giornalista

ALESSIO BRANCACCIO ATTACCA GIUSEPPE BRINDISI, IL GIORNALISTA DI ZONA BIANCA PRO VAX E DISINFORMATORE MEDIASET IN MERITO AI TAGLI ALLA SANITA’ PUBBLICA ITALIANA

ALESSIO BRANCACCIO ATTACKS GIUSEPPE BRINDISI, THE PRO-VAX WHITE ZONE JOURNALIST AND MEDIASET DISINFORMER REGARDING CUTS TO ITALIAN PUBLIC HEALTH

Ex-Italian Prime Minister Silvio Berlusconi, Forza Italia right Party

Storia minima di 40 anni di tagli alla sanità italiana

L’emergenza di queste ore non è solo frutto della contingenza, ma un problema strutturale vecchio di almeno quattro decenni. Tutti i numeri del sistema sanitario italiano, considerato ancora tra i migliori al mondo

https://www.wired.it/attualita/politica/2020/03/12/tagli-sanita-italia-storia/

Negli ultimi giorni il dibattito pubblico italiano ha imparato a fare i conti con la locuzione medicina delle catastrofi, l’ambito scientifico che si occupa di mettere a punto una risposta sanitaria adeguata di fronte a situazioni emergenziali e alla conseguente scarsità di risorse mediche. Diverse testimonianze giornalistiche raccontano di un sistema sanitario pesantemente sotto stress, con reparti di terapia intensiva sull’orlo del collasso e dolorose scelte sui pazienti da intubare.

All’allarme lanciato dai media si è aggiunta in queste ore l’apprensione del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che su Twitter ha parlato di “pazienti lasciati morire” perché non possono essere trattati. Al momento non esistono dati certi sulla saturazione delle strutture lombarde e numerose voci mediche escludono apertamente simili ricostruzioni, ma in nessun caso i pazienti sarebbero comunque “lasciati morire”, dal momento che anche in assenza di respiratori sono previste tutte le cure necessarie.

Ciò che sappiamo con certezza, invece, è che lo stato in cui versa oggi la sanità italiana non è unicamente frutto della contingenza. È un problema strutturale, piuttosto, figlio di precise scelte di finanza pubblica, che nell’arco di 40 anni hanno contribuito a indebolire un servizio sanitario considerato, nonostante tutto, ancora tra i migliori al mondo.

I numeri della sanità italiana

Nel 2018 l’Italia ha speso per il sistema sanitario nazionale l’8,8% del Pil, una percentuale che scende al 6,5% considerando solo gli investimenti pubblici. Facciamo peggio di Stati Uniti (14,3%), Germania (9,5%), Francia (9,3%) e Regno Unito (7,5%), ma sostanzialmente in linea con la media Ocse, ferma al 6,6%. Sotto di noi solo i paesi dell’Europa orientale, Spagna, Portogallo e Grecia.

In numeri assoluti ciò si traduce in un esborso per lo stato di 2.326 euro a persona (2mila meno della Germania), complessivamente 8,8 miliardi più rispetto al 2010. Un tasso di crescita dello 0,90%, dunque, che con l’inflazione media annua all’1,07% si traduce in un definanziamento di 37 miliardi. La Fondazione Gimbe calcola che il grosso dei tagli sia avvenuto tra il 2010 e il 2015 (governi Berlusconi e Monti), con circa 25 miliardi di euro trattenuti dalle finanziarie del periodo, mentre i restanti 12 miliardi sono serviti per l’attuazione degli obiettivi di finanza pubblica tra il 2015 e il 2019 (governi Letta, Renzi, Gentiloni, Conte).

Realizzazione grafica di Fondazione Gimbe

Come si legge nell’annuale relazione della Corte dei Conti, la frenata più importante è arrivata dagli investimenti degli enti locali (-48% tra il 2009 e il 2017)e dalla spesa per le risorse umane (-5,3%), una combinazione che in termini pratici si ripercuote sulla quantità e sull’ammodernamento delle apparecchiature, oltre che sulla disponibilità di personale dipendente, calato nel periodo preso in considerazione di 46mila unità (tra cui 8mila medici e 13mila infermieri).** **I mancati investimenti si fanno sentire soprattutto nel sud Italia, dove tutte le regioni (eccezion fatta per il Molise) spendono meno della media nazionale.

I numeri negli ospedali

I dati più affidabili per aiutarci a capire ciò che sta realmente accadendo negli ospedali italiani arrivano dall’annuario statistico del Servizio sanitario nazionale e sono aggiornati all’anno 2017.I posti letto complessivamente disponibili nelle strutture pubbliche sono 151.646 (2,5 ogni mille abitanti), che sommate alle oltre 40mila unità incluse in strutture private rappresentano un calo del 30% rispetto all’anno 2000. L’unica regione in linea con la media Ocse è il Friuli Venezia Giulia, che conta 5 posti ogni mille abitanti, quasi il doppio della media nazionale).

Numero di posti letto per pazienti acuti in Italia, dal 1980 a oggi (Organizzazione Mondiale della Sanità)

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Italia ha a disposizione 164mila posti letto per pazienti acuti (272 ogni centomila abitanti), dato calato di un terzo dal 1980 a oggi. I posti in terapia intensiva sono invece poco più di 3.700, che diventano 5.300 (8,4 ogni 100mila abitanti) se consideriamo anche le strutture private. Attualmente, sul territorio nazionale, i pazienti ricoverati in terapia intensiva a causa del Covid-19 sono 1.028, di cui 560 nella sola Lombardia.

Fonte: Wired

English translate

Minimum history of 40 years of cuts to Italian healthcare

The emergency of these hours is not just the result of contingency, but a structural problem at least four decades old. All the numbers of the Italian healthcare system, still considered among the best in the world

In recent days, the Italian public debate has learned to deal with the term disaster medicine, the scientific field that deals with developing an adequate health response in the face of emergency situations and the consequent scarcity of medical resources. Various journalistic accounts tell of a healthcare system heavily under stress, with intensive care departments on the verge of collapse and painful choices about which patients to intubate.

Added to the alarm raised by the media in recent hours is the apprehension of the mayor of Bergamo, Giorgio Gori, who on Twitter spoke of “patients left to die” because they cannot be treated. At the moment, there is no certain data on the saturation of the Lombardy facilities and numerous medical voices openly exclude similar reconstructions, but in no case would the patients be “left to die”, since even in the absence of ventilators all the necessary care is provided.

What we know with certainty, however, is that the state of Italian healthcare today is not solely the result of contingency. Rather, it is a structural problem, the result of precise public finance choices, which over the course of 40 years have contributed to weakening a health service considered, despite everything, still among the best in the world.

The numbers of Italian healthcare

In 2018, Italy spent 8.8% of its GDP on the national healthcare system, a percentage that drops to 6.5% considering only public investments. We perform worse than the United States (14.3%), Germany (9.5%), France (9.3%) and the United Kingdom (7.5%), but substantially in line with the OECD average, which stands at 6. 6%. Below us only the countries of Eastern Europe, Spain, Portugal and Greece.

In absolute numbers this translates into an outlay for the state of 2,326 euros per person (2,000 less than Germany), a total of 8.8 billion more than in 2010. A growth rate of 0.90%, therefore, which with the average annual inflation at 1.07% translates into a definancing of 37 billion. The Gimbe Foundation calculates that the bulk of the cuts occurred between 2010 and 2015 (Berlusconi and Monti governments), with around 25 billion euros withheld from the finance companies of the period, while the remaining 12 billion served for the implementation of the objectives of public finance between 2015 and 2019 (Letta, Renzi, Gentiloni, Conte governments).

As stated in the annual report of the Court of Auditors, the most important slowdown came from the investments of local authorities (-48% between 2009 and 2017) and spending on human resources (-5.3%), a a combination which in practical terms has repercussions on the quantity and modernization of equipment, as well as on the availability of employed personnel, which fell by 46 thousand units in the period taken into consideration (including 8 thousand doctors and 13 thousand nurses).Failed investments they are felt especially in southern Italy, where all regions (with the exception of Molise) spend less than the national average.

The numbers in hospitals

The most reliable data to help us understand what is really happening in Italian hospitals comes from the statistical yearbook of the National Health Service and is updated to the year 2017. The total beds available in public facilities are 151,646 (2.5 per thousand inhabitants ), which added to the over 40 thousand units included in private structures represent a 30% decrease compared to the year 2000. The only region in line with the OECD average is Friuli Venezia Giulia, which has 5 places per thousand inhabitants, almost double the national average).

According to the World Health Organization, Italy has 164 thousand beds available for acute patients (272 per one hundred thousand inhabitants), a figure that has fallen by a third from 1980 to today. The places in intensive care are just over 3,700, which becomes 5,300 (8.4 per 100 thousand inhabitants) if we also consider private facilities. Currently, on the national territory, there are 1,028 patients hospitalized in intensive care due to Covid-19, of which 560 in Lombardy alone.

Source: Wired

Ei fu. Silvio e la Sanità

Nell’ultima campagna elettorale nell’autunno 2022 Silvio Berlusconi, ancora leader di Forza Italia, aveva promesso che il diritto alla salute sarebbe stato garantito in tutto il Paese e che medici ed infermieri sarebbero stati valorizzati per la loro professionalità, anche con adeguate remunerazioni. Accessibilità ai servizi sanitari e riduzione del fenomeno delle lunghe liste d’attesa per visite ed interventi sono state le sue ultime promesse elettorali. In realtà i governi Berlusconi hanno tagliato la spesa sanitaria già nel suo secondo governo (2001-2005) con il decreto legge n.347 del 18 Settembre 2001 “Interventi urgenti in materia di spese per l’assistenza sanitaria”.

Anche la Sanità, per Berlusconi, era un affare

Dei Governi Berlusconi si ricorda anche una politica di tagli ai danni del Sistema Sanitario Nazionale
Of Berlusconi Governments we remembered also a cuts politic against italian Public National Health

Silvio Berlusconi, quattro volte Presidente del Consiglio, è morto oggi all’ospedale San Raffaele di Milano. Ne danno notizia le maggiori testate giornalistiche del mondo, dalla BBC alla CNN ad Al Jazeera.

Ne parlano in ogni angolo del globo. Anche il pontefice twitta il suo cordoglio dall’ospedale Gemelli di Roma. Mosca lo definisce un grande statista europeo e un visionario, sono ampiamente note le sue relazioni amichevoli con Vladimir Putin in contrasto con le posizioni atlantiste assunte dai governi che ha guidato.

È considerato un rivoluzionario che ha cambiato profondamente la vita, il costume, la comunicazione, la politica italiana. Ha creato la televisione commerciale, togliendo il monopolio alla Rai, senza canone ma con tanta pubblicità. Ha ideato il centro destra.

Malato di una grave forma di leucemia cronica, si è spento dopo l’ultimo ricovero per un improvviso peggioramento delle stato di salute. Anche se ufficialmente era entrato in ospedale per essere sottoposto ad alcuni accertamenti clinici anticipatamente rispetto al percorso di cura cui era sottoposto, si intuiva che, in ragione dell’età e della chemioterapia, la fine fosse ormai vicina. I funerali di Stato si svolgeranno mercoledì nel Duomo a Milano. La camera ardente sarà allestita a Mediaset.

Il Quirinale lo definisce un protagonista di lunghe stagioni della politica italiana delle istituzioni repubblicane, un leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi. Ottenne consensi così larghi da poter comporre una maggioranza e un governo. La sua leadership ha plasmato una nuova geografia della politica italiana affrontando eventi di portata globale, dalle Torri Gemelle alla lotta al terrorismo internazionale sino agli sconvolgimenti finanziari alla fine del primo decennio del nuovo secolo.

Il Presidente Mattarella lo considera una persona dotata di grande umanità e un innovatore nel suo campo, che ha saputo conquistare posizioni di assoluto rilievo nell’industria televisiva e nel settore dei media, ben prima del suo impegno diretto nelle istituzioni.

Silvio Berlusconi è stato infatti un imprenditore di grande successo, un miliardario diventato un controverso e divisivo leader politico italiano, dopo aver formato un partito nuovo. È stato un uomo incredibilmente popolare con una forte personalità. Dal 1994 ha dominato la politica e la cultura italiana. È stato un uomo di luce ed ombra che ha segnato un’epoca ed ha conosciuto la gloria e il declino.

Come per ogni lutto, questa figura celebre e carismatica, molto complessa, merita cordoglio e rispetto. Era un uomo di potere, non solo economico, amato ed odiato a seconda del giudizio politico ed umano. È stato un uomo dei conflitti di interesse che sono stati accomodati. Come uomo che ha lasciato un segno nella storia del Paese, viene oggi ricordato per il buono e meno buono che ha realizzato.

È passato attraverso grandi opere e grandi inchieste, tra processi giudiziari, sentenze, condanne ed imbarazzi nello scenario mondiale. Un politico showman, scrivono i giornali americani. Un libertario e un libertino, tra grandi eventi della storia e scandalose vicende personali. Ha portato a modo suo l'”american dream” e l'”I can” in Italia.

Nell’ultima campagna elettorale nell’autunno 2022 Silvio Berlusconi, ancora leader di Forza Italia, aveva promesso che il diritto alla salute sarebbe stato garantito in tutto il Paese e che medici ed infermieri sarebbero stati valorizzati per la loro professionalità, anche con adeguate remunerazioni. Accessibilità ai servizi sanitari e riduzione del fenomeno delle lunghe liste d’attesa per visite ed interventi sono state le sue ultime promesse elettorali.

Non è facile per chi governa risolvere i problemi del sistema sanitario, sia perché mancano troppi medici sia perché la nostra Costituzione attribuisce gran parte delle responsabilità in materia sanitaria non allo Stato nazionale ma alle singole Regioni. Ma i cittadini italiani devono avere tutti gli stessi diritti in ogni Regione.

Berlusconi dichiarava che ci sono molte cose che non funzionano nel nostro sistema sanitario, innanzitutto le liste di attesa che costringono le persone malate a compiere lunghi viaggi da una Regione all’altra per trovare cure immediate e migliori. Lo riteneva inaccettabile.

In realtà i governi Berlusconi hanno tagliato la spesa sanitaria già nel suo secondo governo (2001-2005) con il decreto legge n.347 del 18 settembre 2001 “Interventi urgenti in materia di spese per l’assistenza sanitaria”. Da un rapporto dettagliato della Fondazione Gimbe sui tagli alla sanità nel decennio 2010-2019 emerge che i fondi sono stati sistematicamente tagliati nonostante un crescente e costante aumento del fabbisogno sanitario nazionale.

Si calcola che il massimo dei tagli sia avvenuto tra il 2010 e il 2015, sotto i governi Berlusconi e Monti, ritenuti i primi responsabili di questo dissesto ed imitati dai governi che li hanno seguiti. Essi hanno tolto con varie manovre finanziarie ben 25 miliardi alla salute. Altri 12 ne sono stati tolti nel periodo 2015-2019 con un definanziamento che ha assegnato meno risorse al SSN rispetto ai livelli programmati.

“In dieci anni sono stati sottratti alla sanità pubblica 37 miliardi. Tutti i governi hanno prelevato i fondi destinati alla spesa sanitaria per esigenze di finanza pubblica, sgretolando progressivamente, secondo Gimbe, la più grande opera pubblica mai costruita in Italia. Il Servizio Sanitario Nazionale.”

Salute: il capitolo di spesa pubblica più facilmente aggredibile

Anche la Sanità, per Berlusconi, era un affare, almeno in Lombardia. Con un capitalismo definito compassionevole, ha creato cliniche private, colossi della sanità con milioni di profitti come San Donato, San Raffaele, Humanitas. Si tratta di strutture eccellenti ma non sono il SSN. Possono essere complementari ma non sostitutive. Il diritto alla salute è un bene pubblico che lo Stato dovrebbe costituzionalmente impegnarsi a garantire e a tutelare.

Anche Berlusconi pertanto ha contribuito a smantellare la sanità pubblica italiana che nel 2023, con oltre 40 miliardi di tagli complessivi, appare devastata. Viene imposta ancora austerità.

Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta, muta pensando all’ultima ora dell’uom fatale. E mi ritornano in mente i famosi versi di Manzoni, come epitaffio per Berlusconi, un’iscrizione sepolcrale con il quale si possono celebrare, anche se non è Napoleone, le sue lodi di defunto illustre. Il lungo addio sarà caratterizzato da omaggi ed onori anche se non è stato un santo, né un eroe.

Autore: Monica Vaccaretti, infermiera

Fonte: Nurse 24

English translate

He was. Silvio and Italian Healthcare

In the last electoral campaign in autumn 2022, Silvio Berlusconi, still leader of Forza Italia, promised that the right to health would be guaranteed throughout the country and that doctors and nurses would be valued for their professionalism, including with adequate remuneration. Accessibility to health services and reduction of the phenomenon of long waiting lists for visits and operations were his latest electoral promises. In reality, the Berlusconi governments cut healthcare spending already in his second government (2001-2005) with law decree n.347 of 18 September 2001 “Urgent interventions regarding healthcare expenditure”.

Even healthcare, for Berlusconi, was a business

Silvio Berlusconi, four-time Prime Minister, died today at the San Raffaele hospital in Milan. The major newspapers in the world report it, from the BBC to CNN to Al Jazeera.

They talk about it in every corner of the globe. The pontiff also tweets his condolences from the Gemelli hospital in Rome. Moscow defines him as a great European statesman and a visionary, his friendly relations with Vladimir Putin are widely known in contrast to the Atlanticist positions taken by the governments he led.

He is considered a revolutionary who profoundly changed Italian life, customs, communication and politics. He created commercial television, taking away the monopoly from Rai, without license fees but with lots of advertising. He created the center right.

Suffering from a serious form of chronic leukemia, he passed away after his last hospitalization due to a sudden worsening of his health. Even though he had officially entered the hospital to undergo some clinical tests ahead of the course of treatment he was undergoing, it was clear that, due to his age and chemotherapy, the end was now near. The state funeral will take place on Wednesday in the Duomo in Milan. The funeral chapel will be set up in Mediaset.

The Quirinale defines him as a protagonist of long seasons of Italian politics of republican institutions, a political leader who has marked the history of our Republic, impacting paradigms, uses and languages. He obtained such broad consensus that he was able to compose a majority and a government. His leadership shaped a new geography of Italian politics by addressing events of global scope, from the Twin Towers to the fight against international terrorism up to the financial upheavals at the end of the first decade of the new century.

President Mattarella considers him a person endowed with great humanity and an innovator in his field, who has been able to conquer positions of absolute importance in the television industry and in the media sector, well before his direct commitment to the institutions.

Silvio Berlusconi was in fact a very successful entrepreneur, a billionaire who became a controversial and divisive Italian political leader, after forming a new party. He was an incredibly popular man with a strong personality. Since 1994 it has dominated Italian politics and culture. He was a man of light and shadow who marked an era and knew glory and decline.

As with any loss, this famous and charismatic, very complex figure deserves condolence and respect. He was a man of power, not only economically, loved and hated depending on political and human judgement. He was a man of conflicts of interest that were accommodated. As a man who left a mark on the country’s history, he is remembered today for the good and not so good he accomplished.

It has gone through great works and great investigations, including judicial trials, sentences, convictions and embarrassments on the world stage. A political showman, the American newspapers write. A libertarian and a libertine, between great events in history and scandalous personal events. He brought the “American dream” and the “I can” to Italy in his own way.

In the last electoral campaign in autumn 2022 Silvio Berlusconi, still leader of Forza Italia, promised that the right to health would be guaranteed throughout the country and that doctors and nurses would be valued for their professionalism, including with adequate remuneration. Accessibility to health services and reduction of the phenomenon of long waiting lists for visits and operations were his latest electoral promises.

It is not easy for those in government to resolve the problems of the healthcare system, both because there are too many doctors missing and because our Constitution attributes a large part of the responsibilities in healthcare matters not to the national State but to the individual Regions. But Italian citizens must have all the same rights in every Region.

Berlusconi declared that there are many things that don’t work in our healthcare system, first and foremost the waiting lists that force sick people to make long journeys from one region to another to find immediate and better care. He found it unacceptable.

In reality, the Berlusconi governments cut healthcare spending already in his second government (2001-2005) with law decree n.347 of 18 September 2001 “Urgent interventions regarding healthcare expenditure”. A detailed report by the Gimbe Foundation on healthcare cuts in the decade 2010-2019 shows that funds have been systematically cut despite a growing and constant increase in national health needs.

It is estimated that the maximum cuts occurred between 2010 and 2015, under the Berlusconi and Monti governments, considered primarily responsible for this disruption and imitated by the governments that followed them. Through various financial maneuvers they have taken as much as 25 billion from healthcare. Another 12 were removed in the period 2015-2019 with a defunding that allocated fewer resources to the NHS than planned levels.

“In ten years, 37 billion have been subtracted from public healthcare. All governments have withdrawn the funds intended for healthcare spending for public finance needs, progressively crumbling, according to Gimbe, the largest public work ever built in Italy. The National Health Service .”

Health: the most easily attackable chapter of public spending

Even Healthcare, for Berlusconi, was a business, at least in Lombardy. With a capitalism defined as compassionate, it has created private clinics, healthcare giants with millions of profits such as San Donato, San Raffaele, Humanitas. These are excellent facilities but they are not the NHS. They can be complementary but not substitutes. The right to health is a public good that the State should constitutionally undertake to guarantee and protect.

Berlusconi has therefore also contributed to dismantling Italian public healthcare which in 2023, with over 40 billion in total cuts, appears devastated. More austerity is imposed.

He was. Since motionless, given the mortal sigh, the remains remained oblivious to such a breath, so struck, the earth is astonished at the nuncio, silent thinking of the last hour of the fatal man. And Manzoni’s famous verses come to mind, as an epitaph for Berlusconi, a sepulchral inscription with which one can celebrate his praises as an illustrious deceased, even if he is not Napoleon. The long farewell will be characterized by tributes and honors even if he was not a saint or a hero.

Author: Monica Vaccaretti

Source: Nurse 24

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

IL GIORNALISTA DI AL JAZEERA WAEL AL-DAHDOUH HA LASCIATO GAZA ED E’ ARRIVATO IN QATAR. ISRAELE HA UCCISO GRAN PARTE DELLA SUA FAMIGLIA

Wael Al-Dahdouh, il veterano giornalista di Al-Jazeera al quale è stata uccisa tutta la sua famiglia da Israele
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/16/il-giornalista-di-al-jazeera-wael-al-dahdouh-ha-lasciato-gaza-ed-e-arrivato-in-qatar-israele-ha-ucciso-gran-parte-della-sua-famiglia/7412584/

Dopo 102 giorni di guerra e di lavoro sul campo, il giornalista palestinese di Al Jazeera Wael Al-Dahdouh ha lasciato la Striscia di GazaIl suo volto e la sua storia avevano fatto il giro del mondo a ottobre, quando aveva appreso in diretta tv della morte di 12 familiari rifugiati nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. La sua famiglia si era rifugiata lì dopo essere stata sfollata da Gaza. Tra le vittime anche la moglie, la figlia e un figlio del giornalista. Un “veterano coraggioso”, lo aveva definito il direttore dell’emittente del Qatar, 

Mohamed Moawad denunciando “l’assalto indiscriminato da parte delle forze di occupazione”. Il 7 gennaio l’esercito israeliano aveva ucciso anche il figlio maggiore, il 29enne Hamza Al-Dahdouh, anche lui cronista per Al Jazeera, colpito a Khan Younis da un drone. Insieme a lui era morto anche il giornalista Mustafa Thraya.

Wael Al-Dahdouh, 53 anni, è il capo dell’ufficio di corrispondenza di Al Jazeera nella Striscia di Gaza. Le autorità egiziane sono riuscite a farlo entrare nel Paese, insieme ad alcuni suoi parenti, martedì 16 gennaio, attraverso il valico di Rafah. Una fonte della sicurezza egiziana ha riferito all’Ansa che successivamente il reporter è decollato dall’aeroporto di Al-Arish con un aereo militare del Qatar. Secondo l’Afp, a Doha sarà sottoposto alle cure per la ferita riportata durante l’attacco israeliano che ha ucciso, tra gli altri, il suo operatore Samer Abu Daqqa, morto dissanguato. Anche in quel caso Al-Dahdouh era tornato subito al lavoro, e la sua immagine con il giubbetto press, il microfono e il braccio fasciato era stata ripresa in tutto il mondo e vista da molti come esempio di dedizione assoluta alla professione e all’informazione.

Su Facebook, il sindacato dei giornalisti palestinesi ha ringraziato “tutte le agenzie statali egiziane e coloro che si sono impegnati per aiutare nel caso di Wael Dahdouh e per curare i palestinesi feriti”. Secondo il conteggio fatto dal Committee to Protect Journalists, sono almeno 82 i giornalisti uccisi dal 7 ottobre a oggi. E di questi 74 sono morti nella Striscia di Gaza. Dall’inizio delle ostilità sono morti sotto i raid israeliani quasi 24mila e 300 palestinesi, in gran parte bambini, donne e adolescenti.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

UFFICIO MEDIA GAZA: IL GIORNALISTA AHMAD BDAIR MARTIRIZZATO IN UN BOMBARDAMENTO ISRAELIANO A DEIR AL-BALAH, 10 GENNAIO 2024


GAZA MEDIA OFFICE: JOURNALIST AHMAD BDEIR MARTYRED IN ISRAELI SHELLING

January 10th 2024 | 16:10

https://www.lbcgroup.tv/news/middleeastnews/746481/gaza-media-office-journalist-ahmad-bdeir-martyred-in-israeli-shelling/en

The Gaza Government Media Office reported on Wednesday the martyrdom of journalist Ahmad Bdeir due to Israeli shelling on a house adjacent to the Al-Aqsa Martyrs Hospital in central Gaza.

Traduzione in italiano

L’Ufficio stampa del governo di Gaza ha riferito mercoledì del martirio del giornalista Ahmad Bdeir a causa del bombardamento israeliano su una casa adiacente all’ospedale dei martiri di Al-Aqsa nel centro di Gaza.

https://english.almayadeen.net/latestnews/2024/1/10/israeli-forces-assassinate-palestinian-journalist-ahmad-bdei
https://de.linkedin.com/in/ahmadbdair

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto al Cambiamento Climatico in atto

CHI E’ HAMZA AL-DAHDOUH, IL GIORNALISTA UCCISO NELL’AREA SICURA DI AL MAWASI A RAFAH DA UN RAID ISRAELIANO: IL PADRE WAEL SCOPRI’ IN DIRETTA LA MORTE DELLA SUA FAMIGLIA

Sono deceduti Mustafa Thraya e Hamza Al-Dahdouh. Quest’ultimo è il figlio di Wael Dahdouh che lo scorso ottobre ha perso quattro suoi familiari a Gaza. I fatti accaduti nell’area definita sicura di Al Mawasi vicino Khan Younis.

ESTERI – di Redazione Web – 7 Gennaio 2024

https://www.unita.it/2024/01/07/chi-e-hamza-al-dahdouh-il-giornalista-ucciso-a-gaza-da-un-raid-israeliano-il-padre-scopri-in-diretta-la-morte-della-sua-famiglia/

Due giornalisti sono stati uccisi in un attacco israeliano a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese WAFA. Secondo quanto riferito da alcune fonti un drone israeliano avrebbe sparato un missile contro un veicolo che trasportava giornalisti nell’area di Al-Mawasi, a ovest di Khan Younis, uccidendo il reporter 29enne Hamza Al-Dahdouh, e il giornalista Mustafa Thraya che viaggiava accanto a lui nell’automezzo.

Israele-Hamas: ultime notizie

L’attacco aereo ha causato anche il ferimento di due giornalisti, Ahmed Al-Burash e Amer Abu Amr, che lavoravano entrambi per Palestine Today TVHamza è il figlio del capo dell’ufficio di corrispondenza dell’emittente Al Jazeera nella regione palestinese Wael Dahdouh, che nei bombardamenti aveva già perso la moglie, una figlia di 7 anni, un nipotino e un altro figlio di 15 anni. Stando alle informazioni disponibili, Hamza Dahdouh è stato colpito a morte in un raid nell’area definita sicura di Al Mawasi vicino Rafah.

Israele-Hamas: cosa è accaduto a Gaza

Un missile avrebbe centrato l’automobile a bordo della quale viaggiava. Secondo l’Ufficio dei media di Gaza, un organismo governativo, gli operatori dell’informazione uccisi nella regione palestinese dal 7 ottobre sono circa cento. In una nota l’assassinio di Dahdouh e Thuraya è definito “un crimine odioso” commesso “dall’esercito di occupazione di Israele contro i giornalisti“. Nel testo l’Ufficio denuncia “una guerra di genocidio contro la popolazione indifesa della Striscia di Gaza“.

Fonte: L’Unità

Traduzione inglese

Mustafa Thraya and Hamza Al-Dahdouh have passed away. The latter is the son of Wael Dahdouh who lost four of his family members in Gaza last October. The events occurred in the safe area of ​​Al Mawasi near Rafah.

Two journalists were killed in an Israeli attack in Rafah, in the south of the Gaza Strip. This was reported by the Palestinian news agency WAFA. According to some sources, an Israeli drone fired a missile at a vehicle carrying journalists in the area of Al-Mawasi, west of Khan Younis, killing 29-year-old reporter Hamza Al-Dahdouh, and journalist Mustafa Thraya who was traveling next to him in the vehicle.

Israel-Hamas: latest news

The airstrike also injured two journalists, Ahmed Al-Burash and Amer Abu Amr, both of whom worked for Palestine Today TV. Hamza is the son of the head of the correspondent office of the broadcaster Al Jazeera in the Palestinian region Wael Dahdouh, who had already lost his wife, a 7-year-old daughter, a grandson and another 15-year-old son in the bombings. According to available information, Hamza Dahdouh was shot dead in a raid in the designated safe area of ​​Al Mawasi near Rafah.

Israel-Hamas: what happened in Gaza

A missile would have hit the car he was traveling in. According to the Gaza Media Office, a government body, around one hundred media workers have been killed in the Palestinian region since October 7. In a note, the assassination of Dahdouh and Thuraya is defined as "a heinous crime" committed "by the Israeli occupation army Israeli Defence Force IDF against journalists". In the text the Office denounces "a war of genocide against the defenseless population of the Gaza Strip".

Source: L'Unità

Al-Mawasi, a district in west of Khan Younis, were today January 7 2024 were kill two Al Jazeera’s journalist Hamza and Mustafa.
https://www.google.com/maps/place/Al+Mawasi/@31.3470568,34.2563503,5355m/data=!3m1!1e3!4m6!3m5!1s0x14fd91270772c521:0x58c856e5c62b5934!8m2!3d31.348415!4d34.256136!16s%2Fm%2F025vym_?hl=it&entry=ttu

HAMZA, SON OF AL JAZEERA’S WAEL DAHDOUH, KILLED IN ISRAELI ATTACK IN GAZA

An Israeli attack targeted the car he was travelling in with two other journalists.

By Al Jazeera Staff Published On 7 January 2024

Hamza Dahdouh, the eldest son of Al Jazeera’s Gaza bureau chief, Wael Dahdouh, has been killed by an Israeli missile strike in the western part of Khan Younis, Gaza.

Journalist Mustafa Thuraya was also killed in the attack, when the vehicle they were travelling in near al-Mawasi, a supposedly safe area towards the southwest, was struck by the missile. A third passenger, Hazem Rajab, was seriously injured.

According to reports from Al Jazeera correspondents, Hamza and Mustafa’s vehicle was targeted as they were trying to interview civilians displaced by previous bombings.

Hamza Dahdouh shared this picture of him with his brother Mahmoud with a sad message bidding him farewell in October last year [Courtesy Dahdouh family]
https://www.aljazeera.com/news/2024/1/7/hamza-son-of-al-jazeeras-wael-dahdouh-killed-in-israeli-attack-in-gaza

Hamza, 27, was a journalist like his father. Mustafa was also in his 20s.

Speaking from the cemetery where his son had been laid to rest, Wael seemed subdued yet resigned, saying he was one of the droves of people in Gaza today who are bidding bitter farewells to their loved ones every day.

He vowed to remain on his path of showing the world what is happening in Gaza, despite the pain of one loss after another.

“Hamza was everything to me, the eldest boy, he was the soul of my soul… these are the tears of parting and loss, the tears of humanity,” he said.

The body of journalist Mustafa Thuraya is taken to the morgue of the Kuwaiti hospital in Rafah, Gaza after he and Hamza Dahdouh were killed in Khan Younis by an Israeli missile that hit their car on January 7, 2024 [Abed Zagout/Anadolu]

The Al Jazeera Media Network strongly condemned the attack, adding: “The assassination of Mustafa and Hamza … whilst they were on their way to carry out their duty in the Gaza Strip, reaffirms the need to take immediate necessary legal measures against the occupation forces to ensure that there is no impunity.”

Reacting to the news, Gaza’s media office condemned the killing of the two journalists, denouncing “in the strongest terms this heinous crime”.

Continuous pain

Hamza was extremely attached to his family and was devastated when he heard on October 25 that an Israeli raid had hit the house his family was sheltering at in the Nuseirat refugee camp.

Source: Al Jazeera

Traduzione in italiano

Un attacco israeliano ha preso di mira l'auto su cui viaggiava con altri due giornalisti.

Hamza Dahdouh, il figlio maggiore del capo dell'ufficio di Gaza di Al Jazeera, Wael Dahdouh, è stato ucciso da un attacco missilistico israeliano nella parte occidentale di Khan Younis, Gaza.

Anche il giornalista Mustafa Thuraya è rimasto ucciso nell'attacco, quando il veicolo su cui viaggiavano vicino ad al-Mawasi, una zona presumibilmente sicura verso sud-ovest, è stato colpito dal missile. Un terzo passeggero, Hazem Rajab, è rimasto gravemente ferito.

Secondo quanto riferito dai corrispondenti di Al Jazeera, il veicolo di Hamza e Mustafa è stato preso di mira mentre cercavano di intervistare i civili sfollati a causa dei precedenti bombardamenti.

Hamza, 27 anni, era un giornalista come suo padre. Anche Mustafa aveva vent'anni.

Parlando dal cimitero dove suo figlio era stato sepolto, Wael sembrava sottomesso ma allo stesso tempo rassegnato, dicendo che era una delle folle di persone che oggi a Gaza danno amari addii ai loro cari ogni giorno.

Ha promesso di continuare a mostrare al mondo cosa sta accadendo a Gaza, nonostante il dolore di una perdita dopo l’altra.

"Hamza era tutto per me, il figlio maggiore, era l'anima della mia anima... queste sono le lacrime della separazione e della perdita, le lacrime dell'Umanità", ha detto.


Fonte: Al Jazeera



https://www.aljazeera.com/program/newsfeed/2024/1/7/al-jazeera-journalist-wael-dahdouhs-son-killed-in-gaza-by-israeli-attack
Wael and Hamza Al-Dahdouh, Al Jazeera’s journalists Father and Son

Mustafa Thraya, 20 and Hamza Al-Dahdouh, 27
Hamza Al-Dahdouh, 27 the first Wael Al-Dahdouh’s son killed by an armed drone launched to his car from Israeli Defence Force (IDF) in Al Mawasi, west of Khan Younis
Wael Al-Dahdouh and his first son Hamza, both Al Jazeera’s journalists. The young biy that was only 27, was brutally murder by an Israeli armed drone today January 7th 2024 in Al-Mawasi, west of Khan Younis, 90 days exactly after Hamas attack in Tel Aviv of October 7th

Journalists bid farewell to their colleague, Hamza Wael, who was killed by an Israeli air strike that targeted his car in Khan Younis, south of the Gaza Strip. 7.1.24 صحفيون يودعون زميلهم الصحفي حمزة الدحدوح الذي استشهد في قصف جوي إسرائيلي استهدف سيارته في رفح جنوب قطاع غزة.

https://x.com/EyeonPalestine/status/1744083488846881122

Dopo aver provveduto personalmente alla stesura di questo articolo direttamente sul mio blog, annuncio che mi sono veramente stufato e veramente incazzato di continuare a vedere attacchi genocidi israeliani su una popolazione indifesa che non fa parte di uno Stato riconosciuto e che quindi non si può difendere con un proprio esercito regolare, ma soltanto con un gruppo di valorosi guerriglieri di Hamas, i componenti dell’ala armata rivoluzionaria del Movimento di Liberazione della Palestina (OLP). Per me la situazione nella Striscia di Gaza è molto grave e va particolarmente attenzionata, elevandola a stato di grave emergenza massima che mina la pace a livello internazionale, pertanto tra pochi minuti manderò una mail dettagliata al Segretario delle Nazioni Unite a New York, il portoghese Antonio Guterres ed in copia alla Corte Penale Internazionale de L’Aia in Olanda in cui richiederò formalmente quattro cose:

1. protezione totale dei civili palestinesi con l’esercito dei caschi blu dell’ONU;

2. protezione dei corridoi umanitari per impedire che Israele ci spari sopra quando i palestinesi decidono di lasciare la terra in cui vivono;

3. chiedere un cessate il fuoco immediato ed una pace immediata e permanente, perché di vedere questi scempi per un altro anno, io non ne ho alcuna intenzione!

4. L’immediata deposizione di Netanyahu dall’incarico di Primo Ministro israeliano da parte della Comunità ebraica giudea della Torah, l’emissione di un mandato di arresto internazionale o le accuse di genocidio e crimini di guerra, da estendere ai suoi ministri della Difesa e della Guerra Gallant e Gantz.

Ritengo sia un fatto molto grave che mina la pace a livello internazionale quando un’intera armata israeliana, supportata dagli americani mediante la fornitura di armi e bombe di ultima generazione NK84, lancia degli attacchi genocidi nei riguardi di persone che esercitano professioni dove si tende ad esprimere il libero pensiero come giornalisti e medici. Tutto questo non può, non deve essere accettato a livello umano, in quanto rappresenta una palese violazione dei diritti umani nel caso dei giornalisti e della Convenzione di Ginevra del 1949 che proibisce ad un esercito di qualsiasi nazionalità, di attaccare deliberamente e criminalmente ospedali e strutture sanitarie dove vi trovano rifugio civili inermi in attesa di cure mediche e curati da una categoria come quella dei medici che è la più importante del Mondo, come quella dei giornalisti. Nella vita Israele il rispetto se lo deve saper guadagnare con metodi leciti e ci sono spregevoli personaggi che pensano di conquistarlo seminando paura, odio e violenza al quale io risponderò perentoriamente e fermante con l’amore e la resilienza, la stessa che permette a questa magnifica, ammirevole, valorosa popolazione palestinese che sta dimostrando al Mondo intero un esempio di dignità e coraggio senza pari contro la civiltà americana del capitalismo, della globalizzazione e dell’omologazione, una popolazione alla quale va tutto il mio rispetto.

English translate

After having personally written this article directly here on my blog, I announce that I'm very tired and very angry of continuing to see Israeli genoid attacks on a defenseless population that is not part of a recognized state and therefore cannot defend itself with its own regular army , but only with a group of brave Hamas guerrillas, the members of the revolutionary armed wing of the Palestinian liberation movement PLO. The situation in the Gaza Strip is very serious and requires particular attention, raising it to a state of an international maximum emergency that affect International Peace, therefore in a few minutes, I will send a detailed email to the Secretary of the United Nations in New York, the portuguese Antonio Guterres, copied to the International Criminal Court of The Hague in Netherland where I will formally request four things: 

1. total protection of Palestinian civilians with the UN blue helmet army;
2. protection of humanitarian corridors to prevent Israel from firing on them when Palestinians decide to leave the land they live in;
3. ask for a cease fire and immediate permanent peace, because I have no intention of seeing this havoc for another year!

4. The immediate deposition of Netanyahu as Prime Minister of Israel by the Jewish Torah Jewish Community, the issuance of an international arrest warrant or charges of genocide and war crimes, to be extended to his ministers of Defense and War Gallant and Gantz.

I believe it's a very serious fact that undermines peace at an international level when an entire Israeli army, supported by the Americans through the supply of latest generation NK84 weapons and bombs, launches genocidal attacks against people who practice professions where there is a tendency to express free thought as journalists and doctors. All this cannot, must not be accepted on a human level, as it represents a clear violation of human rights in the case of journalists and of the 1949 Geneva Convention which prohibits an army of any nationality from deliberately and criminally attacking hospitals and facilities health centers where defenseless civilians await medical treatment and are cared for by a category such as that of doctors, which is the most important in the World, like journalists. In life Israel have to know how to earn respect with lawful methods and there are despicable personages who think they can gain it by sowing fear, hatred and violence to which I will respond peremptorily and firmly with love and resilience, the same that allows this magnificent, admirable, valiant Palestinian population who is demonstrating to the whole world an example of unparalleled dignity and courage against the American civilization of capitalism, globalization and standardization, a population to which I have all my respect.
“Qui sommes nous? Le peuple humain de tous ceux en qui résonne la mort qui frappe, frappe est frappe encore. Depuis que la treve a été rompue et cela montre que n’est pas d’une treve dont nous avions besoin, mais d’un cessez-le feu, immediat, immediat, immediat!!! Gaza est en genocide comme Guernica!
https://www.aljazeera.com/program/inside-story/2024/1/8/what-international-solidarity-exists-with-journalists-under-israeli-attack

The killing of another Palestinian journalist in Deir Al Balah, central Gaza, January 10th 2024: Ahmed Bdair

https://www.lbcgroup.tv/news/middleeastnews/746481/gaza-media-office-journalist-ahmad-bdeir-martyred-in-israeli-shelling/en
https://www.giornalistitalia.it/gaza-3-giornalisti-uccisi-dagli-israeliani/ali-salem-abu-ajwa-hamza-wael-dahdouh-e-mustafa-thraya/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto al Cambiamento Climatico in atto

19 LUGLIO 2023: MUORE A 70 ANNI IL GIORNALISTA D’INCHIESTA ANDREA PURGATORI A CAUSA DI UNA BREVE MALATTIA FULMINANTE

Andrea Purgatori, noto giornalista inchiesta di La7 è morto questa mattina a 70 anni in un ospedale romano a causa di una breve malattia fulminante
https://www.imolaoggi.it/2023/07/19/morto-andrea-purgatori-giornalista/

È morto il giornalista, sceneggiatore e autore Andrea Purgatori.
Aveva 70 anni. Lo hanno comunicato i figli Edoardo, Ludovico e Victoria. Autore di reportage e conduttore televisivo, Purgatori è deceduto in ospedale a Roma dopo una malattia fulminante. Ha lavorato per anni al Corriere della Sera, dove si è occupato di terrorismo, intelligence e criminalità, per poi diventare anche docente di sceneggiatura e consigliere degli autori. Tra i suoi ultimi lavori la partecipazione al documentario “Vatican Girl”, sul caso di Emanuela Orlandi.

“Una mente brillante – sottolineano i familiari distrutti dal dolore – che ricordiamo recentemente nella trasmissione di La 7 Atlantide dove era autore e conduttore e in tempi più remoti come inviato in zone di guerra e autore delle più importanti inchieste giudiziarie italiane, poi ancora autore e sceneggiatore di tanti film e fiction televisive tra cui “Il Muro di Gomma“, “Fortapasc” e “Il Giudice Ragazzino“. 

 Fonte: tgcom24.mediaset.it

È morto Andrea Purgatori. Giornalista e autore, cercò la verità sulla strage di Ustica

Aveva 70 anni. Se n’è andato questa mattina, in ospedale, dopo una breve, fulminante malattia. Il suo impegno di cronista si concentrò anche su altri “misteri italiani”, tra cui la scomparsa di Emanuela Orlandi

https://www.rainews.it/articoli/2023/07/morto-andrea-purgatori-edc16d9f-e04c-4d6f-8439-6b224d97cf5b.html

E’ morto questa mattina in un ospedale di Roma, “dopo una breve fulminante malattia”, il giornalista, sceneggiatore, autore Andrea Purgatori. Era nato il 1° febbraio 1953. La notizia, data all’Ansa dai figli Edoardo, Ludovico, Victoria e dalla famiglia, rappresentata dallo studio legale Cau. Per anni al Corriere della Sera dove si è occupato di terrorismointelligencecriminalità, si dedicò con tenacia alla strage di Ustica del 1980. Autore di reportage, ha condotto con successo su La7 Atlantide. Docente di sceneggiatura, tra i suoi ultimi lavori la partecipazione al documentario Netflix Vatican Girl, sul caso di Emanuela Orlandi.

“Una mente brillante – sottolineano i familiari distrutti dal dolore – che ricordiamo recentemente nella trasmissione di La 7 Atlantide, dove era autore e conduttore, e in tempi più remoti, come inviato in zone di guerra e autore delle più importanti inchieste giudiziarie italiane, poi ancora autore e sceneggiatore di tanti film e fiction televisive tra cui Il muro di gommaFortapasc Il giudice ragazzino.

“Uno dei miei amici più cari” lo definisce Corrado Guzzanti su Instagram, con cui Purgatori aveva collaborato in diversi film. “Grande giornalista, grande autore, compagno di molte follie come ‘Il caso Scafroglia’, ‘Fascisti su Marte’ e ‘Aniene’. “Un abbraccio a tutti quelli che gli hanno voluto bene, e sono tantissimi” scrive ancora Guzzanti.

Intervenendo in Aula, a Palazzo Madama, il senatore del Pd Valter Verini ha sottolineato l’importanza dell’opera di Purgatori nel giornalismo d’inchiesta: “A lui si devono tante inchieste sui casi scottanti del terrorismo nazionale e internazionale, su fatti di cronaca importanti. Indagò su Ustica e scoprì la verità sul muro di gomma costruito attorno a quella tragedia. A lui si deve la sceneggiatura del film Fortapasc o del film Il giudice ragazzino su Rosario Livatino. Ha condotto Atlantide, ha lavorato al Corriere della Sera. Purgatori ha onorato il giornalismo di inchiesta. La sua scomparsa rappresenta una grave perdita per il Paese”.

Fonte: Rainews

Continuano i dubbi sulla morte di Andrea Purgatori: diagnosi sospette e liti fra luminari

A uccidere il giornalista potrebbe essere stata un’infezione contratta quando il suo corpo era ormai stremato da cure che si sospetta siano state errate, perché errata, è il timore, sarebbe stata stata la diagnosi

22 Luglio 2023 Aggiornato alle 11:20

Continuano i sospetti sulla morte di Andrea Purgatori, sulla quale è stata aperta un’indagine in cui si ipotizza il reato di omicidio colposo. A uccidere Andrea Purgatori potrebbe essere stata un’infezione contratta quando il suo corpo era ormai stremato da cure che si sospetta siano state errate, perché errata, è il timore, sarebbe stata stata la diagnosi comunicata al giornalista dai medici della Casa di cura Pio XI, a Roma.

https://www.huffingtonpost.it/cronaca/2023/07/22/news/continuano_i_dubbi_sulla_morte_di_andrea_purgatori_diagnosi_sospette_e_liti_fra_luminari-12950314/

Purgatori, la lite tra i luminari, le diagnosi in conflitto e l’infezione fatale: tutte le ombre sulla morte del giornalista

Cartelle cliniche sequestrate e due persone iscritte nel registro degli indagati dopo la denuncia presentata dalla famiglia. Martedì l’autopsia. La difesa: dimostreremo la correttezza del nostro operato

Il giornalista d’inchiesta romano Andrea Purgatori
https://www.lastampa.it/cronaca/2023/07/22/news/le_terapie_lombra_dellerrore_i_segni_di_unischemia_ecco_cosa_si_sa_della_morte_di_purgatori-12959763/

EDOARDO IZZO

22 Luglio 2023 Aggiornato alle 15:03

ROMA. L’inchiesta della procura di Roma sulla morte di Andrea Purgatori ha subito una decisa accelerazione. Sono due gli indagati per il decesso del giornalista: il professor Gianfranco Gualdi, radiologo dal curriculum importante – specialista in Radiologia Diagnostica – direttore della “U.O.C. Radiologia d’Urgenza” presso l’ospedale “Umberto I” di Roma e professore ordinario-straordinario di Radiologia d’Urgenza presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza – ed un suo stretto collaboratore. Entrambi in servizio nella Casa di cura Pio XI, nel quartiere Aurelio, a poca distanza dal Vaticano. Una struttura di tutto rispetto e conosciuta più per i ricoveri di Vescovi e Cardinali che per gli errori medici. Nella giornata di ieri i carabinieri del Nas hanno sequestrato le cartelle cliniche nelle strutture dove Purgatori, deceduto il 19 luglio scorso all’ospedale Umberto I dopo una «breve e fulminante malattia», era stato in precedenza. L’iscrizione dei due sul registro degli indagati da parte dei magistrati romani è arrivata dopo la denuncia presentata dalla famiglia del giornalista di Atlantide. Il calvario di Purgatori era iniziato lo scorso 24 aprile.

L’esposto

L’obiettivo delle indagini è quello contenuto nell’esposto presentato dai familiari e citato in un pezzo di “Il Domani”: verificare la correttezza della diagnosi refertata a Purgatori nella clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte; verificare se per eventuali errori diagnostici non siano state omesse le cure effettivamente necessarie. Nell’ipotesi della famiglia e dei figli del giornalista, Edoardo, Ludovico e Victoria, infatti, ci sarebbe stato un errore nell’individuare la patologia e di conseguenza, la scelta terapeutica ne potrebbe aver accelerato la morte. E per questo che hanno sollecitato l’inchiesta per capire, come del resto era nello spirito di Purgatori, fino al 2000 inviato di punta del Corriere.

Le incognite

La domanda cruciale è se Purgatori avesse o meno delle metastasi al cervello come sembrerebbe essere emerso dalle radiografie effettuate nella clinica che lo ha seguito, la Pio XI, in conseguenza delle quali è stato sottoposto a una pesante radioterapia. Nel corso dei successivi accertamenti medici, nella clinica Villa Margherita e con il medico Alessandro Bozzao, professore ordinario della Sapienza, viene invece esclusa la presenza di metastasi. Questo parere ha portato a una vera e propria lite tra luminari. Dall’esame a Villa Margherita, infatti, non sarebbero emerse metastasi, bensì i segni di un’ischemia. Il professor Bozzao è così sorpreso da ripetere una seconda volta l’esame, incrociandolo con quello eseguito alla Pio XI, prima di emettere il suo verdetto: non solo le metastasi non ci sono, ma non ci sarebbero mai state. Di qui il dubbio di un grave errore diagnostico sollevato dai familiari cui potrà dare una prima risposta solo l’autopsia, probabilmente già lunedì presso l’istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata. A causare la morte del giornalista sarebbe stata un’infezione che lo ha colpito nel momento in cui era più debole. Ora sarà importante l’esito dell’esame autoptico per capire se ci siano stati errori e di che tipo.

Andrea Purgatori, i funerali alla Chiesa degli artisti: la bara portata dai vigili del fuoco. Anche Saviano e Mentana per l’ultimo saluto

di F. Q. | 28 LUGLIO 2023

Il feretro di Andrea Purgatori, morto a Roma lo scorso 19 luglio, è arrivato intorno alle 9.50 nella Basilica di Santa Maria in Montesanto per i funerali. La bara è stata portata a spalla dentro la chiesa da quattro vigili del fuoco. Subito dietro i tre figli Edoardo, Victoria e Ludovico. Presenti alle esequie, tra colleghi e amici, anche Roberto Saviano, il regista Enrico Vanzina i colleghi a La7, Enrico

Mentana e Luca Telese. “L’ho conosciuto nel ’98 alla redazione del Corriere della Sera – ha ricordato Telese – ero l’ultimo arrivato e lui un grande inviato ma si fermava a raccontarti dettagli dei suoi pezzi. Abbiamo perso un grande maestro e amico“.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/07/28/andrea-purgatori-i-funerali-alla-chiesa-degli-artisti-la-bara-portata-dai-vigili-del-fuoco-anche-saviano-e-mentana-per-lultimo-saluto/7244863/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

12 GIUGNO 2023: MUOIONO SILVIO BERLUSCONI 86 ANNI E FRANCESCO NUTI 68 ANNI, LA CATTIVA E LA BUONA ITALIA

La morte di Silvio Berlusconi (Silvio Berlusconi’s death)

Silvio Berlusconi 86 anni: l’uomo imprenditore e politico che giocava a fare Highlander si è dovuto arrendere alla leucemia mielomonocitica cronica.
Francesco Nuti, attore e regista toscano muore a soli 68 anni per l’aggravamento della sua malattia, era malato da tempo probabilmente a causa di una malattia neurodegenerativa, il morbo di Parkinson.
Nicola “Nichi” Vendola, storico Presidente della Regione Puglia dal 2005 al 2015, eletto con il partito di Sinistra Ecologia e Libertà. E’ l’uomo di sinistra più lungimirante che ha maggiormente compreso il Silvio Berlusconi politico ed il berlusconismo con cui dovremmo continuare a fare i conti nell’immediato futuro.
Lo sguardo lungo di Nichi Vendola che sul Berlusconi politico ci vide…molto lungo!
Un Nichi Vendola maturo che oggi vive in Canada con il suo compagno di vita

L’appeal di Nichi Vendola sta tutto nel berlusconismo

Solo il Governatore della Puglia ha davvero compreso Silvio Berlusconi. La sua scelta evocativa, il suo linguaggio ampolloso, spesso confinante con la prosa letteraria, ha saputo abbracciare il consenso di una parte del popolo della sinistra, orfano di riferimenti chiari. E meno di un anno fa diceva: «Berlusconi è un individuo geniale che ha vinto, prima che nelle urne, nei sogni e negli incubi degli italiani»

Redazione 12/01/2011 – 20:11

L’unico ad averlo capito è Nichi Vendola. L’era berlusconiana non è finita, anzi sopravviverà al suo stesso creatore. Le logiche, il modo di fare politica, la struttura stessa dei partiti non potrà più ritornare a vivere i giorni del ‘900. Il passato, seppur maestro di esperienza ha giocato i suoi giorni. Il linguaggio del nostro presente, le aspettative, persino la maniera con cui ci relazioniamo sono profondamente differenti da quelli del secolo scorso. Berlusconi ha interpretato, compreso, assimilato, persino assecondato e condotto i pensieri della nostra epoca. Forse prima di lui, nessuno ha saputo incarnare così efficacemente la società italiana. Questo è un dato positivo? E’ un bene, un male? Corrisponde alle nostre aspettative, ne siamo felici o profondamente infastiditi? Tutto ciò conta poco e soprattutto rappresenta una prospettiva errata per analizzare il presente.

Il dato “Berlusconi” è un fatto incontrovertibile, è la realtà che si palesa.
 Egli ha saputo vivere la politica e la vita da Star, sapendo annettere tutte le contraddizioni dell’umano, facendole rivivere nella quotidianità. Abbiamo tutti imparato a chiamarlo per nome. Era capitato solo con Giulio Andreotti ma le motivazioni erano di tutt’altro genere, legate soprattutto all’aspetto satirico. Una vera adesione, così profonda, quasi viscerale, con il leader non c’è mai stata.

Pro o contro, la politica degli ultimi sedici anni, è stata rappresentata, condizionata, improntata, dalla figura di Silvio,
 dalla sua capacità di ottenere consenso, adorazione e nello stesso tempo acredine e vero e proprio odio. Forse Berlusconi non è mai stato un politico. Qualcuno afferma che lo stia diventando ora, cercando di portargli un po’ di sfortuna. Nell’incomprensibile panorama italiano, il Cavaliere ha incantato parlando come l’impiegato di Banca, talvolta come il presidente del Milan, ma sempre più spesso come l’operaio di Sesto San Giovanni.

Uno statista dicono i suoi sostenitori, ma anche questa definizione è riduttiva, perché lo rende assimilabile,
 in qualche maniera paragonabile. Invece Berlusconi ha superato la comparazione, il tentativo di esser messo sullo stesso piano di qualsiasi cittadino votato alla politica. Il nostro Paese non potrà mai più reinventarsi in un’epoca ante Silvio. La sua opera è definitiva, strutturale, antropologica. Egli ha condotto, accompagnato, seguito ed interpretato il suo tempo, la sua gente, il suo popolo ed anche il popolo dei suoi avversari. I detrattori non si sono mossi, hanno subìto, inveito, e continuano a farlo. Una Star suscita questo, crea un’orda di ammiratori, ma anche un plotone di contestatori. L’epopea berlusconiana non può avere una fine perché è connaturata nell’essenza stessa della comunità che abita quest’epoca, è motivo, traino, struttura e sovrastruttura, regole e comportamenti del nostro ambiente sociale, politico e comunitario.

Aver compreso questo avrebbe permesso di opporsi alla sua figura, offrendo una rappresentazione altra, in competizione,
 in qualche modo paritaria nella gara. Il tentativo di rifuggire dalla sua immagine, il disperato bisogno di classificarlo come un’anomalia, come qualcosa da estirpare, lo ha reso immortale. Solo un’analisi reale, avrebbe potuto costruire un pensiero in grado di tentare di partecipare alla partita con lui. Invece abbiamo ascoltato parole serie, talvolta anche giuste, ma di un altro mondo, di un substrato culturale inesistente, senza legame con il popolo, scollegato irrimediabilmente dal contesto della quotidianità.

C’è solo un uomo che lo ha compreso efficacemente: Nichi Vendola. Una personalità non nuova al mondo del Parlamento e dei partiti. Anzi,
 uno dei più anziani frequentatori dei Palazzi della Politica. Vendola non è avversario di Berlusconi, non mira a sovrapporre la sua figura a quella del capo della Pdl. Sa perfettamente di non poter avere un consenso di così vaste proporzioni. Nello stesso tempo egli sa, ha compreso, che per suscitare sulla sua persona un’adesione ambiziosa è necessario dismettere i panni del politico strutturato, del tecnocrate. La sua scelta evocativa, il suo linguaggio ampolloso, spesso confinante con la prosa letteraria, ha saputo abbracciare il consenso di una parte del popolo della sinistra, orfano di riferimenti chiari, di personaggi in grado di suscitare affiliazione.

Vendola offre un sogno, una parabola mista di sacro e profano. Nulla di assolutamente concreto,
 qualcosa di molto simile all’immagine offerta da Berlusconi nel 1994. Nichi non promette il Sol dell’Avvenire e neppure un mondo perfetto. No, egli suscita empatia, chiede simpatia, dona un misto di retorica pasoliniana, quella legata alla terra arsa, al contadino prono, e di modernismo sostenuto a bassa voce. E’ gay, ma non è mai andato oltre il dato di fatto, non ha mai rivendicato con spregiudicatezza la sua condizione. Si dichiara credente e come Silvio, seppure per tutt’altri motivi, palesa al cospetto della Chiesa il suo peccato. Nichi parla della madre (come Silvio del resto) con commovente richiamo. Vendola stimola un sogno, suggerisce una via senza disegnarne il percorso. Si è inventato le “Fabbriche di Nichi”, cosa molto simile ai club di Forza Italia, cercando nel suono delle “officine” il ritmo giusto per evocare una comunità. Luoghi della contaminazione, del progetto, si ripete. Certo, tutto vero con molta probabilità. Ma di chi sono quei luoghi? Di Nichi. Ecco, la forza del leaderismo.

L’adesione al metodo berlusconiano, alla figura evocativa del capo. Non più i circoli, le sezioni di partito, ma la casa, la fabbrica del leader riconosciuto.
 E poi ancora le primarie. Metodo statunitense per eccellenza, ben lontano dal centralismo democratico o dalla realpolitik dei vari D’Alema, Bersani e Bindi. Vendola le richiama servendosi di parole chiave, come “la volontà popolare”, “rappresentanza condivisa”. In verità egli chiede, anche con una certa baldanza, un referendum sulla sua persona, sull’immagine evocativa che vuole rappresentare. Cosa c’è di differente da ogni competizione elettorale giocata da Berlusconi? Certo, Silvio non ha mai avuto bisogno di una chiamata alle armi per accreditarsi nel suo schieramento, il suo campo d’azione è sempre stato molto più vasto, il Paese, l’intera Nazione. E chi i sono i nemici di Vendola? Gli stessi di Berlusconi. Non nominalmente, per carità, ma per astratto sono gli stessi soggetti: l’establishment politicamente corretto, i tecnocrati, la tecnofinanza, il capitalismo straccione, il consevatorismo.

Vendola è stato capace di rubare il linguaggio bertinottiano e di epurarlo dalla polis.
 L’ex presidente della Camera, non è mai riuscito ad andare oltre uno zoccolo duro di consenso, per una motivazione molto semplice: all’immagine poetica dello sfruttato, faceva seguire una proposta molto concreta (tassazione dei Bot, allargamento dell’articolo 18, nazionalizzazione della Fiat). Il discepolo Nichi, che a differenza di Bertinotti ha sempre militato nel grande Pci e quindi è sempre stato organico, ha saputo declinare, dentro l’ampollosa verve dialettica, tutta la sua capacità d’attrazione.

Quella dose di retorica, ostentata con piglio convincente, nasce dall’immagine che Berlusconi ha dato di sé al popolo della sinistra.
 Vendola paradossalmente è andato oltre. Il suo populismo aristocratico, la sua retorica borghese, oggi è ancora più evanescente delle promesse di Silvio. Per carità, Vendola è ancora ai blocchi di partenza. Sarà costretto con il tempo (e qui inizieranno i guai) ad inverare di contenuti le sue parole, ma non è questo il momento. Vendola ha compreso che l’unico metodo utile per far breccia, per creare adesione è quello che trova i suoi presupposti in quella miscela, certo narcisa e retorica, ma assolutamente popolare che ha avuto in Berlusconi il suo maestro indiscusso. Nichi si rivolge a persone differenti, coltiva la sua pretesa con ostinazione e serietà. Sa perfettamente che non potrà avere un quorum come quello di Silvio, ma sta costruendo il suo cammino con grande coraggio e con la stessa incoscienza che mobilitò il Cavaliere agli inizi degli anni ’90.

Ciò che lo  muove non è l’ammirazione per il capo, bensì l’intelligenza.
 Nichi ha capito che la realtà non è qualcosa che si può rigettare perché differente dal proprio volere, dai propri ideali. Non è un caso che neppure un anno fa durante un’intervista con Ritanna Armeni su Radio Tre, ebbe a dire: “Berlusconi è un individuo geniale. È una persona che ha veramente dei tratti strabilianti, un self made man che riesce a costruire un’intera epopea della vita culturale nazionale. È un prototipo di uomo nuovo che si è saputo imporre sulla scena italiana. Noi abbiamo fatto un errore tragico: demonizzare il personaggio e intenderne poco il meccanismo culturale di riproduzione del consenso. La sinistra è stata molto contro Berlusconi mentre diventava berlusconiana dentro le proprie viscere e i propri accampamenti. […] Bisogna invece mettere a fuoco e criticare duramente, e conoscere soprattutto, il meccanismo che riproduce il berlusconismo come una specie di narrazione nazionale. Berlusconi ha vinto, prima che nelle urne, nei sogni e negli incubi degli italiani. Ha plasmato la dimensione onirica. […] E questa dimensione onirica è il segreto dell’egemonia, del successo berlusconiano”.

La dimensione onirica! Come non rintracciare proprio nelle forme evocative del Governatore pugliese il tentativo,
 neppure velato, di offrire un altro orizzonte immaginifico. Una voce che si dispiega in una cantilena ammaliante, distante dalle parole politiche del Novecento, ma sempre più letteraria nella sua esposizione, dotta, criptica. La sua è ovviamente un’altra narrazione, ma è esattamente dentro il solco dell’esposizione che Berlusconi ha raccolto e offerto al nostro Paese.

Qualche anno fa durante un comizio sembrò proprio spiegare le basi della suo futuro tentativo di scalare il cielo della politica.
 Non in molti lo compresero. Alla luce di questi ultimi mesi tutto sembra più chiaro. “Vengo rimproverato, anzi mi viene mossa un’imputazione di reato. Io sono reo di porto abusivo di sogno e devo dire che tendenzialmente mi dichiaro colpevole. Intendo anche essere recidivo, perché il reato del sogno è un reato che mi piace: in un mondo abituato a vivere negli incubi, nella legalità degli incubi, io voglio commettere il reato dei sogni, voglio sognare un mondo differente, un mondo nel quale le persone siano più importanti delle merci, la vita sia più importante del denaro”.

Silvio Berlusconi e Nichi Vendola sono due personalità completamente differenti, imparagonabili e senza evidenti punti di contatto.
 Hanno un amico in comune, don Verzè, ma questo forse è un dato talmente banale che ogni elucubrazione in tal senso potrebbe apparire davvero limitante. In verità esiste un elemento di comunanza talmente aderente da sembrare imbarazzante. Entrambi, che piaccia o meno ai sostenitori dell’uno o dell’altro, sono convintamente berlusconiani.

Fonte: Tempi.it

https://www.tempi.it/lappeal-di-nichi-vendola-sta-tutto-nel-berlusconismo/
https://video.repubblica.it/politica/bill-emmott-berlusconi-controlla-i-media-in-modo-assoluto/55148/54284
Bill Emmott, giornalista inglese della redazione di The Economist: l’uomo straniero ad aver interpretato nel modo giusto Silvio Berlusconi
http://billemmott.com/films/girlfriend-in-a-coma-trailer/
2011-2021 In 10 anni di governi tecnici si è passati dal Governo lacrime e sangue da austerity filomerkeliana di Mario Monti al Governo massonico dell’Alta Finanza di Mario Draghi
https://www.carc.it/2023/06/13/berlusconi-e-morto-nessuna-pieta-per-i-nemici-delle-masse-popolari/
http://www.change.org/p/vogliamo-che-l-aeroporto-di-linate-rimanga-intitolato-a-enrico-forlanini

La morte di Francesco Nuti (Francesco Nuti’s death)

Francesco Nuti, attore regista e sceneggiatore (1955-2023) è morto a 68 anni dopo una lunga malattia
https://www.repubblica.it/spettacoli/people/2023/06/12/news/morto_francesco_nuti_attore_carriera_malattia-404217530/
https://notizie.virgilio.it/e-morto-a-68-anni-l-attore-francesco-nuti-lutto-nel-mondo-del-cinema-1572082
https://www.fanpage.it/spettacolo/personaggi/e-morto-francesco-nuti-aveva-68-anni/
https://www.lanazione.it/cronaca/morto-nuti-dediche-ui107rff

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

13 AGOSTO 2022: MUORE A 93 ANNI PIERO ANGELA

PIERO ANGELA (TORINO 22 DICEMBRE 1928 – ROMA 13 AGOSTO 2022)
https://www.huffingtonpost.it/blog/2022/08/13/news/caro_piero_grazie_continueremo_a_pensare_che_la_conoscenza_sia_etica_che_la_scelta_sia_il_meglio_dellumano_e_la_gentilez-10038921/: 13 AGOSTO 2022: MUORE A 93 ANNI PIERO ANGELA https://www.huffingtonpost.it/blog/2022/08/13/news/il_modo_migliore_per_ricordarlo_e_continuare_ad_ascoltarlo-10038364/: 13 AGOSTO 2022: MUORE A 93 ANNI PIERO ANGELA

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo