Rock

ROGER WATERS SI UNISCE AL CONCERTO “ROCK FOR PALESTINE”: IL 21 GIUGNO IL CONCERTO IN LIVE STREAMING

Roger Waters di nuovo in concerto a difesa della Palestina e dei Palestinesi
https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2024/06/20/news/roger_waters_un_concerto_per_la_palestina_in_live_streaming-423262920/

Al concerto prenderanno parte anche Cat Stevens e il rapper Lowkey

20 GIUGNO 2024 ALLE 13:28


Roger Waters
 torna in campo per la difesa della Palestina. L’ex Pink Floyd ha annunciato la sua presenza all’evento in live streaming Rock for Palestine, in programma il 21 Giugno alle 21.30.

Lo show, su cui sono stati diffusi pochissimi dettagli, è stato definito “un concerto unico a favore della pace, della libertà e della giustizia in Palestina”.

Oltre a Waters si esibiranno Yusuf Islam / Cat Stevens e il rapper di Long Live Palestine Lowkey, ma il cast è ancora in via di definizione.

Questo il link per seguire la diretta su YouTube:

Negli ultimi mesi, Roger Waters si è più volte schierato contro la politica di Israele nei confronti dei palestinesi. Lo scorso novembre si era espresso sugli attacchi del 7 ottobre affermando che “Hamas aveva l’obbligo morale di resistere all’occupazione”. Una posizione, la sua, che aveva attirato molte critiche.

Fonte: Repubblica

A noi non ce ne frega niente di cosa pensano gli altri di noi, non poteva dire frase più giusta su Hamas!

English translate

ROGER WATERS JOINS THE “ROCK FOR PALESTINE” CONCERT: THE CONCERT IN LIVE STREAMING ON JUNE 21

Roger Waters again in concert to defend Palestine and Palestinians
https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2024/06/20/news/roger_waters_un_concerto_per_la_palestina_in_live_streaming-423262920/

Cat Stevens and rapper Lowkey will also take part in the concert

JUNE 20, 2024 AT 1.28 PM

Roger Waters returns to the field for the defense of Palestine. The former Pink Floyd has announced his presence at the Rock for Palestine live streaming event, scheduled for June 21st at 9.30 PM.

The show, about which very few details were released, was defined as “a unique concert in favor of peace, freedom and justice in Palestine”.

In addition to Waters, Yusuf Islam / Cat Stevens and Long Live Palestine rapper Lowkey will perform, but the cast is still being finalized.

This is the link for follow the concert on air:

In recent months, Roger Waters has repeatedly spoken out against Israel’s policy towards the Palestinians. Last November he spoke out about the October 7 attacks, stating that “Hamas had a moral obligation to resist the occupation”. A position, his, which had attracted much criticism.

Source: Repubblica

We don’t give a damn about what others think of us, he couldn’t have said a more correct sentence about Hamas!

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila dal 2013, membro ed ideologo del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 in Italia dal 2022, collaboratore esterno dell’associazione caritatevole Al-Rahma di Khan Younis nella Striscia di Gaza, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus dal 2023

SATRIANI-VAI US TOUR 2024: CELEBRATING 50 YEARS OF FRIENDSHIP

SATCH VAI US TOUR 2024
https://www.jambase.com/article/joe-satriani-steve-vai-tour-dates-2024

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

PINO SCOTTO, CONTRO TUTTO E TUTTI

Il famoso rocker ed ex-leader dei Vanadium Pino Scotto, nato a Monte di Procida vicino Napoli l’11 Ottobre 1949. Oggi è un 73enne in splendida forma!
http://www.metalhammer.it/interviste/2018/04/18/pino-scotto-contro-tutto-e-contro-tutti/

Il 18/04/2018, di Fabio Magliano

L’intervista a Pino Scotto non è mai qualcosa di banale. Perchè volenti o nolenti l’ex singer dei Vanadium è tutto fuorchè una persona banale, perchè ciò che dice, tra un insulto e un improperio arriva sempre diritto al centro come una pallottola, ma soprattutto perchè le sue uscite saranno condivisibili o meno, però hanno il merito di fare parlare, di fare discutere e, soprattutto, di fare riflettere. Sempre in guerra contro tutto e contro tutti, il buon Pino oggi non si limita a lanciare i suoi strali attraverso radio e televisioni, ma è tornato a riversare la sua rabbia anche in ciò che sa fare meglio: la musica, confezionando per Nadir un nuovo lavoro, ‘Eye For An Eye’, nel quale trova sfogo tutta la sua incazzatura, attorno alla quale è stata tessuta una perfetta colonna sonora che attinge a piene mani dal miglior rock d’annata. Un’occasione perfetta, questa, per intavolare una lunga chiacchierata con il singer partenopeo, un faccia a faccia che non poteva e non doveva limitarsi ad un discorso puramente musicale, visti gli svariati fronti che vedono coinvolto Pino Scotto, quindi spazio alle sette note, ma largo anche a Cristina Scabbia, Al Bano e The Voice, alla politica, ai progetti umanitari e a quei rocker che troppo presto hanno salutato questa terra…

Come ho scritto in fase di recensione, il disco fa incazzare perchè è uno di quei lavori che ti riconcilia con il caro e vecchio rock, eppure finirà per passare in secondo piano davanti alle tue sparate televisive e agli strali che lanci da sempre verso tutto e verso tutti…
“Io ci tengo al mio lato televisivo. Io non ho mai preso un euro dalle mie apparizioni televisive né da quelle radiofoniche, io lo faccio solo per passione. Poi bisogna dire che quello che si vede in televisione sono sempre io, un italiano incazzato con questo Paese di merda, che per colpa della massa ha mandato a puttane arte, dignità, onestà, politica… Quello che si vede è il Pino uomo, poi c’è il Pino musicista…”

…che rischia di uscire svilito da questo confronto perché nonostante decenni passati sui palchi di tutta Italia e in sala di incisione a registrare ottimi lavori, tutti parlano di te come quello del “datti fuoco” e del “vai a fare in culo papà di Jimme”…
“Ma quella è la massa italiana che non capisce e non capirà mai un cazzo. Non puoi farci niente, non li cambi. Come la gente che continua a credere ancora che Berlusconi possa essere un politico, come la gente che continua a votare ancora quella politica che li ha fregati per quarant’anni, come la gente che crede che Salvini sia il salvatore del popolo, specialmente in Meridione dove fino a qualche anno fa la cosa più gentile che diceva era ‘i meridionali puzzano e devono essere bruciati vivi’. Purtroppo non ce la fai a cambiare la testa della gente, ma a me di quello che pensa la gente non frega e non è mai fregato un cazzo. Io al mattino quando mi alzo ho una faccia sola da lavare, nel bene e nel male. Mi sono sempre esposto e l’ho fatto anche con i testi in questo album”.

Quindi addentriamoci e partiamo proprio da ‘Eye For An Eye’, un titolo che se non suona come una minaccia, poco ci manca…
“Qualcuno ha detto che ‘Eye For An Eye’ è un messaggio violento. Violento un cazzo, gli italiani si sono rotti i coglioni, e bisogna restituire al quadrato, al cubo a quella gente tutto quello che ci ha fatto nel corso degli anni. Basta, occhio per occhio, questo è il messaggio. In ‘Two Guns’ invece mi sono esposto in modo molto forte: se tu vieni in casa mia non invitato a rubare, sappi che io non ho una ma due pistole, quindi tu entri in piedi ma non so come esci da casa mia. Non esiste che ci siano queste leggi di merda in Italia che se tu entri in casa mia io ti devo chiedere che cosa vuoi fare… in piena notte, magari mentre ho moglie e figli nel letto che dormono. Questa gente dell’Est che ha massacrato di botte intere famiglie nelle ville della Bergamasca e del Veneto per rubare un pugno di euro… Se tu vuoi entrare in casa mia, io ho due pistole che ti aspettano. Sappilo…”

Un’altra traccia dal titolo che ben poco spazio lascia all’interpretazione è ‘One Against the Other’…
“In questo pezzo ho parlato di chi si fa sopraffare dai falsi ideali, dall’inutilità della vita. Non parlo altro che della guerra dei poveri. Ci facciamo guerra tra di noi senza capire invece che il male sta da un’altra parte.”

Con ‘Angel Of Mercy’ invece si entra nel personale. Ti metti a nudo e lo fai con un brano decisamente toccante…
“Io ho sempre fatto delle ballad nei miei dischi, sin dai tempi dei Vanadium, ma non ho mai scritto di una donna. Questa volta, invece, in ‘Angel Of Mercy’ l’ho fatto, ma l’ho fatto perchè la canzone è dedicata a mia mamma che ci ha lasciato due anni fa e non pensavo che mi sarebbe mancata così tanto. E’ mancata a 90 anni, la sua vita l’ha fatta. E’ stata una donna meravigliosa che ha avuto cura di noi cinque figli, con mio padre che è morto giovanissimo ed è stata una mamma stupenda. Mi manca, mi manca davvero tantissimo.”

Uno dei pezzi che più ho apprezzato del tuo ultimo disco è ‘Cage Of Mind’, forse uno dei brani più strani all’interno del lavoro, quello che stilisticamente si discosta maggiormente da quel rock selvaggio che caratterizza ‘Eye For An Eye’ ma che, alla luce dei fatti, funziona decisamente bene…
“‘Cage Of Mind’ parla delle gabbie in cui a volte ci chiudiamo. Io sciolti i Vanadium avrei potuto benissimo fare un disco in quello stile ma con su il mio nome, ed invece mi sono messo a cantare in italiano e mi sono dato al blues e al rock’n’roll… Io non sono come quelle band che si fossilizzano su uno stile e che vanno avanti su quel binario, con tutto quello che di buono c’è attorno. E’ assurdo fare dei dischi sempre uguali, quando hai un mondo a disposizione dal quale attingere. Questa volta ho voluto fare un disco di sano hard rock vecchio stile, con canzoni da cantare, con belle melodie, come non se ne fanno più da tempo. E neanche le band famose lo fanno più…i soldi, il successo è quello che fa male. Come quando ho cercato di contaminare un po’ il rock con rap collaborando con J-Ax, con Caparezza, con i Club Dogo… secondo me erano ottimi brani, ma in Italia guai a proporre una cosa simile, perché non devi contaminarti, non devi cambiare… cazzo, io dopo due giorni mi rompo le palle… sai perché io non leggo mai le biografie dei grandi artisti? Perché dopo tre pagine mi rendo conto che hanno fatto tutto quello che ho fatto io, uguale… stessa sofferenza, stesse gioie, stesso percorso…a parte qualcuno che si è perso in brutte cose. Ci sono caduto anche io, però fortunatamente oggi sto bene.”

Cambiando discorso e addentrandoci in un terreno minato. Negli anni ti sei sempre scagliato contro i talent musicali. Ora che la tua amica Cristina Scabbia è stata chiamata a far da giudice a The Voice, è cambiata la tua opinione riguardo questi format?
“Secondo me hanno chiamato Cristina per far diventare anche il mondo del metal un fenomeno da baraccone. Io ti dico solo questo: anni fa un talent molto grande mi aveva chiamato, ed io avrei accettato. Io ho in piedi il progetto umanitario Rainbow a favore dei bambini disagiati, e visto che in ballo c’erano cifre grosse, a cinque zeri, avevo chiesto che tre quarti del mio compenso venissero destinati a quel progetto. Poi ho chiesto di poter decidere io che giudici coinvolgere, e ho detto che non avrei voluto karaoke li dentro, con gente che veniva a scimiottare questo o quel cantante. Volevo artisti veri, con qualcosa da dire, in grado di scrivere e cantare le proprie canzoni. Mi sono sentito dire ‘Pino, se facciamo così non ci guarda nessuno’. E avevano ragione loro. Perché la gente, come nei locali, vuole le tribute band, non gli interessa la vera musica.”

Non pensi invece che un personaggio come Cristina possa fungere da “cavallo di Troia” per portare il rock e il metal attraverso un format popolare come The Voice, là dove rock e metal solitamente non sarebbero entrati, facendolo conoscere, portandolo alla ribalta e portando quindi giovamento a tutto il movimento?
“Sai cosa succederà? Succederà quello che è successo a me: la gente non parlerà di Cristina per quanto è brava (perchè lei è molto brava), ma delle cazzate che fa in televisione, come le corna che fa con Al Bano. Al Bano…se penso che qualche anno fa sono andato a suonare a Cellino San Marco e lui se ne era uscito dicendo che facevamo la musica di Satana, e ora lo vedo li che fa le corna con Cristina, mi viene voglia di mandarlo affanculo… Succederà quello, che anche i bimbi minchia che guardano The Voice, gente che non sa cosa è il metal o il rock, parleranno di Cristina come ‘quella che fa le corna con Al Bano’…è questo lo scopo di questa trovata, e diventerà un fenomeno da baraccone anche questo”.

Rimanendo in tema di quella “mercificazione del metal” che, personalmente, mi crea non poco fastidio, che idea ti sei fatto della nuova tendenza di “riesumare” cantanti defunti e riportarli in tour sotto forma di ologramma? Lo hanno fatto con Freddie Mercury, lo hanno fatto con Ronnie James Dio…e l’onda non pare volersi arrestare…
“È una cosa pietosa, il peggiore schifo del business. È un offesa alla memoria di questi cantanti. È giusto che vivano nei nostri ricordi una volta scomparsi, mentre in questo caso si sfrutta in modo schifoso la loro immagine. Io ricordo la prima volta che ho incontrato Ronnie James Dio, ad un Monsters of Rock a Reggio Emilia…TV Sorrisi e Canzoni mi aveva stampato delle cartoline promozionali e Ronnie me lo sono trovato davanti al camerino, dopo la mia esibizione, con una di quelle cartoline a chiedermi l’autografo. Io mi sono messo in ginocchio davanti a lui, altroché… una persona di una gentilezza, di un’umiltà, un rispetto per i fan immenso. Tanto basso di statura quanto grande di cuore… E poi lui aveva ancora una voce eccezionale, fino alla fine. Ci sono cantanti che non ce la fanno più, né dal vivo né su disco e se ne vanno in giro ragliando alla faccia dei fan che non capiscono nulla. Invece Ronnie se n’è andato con la stessa voce del primo giorno. Un grande”.

Rimanendo in tema artisti scomparsi, so che la morte di Lemmy è uno di quegli eventi che ti ha particolarmente colpito e che, a modo suo, ti ha cambiato la vita…
“Si, è vero. È da quando è morto Lemmy che non tocco più nulla. Prima bevevo due bottiglie di Jack al giorno, poi quando è mancato ho detto basta, ed ora sto bene. Io mi conoscevo con Lemmy sin dal 1985 quando facemmo il primo tour insieme con i Vanadium, e lui è rimasto sempre uguale. E’ uno dei pochi che è rimasto sempre coerente nei discorsi con se stesso, nelle passioni…e quando è morto mi è mancato tantissimo, come se mi fosse mancato un fratello. Noi avevamo suonato insieme l’anno prima a Milano e si stava già spegnendo. Io la bestia la conosco purtroppo bene, ho visto mio padre, mia nonna morire di quel male…era spento, eppure l’orgoglio, la passione, la voglia di non mollare fino alla fine non lo ha mai abbandonato”.

Cambiando discorso. Tu sei da sempre molto impegnato nel campo del sociale…
“Il cuore viene prima di tutto. Ci vuole passione, rispetto, anima…tutte cose che la razza umana si è dimenticata di avere. Noi ci lamentiamo di dove viviamo e dimentichiamo che c’è un Terzo Mondo dove i bambini muoiono come mosche, per strada, di malattie assurde, e il mondo, Papa compreso, se ne frega. Io vengo in un paesino in provincia di Napoli, Monte di Procida, e la sera, quando ero ragazzino, mi mettevo sulla loggia insieme a mio nonno, lui fumava la pipa e mi raccontava le storie della guerra. E quando parlava degli esseri umani mi diceva ‘ma sta gente e’merda, o’sanno ch’hanno a’murì?’. Mio nonno aveva già capito tutto e purtroppo la razza umana non lo ha smentito. Guarda cosa sta capitando con la Siria…non c’è mai limite all’orrore”.

…l’ultimo progetto che ti ha visto coinvolto è stato il Rainbow Project, un progetto di educazione, sanità e sviluppo umano nelle comunità indigene della Cambogia, Guatemala e Belize. Come sei entrato in contatto con questa realtà?
“Io sin dagli anni Settanta ho sempre fatto parte di progetti benefici…per tredici anni ho fatto parte di un altro progetto che non voglio nominare, rinunciando ai miei concerti per dedicarmi a loro, ma va beh…comunque qualche anno fa ho conosciuto la dottoressa Caterina Vetro e lei che già partecipava a missioni umanitarie un giorno è andata in Guatemala e qui ha conosciuto Padre Sergio, un sacerdote che era venuto in Italia per fare carriera ecclesiastica ma dopo due anni in Vaticano se ne era scappato disgustato. Ritornato in Guatemala ha aperto una scuola in un luogo dove c’è una grande discarica e dove i bambini lavorano per un dollaro al giorno, anche 12 ore di fila in mezzo all’immondizia e ad elevatissimo rischio di malattie. Insieme a Padre Sergio là, dove c’è la discarica, è stata costruita una clinica per dare un primo soccorso a quei bambini. Io dall’Italia ho fatto la mia, ho organizzato concerti coinvolgendo amici, da Enrico Ruggeri a Caparezza ai Modena City Ramblers e tutti hanno risposto con il cuore e con i soldi raccolti abbiamo dato una mano a Padre Sergio con la sua clinica, abbiamo aperto una scuola di musica in Belize…con poco si possono fare tante cose, ma purtroppo il mondo se ne fotte, e secondo me tutti i progetti umanitari alla fine fanno sparire il 70% delle donazioni e a chi ha realmente bisogno arrivano le briciole”.

In chiusura, sono andato a scorrere le date del tuo nuovo tour e ho visto che non ti è passata la voglia di esibirti in ogni angolo di Italia, anche nei locali più piccoli e fuori mano. Non hai mai pensato di dedicarti unicamente a date selezionate, magari in eventi mirati visto che le richieste non ti mancano?
“Non mi è mai interessato, perché quello che muove tutto è semplicemente la passione. La voglia di suonare, di cantare, va oltre le dimensioni del palco. Può essere quello del Gods Of Metal come quello di un piccolo pub, non me ne fotte un cazzo, a me basta suonare”.

Fonte: Metalhammer

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

MUORE A 83 ANNI UNA STRAORDINARIA INTERPRETE, L’IMMENSA LEGGENDA DEL ROCK TINA TURNER

È morta Tina Turner, aveva 83 anni: “La leggenda della musica si è spenta dopo una lunga malattia”

Addio Tina Turner. La star aveva 83 anni. A dare la tragica notizia della scomparsa della Regina del Rock and Roll, un suo portavoce.

A cura di Daniela Seclì

https://music.fanpage.it/e-morta-tina-turner-aveva-83-anni-la-leggenda-della-musica-si-e-spenta-dopo-una-lunga-malattia/

È morta Tina Turner. La star aveva 83 anni. A dare l’annuncio, un portavoce della cantante. Secondo i primi dettagli trapelati, l’artista si è spenta nella sua casa in Svizzera, dopo una lunga malattia. Nel corso della sua luminosa carriera ha consegnato al mondo della musica e ai suoi tantissimi fan, brani di straordinario successo come Private Dancer, Proud Mary, What’s Love Got to Do With It e l’iconica The Best.

Tina Turner, l’annuncio della morte della regina del Rock and Roll

In un breve comunicato si legge che Tina Turner, pseudonimo di Anna Mae Bullock, si è spenta nella sua casa in Svizzera. Il suo portavoce ha fatto sapere: “Tina Turner, la Regina del Rock and Roll si è spenta serenamente oggi, all’età di 83 anni dopo una lunga malattia, nella sua casa a Küsnacht vicino Zurigo, in Svizzera. Con lei, il mondo perde una leggenda della musica e un esempio”. Tina Turner non ha mai avuto dubbi sul fatto che la musica fosse la sua strada. Aveva solo 10 anni, infatti, quando cominciò a cantare nel coro della chiesa, senza più fermarsi. Poi, nel 1956 l’incontro con Ike Turner, con cui nel 1958, incise la canzone Boxtop che segnò il suo debutto discografico. Inizialmente usò lo pseudonimo Little Ann. Solo nel 1960, con il singolo A Fool in Love, diventò ufficialmente nota come Tina Turner. Da lì, si è imposta come regina del Rock’n Roll, scalando le classifiche internazionali.

La vita privata: Ike Turner, Erwin Bach e la morte dei figli

Il sodalizio artistico e sentimentale con Ike Turner si è protratto dal 1962 al 1978. Poi, è iniziata la lunga relazione con il compagno Erwin Bach, che si è concretizzata in un matrimonio celebrato nel 2013. Con lui, la star si è trasferita a Küsnacht, nei pressi di Zurigo, dove ha vissuto fino ai suoi ultimi giorni. La vita di Tina Turner è stata funestata dalla malattia. L’artista ha avuto un ictus poco dopo le nozze con Bach. Nel 2016, invece, le venne diagnosticato un cancro intestinale. Nella vita di Tina Turner anche il dolore per la perdita drammatica di due figli. Craig Raymond Turner, avuto dal sassofonista Raymond Hill, si è suicidato nel 2018, all’età di 59 anni. Nel 2022, invece, il figlio Ronnie, nato dal matrimonio con Ike Turner, è morto di cancro a 62 anni.

Tina Turner: legendary rock’n’roll singer dies aged 83

Era-defining music … Tina Turner performing in 1987. Photograph: Sipa/Rex/Shutterstock
https://www.theguardian.com/music/2023/may/24/tina-turner-legendary-rocknroll-singer-dies-aged-83

Turner who initially found fame in a turbulent musical partnership, became one of the biggest acts in the world as a solo artist and one of the defining pop icons of the 1980s

Tina Turner, the pioneering rock’n’roll star who became a pop behemoth in the 1980s, has died aged 83 after a long illness.

She had suffered ill health in recent years, being diagnosed with intestinal cancer in 2016 and having a kidney transplant in 2017.

Turner affirmed and amplified Black women’s formative stake in rock’n’roll, defining that era of music to the extent that Mick Jagger admitted to taking inspiration from her high-kicking, energetic live performances for his stage persona.

After two decades of working with her abusive husband, Ike Turner, she struck out alone and – after a few false starts – became one of the defining pop icons of the 1980s with the album Private Dancer. Her life was chronicled in three memoirs, a biopic, a jukebox musical, and in 2021, the acclaimed documentary film, Tina.

In a statement on Wednesday night, her publicist Bernard Doherty said: “Tina Turner, the ‘Queen of Rock’n Roll’ has died peacefully today at the age of 83 after a long illness in her home in Kusnacht near Zurich, Switzerland. With her, the world loses a music legend and a role model.”

In 2018, scholar Daphne A Brooks wrote for the Guardian: “Turner’s musical character has always been a charged combination of mystery as well as light, melancholy mixed with a ferocious vitality that often flirted with danger.”

Turner was born Anna Mae Bullock on 26 November 1939 and raised in Nutbush, Tennessee, where she recalled picking cotton with her family as a child. She sang in the tiny town’s church choir, and as a teenager talked – or rather, sang – her way into Ike’s band in St Louis: he had declined her request to join until he heard her seize the microphone during a Kings of Rhythm performance for a rendition of BB King’s You Know I Love You.

After her vocal talents became apparent, Ike gave her the name Tina Turner – and trademarked it in case she left him and he wanted to replace her in his act. He quickly became abusive: when Turner tried to leave the group early on after having got a sense of his mercurial character, he hit her with a wooden shoe stretcher.

Tina Turner performs with Beyoncé at the 50th Grammy Awards in Los Angeles, February 2008. Photograph: Robyn Beck/AFP/Getty Images

“My relationship with Ike was doomed the day he figured out I was going to be his moneymaker,” Turner wrote in her 2018 autobiography My Love Story. “He needed to control me, economically and psychologically, so I could never leave him.”

She made her recorded debut under the name with the Ike and Tina Turner single A Fool in Love in July 1960, which broke the US Top 30 and started a run of respectable chart success. But it was their live performances that made them a sensation. Ike toured the Ike and Tina Turner Revue aggressively on the Chitlin’ Circuit – including in front of desegregated audiences, such was their commercial power. In 1964, they signed to Warner Bros imprint Loma Records, which released their first album to chart: Live! The Ike & Tina Turner Show.

In the second half of the 60s, the duo were courted by many of rock’s biggest names. Phil Spector produced the 1966 single River Deep – Mountain High; they supported the Rolling Stones in the UK and later the US, and stars including David Bowie, Sly Stone, Cher, Elvis Presley and Elton John came to their Las Vegas residency.

‘I was just tired of singing and making everybody happy’ … Tina Turner performs at the O2 Arena, London, in 2009. Photograph: Stefan Wermuth/Reuters

They were a chart-making, Grammy-winning force in the 1970s – a run that came to an end when Turner left Ike, who had been consistently violent and unfaithful, in 1976. Her last single with the group was Baby, Get It On, from the 1975 film adaptation of the Who’s rock opera Tommy, in which she starred as Acid Queen, a character of the same name of her second solo album.

In the divorce, finalised in 1978, Turner came away with just two cars and the rights to her stage name. “Ike fought a little bit because he knew what I would do with it,” she said in the documentary Tina.

Turner, who had already released two solo records, continued pursuing a solo career, though it would take until she released her fifth album, 1984’s Private Dancer, for her to supplant the old image of the shimmying rock’n’roller – and escape premature relegation to the oldies circuit – with one of a powerful, mullet-sporting, leather-clad pop icon.

Tina Turner performs in March 1987 in Paris during the first concert of a world tour. Photograph: Bertrand Guay/AFP/Getty Images

In the documentary Tina, she described Private Dancer as her debut. “I don’t consider it a comeback,” she said. “Tina had never arrived.”

Turner credited Buddhism and particularly the practice of chanting with positively affecting her life in the 1980s. Outside music, she starred in Mad Max Beyond Thunderdome opposite Mel Gibson in 1985. She published her first memoir, the global bestseller I, Tina, in 1986, which was later adapted in to the 1993 film What’s Love Got to Do With It? starring Angela Bassett as Turner. In 1995, she sang the theme tune to the James Bond film GoldenEye.

Turner announced her retirement in 2000, a year after releasing her final solo album, Twenty Four Seven, though she would return to the stage in 2008, performing at the Grammy awards with Beyoncé, and for a final tour to mark 50 years of her career.

That was conclusively the end. “I was just tired of singing and making everybody happy,” she told the New York Times in 2019. “That’s all I’d ever done in my life.”

Turner collaborated on the musical Tina with Phyllida Lloyd, which premiered in 2018 and won Laurence Olivier and Tony awards for its respective West End and Broadway runs. “This musical is not about my stardom,” Turner said of the production. “It is about the journey I took to get there. Each night I want audiences to take away from the theatre that you can turn poison into medicine.”

Turner often said she did not relate to the “invincible” persona that others put on her. “I don’t necessarily want to be a ‘strong’ person,” she told the New York Times. “I had a terrible life. I just kept going. You just keep going, and you hope that something will come.”

In 2020, a remix of her 1984 hit What’s Love Got to Do With It? by the Norwegian producer Kygo made Turner the first artist to have a UK Top 40 hit in seven consecutive decades. In 2021, she was inducted into the Rock and Roll Hall of Fame as a solo artist, 30 years after Ike and Tina Turner’s induction.

Turner is survived by her second husband, German music executive Erwin Bach. They married in July 2013 after 27 years together and lived in Switzerland. In 2013, Turner renounced her US citizenship to become a Swiss citizen.

Her first child, Craig Raymond Turner, died in July 2018. Last year, Turner said that following her other son Ronnie’s death at the age of 62 that he “left the world far too early”. She is survived by two of Ike Turner’s sons, Ike Turner Jr and Michael Turner, whom she adopted.

In 2020, Turner told the Guardian that despite having some serious health problems, the last 10 years of her life had embodied her ideal vision of happiness.

“True and lasting happiness comes from having an unshakeable, hopeful spirit that can shine, no matter what,” she said. “That’s what I’ve achieved, and it is my greatest wish to help others become truly happy as well.”

Fonte: The Guardian UK

https://www.theguardian.com/music/2023/may/24/tina-turner-legendary-rocknroll-singer-dies-aged-83
Tina Turner with Ayrton Senna on her Adelaide concert in Australia after the last win Senna in F1 https://www.gazzetta.it/Formula-1/25-05-2023/tina-turner-e-senna-quel-concerto-insieme.shtml

https://revistaquem.globo.com/noticias/noticia/2023/05/adriane-galisteu-homenageia-tina-turner-e-resgata-video-com-aryton-senna.ghtml

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

ROGER WATERS “THIS IS NOT A DRILL” PARTITO IL NUOVO TOUR

Dopo tanta attesa, è partito il tour Americano di Roger Waters: “This Is Not a Drill: Live in the Round“.

This Is Not A Drill è una nuova rivoluzionaria stravaganza rock and roll/cinematografica, eseguita a tutto tondo, è una straordinaria accusa contro la distopia aziendale in cui tutti lottiamo per sopravvivere e un invito all’azione, ad amare, proteggere e condividere il nostro prezioso e precario pianeta, che è la nostra casa.” Con queste parole era stato annunciato da Roger Waters il nuovo attesissimo tour, e così è stato: ragazzi.. si potrà essere in sintonia o meno con la “visione” di Roger, ma che show!!! E mette in chiaro le cose fin da subito, quando all’inizio del concerto sugli schermi sopra al palco compare la scritta “Prima di tutto, nel rispetto degli altri spettatori, spegnete i cellulari. Poi, se siete una di quelle persone ‘amo i Pink Floyd ma non sopporto le idee politiche di Waters’, potete andare affanculo al bar adesso“. Roger Waters è tornato.

Il tour  percorrerà Stati Uniti e Canada per 4 mesi con 43 repliche. La conclusione è prevista per il 15 ottobre 2022 a Città del Messico. Nel 2023 (salvo complicazioni..) è atteso in Europa, Italia compresa.

https://pinkfloyditalia.wordpress.com/2022/07/07/roger-waters-this-is-not-a-drill-partito-il-nuovo-tour

Una delle novità del tour è il palco centrale, che in passato hanno usato tanti artisti, da Peter Gabriel ai Metallica. Waters ha scelto una struttura a croce per i megaschermi che divide in quattro la scena. Quando si alza svela il palco nella sua interezza. Lo show inizia con una versione riarrangiata di Comfortably Numb, priva del celebre assolo di chitarra, a cui seguono altri estratti da The Wall, un’altra novità è l’inedita The Bar, una canzone scritta durante la pandemia, eseguita come una ballata operaia con Waters al pianoforte. La canzone è stata introdotta da un breve discorso in cui Roger spiega che non si tratta del bar a cui ha mandato a fare in culo chi lo critica. In seguito c’è una sezione dedicata all’album Wish You Were Here (compresa la parte VI-IX di Shine On You Crazy Diamond) e Sheep (da Animals). La seconda parte del concerto si apre con altri due pezzi tratti da The Wall, poi un paio di canzoni dall’ultimo album “Is this the life we really want?” per poi proseguire con una corposa sezione dedicata a The Dark Side of The Moon. Il finale è dedicato a Two Suns in the Sunset e Outside the wall.

Che dire, giudicate voi dalle immagini qui sotto. Intanto, inizierei a sperare che tutto vada per il meglio e a prepararsi per il suo arrivo in Europa!

La scaletta del concerto di apertura del tour alla Ppg Paints Arena di Pittsburgh:

SET 1: Comfortably numb, The happiest days of our lives, Another brick in the wall (part 2), Another brick in the wall (part 3), The powers that be, The bravery of being out of range (with new extra verse), The bar (new song), Have a cigar, Wish you were here, Shine on you crazy diamond (parts VI-IX), Sheep

SET 2: In the flesh, Run like hell, Déjà vu, Is this the life we really want?, Money, Us and them, Any colour you like, Brain damage, Eclipse

ENCORES: Two suns in the sunset, The bar (reprise) (new song), Outside the wall

Questa la line-up sul palco:

Roger Waters – Bass Guitar / Guitars / Vocals
Jon Carin – Keyboards / Guitars / Vocals
Robert Walter – Organ / Fender Rhodes
Jonathan Wilson – Guitars / Vocals
Gus Seyffert – Bass Guitar / Guitar
Dave Kilminster – Guitar / Vocals
Joey Waronker – Drums / Percussion
Seamus Blake – Saxophone
Amanda Belair  – Vocals
Shanay Johnson  – Vocals

Radio Broadcast di Have A Cigar, Wish You Were Here e Shine On You Crazy Diamond.

Dott. Alessio Brancaccio tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo