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UFFICIO MEDIA GAZA: IL GIORNALISTA AHMAD BDAIR MARTIRIZZATO IN UN BOMBARDAMENTO ISRAELIANO A DEIR AL-BALAH, 10 GENNAIO 2024


GAZA MEDIA OFFICE: JOURNALIST AHMAD BDEIR MARTYRED IN ISRAELI SHELLING

January 10th 2024 | 16:10

https://www.lbcgroup.tv/news/middleeastnews/746481/gaza-media-office-journalist-ahmad-bdeir-martyred-in-israeli-shelling/en

The Gaza Government Media Office reported on Wednesday the martyrdom of journalist Ahmad Bdeir due to Israeli shelling on a house adjacent to the Al-Aqsa Martyrs Hospital in central Gaza.

Traduzione in italiano

L’Ufficio stampa del governo di Gaza ha riferito mercoledì del martirio del giornalista Ahmad Bdeir a causa del bombardamento israeliano su una casa adiacente all’ospedale dei martiri di Al-Aqsa nel centro di Gaza.

https://english.almayadeen.net/latestnews/2024/1/10/israeli-forces-assassinate-palestinian-journalist-ahmad-bdei
https://de.linkedin.com/in/ahmadbdair

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto al Cambiamento Climatico in atto

19 LUGLIO 2023: MUORE A 70 ANNI IL GIORNALISTA D’INCHIESTA ANDREA PURGATORI A CAUSA DI UNA BREVE MALATTIA FULMINANTE

Andrea Purgatori, noto giornalista inchiesta di La7 è morto questa mattina a 70 anni in un ospedale romano a causa di una breve malattia fulminante
https://www.imolaoggi.it/2023/07/19/morto-andrea-purgatori-giornalista/

È morto il giornalista, sceneggiatore e autore Andrea Purgatori.
Aveva 70 anni. Lo hanno comunicato i figli Edoardo, Ludovico e Victoria. Autore di reportage e conduttore televisivo, Purgatori è deceduto in ospedale a Roma dopo una malattia fulminante. Ha lavorato per anni al Corriere della Sera, dove si è occupato di terrorismo, intelligence e criminalità, per poi diventare anche docente di sceneggiatura e consigliere degli autori. Tra i suoi ultimi lavori la partecipazione al documentario “Vatican Girl”, sul caso di Emanuela Orlandi.

“Una mente brillante – sottolineano i familiari distrutti dal dolore – che ricordiamo recentemente nella trasmissione di La 7 Atlantide dove era autore e conduttore e in tempi più remoti come inviato in zone di guerra e autore delle più importanti inchieste giudiziarie italiane, poi ancora autore e sceneggiatore di tanti film e fiction televisive tra cui “Il Muro di Gomma“, “Fortapasc” e “Il Giudice Ragazzino“. 

 Fonte: tgcom24.mediaset.it

È morto Andrea Purgatori. Giornalista e autore, cercò la verità sulla strage di Ustica

Aveva 70 anni. Se n’è andato questa mattina, in ospedale, dopo una breve, fulminante malattia. Il suo impegno di cronista si concentrò anche su altri “misteri italiani”, tra cui la scomparsa di Emanuela Orlandi

https://www.rainews.it/articoli/2023/07/morto-andrea-purgatori-edc16d9f-e04c-4d6f-8439-6b224d97cf5b.html

E’ morto questa mattina in un ospedale di Roma, “dopo una breve fulminante malattia”, il giornalista, sceneggiatore, autore Andrea Purgatori. Era nato il 1° febbraio 1953. La notizia, data all’Ansa dai figli Edoardo, Ludovico, Victoria e dalla famiglia, rappresentata dallo studio legale Cau. Per anni al Corriere della Sera dove si è occupato di terrorismointelligencecriminalità, si dedicò con tenacia alla strage di Ustica del 1980. Autore di reportage, ha condotto con successo su La7 Atlantide. Docente di sceneggiatura, tra i suoi ultimi lavori la partecipazione al documentario Netflix Vatican Girl, sul caso di Emanuela Orlandi.

“Una mente brillante – sottolineano i familiari distrutti dal dolore – che ricordiamo recentemente nella trasmissione di La 7 Atlantide, dove era autore e conduttore, e in tempi più remoti, come inviato in zone di guerra e autore delle più importanti inchieste giudiziarie italiane, poi ancora autore e sceneggiatore di tanti film e fiction televisive tra cui Il muro di gommaFortapasc Il giudice ragazzino.

“Uno dei miei amici più cari” lo definisce Corrado Guzzanti su Instagram, con cui Purgatori aveva collaborato in diversi film. “Grande giornalista, grande autore, compagno di molte follie come ‘Il caso Scafroglia’, ‘Fascisti su Marte’ e ‘Aniene’. “Un abbraccio a tutti quelli che gli hanno voluto bene, e sono tantissimi” scrive ancora Guzzanti.

Intervenendo in Aula, a Palazzo Madama, il senatore del Pd Valter Verini ha sottolineato l’importanza dell’opera di Purgatori nel giornalismo d’inchiesta: “A lui si devono tante inchieste sui casi scottanti del terrorismo nazionale e internazionale, su fatti di cronaca importanti. Indagò su Ustica e scoprì la verità sul muro di gomma costruito attorno a quella tragedia. A lui si deve la sceneggiatura del film Fortapasc o del film Il giudice ragazzino su Rosario Livatino. Ha condotto Atlantide, ha lavorato al Corriere della Sera. Purgatori ha onorato il giornalismo di inchiesta. La sua scomparsa rappresenta una grave perdita per il Paese”.

Fonte: Rainews

Continuano i dubbi sulla morte di Andrea Purgatori: diagnosi sospette e liti fra luminari

A uccidere il giornalista potrebbe essere stata un’infezione contratta quando il suo corpo era ormai stremato da cure che si sospetta siano state errate, perché errata, è il timore, sarebbe stata stata la diagnosi

22 Luglio 2023 Aggiornato alle 11:20

Continuano i sospetti sulla morte di Andrea Purgatori, sulla quale è stata aperta un’indagine in cui si ipotizza il reato di omicidio colposo. A uccidere Andrea Purgatori potrebbe essere stata un’infezione contratta quando il suo corpo era ormai stremato da cure che si sospetta siano state errate, perché errata, è il timore, sarebbe stata stata la diagnosi comunicata al giornalista dai medici della Casa di cura Pio XI, a Roma.

https://www.huffingtonpost.it/cronaca/2023/07/22/news/continuano_i_dubbi_sulla_morte_di_andrea_purgatori_diagnosi_sospette_e_liti_fra_luminari-12950314/

Purgatori, la lite tra i luminari, le diagnosi in conflitto e l’infezione fatale: tutte le ombre sulla morte del giornalista

Cartelle cliniche sequestrate e due persone iscritte nel registro degli indagati dopo la denuncia presentata dalla famiglia. Martedì l’autopsia. La difesa: dimostreremo la correttezza del nostro operato

Il giornalista d’inchiesta romano Andrea Purgatori
https://www.lastampa.it/cronaca/2023/07/22/news/le_terapie_lombra_dellerrore_i_segni_di_unischemia_ecco_cosa_si_sa_della_morte_di_purgatori-12959763/

EDOARDO IZZO

22 Luglio 2023 Aggiornato alle 15:03

ROMA. L’inchiesta della procura di Roma sulla morte di Andrea Purgatori ha subito una decisa accelerazione. Sono due gli indagati per il decesso del giornalista: il professor Gianfranco Gualdi, radiologo dal curriculum importante – specialista in Radiologia Diagnostica – direttore della “U.O.C. Radiologia d’Urgenza” presso l’ospedale “Umberto I” di Roma e professore ordinario-straordinario di Radiologia d’Urgenza presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza – ed un suo stretto collaboratore. Entrambi in servizio nella Casa di cura Pio XI, nel quartiere Aurelio, a poca distanza dal Vaticano. Una struttura di tutto rispetto e conosciuta più per i ricoveri di Vescovi e Cardinali che per gli errori medici. Nella giornata di ieri i carabinieri del Nas hanno sequestrato le cartelle cliniche nelle strutture dove Purgatori, deceduto il 19 luglio scorso all’ospedale Umberto I dopo una «breve e fulminante malattia», era stato in precedenza. L’iscrizione dei due sul registro degli indagati da parte dei magistrati romani è arrivata dopo la denuncia presentata dalla famiglia del giornalista di Atlantide. Il calvario di Purgatori era iniziato lo scorso 24 aprile.

L’esposto

L’obiettivo delle indagini è quello contenuto nell’esposto presentato dai familiari e citato in un pezzo di “Il Domani”: verificare la correttezza della diagnosi refertata a Purgatori nella clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte; verificare se per eventuali errori diagnostici non siano state omesse le cure effettivamente necessarie. Nell’ipotesi della famiglia e dei figli del giornalista, Edoardo, Ludovico e Victoria, infatti, ci sarebbe stato un errore nell’individuare la patologia e di conseguenza, la scelta terapeutica ne potrebbe aver accelerato la morte. E per questo che hanno sollecitato l’inchiesta per capire, come del resto era nello spirito di Purgatori, fino al 2000 inviato di punta del Corriere.

Le incognite

La domanda cruciale è se Purgatori avesse o meno delle metastasi al cervello come sembrerebbe essere emerso dalle radiografie effettuate nella clinica che lo ha seguito, la Pio XI, in conseguenza delle quali è stato sottoposto a una pesante radioterapia. Nel corso dei successivi accertamenti medici, nella clinica Villa Margherita e con il medico Alessandro Bozzao, professore ordinario della Sapienza, viene invece esclusa la presenza di metastasi. Questo parere ha portato a una vera e propria lite tra luminari. Dall’esame a Villa Margherita, infatti, non sarebbero emerse metastasi, bensì i segni di un’ischemia. Il professor Bozzao è così sorpreso da ripetere una seconda volta l’esame, incrociandolo con quello eseguito alla Pio XI, prima di emettere il suo verdetto: non solo le metastasi non ci sono, ma non ci sarebbero mai state. Di qui il dubbio di un grave errore diagnostico sollevato dai familiari cui potrà dare una prima risposta solo l’autopsia, probabilmente già lunedì presso l’istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata. A causare la morte del giornalista sarebbe stata un’infezione che lo ha colpito nel momento in cui era più debole. Ora sarà importante l’esito dell’esame autoptico per capire se ci siano stati errori e di che tipo.

Andrea Purgatori, i funerali alla Chiesa degli artisti: la bara portata dai vigili del fuoco. Anche Saviano e Mentana per l’ultimo saluto

di F. Q. | 28 LUGLIO 2023

Il feretro di Andrea Purgatori, morto a Roma lo scorso 19 luglio, è arrivato intorno alle 9.50 nella Basilica di Santa Maria in Montesanto per i funerali. La bara è stata portata a spalla dentro la chiesa da quattro vigili del fuoco. Subito dietro i tre figli Edoardo, Victoria e Ludovico. Presenti alle esequie, tra colleghi e amici, anche Roberto Saviano, il regista Enrico Vanzina i colleghi a La7, Enrico

Mentana e Luca Telese. “L’ho conosciuto nel ’98 alla redazione del Corriere della Sera – ha ricordato Telese – ero l’ultimo arrivato e lui un grande inviato ma si fermava a raccontarti dettagli dei suoi pezzi. Abbiamo perso un grande maestro e amico“.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/07/28/andrea-purgatori-i-funerali-alla-chiesa-degli-artisti-la-bara-portata-dai-vigili-del-fuoco-anche-saviano-e-mentana-per-lultimo-saluto/7244863/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

12 GIUGNO 2023: MUOIONO SILVIO BERLUSCONI 86 ANNI E FRANCESCO NUTI 68 ANNI, LA CATTIVA E LA BUONA ITALIA

La morte di Silvio Berlusconi (Silvio Berlusconi’s death)

Silvio Berlusconi 86 anni: l’uomo imprenditore e politico che giocava a fare Highlander si è dovuto arrendere alla leucemia mielomonocitica cronica.
Francesco Nuti, attore e regista toscano muore a soli 68 anni per l’aggravamento della sua malattia, era malato da tempo probabilmente a causa di una malattia neurodegenerativa, il morbo di Parkinson.
Nicola “Nichi” Vendola, storico Presidente della Regione Puglia dal 2005 al 2015, eletto con il partito di Sinistra Ecologia e Libertà. E’ l’uomo di sinistra più lungimirante che ha maggiormente compreso il Silvio Berlusconi politico ed il berlusconismo con cui dovremmo continuare a fare i conti nell’immediato futuro.
Lo sguardo lungo di Nichi Vendola che sul Berlusconi politico ci vide…molto lungo!
Un Nichi Vendola maturo che oggi vive in Canada con il suo compagno di vita

L’appeal di Nichi Vendola sta tutto nel berlusconismo

Solo il Governatore della Puglia ha davvero compreso Silvio Berlusconi. La sua scelta evocativa, il suo linguaggio ampolloso, spesso confinante con la prosa letteraria, ha saputo abbracciare il consenso di una parte del popolo della sinistra, orfano di riferimenti chiari. E meno di un anno fa diceva: «Berlusconi è un individuo geniale che ha vinto, prima che nelle urne, nei sogni e negli incubi degli italiani»

Redazione 12/01/2011 – 20:11

L’unico ad averlo capito è Nichi Vendola. L’era berlusconiana non è finita, anzi sopravviverà al suo stesso creatore. Le logiche, il modo di fare politica, la struttura stessa dei partiti non potrà più ritornare a vivere i giorni del ‘900. Il passato, seppur maestro di esperienza ha giocato i suoi giorni. Il linguaggio del nostro presente, le aspettative, persino la maniera con cui ci relazioniamo sono profondamente differenti da quelli del secolo scorso. Berlusconi ha interpretato, compreso, assimilato, persino assecondato e condotto i pensieri della nostra epoca. Forse prima di lui, nessuno ha saputo incarnare così efficacemente la società italiana. Questo è un dato positivo? E’ un bene, un male? Corrisponde alle nostre aspettative, ne siamo felici o profondamente infastiditi? Tutto ciò conta poco e soprattutto rappresenta una prospettiva errata per analizzare il presente.

Il dato “Berlusconi” è un fatto incontrovertibile, è la realtà che si palesa.
 Egli ha saputo vivere la politica e la vita da Star, sapendo annettere tutte le contraddizioni dell’umano, facendole rivivere nella quotidianità. Abbiamo tutti imparato a chiamarlo per nome. Era capitato solo con Giulio Andreotti ma le motivazioni erano di tutt’altro genere, legate soprattutto all’aspetto satirico. Una vera adesione, così profonda, quasi viscerale, con il leader non c’è mai stata.

Pro o contro, la politica degli ultimi sedici anni, è stata rappresentata, condizionata, improntata, dalla figura di Silvio,
 dalla sua capacità di ottenere consenso, adorazione e nello stesso tempo acredine e vero e proprio odio. Forse Berlusconi non è mai stato un politico. Qualcuno afferma che lo stia diventando ora, cercando di portargli un po’ di sfortuna. Nell’incomprensibile panorama italiano, il Cavaliere ha incantato parlando come l’impiegato di Banca, talvolta come il presidente del Milan, ma sempre più spesso come l’operaio di Sesto San Giovanni.

Uno statista dicono i suoi sostenitori, ma anche questa definizione è riduttiva, perché lo rende assimilabile,
 in qualche maniera paragonabile. Invece Berlusconi ha superato la comparazione, il tentativo di esser messo sullo stesso piano di qualsiasi cittadino votato alla politica. Il nostro Paese non potrà mai più reinventarsi in un’epoca ante Silvio. La sua opera è definitiva, strutturale, antropologica. Egli ha condotto, accompagnato, seguito ed interpretato il suo tempo, la sua gente, il suo popolo ed anche il popolo dei suoi avversari. I detrattori non si sono mossi, hanno subìto, inveito, e continuano a farlo. Una Star suscita questo, crea un’orda di ammiratori, ma anche un plotone di contestatori. L’epopea berlusconiana non può avere una fine perché è connaturata nell’essenza stessa della comunità che abita quest’epoca, è motivo, traino, struttura e sovrastruttura, regole e comportamenti del nostro ambiente sociale, politico e comunitario.

Aver compreso questo avrebbe permesso di opporsi alla sua figura, offrendo una rappresentazione altra, in competizione,
 in qualche modo paritaria nella gara. Il tentativo di rifuggire dalla sua immagine, il disperato bisogno di classificarlo come un’anomalia, come qualcosa da estirpare, lo ha reso immortale. Solo un’analisi reale, avrebbe potuto costruire un pensiero in grado di tentare di partecipare alla partita con lui. Invece abbiamo ascoltato parole serie, talvolta anche giuste, ma di un altro mondo, di un substrato culturale inesistente, senza legame con il popolo, scollegato irrimediabilmente dal contesto della quotidianità.

C’è solo un uomo che lo ha compreso efficacemente: Nichi Vendola. Una personalità non nuova al mondo del Parlamento e dei partiti. Anzi,
 uno dei più anziani frequentatori dei Palazzi della Politica. Vendola non è avversario di Berlusconi, non mira a sovrapporre la sua figura a quella del capo della Pdl. Sa perfettamente di non poter avere un consenso di così vaste proporzioni. Nello stesso tempo egli sa, ha compreso, che per suscitare sulla sua persona un’adesione ambiziosa è necessario dismettere i panni del politico strutturato, del tecnocrate. La sua scelta evocativa, il suo linguaggio ampolloso, spesso confinante con la prosa letteraria, ha saputo abbracciare il consenso di una parte del popolo della sinistra, orfano di riferimenti chiari, di personaggi in grado di suscitare affiliazione.

Vendola offre un sogno, una parabola mista di sacro e profano. Nulla di assolutamente concreto,
 qualcosa di molto simile all’immagine offerta da Berlusconi nel 1994. Nichi non promette il Sol dell’Avvenire e neppure un mondo perfetto. No, egli suscita empatia, chiede simpatia, dona un misto di retorica pasoliniana, quella legata alla terra arsa, al contadino prono, e di modernismo sostenuto a bassa voce. E’ gay, ma non è mai andato oltre il dato di fatto, non ha mai rivendicato con spregiudicatezza la sua condizione. Si dichiara credente e come Silvio, seppure per tutt’altri motivi, palesa al cospetto della Chiesa il suo peccato. Nichi parla della madre (come Silvio del resto) con commovente richiamo. Vendola stimola un sogno, suggerisce una via senza disegnarne il percorso. Si è inventato le “Fabbriche di Nichi”, cosa molto simile ai club di Forza Italia, cercando nel suono delle “officine” il ritmo giusto per evocare una comunità. Luoghi della contaminazione, del progetto, si ripete. Certo, tutto vero con molta probabilità. Ma di chi sono quei luoghi? Di Nichi. Ecco, la forza del leaderismo.

L’adesione al metodo berlusconiano, alla figura evocativa del capo. Non più i circoli, le sezioni di partito, ma la casa, la fabbrica del leader riconosciuto.
 E poi ancora le primarie. Metodo statunitense per eccellenza, ben lontano dal centralismo democratico o dalla realpolitik dei vari D’Alema, Bersani e Bindi. Vendola le richiama servendosi di parole chiave, come “la volontà popolare”, “rappresentanza condivisa”. In verità egli chiede, anche con una certa baldanza, un referendum sulla sua persona, sull’immagine evocativa che vuole rappresentare. Cosa c’è di differente da ogni competizione elettorale giocata da Berlusconi? Certo, Silvio non ha mai avuto bisogno di una chiamata alle armi per accreditarsi nel suo schieramento, il suo campo d’azione è sempre stato molto più vasto, il Paese, l’intera Nazione. E chi i sono i nemici di Vendola? Gli stessi di Berlusconi. Non nominalmente, per carità, ma per astratto sono gli stessi soggetti: l’establishment politicamente corretto, i tecnocrati, la tecnofinanza, il capitalismo straccione, il consevatorismo.

Vendola è stato capace di rubare il linguaggio bertinottiano e di epurarlo dalla polis.
 L’ex presidente della Camera, non è mai riuscito ad andare oltre uno zoccolo duro di consenso, per una motivazione molto semplice: all’immagine poetica dello sfruttato, faceva seguire una proposta molto concreta (tassazione dei Bot, allargamento dell’articolo 18, nazionalizzazione della Fiat). Il discepolo Nichi, che a differenza di Bertinotti ha sempre militato nel grande Pci e quindi è sempre stato organico, ha saputo declinare, dentro l’ampollosa verve dialettica, tutta la sua capacità d’attrazione.

Quella dose di retorica, ostentata con piglio convincente, nasce dall’immagine che Berlusconi ha dato di sé al popolo della sinistra.
 Vendola paradossalmente è andato oltre. Il suo populismo aristocratico, la sua retorica borghese, oggi è ancora più evanescente delle promesse di Silvio. Per carità, Vendola è ancora ai blocchi di partenza. Sarà costretto con il tempo (e qui inizieranno i guai) ad inverare di contenuti le sue parole, ma non è questo il momento. Vendola ha compreso che l’unico metodo utile per far breccia, per creare adesione è quello che trova i suoi presupposti in quella miscela, certo narcisa e retorica, ma assolutamente popolare che ha avuto in Berlusconi il suo maestro indiscusso. Nichi si rivolge a persone differenti, coltiva la sua pretesa con ostinazione e serietà. Sa perfettamente che non potrà avere un quorum come quello di Silvio, ma sta costruendo il suo cammino con grande coraggio e con la stessa incoscienza che mobilitò il Cavaliere agli inizi degli anni ’90.

Ciò che lo  muove non è l’ammirazione per il capo, bensì l’intelligenza.
 Nichi ha capito che la realtà non è qualcosa che si può rigettare perché differente dal proprio volere, dai propri ideali. Non è un caso che neppure un anno fa durante un’intervista con Ritanna Armeni su Radio Tre, ebbe a dire: “Berlusconi è un individuo geniale. È una persona che ha veramente dei tratti strabilianti, un self made man che riesce a costruire un’intera epopea della vita culturale nazionale. È un prototipo di uomo nuovo che si è saputo imporre sulla scena italiana. Noi abbiamo fatto un errore tragico: demonizzare il personaggio e intenderne poco il meccanismo culturale di riproduzione del consenso. La sinistra è stata molto contro Berlusconi mentre diventava berlusconiana dentro le proprie viscere e i propri accampamenti. […] Bisogna invece mettere a fuoco e criticare duramente, e conoscere soprattutto, il meccanismo che riproduce il berlusconismo come una specie di narrazione nazionale. Berlusconi ha vinto, prima che nelle urne, nei sogni e negli incubi degli italiani. Ha plasmato la dimensione onirica. […] E questa dimensione onirica è il segreto dell’egemonia, del successo berlusconiano”.

La dimensione onirica! Come non rintracciare proprio nelle forme evocative del Governatore pugliese il tentativo,
 neppure velato, di offrire un altro orizzonte immaginifico. Una voce che si dispiega in una cantilena ammaliante, distante dalle parole politiche del Novecento, ma sempre più letteraria nella sua esposizione, dotta, criptica. La sua è ovviamente un’altra narrazione, ma è esattamente dentro il solco dell’esposizione che Berlusconi ha raccolto e offerto al nostro Paese.

Qualche anno fa durante un comizio sembrò proprio spiegare le basi della suo futuro tentativo di scalare il cielo della politica.
 Non in molti lo compresero. Alla luce di questi ultimi mesi tutto sembra più chiaro. “Vengo rimproverato, anzi mi viene mossa un’imputazione di reato. Io sono reo di porto abusivo di sogno e devo dire che tendenzialmente mi dichiaro colpevole. Intendo anche essere recidivo, perché il reato del sogno è un reato che mi piace: in un mondo abituato a vivere negli incubi, nella legalità degli incubi, io voglio commettere il reato dei sogni, voglio sognare un mondo differente, un mondo nel quale le persone siano più importanti delle merci, la vita sia più importante del denaro”.

Silvio Berlusconi e Nichi Vendola sono due personalità completamente differenti, imparagonabili e senza evidenti punti di contatto.
 Hanno un amico in comune, don Verzè, ma questo forse è un dato talmente banale che ogni elucubrazione in tal senso potrebbe apparire davvero limitante. In verità esiste un elemento di comunanza talmente aderente da sembrare imbarazzante. Entrambi, che piaccia o meno ai sostenitori dell’uno o dell’altro, sono convintamente berlusconiani.

Fonte: Tempi.it

https://www.tempi.it/lappeal-di-nichi-vendola-sta-tutto-nel-berlusconismo/
https://video.repubblica.it/politica/bill-emmott-berlusconi-controlla-i-media-in-modo-assoluto/55148/54284
Bill Emmott, giornalista inglese della redazione di The Economist: l’uomo straniero ad aver interpretato nel modo giusto Silvio Berlusconi
http://billemmott.com/films/girlfriend-in-a-coma-trailer/
2011-2021 In 10 anni di governi tecnici si è passati dal Governo lacrime e sangue da austerity filomerkeliana di Mario Monti al Governo massonico dell’Alta Finanza di Mario Draghi
https://www.carc.it/2023/06/13/berlusconi-e-morto-nessuna-pieta-per-i-nemici-delle-masse-popolari/
http://www.change.org/p/vogliamo-che-l-aeroporto-di-linate-rimanga-intitolato-a-enrico-forlanini

La morte di Francesco Nuti (Francesco Nuti’s death)

Francesco Nuti, attore regista e sceneggiatore (1955-2023) è morto a 68 anni dopo una lunga malattia
https://www.repubblica.it/spettacoli/people/2023/06/12/news/morto_francesco_nuti_attore_carriera_malattia-404217530/
https://notizie.virgilio.it/e-morto-a-68-anni-l-attore-francesco-nuti-lutto-nel-mondo-del-cinema-1572082
https://www.fanpage.it/spettacolo/personaggi/e-morto-francesco-nuti-aveva-68-anni/
https://www.lanazione.it/cronaca/morto-nuti-dediche-ui107rff

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus