allerta meteo

USA: TEMPESTA FIONA DIVENTA URAGANO, ALTA ALLERTA A PUERTO RICO

Biden approva richiesta emergenza per aiuti

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/09/18/usa-tempesta-fiona-diventa-uragano-alta-allerta-a-puerto-rico_fdb0fb8e-1480-42ca-a7ea-759072c23cd7.html

La tempesta Fiona si rafforza e diventa uragano mentre si avvicina alle coste di Puerto Rico, dove sono attese piogge torrenziali e possibili frane.

Sull’isola l’allerta è alta e Joe Biden ha già approvato la richiesta di emergenza per liberare risorse e aiuti. 

Meteo. Uragano Fiona su Puerto Rico. Inondazioni e black out elettrico

di Francesco Nucera

Uragano Fiona su Puerto Rico
https://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/meteo–uragano-fiona-su-puerto-rico–inondazioni-e-black-out-elettrico-642620

Fiona dopo essere diventato il terzo uragano della stagione in Atlantico si è abbattuto su Puerto Rico. I venti forti e le piogge torrenziali hanno causato inondazioni e messo in ginocchio Puerto Rico. L’Isola tra l’altro è rimasta senza elettricità. Ma altre piogge intense potrebbero causare catastrofici effetti tanto che si attendono accumuli di 300-500mm con punte massime fino a 700mm. Il punto di approdo è stato a Punta Tocon con venti massimi fino a 140 km/h. 

Fiona si muove verso nord ovest ed è diretto sulla Repubblica Dominicana dove è in vigore la massima allerta. Secondo le previsioni Fiona dovrebbe intensificarsi fino a raggiungere la categoria 3 per poi ricurvare verso l’Atlantico settentrionale dove diventerà un forte ciclone extratropicale.

L’uragano Fiona arriva nella Repubblica Dominicana, danni “catastrofici”

Ha già colpito Puerto Rico, con blackout e inondazioni. Sono caduti 23-33 cm di pioggia in sole cinque ore

https://www.rainews.it/articoli/2022/09/luragano-fiona-provoca-un-blackout-a-porto-rico-il-governatore-danni-considerevoli-157239d0-bcdc-469d-b3a2-b07ae380dad8.html

L’uragano Fiona è arrivato nella Repubblica dominicana dopo essersi abbattuto su Puerto Rico, provocando piogge torrenziali e causando danni “considerevoli” sull’isola. 

Prima di toccare terra sulla costa della Repubblica Dominicana, ha messo fuori uso le centrali elettriche dell’isola, provocando danni definiti “catastrofici”.

A Puerto Rico ha causato frane, abbattuto alberi e linee elettriche, reso impraticabili le strade e fatto crollare un ponte nella città di Utuado, nella regione montuosa centrale dell’isola, ha dichiarato il governatore Pedro Pierluisi in una conferenza stampa.

L’intero territorio, dove vivono più di tre milioni di persone, è rimasto senza corrente all’avvicinarsi dell’uragano, ha aggiunto Pierluisi, precisando che la rete elettrica era fuori uso. L’uragano, che ha colpito la costa sud-occidentale di Puerto Rico vicino a Punta Tocon ieri alle 15.20 ora locale (19.20 GMT), portando venti fino a 140 km/h, è ora al largo della costa di Porto Rico.  

Tuttavia, si prevede che le forti piogge continueranno sull’isola causando devastanti inondazioni improvvise. Fiona rimarrà un “evento catastrofico per le conseguenze delle inondazioni” nella regione montuosa centrale nella parte orientale e meridionale di Puerto Rico, ha twittato Pierluisi, aggiungendo che sono caduti 23-33 cm di pioggia in sole cinque ore. 

“Le quantità di pioggia produrranno catastrofiche inondazioni improvvise e inondazioni urbane a Puerto Rico e in alcune parti della Repubblica Dominicana orientale, oltre a smottamenti e frane nelle aree con terreno alto”, sono le drammatiche previsioni del National Hurricane Center (NHC). Sempre secondo l’NHC, Fiona, passata domenica da tempesta tropicale a uragano di categoria 1, dovrebbe rafforzarsi e diventare “significativa entro 48 ore”, prima di dirigersi a nord verso l’Oceano Atlantico. 

L’uragano aveva già causato gravi danni quando ha attraversato la Guadalupa venerdì sera. In alcuni punti l’acqua è salita di oltre 1,50 metri. Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato ieri lo stato di emergenza per Puerto Rico, autorizzando la Federal Emergency Management Agency a fornire assistenza. L’NHC ha inoltre dichiarato che si prevedono condizioni di tempesta tropicale nelle isole Turks e Caicos e nelle Bahamas sudorientali entro la tarda mattinata di oggi o domani. 

Fonti: ANSA, 3BMeteo, Rainews

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

NUBIFRAGIO NELLE MARCHE, LA PROCURA INDAGA PER OMICIDIO E INONDAZIONE COLPOSA. LA PREFETTURA: «9 MORTI, 4 DISPERSI»

https://www.open.online/2022/09/16/marche-alluvione-ancona-morti-dispersi/

Il bilancio è in continuo aggiornamento e si teme possa aggravarsi sul fronte delle vittime. Emanata per domani l’allerta gialla

La procura di Ancona ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e inondazione colposa a carico di ignoti per indagare sull’alluvione che ha colpito le Marche, e in particolare i comuni nella provincia del capoluogo, nella notte. In una nota la prefettura ha confermato che al momento sono 9 i morti accertati e 4 i dispersi, due dei quali minorenni. Il bilancio è in continuo aggiornamento, anche in virtù del fatto che due delle vittime non sono ancora state identificate e, si legge nel comunicato, i dispersi «potrebbero rientrare fra i soggetti in via di identificazione». Precedentemente, il presidente del Consiglio Mario Draghi, nella conferenza stampa tenuta prima di recarsi nelle Marche, aveva dichiarato che il bilancio dei morti era salito a 10. La prefettura ha inoltre reso noto che sono 150 le persone sfollate, spiegando che «la maggior parte di queste persone si trova nel comune di Senigallia, ma il numero è in crescita». «Sono stati predisposti dalle forze di polizia dedicati servizi di prevenzione e controllo sugli immobili evacuati», si legge nella nota, che non esclude altre possibili evacuazioni. Per domani, intanto, è stata emanata l’allerta gialla per rischio idrogeologico e idraulico.

Quattro delle 9 vittime sono a Ostra (Ancona), una a Trecastelli (Ancona), una a Bettolelle e due a Barbara (Ancona). In quest’ultimo comune risultano anche tre dispersi. «Sono caduti circa 420 millimetri di pioggia in circa due o tre ore – spiega Luigi D’Angelo del Dipartimento nazionale della Protezione Civile -, c’è il massimo impegno sul territorio». Interessato il territorio attraversato dal fiume Misa. «Stanno operando protezione civile volontariato, vigili del fuoco e forze dell’ordine – aggiunge D’Angelo – elicotteri messi a disposizione della Difesa con capacità operative nelle ore notturne». In poco tempo le vie cittadine «si sono trasformate in fiumi». Preoccupante anche la situazione a Senigallia. Nella serata di ieri una bomba d’acqua aveva colpito la provincia di Pesaro-Urbino. In mattinata i vigili del fuoco hanno recuperato a Bettolelle, una frazione del comune di Senigallia, il corpo di un uomo che è stato travolto dall’acqua mentre era a bordo della sua auto. Salvo, invece, un altro uomo, che i vigili del fuoco hanno soccorso su un albero.

La situazione nell’Anconetano

L’ondata di piena del fiume Misa minaccia la cittadina in provincia di Ancona già colpita dall’alluvione nel 2014. Il comune ha invitato i cittadini a tenersi lontano dagli argini e a rimanere in casa, possibilmente spostandosi nei piani alti. Il maltempo ha trascinato a valle parecchi tronchi di alberi che hanno ostruito il ponte GaribaldiStefano Stefani della Protezione Civile delle Marche ha detto che ci sono esondazioni anche nella zona di Bettolelle e vicino al Ponte 2 giugno (ora dedicato alle vittime dell’alluvione del 2014). Alcune zone (il centro storico, BettolelleMolino Marazzana) del centro abitato sono invase dal fango, ma – secondo uno dei residenti – il mare «sta ricevendo bene l’acqua della piena». In tarda serata è stato evacuato il ristorante dello chef stellato Uliassi, nella zona del porto. Il comune di Senigallia ha aperto un centro di accoglienza nel centro vescovile.

Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha fatto sapere che sta «seguendo dalla sala della Protezione civile regionale, insieme a tutte le altre autorità, l’evolversi della gravissima crisi meteorologica che si è abbattuta sulla nostra regione e l’azione di soccorso di tutti gli operatori. Sono momenti di estrema apprensione». A Sassoferrato si racconta di persone rimaste bloccate nelle abitazioni e che cercano rifugio nei piani più alti, allagamenti. Il torrente Sanguerone è esondato, ci sono alberi caduti, smottamenti e blackout. Molte le richieste di aiuto da parte di persone rimaste bloccate in casa, in particolare in alcune zone di campagna. Per domani scuole chiuse nella zona, dove stanno operando anche i sommozzatori dei vigili del fuoco.

https://twitter.com/TgLa7/status/1570545364700377090

Una mamma e un bambino dispersi a Barbara

Barbara tra i dispersi ci sono anche una mamma con la figlia di 8 anni e un bambino. Sarebbero stati trascinati dall’acqua vicino a Molino Mariani. L’agenzia di stampa Ansa fa sapere che la donna sarebbe riuscita a lasciare l’auto con il figlio in braccio, ma poi sarebbe stata nuovamente travolta. I vigili del fuoco l’hanno soccorsa e salvata nella notte ma al momento del bambino non c’è traccia. «Che Dio ci aiuti», ha scritto su Facebook il sindaco Riccardo Pasqualini. La situazione, aggiunge, «sia lato Castelleone sia lato Serra de Conti, è veramente drammatica e tragica. Invito, se non assolutamente urgente e necessario, di non uscire e di non utilizzare la macchina, è troppo pericoloso e a rischio vita».

Disagi anche sulle strade, con il casello di Senigallia sull’A14 chiuso al traffico. Tutte le arterie principali e i ponti della città sono chiusi al traffico. Il maltempo ha provocato situazioni critiche anche a Corinaldo. Il fiume Nevola è esondato in zona Burello.

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Alluvione nelle Marche, si indaga su allerta e manutenzione

Il fascicolo è stato aperto all’indomani del disastro. Una situazione che ricorda l’esondazione del fiume Misa del 2014

Nubifragio nelle Marche
https://www.rainews.it/articoli/2022/09/marche-si-indaga-su-allerta-e-manutenzione-da-domani-ci-potrebbero-essere-i-primi-indagati-748dfea1-3d3c-4be9-8a0e-ee9c9cdee695.html

Mentre vanno avanti le ricerche dei due dispersi: Mattia, il bimbo di 8 anni, e Brunella Chiu’, 56 anni, domani si inizia una settimana importante per l’inchiesta aperta dalla procura di Ancona sull’alluvione di giovedì notte che ha causato 11 morti, 50 feriti e 150 sfollati.

Il fascicolo è stato aperto già nella mattinata di venerdì, a poche ore dal disastro che ha colpito le aree di Senigallia (Ancona) e di Cantiano, nel centro-nord delle Marche.   

Per ora non ci sono indagati e gli atti che sono in mano ai Carabinieri forestali di Ancona, frutto di due visite presso la Regione Marche, rappresentano documenti conoscitivi che non sono stati posti sotto sequestro. Da domani la situazione potrebbe cambiare e ci potrebbero essere i primi indagati, sia pure come atto dovuto. Il procuratore aggiunto Valeria D’Agostino e la pm Valeria Cigliola hanno ipotizzato i reati di omicidio colposo plurimo e inondazione colposa, in attesa di ricevere altre informazioni utili anche da coloro che hanno partecipato direttamente alle operazioni di soccorso.

Due gli obiettivi dei magistrati: il primo riguarda la ricostruzione delle fasi di allertamento dei comuni, con l’allarme giallo della Protezione Civile che è stato contestato a gran voce dai sindaci dei paesi coinvolti dall’alluvione; il secondo guarda alla manutenzione dei corsi d’acqua: il Misa, che sfocia a Senigallia, e il suo affluente Nevola. 

Nubifragio nelle Marche

Mentre vanno avanti le ricerche dei due dispersi: Mattia, il bimbo di 8 anni, e Brunella Chiu’, 56 anni, domani si inizia una settimana importante per l’inchiesta aperta dalla procura di Ancona sull’alluvione di giovedì notte che ha causato 11 morti, 50 feriti e 150 sfollati.

Il fascicolo è stato aperto già nella mattinata di venerdì, a poche ore dal disastro che ha colpito le aree di Senigallia (Ancona) e di Cantiano, nel centro-nord delle Marche.   

Per ora non ci sono indagati e gli atti che sono in mano ai Carabinieri forestali di Ancona, frutto di due visite presso la Regione Marche, rappresentano documenti conoscitivi che non sono stati posti sotto sequestro. Da domani la situazione potrebbe cambiare e ci potrebbero essere i primi indagati, sia pure come atto dovuto. Il procuratore aggiunto Valeria D’Agostino e la pm Valeria Cigliola hanno ipotizzato i reati di omicidio colposo plurimo e inondazione colposa, in attesa di ricevere altre informazioni utili anche da coloro che hanno partecipato direttamente alle operazioni di soccorso.

Due gli obiettivi dei magistrati: il primo riguarda la ricostruzione delle fasi di allertamento dei comuni, con l’allarme giallo della Protezione Civile che è stato contestato a gran voce dai sindaci dei paesi coinvolti dall’alluvione; il secondo guarda alla manutenzione dei corsi d’acqua: il Misa, che sfocia a Senigallia, e il suo affluente Nevola.   

Nubifragio nelle MarcheVVF

Nubifragio nelle Marche

I precedenti del 2014

È un tema che era già emerso all’indomani della piena del 2014 (allora i morti furono 4 e i danni calcolati in 180 milioni) e per il quale esistono le soluzioni, le vasche di espansione e l’innalzamento degli argini, ci sono le risorse ma sinora poco si è fatto. Il processo sul disastro del 2014 è finito davanti al giudice monocratico dell’Aquila (prossima udienza l’1 dicembre) dopo l’incompetenza territoriale dichiarata dal tribunale di Ancona e la decisione del gup abruzzese, Guendalina Bucella, per il non luogo a procedere per i reati di omicidio colposo, lesioni personali, omissione di atti di ufficio e falso per gli 8 indagati, tra i quali gli e sindaci di Senigallia Luana Angeloni e Maurizio Mangialardi, rinviati tutti a giudizio solo per il capo di imputazione relativo all’inondazione colposa.   

Proprio in relazione alla manutenzione delle aste fluviali delle Marche, nel giugno scorso, i carabinieri forestali avevano scoperto un giro di tangenti per pilotare gli appalti della Regione: il blitz portò all’arresto di un funzionario regionale, Euro Lucidi, attivo all’ex genio Civile, e di 7 imprenditori; questi, secondo l’accusa, avrebbero pagato al dipendente pubblico pranzi, cene e una festa di laurea, in cambio dell’ottenimento dei lavori, durante i quali sarebbero stati effettuati “estesi tagli alla vegetazione” intorno ai corsi d’acqua per ricavarne biomasse combustili. L’inchiesta, nelle mani del pm di Ancona, Andrea Laurino, risulta ancora aperta e potrebbe dare altro materiale utile alle colleghe D’Agostino e Cigliola.

Esonda il fiume Misa

Secondo gli esperti, il disastro si sarebbe potuto evitare con l’innalzamento degli argini e la realizzazione di casse di espansione, già indicati in alcuni documenti del 2009 e tornati prioritari dopo l’alluvione di Senigallia del 2014. 

In quell’occasione vengono infatti stanziati i primi fondi per i lavori: secondo Matteo Renzi, allora presidente del Consiglio. C’erano i soldi per fare la cassa di espansione, un’opera che avrebbe consentito  di ridurre la portata di piena del corso d’acqua: a disposizione 45 milioni ed era anche pronto il progetto

Quattro anni dopo, nel 2018, vengono bandite due gare d’appalto per la manutenzione del fiume, con rifacimento degli argini e pulizia dell’alveo. Ma un anno e mezzo dopo il progetto si ferma per problemi sulle procedure di Via, la Valutazione di impatto ambientale. Nel 2021, la Regione Marche, per non perdere uno stanziamento di oltre 900mila euro, rimodula il finanziamento con un nuovo progetto esecutivo a cura del Genio civile e finalmente, lo scorso aprile, viene consegnato il cantiere per le vasche di espansione in zona Bettolelle a Senigallia. Ma gli appalti in questo caso finiscono, insieme a quelli per altri fiumi, sotto la lente della Procura di Ancona, che arresta funzionari pubblici e imprenditori privati per turbativa d’asta. L’inchiesta è ancora in corso. 

 Il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti ha dichiarato: “in tanti anni è stato fatto troppo poco”. “Nel 2015 abbiamo fatto un lavoro di ricognizione delle risorse, mettendo insieme quelle delle Province, statali, regionali e anche fondi Ue -spiega l’ex presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli -, non abbiamo mai tolto un euro per quell’intervento, anzi li abbiamo aggiunti. Ma la verità è che in Italia è impossibile fare lavori, c’è troppa burocrazia”. E così, lavori dichiarati urgenti e prioritari 13 anni fa, sono a stento partiti.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo