Day: 27 aprile 2022

SALUTE, INQUINAMENTO DELL’ARIA E COVID19: C’E’ UN NESSO

Vivere in aree sature di particolato atmosferico causa un rischio maggiore di contrarre il COVID: la conferma in uno studio svedese.

Si torna a parlare di una relazione tra qualità dell’aria e COVID-19.
https://www.focus.it//scienza/salute/inquinamento-aria-covid

Una nuova ricerca sembra confermare l’esistenza di un legame tra la (cattiva) qualità dell’aria e il rischio di ammalarsi di COVID. Secondo uno studio condotto su un campione di giovani adulti dagli scienziati del Karolinska Institutet (Svezia), i residenti in aree ad elevata concentrazione di polveri sottili e fuliggine corrono maggiori probabilità di avere tra le mani un tampone positivo rispetto a chi abita in zone meno inquinate.

L’esposizione agli inquinanti generati dal traffico e tipici delle grandi città – come quelli che incombono sulla Pianura Padana, primo epicentro della COVID in Europa – è dunque associata a un rischio maggiore di risultare positivi al SARS-CoV-2, anche se lo studio rileva semplicemente un’associazione e non dà informazioni sulle possibili cause. 

I PRECEDENTI. Già diversi studi hanno segnalato una relazione tra l’inquinamento dell’aria e la distribuzione dei maggiori focolai di covid, ed è noto che vivere sotto cieli particolarmente inquinati contribuisce a una maggiore incidenza di casi di influenza e di SARS (un altro coronavirus “parente” di quello della covid). Da un lato, chi respira aria densa di particolato è più suscettibile alle infezioni respiratorie, dall’altro, alcune passate ricerche hanno evidenziato che i virus si diffondono anche grazie alle particelle inquinanti sospese nell’aria che inaliamo.

QUALITÀ DELL’ARIA. Nello studio pubblicato su JAMA Network Open, il team svedese ha individuato 425 persone positive alla covid con la diagnosi confermata da un tampone PCR tra maggio 2020 e la fine di marzo 2021. L’età media dei partecipanti, per il 54% donne, era di 26 anni. Conoscendo l’indirizzo di questi pazienti, asintomatici o con sintomi lievi, gli scienziati hanno stimato le concentrazioni diurne nelle loro zone di residenza di diversi inquinanti dell’aria: il PM10 e il PM2.5 (le polveri fini e ultrafini, capaci di penetrare nella parte superiore dell’apparato respiratorio e nella circolazione sanguigna), oltre alla fuliggine e agli ossidi di azoto.

Una nuova ricerca sembra confermare l’esistenza di un legame tra la (cattiva) qualità dell’aria e il rischio di ammalarsi di covid. Secondo uno studio condotto su un campione di giovani adulti dagli scienziati del Karolinska Institutet (Svezia), i residenti in aree ad elevata concentrazione di polveri sottili e fuliggine corrono maggiori probabilità di avere tra le mani un tampone positivo rispetto a chi abita in zone meno inquinate.

L’esposizione agli inquinanti generati dal traffico e tipici delle grandi città – come quelli che incombono sulla Pianura Padana, primo epicentro della covid in Europa – è dunque associata a un rischio maggiore di risultare positivi al SARS-CoV-2, anche se lo studio rileva semplicemente un’associazione e non dà informazioni sulle possibili cause. 

I PRECEDENTI. Già diversi studi hanno segnalato una relazione tra l’inquinamento dell’aria e la distribuzione dei maggiori focolai di covid, ed è noto che vivere sotto cieli particolarmente inquinati contribuisce a una maggiore incidenza di casi di influenza e di SARS (un altro coronavirus “parente” di quello della covid). Da un lato, chi respira aria densa di particolato è più suscettibile alle infezioni respiratorie, dall’altro, alcune passate ricerche hanno evidenziato che i virus si diffondono anche grazie alle particelle inquinanti sospese nell’aria che inaliamo.

QUALITÀ DELL’ARIA. Nello studio pubblicato su JAMA Network Open, il team svedese ha individuato 425 persone positive alla covid con la diagnosi confermata da un tampone PCR tra maggio 2020 e la fine di marzo 2021. L’età media dei partecipanti, per il 54% donne, era di 26 anni. Conoscendo l’indirizzo di questi pazienti, asintomatici o con sintomi lievi, gli scienziati hanno stimato le concentrazioni diurne nelle loro zone di residenza di diversi inquinanti dell’aria: il PM10 e il PM2.5 (le polveri fini e ultrafini, capaci di penetrare nella parte superiore dell’apparato respiratorio e nella circolazione sanguigna), oltre alla fuliggine e agli ossidi di azoto.

https://ki.se/en

#KarolinskaInstitutet Solnavägen 1, 171 77 #Solna, #Svezia #Sweden

Fonte: FOCUS

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila

“IL WWF APPOGGIA IL JOVA BEACH PARTY NELL’AREA DOVE NIDIFICA IL FRATINO” LE ACCUSE DELLA STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE (SOA)

Le accuse all’associazione ambientalista dopo la notizia del ritrovamento di un nido a Vasto Marina (CH) Abruzzo.

ESEMPLARE ADULTO DI FRATINO CHARADRIUS ALEXANDRINUS, UN PICCOLO UCCELLO TRAMPOLIERE CHE NIDIFICA NELL’AMBIENTE DUNALE DELLE SPIAGGE DELLA COSTA ADRIATICA DAL SUD ABRUZZO FINO ALL’EMILIA ROMAGNA E PROTETTO DALLA LEGA ITALIANA PROTEZIONE UCCELLI (LIPU) http://www.lipu.it E DALLA DIRETTIVA EUROPEA UCCELLI 147/2009 https://www.mite.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/biodiversita/Direttiva_uccelli_2009.pdf

Il comunicato del Wwf relativo al ritrovamento di un nido di Fratino rischia di essere fuorviante in quanto per il Wwf sarebbe un ritorno della specie nel vastese a seguito di “tentativi” di nidificazione nel passato “non andati a buon fine”. L’informazione è semplicemente non corretta, in quanto tra 2021 e 2022 siamo a cinque nidi tra Vasto e San Salvo, con due schiuse e il sicuro involo di giovani almeno per il nido a San Salvo nel 2021″.

È critica la Stazione Ornitologica Abruzzese, con il Gruppo Fratino Vasto e Dune Bene Comune ricorda di aver inviato agli enti “un Report dei dati 2021 per l’Abruzzo, contenenti sia i dati dei nidi trovati da queste associazioni (il 61% del totale pari a 35 nidi), sia quelli trovati dal WWF – progetto “Salvafratino” (il 37% pari a 21 nidi) e quelli trovati da terzi (parì al 2%, 1 nido). 1)l’anno scorso, 2021, SOA e Gruppo Fratino Vasto hanno trovato tre nidi nel vastese, di cui due a Vasto marina e uno a San Salvo. Due su tre sono giunti certamente alla schiusa (uno a Vasto marina e uno a San Salvo), superando quindi lo stato del nido segnalato ieri dal Wwf. Quello di San Salvo, con i pulcini pure inanellati da inanellatore Ispra, ha visto anche l’involo di un giovane. Il terzo nido, a Fosso Marino, è invece fallito”.

La Stazione Ornitologica Abruzzese aggiunge inoltre che “visto che il Wwf ha dimenticato di farlo, ai fini della gestione della specie, gioverà ricordare che due nidi su cinque sono nell’area che dovrebbe ospitare il concerto del Jova Beach Party, evento, tra l’altro, appoggiato dal WWF e su cui hanno espresso forti critiche  lo stesso Coordinamento Nazionale Fratino, ricercatori e la stragrande parte delle associazioni ambientaliste nazionali. Ci uniamo, quindi, all’entusiasmo dell’associazione del Panda per aver trovato un nido ma ciò non può portare a stravolgere i dati di fatto, segnalati tra l’altro per tempo a tutti gli enti, perché queste informazioni sono, o meglio, dovrebbero essere fondamentali per la gestione della specie e degli habitat. La localizzazione esatta dei nidi, il loro esito ecc. sono elementi fondamentali per la conservazione di questa specie e per evitare errori come appunto l’intervento del comune a Fosso Marino e la programmazione di un mega-evento come il Jova Beach Party in aree di riproduzione della specie”.

Stazione Ornitologica Abruzzese (SOA) Pescara

https://soabruzzo.wixsite.com/soaonlus

https://it-it.facebook.com/soaonlus/

https://www.chietitoday.it/attualita/fratino-stazione-ornitologica-contro-wwf.html

UN PICCOLO ESEMPLARE DI FRATINO (CHARADRIUS ALEXANDRINUS) FOTOGRAFATO DA ALESSIO BRANCACCIO IL 26 APRILE 2022 ALL’ALTEZZA DELL’EX-STABILIMENTO BALNEARE NUMERO 41 MAREMAJE A VASTO MARINA (CH) ABRUZZO. LA ZONA E’ STATA DELIMITATA DAL SOA A PROTEZIONE DEL SUO NIDO
UN PICCOLO ESEMPLARE DI FRATINO (CHARADRIUS ALEXANDRINUS) FOTOGRAFATO DA ALESSIO BRANCACCIO ALL’ALTEZZA DELL’EX-STABILIMENTO BALNEARE NUMERO 41 MAREMAJE A VASTO MARINA (CH) ABRUZZO, ESCE DALLA ZONA DELIMITATA DAL SOA A PROTEZIONE DEL SUO NIDO. SULLO SFONDO E’ VISIBILE IL PONTILE

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila

RIFRAMMENTARE LA MOUNTAIN BIKE, PARTECIPA AL NUOVO SUMMIT IMBA EUROPA DAL 1 AL 4 GIUGNO 2022

https://www.outdoor-sports-network.eu/reframing-mountain-biking-participate-to-the-new-imba-europe-summit-on-june-1-4-th/
Per celebrare i 10 anni di promozione della gestione dei sentieri, di supporto delle comunità di mountain bike in Europa e sostegno per un migliore accesso ai sentieri, IMBA ti invita al suo nuovo vertice. Il tema principale dello stesso, "Riframmentare la MTB", include nuove prospettive su ciò che è sostenibile e sfida tutte le parti interessate e i partecipanti ad essere aperti a nuove idee e soluzioni per garantire un futuro luminoso per la MTB in tutti i suoi aspetti.

IMBA Europe, membro attivo della rete ENOS
In qualità di principale sostenitore della mountain bike e dello sviluppo dei sentieri in tutta Europa, IMBA cerca di convincere più persone a pedalare attraverso mountain bike sostenibili. In quanto sport a basso costo, accessibile, inclusivo ed ecologicamente sostenibile, IMBA mira a sensibilizzare sulle gioie della mountain bike nelle aree naturali e sui benefici mentali e fisici che ne derivano.

Promuovendo più percorsi vicino a casa – essenziali per incoraggiare più persone a uscire ed essere attive nella loro vita quotidiana – e aprendo la mountain bike ad un pubblico più diversificato, IMBA Europe è pienamente in linea con le azioni di ENOS, di cui è un membro attivo.

I Summit Europei IMBA: un modo per aumentare la conoscenza e sviluppare partnership

Nel corso degli anni, i Summit IMBA hanno attratto una gamma sempre più diversificata di partecipanti e organizzazioni: dai gruppi di difesa della mountain bike, ai costruttori di sentieri e professionisti nel settore della bicicletta e del turismo, ai gestori del territorio, accademici, autorità pubbliche ed operatori sanitari. Sempre più professionisti stanno lavorando nel settore emergente della mountain bike e la necessità di imparare gli uni dagli altri, scambiare conoscenze, trarre ispirazione e costruire partnership è solo aumentata.

1-4 Giugno 2022: un vertice sulla sostenibilità

L'European Mountain Bike Summit è un evento di due o tre giorni, che combina i discorsi principali degli opinion leader con workshop, visite in loco, riunioni di progetto, dibattiti e attività sociali, comprese le corse quotidiane (di gruppo), che di terranno in Val di Sole, Trentino (Italia) e, seguendo il modello di successo degli anni precedenti, gli argomenti trattati al Summit di quest'anno saranno suddivisi in sottotemi rilevanti: Progettazione, costruzione e gestione sostenibili dei sentieri; gli elementi costitutivi dei luoghi adatti alla mountain bike e inclusivi; turismo sostenibile in mountain bike. Si prevede quindi che parteciperete in gran numero!

https://www.imba-europe.org/imba-europe-summit/