Codice della Strada (CdS)

INCIDENTE IN CENTRO A MILANO, CICLISTA 55ENNE TRAVOLTA DA UN’AUTO, E’ GRAVE

È successo lungo l’alzaia del Naviglio Pavese nel pomeriggio di lunedì 11 settembre, grave una ciclista di 55 anni.

Immagine repertorio (foto LaPresse)
https://www.milanotoday.it/cronaca/incidente-stradale/naviglio-pavese-11-settembre-2023.html

Prima la caduta a terra, poi l’urto con l’auto. Lotta tra la vita e la morte la ciclista di 55 anni che è rimasta gravemente ferita in un incidente con un’auto, una Toyota Chr, in via Ascanio Sforza a Milano nel pomeriggio di lunedì 11 settembre.

Tutto è accaduto intorno alle 17.30 all’altezza del civico 73, lungo l’alzaia del Naviglio Pavese. L’esatta dinamica del sinistro è al vaglio della polizia locale di Milano, ma secondo una prima ricostruzione dei ghisa sembra che la donna stesse procedendo dal centro verso la periferia e l’automobile fosse alle sue spalle (e viaggiasse nella stessa direzione); la 55enne – per cause in via di accertamento – sarebbe rovinata a terra autonomamente (?) e il conducente dell’automobile, un 60enne, non avrebbe fatto in tempo a frenare per evitarla.

Le sue condizioni sono subito apparse gravi, tanto che la centrale operativa del 118 ha inviato un’ambulanza e un’automedica in codice rosso, oltre ai vigili del fuoco del comando provinciale di Milano. La donna, estratta dai soccorritori, è stata intubata e trasportata in codice rosso al pronto soccorso del Niguarda.

Secondo quanto trapelato avrebbe riportato un importante trauma cranico e sarebbe in coma. Le sue condizioni sono particolarmente delicate. I ghisa stanno cercando di accertare la dinamica del sinistro sia attraverso le testimonianze delle persone presenti, qualche elemento utile potrebbe arrivare dalle telecamere a circuito chiuso della zona.

Fonte: Milano Today

A Milano sensori obbligatori sui camion per proteggere ciclisti e pedoni dall’angolo cieco

Da Alessandro Di Stefano – 4 Ottobre 2023

Come funzionano i sensori che avvisano della presenza di ciclisti o pedoni negli angoli ciechi.
https://www.rivistabc.com/a-milano-sensori-e-adesivi-obbligatori-sui-camion-per-proteggere-ciclisti-e-pedoni-dal-rischio-angolo-cieco/

Da pochi giorni a Milano è attivo l’obbligo per camion e mezzi pesanti di dotarsi di sensori che avvertano il conducente della presenza di ciclisti o pedoni vicino al mezzo, soprattutto nelle situazioni di angolo cieco, quando in curva si possono verificare situazioni di rischio. La decisione è stata presa alla luce di quanto sta accadendo a Milano da diversi mesi: ci riferiamo agli incidenti mortali in cui le vittime sono state gli utenti attivi della strada. Come ha riportato una ricerca condotta dall’Università IULM, a Milano gli spostamenti in bicicletta sarebbero diminuiti del 20%. Cosa è cambiato e cambierà dunque nei prossimi mesi per quanto riguarda i mezzi pesanti a Milano?

A Milano l’area interessata dall’obbligo di sensori e adesivi sui camion è la Area B, che copre buona parte del territorio urbano. Si tratta di un’estesa zona a traffico limitato a cui è proibito l’accesso ai mezzi più inquinanti. Tutti i camion che circolano in queste vie dovranno anzitutto esporre un adesivo ad altezza ciclisti e pedoni, che avverta questi ultimi del pericolo angolo cieco. Per quanto riguarda i sensori c’è una precisazione da fare: sono sì obbligatori, ma per ora basterà dimostrare di averli ordinati e poter circolare senza fino a dicembre 2024.

“Per la prima volta in Italia Milano introduce l’obbligo di installazione del sensore per l’angolo cieco per i mezzi pesanti a protezione dei pedoni, dei ciclisti e di tutti gli utenti più deboli sulla carreggiata”, ha commentato l’assessora alla Mobilità Arianna Censi. In città più volte le associazioni e i cittadini sono scesi in piazza per chiedere maggiore sicurezza (ricordiamo il flash mob a febbraio 2023 in Piazzale Loreto). Nei piani del comune resta l’intenzione di trasformare Milano in una città 30 sul modello di Parigi, con progetti ambiziosi portati avanti. Ma per ora i dati sugli incidenti rallentano questa transizione verso un modello acquisito di mobilità davvero dolce.

Fonte: Rivista BC

A #Milano sensori e adesivi obbligatori sui #camion per proteggere #ciclisti e #pedoni dal rischio angolo cieco. #rivistabc

https://x.com/bralex84/status/1710350205055349234

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

ABBIATE IL CORAGGIO DI VIETARE LE BICICLETTE

Avrete tutti fatto caso che la morte di Cristina a Milano, morta questo aprile sotto le ruote di una betoniera in curva, ricalca la stessa dinamica dell’altra orribile fine della […]

https://ilmanifesto.it/abbiate-il-coraggio-di-vietare-le-biciclette

Rotafixa https://rotafixa.it

Avrete tutti fatto caso che la morte di Cristina a Milano, morta questo aprile sotto le ruote di una betoniera in curva, ricalca la stessa dinamica dell’altra orribile fine della sua coetanea Veronica, sempre a Milano a febbraio scorso. I ciclisti milanesi, instancabili quanto impotenti e senza la forza di dare fuoco a un qualsiasi edificio pubblico, hanno manifestato l’ennesima volta.

Ne parlo perché mi ha colpito l’intervento di uno dei compagni della locale Critical Mass, Angelo: «Almeno abbiate il coraggio di vietare le biciclette in città, se non siete capaci di intervenire per proteggerci». Per chi non è un cicloattivista, come invece lo è Angelo, vorrei sottolineare che questa frase è terrificante nella sua innocuità, e deve risultare piacevole solo a un qualunque presidente dell’Aci locale di ogni territorio. Per chi invece segue queste vicende come me e mi auguro un numero crescente di persone qui si è toccato un limite – anche piuttosto pericoloso se fossimo francesi: l’utilizzo sempre peggiore delle nostre strade ci sta portando al nucleo della questione, ovvero è del tutto evidente l’impossibilità di convivenza in strada della mobilità attuale con quella del futuro.

Intendiamoci, i mezzi pesanti da lavoro in città non sono come le auto private usate per lo spostamento personale da quasi 700 persone su mille in Italia: hanno per ora una loro funzione. E non è la velocità in questo caso a uccidere ma l’ingombro e la presenza degli angoli morti di manovra. Cioè un altro parametro con cui chi ha scelto di muoversi in bici deve fare i conti a ogni dannato metro che percorre. Non bastavano i milioni di matti che corrono solitari in città nelle auto private.

«Vietare le biciclette»: ma non si accorge nessuno di quanta disperazione ci sia in questa frase? A me pare impossibile, e infatti credo che – siccome è stata sentita bene dentro Palazzo Marino – sia stata accolta con il consueto sonorissimo niente di fatto.

Perché questa ormai risulta essere la cifra degli amministratori moderni italiani: non scegliere. Mai. Qualsiasi cosa accada. Soprattutto se porta fatica, sottrae consenso nell’immediato (leggi: in corso di mandato), dunque non conviene. Lo vedo bene a Roma, dove il sindaco, da noi chiamato «il cartonato» per la sua bidimensionalità, non prende posizione se non sull’inceneritore o su circenses come lo stadio, giochi vari tipo il Giubileo, l’Expo.

Apro il dizionario alla voce «governare». L’etimo, mi ricorda Treccani, viene da gubernum, il timone della nave in latino, da cui governo come lo conosciamo noi, ed è il significato più antico. So andare per mare e l’ultima cosa che va fatta in barca, a parte abbandonarla se affonda, è lasciare il timone senza alcuno al governo. Apro quindi il Guglielmotti, vocabolario marittimo: «Reggere, Aver cura, Provvedere col pensiero e coll’opera ai bisogni presenti e futuri di ciò che è sotto la sua custodia o giurisdizione».

A me sembra che oggi a ogni timone italiano ci sia il nocchier della livida palude, ovvero Caronte. E allora vietate le bici e fateci traghettare agl’Inferi, come già avviene. Fate ridere il mondo, su.

Fonte: Il Manifesto

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

OLTRE IL RICORDO, IL SENATORE LOSACCO DEPOSITA IN SENATO LA LEGGE MICHELE SCARPONI

Ancona, Marche Italia, 1 Aprile 2023

Giornata storica per la Fondazione Michele Scarponi Onlus di Filottrano (Ancona) nelle Marche: il senatore Losacco deposita in Senato la legge Michele Scarponi a tutela della sicurezza stradale di pedoni e ciclisti in Italia

Oltre il ricordo, il senatore Losacco deposita in Senato la Legge “Michele Scarponi”

https://www.corriereadriatico.it/marche/oltre_il_ricordo_senatore_losacco_marche_deposita_sentato_legge_michele_scarponi_ultime_notizie-7323025.html

Sabato 1 Aprile 2023, 14:40

ANCONA- Si intitola “Legge Scarponi” ed è la proposta di legge depositata in Senato dal senatore dem, Alberto Losacco, eletto nelle Marche lo scorso settembre. La proposta di legge – che prende il nome di Michele Scarponi, ciclista marchigiano scomparso mentre si allenava in bicicletta – dispone le modifiche agli articoli 148 e 149 del Codice della Strada in materia di sicurezza stradale per i ciclisti, introducendo una distanza minima di soprasso pari a un metro e mezzo. 

La legge

Dal 22 aprile 2017 giorno in cui Michele Scarponi è stato travolto e ucciso da un uomo alla guida di un furgone mentre era in sella alla sua bicicletta nulla è cambiato. Lo scorso novembre Davide Rebellin, un altro ciclista professionista, ha perso la vita mentre si allenava sulle strade di casa. Ma la lunga lista nera delle persone che hanno perso la vita in sella alla loro bicicletta non è finita qui: sono 105, secondo i dati dell’Osservatorio ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale), i ciclisti che hanno perso la vita sulle strade nei primi otto mesi del 2022, tra cui anche quattro minori. Dal 2018 al 2021 in Italia sono morte in media 217 persone ogni anno in incidenti in bicicletta, più di una ogni due giorni e se analizziamo gli incidenti stradali per cento milioni di chilometri pedalati, l’Italia svetta al primo posto con oltre cinque ciclisti deceduti.

Con la proposta di legge Scarponi si introduce uno specifico regime in materia di sorpasso in cui si precisa, all’articolo 1, che il conducente di un qualsiasi veicolo che effettui il sorpasso di un velocipede sia tenuto a usare tutte le cautele necessarie al fine di assicurare una maggiore distanza laterale di sicurezza e ad accertarsi dell’esistenza delle condizioni predette per compiere la manovra in completa sicurezza per entrambi i veicoli. 

Si prevede, altresì, l’obbligo da parte del conducente di mantenere – durante la manovra di sorpasso – una distanza laterale di sicurezza pari ad almeno un metro e mezzo, adeguata a scongiurare qualsiasi tipo di rischio. 

Fonte: Corriere Adriatico

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus