Partito Comunista

INTERVENTO DI MARCO RIZZO SULLA DIFFERENZA TRA SINDACATI ITALIANI E QUELLI FRANCESI AL TG4 MEDIASET, CONDOTTO DA GIUSEPPE BRINDISI

Vasto (CH), lì 6 Marzo 2023 ore 17.32

Un caro saluto serale a tutti e a tutte voi. In questo articolo desidero sottoporre alla vostra gentile attenzione l’ottimo intervento di Marco Rizzo, il torinese Segretario Nazionale del Partito Comunista, oggi Democrazia Sovrana Popolare, in merito alla differenza di trattamento dei sindacati francesi, come la Confédération générale du travail (o CGT), una confederazione sindacale francese creata il 23 settembre 1895 a Limoges. nei riguardi dei lavoratori e dei loro diritti, in contrapposizione al discutibile modus operandi adottato dai loro omologhi italiani confederali CGIL, CISL ed UIL.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione, membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

CONSOLIDARE E RAFFORZARE IL PARTITO COMUNISTA NELLA CLANDESTINITA’!

Elevare il livello del movimento comunista cosciente e organizzato!

Moltiplicare le Organizzazioni Operaie e Popolari tese a costituire il GBP!

Allargare il Fronte anti-Larghe Intese!

http://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2023/com02-23/Com.CC_02-2023_Sfruttare_la_decadenza_della_soc_borghese.html

Comunicato CC 02/2023 – 30 gennaio 2023
Celebriamo l’80° anniversario della vittoria dell’Armata Rossa a Stalingrado

Sono bastati cento giorni per confermare che il governo Meloni non è un governo di nuovo tipo. Non è neanche quel governo fascista che alcuni paventavano e altri fingono di paventare per coltivare clientele e attirare elettori. È solo una nuova versione dei governi delle Larghe Intese come il precedente governo Mario Draghi. Come questo è nemico delle masse popolari e ligio alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti e svolge il suo ruolo di governo della Repubblica Pontificia, protettorato dei gruppi imperialisti USA. Oltre alla resistenza delle masse popolari, lo indeboliscono due caratteristiche sue proprie: la concorrenza tra Fratelli d’Italia e la Lega di Matteo Salvini per il seguito elettorale e per i privilegi del sottogoverno e l’intransigenza con cui Silvio Berlusconi esige gli sia assicurata l’impunità per i reati già passati a processo e per quelli ancora pendenti.

Cresce l’impegno di uomini e mezzi nella guerra che la NATO ha fatto nuovamente esplodere anche in Europa (questa volta in Ucraina, negli anni scorsi fu in Jugoslavia); crescono la povertà e la precarietà dei lavoratori; continua lo smantellamento dell’apparato produttivo del nostro paese: i settori che, se non si espandono, almeno resistono sono la produzione di armi, il turismo, le grandi opere pubbliche inutili quando non nocive, i trasporti. L’oppressione crescente di chi lavora si combina con l’aumento dei disoccupati: lavorare più duro e in numero minore. Procedono l’inquinamento e la devastazione dell’ambiente, la privatizzazione dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria, dei servizi pubblici e delle pensioni. Il maltrattamento degli immigrati si combina con le missioni militari nei paesi da cui provengono e la loro devastazione.

Si estende il sistema di controllo. L’abbrutimento delle idee e dei sentimenti della massa della popolazione, in particolare dei giovani fino alla corruzione dei bambini, diventa sempre più strumento di governo assieme alla repressione. I mezzi di comunicazione della borghesia e del clero ogni giorno scoprono e mettono in scena “grandi personaggi” del passato del nostro paese, nascondendo che nella misura in cui hanno avuto effettivamente un ruolo importante nella vita sociale hanno contribuito a ridurre l’umanità allo stato attuale. Questo non è caduto dal cielo: sono gli uomini che hanno fatto la propria storia.

Esponenti, gruppi e organismi del movimento comunista cosciente e organizzato e della sinistra borghese molto scrivono e parlano del corso delle cose che la borghesia imperialista impone nel nostro paese come nel resto al resto del mondo e mescolano idee giuste e idee sbagliate, la ricerca della soluzione dei problemi con il mercato. Ma molto meno si occupano della linea che bisogna seguire per far avanzare la rivoluzione socialista in Italia e poco anche delle forme in cui essa avanza nel mondo: nei paesi in cui durante la prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) noi comunisti siamo riusciti a instaurare il socialismo (e tra essi emerge la grande Repubblica Popolare Cinese), nei paesi che in vari modi resistono all’oppressione imperialista e si oppongono all’egemonia dei gruppi imperialisti USA, nei paesi oppressi e negli stessi paesi imperialisti (gli USA sono il caso più clamoroso di paese in cui mobilitazione rivoluzionaria e mobilitazione reazionaria delle masse popolari si sviluppano su scala crescente).

Proprio questo invece è il campo in cui dobbiamo maggiormente impegnarci a conoscere e a verificare. Siamo nell’epoca della rivoluzione socialista. La borghesia imperialista promuove un crescente abbrutimento delle idee e dei sentimenti delle masse popolari per distoglierle dalla rivoluzione socialista ed è per far fronte alla sovrapproduzione assoluta di capitale che essa traduce in devastazione della Terra e distruzione della vita umana lo sviluppo delle forze produttive e il grande dominio sul resto della natura raggiunti dagli uomini. Non può fare altro. Sta invece a noi comunisti mobilitare, organizzare e dirigere le masse popolari a instaurare il socialismo e costruire la nuova società, la società comunista. Lo sviluppo delle forze produttive e il dominio raggiunto sul resto della natura hanno reso possibile e necessaria la nostra impresa.

La nostra impresa è difficile ma la vittoria è possibile. Gli effetti della sconfitta dei nostri predecessori siamo in grado di superarli. I motivi generali della loro sconfitta li abbiamo individuati ed esposti nel Manifesto Programma del Partito e in altri testi della letteratura del Partito e quelli particolari siamo in grado di individuarli.

Stalingrado fu la vittoria dell’Armata Rossa e la fine del mito dell’invincibilità della Wehrmacht, l’esercito hitleriano. Nonostante gli ordini di Hitler il 31 gennaio 1943 l’armata tedesca del generale Friedrich von Paulus si arrese, le divisioni rumene, l’armata italiana in Russia (ARMIR) inviata da Mussolini con la benedizione di Pio XII e le altre truppe europee (francesi, spagnole e di altri paesi) che contribuivano all’aggressione nazista dell’URSS, la terza delle aggressioni dell’URSS lanciate dalle potenze imperialiste, si disgregarono.

Facciamo della celebrazione dell’anniversario l’occasione per esporre e assimilare le esperienze della rivoluzione socialista: Stalingrado e la Grande Guerra Patriottica condotta dai sovietici sono parte di essa.

Una delle condizioni per promuovere la rivoluzione socialista e condurla alla vittoria è che il partito comunista sia clandestino. La necessità che il partito comunista sia costituito di rivoluzionari di professione e clandestino venne chiaramente sostenuta da Lenin e fin dal suo II Congresso promossa dall’Internazionale Comunista: è una delle 21 Condizioni di ammissione all’IC approvate 6 agosto 1920. L’esperienza della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) la conferma pienamente. Il successo della costruzione del socialismo in URSS sotto la direzione di Stalin e nonostante le multiformi e ripetute aggressioni dei gruppi imperialisti decisi (come diceva W. Churchill) a “uccidere il bambino finché è ancora nella culla”, ha confermato gli insegnamenti di Lenin. Il declino dell’URSS dopo il XX Congresso del PCUS (1956) fino alla sua dissoluzione nel 1991 sono il risultato del fatto che i revisionisti moderni capeggiati da Kruscev riuscirono ad assumere la direzione del PCUS dopo che i partiti comunisti dei paesi europei, in particolare quello italiano e quello francese, risultarono incapaci di portare fino all’instaurazione del socialismo il successo raggiunto nel 1945 con la Resistenza. Essi avevano accettato la linea del Fronte Popolare tracciata dall’Internazionale Comunista durante il suo VII Congresso (1935), ma già nella Guerra di Spagna (1936-1939) e nella gestione (1936-1938) del governo di Fronte Popolare di Leon Blum in Francia risultò evidente che l’avevano travisata trasformandola in “tutto attraverso il Fronte”, travisamento che Mao Zedong, alla testa del Partito Comunista Cinese, prontamente individuò e criticò .

Questo si aggiunge agli altri contributi che Mao ha portato al marxismo-leninismo. Essi ci permettono di capire i limiti di concezione del mondo e di linea che hanno portato al declino di gran parte dei primi paesi socialisti. Questi apporti oggi fanno del marxismo-leninismo-maoismo la concezione del mondo che i comunisti devono adottare. In questa adesione si riassume l’elevazione del livello che dobbiamo promuovere nel movimento comunista cosciente e organizzato. È infatti la sua adesione al marxismo-leninismo-maoismo che fa del Partito dei CARC il nostro partito fratello: non a caso con esso condividiamo bilancio dell’esperienza della prima ondata, analisi del corso delle cose e linea politica generale di questa fase: la costruzione del Governo di Blocco Popolare. Sei sono i principali apporti di Mao al marxismo-leninismo: 1. la rivoluzione socialista non è una rivolta generale che scoppia ma ha in ogni paese la forma di una guerra popolare rivoluzionaria, 2. nei paesi semifeudali e più arretrati la rivoluzione socialista inizia con una rivoluzione di nuova democrazia, 3. la lotta di classe continua nella società socialista, 4. la linea di massa è il metodo principale di lavoro e di direzione del Partito, 5. la lotta tra due linee è indispensabile per lo sviluppo del Partito e la sua difesa dall’influenza della borghesia, 6. la riforma intellettuale e morale dei comunisti è strumento indispensabile per il consolidamento e rafforzamento del Partito.

Apprendere, assimilare, applicare la concezione comunista del mondo!
Sta a noi comunisti promuovere la guerra popolare rivoluzionaria e contrapporla alla guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia e il clero conducono contro le masse popolari fino a instaurare il socialismo!
Combattere la sfiducia nelle nostre forze e la rassegnazione!
Fare di ogni lotta una scuola di comunismo, superando l’economicismo e l’elettoralismo!
Costituire clandestinamente Comitati del Partito comunista in ogni azienda e in ogni centro abitato!


Mettersi in contatto nel modo appropriato con il Centro del Partito!

Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele gli adesivi dell’Avviso ai naviganti 103 è un’operazione della guerra delle masse popolari contro i padroni: vedere che il (n)PCI clandestino è presente anche dove non se l’aspettano infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!

Fonte: Nuovo Partito Comunista Italiano

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila

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COMUNICATO CC 6/2022 NUOVO PCI – 13 MARZO 2022: CACCIARE IL GOVERNO DRAGHI

“Non siamo ancora in economia di guerra perché altrimenti avremmo già il razionamento, ma bisogna essere pronti”- Mario Draghi dalla reggia di Versailles dove il 10 e 11 marzo si è riunito con i suoi compari dell’UE

Altro che “prepararsi all’economia di guerra”

Cacciare il Governo Draghi!

Rendere l’Italia ingovernabile da Draghi e dai vertici della Repubblica Pontificia!

Creare le condizioni per la costituzione di un governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare!

Nessun sacrificio per mandare armi al governo di Kiev! Da giorni i media di regime riempiono le case di milioni di persone con immagini e notizie di città bombardate, di famiglie in fuga, di bambini e anziani disperati, di donne che partoriscono sotto le bombe.Noi non siamo in grado di dire se tutte o solo gran parte delle immagini e notizie sono frutto di manipolazione, intossicazione e diversione, come lo furono quelle diffuse dalle stesse agenzie per altre guerre USA e NATO: durante la guerra contro l’Iraq ciò emerse chiaramente. Certo però è cheognuno di quei bambini, di quelle donne, di quegli anziani è responsabilità delle autorità di Kiev e delle formazione armate che in modi diversi da esse dipendono e sono armate. Esse stanno usando la popolazione ucraina come carne da macello pur di assecondare le manovre di guerra degli imperialisti USA e della NATO contro la Federazione Russa.

A proposito dell’orientamento nazifascista di autorevoli gruppi politici e militari ucraini riportiamo in appendice un articolo di Lev Golinkin, pubblicato il 10 marzo su Nuove Resistenti 820 (www.resistenze.org), che raccoglie informazioni diffuse “non da Mosca, ma da media occidentali, tra cui Radio Free Europe (RFE), finanziata dagli Stati Uniti; organizzazioni ebraiche quali il World Jewish Congress e il Simon Wiesenthal Center; organizzazioni quali Amnesty International, Human Rights Watch e Freedom House…”. L’articolo è del 2019, prima che i media di regime sotto l’egida della NATO intonassero il coro della “santa alleanza” contro Putin e il governo della Federazione Russa, censurassero e scatenassero la “caccia alle streghe” contro docenti, giornalisti e intellettuali rei di non partecipare al coro (per coerenza, rigore e deontologia professionale) … o anche solo di aver programmato un corso universitario su Dostoevskij (è il caso del prof. Paolo Nori dell’università della Bicocca – Milano).

Ma la questione principale non è l’orientamento ideologico di autorevoli dirigenti politici e militari ucraini. All’origine della guerra alla quale il 24 febbraio l’intervento militare in Ucraina delle Forze Armate della Federazione Russa ha dato inizio, vi è la politica aggressiva contro la Federazione Russa che i gruppi imperialisti USA perseguono a partire dallo scioglimento dell’URSS nel 1991 e accentuata dopo la fine del governo Eltsin (1999). A proposito di questa politica aggressiva consigliamo di leggere almeno uno degli articoli L’America sconfigge la Germania per la terza volta in un secolo di Michael Hudson (La Città Futura 378), Il Memorandum di Budapest (1994) o le illuminazioni di Volodymyr (Zelensky) del Bulletin Comaguer n° 465 11 marzo 2022, E anche ‘il manifesto’ si allinea al “ministero della verità” di Manlio Dinucci (Contropiano, 11 marzo 2022) a proposito di Ucraina, era tutto scritto nel piano della Rand Corp del 21 maggio 2019.

Nostro compito è porre fine alla partecipazione dell’Italia alla guerra in corso!

È l’azione più efficace che le masse popolari italiane possono fare a tutela dei propri particolari interessi e per porre fine o almeno ostacolare la continuazione della guerra e quindi venire in aiuto alle popolazioni colpite. Tutti i comunisti e i progressisti devono promuovere la mobilitazione delle masse popolari a questo scopo!

No alla prostituzione del nostro paese alla NATO! Non un uomo, non un soldo, non un’arma, non un lembo di terra per le guerre degli imperialisti USA e della NATO! Dal 1991 (lo documentano anche fonti americane come ad esempio il Servizio di Ricerca del Congresso USA) lo Stato USA ha fornito all’Ucraina assistenza militare per miliardi di dollari. A questi si sono aggiunti miliardi di dollari forniti dal Fondo Fiduciario NATO e direttamente dalla Gran Bretagna e dagli altri paesi NATO. La strategia USA-NATO si è sviluppata ancora di più nei primi mesi del 2022: hanno chiesto all’Ucraina di accentuare il suo impegno militare contro le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk nel Donbass (repubbliche che, per sottrarsi agli attacchi, chiedono da tempo il riconoscimento della loro indipendenza da parte di Mosca e, dunque, una protezione). Il governo italiano ha sistematicamente fatto e sta facendo la parte che la NATO e il governo USA gli hanno chiesto. Bisogna denunciare ogni episodio e organizzare tra le masse popolari e in particolare nelle Forze Armate italiane proteste e sabotaggi contro l’uso delle basi militari, il trasporto di armi, ecc.

Nessun sacrificio per arricchire chi specula sui prezzi del petrolio, del gas e dei minerali! L’aumento dei prezzi delle materie prime e dei beni energetici sta spingendo ad aumenti generalizzati dei prezzi dei beni di consumo e delle tariffe di luce e gas. Le scommesse fatte tramite i titoli derivati (hedge funds) sulle variazioni dei contratti originari incidono sul prezzo dei prodotti energetici. In larga misura sono esse che determinano i prezzi da cui partono i contratti successivi. Quindi è la speculazione che determina i prezzi al consumo più che le dinamiche della domanda e dell’offerta, le rendite degli Stati titolari delle concessioni alle aziende estrattrici e dei costi di trasporto, lavorazione e deposito. In un simile contesto le manovre politiche relative al sistema di relazioni internazionali diventano un fattore di cui le scommesse tengono conto per definire la propria direzione. In estrema sintesi la speculazione si combina con le manovre politiche nel generare la crisi energetica e l’aumento dei prezzi al consumo. Calmierare i prezzi è un dovere del governo, altro che economia di guerra! Denunciare gli aumenti e organizzare la sospensione del pagamento delle tariffe maggiorate. Sostenere ed estendere le proteste degli autotrasportatori, dei pescatori e dei lavoratori autonomi di altri settori.

Nessuna tolleranza e tanto meno contributi pubblici per chi usa la crisi ucraina per espandere il nucleare, le trivellazioni, l’uso del carbone. È dovere del governo incentivare una grande campagna di sviluppo delle energie rinnovabili sotto il controllo dei comitati ambientalisti!

Fare di ogni azienda che i capitalisti vogliono chiudere, delocalizzare o ridurre una centro di mobilitazione contro lo smantellamento dell’apparato produttivo. Per i grandi capitalisti ogni scusa è buona per portare a termine i loro piani, per delocalizzare, darsi alla speculazione finanziaria o spremere soldi pubblici: dai “sindacati ideologici” ai “lavoratori fannulloni”, dalla pandemia ai rincari dell’energia e delle materie prime.

Il governo deve sistematicamente impedire la vendita di aziende italiane a fondi di investimento e multinazionali straniere: già con le leggi attuali è possibile, vedi il caso di Alpi Aviation in questi giorni.

Abolire il reato di immigrazione clandestina. Contro la selezione razzista dei profughi in base al colore della pelle, alla religione, alla lingua e all’etnia, organizzare l’accoglienza di tutti i profughi delle guerre dirette o indirette degli imperialisti USA, della NATO e dei loro complici; requisire non solo le ville e yatch degli oligarchi russi, ma anche le proprietà delle grandi immobiliari e della Chiesa per assegnare un’abitazione; smetterla con le “missioni umanitarie” che devastano e sfruttano i paesi oppressi.

La manifestazione del 26 marzo “per questo, per altro e per tutto” indetta dal Collettivo di Fabbrica e dagli operai della GKN di Campi Bisenzio (FI) è l’occasione per unire a livello dell’intero paese e incentivare le mobilitazioni fino a rendere il paese ingestibile dal governo Draghi e da ogni governo di Larghe Intese dei partiti asserviti ai vertici della Repubblica Pontificia.

L’instaurazione del socialismo in un paese imperialista e per di più sede del Papato qual è l’Italia, anche solo un deciso salto di livello della rivoluzione socialista come la costituzione del Governo di Blocco Popolare, è l’unico modo per spezzare la spirale distruttiva di guerre, epidemie, devastazione ambientale, miseria, abbrutimento in cui il dominio della borghesia imperialista trascina le masse popolari del mondo intero ed è l’aiuto principale che noi comunisti italiani diamo alla rivoluzione negli altri paesi.

Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale degli affaristi, degli speculatori e dei guerrafondai USA, sionisti ed europei darà il via all’incendio che libererà il mondo dal sistema imperialista. Analogamente a come i comunisti russi con l’insurrezione dell’Ottobre 1917 spezzarono il corso delle cose che aveva portato i grandi gruppi imperialisti mondiali a scontrarsi per decidere chi avrebbe dominato e sfruttato il mondo intero e in questo modo diedero inizio alla prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale. Oggi porre fine al sistema imperialista mondiale è diventata una questione di sopravvivenza del pianeta e dell’intera umanità.

Contro le manovre di guerra, contro gli aumenti delle tariffe e dei prezzi, contro la gestione criminale della pandemia, contro la distruzione del sistema pensionistico, dell’istruzione pubblica, del sistema sanitario e degli altri servizi pubblici, contro lo smantellamento del sistema produttivo del nostro paese, contro il ripristino dei licenziamenti e l’aumento della precarietà, contro l’inquinamento e la devastazione dell’ambiente: contro tutto questo l’unica via d’uscita è rendere il paese ingovernabile dal governo dei vertici della Repubblica Pontificia, moltiplicare lotte rivendicative e proteste, creare ovunque organismi operai e popolari e unirli intorno all’obiettivo di cacciare Draghi e instaurare un governo di emergenza popolare.

La rivoluzione socialista è possibile e necessaria!

I tempi dipendono principalmente da noi comunisti: dalla nostra assimilazione del marxismo-leninismo-maoismo e dalla nostra capacità di applicarlo concretamente in ogni situazione tenendo conto delle sue particolarità!

Il partito comunista è il fattore decisivo della vittoria!

Costituire Comitati di Partito clandestini in ogni azienda, scuola, istituzione pubblica e in ogni territorio!

Mettersi in contatto con il Centro del Partito usando il programma di criptazione PGP e il programma per la navigazione anonima TOR

Nuovo PCI Partito Comunista Italiano

MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO IL GOVERNO DRAGHI 26 FEBBRAIO 2022

Il Partito Comunista chiama a raccolta contro il governo Draghi: manifestazione sabato 26 febbraio

Il Comitato No Draghi promuove una giornata di protesta nazionale contro il governo: il Partito Comunista toscano aderisce e annuncia la manifestazione che si terrà sabato 26 febbraio in piazza XX Settembre, a partire dalle ore 15.

“Il momento è certamente tragico per i lavoratori, gli autonomi, le partite iva e le piccole aziende. Quindi scendiamo in piazza, perché è dove si deve stare per protestare” comunica il partito. Sarà presente il Segretario Regionale Toscana Francesco Sale.

E’ ora di dire basta a Draghi. Con il governo del banchiere, sostenuto da NATO, UE e da tutti i partiti del parlamento, saremo sempre più poveri. Nell’ultimo anno è aumentato tutto, dalle bollette alla benzina, dal pane a tutti i prodotti alimentari, inoltre è aumentato anche il precariato nel lavoro e la disoccupazione. L’unica cosa che non è aumentata sono stati gli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici. Le fabbriche stanno chiudendo oppure delocalizzano senza che venga posto loro un freno, lasciando così migliaia di operai senza lavoro e migliaia di famiglie senza reddito. Stanno chiudendo le piccole imprese e gli artigiani a causa del caro bollette, ormai diventato insostenibile per loro come per tutti i cittadini. In tutto questo il governo privatizza tutto ciò che può creando ancora più disservizi, dall’istruzione alla sanità, ormai devastata da anni di tagli, mentre i miliardari e le multinazionali  continuano ad arricchirsi sulle spalle dei lavoratori. E’ ora di dire basta a tutto questo. E’ giunto il momento di essere uniti contro il governo Draghicontro la guerra contro il massacro sociale che stanno attuando”.

https://www.pisatoday.it/politica/manifestazione-comitato-no-draghi-piazza-xx-settembre-pisa-26-febbraio-2022.html

No Draghi Day, manifestazione davanti alla Prefettura di Genova

https://www.genovatoday.it/social/segnalazioni/no-draghi-day-manifestazione.html

Il Partito Comunista lancia il “No Draghi Day”, a Genova manifestazione il 26 febbraio

L’appuntamento è alle 15.30 in largo Lanfranco, di fronte alla Prefettura

Genova. Sabato 26 febbraio si svolgerà il No Draghi Day, giornata nazionale contro il governo Draghi, con manifestazioni in tutta Italia. A Genova l’appuntamento è alle 15.30 in largo Lanfranco, di fronte alla prefettura. L’iniziativa è stata organizzata dal Partito Comunista e dal Comitato 27 febbraio.

La protesta sarà “contro carovita, licenziamenti e delocalizzazioni, green pass e ribadiremo il nostro no alla guerra imperialista e alla Nato”.

“Da quando Draghi, il banchiere dell’Europa, si è insediato al governo ha proposto solo leggi a favore di Confindustria, seguendo i diktat dell’Unione europea e dei grandi gruppi capitalistici multinazionali”, dichiara il segretario generale del Partito Comunista, Marco Rizzo.

“Questo Governo è stato solo capace di tagliare i fondi alla sanità pubblica a favore di quella privata, di delocalizzare le aziende, di aumentare l’età pensionabile, di sbloccare i licenziamenti e di aumentare bollette, tariffe e servizi. Tutto questo, come sempre, a danno dei lavoratori e delle classi popolari”, conclude Rizzo.

https://www.genova24.it/2022/02/il-partito-comunista-lancia-il-no-draghi-day-a-genova-manifestazione-il-26-febbraio-295489/

Anche a Pescara la manifestazione contro il governo Draghi: “Fuori dall’euro e dalla Nato”

Appuntamento sabato 26 febbraio davanti alla Madonnina per la manifestazione organizzata dal Comitato “No Draghi” in collaborazione con Riconquistare l’Italia

Anche a Pescara sabato 26 febbraio si terrà la manifestazione di protesta contro il governo Draghi organizzata dal comitato “No Draghi” in collaborazione con Riconquistare l’Italia ed appoggiata dal Partito Comunista. Appuntamento dalle 16 davanti alla Madonnina zona ponte del Mare. Saranno presenti gli esponenti abruzzesi dei due movimenti politici. Antonio Felice, segretario regionale del Partito Comunista, spiega che la richiesta è di uscire dall’euro e dalla Nato, con la fine del governo Draghi:

“Il governo ‘dei migliori’, così come è stato definito da tutti i media, oltre ad aver avuto una gestione della pandemia contradditoria e dilettantistica, continua a non investire sulla sanità pubblica, relegandola all’ultimo posto dei finanziamenti. I continui tagli alla sanità pubblica, firmati sia dai governi di centrodestra che da quelli di centrosinistra, negli ultimi trent’anni hanno portato gli ospedali al collasso e gli operatori sanitari a turnazioni massacranti”.

“Nel frattempo, aumenta tutto: dalle bollette dell’energia elettrica al costo dei carburanti, ai beni di prima necessità come pane, pasta, frutta e verdura. E l’unica cosa che non aumenta sono gli stipendi dei lavoratori. E le fabbriche, le piccole imprese, gli artigiani chiudono perché il caro bollette diventa insostenibile anche per loro come per tutti i cittadini, mentre le grandi fabbriche gestite dalle multinazionali, dopo aver usufruito di
tutti gli incentivi possibili, delocalizzano lasciando senza lavoro migliaia di operai e migliaia di famiglie senza reddito. Per non parlare della continua ‘corsa’ alla privatizzazione dell’istruzione e della sanità”.

Stop anche alle basi Nato sul territorio italiano, ed occorre unirsi contro il governo e contro i partiti che lo sostengono, conclude Felice. Il segretario nazionale di Riconquistare l’Italia, l’avvocato pescarese Lorenzo D’Onofrio, ha aggiunto:

“Scenderemo in piazza per guardare oltre la pandemia Covid-19, della quale solo il governo italiano, ormai zimbello mondiale, si ostina a non vedere la fine. Ribadiremo quindi la nostra critica a questa interminabile gestione emergenziale, autoritaria, irrazionale e discriminatoria, consapevoli degli strascichi che lascerà. La costruzione di una credibile opposizione politica, però, deve tornare ad occuparsi con decisione dei problemi generali del lavoro, dell’istruzione, della sanità, di uno Stato assente, problemi che la pandemia ha ulteriormente aggravato, ma che arrivano da molto lontano e hanno come minimo comune denominatore l’adesione dell’Italia all’Unione Europea”.

“A trent’anni dalla firma del trattato di Maastricht, il governo Draghi rappresenta il compimento di un ciclo, che ha minato le basi della nostra democrazia, producendo un regresso sociale, economico, culturale, dal quale non usciremo se non con una classe politica costituzionalmente orientata e quindi antieuropeista”.

https://www.ilpescara.it/politica/pescara-manifestazione-governo-draghi.html

https://ilpartitocomunista.it

MARCO RIZZO PARTITO COMUNISTA INTERVIENE A ZONA BIANCA RETE 4 MEDIASET SULLA FINTA CRESCITA DEL PIL, SENZA LAVORO E ECONOMIA, NESSUN MIRACOLO ITALIANO!