Il virus stagionale raggiungerà il massimo a Natale, in circolazione tanti virus respiratori. Il professor Tumbarello: “Il Covid va a ondate: una ventina di ricoverati e casi in aumento”
Siena, 7 dicembre 2023 – I virus stagionali potrebbero rovinarci anche quest’anno il Natale, quando la concomitanza di più infezioni è altamente probabile. A partire dall’influenza stagionale che normalmente fa registrare il culmine tra fine dicembre e inizio gennaio.
Per il Covid, invece, c’è stata una prima ondata appena dopo l’estate e ora ci stiamo avvicinando a un periodo di massima intensità (il doppio dei casi e 900 morti in un mese), con il plateau che potrebbe arrivare proprio nelle prossime settimane. Facciamo il punto sulla possibile tempesta virale con il professor Mario Tumbarello, direttore di Malattie infettive del policlinico Le Scotte.
Professore, siamo al picco? Influenza e Covid insieme?
“È atteso per Natale quello dell’influenza stagionale. Il Covid va a ondate, di minore entità rispetto al passato, ma comunque in questo momento i casi stanno aumentando”.
Dunque Feste con la mascherina?
“Restrizioni di legge non ci sono, ma il buon senso vuole che in presenza di qualche sintomo non ci si presenti al pranzo di Natale accanto ad una persona fragile. E questo vale sia per il Covid che l’influenza. La mascherina in caso è la mossa preventiva più efficace. Proprio il Covid ce l’ha insegnato: negli anni di pandemia ci siamo ammalati meno di influenza, contenendo la circolazione dei patogeni stagionali che intaccano le vie respiratorie, insieme al Sars Cov-2. Per quanto riguarda gli altri virus respiratori in circolazione ci sono prevalentemente il virus respiratorio sinciziale, virus parainfluenzali e adenovirus“.
Come sarà l’influenza quest’anno?
“I sintomi sono sempre gli stessi e c’è il vaccino, consigliato a chi è maggiormente esposto a rischi, dagli immunodepressi ai cronici e anziani”.
E il Covid?
“Il Covid 2023 non è il Covid del 2020: è molto contagioso ma i quadri clinici sono generalmente meno gravi. Il virus attualmente in circolazione fa parte della serie di sottovarianti di Omicron, meno aggressive per le vie respiratorie. La contagiosità invece è maggiore, anche se questo non lo vediamo dai numeri, che sono certamente sottostimati. Del resto non c’è più monitoraggio capillare e continuo perché si fanno pochi test diagnostici”.
Chi è ricoverato oggi in Malattie infettive?
“In ospedale in questo momento abbiamo una ventina di pazienti Covid, che sono sempre assistiti con un percorso dedicato: una metà è ricoverata prettamente per Covid e una metà con il Covid ma per altre patologie. In Malattie infettive come sempre ci sono anche pazienti con Aids, tubercolosi ed altre malattie infettive classiche”.
C’è un legame fra Covid e influenza?
“Si manifestano con sintomatologia simile e contagiano con le stesse modalità: nella stagione fredda l’influenza e anche d’estate il Covid, entrambi si trasmettono più facilmente negli ambienti chiusi, delimitati, in cui aumentano i contatti interpersonali. Anche la difesa da questi virus è simile: mascherina, pulizia delle mani e distanziamento. Non è invece usuale ammalarsi di Covid e di influenza in concomitanza, ma può accadere e in quel caso la manifestazione è più severa. Infine, le persone ‘fragili’ sono più esposte a complicanze e purtroppo alcuni muoiono ancora di Covid e per un’influenza”.
Paola Tomassoni
Fonte: La Nazione
Covid, solo 7% degli over 70 è vaccinato. Si temono 15mila morti
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Solo il 7% degli ultrasettantenni è stato vaccinato contro il Covid-19 e, tra i malati fragili, le percentuali sono ancora più basse.
Questa settimana la mortalità per Covid è ulteriormente aumentata del 24% rispetto alla settimana precedente con una proiezione su base annua di più di 15 mila morti, destinata purtroppo ad un progressivo sensibile aumento”.
È l’allarme lanciato dal presidente della Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi (Foce) Francesco Cognetti.
“Nonostante vi siano ben 7 milioni e mezzo di dosi già disponibili da circa due mesi e molte altre in arrivo, in tutto il Paese le vaccinazioni sono state solo circa un milione, con le Regioni del Sud e il Lazio che fanno registrare numeri molto bassi”, aggiunge Cognetti, secondo cui “le cause di questi risultati fallimentari sono la completa assenza di qualsiasi programmazione ed organizzazione, da parte del sistema di prevenzione del nostro Paese, di una vera e propria campagna di vaccinazione rivolta a diverse decine di milioni di cittadini italiani e la completa assenza di una campagna informativa su questa vaccinazione di massa”.
Il presidente Foce punta inoltre il dito contro “la diffusione, purtroppo anche da parte di alcune autorità sanitarie del Paese, di messaggi confusi e spesso contraddittori sulle dimensioni del contagio e sulla sua letalità, quindi con l’effetto di ulteriormente demotivare e scoraggiare una popolazione già parzialmente restia”.
Per gli esperti Foce è necessario che “tutte le autorità sanitarie del Paese, governative e regionali imprimano una rapida e decisa svolta alla campagna vaccinale con un concreto rafforzamento strutturale e organizzativo, accompagnato da un vero e proprio sistema di diffusione capillare dell’informazione sulla sua enorme utilità”.
Fonte: ANSA
Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto