Auto elettriche

IL POCO INVIDIABILE PRIMATO DELL’ITALIA, IL PAESE CON PIU’ AUTO NELL’UNIONE EUROPEA

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L’Italia svetta in cima alla classifica dei paesi dell’Unione Europea con maggiore densità di auto rispetto al numero di abitanti per il 2022. Questo è quanto emerge dall’indagine di Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, che con questi dati conferma la nostra “patologica dipendenza dalle auto”. Nel 2022 abbiamo infatti superato anche il ricchissimo Lussemburgo (precedentemente primo in classifica), arrivando a contare 684 veicoli per ogni 1000 abitanti. Numeri da record che ci rendono distanti dalla media europea che si aggira sui 560 veicoli.

Classifica Eurostat relativa ai Paesi dell’UE, con numero di auto per 1000 abitanti

A confermare il nostro “abuso” di auto è anche il report “Audimob – Stili e comportamenti di mobilità degli italiani” prodotto da Isfort, Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti, di cui abbiamo scritto in un recente articolo. Dall’indagine emerge che in Italia l’automobile rimane il mezzo di trasporto dominante, con il 70% degli spostamenti e un numero di vetture in circolazione in continua crescita. Infatti, nel 2022, per la prima volta il parco auto in Italia ha superato i 40 milioni (40.213.061), con un aumento del +19% negli ultimi 20 anni. Non c’è quindi da stupirsi che in questo contesto la mobilità attiva rimanga marginale. 

Come ridurre il numero di auto

Massimo Gaspardo Moro, Responsabile del Centro Studi FIAB, sottolinea che “dobbiamo assolutamente ridurre il numero di auto, soprattutto nelle città, per ridurre l’inquinamento e la congestione e liberare spazio per la mobilità attiva e per il trasporto pubblico. Perciò dobbiamo incentivare la rottamazione delle auto più vecchie e inquinanti mediante abbonamenti al trasporto pubblico, e condizionare l’incentivo per l’acquisto di un’auto elettrica a fronte della rottamazione di due auto termiche”.

Potenziare quindi il trasporto pubblico e la rete ferroviaria regionale, focalizzare gli incentivi sulla rottamazione delle auto, investire sulla mobilità attiva, promuovere l’intermodalità, sono tutti strumenti per dare alle persone la possibilità di spostarsi senza auto, adottando valide alternative, più economiche e sostenibili. 

Investire in questi settori favorisce inoltre l’occupazione, in misura maggiore rispetto ai tradizionali incentivi per l’acquisto di auto nuove che utilizzano combustibili fossili, che avvantaggiano in larga misura le produzioni estere. A fronte di quasi 1,6 milioni di auto vendute in Italia nel 2023, infatti, le automobili prodotte in Italia sono meno di un terzo (508 mila unità) ed escono per la maggior parte da fabbriche che rispondono a società straniere.  

A conferma di questa situazione, riportiamo il grafico elaborato con i numeri forniti da ACI, OICA e ANFIA, in cui si evidenzia che nel tempo è sempre maggiore il distacco fra il numero delle auto prodotte in Italia e il numero delle immatricolazioni.

Italia, immatricolazione e produzione di auto negli ultimi 20. Rielaborazione dei dati ACI, OICA e ANFIA.

Fonte: Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB)

English translate

THE UNENVIABLE PRIMATE OF ITALY, THE COUNTRY WITH THE MOST CARS IN THE EUROPEAN UNION

Italy stands at the top of the ranking of European Union countries with the highest car density compared to the number of inhabitants for 2022. This is what emerges from the survey by Eurostat, the Statistical Office of the European Union, which with these data confirms our “pathological dependence on cars”. In fact, in 2022 we also overtook the very rich Luxembourg (previously first in the ranking), reaching 684 vehicles for every 1000 inhabitants. Record numbers that make us distant from the european average which is around 560 vehicles.

Also confirming our “abuse” of cars is the report “Audimob – Mobility styles and behaviors of Italians” produced by Isfort, the Higher Institute of Training and Research for Transport, which we wrote about in a recent article. The survey shows that in Italy the car remains the dominant means of transport, with 70% of trips and a continuously growing number of cars in circulation. In fact, in 2022, for the first time the car fleet in Italy exceeded 40 million (40,213,061), with an increase of +19% over the last 20 years. It’s therefore not surprising that in this context active mobility remains marginal.

How to reduce the number of cars

Massimo Gaspardo Moro, Head of the FIAB Study Center, underlines that “we absolutely must reduce the number of cars, especially in cities, to reduce pollution and congestion and free up space for active mobility and public transport. Therefore we must encourage the scrapping of older and more polluting cars through public transport subscriptions, and condition the incentive for the purchase of an electric car against the scrapping of two combustion cars“.

Therefore, strengthening public transport and the regional railway network, focusing incentives on car scrapping, investing in active mobility, promoting intermodality, are all tools to give people the opportunity to move around without cars, adopting valid, cheaper and more efficient alternatives. sustainable.

Investing in these sectors also promotes employment, to a greater extent than traditional incentives for the purchase of new cars that use fossil fuels, which largely benefit foreign production. In fact, compared to almost 1.6 million cars sold in Italy in 2023, the cars produced in Italy are less than a third (508 thousand units) and mostly come from factories that respond to foreign companies.

To confirm this situation, we report the graph drawn up with the numbers provided by ACI, OICA and ANFIA, which highlights that over time the gap between the number of cars produced in Italy and the number of registrations is increasingly greater.

Source: Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB)

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

IN VIAGGIO CON UN’AUTO ELETTRICA, PIRELLI

https://www.pirelli.com/global/it-it/road/in-viaggio-con-un-auto-elettrica

I lunghi trasferimenti non sono più un tabù per le auto elettriche. L’autonomia è cresciuta ma alcune piccole attenzioni possono rendere il viaggio più facile

Sino a quando il navigatore non è diventato equipaggiamento (prima opzionale e poi di serie) su un’auto, era normale preparare un viaggio prima di partire tra cartine chilometriche e valutazioni sui tempi. Fa quasi sorridere, ma la realtà è che nell’era delle auto elettriche è necessario fare un minimo di strategia – servendosi di sistemi moderni, sia chiaro – sulle percorrenze per guidare meglio e senza la tensione di restare a piedi. Partendo da un presupposto: le analisi dicono che un guidatore italiano percorra in media tra i 50 e i 60 km al giorno su tratti che il più delle volte sono prevalentemente urbani, il che vuol dire che in una giornata tipo si consuma circa un 25% dell’autonomia dichiarata da molte compatte di ultima generazione.

Sui tratti brevi

Ma questo non esclude che non sia importante studiare il percorso da affrontare, vedi il classico casa-ufficio. Contrariamente a quanto si pensi, non sempre quello più breve è anche quello che fa consumare meno. Per esempio, bisogna valutare molto bene i dislivelli: un percorso che prevede un lungo tratto in salita porterà a un maggiore utilizzo di energia, che soltanto in piccola parte verrà recuperata nella successiva fase di discesa. Meglio quindi puntare su un tragitto alternativo con un dislivello minore, anche se questo allungherà di qualche km il percorso. In una settimana, si finisce per risparmiare non poco in energia: lo si noterà immediatamente perché in un cruscotto di qualsiasi modello a zero emissioni, l’informazione che non viene mai nascosta è quella dell’autonomia residua da tenere sempre sotto controllo.

L’importanza del piano B

Anche se iniziano a esserci modelli con autonomia dichiarata di oltre 500 km, un viaggio lungo a media elevata e climatizzatore acceso richiede una strategia diversa: non si può puntare direttamente alla destinazione finale e bisogna studiare il percorso da affrontare, programmando delle soste presso stazioni di ricarica. Se il tratto è ancora più lungo e non si ha fretta, si può prevedere di dividere il viaggio in tappe ricaricando la macchina in albergo durante la notte. Un consiglio importante: partite sempre con un piano B: la colonnina che prima di partire avete pensato di utilizzare come punto di ricarica a metà viaggio, potrebbe essere occupata quando vi arrivate o cosa non infrequente nel nostro Paese, qualche auto a motore termico potrebbe occupare lo spazio. Studiare significa fare fronte a spiacevoli imprevisti, per quanto i sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione siano sempre più sofisticati. Come sono molto utili sono i grafici sullo stile di guida attraverso i quali è possibile capire se si sta conducendo in modo risparmioso l’auto o si sta esagerando con il gas, rischiando così di consumare di più.

Leggi anche: Come si guida un’auto elettrica?

La scelta della colonnina

In tema ricarica, un errore molto diffuso, specialmente nel primo periodo in cui si guida un’auto elettrica, riguarda l’utilizzo delle colonnine pubbliche. Chi può e non possiede abbonamenti speciali, è bene che ricarichi a casa, dove il costo del kWh oltre ad essere noto – visto che dipende dalle condizioni di fornitura – è genericamente più basso rispetto a quello in colonnina. Chi non ha un punto di ricarica domestico, deve usare bene l’applicazione su smartphone che gli indica le infrastrutture, evitando accuratamente le colonnine non incluse nel proprio contratto. Quando ci si allaccia a una presa non convenzionata, il costo del kWh riserva spesso brutte sorprese. Altro errore, che può portare a costi economici rilevanti, riguarda l’utilizzo superfluo delle infrastrutture per la ricarica veloce e ultraveloce: comodissime per abbreviare i tempi di attesa soprattutto in viaggio, ma decisamente più care. Una ricarica completa in una colonnina ad altissima potenza, per la quale non si abbiano agevolazioni in abbonamento, arriva a rendere l’elettrica più costosa – su base chilometrica – di un’auto tradizionale.

Leggi anche: Costo ricarica auto elettrica – Casa e colonna pubblica

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08/03/2022

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