e si sottopone a tampone, che risulta negativo al Covid.

A distanza di un anno dall’accaduto, il giudice di Milano Sofia Fioretta gli dà ragione, perché “limitare la libertà con obblighi indifferenziati viola la Carta Costituzionale” e quindi, il “fatto non sussiste”. Questa non è la prima sentenza che bolla i Dpcm come illegittimi, ma è solo l’ultima di una lunga serie.

I motivi del giudice di Milano per l’assoluzione

Tre i motivi che hanno portato Francesco all’assoluzione:

  • Il pericolo di contagio era “astratto o presunto”. Il legislatore cioè, scrive il giudice, “ha deciso tout court di qualificare come reati” comportamenti come quello dell’imputato “perché valutati a priori, e su base presuntiva, pericolosi per la collettività, sebbene la norma che li sanziona non contenga alcun testuale riferimento ad un pericolo per il bene giuridico tutelato”. Tradotto: portare a processo un uomo, che è poi risultato anche negativo al test da tampone, è ingiustificato. Quindi Francesco non ha violato la legge, perché viaggiare su quel treno non rappresentava un pericolo per alcuno.
  • Seconda ragione, l’imputato, anche se sottoposto all’obbligo di quarantena, perché risultato positivo ad un tampone risalente a tre giorni prima, al momento del fermo era asintomatico. Per essere sottoposto all’obbligo di quarantena serviva un’altra prova di positività, accertamenti che non sono stati fatti.
  • In terzo luogo, semmai invece Franceso fosse stato sottoposto all’obbligo di rimanere in casa, il reato non sussiste comunque, perché limitare la libertà personale sulla base di un decreto generalizzato ed indifferenziato, non ad personam, è illegittimo e incostituzionale. Viola l’articolo 13 della Costituzione.

La testimonianza dell’avvocato

È scritto nero su bianco: gli ultimi anni sotto i dpcm di Conte e le disposizioni di Draghi sono stati all’insegna dell’illegalità. Byoblu ha contatto il difensore di Francesco, l’avvocato Francesca Turchietti:

“Non era affatto scontata l’assoluzione. Gli argomenti giuridici a favore di questa assoluzione erano molti forti: tutta la disciplina della quarantene e le norme che disciplinano le violazioni si espongono a seri dubbi di legittimità costituzionale”

Fonte: Byoblu, la TV dei cittadini canale 262 DTV

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila