Sindacati Confederali

ALESSIO BRANCACCIO SCRIVE A HISTADRUT, IL SINDACATO CONFEDERALE ISRAELIANO EQUIVALENTE DELLA CGIL IN ITALIA IN MERITO AL RILASCIO DEGLI OSTAGGI ISRAELIANI NELLE MANI DI HAMAS E DI SOLLEVARE DAL POTERE NETANYAHU IN ISRAELE

Good evening to all your Histadrut staff, I’m comrade Dr. Alessio Brancaccio of the Partito della Rifondazione Comunista of Abruzzo region in Italy and honorary member of the Al-Rahma Charity Association of Khan Younis https://rahma4gaza.org/en/ in the Gaza Strip fan of historic PLO leader Yasser Arafat, so I’m in solidarity with the Palestinian cause. You also know very well that this genocide has nothing to do with the Israeli people, the majority of them do not want it, I am sure of this, it is only a personal war carried out by Prime Minister Netanyahu who is continuously supported in money and weapons from the decadent old American with the “talking butt” Biden is no longer willing to give weapons to Netanyahu: I hope you have learned that the amendment to give another 60 billion dollars in weapons to Israel was passed in the Senate, but the The American House is opposed, therefore the amendment itself was blocked, while Joseph Borrell the catalan Vice President of the EU Security Council in Brussels rightly said that Biden must stop supplying weapons to Netanyahu if the military response has “been exaggerated”, so in my opinion we can stop all this horrible mess by not always asking for a permanent ceasefire in Gaza, because you know well that Netanyahu the criminal is not willing to negotiate and will continue to bomb you for other months and months until December 2024 and you you don’t want to see more deaths among your people and among the Palestinians, so the only way is to create the conditions to remove the Zionist with the protruding mouse ears from power without continuing to suffer further losses in the IDF, amidst Hamas ambushes among the ruins of destroyed cities and the diseases encountered by Israeli soldiers on the battlefield on land in the Gaza Strip. As a mediator for the Palestinian cause, I propose the only possible way to get your hostages back from Hamas which can only happen through the release of all the Palestinian prisoners imprisoned by Netanyahu in your occupation prisons, otherwise we will continue to see massacres among your soldiers and my Palestinian civilians at least through 2024! If Netanyahu is not willing to deal with this, you must create the conditions to remove him from power, without letting him reach the end of the legislature, because he will do everything to continue this genocide in Gaza to the bitter end until the date of the next national elections which he does not has still called and I remind you that the International Court of Justice in The Hague in the Netherlands was very clear with Netanyahu: “to prevent acts of genocide”. Organize as unions, band together, unite and send Netanyahu home as soon as possible! 

We’ll remain in contact for further upcoming negotiations, thank you for your attention.”

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

DIRITTO ALLO SCIOPERO IN PERICOLO IN ITALIA. COSA NE PENSI?

https://actionnetwork.org/forms/diritto-allo-sciopero-in-pericolo-cosa-ne-pensi/
https://www.carc.it/2023/11/15/se-lo-sciopero-e-sotto-attacco-contrattaccare/

Se lo sciopero è sotto attacco, contrattaccare!

Mobilitarsi contro il governo della guerra, della finanziaria di guerra e dell’attacco al diritto di sciopero

di Teresa Noce – Novembre 15, 2023

Puoi scioperare essendo iscritto a qualunque sindacato, anche se non ha proclamato lo sciopero, e anche se non sei iscritto a nessun sindacato!

Il 17 novembre molte organizzazioni sindacali convergeranno per una giornata di sciopero e di lotta.

Sciopero generale nazionale del pubblico impiego, dei trasporti e della conoscenza proclamato da Cgil e Uil; sciopero generale nelle regioni del centro Italia, sempre proclamato da Cgil e Uil; sciopero generale del pubblico impiego proclamato da Usb, sciopero nel settore privato in solidarietà alla Palestina proclamato dal Si Cobas. Inoltre ci sono manifestazioni e scioperi indetti dai sindacati e dalle organizzazioni studentesche.

È la forma che sta prendendo il movimento delle masse popolari contro la legge di bilancio, la finanziaria di guerra e rapina, del governo Meloni.
Un movimento oggettivo iniziato settimane fa, passato dalla manifestazione del 7 ottobre a Roma della Cgil (“la via maestra”, per l’attuazione della Costituzione), passato dallo sciopero dei sindacati di base del 20 ottobre e dalle manifestazioni contro le basi e le installazioni militari del 21 ottobre, passato dalle tante manifestazioni in solidarietà con il popolo palestinese sparse per il paese e dal blocco delle armi destinate a Israele nel porto di Genova promosso dal Calp il 10 novembre. Un movimento che proseguirà con gli scioperi e le mobilitazioni già previste per le prossime settimane.

Questo è, nei fatti e al di là degli intenti degli organizzatori di ogni singola mobilitazione, un passo concreto nella costruzione di un fronte comune contro il governo Meloni, contro chi viola la Costituzione, contro chi vieta gli scioperi, contro chi sostiene le guerre criminali degli imperialisti Usa, sionisti e Ue sulla pelle delle masse popolari.
Lo sviluppo di questo fronte spaventa il governo Meloni. Giorgia Meloni e la sua cricca sanno che i lavoratori organizzati hanno la forza per cacciare il governo.
Ecco come e perché è nato l’attacco di Salvini e della Commissione Nazionale di Garanzia (composta da 5 personaggi nominati dal governo, sotto lo sguardo di Mattarella) allo sciopero del 17 novembre, la prima giornata delle cinque date previste: revoca dello sciopero nel settore aereo e riduzione da 8 a 4 ore di sciopero nel settore dei trasporti.
Sembra una “piccola limitazione”, invece è un attacco al diritto di sciopero di tutti i lavoratori. L’obiettivo del governo Meloni è indebolire il fronte della mobilitazione, depotenziarla e intimorire i lavoratori.
La precettazione dei lavoratori dei trasporti è un atto grave, ma è anche un’opportunità.

È un’opportunità che va colta per mandare in frantumi divieti, precettazioni e colpi di mano, gli strumenti su cui poggiano la “concertazione” e la finta “pace sociale” che grava solo sulle spalle dei lavoratori. Per questo è importante sostenere in ogni modo i lavoratori dei trasporti affinché prolunghino lo sciopero per 8 ore nonostante i divieti e la precettazione.

È un’opportunità anche per tutti gli altri lavoratori: scioperare in massa in tutti i settori e le regioni in cui è stato proclamato lo sciopero generale perché è nell’interesse di tutti i lavoratori che Salvini e la cricca del governo Meloni trovino una solida opposizione nelle aziende, nelle scuole e nelle piazze. È utile a tutti che il fronte comune si rafforzi facendo fronte a questo attacco (a questo proposito è esemplare la protesta dell’Usb nella sede della Lega a Roma).

Le multe sono carta straccia
La precettazione dello sciopero comporta una sanzione per il sindacato che non la rispetta. In alcuni casi anche una sanzione, una multa, per i lavoratori che non la rispettano e scioperano.
Questo è il motivo per cui, nel momento in cui scriviamo, Maurizio Landini è indeciso se cedere al colpo di mano di Salvini e della Commissione nazionale di garanzia.
Ragioniamo sul perché questa motivazione, se davvero fosse pretesto per sottomettersi alla precettazione dei lavoratori dei trasporti, sarebbe solo una scusa.
1. Se Cgil e Uil indicano di non sottomettersi alla precettazione e confermano lo sciopero di 8 ore anziché 4, decine di migliaia di lavoratori dei trasporti aderirebbero. Mettere in moto l’iter necessario a “condannarli” bloccherebbe tribunali, procure, uffici, ecc. a tempo indefinito. Le multe passerebbero “in cavalleria”, anche in ragione dei ricorsi che nel frattempo gli uffici legali di Cgil e Uil presenteranno, delle sentenze, degli appelli, ecc.
2. Cgil e Uil possono – dovrebbero, devono – farsi garanti di fronte a tutti i lavoratori (iscritti e non) che potrebbero essere multati. È una caratteristica ereditata dalla concertazione il pensare ognun per sé e al proprio orticello. E le casse di resistenza e di solidarietà gestite dalle organizzazioni sindacali NON SONO appannaggio del secolo scorso. Il sindacato che negli Usa ha diretto e vinto la battaglia contro le aziende automobilistiche [leggi: “Lo sciopero vince: risultati storici per gli operai dell’auto”] aveva preventivato “di spendere” per il sostegno ai lavoratori in sciopero 825 milioni di dollari. Non ha detto agli scioperanti “si salvi chi può” e infatti ha vinto.
Quindi bisogna essere concreti: se Cgil e Uil cercano una scusa per non rompere gli orpelli della concertazione (mentre governo e padroni sono invece all’attacco, ben decisi a romperli) allora diranno che la precettazione è ingiusta, ma per non compromettere gli operai è opportuno sottomettersi. Il che lascia facilmente prevedere che governo e padroni la prossima volta precetteranno di più, minacceranno di più, reprimeranno di più…
La strada per fare carta straccia delle multe esiste.

Quindi c’è una sola cosa da fare di fronte alla precettazione e di fronte ai tentennamenti di Cgil e Uil: estendere lo sciopero e rafforzarlo, concatenare la mobilitazione del 17 novembre con quella delle settimane successive per bloccare la legge di bilancio e cacciare il governo Meloni.

Le manifestazioni e i presidi del 17 novembre vanno usate per far montare la protesta e la mobilitazione, ma soprattutto per rafforzare l’organizzazione: discutere con i colleghi e con i lavoratori anche iscritti ad altri sindacati perché il governo Meloni intende fare orecchie da mercante rispetto alle rivendicazioni delle piazze.

Quindi bisogna che i lavoratori si coordinino meglio fra loro, si coordinino con gli studenti, con i movimenti ambientalisti, con i movimenti contro la guerra, con le associazioni palestinesi: bisogna usare lo sciopero generale in cinque giornate indetto da Cgil e Uil, gli scioperi già indetti dai sindacati di base e ogni altra mobilitazione per creare comitati unitari e intersindacali, autoconvocati, per promuovere una mobilitazione generale e uno sciopero unico che fermi il paese, riempia la capitale, assedi il palazzo e mandi a gambe all’aria il governo Meloni.

Il governo Meloni deve essere sostituto da un governo che fa gli interessi delle masse popolari. Non un governo dei “soliti noti” del Pd o del M5S, ma fatto da chi davvero ha intenzione di difendere la Costituzione, rigettare leggi come questa finanziaria, bloccare subito la partecipazione dell’Italia alle guerre della Nato e dei sionisti e contro l’economia di guerra imposta dalla Ue.

Se governo e autorità come la Commissione Nazionale di Garanzia cercano di impedire lo sciopero e precettano i lavoratori, sta ai lavoratori disubbidire, scioperare e far scioperare tutti i colleghi e le colleghe!

Difendiamo il diritto allo sciopero praticandolo, difendiamo la Costituzione applicandola!

Contro la finanziaria di guerra e contro il governo Meloni

Diamoci i mezzi per realizzare i nostri obiettivi

La finanziaria che serve alle masse popolari?

Lavoro stabile, sicuro e ben retribuito, aumento delle pensioni da fame e pensionamento dopo 35 anni di lavoro (anche meno per chi fa lavori usuranti), bonifica e manutenzione del territorio e delle infrastrutture, assunzioni e stabilizzazione dei precari, sistema sanitario pubblico, solidale e universale, istruzione pubblica e di qualità, promozione della giustizia sociale, un ambiente sano e sicuro, una politica di pace.
Sono le misure che occorrono per rimettere in sesto il paese. Non è vero che non ci sono i soldi: basta prenderli a chi si è arricchito sulla pelle e a spese dei lavoratori o sulle speculazioni finanziarie (le banche hanno aumentato i profitti nell’ultimo anno di 20 miliardi), basta smettere di pagare interessi su Bot e altri titoli del debito pubblico a ricchi, banche e finanziarie, basta farla finita con spese per armamenti, missioni di guerra (80 milioni di euro al giorno!), con i miliardi per grandi opere inutili e dannose.
Sono i diritti sanciti dalla Costituzione del 1948 e mai attuati, se non in modo limitato e con le lotte tenaci degli anni ‘60 e ’70 del secolo scorso.

Darsi i mezzi per realizzare i nostri obiettivi

Organizzarsi in ogni posto di lavoro. Costruire nuclei di lavoratori decisi a portare fino in fondo la lotta e allargare quanto più possibile la mobilitazione degli altri lavoratori attorno a questi nuclei: l’organizzazione è la nostra arma principale.
Fare rete. Coordinarsi a livello locale e nazionale con altre aziende in lotta, con altri nuclei di lavoratori, con studenti e organismi popolari, con movimenti ambientalisti e contro la guerra, con tecnici, esponenti della società civile e amministratori locali progressisti.
Una campagna di mobilitazioni decise e prolungate. Ogni metodo di lotta va bene, basta che sia efficace: non facciamoci legare le mani dalle leggi e dalle regole di gente che usa le masse come carne da macello nelle sue aziende e nelle sue guerre!
Usare lo sciopero generale in cinque giornate per preparare uno sciopero unico che fermi il paese, riempia la capitale e assedi il palazzo. Formare comitati autoconvocati, unitari e intersindacali, per promuoverlo.

Cacciare il governo Meloni e sostituirlo con un governo di emergenza popolare

L’alternativa a Meloni e compari non è un nuovo governo del Pd a guida Schlein magari con dentro anche il M5s di Conte: già visto, sarebbe la zuppa al posto del pan bagnato! Occorre un governo che sottopone i capitalisti a una legislazione d’emergenza, vieta la vendita di aziende a multinazionali straniere, nazionalizza le aziende lasciate andare in malora dai capitalisti, crea nuove aziende pubbliche o riconverte e amplia l’attività di quelle esistenti per fare il lavoro necessario a rimettere in sesto il paese e a riorganizzarne le attività in maniera ecocompatibile. Che fissa un salario minimo e lo introduce da subito nelle aziende statali o partecipate, che non manda qualche controllore ogni tanto, ma incarica le Rsu o altre organizzazioni di lavoratori di segnalare i capitalisti che fanno i furbi, che traduce in leggi le misure che caso per caso esse indicano per tutelare la sicurezza sul lavoro. Che ritira i soldati dalle missioni di guerra degli Usa/Nato con o senza copertura dell’Onu, che chiude le basi Usa e Nato ed esce dall’Alleanza Atlantica. In breve: un governo deciso ad attuare la Costituzione del 1948.

Non può essere un governo dei “soliti noti”. Dev’essere un governo d’emergenza, composto da persone di fiducia degli organismi operai e popolari, cioè di chi la Costituzione ha interesse ad applicarla contro quelli che per decenni l’hanno aggirata e apertamente violata. Per tirarci fuori dal disastro, per realizzare i nostri obiettivi, per attuare la Costituzione del 1948 bisogna che noi lavoratori, giovani, donne e pensionati impariamo a governare il paese!

https://www.carc.it/2023/11/16/volantino-per-gli-scioperi-della-cgil-e-della-uil/
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Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

INTERVENTO DI MARCO RIZZO SULLA DIFFERENZA TRA SINDACATI ITALIANI E QUELLI FRANCESI AL TG4 MEDIASET, CONDOTTO DA GIUSEPPE BRINDISI

Vasto (CH), lì 6 Marzo 2023 ore 17.32

Un caro saluto serale a tutti e a tutte voi. In questo articolo desidero sottoporre alla vostra gentile attenzione l’ottimo intervento di Marco Rizzo, il torinese Segretario Nazionale del Partito Comunista, oggi Democrazia Sovrana Popolare, in merito alla differenza di trattamento dei sindacati francesi, come la Confédération générale du travail (o CGT), una confederazione sindacale francese creata il 23 settembre 1895 a Limoges. nei riguardi dei lavoratori e dei loro diritti, in contrapposizione al discutibile modus operandi adottato dai loro omologhi italiani confederali CGIL, CISL ed UIL.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione, membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus