pandemia

ORGANIZZARE UN CORSO DI AGGIORNAMENTO PER TUTELA E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO IN PRESENZA DURANTE LA PANDEMIA DI COVID19 E’ PURA FOLLIA!!!

Vasto (CH), lì 21 Ottobre ore 17.23

Buona sera a voi, in questo articolo parlerò della follia portata avanti da certi improbabili formatori della ASL 2 Abruzzo Lanciano-Vasto-Chieti come il sig. Mangifesta che ha deciso di organizzare un aggiornamento annuale del corso di formazione per Tutela e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro in base al D.Lgs. 81/2008 che dovrebbe tutelare la sicurezza, ma soprattutto la salute di tutti i lavoratori dipendenti della ASL 2, amministrativi e sanitari, dal momento che un Ospedale ed un Distretto Sanitario che si rispetti deve sempre fungere da Presidio Territoriale per la tutelare la salute non solo dei propri lavoratori dipendenti, ma anche dell’intera comunità vastese, ma in base a quanto mi risulta dai fatti, tutta la mia famiglia a Febbraio 2022 si è presa il COVID19 da mia madre che ha riportato a casa il virus a due uomini come me e mio padre che con la propria mente ed i propri corpi ci lavorano per 4 volte alla settimana, per cui non mi risulta che nella ASL 2 Abruzzo ci sia tutta questa organizzazione e premura nei riguardi della salue dei propri dipendenti, altrimenti al Distretto Sanitario di Vasto dove lavora mia madre a Febbraio 2022 la dirigente Dott.ssa Di Sebastiano avrebbe fatto adottare i protocolli anti-COVID19, cosa che non ha mai adottato spero per lei non con l’intenzione di far prendere il COVID19 apposta a tutti i dipendenti ed alle loro famiglie, in ottica raggiungimento dell’obiettivo temporaneo di un’immunità di gregge parziale e che sapevano benissimo non poteva essere permanente, secondo le varie cazzate che hanno fatto diffondere le ditte produttrici dei vaccini, la Pfizer e Moderna.

Io ritengo sia altamente paradossale, nell’era dell’e-learning e dello smart working, che abbiamo conosciuto nei primi due anni di emergenza sanitaria legata alla COVID19, organizzare un corso di aggiornamento per Tutela e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro in presenza obbligatoria è pura follia!!! Tengo particolarmente a precisare in tale sede che mia madre è un Coadiutore Amministrativo categoria B5 che ha avuto già modo di seguire questo corso in modalità e-learning telematica l’anno scorso, per cui non vedo tutta questa necessità di organizzare un corso in presenza con 20 persone assembrate presso la sala riunioni dell’ospedale San Pio di Vasto, per giunta proprio nel momento in cui si stanno di nuovo alzando i contagi! Allora faccio bene a pensare male e a dire ogni volta che tutti questi miseri, subdoli tentativi di far assembrare le persone sono fatti apposta per far prendere o riprendere il virus a persone che credo abbiano già dato, tanto si vede benissimo che qui in Abruzzo ed in tutta Italia c’è la volontà di trasformare i lavoratori in carne di porco, carne da contagio ed io questo non lo posso né accettare e né tantomeno permettere, soprattutto quando di mezzo c’è un componente diretto della mia famiglia, mia madre, mia madre, sangue del mio sangue!!! Mi dispiace, ma questa stavolta non ve la perdono, non sono disposto a passarci sopra e a tollerare certi miseri affronti e mio padre è del mio stesso avviso, io e lui siamo la stessa persona, ragioniamo in modo univoco su questa questione. A casa mia la tutela della salute della mia famiglia la gestisco direttamente io da medico mancato, ma penso aver capito molto più io sul COVID19 che non certi sanitari improvvisati, raccomandati e ficcati nei posti che contano dalla solita politica di merda vigente a livello locale. Noi tre non abbiamo paura di niente, non c’è problema, ma dal momento che la salute mia e di mio padre è nelle mani di mia madre tutti i giorni, cosa che non doveva assolutamente succedere ed io da immenso atleta sportivo devo tutelarmi e prendere tutte le precauzioni del caso, mia madre andrà lo stesso al corso perché è obbligatorio, non c’è problema, ma la farò accompagnare da mio padre e quando dovrà entrare dentro l’aula per firmare la presenza, avrà l’accortezza di indossare di nuovo due mascherine FFP2, entrerà, firmerà, poi uscirà e si metterà vicino la porta dove c’è maggiore ricambio di aria e scongiurare così la reinfezione da COVID19 e delle venti persone assembrate in aula e tutte rigorosamente senza mascherina da perfetti negazionisti quali sono ormai tutti quanti, non me ne frega assolutamente un cazzo di niente!!!

Preciso ancora una volta che non vedo l’ora questo anno o due anni che restano a lavorare a mia madre volino via al più presto e che vada in pensione con qualsiasi trattamento economico anche minimo, non ce ne fotte un cazzo, basta che questa storia con la ASL 2 Abruzzo finisca al più presto, perché io e mio padre non ne possiamo veramente più, ne abbiamo i coglioni pieni, ce li hanno fatti tutti a peperini, basta non è possibile andare avanti così! Da quando siamo venuti a vivere qui a Vasto dal 16 Marzo 2021 in piena pandemia da variante delta del COVID19, non abbiamo più vissuto un minuto di bene e di pace, due aspetti dei quali io ed i miei genitori abbiamo sacrosanto diritto e delle disorganizzazioni e delle menzogne adottate dalla ASL 2 Abruzzo non ne vogliamo più sapere!

Lasciateci vivere in pace, perché a come sto messo specialmente io da quasi otto anni senza poter lavorare e on mio padre che può andare in pensione soltanto tra un anno e non prima alle condizioni di merda attuali, non vi conviene vedermi incazzato come Rambo, sia io che mio padre, ve lo assicuro! Noi siamo gladiatori romani, mio padre è Massimo X Meridio ed io il Principe di Roma, figlio di gladiatore, facciamo parte di un Popolo glorioso che ha portato per 2000 anni la civiltà e le conoscenze idrauliche con i propri acquedotti che ancora oggi si mantengono in piedi in tutto il Mondo, Vasto compresa, dal momento che la città era romana e si chiamava Histonium, per chi ancora non lo sapesse! La dovete smettere di cercare di dare problemi a tutti i costi a persone oneste, in gamba e che con voi vastesi negazionisti, massoni, mafiosi, drogati, menzogneri diffusori di notizie false e tendenziose, non vuole avere un cazzo a che fare!!! Io per ora vi ho avvertito, fate in modo di non rompermi i coglioni e di non farmi uscire la parte peggiore di me, se solo oserete ancor a cercare di creare problemi ai miei genitori e di rimando, a me! Andate a fare in culo, arrivederci a mai più e che sia maledetto quel giorno che venni a vivere qui per seguire i miei, mannaggia la Madonna addolorata, ecco adesso m’è scappata, io avoglia a cercare di trattenerle le bestemmie, ma prima o poi sarebbe uscita!!!

Basta, finito, chiudiamolo qui u rapporto che non è mai decollato, sin dall’inizio, esattamente come ad Avezzano, perché tra Avezzano e Vasto per me non è cambiato niente! Io non vedo l’ora di mandare i miei in pensione, chiudere bottega lasciare casa mia a loro e di andarmene a fare in culo a vivere all’estero, io ed i miei genitori stiamo a pensare a fare comunella proprio con voi vastesi? Ma non ce ne può fottere un cazzo di meno e quando quelle rarissime volte ci vedrete per strada, abbassate lo sguardo e non salutateci, perché in difetto ci state voi ad andare in giro nei luoghi al chiuso sena mascherine non noi tre, noi ce ne mettiamo due per tutelarci dal ricontagio, una per noi ed una per i cazzi vostri che non ve le mettete, massa di pecore beote italiote piteco capre con i pattini, per Dio, fanculo!!!

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

“LA PROSSIMA ‘PANDEMIA’? SAREMO IN TANTI A DIRE NO” – GIOVANNI FRAJESE

26 Luglio 2023 Adalberto Gianuario

https://www.byoblu.com/2023/07/26/la-prossima-pandemia-saremo-in-tanti-a-dire-no-giovanni-frajese/

Intervista al professor Giovanni Frajese a margine della presentazione di ‘Sospesa’, di Raffaella Regoli, a Ostia. L’endocrinologo romano commenta le ultime notizia provenienti dall’altra sponda dell’oceano, come il definanziamento del laboratorio di Wuhan e l’indagine su Anthony Fauci, deferito presso il Dipartimento della Giustizia dal senatore Rand Paul .

“Forse siamo il Paese che ha aderito meglio alla narrazione Covid. Ci sono stati obblighi, ci sono stati medici che non hanno detto niente. In Inghilterra non è andata così, in altri paesi non è adanta così. Ma alla prossima pandemia diremo di no. Si dovranno abituare che le persone che hanno detto no al primo giro diventeranno tre volte quelle che erano precedentemente”.

Fonte: Byoblu, la TV dei Cittadini canale 262 Digitale Terrestre

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

LA MISSIONE DI ALESSIO BRANCACCIO A VASTO 2023-2025

Alessio Brancaccio incazzato come Gatto Silvestro! Il cambio di città da Avezzano a Vasto da due anni è stato particolarmente traumatico non gli ha fatto per niente bene, specie in piena pandemia di COVID19.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

CRISANTI E LA MAPPA LOGICA CHE (NON) SPIEGA IL VIRUS

Aldo Grasso | 05 marzo 2023

Il microbiologo romano del Dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova Andrea Crisanti a Piazza Pulita di Corrado Formigli
https://www.corriere.it/padiglione-italia-grasso/23_marzo_05/crisanti-mappa-logica-che-non-spiega-virus-4bf1f95c-bac2-11ed-813a-50ca9a9e6e4c.shtml

Andrea Crisanti ci restituirà la Verità. Impresa non facile, ma lui ne è convinto. La sua perizia è alla base dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione della prima ondata di Covid. Reato ipotizzato? Epidemia colposa. Crisanti dice che la sua è una mappa logica: «I giudici mi hanno chiesto se era possibile in qualche modo quantificare quelle che potevano essere le conseguenze di determinate scelte. E questo ho fatto».

La pandemia ci ha sorpreso alle spalle: popolazione, governanti, sanitari. Era un morbo sconosciuto, inarrestabile, terrorizzante. Era un evento mondiale di inattesa brutalità. Difficile trovare qualcosa di logico ripensando a quei giorni spaventosi, alle immagini degli ospedali allo stremo, alle bare sui camion.

Basta una perizia «sperimentale» di un microbiologo per cancellare l’imponderabile, l’imprevedibile, quella dimensione che per i Greci si giocava tra il fare umano e la «mente di Zeus» e si chiama fato? Qualcuno avrà fatto errori, certo, comprese alcune dichiarazioni in tv dei virologi. Per dire, a proposito di fatalità, senza il Covid Crisanti non sarebbe mai stato eletto senatore.

C’è chi ha passato una vita intera a studiare il nesso fra destino e scienza e a ricordarci che non disponiamo di un sapere incontrovertibile. Che la Verità esista solo nella perizia bergamasca?

Covid, inchiesta morti Bergamo. Crisanti: “Restituita la verità agli italiani”

Il microbiologo ha firmato la maxi consulenza depositata dai pm di Bergamo nell’indagine sulla gestione della pandemia

Andrea Crisanti
https://www.ilgiorno.it/cronaca/covid-inchiesta-morti-bergamo-crisanti-restituita-la-verita-agli-italiani-rjydrhhk

Bergamo, 2 marzo 2023 –  Sul Covid “si restituisca la verità agli italiani”. Con queste parole il professor Andrea Crisanti, microbiologo all’Università di Padova e ora senatore del Pd, che ha firmato la maxi consulenza depositata ai pm di Bergamo nell’indagine sulla gestione del Covid nella Bergamasca che vede tra gli indagati l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro Roberto Speranza e il governatore della Lombardia Attilio Fontana. 

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

COVID, I MORTI A BERGAMO: INDAGATI CONTE E SPERANZA. COINVOLTI ANCHE FONTANA E GALLERA

A tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia di Covid, la Procura ha chiuso l’inchiesta per epidemia colposa

https://www.ilmessaggero.it/politica/covid_conte_speranza_indagati_fontana_brusaferro_locatelli_pandemia_morti_bergamo_zona_rossa-7261270.html

All’inizio di marzo del 2020 il Covid non era più solo un misterioso virus importato dalla Cina. Stava mietendo vittime nella Bergamasca, le proiezioni indicavano un’accelerazione del numero di contagi e delle vittime. Ma la sua diffusione è stata sottovalutata: i mezzi dell’esercito erano pronti però la zona rossa non è stata mai istituita, l’ospedale di Alzano (un focolaio) chiuso e riaperto nel giro di poche ore, il piano pandemico non è mai stato aggiornato né applicato. A quasi tre anni di distanza la Procura di Bergamo chiude l’inchiesta: diciannove gli indagati per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio. 

LE INDAGINI

Tra i nomi spiccano quelli dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’allora ministro della Salute Roberto Speranza, indagati, le cui posizioni saranno trasmesse al Tribunale dei ministri che dovrà valutare gli atti a loro carico. Ci sono poi il rieletto governatore della Lombardia Attilio Fontana, il suo ex assessore al Welfare Giulio Gallera, il presidente del Consiglio superiore della sanità Franco Locatelli, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il coordinatore del Comitato tecnico scientifico nella prima fase dell’emergenza Agostino Miozzo. E ancora, l’ex capo della protezione civile Angelo Borrelli, ex dirigenti del Comitato tecnico scientifico e Francesco Maraglino, ex direttore Prevenzione delle Malattie trasmissibili e Profilassi internazionale. Le indagini, spiega il procuratore capo Antonio Chiappani, «sono state articolate, complesse e consistite nell’analisi di una rilevante mole di documenti» informatici e cartacei «nonché di migliaia di mail e di chat telefoniche in uso ai soggetti interessati dall’attività investigativa, oltre che nell’audizione di centinaia di persone informate sui fatti». Un’analisi che ha consentito di ricostruire i fatti a partire dal 5 gennaio 2020, quando l’Oms ha lanciato l’allarme globale a tutti i Paesi per poi diffondere, cinque giorni dopo, «un pacchetto completo di linee guida su come rilevare, testare e gestire potenziali casi e proteggere gli operatori sanitari». Gli inquirenti si sono avvalsi della maxi consulenza firmata da Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova e ora senatore del Pd: basata su un modello matematico, ha stabilito che se fosse stata istituita la zona rossa in Val Seriana, al 27 febbraio i morti sarebbero stati 4.148 in meno e al 3 marzo 2.659 in meno. E invece è stata una strage, con le terapie intensive al collasso e i medici costretti a scegliere tra chi intubare e chi lasciare morire, con le file di camion che trasportavano le bare nei crematori di altre regioni poiché nei cimiteri lombardi non c’era più posto. 

«GRAVI OMISSIONI»


Il procuratore Chiappani, a fine gennaio, aveva anticipato che le risultanze investigative «hanno accertato gravi omissioni nella valutazione dei rischi pandemici e nella gestione della prima fase della pandemia». Cioè a primavera di tre anni fa quanto, ricorda, il Covid «cagionò oltre tremila vittime nella Bergamasca». E si tratta solo dei numeri ufficiali, perché in base alle stime i morti a causa del virus non intercettati dalle statistiche sarebbero almeno il doppio. Per i parenti delle vittime la chiusura delle indagini è una vittoria, benché amara. «Da oggi si riscrive la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un’Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni. Da sempre ci siamo battuti per la verità per i nostri cari, nonostante l’omertà che ha sempre contraddistinto questa storia. Siamo andati avanti senza mai scoraggiarci nel percorso di memoria e di giustizia». Intanto l’ex premier Conte, ora a capo del M5s, anticipa «la massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica». E l’ex ministro Speranza in una nota afferma di aver «sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto», aggiungendo di essere «molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore nell’esclusivo interesse del Paese». 

Fonte: Il Messaggero

Covid nella Bergamasca, chiusa l’inchiesta sulla mancata zona rossa: indagati Conte, Speranza, Fontana e Gallera

https://milano.repubblica.it/cronaca/2023/03/01/news/covid_inchiesta_bergamo_indagati_conte_speranza_fontana_gallera-390144883/

dal nostro inviato Paolo Berizzi

Si chiude la maxi inchiesta su quanto accadde nella Bergamasca nella primavera 2020 con la mancata zona rossa in Valle Seriana. Indagati anche Brusaferro, Locatelli, Miozzo e Borrelli. Conte: “Tranquillo di fronte ai cittadini”

BERGAMO – Dopo tre anni e migliaia di croci, dopo gli ospedali al collasso, le bare sui camion militari e le altre immagini simbolo della strage silenziosa, il Covid a Bergamo si deposita sulle carte giudiziarie. La Procura – sono passati 1102 giorni dal primo caso di contagio nella bergamasca, la provincia più colpita d’Italia – ha chiuso l’indagine sulla gestione del virus nei primi mesi della pandemia.

Fonte: Repubblica

Chiusa l’inchiesta di Bergamo sulla gestione della prima ondata Covid: indagati Conte, Speranza, Fontana, Gallera. Il leader M5s: “Tranquillo di fronte al Paese”

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/03/01/chiusa-lindagine-di-bergamo-sulla-gestione-della-prima-ondata-covid/7082350/

ESCLUSIVO – La Guardia di Finanza ha avviato le notifiche per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio per venti indagati. Per l’ex premier Conte e l’ex ministro Speranza si prepara la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri. Tra gli indagati anche il presidente dell’Iss Brusaferro, il presidente del Consiglio superiore di Sanità Locatelli, l’allora presidente del Cts Miozzo e quello della Protezione civile Borrelli.

di Alessandro Mantovani | 1 MARZO 2023

Indagati l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente appena riconfermato della Lombardia Attilio Fontana e il suo ex assessore al Welfare, Giulio Gallera, rimasto fuori dal Consiglio regionale nell’ultima tornata elettorale. E ancora. Indagati diversi dirigenti chiave del ministero della Salute, non tutti ex; il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro; il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo; l’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.

A tre anni dall’inizio della pandemia la Procura di Bergamo ha chiuso l’indagine sulla gestione della prima ondata. La Guardia di Finanza ha avviato le notifiche degli avvisi conclusivi per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio per venti indagati. Per l’ex premier Conte – a cui i pm contestano epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo – e l’ex ministro Speranza – a cui i pm contestano epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio – si prepara la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri.

L’inchiesta, condotta da un pool di magistrati guidati dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota e dagli investigatori della Guardia di finanza, riguarda tra l’altro il mancato aggiornamento e la mancata attuazione dei piani pandemici a livello nazionale e regionale, ma anche la rinuncia a istituire alla fine di febbraio 2020 la zona rossa nei Comuni di Alzano lombardo e Nembro. La Val Seriana, nella Bergamasca, per numero di morti e contagi passerà alla storia per la Wuhan d’Europa, e le immagini di tre anni fa dei camion dell’esercito piene di bare faranno il giro del mondo. Le accuse formulate dai pm in merito alla mancata zona rossa hanno potuto contare sulla famosa consulenza del microbiologo Andrea Crisanti, oggi senatore Pd, assieme all medico legale Ernesto D’Aloja e all’ex direttore della Asl di Pavia Daniele Donati.

Di recente il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il 28 gennaio scorso, aveva tracciato il quadro delle indagini per delineare la portata delle risultanze investigative che “hanno accertato gravi omissioni nella valutazione dei rischi pandemici e nella gestione della prima fase della pandemia”. Ovvero, nella primavera del 2020, quando, come ha rimarcato Chiappani, il Covid-19 nella Bergamasca “cagionò oltre tremila vittime” per stare solo ai numeri accertati, visto che tra fine febbraio e aprile 2020 l’eccesso di mortalità registrato in quella zona fu di 6.200 persone rispetto alla media dello stesso periodo degli anni precedenti.

Il leader M5s ha diffuso una nota per commentare la notizia: “Apprendo notizie riguardanti l’inchiesta di Bergamo. Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica”.

TUTTA L’INCHIESTA SUL FATTO QUOTIDIANO IN EDICOLA GIOVEDI’ 2 MARZO

Covid, chiusa a Bergamo l’inchiesta sulla gestione della prima ondata: indagati anche Conte e Speranza

Secondo la Procura di Bergamo, “il disastro si sarebbe potuto evitare”. Nel registro compaiono anche i nomi di Attilio Fontana, Giulio Gallera, Silvio Brusaferro, Franco Locatelli, Agostino Miozzo e Angelo Borrelli

01 MARZO 2023 22:20

L’inchiesta sulla prima ondata Covid condotta dalla Procura di Bergamo giunge alla conclusione.

Tra gli indagati figurebbero l’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il suo ex assessore al Welfare Giulio Gallera. Nel registro compaiono anche il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo, l’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli. Secondo i pm bergamaschi, “il disastro si sarebbe potuto evitare”.

Le posizioni di Conte e Speranza saranno trasmesse al Tribunale dei ministri, che dovrà valutare gli atti a loro carico. Non figurano, dunque, nell’avviso di conclusione indagini, non ancora notificato agli altri 17 indagati, tra cui ci sono pure alcuni ex dirigenti del Comitato Tecnico Scientifico e Francesco Maraglino, ex direttore dell’Ufficio 5 – Prevenzione delle Malattie trasmissibili e Profilassi internazionale.

A tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia che, tra febbraio e aprile 2020, ha straziato il territorio di Bergamo con oltre 6mila morti in più rispetto alla media dell’anno precedente, la Procura ha chiuso l’inchiesta. Gli indagati sarebbero 17. Le ipotesi di reato sono di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti d’ufficio e falso.

Coronavirus, l’esercito porta bare da Bergamo fuori regione per cremazione

Le indagini

 Al di là del numero degli indagati e dell’eventuale invio di alcuni filoni ad altre Procure, gli accertamenti, che si sono avvalsi di una maxi-consulenza firmata da Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova e ora senatore del Pd, hanno riguardato tre livelli. Uno strettamente locale, uno regionale e il terzo nazionale. L’inchiesta, che già contava alcuni indagati come i vertici dell’Ats di Bergamo e dirigenti dell’assessorato regionale alla Sanità, come scrive in una nota il Procuratore Chiappani, “sono state articolate, complesse e consistite nell’analisi di una rilevante mole di documenti” informatici o cartacei “nonché di migliaia di mail e di chat telefoniche in uso ai soggetti interessati dall’attività investigativa, oltre che nell’audizione di centinaia di persone informate sui fatti”.

Dalle morti in Rsa alla zona rossa

 Nel mirino degli inquirenti e degli investigatori della guardia di finanza sono finiti non solo i morti nelle Rsa della Val Seriana e il caso dell’ospedale di Alzano chiuso e riaperto nel giro di poche ore, ma soprattutto la mancata istituzione di una zona rossa uguale a quella disposta nel Lodigiano. Sotto la lente delle autorità anche i mancati aggiornamenti del piano pandemico, fermo al 2006, e l’applicazione di quello esistente anche se datato che comunque, stando agli elementi raccolti, avrebbe potuto contenere la trasmissione del Covid.

Le famiglie delle vittime: “Pm onorano chi non c’è più”

 “Ringrazio a nome dei familiari la procura di Bergamo che con questi risultati di indagine dà onore ai deceduti – commenta l’avvocato Consuelo Locati, referente del team legale dell’associazione dei familiari delle vittime del Covid ‘Sereniesempreuniti’ -. Noi familiari delle vittime ci abbiamo sempre creduto, la procura di Bergamo è stata l’unica istituzione che ha ascoltato la nostra voce”.

“Si riscrive la storia della strage”

 “Da oggi – si legge in una nota dell’associazione – si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un’Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni”.

Fonte: Tgcom24

Dott. Alessio Brancaccio, Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione, membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus

CIRCOLARE COVID: “PANDEMIA IMPREVEDIBILE, IL PAESE SI PREPARI”. DALLE MASCHERINE AL LAVORO AGILE, SE LA SITUAZIONE PEGGIORA

Piano del Ministero e delle Regioni, più vaccini ed eventi di massa ridotti

Passeggeri all’aeroporto di Torino https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2022/12/30/circolare-covid-dalle-mascherine-al-lavoro-agile-se-la-situazione-peggiora_8bf29774-06e0-43c5-95ca-1c4aadca2318.html

In vigore i tamponi in aeroporto per la rilevazione del Covid-19 per i passeggeri provenienti dalla Cina.

L’ordinanza del ministro della Salute su ‘Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’epidemia da Covid-19 concernenti gli ingressi dalla Cina’ è infatti inserita nella gazzetta ufficiale (GU Serie Generale n.303 del 29-12-2022) pubblicata oggi.

Cresce il fronte dei Paesi che hanno reimposto controlli ai viaggiatori provenienti della Cina dopo l’impennata di contagi di Covid. Per primi si sono mossi alcuni Paesi asiatici, dall’India al Giappone, mentre in Europa l’Italia ha fatto da apripista, seguita da Francia, Spagna e Gran Bretagna.

Obbligo di test in aeroporto anche negli Stati Uniti e in Israele.

“Sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di SarsCoV2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione”. Lo afferma il ministero della Salute nella nuova circolare ‘Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-2023. 

Uso delle mascherine al chiuso, lavoro domiciliare e riduzione delle aggregazioni di massa, ventilazione degli ambienti chiusi e intensificazione delle quarte dosi di vaccino anti-Covid e di un’ulteriore dose per alcune categorie a rischio. Sono alcune delle azioni indicate dal ministero della Salute, in caso di peggioramento della situazione epidemiologica, nella circolare ‘Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-23’. Il documento fornisce spunti per “predisporre a livello regionale un rapido adattamento di azioni e servizi nel caso di aumentata richiesta assistenziale”. L’utilizzo di mascherine, si legge nella circolare, “è efficace nel ridurre la trasmissione dei virus respiratori e nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi, finalizzato in particolare a proteggere le persone ad alto rischio di malattia grave”. Analogamente, “nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico, si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti”.

Al momento in Italia l’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie è obbligatorio per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie e Rsa. La circolare invita anche a garantire “un’adeguata ventilazione negli ambienti chiusi, una misura fondamentale per ridurre il rischio di trasmissione del SarsCoV2 e di altri virus respiratori”. Il ministero raccomanda inoltre la vaccinazione anti-Covid nella stagione invernale 2022-2023, con l’obiettivo di “continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave e dall’ospedalizzazione”. Si raccomanda la somministrazione delle quarte dosi con i vaccini bivalenti alle categorie a rischio, ed un’ulteriore dose di richiamo con vaccino a m-RNA nella formulazione bivalente “è attualmente raccomandata alle seguenti categorie di persone che hanno già ricevuto una seconda dose di richiamo con vaccino a mRNA monovalente, una volta trascorsi almeno 120 giorni dalla stessa o dall’ultima infezione: persone dagli 80 anni in su, ospiti Rsa, persone dai 60 anni in su con fragilità. Su richiesta dell’interessato, anche tutti gli altri soggetti ultrasessantenni, che hanno già ricevuto un secondo richiamo, potranno, comunque, vaccinarsi con una ulteriore dose di vaccino”. Inoltre, dal 09/12/22 è stata estesa la raccomandazione della vaccinazione anti-Covid ai bambini nella fascia di età 6 mesi – 4 anni (compresi) che presentino condizioni di fragilità.

Per l’inverno 2022-23, è “indispensabile che i servizi sanitari regionali verifichino e, se necessario, rafforzino lo stato di preparazione al fine di fronteggiare un eventuale aumento della domanda di assistenza per i casi di SarsCoV2”. Lo afferma il ministero della Salute nella nuova circolare. In particolare si raccomanda la verifica dei posti letto in ricovero e terapia intensiva; l’approvvigionamento di dispositivi, farmaci, vaccini; la disponibilità di personale sanitario formato che “possa supportare reparti e servizi territoriali nel caso di un aumento dei casi tale da superare l’attuale capacità dei sistemi assistenziali”.

Rafforzare i sistemi di sorveglianza e aumentare i sequenziamenti genomici per rilevare nuove varianti del virus SarsCoV2. Lo raccomanda la circolare del ministero della Salute per la gestione del virus nella stagione invernale. Sarà “essenziale assicurare un volume di sequenziamento sufficiente per monitorare i virus in circolazione e l’emergenza di nuove varianti e un’adeguata capacità diagnostica dei laboratori. Pertanto, è fortemente raccomandato, per lo meno in ospedali e pronto soccorso, raccogliere campioni da sottoporre a test molecolare, per garantire in ogni Regione un numero minimo di campioni da genotipizzare”.

Dall’India al Giappone e agli Usa. L’Italia apripista in UE (ANSA)

I NUMERI – Continuano a diminuire l’incidenza e l’indice di trasmissibilità Rt dei casi di Covid-19 in Italia. L’incidenza settimanale a livello nazionale è infatti pari questa settimana a 207 casi ogni 100.000 abitanti contro 233 ogni 100.000 abitanti di sette giorni fa. Nel periodo 7 dicembre-20 dicembre 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato invece pari a 0,84 (range 0,81-0,88), in diminuzione rispetto alla settimana precedente – quando aveva raggiunto il valore di 0,91 – e sotto la soglia epidemica. Lo rileva il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sul Covid-19.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva è sostanzialmente stabile al 3,2% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 29 dicembre) rispetto al 3,1% del 22 dicembre. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 13,0% (dato al 29 dicembre) rispetto al 13,7% del 22 dicembre. I dati sono contenuti nel monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute.

Diminuiscono i casi di Covid e i morti in Italia. In merito all’andamento della situazione epidemiologica da Covid-19 il ministero della Salute rende noto che nella settimana 23-29 dicembre 2022 si registrano: 122.110 nuovi casi positivi con una variazione di -11,3% rispetto alla settimana precedente (137.599). Sono stati 706 i deceduti con una variazione di -11,5% rispetto alla settimana precedente (798); 807.118 tamponi effettuati con una variazione di -20,8% rispetto alla settimana precedente (1.019.362). Infine il tasso di positività di 15,1% con una variazione di +1,6% rispetto alla settimana precedente (13,5%)

Pechino, restrizioni sul Covid tentativo di sabotarci – La Cina contrattacca sulle restrizioni anti-Covid imposte da alcuni Paesi, inclusa l’Italia. Il Global Times, tabloid del Partito Comunista, afferma che “un piccolo numero di Paesi e regioni, come Usa e Giappone, vede la riapertura della Cina come un’altra possibilità per diffamare Pechino”. Stanno adottando, è l’accusa, uno “sporco trucco politico” per “sabotare i 3 anni di sforzi cinesi nella lotta al Covid e per attaccare il sistema”. Quanto all’Italia, “sta imponendo test obbligatori per i viaggiatori che arrivano dalla Cina, eppure il suo governo ha detto che non è stata trovata alcuna nuova mutazione nei recenti arrivi”. 

Fonte: Redazione ANSA Roma, 31 Dicembre 2022

Silvio Garattini: “Siamo in grado di armarci per la guerra, ma non per affrontare i nuovi virus”

Il farmacologo: «Il ministro è stato tempestivo, ma va rinforzata la Sanità»

di Francesco Rigatelli

31 Dicembre 2022

Il farmacologo Silvio Garattini ha espresso la sua opinione in merito alla precaria gestione della pandemia di COVID19 in Italia https://www.lastampa.it/cronaca/2022/12/31/news/il_farmacologo_silvio_garattini_siamo_in_grado_di_armarci_per_la_guerra_ma_non_per_affrontare_i_nuovi_virus-12440523/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università dell’Aquila

TERZO INVERNO DI PANDEMIA, MA CON ARMI SPUNTATE. I LIMITI DELLA QUARTA DOSE E DEI MONOCLONALI

Due nuovi studi pubblicati sul New England Journal of Medicine mettono in dubbio l’efficacia della quarta dose e degli anticorpi monoclonali contro le varianti del virus attualmente predominanti

https://www.sanitainformazione.it/salute/terzo-inverno-di-pandemia-ma-con-armi-spuntate-i-limiti-della-quarta-dose-e-dei-monoclonali/

Ci stiamo per avvicinare al terzo inverno di pandemia e nel nostro arsenale abbiamo accumulato molte più armi rispetto alle stagioni precedenti. Vaccini, antivirali e monoclonali, pur incidendo solo lievemente sulla diffusione del virus, hanno reso l’infezione Covid-19 sempre più curabile. Tuttavia, mentre aumentano i farmaci che abbiamo a disposizione, il virus continua ad evolversi e a mutare. Tanto che le armi messe in campo investendo enormi risorse intellettuali ed economiche stanno iniziando ad apparire «spuntate», cioè meno efficaci. Due studi, recentemente pubblicati sul New England Journal of Medicine, mostrano i primi segni di «cedimento» di vaccini, in particolare la quarta dose, e anticorpi monoclonali.

Gli anticorpi prodotti dopo la quarta dose diminuiscono prima

Il primo studio è stato condotto in Israele dallo Sheba Medical Center. Si è basato sui dati di 6mila operatori sanitari, ai quali è stata somministrata la quarta dose del vaccino anti-Covid della Pfizer. I risultati mostrano che la seconda dose di richiamo aumenta i livelli di anticorpi nei pazienti per circa 13 settimane, offrendo una maggiore protezione contro le infezioni che svanisce entro 15 settimane. Lo studio ha anche sottolineato che l’aumento degli anticorpi dopo la quarta dose è inferiore a quello registrato dopo la terza. Non è chiaro quali siano le conseguenze del calo dei livelli di anticorpi sul fronte della protezione da malattie gravi. È possibile che il vaccino offra una protezione contro le forme gravi della malattia per un periodo più lungo rispetto al calo dei livelli di anticorpi. Tuttavia, i risultati dello studio israeliano invitano a programmare più saggiamente le campagne di richiamo.

I benefici della quarta dose sono «più transitori»

Secondo i ricercatori, i richiami dovrebbero essere somministrati quando si intravedono all’orizzonte forti ondate di contagio o quando pazienti specifici si trovano ad affrontare circostanze che aumentano il loro rischio. «Con la protezione chiaramente in calo dopo 4 mesi, le persone e i sistemi sanitari devono pianificare saggiamente i tempi per i richiami», spiega Gili Regev-Yochay, direttore delle malattie infettive presso Sheba Center e uno degli autori principali dello studio. «Dovrebbero essere presi in considerazione non solo i picchi di infezione, ma anche le condizioni mediche personali, gli eventi e i viaggi imminenti e le stagioni ad alto rischio», ha aggiunto. Secondo l’epidemiologo della Bar Ilan University, Michael Edelstein, che non è stato coinvolto nello studio, questo lavoro dimostra che i benefici della quarta dose sono «più transitori» rispetto a quelli delle dosi precedenti. Tuttavia, ha sottolineato che la quarta dose può «ancora essere fondamentale per proteggere i fragili nei momenti di alto rischio come l’aumento della circolazione del virus».

Maga (Cnr): «Il secondo richiamo utile per passare un inverno tranquillo»

«Lo studio è stato condotto sulla quarta dose del vaccino originale, non quindi su quello aggiornato che si offre oggi, e conclude che la quarta dose offre una protezione di circa il 50% verso il contagio e che questa protezione declina nel giro di 3-4 mesi, tornando ai livelli paragonabili di chi ha fatto 3 dosi», spiega Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare Luigi Luca Cavalli-Sforza del Cnr di Pavia. «Ma non valuta la protezione da malattia grave», precisa. «Però dimezzare ulteriormente il rischio di contagio rispetto alle 3 dosi anche solo per 4 mesi consentirebbe ad esempio di passare un inverno tranquillo», aggiunge.

Nuove varianti potrebbero compromettere l’efficacia degli anticorpi monoclonali

Nel secondo studio, condotto dall’Università di Tokyo, i ricercatori hanno valutato l’efficacia di diversi antivirali e anticorpi monoclonali che sono stati autorizzati per il trattamento dell’infezione Covid-19, sulla variante BA.4.6, attualmente dominante negli Stati Uniti. I risultati mostrano che tutti gli anticorpi monoclonali testati singolarmente (casirivimab, imdevimab, tixagevimab, cilgavimab, sotromivab) e in alcuni casi in combinazione hanno un’attività ridotta contro BA.4.6 rispetto al loro effetto sul ceppo originario del virus. L’effetto di bebtelovimab, invece, è risultato praticamente invariato rispetto a prima. Gli antivirali, come remdesivir, molnupiravir e nirmatrelvir, invece hanno mantenuto la loro efficacia contro BA.4.6. «I risultati ottenuti attraverso questa ricerca – commentano i ricercatori giapponesi – non solo aiuteranno nella selezione appropriata di farmaci terapeutici contro Covid-19 in campo medico, ma consentiranno anche di formulare piani per misure future contro Covid-19, come la valutazione del rischio di ciascun ceppo».

Fonte: Sanità Informazione

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

COVID, RAPPORTO ALTEMS: UN MILIONE DI CONTAGI NELL’ULTIMO MESE. EPIDEMIA STABILE

In una regione su due aumentano però i ricoveri per il coronavirus. Vaccinato con la quarta dose solo un italiano su dieci

https://www.repubblica.it/cronaca/2022/11/15/news/covid_contagi_pandemia_altems-374592893/

Nell’ultimo mese si è registrato circa un milione di nuovi casi Covid in Italia, con un andamento dei contagi stabile rispetto al mese precedente e con una maggiore uniformità nella distribuzione dei nuovi casi nelle diverse aree del paese. Secondo il report mensile dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica, facoltà di Economia, campus di Roma, nel nord-est l’incidenza è di 339 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti, nel nord-ovest 273, nel centro 280, nel sud e nelle isole 185.

Aumenta occupazione posti letto

Analizzando i tassi di occupazione dei posti letto di terapia intensiva (Ti) e di area non critica (Anc), emerge però che in una regione su due c’è stato un aumento di occupazione dei posti letto per Covid.

“Stiamo vivendo una stagione autunnale differente da quelle vissute negli ultimi due anni”, afferma Americo Cicchetti, direttore di Altems. “Gli autunni precedenti erano segnati dall’impatto della pandemia sulla nostra quotidianità e sul rallentamento delle cure erogate da parte del Servizio sanitario nazionale. In questo Instant Report #99 di Altems registriamo un andamento stabile della pandemia su tutto il territorio nazionale ma un aumento di occupazione dei posti letto in una regione o provincia autonoma su due”.

Un italiano su dieci ha la quarta dose

“Analizzando le coperture vaccinali relative alla quarta dose – prosegue Cicchetti – notiamo che un italiano su dieci si è sottoposto alla quarta dose, con una copertura maggiore della fascia di popolazione degli over-80 (34,85%); se in questi due anni abbiamo imparato qualcosa, certamente è che l’uso di mascherine negli ambienti più vulnerabili come gli ospedali e la vaccinazione della popolazione sono gli unici elementi per tenere sotto controllo la pandemia sia in termini di nuovi contagi sia in termini di mortalità”.

Fonte: Repubblica

Misure anti Covid e debito di immunità: che cos’è e quanto ci deve preoccupare

di Aureliano Stingi

https://www.repubblica.it/salute/2022/11/14/news/covid_che_cosa_e_debito_immunita-374078867/

L’espressione debito di immunità deriva dall’inglese “immunity debt” e descrive una teoria secondo la quale le misure di contenimento per una malattia potrebbero ridurre l’allenamento del sistema immunitario causando quindi, un’incidenza maggiore di altre malattie infettive. Cosa c’è di vero?

Le misure non farmacologiche adottate nel 2020 e nel 2021 per contrastare la Covid19 hanno sortito il loro effetto nel ridurre la diffusione del Sars-CoV2 ma non solo, infatti tra il 2020 e il 2021 l’influenza stagionale è praticamente sparita.

Covid, influenza e virus respiratorio sinciziale

L’influenza è una malattia causata da un virus respiratorio non molto diverso dal Sars-CoV2 quindi non deve stupirci il fatto che le misure non farmacologiche (mascherine, distanziamento, lockdown etc.) adottate per contrastare la diffusione di un virus impattino anche sulla circolazione dell’altro.

L’influenza non è l’unico virus ad essere stato perturbato dalle misure anti Covid19, infatti ultimamente si parla molto anche di virus respiratorio sinciziale RSV.

Il virus respiratorio sinciziale colpisce soprattutto bambini sotto i 5 anni, e in alcune categorie è molto pericoloso e costituisce la seconda causa di morte per bambini.

L’immunità al virus RSV è di breve durata e non è raro per un bambino infettarsi diverse volte nei primi anni di vita: nei soggetti adulti invece si manifesta raramente o con sintomi molto lievi. I bambini nel periodo 2020-21 hanno avuto meno interazioni sociali, in alcuni casi hanno indossato le mascherine, mentre oggi i contatti sono tornati ai livelli di pre pandemia e quindi l’incidenza di RSV torna a salire.

I bambini che non hanno contratto RSV nel 2020-21 lo contraggono ora, questo spiega l’aumento di incidenza della malattia in giro per il mondo.

Quindi il sistema immunitario dei bambini è stato indebolito dalla mancata esposizione del 2020-21?

Il nostro sistema immunitario adattativo (linfociti T e anticorpi) funziona con stimolazioni ripetute, in pratica ogni volta che il nostro sistema immunitario incontra un antigene costruirà una risposta immunitaria più robusta e si spera specifica. Questo funzionamento è sfruttato dai vaccini che attraverso diversi richiami presentano un antigene virale al sistema immunitario in modo che possa addestrarsi a combattere quello specifico patogeno.

Il fatto che il sistema immunitario funzioni per stimolazioni ripetute però non giustifica in alcun modo il volersi infettare volontariamente. Ogni volta che entriamo in contatto con un patogeno corriamo un rischio che non possiamo conoscere in anticipo, i virus si sono evoluti per entrare nel nostro organismo e riprodursi senza controllo.

L’unico vero allenamento per il nostro sistema immunitario è il vaccino che presenta in maniera controllata e sicura l’antigene virale.

Il recente aumento dei casi di RSV si può quindi spiegare dal punto di vista epidemiologico più che immunologico: i bambini che non hanno contratto la malattia nel 2020-21 la contraggono ora ma il loro sistema immunitario non è indebolito dalla mancata esposizione.

TAKE HOME MESSAGE:

  1. Le misure non farmacologiche adottate durante la pandemia di Covid19 hanno impattato la circolazione di del Sars-CoV2 e di altri virus
  2. RSV è un virus respiratorio che colpisce principalmente i bambini e può essere pericoloso in alcune categorie, le reinfezioni con RSV sono comuni nei primi anni di vita.
  3. Negli ultimi mesi moltissimi bambini hanno contratto la RSV perché non si erano infettati durante il 2020-212
  4. il sistema immunitario non ha bisogno di essere allenato con ripetute infezioni che costituiscono sempre un rischio per chi le contrae

Piccola nota di servizio da parte mia che tengo a precisare in tale sede riguardo l’assurda presa di posizione di Burioni del CTS: “Più vi prendete il COVID19 e più vi immunizzate!” Il punto 4 smentisce categoricamente quanto asserito da questo politico in merito alle reinfezioni da COVID19.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

COVID19 ITALIA, OBBLIGO MASCHERINE IN OSPEDALI, RSA ED AMBULATORI SANITARI. COSA CAMBIA DAL 1 NOVEMBRE

Il ministro Schillaci: “Ci stiamo lavorando, nel rispetto dei pazienti”

Scade tra pochi giorni – il 31 ottobre – l’obbligo di mascherine in ospedali e Rsa, una delle ultime misure anticovid ancora in vigore. Su questo tema si attendono le decisioni del neoministro Orazio Schillaci.

“Ci stiamo lavorando, nel rispetto dei pazienti”, ha detto sulla scadenza dell’ordinanza.

“Oggi la malattia da Covid è completamente diversa da quella che c’era una volta e quindi stiamo vedendo di fare in modo che man mano ci possa essere un ritorno ad una maggiore libertà”, ha aggiunto Schillaci.

“Credo sia utile fare chiarezza su quanto successo dal punto di vista amministrativo, come ieri è stato detto chiaramente dal primo ministro Meloni”, ha poi affermato rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla possibilità di una commissione d’inchiesta sulla gestione Covid. “Questo l’aspetto più importante e tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione sono d’accordo – ha concluso – Andare a vedere cosa è stato fatto sugli acquisti. Credo che sia corretto per dare un segnale ai tanti malati”.

https://www.adnkronos.com/covid-obbligo-mascherine-in-ospedale-e-rsa-cosa-cambia-dall1-novembre_6qfYFKGDcJfZf2QqvnEr1s

Scade il 31 ottobre l’obbligo della mascherina ffp2 in ospedali, Rsa e ambulatori
L’ordinanza è destinata a scomparire automaticamente, salvo ripensamenti da parte del Governo


“Adesso vediamo, ci stiamo lavorando sempre nel rispetto dei pazienti”, il commento del ministro della salute Orazio Schillaci, che sarebbe tuttavia intenzionato a non prorogare la misura.
Nei luoghi di lavoro le mascherine sono raccomandate fino al 31 ottobre, secondo il protocollo di sicurezza che le parti ridiscuteranno il 4 novembre, lasciando probabilmente ai datori di lavoro la scelta.
Sul fronte vaccinazioni anti Covid, l’obbligo per il personale sanitario resterà fino al 31 dicembre, e non sarà rinnovato.
Intanto, il governo studia la misura per congelare fino a giugno le multe di 100 euro per gli over 50 che, prima del 15 giugno 2022, non risultavano in regola con gli obblighi vaccinali sul Covid, compresi quanti non hanno effettuato la terza dose. il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha fatto sapere che il tema sarà oggetto di un emendamento.

Il servizio di Roberto Bonaldi e l’intervista a Andrea Vianello, direttore di Fisiopatologia Respiratoria dell’Ospedale di Padova

https://www.rainews.it/tgr/veneto/articoli/2022/10/scade-il-31-ottobre-lobbligo-della-mascherina-ffp2-in-ospedali-rsa-e-ambulatori-7a3dffa5-b4dd-4133-8376-ad6c65f0cad8.html

Via mascherine e multe ai No Vax. Il governo cancella il Covid

di Michele Bocci

Da novembre lo stop alle protezioni in ospedali e rsa. Il ministro Schillaci: “Torniamo a una maggiore liberalizzazione”. Un emendamento per condonare le sanzioni agli over 50 non vaccinati. E da gennaio niente più obbligo per i medici

https://www.repubblica.it/cronaca/2022/10/28/news/via_mascherine_e_multe_ai_no_vax_il_governo_cancella_il_covid-372024760/

Il presidente Fnomceo Anelli: “La preoccupazione è che, non essendoci più una regola nazionale, i cittadini rimangano disorientati, e si sentano in diritto di contestare o non rispettare le disposizioni adottate nelle singole strutture”. Anaao: “Abbassare la guardia, ipotizzando di abolire l’obbligo delle mascherine negli ospedali, sarebbe un rischio”.

“Condividiamo l’auspicio del Governo e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, teso a far tornare il Paese alla normalità. Sulle mascherine, tuttavia, chiediamo chiarezza: in questo momento sono ancora opportune disposizioni certe e uguali sul territorio, definite a livello centrale, per prevenire inutili incomprensioni con i cittadini”. A intervenire sulla riconferma o meno dell’obbligo delle mascherine nelle strutture sanitarie – il provvedimento scadrà il 31 ottobre – è oggi il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli.

“Alleggerire le regole – spiega – in un contesto epidemiologico che lo rende possibile, significa anche ridurre, quella che l’Organizzazione mondiale della Sanità definisce la ‘pandemic fatigue’, la demotivazione a seguire i comportamenti protettivi utili. È quindi una scelta saggia sotto diversi punti di vista. Una scelta che, come ha detto lo stesso Ministro, va sempre portata avanti nel rispetto dei più fragili”.

“L’adozione delle mascherine nelle strutture sanitarie – aggiunge – è una misura che protegge i sanitari e i pazienti, soprattutto i più vulnerabili. È vero che, anche se l’obbligo dovesse decadere, i direttori sanitari, sentiti i medici competenti e i responsabili del servizio di prevenzione e protezione, potrebbero ugualmente decidere di mantenere la prescrizione. La preoccupazione è che, non essendoci più una regola nazionale, i cittadini rimangano disorientati, e si sentano in diritto di contestare o non rispettare le disposizioni adottate nelle singole strutture. Questo aumenterebbe sicuramente i fraintendimenti, e a farne le spese sarebbero i pazienti e gli operatori”.

“Uscire dalla fase dell’emergenza non significa abbassare la guardia – conclude Anelli – e siamo certi che il nuovo Governo e il Ministro Schillaci sapranno prendere le decisioni più giuste e opportune per governare questa fase con senso di responsabilità e con l’obiettivo della salute e sicurezza dei cittadini”.

Ancora più cauto il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio: “L’epidemia da Covid-19 non è finita, anche se al momento la pressione ospedaliera è sotto controllo. Per questo, abbassare la guardia, ipotizzando di abolire l’obbligo delle mascherine negli ospedali, sarebbe un rischio che non possiamo correre anche perché proprio negli ospedali ci sono i soggetti più fragili e più a rischio. Non vorremmo rischiare di tornare potenziali untori seppur inconsapevoli. La vera emergenza piuttosto è la campagna vaccinale che occorre sia incrementata e sulla quale occorre spingere per evitare di rivivere momenti drammatici che ci hanno segnato profondamente e dei quali viviamo un amaro e doloroso ricordo. Almeno noi che operiamo sul campo”.

Fonte: Quotidiano Sanità

http://www.regione.campania.it/regione/it/news/primo-piano/campania-confermato-obbligo-mascherine-nelle-strutture-sanitarie-scarica-l-ordinanza

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

STREMATI DALLA PANDEMIA, QUELLA STANCHEZZA CRONICA CHE CI HA LASCIATO IL COVID

di Roberta Villa

https://www.repubblica.it/salute/2022/09/23/news/stremati_dalla_pandemia_quanto_il_covid_ci_ha_stancati-366792629/

Non è solo pandemic fatigue, la stanchezza di doversi confrontare per anni nella vita quotidiana con le limitazioni imposte dalla situazione epidemiologica. In una persona su tre l’infezione, anche leggera, lascia un affaticamento che ha molti tratti in comune con una vecchia conoscenza, la sindrome da affaticamento cronico

Nella percezione delle persone come nelle scelte politiche di gestione della pandemia c’è una sorta di scotomizzazione, come una macchia nera che oscura il campo visivo. Tutti sembrano dimenticarsi che l’impatto dell’infezione non dovrebbe misurarsi solo con il sovraccarico delle terapie intensive e con il numero delle vittime, che pure nell’estate del 2020 ha continuato ad essere significativo, molto superiore a quello degli anni precedenti.

Fonte: Repubblica

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo