Governo francese

SIAMO LA RIVOLTA DELLA TERRA

https://contropiano.org/news/internazionale-news/2023/04/02/siamo-la-rivolta-della-terra-0158922

Cari amici,

Lo scorso fine settimana, 30.000 persone si sono riunite nella campagna francese per protestare contro una «megabassine» – un’enorme riserva idrica a cielo aperto utilizzata per sostenere l’agricoltura industriale e che si è rivelata un disastro per le falde acquifere e, più in generale, per l’ambiente. L’iniziativa faceva parte di una giornata di azione organizzata dal collettivo “Les Soulèvements de la Terre” (le rivolte della Terra).

Lo Stato ha schierato più di 3.200 agenti di polizia armati di armi da guerra. Più di 4.000 granate sono state lanciate contro i manifestanti, ferendone innumerevoli. Due persone sono ancora in coma e lottano per la loro vita.

Da allora, è stato provato che le forze di polizia hanno impedito attivamente ai soccorsi di venire in aiuto alle vittime. Il Ministro degli Interni ha avviato una procedura per sciogliere “Les Soulèvements de la Terre” come forma di repressione legale.

Il nostro messaggio è un appello alla solidarietà e ci auguriamo che lo sottoscrivate e lo condividiate ampiamente.

Riconosciamo che alcuni di voi vivono questo tipo di oppressione quotidianamente, sotto regimi che possono essere anche più brutali. Riconosciamo anche che questo tipo di armi e di artifici legali sono stati utilizzati in Francia soprattutto per colpire le persone di colore. Non fingiamo che ciò che stiamo affrontando sia unico: fa parte di un sistema più ampio di violenza, dominio, estrazione e razzismo contro cui siamo impegnati a lottare, oggi più che mai.

Con amore, rabbia e cuore pesante,

Siamo la Rivolta della Terra

Martedì 28 marzo, mentre le manifestazioni contro la riforma delle pensioni erano in pieno svolgimento in tutta la Francia, con gesti di solidarietà per i feriti della repressione a Sainte Soline, Darmanin ha annunciato l’avvio di una procedura per lo scioglimento de “Les Soulèvements de la Terre”. La procedura è stata avviata il 29 marzo.

L’annuncio è una risposta al diluvio di critiche sul modo deplorevole in cui la polizia ha agito in Francia nelle ultime settimane. La manifestazione di sabato 25 marzo a Sainte Soline contro le « megabassines » e l’accaparramento dell’acqua è stata solo l’apice di una macabra sequenza iniziata diverse settimane fa, per farci capire che non è più opportuno uscire di casa per dimostrare la propria opposizione alle politiche del governo.

Oggi piangiamo tutti i feriti del 25 marzo e vegliamo sui due manifestanti che sono in coma tra la vita e la morte. Pensiamo a tutti coloro che hanno dovuto affrontare un dispositivo militare progettato per terrorizzare, rischiando di uccidere. Un dispositivo di inaudita brutalità, che lo stesso giorno, ha persine ostacolato l’arrivo dei soccorsi, il tutto per proteggere un simbolo, quello della loro autorità, contro ogni ragione.

Mutilare e dissolvere. Lo scioglimento, questa nuova manovra del Ministro dell’Interno per cercare di far dimenticare la brutale repressione da lui orchestrata, è un po’ troppo rozza. Il progetto di scioglimento era infatti “trapelato” alla stampa da un articolo di Le Parisien del 20 dicembre 2022, il primo di una serie di articoli troppo sostenuti per essere azzardati, sul profilo degli attivisti ambientalisti radicali, su questi movimenti o questi territori che “si allontanano dalle regole della Repubblica”.

Quello che si capisce dagli interventi dei ministri di questo governo è che sembrano decisi, trascinati dalla loro stessa febbre, a tassare di “ultrasinistra” tutto ciò che li ostacola. Il termine, riciclato, copre ormai quasi perfettamente il termine “oppositore”, di ogni tipo.

In questo caso, il governo ha cercato di utilizzare una doppia strategia. Da un lato, castiga l’ecoterrorismo, i black bloc e gli attivisti ambientalisti radicali, accusati di parassitare i “legittimi movimenti per la salvaguardia del pianeta”, e dall’altro taglia fuori furbescamente tutte le associazioni di difesa dell’ambiente che lottano a piedi uniti per rallentare il corso del disastro ecologico.

Così, dopo la legge anti-separatismo, decine di associazioni sociali, ambientali e culturali sospettate di non aderire al “Patto repubblicano”, o semplicemente troppo critiche per i loro gusti, si sono viste rifiutare i finanziamenti, inquietare le prefetture, bandire dagli organi di consultazione e inserire in misteriose liste nere che circolano di dipartimento in dipartimento.

Non c’è nulla che ci sorprenda. Quello che ci stupisce è che pensino che questi vecchi trucchi siano sufficienti a fermare una rivolta fondamentale contro la continua distruzione della vita.

Le Rivolte per la Terra (Soulèvements de la Terre) sono una coalizione di forze in crescita: Con il passare dei mesi, un’intera costellazione di collettivi di abitanti in lotta, di associazioni per la difesa dell’ambiente, di fattorie, di gruppi naturalisti, di mense popolari, di sindacalisti contadini, di scienziati in rivolta, di sindacati, di gruppi autonomi, di movimenti di educazione popolare, di rappresentanti eletti, di persone di tutte le età e di tutti i ceti sociali, si stanno riunendo e organizzando sotto la bandiera delle Rivolte della Terra. E nulla può dissolvere tutto questo.

Anzi, oggi è proprio questo governo che la maggioranza degli abitanti del Paese vorrebbe vedere dissolto.

Quindi, per dare un po’ di sostanza alla loro inquisizione, noi che firmiamo questa tribuna e tutti coloro che non mancheranno di unirsi a noi, renderemo pubblica la nostra adesione alle Rivolte della Terra.

Saremo quindi presenti alle manifestazioni in solidarietà con i feriti di Sainte Soline e per la fine della violenza poliziesca, questo giovedì alle 19 davanti alle prefetture, oltre a partecipare ai comitati locali delle Rivolte per la Terra che oggi chiediamo vengano creati ovunque sul territorio e non solo.

Ci solleviamo tutti contro la visione del mondo e della vita che questo governo incarna, contro la distruzione degli ambienti naturali, la scomparsa delle terre coltivabili, l’accaparramento dell’acqua, l’aumento della durata del periodo contributivo, che è solo un paravento per l’ingiusta spartizione delle ricchezze, contro le mutilazioni, a volte mortali, che da troppo tempo stanno infliggendo ai nostri amici, ai nostri figli, ai nostri compagni.

Ci stiamo sollevando, ognuno dal proprio posto, ognuno a modo suo. Il movimento della Rivolta per la Terra non può essere dissolto perché è multiplo e vivo. Non si può dissolvere un movimento, non si può dissolvere una rivolta.

Chiediamo a tutti di unirsi a noi per rendere nullo questo tentativo di soffocamento. Noi siamo, tutti insieme, la Rivolta della Terra.

Fonte: Contropiano

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

AGGIORNAMENTO MOBILITAZIONI DI PIAZZA IN FRANCIA CONTRO LA RIFORMA DELLE PENSIONI VOLUTA DAL PRESIDENTE EMMANUEL MACRON E DAL GOVERNO DI ELIZABETH BORNE

Riforma delle pensioni: il governo francese tende la mano ai sindacati

L’intersindacale, la santa alleanza di sindacati che sta portando avanti la dura battaglia contro la riforma delle pensioni, sarà a Matignon la settimana prossima su invito della prima ministra Borne. Ieri quasi un milione di manifestanti in tutta la Francia, musei e monumenti bloccati. Scoppia il caso delle violenze poliziesche in Francia presso il Consiglio d’Europa e le Nazioni Unite.

Marco Cesario 29 Marzo 2023

https://www.micromega.net/riforma-delle-pensioni-il-governo-francese-tende-la-mano-ai-sindacati/

La lotta si fa creativa con il blocco dei monumenti (il Louvre, l’Arco di Trionfo, la Reggia di Versaille) ma soprattutto la lotta paga. Dopo dieci manifestazioni che hanno fatto riversare in strada milioni di persone e paralizzato il paese (dalle raffinerie, alle scuole passando per la raccolta della spazzatura) la notizia è che i sindacati e l’esecutivo torneranno a discutere la settimana prossima. Un invito ufficiale è partito da Matignon all’intersindacale, la “santa alleanza” dei sindacati che hanno unito le proprie forze per portare avanti la dura battaglia contro la riforma delle pensioni. Una sorpresa assoluta dopo l’ennesima giornata di mobilitazione di martedì 28 marzo che ha visto oltre due milioni di persone in piazza in tutta la Francia (ma per il Ministero degli Interni i manifestanti sono meno di un milione).

È stato il numero uno della CFDT Laurent Berger a rivelarlo sul canale TMC: l’intersindacale è stata dunque invitata ad un colloquio ufficiale all’inizio della prossima settimana a Matignon da Elisabeth Borne, ponendo fine a settimane di assenza di dialogo tra le due parti. “Ci andremo. Ne abbiamo parlato tra noi. Sì, pensiamo collettivamente che dobbiamo andare lì per portare le nostre proposte”, ha dichiarato Laurent Berger. “Compresa” la proposta di mediazione, la cui ipotesi era stata però spazzata via inizialmente da Olivier Véran, portavoce del governo, nel corso della giornata. Interpellato dai media, l’esecutivo ha confermato l’invito ma non ha fatto commenti sull’ordine del giorno.

La giornata di manifestazioni è iniziata con il blocco del Louvre, della Torre Eiffel, dell’Arco di Trionfo e della Reggia di Versailles. Una nuova tappa dei blocchi trasversali che sta attraversando il paese. “Non abbiamo la manodopera per aprire”, ha dichiarato la società di gestione della Reggia. Un messaggio simile è apparso sul sito web dell’Arco di Trionfo. A Parigi la manifestazione è partita da place de la République con i vessilli del sindacato CGT, i pompieri, gli studenti, gli operai e tutte le classi di lavoratori colpiti da questa riforma. Oltre 450.000 persone hanno sfilato nella capitale secondo la CGT che ha annunciato la sospensione dello sciopero dei netturbini a Parigi e il blocco degli inceneritori nella regione parigina a partire da oggi. Migliaia di tonnellate di spazzatura però sono ancora in strada e ci vorrà tempo per smaltire tutto. Il ministero della Funzione Pubblica ha segnalato un calo del numero di scioperanti tra i dipendenti pubblici, con tassi compresi tra il 3,4% e il 6,5% a seconda del settore (statale, locale, ospedaliero), rispetto al 6,5%-15,5% di giovedì scorso. Ma nonostante un calo dei numeri la mobilitazione c’è stata e non solo a Parigi: anche a Marsiglia, Rennes, Brest, Bayonne, Montpellier ci sono stati cortei con alcuni incidenti tra casseurs e forze dell’ordine. La raffineria di Le Havre ha annunciato che, nonostante la prosecuzione dello sciopero, le spedizioni di kerosene agli aeroporti di Parigi sono riprese da ieri sera. Secondo un segretario locale, “i nostri ragazzi avevano paura di vedere i gendarmi arrivare nelle loro case e notificare le requisizioni davanti ai loro figli”.

Si discute molto delle violenze perpetrate dai casseurs con le annesse coperture mediatiche che amplificano notevolmente il fenomeno a vantaggio della spettacolarizzazione della violenza. In parlamento però approda anche il caso delle violenze della gendarmeria con centinaia di persone che hanno denunciato violenze, perquisizioni e giornalisti picchiati o che si sono visti sequestrare il materiale. Gli eccessi della polizia in Francia dopo l’attivazione dell’articolo 49.3 da parte del governo, sono stati denunciati non solo da alcuni media ma da tutta la società civile, dalle autorità amministrative indipendenti e persino dal Consiglio d’Europa e dalle Nazioni Unite.
In un’intervista pubblicata su Le Monde martedì 28 marzo, la difensore dei diritti umani Claire Hédon ha dichiarato che i suoi servizi avevano ricevuto “sessantacinque richieste dall’inizio del movimento. Circa cinquanta di queste sono state ricevute negli ultimi dieci giorni. Siamo stati contattati da persone che dicono di essere vittime o testimoni di privazioni di libertà, di violenze, di arresti seguiti da fermi di polizia”.

Venerdì scorso, il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, ha rilasciato una dichiarazione in cui esprimeva la sua preoccupazione per l’evoluzione della situazione in Francia. “Le condizioni in cui la libertà di espressione e di riunione viene esercitata in Francia nel contesto della mobilitazione sociale contro la riforma delle pensioni sono preoccupanti”, ha scritto. Il commissario ha tenuto a precisare che i manifestanti hanno commesso anche atti di violenza. Ma questi “non possono giustificare l’uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine. Né questi atti sono sufficienti a privare i manifestanti pacifici del diritto alla libertà di riunione”.
“La violenza deve cessare. È una condizione necessaria per l’effettivo esercizio delle libertà di espressione e di riunione, nonché per la fiducia tra la popolazione e le forze dell’ordine”, ha concluso Dunja Mijatović, citando le “raccomandazioni” formulate dalle due autorità amministrative francesi indipendenti responsabili della protezione dei diritti umani, la Défenseure des droits e la Commission nationale consultative des droits de l’homme (CNCDH).

Fonte: Micromega

Con la Francia in lotta! Sciopero ad oltranza contro governo e Macron

di Rete Dei Comunisti – Cambiare Rotta – Organizzazione Giovanile Comunista – Opposizione Studentesca D’Alternativa

https://contropiano.org/fattore-k/2023/03/22/con-la-francia-in-lotta-sciopero-ad-oltranza-contro-governo-e-macron-0158553

La Rete dei Comunisti, Cambiare Rotta (Organizzazione Giovanile Comunista) e Opposizione Studentesca d’Alternativa indicono mobilitazioni e partecipano a tutte le iniziative a sostegno alla lotta del popolo francese, impegnato attivamente a contrastare le politiche antipopolari del governo Macron.

L’esempio francese può essere una miccia che fa esplodere finalmente il conflitto in tutto il continente europeo, già interessato da forti mobilitazioni in vari paesi, dall’Inghilterra alla Grecia, dalla Spagna ad alcuni paesi dell’Est. I temi sono simili e convergenti: il NO netto alle politiche di austerità e di guerra dettate dalla Commissione Europea e dalla BCE, che incarnano il progetto imperialista dell’Unione Europea, in stretta e contraddittoria collaborazione con la NATO e l’alleato/antagonista statunitense.

Appare a tutti evidente come lo sforzo bellico in Ucraina contribuisca al peggioramento complessivo delle condizioni di vita delle maggioranze, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime energetiche, delle sanzioni che si ritorcono contro le economie occidentali, delle enormi spese militari che gravano sulle casse dello Stato.

L’attacco al sistema pensionistico francese è solo la punta dell’iceberg di un progetto di austerità economica di lunga lena, che in questi anni ha visto nel paese transalpino una fiera opposizione di massa, in grado di costruire una sua autonoma rappresentanza sindacale, politica ed istituzionale, oggi impegnate su più fronti per impedire alla compagine governativa macroniana di raggiungere i propri scopi.

Nessuno sa quali saranno gli esiti del durissimo conflitto sociale in corso in Francia. Quel che è certo è la mancanza assoluta di capacità/volontà di mediazione da parte di un modello economico e politico/istituzionale in profonda crisi sistemica e di egemonia.

Dalle trincee ucraine alle barricate parigine, forme diverse di guerra ci dicono che di fronte ad una crisi sistemica del capitalismo che incede e che non farà prigionieri, per i settori popolari, le organizzazioni sindacali di classe e i comunisti l’unica soluzione è la costruzione di organizzazione, al fine di pianificare e sostenere un conflitto che sarà sempre più duro, per fermare la barbarie imperialista occidentale e gettare le basi di una alternativa che per noi è il Socialismo del XXI secolo.

A questo fine, essere oggi al fianco dei lavoratori, degli studenti e del popolo francese significa stare dalla parte giusta della Storia. Per questo sollecitiamo i comunisti, gli internazionalisti, gli antimperialisti e tutti i sinceri democratici a scendere in piazza e partecipare alle mobilitazioni indicate dal sindacalismo di classe in tutto il paese.

22 Marzo 2023

Fonte: Contropiano

https://contropiano.org/news/internazionale-news/2023/04/08/francia-preferiamo-mangiare-patate-che-crepare-al-lavoro-0159096
https://www.repubblica.it/esteri/2023/04/14/news/corte_costituzionale_approva_riforma_pensioni_francia-396189678/
https://contropiano.org/news/internazionale-news/2023/03/24/francia-justa-la-victoire-0158625

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione, membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus