Mascherina

COVID E INFLUENZA: TEMPESTA INFETTIVA IN ARRIVO. IL PICCO PREVISTO PER LE FESTE DI NATALE

Il virus stagionale raggiungerà il massimo a Natale, in circolazione tanti virus respiratori. Il professor Tumbarello: “Il Covid va a ondate: una ventina di ricoverati e casi in aumento”

Siena, 7 dicembre 2023 – I virus stagionali potrebbero rovinarci anche quest’anno il Natale, quando la concomitanza di più infezioni è altamente probabile. A partire dall’influenza stagionale che normalmente fa registrare il culmine tra fine dicembre e inizio gennaio.

Per il Covid, invece, c’è stata una prima ondata appena dopo l’estate e ora ci stiamo avvicinando a un periodo di massima intensità (il doppio dei casi e 900 morti in un mese), con il plateau che potrebbe arrivare proprio nelle prossime settimane. Facciamo il punto sulla possibile tempesta virale con il professor Mario Tumbarello, direttore di Malattie infettive del policlinico Le Scotte.

Professore, siamo al picco? Influenza e Covid insieme?

“È atteso per Natale quello dell’influenza stagionale. Il Covid va a ondate, di minore entità rispetto al passato, ma comunque in questo momento i casi stanno aumentando”.

Dunque Feste con la mascherina?

“Restrizioni di legge non ci sono, ma il buon senso vuole che in presenza di qualche sintomo non ci si presenti al pranzo di Natale accanto ad una persona fragile. E questo vale sia per il Covid che l’influenza. La mascherina in caso è la mossa preventiva più efficace. Proprio il Covid ce l’ha insegnato: negli anni di pandemia ci siamo ammalati meno di influenza, contenendo la circolazione dei patogeni stagionali che intaccano le vie respiratorie, insieme al Sars Cov-2. Per quanto riguarda gli altri virus respiratori in circolazione ci sono prevalentemente il virus respiratorio sinciziale, virus parainfluenzali e adenovirus“.

Come sarà l’influenza quest’anno?

“I sintomi sono sempre gli stessi e c’è il vaccino, consigliato a chi è maggiormente esposto a rischi, dagli immunodepressi ai cronici e anziani”.

E il Covid?

“Il Covid 2023 non è il Covid del 2020: è molto contagioso ma i quadri clinici sono generalmente meno gravi. Il virus attualmente in circolazione fa parte della serie di sottovarianti di Omicron, meno aggressive per le vie respiratorie. La contagiosità invece è maggiore, anche se questo non lo vediamo dai numeri, che sono certamente sottostimati. Del resto non c’è più monitoraggio capillare e continuo perché si fanno pochi test diagnostici”.

Chi è ricoverato oggi in Malattie infettive?

“In ospedale in questo momento abbiamo una ventina di pazienti Covid, che sono sempre assistiti con un percorso dedicato: una metà è ricoverata prettamente per Covid e una metà con il Covid ma per altre patologie. In Malattie infettive come sempre ci sono anche pazienti con Aids, tubercolosi ed altre malattie infettive classiche”.

C’è un legame fra Covid e influenza?

“Si manifestano con sintomatologia simile e contagiano con le stesse modalità: nella stagione fredda l’influenza e anche d’estate il Covid, entrambi si trasmettono più facilmente negli ambienti chiusi, delimitati, in cui aumentano i contatti interpersonali. Anche la difesa da questi virus è simile: mascherina, pulizia delle mani e distanziamento. Non è invece usuale ammalarsi di Covid e di influenza in concomitanza, ma può accadere e in quel caso la manifestazione è più severa. Infine, le persone ‘fragili’ sono più esposte a complicanze e purtroppo alcuni muoiono ancora di Covid e per un’influenza”.

Paola Tomassoni

Fonte: La Nazione

Covid, solo 7% degli over 70 è vaccinato. Si temono 15mila morti

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2023/12/04/covid-solo-7-degli-over-70-e-vaccinato.-si-temono-15mila-morti_ccb4d53a-c378-493c-a7d5-08d3bd648480.html

Solo il 7% degli ultrasettantenni è stato vaccinato contro il Covid-19 e, tra i malati fragili, le percentuali sono ancora più basse.

Questa settimana la mortalità per Covid è ulteriormente aumentata del 24% rispetto alla settimana precedente con una proiezione su base annua di più di 15 mila morti, destinata purtroppo ad un progressivo sensibile aumento”.

È l’allarme lanciato dal presidente della Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi (Foce) Francesco Cognetti.
“Nonostante vi siano ben 7 milioni e mezzo di dosi già disponibili da circa due mesi e molte altre in arrivo, in tutto il Paese le vaccinazioni sono state solo circa un milione, con le Regioni del Sud e il Lazio che fanno registrare numeri molto bassi”, aggiunge Cognetti, secondo cui “le cause di questi risultati fallimentari sono la completa assenza di qualsiasi programmazione ed organizzazione, da parte del sistema di prevenzione del nostro Paese, di una vera e propria campagna di vaccinazione rivolta a diverse decine di milioni di cittadini italiani e la completa assenza di una campagna informativa su questa vaccinazione di massa”.
Il presidente Foce punta inoltre il dito contro “la diffusione, purtroppo anche da parte di alcune autorità sanitarie del Paese, di messaggi confusi e spesso contraddittori sulle dimensioni del contagio e sulla sua letalità, quindi con l’effetto di ulteriormente demotivare e scoraggiare una popolazione già parzialmente restia”.
Per gli esperti Foce è necessario che “tutte le autorità sanitarie del Paese, governative e regionali imprimano una rapida e decisa svolta alla campagna vaccinale con un concreto rafforzamento strutturale e organizzativo, accompagnato da un vero e proprio sistema di diffusione capillare dell’informazione sulla sua enorme utilità”.

Fonte: ANSA

Prima pagina de “Il Giornale di Vicenza”, 7 Dicembre 2023: COVID ed influenza mordono, è partita la corsa dei vaccini https://edicola.ilgiornaledivicenza.it/newsstand/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

COVID19 ITALIA, REGISTRATI 21.309 NUOVI CONTAGI IN ITALIA: IN AUMENTO DEL 44%

Per la terza settimana aumenta anche l’incidenza con un numero di contagi “diagnosticati e segnalati pari a 31 casi per 100mila abitanti”, riporta il monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute.

Crescono i contagi Covid in Italia, dove nell’ultima settimana si sono registrati 21.309 casi, in aumento del 44% rispetto ai 14.863 della settimana precedente. Sono questi i dati riportati dal monitoraggio Covid-19 realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute.

In aumento l’incidenza dei casi Covid in Italia

Si tratta della terza settimana in cui si registra un aumento dell’incidenza Covid in Italia con un numero di contagi “diagnosticati e segnalati pari a 31casi per 100mila abitanti, in aumento rispetto alla settimana precedente (24 casi per 100mila abitanti). L’incidenza sale nella maggior parte delle regioni e province autonome, con valori non superiori a 53 casi per 100mila abitanti. L’incidenza più elevata è stata riportata in Sardegna (53 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Basilicata (8 casi per 100mila abitanti)”, spiega il bollettino.

I posti letto occupati negli ospedali

“Cresce anche l’occupazione dei letti in area medica, che si attesta al 3% (era al 2,7% la scorsa settimana) con un totale di 1.872 ricoverati. Aumenta anche l’occupazione delle terapie intensive (0,6% rispetto allo 0,4% della rilevazione della scorsa settimana), dove sono ricoverate 49 persone”, sottolinea il monitoraggio.

https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2023/09/08/covid-oggi-contagi-italia

Covid, contagi in aumento: dove e quando torneranno le mascherine?

Ospedali e studi medici sono gli ultimi in cui è caduto l’obbligo delle mascherine e i primi in cui potrebbero tornare, ma sono a rischio tutti i luoghi chiusi in cui ci sono molte persone a partire dalle scuole.

DI CHIARA PIZZIMENTI 8 SETTEMBRE 2023

Idati dei contagi da Covid sono in aumento in molti paesi: da una parte le nuove varianti, in Italia in particolare Eris anche se per ora senza contraccolpi sugli ospedali, dall’altro abitudini di vita tornate a prima della pandemia con assembramenti e senza mascherine. Quest’ultima è consuetudine destinata a tornare. Negli Usa le mascherine sono già arrivate in alcuni ospedali e scuole e anche in Italia, secondo quanto riporta Il Messaggero, il ministero della Salute starebbe preparando una circolare con nuove regole per la limitazione dei contagi in alcune aree, come gli ospedali.

Alcuni paesi hanno già ripreso l’utilizzo delle mascherine, principalmente negli ospedali e negli studi medici, l’ultimo luogo da cui sono sparite in Italia. Si andrebbe a ritrovo e questo sarebbe il primo in cui potrebbero tornare perché è cosi che si proteggono le persone che hanno altre patologie.

La stessa circolare del ministero disciplinerebbe anche l’esecuzione dei tamponi all’arrivo in ospedale e in pronto soccorso. Servirebbe anche a fare uno screening fra Covid e altre patologie respiratorie. Potrebbe anche essere inserita una nuova indicazione di sicurezza nelle residenze per anziani. Attualmente in Italia non c’è obbligo di isolamento se si è positivi al Covid. È consigliato indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie, quindi una mascherina se si entra in contatto con altre persone. L’invito, se si sintomatici, è a restare a casa come per le forme influenzali.

In Lombardia è già attiva una circolare che impone l’uso delle mascherine negli ospedali e nelle Rsa per operatori e visitatori. La mascherina dovrebbe essere preferenzialmente Ffp2. È anche richiesto il tampone in pronto soccorso a persone con problemi respiratori e a chi non ha sintomi ma deve essere ricoverato in reparti dove si trovano pazienti immunodepressi o in ostetricia.

Fonte: Vanity Fair

https://www.vanityfair.it/article/covid-contagi-in-aumento-dove-e-quando-torneranno-le-mascherine

Col ritorno a scuola contagi Covid in ascesa, troppi asintomatici in giro. Rusconi (Anp Roma): useremo gel e mascherine avanzate

Di Alessandro Giuliani – 10/09/2023

Scatoloni di mascherine inutilizzate in una scuola di Tivoli
https://www.tecnicadellascuola.it/col-ritorno-a-scuola-contagi-covid-in-ascesa-troppi-asintomatici-in-giro-rusconi-anp-roma-useremo-mascherine-e-gel-avanzato

Sembrava messo definitivamente alle spalle, invece torna lo spettro del Covid. Per più di un esperto di pandemie non si tratta di allarmare nessuno ma solo di essere realisti. Uno di questi è Walter Ricciardi, docente di Igiene all’università Cattolica di Roma: non ha dubbi sulla ripresa dei contagi, proprio in corrispondenza del ritorno delle lezioni a scuola.

Il ritorno del Covid non è un’ipotesi

Sulle infezioni “non è solo un rischio ma una certezza che avremo una ripresa” di infezioni da Covid.

Il motivo, spiega all’Adnkronos Salute, è “legato al fatto che moltissime persone asintomatiche vadano in ufficio, a scuola, nei luoghi affollati, sui mezzi di trasporto con il Covid” essendo venuto meno l’obbligo di isolamento.

“O si capisce che contrastare il Covid significa anticiparlo attraverso misure di sanità pubblica oppure è chiaro che ci saranno, come in questo momento ci sono in altre parti del mondo, delle nuove ondate epidemiche”, conclude Ricciardi.

Più ottimista si è invece detto il direttore generale della programmazione del ministero della Salute, Francesco Vaia: “Evitiamo allarmismi, noi adesso abbiamo gli strumenti per la tutela e in questo momento sono sufficienti”.

Tornano in classe in 7 milioni, gli ultimi il 15 settembre

I numeri di alunni complessivi che, suddivisi nelle classi, si ritroveranno gomito a gomito sono in calo ma sempre imponenti: oltre 7 milioni di allievi.

Dopo l’inizio anticipato a Bolzanola campanella suonerà per la prima volta lunedì 11 settembre in Piemonte, Trentino e Valle d’Aosta; il giorno dopo toccherà a Lombardia i ragazzi rientreranno in classe il giorno successivo. Il 13 settembre è il turno degli studenti di Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia, Umbria e Veneto. Il ritorno tra i banchi per gli studenti della Calabria, Liguria, Molise, Puglia e Sardegna è fissato al 14 settembre. Gli ultimi a riprendere le lezioni saranno gli allievi di Emilia Romagna, Toscana e Lazio, il 15 settembre.

Ogni scuola, è bene ricordarlo, ha però facoltà di deliberare l’avvio anticipato, motivandolo, rispetto all’indicazione della Regione di cui fa parte.

raggruppamenti in classe, soprattutto nelle prime delle scuole superiori, composte da almeno 27 alunni, di certo non aiutano a combattere la probabile risalita dei contagi, anche per il diffondersi della variante Eris.

I presidi: evitare assembramenti

Meno tranquilli, invece, si dicono i presidi, che confidano nella distribuzione di mascherine e del gel disinfettante.

Occorre “evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto in questi primi giorni di scuola – ha detto Mario Rusconi, leader Anp Roma -. In molte scuole poi a chi lo chiederà distribuiremo le mascherine utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Stessa cosa avverrà con il gel“.

Ad oggi, comunque, non esistono misure restrittive anti-Covid per le scuole. Una circolare il ministero della Salute raccomanda, comunque, di osservare le stesse precauzioni valide per prevenire la trasmissione della maggior parte delle infezioni respiratorie: indossare la mascherina, se si è sintomatici, rimanere a casa fino al termine dei sintomi, lavare spesso le mani, evitare il contatto con persone fragili.

Fonte: Tecnica della Scuola

Allarme Covid, i presidi: “Distribuiremo mascherine a scuola ed eviteremo assembramenti”

Ritorno a scuola con l’incubo COVID19. Ma non era finito???
https://tg.la7.it/cronaca/allarme-covid-i-presidi-distribuiremo-mascherine-a-scuola-ed-eviteremo-assembramenti-09-09/

Il rientro a scuola deve fare i conti con un aumento di contagi. Il ministero della Salute farà una riunione nei prossimi giorni

di Claudia Zanella 09.09.2023 18:59

La scuola inizia tra pochi giorni e, tra le tante cose da gestire per l’inizio dell’anno, i presidi devono fare i conti con l’aumento dei casi di Covid-19 registrati in questi giorni per il diffondersi della variante Eris. E la mancanza di direttive specifiche. Il ministero della Salute invita a mantenere la calma, nei prossimi giorni ci sarà una riunione per fare il punto. “Evitiamo allarmismi. Noi adesso abbiamo gli strumenti per la tutela e in questo momento sono sufficienti”, ha detto il direttore generale della programmazione del ministero della Salute, Francesco Vaia.

Al momento non esistono misure restrittive anti-Covid nelle scuole e dunque non vi sono indicazioni specifiche sui comportamenti da adottare ma in una circolare il ministero della Salute raccomanda, comunque, di osservare le stesse precauzioni valide per prevenire la trasmissione della gran parte delle infezioni respiratorie: indossare la mascherina e se si è sintomatici, rimanere a casa fino al termine dei sintomi, lavare spesso le mani, evitare il contatto con persone fragili.

Conferma Mario Rusconi, dell’Associazione nazionale presidi, che fa sapere che “l’indicazione che arriva dai presidi ai professori e bidelli è quella di evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto in questi primi giorni di scuola. In molte scuole poi a chi lo chiederà distribuiremo le mascherine utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Stessa cosa avverrà con il gel disinfettante”. 

Rusconi spiega che “l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è consigliato ai docenti e alunni con fragilità . Il nostro è un invito in quanto l’utilizzo non è obbligatorio”. Ma lancia un appello agli enti, “affinché siano più solleciti nei lavori di ristrutturazione negli istituti scolastici”. La ragione è che “avere classi con 27-28 alunni, in ambienti non grandi, non può che favorire la trasmissione di qualsiasi virus”. Per ricavare spazi, aggiunge Rusconi, “sarebbe prezioso che le scuole potesse riottenere quegli spazi oggi adibiti ad appartamenti dove spesso vivono figli o nipoti di bidelli oramai morti”, ovvero quelli che una volta erano le case dei custodi. 

Fonte: TG La7

Si ritorna tra i banchi di scuola con l’incubo Covid. “Mascherine per i fragili”

L’appello anche ai presidi: “Evitare classi con 27-28 alunni e gli assembramenti”

Coronavirus; scuola ripartenza con la mascherina per il “ritorno” del COVID19
https://www.casertanews.it/attualita/coronavirus-scuola-ripartenza-mascherina-fragili.html

on l’inizio del nuovo anno scolastico, nel casertano e in tutta Italia, gli studenti si preparano a fare ritorno tra i banchi, ma c’è una preoccupazione costante che potrebbe accompagnarli: il ritorno del Covid-19.

Alla fine delle vacanze estive, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha certificato un aumento dei casi di Covid-19, con un incremento del 44% dei contagi nell’ultima settimana, riportando 21.309 nuovi casi. Le notizie di positivi si moltiplicano, creando un clima di preoccupazione nell’opinione pubblica.

La sfida principale che le scuole dovranno affrontare è quella di evitare gli assembramenti tra gli studenti, soprattutto nei primi giorni di scuola. In molte scuole, saranno distribuite mascherine e gel disinfettante per garantire una maggiore sicurezza all’interno dei campus. Tuttavia, l’uso di dispositivi di protezione individuale non è obbligatorio per tutti, ma è consigliato soprattutto per docenti e studenti con fragilità.

Mario Rusconi, dell’Associazione Presidi, ha dichiarato: “Mi sento in dovere di lanciare un appello agli enti affinché siano più solleciti nei lavori di ristrutturazione negli istituti scolastici: avere classi con 27-28 alunni, in ambienti non grandi, non può che favorire la trasmissione di qualsiasi virus. Sarebbe, infine, prezioso che le scuole potesse riottenere quegli spazi oggi adibiti ad appartamenti dove spesso vivono figli o nipoti di bidelli oramai morti”. 

Nonostante la ripresa dei casi, Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico dell’Inmi Spallanzani, rassicura sul fatto che la malattia oggi, per le persone giovani adulte e in buona salute, è clinicamente poco rilevante. Tuttavia, nei pazienti fragili, anziani e immunodepressi, il Covid-19 rappresenta ancora una minaccia. Pertanto, è fondamentale concentrare gli sforzi sulla protezione e sulla prevenzione per queste categorie di persone, con particolare enfasi sulla vaccinazione.

Con l’inizio delle lezioni e l’incertezza legata alla pandemia ancora in corso, la comunità educativa e le autorità sanitarie devono lavorare insieme per garantire un ambiente di apprendimento sicuro e per proteggere coloro che sono più vulnerabili alla malattia. La lotta contro il Covid-19 continua, e la sicurezza dei nostri studenti è una priorità assoluta.

Fonte: Caserta News

Covid19 Italia, Francesco Vaia Roma (direttore Prevenzione Ministero Salute): «La risposta all’aumento dei contagi? Nessun allarme, ma prudenza e responsabilità»

di Barbara Gobbi

Covid, ecco le nuove regole per i tamponi in ospedale e nelle Rsa
https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AF5NkZn

Da un lato tutela dei più fragili, dall’altro la consapevolezza che «siamo in una nuova fase», ha spiegato il neo direttore della Prevenzione al ministero della Salute nell’intervista

9 settembre 2023

3′ di lettura

Da un lato prudenza e tutela dei più fragili, dall’altro la consapevolezza che «siamo in una nuova fase». Questa la doppia via indicata da Francesco Vaia, neo direttore della Prevenzione al ministero della Salute e già in prima linea contro il Covid come Dg all’ìstituto Lazzaro Spallanzani di Roma.

Davanti al netto aumento dei contagi (+43%) registrato dagli ultimi dati settimanali sul virus, il dicastero ha emesso la circolare che reintroduce il tampone al momento dell’accesso in strutture come le Rsa dove siano presenti “fragili” e in occasione dell’ingresso nel Pronto soccorso di un ospedale per chi presenti sintomi “compatibili” con la malattia da Sars-CoV-2, per quanti dichiarino di aver avuto contatti stretti con un caso confermato di Covid e infine per chi, pur asintomatico, vada ricoverato o trasferito in reparti o strutture con pazienti particolarmente a rischio. Una stretta di fatto anche in vista dell’autunno quando i virus influenzali si sommeranno al coronavirus. Ma molto, avvisa il capo della Prevenzione, resterà in capo ai cittadini. Nella “Fase 3” del Covid a guidare saranno non già gli obblighi ma buon senso e responsabilità.

L’ultimo bollettino divulgato dal ministero certifica che i principali indicatori Covid sono in lieve o in deciso aumento, ma sottolinea anche che l’incidenza e l’impatto sugli ospedali sono limitati. Qual è il messaggio più corretto da inviare al pubblico?
«Non è più il tempo dell’allarme, ma della prudenza e della responsabilità. Riguardo all’aumento dei casi, si tratta di un dato atteso, compatibile con il rientro dalle vacanze, con la ripresa delle attività e con la presenza delle nuove varianti, che come sappiamo, da omicron in poi, determinano maggiore contagio ma minore patogenicità. Come abbiamo spiegato più volte, il virus è cambiato: la malattia grave riguarda oggi prevalentemente i grandi anziani e i fragili. Proprio per questo il ministero della Salute, nell’interesse primario della tutela dei cittadini più fragili, si muove in una duplice direzione: da una parte misure di protezione e prevenzione per la tutela e la sicurezza sia dei pazienti che degli operatori e dall’altra predisposizione di una campagna di vaccinazione annuale e non obbligatoria rivolta soprattutto alle categorie maggiormente colpite dal Covid».

Quanta effettiva attenzione va posta alle varianti del virus e in particolare a Pirola ed Eris?
«Come diciamo da tempo le varianti non devono spaventare, ma sono un fenomeno atteso e dovuto, come sappiamo, all’adattamento del virus all’ambiente al quale tenta di sopravvivere. Nostro compito è quello di studiarle per adeguare gli strumenti che abbiamo a disposizione: vaccini e farmaci».

Lei ha annunciato una campagna di vaccinazione annuale contro Sars-CoV-2: quando partirà e con quali vaccini?

«Stiamo predisponendo un piano e un calendario vaccinale che dovrebbe partire in autunno, non obbligatorio, con vaccini aggiornati alle nuove varianti, per garantire la migliore protezione alle categorie nelle quali la patologia si manifesta in forma più grave, ovvero gli anziani e i fragili in generale».

Oggi c’è chi scrive di un possibile ritorno alle mascherine: state valutando l’ipotesi di reintrodurle, magari nell’ambito di un piano che preveda più scenari?
«Più che di piani, in questo momento dovremmo lasciarci guidare dalla responsabilità e dal buon senso: se una persona ha dei sintomi dovrebbe evitare di prendere la metro o frequentare luoghi affollati. Ma non si può tornare indietro. Siamo in una nuova fase. Ribadisco: dobbiamo puntare sulla responsabilità dei cittadini, che tanta ne hanno dimostrata in piena pandemia».

Fonte: Il Sole 24 Ore

Riecco il Covid Secondo Walter Ricciardi, il ritorno a scuola provocherà un aumento dei contagi

Per il professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica, «le misure dettate dalla Prevenzione del ministero della Salute sono insufficienti e basate su criteri politici più che scientifici, mentre bisogna agire subito per evitare nuove ondate»

Walter Ricciardi, ex-Consulente del Comitato Tecnico Scientifico del Ministro alla Salute Speranza del Governo Draghi, Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse
https://www.linkiesta.it/2023/09/walter-ricciardi-scuola-contagi-covid/

Inizia il primo anno scolastico dalla fine dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, dichiarata il 5 maggio scorso dall’Organizzazione mondiale della sanità. Dopo il rientro a scuola il 5 settembre nella Provincia autonoma di Bolzano, oggi si apre una settimana in cui la prima campanella suonerà per altri 7 milioni di studenti. E la preoccupazione ora è l’impennata di nuovi casi di Covid della variante Eris EG5. Mentre risalgono i contagi, monta la polemica tra allarmisti e non.

«La riapertura delle scuole senza precauzioni provocherà una salita dei contagi, così come il ritorno alla vita al chiuso per il freddo e il ritardo della campagna vaccinale». Per Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica, «le misure dettate dalla Prevenzione del ministero della Salute sono insufficienti e basate su criteri politici più che scientifici, mentre bisogna agire subito per evitare nuove ondate».

Ricciardi spiega alla Stampa che «l’evidenza dimostra che viviamo ondate periodiche. Il virus cerca di evitare le nostre resistenze variando e contagiando più persone possibile. Di fronte a questo ci possono essere due atteggiamenti: ignorarlo o affrontarlo. Se il Paese fa finta di nulla si espone ai problemi ormai noti di moltiplicazione delle infezioni e intasamento degli ospedali. Nessuno pensa che torneremo alle drammatiche scene della prima o seconda ondata, ma saranno comunque numeri pericolosi e credo che questo non sia né eticamente né scientificamente accettabile».

Sulla scuola, ad esempio, nel Nord Europa hanno diminuito i contagi monitorando l’aria nelle classi e ventilandole secondo necessità. «Basterebbe imitarli», dice Ricciardi. E le mascherine, «se si areano i locali e si mantengono i banchi separati non sono necessarie. Servono invece sui mezzi di trasporto, nei luoghi affollati e ovviamente negli ospedali, (ambulatori e RSA) che altrimenti possono tornare ad alto rischio».

Perché non si fa così? «Non si tiene conto del virus, della densità della popolazione e della modalità di trasmissione», risponde Ricciardi. «Si vuole dare l’idea di un alleggerimento delle misure e si indugia nel confronto con l’influenza, mentre ci sono ancora rilevanti differenze come il long Covid».

In più, dice Ricciardi, il sistema di rilevazione dei contagi «è inadeguato ad anticipare il virus. Si tiene conto solo dei contagi accertati, notoriamente inferiori, mentre bisognerebbe basarsi anche sull’analisi delle acque reflue. Di fatto si viaggia al buio e si conoscono gli andamenti in ritardo».

Ma chi è protetto e chi no? «Chi ha fatto quattro o cinque dosi o è guarito da meno di sei mesi è protetto dalle forme gravi di Covid, ma non dall’infezione. Tutti gli altri sono a rischio, per questo serve una grande campagna vaccinale a partire da over 60 e fragili per arrivare fino ai bambini». Per Ricciardi, servirebbe «un richiamo aggiornato. Da ottobre ci saranno nuovi vaccini e il consiglio è farli insieme all’antinfluenzale per sé stessi e per proteggere la società, un principio solidale che stiamo dimenticando».

Quanto al tampone, «i sintomi del Covid ormai sono generici e il consiglio è di usarlo solo per accertare la positività dei fragili. Come misura pubblica ha senso per entrare nei luoghi di cura, altra misura purtroppo caduta così un infetto asintomatico può entrare in ospedale danneggiando gli altri. L’ennesima scelta della Prevenzione del Ministero che insegue il virus anziché prevenirlo».

Fonte: Linkiesta

https://www.linkiesta.it/2023/09/walter-ricciardi-scuola-contagi-covid/
http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/pagina.jsp?p=144&s=1&r=Nazionale&idmenumain=6&submit=VAI&pagetocall=pagina.jsp

Situazione #COVID19#Italia in costante peggioramento: #COVID, 30777 #casi in 7 giorni, aumento del 44% secondo ultimo monitoraggio #ISS, 21309 i casi nella settimana precedente. #Incidenza di casi più che raddoppiata. #televideo#rai pag.144

https://x.com/bralex84/status/1703008883311005792

#COVID19#Italy, situation constantly worsening: #COVID, 30777 #cases in 7 days, 44% increase according to latest #ISS monitoring, 21309 cases in the previous week. #Incidence of cases more than doubled. #televideo#rai page 144

https://x.com/bralex84/status/1703009232977588374

Covid-19: accordo su aggiornamento Protocollo salute e sicurezza sui luoghi di lavoro

30 Giugno 2022

Dopo una intensa giornata di confronto fra ministero del Lavoro, ministero della Salute, MISE, INAIL e parti sociali è stato siglato il Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro. Il Protocollo aggiorna e rinnova i precedenti accordi su invito del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e del ministro della Salute, che hanno promosso un nuovo confronto tra le Parti sociali.

Il documento tiene conto delle misure di contrasto e di contenimento della diffusione del SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro, già contenute nei Protocolli condivisi sottoscritti successivamente alla dichiarazione dello stato di emergenza, in particolare il 14 marzo, il 24 aprile 2020, il 6 aprile 2021, sviluppati anche con il contributo tecnico-scientifico dell’INAIL.

Il Protocollo aggiorna tali misure, tenuto conto dei vari provvedimenti adottati dal governo, dal ministero della Salute nonché della legislazione vigente. A tal fine, contiene linee guida condivise tra le Parti per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio in considerazione dell’attuale situazione epidemiologica e della necessità di conservare misure efficaci per prevenire il rischio di contagio.

Nello specifico, gli esiti del costante monitoraggio sulla circolazione di varianti di virus SARS-CoV-2 ad alta trasmissibilità delle ultime settimane sottolineano l’importanza di garantire condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti e delle modalità di lavoro a specifica tutela dei lavoratori stessi.

L’attuale Protocollo è più snello e contiene una serie di misure di prevenzione che tengono conto dell’evoluzione della situazione pandemica: è una semplificazione importante del quadro di regole ma non è un liberi tutti, considerata l’impennata dei contagi di questi giorni.

Grande senso di responsabilità è stato dimostrato da tutte le parti sociali che, in un momento di ripresa dei contagi hanno saputo fissare alcune regole-chiave che avranno un ruolo importante nel contribuire al contenimento del virus. L’impegno è stato unanime per adottare misure adeguate ad affrontare l’attuale fase pandemica.

Le misure prevenzionali riguardano le informazioni, attraverso le modalità più idonee ed efficaci, a tutti i lavoratori e a chiunque entri nel luogo di lavoro del rischio di contagio da Covid-19, le modalità di ingresso nei luoghi di lavoro, la gestione degli appalti, la pulizia e la sanificazione dei locali e il ricambio dell’aria, le precauzioni igieniche personali, i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, la gestione degli spazi comuni, la gestione dell’entrata e uscita dei dipendenti, la gestione di una persona sintomatica in azienda, la sorveglianza sanitaria, il lavoro agile, la protezione rafforzata dei lavoratori fragili.

Centrale è il ruolo dei comitati aziendali per l’applicazione e la verifica delle regole prevenzione.

Le Parti si impegnano a incontrarsi ove si registrino mutamenti dell’attuale quadro epidemiologico che richiedano una ridefinizione delle misure prevenzionali qui condivise e comunque entro il 31 ottobre 2022 per verificare l‘aggiornamento delle medesime misure.

Il Protocollo prevede che l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo facciali filtranti FFP2 è un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative. A tal fine, il datore di lavoro assicura la disponibilità di FFP2 al fine di consentirne a tutti i lavoratori l’utilizzo. Inoltre, il datore di lavoro, su specifica indicazione del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi sopra richiamati individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (FFP2), che dovranno essere indossati, avendo particolare attenzione ai soggetti fragili.

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

https://www.lavoro.gov.it/stampa-e-media/comunicati/pagine/covid-19-accordo-su-aggiornamento-protocollo-salute-e-sicurezza-sui-luoghi-di-lavoro

#Covid19#Italia: accordo su aggiornamento #Protocollo#salute e #sicurezza sui #luoghidilavoro 30 Giugno 2022 #MinisterodelLavoroedellePoliticheSociali #lavorogov

https://x.com/bralex84/status/1703726261455974417

Covid in Italia, Gimbe: casi quintuplicati e raddoppiano i morti. Pregliasco: “Onda risale, ma varianti meno aggressive”

Ricoveri triplicati e aumentano i pazienti in terapia intensiva. Il virologo: “Vaccinazione necessaria per anziani e fragili, ma la raccomando a tutti”

Bollettino Covid (dati Gimbe)
https://www.quotidiano.net/cronaca/covid-italia-gimbe-casi-morti-varianti-c76qwuji

Roma, 19 settembre 2023 – Il Covid torna a correre. La Fondazione Gimbe registra una progressiva ripresa del virus: in un mese i casi sono quintuplicati passando da 5.889 a 30.777il tasso di positività dei tamponi è aumentato dal 6,4% al 14,9%, e i morti sono più che raddoppiati (da 44 nella settimana 17-23 agosto a 99 dal 7 al 13 settembre), l’incidenza è passata da 6 casi a 52 per 100mila abitanti. E ancora: i ricoveri in area medica, dal minimo (697) raggiunto il 16 luglio ad oggi sono più che triplicati (2.378), mentre in terapia intensiva dal minimo di 18 del 21 luglio sono saliti a quota 76. Nelle ultime quattro settimane la circolazione virale risulta aumentata in tutta Italia e la distribuzione per fasce di età registra un’incidenza maggiore progressivamente con le decadi.

“Numeri sì bassi – commenta Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – ma anche ampiamente sottostimati rispetto al reale impatto della circolazione virale perché il sistema di monitoraggio, in particolare dopo l’abrogazione dell’obbligo di isolamento per i soggetti positivi, di fatto poggia in larga misura su base volontaria”.

A fare il punto della situazione è il virologo Fabrizio Pregliasco, docente associato di Igiene all’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario Irccs Galeazzi.

Professor Pregliasco, i numeri sono in crescita. Cosa aspettarsi? 

“E’ chiaro che dobbiamo imparare a convivere con il virus e con il suo andamento ondulatorio che può essere paragonato ad un sasso lanciato in uno stagno. Attualmente il Covid sta cavalcando l’onda in risalita, ma è meno aggressivo rispetto al passato”. 

I contagi sono in forte aumento, è allarmante? 

“Di fatto ci stiamo reinfettando. Da un lato, la nostra risposta immunitaria è più bassa, anche se la copertura è ancora attiva. Dall’altro, osserviamo la comparsa di nuove varianti, come la Pirula, Eris e le altre, che sono immunoevasive, ma decisamente meno aggressive rispetto a quelle del passato. In questo quadro, è importante tenere alta l’asticella dell’attenzione e dare il via alla nuova campagna vaccinale (in partenza dal 25 settembre), pianificando al contempo un piano di prevenzione e azione per non farci trovare del tutto impreparati nell’ipotesi peggiore”.

Vaccini per tutti o solo per le categorie a rischio? 

“Principalmente per le categorie a rischio, fragili e anziani, ma raccomando a tutti di vaccinarsi”.

Tamponi? 

“Niente ‘tamponite’ acuta, ma tamponi per immunodepressi, in modo che possano iniziare subito le terapie anti-Covid senza incorrere in un peggioramento, e per i sintomatici. Raccomando di agire con buon senso ai familiari delle persone a rischio”. 

Mascherine? 

“Raccomando massima precauzione se si entra in contatto con persone immunodepresse e anziani o in caso di sintomi. Per ora non c’è nessuna evidenza della necessità di reintrodurre l’obbligo dove attualmente non è già in vigore”. 

Fonte: Quotidianonet

https://x.com/bralex84/status/1704137931764404520

Covid. Gimbe: “L’infezione corre di nuovo e colpisce fragili e over 80. In 4 settimane salgono i contagi e i ricoveri sono più che triplicati”

“La progressiva ripresa della circolazione virale a partire da fine agosto e la certezza che quasi tutti gli over 80 e i fragili non hanno effettuato alcun richiamo negli ultimi tre mesi, stanno già avendo un impatto sulla loro salute”, spiega il presidente Cartabellotta. Infatti, dal 2 giugno al 31 agosto (ultimo dato disponibile) agli over 80 sono state somministrate 827 quarte dosi e 2.156 quinte dosi. “Il vero rischio è la tenuta della sanità pubblica, oggi profondamente indebolita”.

https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=116722

19 SET – 

Dopo circa due mesi di sostanziale stabilità del numero dei nuovi casi settimanali – che tra metà giugno e metà agosto hanno oscillato tra 3.446 (6-12 luglio) e 6.188 (3-9 agosto) – da 4 settimane consecutive si rileva una progressiva ripresa della circolazione virale. Infatti, dalla settimana 10-16 agosto a quella 7-13 settembre il numero dei nuovi casi settimanali è aumentato da 5.889 a 30.777, il tasso di positività dei tamponi dal 6,4% al 14,9%, la media mobile a 7 giorni da 841 casi/die è salita a 4.397 casi/die, l’incidenza da 6 casi per 100 mila abitanti (settimana 6-12 luglio) ha raggiunto 52 casi per 100 mila abitanti.

“Numeri sì bassi – commenta Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe– ma anche ampiamente sottostimati rispetto al reale impatto della circolazione virale perché il sistema di monitoraggio, in particolare dopo l’abrogazione dell’obbligo di isolamento per i soggetti positivi con il DL 105/2023, di fatto poggia in larga misura su base volontaria. Infatti, da un lato la prescrizione di tamponi nelle persone con sintomi respiratori è ormai residuale (undertesting), dall’altro con l’ampio uso dei test antigenici fai-da-te la positività viene comunicata solo occasionalmente ai servizi epidemiologici (underreporting)”.
Analizzando più in dettaglio, nelle ultime 4 settimane la circolazione virale risulta aumentata in tutte le Regioni e Province autonome: nella settimana 7-13 settembre l’incidenza dei nuovi casi per 100 mila abitanti oscilla dai 14 Basilicata agli 83 del Veneto (non considerando il dato anomalo della Sicilia, dove nelle ultime 3 settimane viene riportata una incidenza di 3-4 casi per 100 mila abitanti). Secondo l’ultimo Aggiornamento nazionale dei dati della Sorveglianza Integrata Covid dell’Istituto Superiore di Sanità, rispetto alla distribuzione per fasce di età, fatta eccezione per la fascia 0-9 anni in cui si registrano 22 casi per 100 mila abitanti, l’incidenza aumenta progressivamente con le decadi: da 10 casi per 100 mila abitanti nella fascia 10-19 anni a 78 per 100 mila abitanti nella fascia 70-89 anni, fino a 83 per 100 mila abitanti negli over 90. “Una distribuzione – spiega il Presidente – che riflette la maggiore attitudine al testing con l’aumentare dell’età, confermando i fattori di sottostima della circolazione virale”.

Varianti. Le varianti circolanti appartengono tutte alla “famiglia” Omicron. Nell’ultimo report dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) del 7 settembre 2023 non vengono segnalate “varianti di preoccupazione”, ma solo “varianti di interesse”. In Italia, l’ultima indagine rapida dell’ISS, effettuata su campioni notificati dal 21 al 27 agosto 2023, riporta come prevalente (41,9%) la variante EG.5 (cd. Eris), in rapido aumento in Europa, Stati Uniti e Asia. «Le evidenze disponibili – spiega il Presidente – dimostrano che Eris ha una maggior capacità evasiva alla risposta immunitaria, da vaccinazione o infezione naturale, che ne favorisce la rapida diffusione. Sul maggior rischio di malattia grave di Eris ad oggi non ci sono studi». La prossima indagine rapida dell’ISS, secondo quanto indicato dalla circolare del 15 settembre 2023, sarà effettuata su campioni raccolti nella settimana 18-24 settembre.

Reinfezioni. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, la percentuale di infezioni riportate in soggetti con almeno un’infezione pregressa (reinfezioni) è lievemente aumentata nelle ultime settimane, per poi stabilizzarsi intorno al 39%.

Ospedalizzazioni. In area medica, dopo aver raggiunto il minimo (697) il 16 luglio, i posti letto occupati in area medica sono più che triplicati (2.378), mentre in terapia intensiva dal minimo (18) del 21 luglio sono saliti a quota 76 . Rispettivamente i tassi nazionali di occupazione sono del 3,8% e dello 0,9% (tabella 1). S”e in terapia intensiva – spiega il Presidente – i numeri sono veramente esigui dimostrando che oggi l’infezione da Sars-CoV-2 solo raramente determina quadri severi, l’incremento dei posti letto occupati in area medica conferma che nelle persone anziane, fragili e con patologie multiple può aggravare lo stato di salute richiedendo ospedalizzazione e/o peggiorando la prognosi delle malattie concomitanti”. Infatti, il tasso di ospedalizzazione in area medica cresce con l’aumentare dell’età: in particolare, passa da 17 per milione di abitanti nella fascia 60-69 anni a 37 per milione di abitanti nella fascia 70-79 anni, a 97 per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e a 145 per milione di abitanti negli over 90.

Decessi. Sono più che raddoppiati nelle ultime 4 settimane: da 44 nella settimana 17-23 agosto a 99 nella settimana 7-13 settembre. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, i decessi risultano quasi esclusivamente a carico degli over 80, con 28 decessi per milione di abitanti su 31 decessi per milione di abitanti in tutte le fasce di età.

Campagna vaccinale. Il 1° settembre 2023 è stato interrotto l’aggiornamento della dashboard sulla campagna vaccinale. Di conseguenza, non è possibile riportare aggiornamenti periodici, ma solo rilevare che di fatto la somministrazione dei vaccini è sostanzialmente residuale, sia come ciclo primario sia come richiami.

Le indicazioni preliminari per la campagna di vaccinazione anti-Covid 2023-2024 sono contenute nella Circolare del Ministero della Salute del 14 agosto. “In dettaglio – spiega Cartabellotta – viene raccomandato un richiamo annuale con la formulazione aggiornata monovalente XBB 1.5, già approvata da EMA. La somministrazione dovrà essere effettuata a distanza di almeno 3 mesi dall’ultimo richiamo (indipendentemente dal numero di richiami effettuati) o dall’ultima infezione diagnosticata”. L’obiettivo è quello di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di COVID-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, oltre a proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. In dettaglio, le categorie a cui è raccomandato il richiamo sono:

· Persone di età pari o superiore a 60 anni

· Ospiti delle strutture per lungodegenti

· Donne gravide e nel periodo post-partum, incluse le donne che allattano

· Operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza; studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione

· Persone dai 6 mesi ai 59 anni di età, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave identificate dalla circolare

La vaccinazione viene inoltre consigliata a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità.

Se la Circolare del 14 agosto prevedeva di iniziare la campagna vaccinale anti-Covid in concomitanza con quella antinfluenzale, ieri il Ministro Schillaci ha invitato le Regioni a iniziare per le categorie più a rischio la campagna vaccinale a fine settembre.

“Pur condividendo la linea di raccomandare il richiamo alle persone a rischio, alle donne in gravidanza e agli operatori sanitari – commenta il Presidente – vanno rilevate tre criticità da tenere in considerazione per l’eventuale aggiornamento delle raccomandazioni. Innanzitutto, la circolare non menziona la possibilità di effettuare il richiamo su base volontaria per le categorie non a rischio; in secondo luogo le raccomandazioni non hanno tra gli obiettivi la prevenzione del long-Covid, il cui impatto sanitario e sociale inizia ad essere ben evidente nei paesi che, a differenza del nostro, lo stanno valutando in maniera sistematica; infine, le tempistiche programmate dalla circolare – per l’attesa del vaccino aggiornato e l’allineamento con la campagna anti-influenzale – sono troppo lunghe. Infatti, la progressiva ripresa della circolazione virale a partire da fine agosto e la certezza che quasi tutti gli over 80 e i fragili non hanno effettuato alcun richiamo negli ultimi tre mesi, stanno già avendo un impatto sulla loro salute”. Infatti, dal 2 giugno al 31 agosto (ultimo dato disponibile) agli over 80 sono state somministrate 827 quarte dosi e 2.156 quinte dosi: è evidente l’urgenza di avviare quanto prima la campagna vaccinale per questa fascia di età e più in generale per i fragili.

“I dati – conclude Cartabellotta – confermano nel nostro Paese una progressiva ripresa della circolazione virale, peraltro largamente sottostimata, dovuta a fattori concomitanti: emergenza di una variante immunoevasiva, progressiva riduzione dell’immunità da vaccino o da infezione naturale e sostanziale assenza di misure di protezione individuale. D’altra parte i dati su ospedalizzazioni in area medica e i decessi confermano che la malattia grave colpisce prevalentemente fasce di età avanzate della popolazione, oltre che soggetti fragili, ai quali è già indirizzata prioritariamente la campagna vaccinale 2023-2024. Alla luce del quadro epidemiologico, della percentuale di reinfezioni, dell’efficacia dei vaccini sulla malattia grave e delle rilevanti criticità che condizionano l’erogazione dei servizi sanitari, in particolare per la grave carenza di personale, la Fondazione GIMBE ritiene fondamentale prevenire ogni forma di sovraccarico da COVID nelle strutture sanitarie territoriali e ospedaliere. In tal senso, invita le Istituzioni a mettere in atto tutte le azioni necessarie per proteggere anziani e fragili, incluso fornire raccomandazioni per gli operatori sanitari positivi asintomatici, oltre a rimettere in campo – se necessario – le misure di contrasto alla diffusione del virus. Alla popolazione rivolge l’invito a mantenere comportamenti responsabili: perché nel prossimo autunno-inverno il vero rischio reale del COVID-19 è quello di compromettere la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale, oggi profondamente indebolito e molto meno resiliente, in particolare per la grave carenza di personale sanitario

Fonte: Quotidiano Sanità

https://x.com/bralex84/status/1704139359128023193

Covid: Vaia, ‘non possiamo reintrodurre l’isolamento’

Il Dott. Francesco Vaia, Responsabile del Dipartimento Malattie Infettive dell’ospedale Camillo Spallanzani di Roma ed attuale Direttore della Prevenzione del Ministero della Salute italiano https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2023/09/20/covid-vaia-non-possiamo-reintrodurre-lisolamento_f4caa42b-3139-4664-a94e-d95977dd3bf4.html#:~:text=Rispetto%20al%20Covid-19%2C%20

Rispetto al Covid-19, “oggi non possiamo reintrodurre l’isolamento, ma insieme agli altri ministeri si deve stabilire che tipo di malattia Covid abbiamo davanti ora e serve un percorso interdisciplinare”.

Lo ha affermato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Francesco Vaia, sottolineando all’ANSA che “c’è un problema medico legale che va risolto, al di là delle competenze del ministero della Salute”. 

Dopo la fine dell’isolamento per decreto, ed in seguito alla fine della emergenza pandemica determinata dall’Oms, abbiamo bisogno di definire anche da un punto di vista medico legale cos’è oggi il Covid – ha spiegato in mattinata Vaia intervenendo al convegno ‘Lavorare in salute e sicurezza’ promosso da Fp Cgil-.

Lo parametriamo all’influenza e alle altre malattie infettive? Bene, ma su questo c’è bisogno di un dialogo interdisciplinare tra più ministeri”.

Fonte: ANSA

https://x.com/bralex84/status/1704538442644718055

#COVID19 #Italia Continuo a non essere d’accordo con le dichiarazioni del Prof. #Vaia della Commissione Sanità Ministero della Salute in merito all’impossibilità di reintrodurre l’#isolamento dei positivi al #coronavirus. Se la situazione dei #contagi peggiora va reintrodotto!

https://x.com/bralex84/status/1704540848640151921

#COVID19 #Italy I’m in disagree with the statements of Prof. #Vaia, of the Health Director of Minister Health Commission, regarding the impossibility of reintroducing the #isolation of #coronavirus positives. If the #contagion situation worsens it should be reintroduced!

https://x.com/bralex84/status/1704541573017428470

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

ORDINANZA MINISTERO DELLA SALUTE IN MERITO ALL’ESTENSIONE DELL’OBBLIGO ALL’USO DELLE MASCHERINE ALL’INTERNO DELLE STRUTTURE SANITARIE: NEI DISTRETTI SANITARI IL MINISTERO SCARICA LA RESPONSABILITA’ DELLA DECISIONE ALLE DIREZIONI SANITARIE LOCALI

https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/asl_teramo_informa/2023/04/29/covid-nuove-regole-per-obbligo-di-mascherina-nei-reparti_77703d39-0852-4c1e-a6a8-97d436dd0566.html
https://www.microbiologiaitalia.it/varie/obbligo-delle-mascherine-fino-al-31-dicembre/
https://www.certifico.com/sicurezza-lavoro/357-news-sicurezza/19517-ordinanza-ministero-della-salute-del-28-aprile-2023
https://www.certifico.com/component/attachments/download/34888

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

NUOVO SINTOMO DEL COVID19 CON LA SOTTOVARIANTE OMICRON XBB1.16 ARTURO CHE IN INDIA COLPISCE SOPRATTUTTO I BAMBINI: COSA SUCCEDE AGLI OCCHI

La sottovariante di Omicron, responsabile della nuova ondata di contagi che sta colpendo l’India, provocherebbe una congiuntivite soprattutto tra i bambini

Pubblicato il: 13-04-2023 13:32

di Claudio Carollo

Un nuovo sintomo del Covid-19 sta emergendo con la sottovariante ‘Arturo’, responsabile dell’ondata di casi che sta investendo l’India: un rossore unito a bruciore agli occhi diffuso soprattutto tra i bambini, simile a una congiuntivite allergica, che raramente era stato riscontrato nelle manifestazioni della malattia con le altre mutazioni di Omicron.

Covid, la nuova ondata in India per la variante ‘Arturo’

Come riportato da ‘Repubblica’, a differenza di Europa e Stati Uniti dove l’emergenza pandemica sembra essere ormai definitivamente scemata, l’India sta vivendo una nuova fase di contagi. Secondo il ministero della Salute del Paese asiatico i nuovi casi di Covid-19 sono arrivati a toccare quasi quota 8mila in 24 ore, il numero più alto registrato negli ultimi sette mesi.

Medico a lavoro in un reparto di Terapia intensiva di un ospedale indiano
https://notizie.virgilio.it/nuovo-sintomo-del-covid-con-la-variante-arturo-che-colpisce-soprattutto-i-bambini-cosa-succede-agli-occhi-1564314

A causare la nuova ondata è la diffusione della sottovariante Xbb.1.16, chiamata ‘Arcturus’, ultima della famiglia Omicron, più veloce rispetto alle precedenti, ma meno letale. In India questa mutazione del Sars-CoV-2 è diventata predominante e, nonostante l’impennata dei contagi non sia accompagnata da una crescita di ricoveri e decessi, il sistema sanitario del Paese si sta preparando a un eventuale balzo della curva epidemiologica, rinforzando la rete delle terapie intensive.

In questo quadro, alcuni stati indiani, come quello del Kerela, sono stati costretti a reintrodurre l’obbligo delle mascherine nei luoghi pubblici e per le categorie più esposte al rischio trasmissione (fragili o immunodepressi).

La variante Arturo è stata rilevata in 22 Paesi in tutto il mondo, tra i quali anche nel Regno Unito dove, anche se sono stati segnalati meno di 100 casi, la UK Health Security Agency (UKHSA) https://www.gov.uk/government/organisations/uk-health-security-agency ha innalzato il livelli di allerta per il boom di casi registrati in India.

Covid, il nuovo sintomo della variante Arturo

La variante Arturo si distingue dalle altre per una diffusione maggiore tra la popolazione in età infantile ed è caratterizzata da nuovo sintomo che colpisce i bambini, rilevato e descritto dal pediatra indiano Vipin M. Vashishtha, ex coordinatore dell’Accademia indiana di pediatria e componente dell’iniziativa Vaccine Safety Net (Vsn) dell’Organizzazione mondiale della sanità.

“Sono ricominciate, negli ultimi giorni, le segnalazioni di casi pediatrici di Covid dopo un intervallo di 6 mesi – scriveva l’esperto su Twitter giovedì scorso – Sembra emergere un fenotipo infantile: neonati trattati con febbre alta, raffreddore e tosse e congiuntivite pruriginosa e non purulenta con occhi appiccicosi, non osservati nelle precedenti ondate“.

Alcuni video presenti in questa sezione sono stati presi da internet, quindi valutati di pubblico dominio. Se i soggetti presenti in questi video o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, basterà fare richiesta di rimozione inviando una mail a: team_verticali@italiaonline.it. Provvederemo alla cancellazione del video nel minor tempo possibile.

Fonte foto ANSA
https://www.gov.uk/government/organisations/uk-health-security-agency
https://www.gov.uk/government/news/national-flu-and-covid-19-surveillance-reports-published

14 APRILE 2023 14:49

Covid, Bertolaso: “Identificata in Italia la variante Arturo” | Bambini più colpiti, provoca congiuntiviti

E’ stata individuata dall’equipe del professor Fausto Baldanti, direttore dell’Unità di Microbiologia e Virologia del Irccs San Matteo di Pavia

https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/covid-bertolaso-identificata-italia-variante-arturo_63480646-202302k.shtml

La variante Arturo del Covid è stata identificata in Italia “dall’equipe del professor Fausto Baldanti, direttore dell’Unità di Microbiologia e Virologia del Irccs San Matteo di Pavia”.

A comunicarlo è l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, spiegando che “al momento non sono presenti notizie di altre identificazioni a livello italiano di Arturo”, nome con cui è stata ribattezzata la variante Covid XBB.1.16.

Bertolaso: “No misure aggiuntive”

 “Mi complimento con il professor Baldanti e la sua equipe per l’importante attività di sorveglianza. Complimenti da estendere a tutti i laboratoristi lombardi che continuano l’attento lavoro di analisi – prosegue Bertolaso -. Per questa nuova variante non sono presenti evidenze per prevedere misure aggiuntive: rimane sempre importante come prevenzione, non solo per il Covid, ma per tutti i virus respiratori, una corretta igiene delle mani e l’utilizzo di mascherine in presenza di persone fragili/malate e quando si hanno i sintomi dell’influenza”.

Baldanti: “Valutiamo la situazione”

 “La variante Arturo – spiega il professor Baldanti – è stata identificata attraverso lo screening attivo presso l’ospedale che include sia pazienti ricoverati sia i pazienti che accedono al pronto soccorso. Il Centro Europeo per il controllo delle Malattie Infettive, nel report del 23 marzo, non ha ancora associato la variante a caratteristiche di maggior impatto né sulla gravità, né sulla capacità di infettare, al momento stiamo valutando attentamente la situazione”.

Variante Arturo colpisce di più i bambini

 Secondo l’Oms, la variante Arturo, legata a un forte aumento dei casi Covid registrato nell’ultimo mese in India, non sarebbe più grave delle altre sue sorelle della famiglia Omicron. Quello che sembra è che abbia però delle caratteristiche peculiari, ovvero colpisce di più i bambini e provoca congiuntiviti, con rossore e bruciore degli occhi. Secondo uno studio condotto dall’Università di Tokyo, inoltre, la nuova variante XBB.1.16 potrebbe essere 1,2 volte più contagiosa della variante Kraken.

Covid, +8,5% nuovi casi nell’ultima settimana

 Intanto aumentano i nuovi casi di Covid registrati in Italia negli ultimi 7 giorni: sono 21.779. È quanto emerge dal bollettino settimanale del ministero della Salute relativo al periodo compreso tra il 7 e il 13 aprile. La variazione percentuale è di +8,5% rispetto alla settimana precedente, quando i casi registrati sono stati 20.075.

Fonte: Tgcom 24 Mediaset

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

CIRCOLARE COVID: “PANDEMIA IMPREVEDIBILE, IL PAESE SI PREPARI”. DALLE MASCHERINE AL LAVORO AGILE, SE LA SITUAZIONE PEGGIORA

Piano del Ministero e delle Regioni, più vaccini ed eventi di massa ridotti

Passeggeri all’aeroporto di Torino https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2022/12/30/circolare-covid-dalle-mascherine-al-lavoro-agile-se-la-situazione-peggiora_8bf29774-06e0-43c5-95ca-1c4aadca2318.html

In vigore i tamponi in aeroporto per la rilevazione del Covid-19 per i passeggeri provenienti dalla Cina.

L’ordinanza del ministro della Salute su ‘Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’epidemia da Covid-19 concernenti gli ingressi dalla Cina’ è infatti inserita nella gazzetta ufficiale (GU Serie Generale n.303 del 29-12-2022) pubblicata oggi.

Cresce il fronte dei Paesi che hanno reimposto controlli ai viaggiatori provenienti della Cina dopo l’impennata di contagi di Covid. Per primi si sono mossi alcuni Paesi asiatici, dall’India al Giappone, mentre in Europa l’Italia ha fatto da apripista, seguita da Francia, Spagna e Gran Bretagna.

Obbligo di test in aeroporto anche negli Stati Uniti e in Israele.

“Sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di SarsCoV2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione”. Lo afferma il ministero della Salute nella nuova circolare ‘Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-2023. 

Uso delle mascherine al chiuso, lavoro domiciliare e riduzione delle aggregazioni di massa, ventilazione degli ambienti chiusi e intensificazione delle quarte dosi di vaccino anti-Covid e di un’ulteriore dose per alcune categorie a rischio. Sono alcune delle azioni indicate dal ministero della Salute, in caso di peggioramento della situazione epidemiologica, nella circolare ‘Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-23’. Il documento fornisce spunti per “predisporre a livello regionale un rapido adattamento di azioni e servizi nel caso di aumentata richiesta assistenziale”. L’utilizzo di mascherine, si legge nella circolare, “è efficace nel ridurre la trasmissione dei virus respiratori e nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi, finalizzato in particolare a proteggere le persone ad alto rischio di malattia grave”. Analogamente, “nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico, si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti”.

Al momento in Italia l’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie è obbligatorio per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie e Rsa. La circolare invita anche a garantire “un’adeguata ventilazione negli ambienti chiusi, una misura fondamentale per ridurre il rischio di trasmissione del SarsCoV2 e di altri virus respiratori”. Il ministero raccomanda inoltre la vaccinazione anti-Covid nella stagione invernale 2022-2023, con l’obiettivo di “continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave e dall’ospedalizzazione”. Si raccomanda la somministrazione delle quarte dosi con i vaccini bivalenti alle categorie a rischio, ed un’ulteriore dose di richiamo con vaccino a m-RNA nella formulazione bivalente “è attualmente raccomandata alle seguenti categorie di persone che hanno già ricevuto una seconda dose di richiamo con vaccino a mRNA monovalente, una volta trascorsi almeno 120 giorni dalla stessa o dall’ultima infezione: persone dagli 80 anni in su, ospiti Rsa, persone dai 60 anni in su con fragilità. Su richiesta dell’interessato, anche tutti gli altri soggetti ultrasessantenni, che hanno già ricevuto un secondo richiamo, potranno, comunque, vaccinarsi con una ulteriore dose di vaccino”. Inoltre, dal 09/12/22 è stata estesa la raccomandazione della vaccinazione anti-Covid ai bambini nella fascia di età 6 mesi – 4 anni (compresi) che presentino condizioni di fragilità.

Per l’inverno 2022-23, è “indispensabile che i servizi sanitari regionali verifichino e, se necessario, rafforzino lo stato di preparazione al fine di fronteggiare un eventuale aumento della domanda di assistenza per i casi di SarsCoV2”. Lo afferma il ministero della Salute nella nuova circolare. In particolare si raccomanda la verifica dei posti letto in ricovero e terapia intensiva; l’approvvigionamento di dispositivi, farmaci, vaccini; la disponibilità di personale sanitario formato che “possa supportare reparti e servizi territoriali nel caso di un aumento dei casi tale da superare l’attuale capacità dei sistemi assistenziali”.

Rafforzare i sistemi di sorveglianza e aumentare i sequenziamenti genomici per rilevare nuove varianti del virus SarsCoV2. Lo raccomanda la circolare del ministero della Salute per la gestione del virus nella stagione invernale. Sarà “essenziale assicurare un volume di sequenziamento sufficiente per monitorare i virus in circolazione e l’emergenza di nuove varianti e un’adeguata capacità diagnostica dei laboratori. Pertanto, è fortemente raccomandato, per lo meno in ospedali e pronto soccorso, raccogliere campioni da sottoporre a test molecolare, per garantire in ogni Regione un numero minimo di campioni da genotipizzare”.

Dall’India al Giappone e agli Usa. L’Italia apripista in UE (ANSA)

I NUMERI – Continuano a diminuire l’incidenza e l’indice di trasmissibilità Rt dei casi di Covid-19 in Italia. L’incidenza settimanale a livello nazionale è infatti pari questa settimana a 207 casi ogni 100.000 abitanti contro 233 ogni 100.000 abitanti di sette giorni fa. Nel periodo 7 dicembre-20 dicembre 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato invece pari a 0,84 (range 0,81-0,88), in diminuzione rispetto alla settimana precedente – quando aveva raggiunto il valore di 0,91 – e sotto la soglia epidemica. Lo rileva il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sul Covid-19.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva è sostanzialmente stabile al 3,2% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 29 dicembre) rispetto al 3,1% del 22 dicembre. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 13,0% (dato al 29 dicembre) rispetto al 13,7% del 22 dicembre. I dati sono contenuti nel monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute.

Diminuiscono i casi di Covid e i morti in Italia. In merito all’andamento della situazione epidemiologica da Covid-19 il ministero della Salute rende noto che nella settimana 23-29 dicembre 2022 si registrano: 122.110 nuovi casi positivi con una variazione di -11,3% rispetto alla settimana precedente (137.599). Sono stati 706 i deceduti con una variazione di -11,5% rispetto alla settimana precedente (798); 807.118 tamponi effettuati con una variazione di -20,8% rispetto alla settimana precedente (1.019.362). Infine il tasso di positività di 15,1% con una variazione di +1,6% rispetto alla settimana precedente (13,5%)

Pechino, restrizioni sul Covid tentativo di sabotarci – La Cina contrattacca sulle restrizioni anti-Covid imposte da alcuni Paesi, inclusa l’Italia. Il Global Times, tabloid del Partito Comunista, afferma che “un piccolo numero di Paesi e regioni, come Usa e Giappone, vede la riapertura della Cina come un’altra possibilità per diffamare Pechino”. Stanno adottando, è l’accusa, uno “sporco trucco politico” per “sabotare i 3 anni di sforzi cinesi nella lotta al Covid e per attaccare il sistema”. Quanto all’Italia, “sta imponendo test obbligatori per i viaggiatori che arrivano dalla Cina, eppure il suo governo ha detto che non è stata trovata alcuna nuova mutazione nei recenti arrivi”. 

Fonte: Redazione ANSA Roma, 31 Dicembre 2022

Silvio Garattini: “Siamo in grado di armarci per la guerra, ma non per affrontare i nuovi virus”

Il farmacologo: «Il ministro è stato tempestivo, ma va rinforzata la Sanità»

di Francesco Rigatelli

31 Dicembre 2022

Il farmacologo Silvio Garattini ha espresso la sua opinione in merito alla precaria gestione della pandemia di COVID19 in Italia https://www.lastampa.it/cronaca/2022/12/31/news/il_farmacologo_silvio_garattini_siamo_in_grado_di_armarci_per_la_guerra_ma_non_per_affrontare_i_nuovi_virus-12440523/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università dell’Aquila

IL DOTT. ALESSIO BRANCACCIO SCRIVE LA SUA SECONDA MAIL AL MINISTRO DELLA SALUTE ORAZIO SCHILLACI IN MERITO ALLA REINTRODUZIONE DELL’OBBLIGO ALL’USO DELLE MASCHERINE FFP2 IN TUTTI I LUOGHI AL CHIUSO

Vasto (CH), lì 18 Novembre 2022 ore 21.37

Un caro saluto serale post-cena a tutti e a tutte voi,

dal momento che in pochi di noi stanno vivendo una vita di merda dentro casa e soffre già questa situazione legata all’aumento dei contagi da COVID19 chi è sedentario, figuratevi quanto possono soffrire due veri sportivi qui in Abruzzo come me e mio padre che sono costretti a vivere in confinamento coatto dentro casa da più di due anni e mezzo e rinunciare a stare all’aria aperta per più ore per ripararci dalle situazioni di assembramento in cui si potrebbe rischiare un secondo contagio da COVID, perché nel nostro caso non si può parlare di contagio, ma di evitare un ricontagio, una reinfezione che potrebbe determinare una situazione ancora più grave di quella che già abbiamo passato in occasione della prima infezione! Provate ad intercalarvi solo per un attimo nei nostri panni e di immedesimarvi nel nostro stato d’animo per capire realmente quello che si prova in questi momenti in cui il Paese sta facendo una fine ingloriosa che non merita, pensate a cosa possiamo provare noi due tutti i giorni che siamo confinati in casa come due pezzi di merda criminali mafiosi senza essere tali da più di due anni e mezzo, considerando che prima dello scoppio della pandemia di COVID19, eravamo abituati a stare sempre fuori casa per quasi tutto il giorno per mantenere in salute il nostro sistema immunitario e, d’un tratto, si viene di colpo privati della libertà personale per mano di un Paese che hanno avuto tutto l’interesse di rendere una dittatura tecno-sanitaria. Io e mio padre da sempre siamo entrambi degni esempi di paladini della libertà personale, perché noi stessi siamo le libertà e la precisione fatte persona, pertanto abbiamo deciso di uscire allo scoperto a livello mediatico per dissociarci apertamente dal “modus comportamentalis” che stanno utilizzando molti italiani di fronte al coronavirus, peccando tutti i giorni in egoismo, superficialità, ignoranza figlie della disinformazione gratuita che da più di due anni e mezzo il sistema sanitario internazionale sta portando avanti per fare gli interessi delle case farmaceutiche e far fare loro miliardi in borsa. Io non so voi, ma personalmente sono furioso riguardo il fatto che al 1 Maggio scorso il Ministero della Salute con Ministro Roberto Speranza, assieme al Comitato Tecnico Scientifico (CTS) in supporto tecnico-consultivo a lui, ha adottato una decisione che a definirla deprecabile è un eufemismo, ovvero quella di togliere l’obbligo dell’uso delle mascherine FFP2 in tutti i luoghi al chiuso, una decisione che ha fatto schizzare i contagi di COVID soprattutto nelle scuole e negli uffici pubblici, ma non nel contesto sanitario, dato che l’obbligo qui è rimasto sempre in vigore, scadeva il 31 Ottobre scorso e poi è stato prorogato fino al 31 Dicembre prossimo ed auspico che il nuovo Ministro Orazio Schillaci possa estendere tale obbligo almeno per tutto il prossimo anno, estate compresa, più che altro per venire incontro ai medici di base ed alleggerire il loro già di per sè estenuante lavoro, considerato il “regalo” che ci hanno fatto in questi anni così difficili.

Io personalmente avevo già mandato una prima mail al Ministro Schillaci per chiedergli di rintrodurre al più presto l’obbligo delle mascherine al chiuso per poter sopperire alla cazzata fatta dal suo predecessore il 1 Maggio scorso, ma a quanto ho potuto constatare le mie parole scritte via mail sia normale che via PEC sono state scritte al vento, pertanto mi sono permesso di scrivere una seconda mail al Ministro del nuovo Governo Meloni che vi vado a riportare qui di seguito, sperando di fare cosa gradita a tutti, dal momento che chi non si mette le mascherine al chiuso ed è asintomatico e quindi non sa di essere positivo, non sa di stare a commettere un reato perseguibile penale, in violazione della legge sulla quarantena e attenta non solo alla propria salute, ma anche a quella altrui e di solito questi sconsiderati comportamenti finiscono per essere pagati o per meglio dire torna nel culo tali anche a chi come me e mio padre, ha rinunciato per sempre ad avere una vita sociale, avendola già deliberatamente uccisa per motivi nostri personali e lavorativi che ci hanno portato a non fidarci più delle persone e quindi ad escluderci da soli dalla vita pubblica abruzzese nel lontano 2016, quindi assai prima dello scoppio della pandemia di coronavirus, per cui io e papà vivevamo in autolockdown già al tempo e continua fino ad oggi, da sei anni, per cui anche per questo meriteremmo decisamente più rispetto, perché la nostra decisione avrebbero dovuta prenderla tutti a tutela della propria salute, ma non si ha il coraggio di prendere una decisione del genere che porta a vivere di rinunce e sacrifici, semplicemente perché è buffo a scriversi, ma in una regione come l’Abruzzo dove tutti da anni dicono di essere forti e resilienti di testa, in realtà nessuno qui è tale, poiché la gente qui non è mai stata in grado a rinunciare alla vita mondana e di vivere nella semplicità come abbiamo fatto noi, seguendo l’esempio che dette in merito il frate eremita Pietro Angeleri del Morrone, poi divenuto Papa Celestino V, il Papa “dello Spirito” il 29 Agosto 1294 a L’Aquila.

Ecco qui la seconda mail che ho scritto pochi minuti fà, all’attuale Ministro della Salute in carica, Orazio Schillaci:

Sperando di fare cosa gradita a tutta la comunità abruzzese ed italiana, per cercare di ripristinare il rispetto reciproco deliberatamente perduto non solo nella regione Abruzzo in cui sono finito disgraziatamente a vivere da 35 anni, ma in tutta Italia, al momento non ho nient’altro da scrivere su questa faccenda, ho già scritto tutto negli articoli precedenti, pertanto da oggi in poi da parte mia non verrà mai più intrapresa alcuna azione scritta via mail, da domani stesso entrerò in silenzio radio con le nostre Istituzioni fino a quando, tra tre anni esatti da oggi, come i miei andranno meritatamente in pensione, sarò in grado di darmi la liberazione eterna da solo e andrò a finire i miei giorni in tranquillità in un altro Paese UE, senz’altro assai più civile e democratico del nostro, che è divenuto peggio del Kirghistan, Turkmenistan ed il Brunei messi assieme non solo per libertà di stampa, ma anche per modus comportamentalis e per cognitionis causae e chi mi vuole intendere capirà bene questo ragionamento appena scritto!

Saluto cordialmente in questa sede, esprimendo la mia massima, totale vicinanza emotiva e solidale a quella minoranza etnica composta dai no vax puri che intelligentemente come me e mio padre da over 50, non si sono voluti marchiare con il simbolo della nuova religione terapeutica voluta dal capitalismo di regime ed equiparati ai negazionisti del COVID, perseguitati dal nostro Governo come nell’Inquisizione cattolica vigente in epoca feudale, anzi come ebrei durante il nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale. Vi saluto augurandovi buona fortuna, perché vivere in un Paese degenere del genere ci vuole coraggio, un fegato grosso come una casa, quello che mi sto facendo nero io tutti i giorni da quando maledetto il giorno che sono venuto a vivere a Vasto in provincia di Chieti dal 16 Marzo 2021, ma avrei vissuto male anche in qualsiasi altro luogo in Italia, semplicemente perché per come sono io diverso da tutti gli altri, non merito più di vivere in un Paese come questo che difende a spada tratta un relittuale passato a tutela dei più anziani ed i giovani non vengono messi nella condizione di lavorare e dover andare ad alimentare emigrazione all’estero, perché un vero Paese che si rispetti farebbe di tutto per tenere nei propri confini nazionali giovani motivati, competenti e di belle aspettative come me, vergogna, dovete vergognarvi tutti come dei ladri, bestie senza palle ed onore!!! Un ultimo monito a tutti coloro che si sono marchiati con il siero della nuova religione terapeutica, non me ne fotte un cazzo s elo avete fatto per forza per evitare di perdere il vostro posto di lavoro o se lo avete fatto sottoscrivendo volontariamente una manifestazione di interesse: sappiate che considerata la voluta scarsa efficacia dei protovaccini sperimentali attuali, anche voi se siete vaccinati da 6-7 mesi, avete le vostre difese immunitarie ridotte ad un colabrodo, assai più basse delle mie che mi sono preso tutto il virus del COVID da non schermato e da sportivo sto reagendo assai meglio di voi, anche se più lentamente, dato che per otto mesi sto ancora combattendo con lievi postumi muscolari ed articolari e se sono stato male io che sono stato e continuerò ad essere per sempre uno sportivo con due palle grosse come una casa ed il più longevo della storia in Abruzzo, a maggior ragione lo siete stati o lo sarete anche voi, per cui a rischio non ci sto soltanto io e se io morirò, voi tutti mi seguirete nella tomba entro poco tempo, perché il destino ormai ce lo abbiamo segnato tutti, che ve ne siate resi conto o meno, per cui è inutile che continuate ad andare in giro in Italia o peggio all’estero, a destra o a manca per piacere o per lavoro, quando in un periodo di forte emergenza pandemico-sanitaria si dovrebbe uscire il meno possibile di casa, proprio per non permettere al virus di continuare la sua ricerca di altri ospiti da infettare, in questo modo il vostro idiota comportamento sta permettendo al virus di mutare, diventare più resiliente in modo che gli attuali “vaccini” gli faranno una sega a quattro mani, poi non mi dite che sono scurrile o prima o poi vi sparo ad uno ad uno, vi butto giù per terra come i birilli del bowling, avete presente? Quindi mostrate rispetto nei miei riguardi o per me ve ne potete andare pure a fare in culo da subito, tanto non ho più alcun interesse a fare vita sociale con voi, non in questa regione, in questo Paese e sappiate che pure se fossi stato vaccinato, mi sarei comportato esattamente allo stesso modo che sto portando avanti adesso, anche e avessi vissuto all’estero, perché io so cos’è il rispetto degli altri, a differenza vostra che fate finta di non saperlo, il che è assai peggio, vi comportate stoltamente come se non ci fosse un domani, facendo cose che non avete mai fatto in vita vostra perché vi sta “stringendo il culo”, perché sapete pure voi come me che siete spacciati, lo sapete già molto bene, per cui sarebbe il caso che come ultimo omaggio alla decenza umana, pezzi di merda sottosviluppati che non siete altro, vi fareste tornare un minimo di senso di responsabilità, in rispetto non solo alla salute vostra, ma anche di quella altrui, perché ricordate sempre: chi ha il rispetto della salute altrui lo ha anche della propria, ma non è mai vero il contrario!

Altro monito che lancio stavolta a tutti gli abruzzesi che mi hanno conosciuto: se non siete in grado ancora di capire realmente chi sono e le richieste che faccio da anni per cercare in tutti i modi di restare a lavorare in questo Paese solo per restare al fianco dei miei genitori che amo incondizionatamente e che devo difendere dalla vostro modo vile di comportarvi, dalla vostra vigliaccheria di uomini e donne senza palle che siete e non dover alimentare l’esodo emigratorio all’estero, solo per tonare ad avere una vita degna di se stessi, allora significa che avete fatto finta di conoscermi e che di me non avete proprio capito un cazzo di niente!!!

Finisco qui di scrivere, non serve che aggiunga altro e non vi saluto.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

ALESSIO BRANCACCIO SCRIVE AL PROF. LIBORIO STUPPIA DEL DIPARTIMENTO DI GENETICA MOLECOLARE DELL’UNIVERSITA’ DI CHIETI IN MERITO AD UNA SUA FRASE INAPPROPRIATA SULL’USO DELLE MASCHERINE AL CHIUSO DELLA POPOLAZIONE ABRUZZESE CONTRO IL COVID19

Vasto, lì 13 Novembre 2022 ore 18.03

Amici ed amiche, un caro saluto serale a tutti voi,

in questo articolo vi metto al corrente dell’assurda posizione del Prof. Liborio Stuppia del Dipartimento di Genetica Molecolare dell’Università di Chieti in Abruzzo che dista 80 km dalla mia attuale città, in merito ad una sua frase rilasciata a Il Messaggero riguardo il comportamento corretto e civile della popolazione abruzzese che, a suo dire, vede con la mascherina in viso in tutti i luoghi al chiuso, nonostante non vi sia l’obbligo per l’uso delle stesse, ma ciò non corrisponde a verità, in quanto dalle mie parti a Vasto e sicuramente in altre realtà dell’intera provincia di Chieti e di altre realtà ricadenti all’interno di tutte le altre province abruzzesi, le persone non usano affatto mettersi le mascherine in viso ovunque al chiuso, ma soltanto nei luoghi dove l’obbligo all’uso delle mascherine è stato mantenuto ed esteso fino al 31 Dicembre prossimo, ovvero in ospedali, RSA, Dipartimenti Prevenzione e Distretti Sanitari di Base, ma in luoghi al chiuso come i supermercati, sia i dirigenti degli stessi, che gli addetti alla rifornitura degli scaffali ed i cassieri non si mettono mai la mascherina in viso, persone che dovrebbero dare per prime l’esempio in merito alla massima profilassi da adottare per scongiurare i contagi da COVID19 e garantire la loro stessa incolumità personale, nonché quella dei clienti che entrano in questi luoghi che devono garantire la sopravvivenza di tutte le comunità locali, le quali entrano nei Discount come Eurospin, LIDL, Todis ed in tutti gli altri supermercati appartenenti a catene della Grande Distribuzione Organizzata (GDO).

Di seguito riporto testualmente la frase rilasciata dal Prof. Stuppia alla redazione de Il Messaggero: Il professor Stuppia fa poi un plauso alla cittadinanza: “Mi ha fatto molto piacere vedere che anche se senza l’obbligo molti cittadini indossano le mascherine nei luoghi al chiuso.”

Il Prof. Liborio Stuppia, colui che sequenzia i tamponi molecolari all’interno del Dipartimento di Genetica Molecolare dell’Università d’Annunzio (Ud’A) di Chieti in Abruzzo
https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/covid_casi_aumento_abruzzo_ecco_perche-7048156.html
Di seguito posto, alla vostra gentile attenzione, la mia replica scritta via mail al Prof. Stuppia in merito alla sua frase infelice rilasciata alla stampa in merito al comportamento “virtuoso” degli abruzzesi sull’uso della mascherina in tutti i luoghi al chiuso:

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

COVID19. RESTA OBBLIGO MASCHERINE NEGLI OSPEDALI FINO AL 31 DICEMBRE. SCHILLACI PROROGA ORDINANZA

Dopo aver ascoltato gli esperti il Ministro della Salute ha deciso di prorogare fino a fine anno l’ordinanza fatta dal suo predecessore Speranza che obbliga chiunque entri in una struttura sanitaria a indossare la mascherina. Il Ministro: “Mai abbiamo pensato di non andare in questa direzione. Non c’è nessun ripensamento”.


31 OTT
 

Se sul bollettino dei dati, gli obbligo vaccinali per i professionisti sanitari e le multe per gli over 50 no vax il Governo ha deciso di allentare le misure per quanto riguarda invece le mascherine nelle strutture sanitarie l’intenzione è quella di mantenere l’obbligo.

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci ha deciso di prorogare di altri due mesi (fino al 31 dicembre) l’ordinanza fatta dal suo predecessore Speranza che obbliga chiunque entri in una struttura sanitaria a indossare la mascherina.

“Confermiamo l’uso delle mascherine negli ospedali perché anche qui ho letto di notizie di ogni genere che però non corrispondevano alla verità”, ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa.

“Ho firmato un’ordinanza che proroga l’obbligo di mascherine nei presidi sanitari: mai abbiamo pensato di non andare in questa direzione. Non c’è nessun ripensamento”. Ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Fonte: Quotidiano Sanità

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=108493

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

QUALI REGIONI CONFERMANO L’USO DELLE MASCHERINE: DOVE SARANNO ANCORA OBBLIGATORIE

Alcune Regioni hanno già confermato l’obbligo di mascherine in ospedale ed Rsa: la misura dovrebbe infatti scadere oggi, lunedì 31 ottobre, salvo proroghe del governo Meloni. Tra le prime ci sono Campania e Lombardia.

https://www.fanpage.it/attualita/quali-regioni-confermano-luso-delle-mascherine-dove-saranno-ancora-obbligatorie/

In attesa che il Consiglio dei Ministri di oggi pomeriggio si pronunci sul da farsi, alcune Regioni hanno già confermato l’obbligo di mascherina in ospedali ed Rsa. Scade infatti oggi, lunedì 31 ottobre, l’obbligo di uso di dispositivi di protezione individuale all’interno delle strutture sanitarie.

Salvo proroghe, la misura, tra le ultime ancora in vigore finora per contrastare la pandemia di Covid-19, andrà verso la naturale scadenza, così come era stato deciso dal governo Draghi. Tuttavia, alcune Regioni hanno già provveduto a ribadire l’obbligo.

La prima è stata la Campania, che ha disposto la conferma dell’obbligo delle mascherine per il personale medico, sanitario e per i visitatori delle strutture ospedaliere e nelle Rsa. L’ordinanza n. 4 del 31 ottobre 2022 entrerà in vigore da domani 1 novembre. “La forte campagna di vaccinazione sviluppatasi grazie al senso di responsabilità dei cittadini – ha spiegato il presidente della Vincenzo De Luca – ha contenuto enormemente la situazione epidemica. Ma il permanere di livelli di contagio non marginali obbliga alla prudenza, in modo particolare rispetto a pazienti e fasce deboli negli ospedali e nelle Rsa”.

Fonte: Fanpage

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

REGIONE CAMPANIA, CONFERMATO OBBLIGO USO DELLE MASCHERINE NELLE STRUTTURE SANITARIE – SCARICA L’ORDINANZA

31/10/2022 – La Regione Campania ha disposto la conferma dell’obbligo delle mascherine per il personale medico, sanitario e per i visitatori delle strutture ospedaliere e nelle Rsa.

L’ordinanza n. 4 del 31 ottobre 2022 entrerà in vigore da domani, 1 novembre 2022.

“La forte campagna di vaccinazione sviluppatasi grazie al senso di responsabilità dei cittadini – dichiara il Presidente Vincenzo De Luca – ha contenuto enormemente la situazione epidemica. Ma il permanere di livelli di contagio non marginali obbliga alla prudenza, in modo particolare rispetto a pazienti e fasce deboli negli ospedali e nelle Rsa.

Auspichiamo che il Governo decida anche l’obbligatorietà delle vaccinazioni per il personale medico e infermieristico. Sarebbe inaccettabile costringere pazienti magari allettati a farsi curare da personale non vaccinato. Sarebbe – questa sì – una forma di violenza verso i più fragili”.

http://www.regione.campania.it/regione/it/news/primo-piano/campania-confermato-obbligo-mascherine-nelle-strutture-sanitarie-scarica-l-ordinanza

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo