Corriere

LA SAPIENZA ROMA: OCCUPATA LA FACOLTA’ DI FISICA, STUDENTI CONTRO LE AZIENDE FOSSILI: “CHIEDIAMO LO STOP DEGLI ACCORDI”

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/23_novembre_20/sapienza-occupata-la-facolta-di-fisica-studenti-contro-le-aziende-fossili-chiediamo-lo-stop-degli-accordi-adafd2ce-879d-44c1-950e-0a9f5d989xlk.shtml

GUERRA A GAZA, APPELLO DI 4000 DOCENTI UNIVERSITARI: “BASTA COLLABORAZIONI CON GLI ATENEI ISRAELIANI”

di Orsola Riva

Nella petizione oltre a chiedere l’immediato cessate il fuoco e il ripristino del diritto umanitario internazionale si condannano «75 anni di oppressione storica, disumana e coloniale» del popolo palestinese da parte di Israele.

Studenti dell’Orientale di Napoli manifestano per la Palestina libera (foto Kontrolab) https://www.corriere.it/scuola/universita/23_novembre_10/guerra-gaza-appello-4000-docenti-universitari-basta-collaborazioni-gli-atenei-israeliani-afe1b754-7fd4-11ee-ac1f-c583414f2aa2.shtml

Il mondo accademico si divide sulla guerra in Israele e Palestina. La settimana scorsa era toccato all’Università di Bologna con un appello unilaterale in favore di «Gaza in primis» firmato da quasi 150 docenti e respinto dal rettore Giovanni Molari in nome del pluralismo delle idee: «Non spetta a noi prendere questa o quella posizione». Adesso la spaccatura si è fatta nazionale. Quasi quattromila professori e ricercatori universitari di vari atenei di tutto il Paese (su un totale di circa 100 mila docenti fra assunti, precari, collaboratori e assegnisti di ricerca) hanno sottoscritto un nuovo appello per il cessate il fuoco immediato che condanna i «crimini di guerra» e il «genocidio» in corso nella Striscia a seguito delle «brutali azioni» di Hamas (così viene definito il massacro di giovani, donne e bambini del 7 ottobre scorso). Di fatto si tratta di una sconfessione della posizione presa dalla Conferenza dei rettori tre settimane fa con la condanna equidistante «di ogni forma di guerra» e la richiesta agli atenei di esporre una bandiera della pace a lutto sui propri siti.

Mentre la Crui aveva espresso la sua solidarietà a tutte le comunità universitarie coinvolte nelle aree di crisi, i docenti firmatari di questa petizione chiedono ai singoli atenei da un lato di garantire il diritto degli studenti a momenti di dibattito in nome della «libertà di parola», dall’altro di interrompere immediatamente la collaborazione con le università e i centri di ricerca israeliani «fino a quando non sarà ripristinato il rispetto del diritto internazionale e umanitario». L’appello si rivolge al ministro degli Esteri Antonio Tajani perché si mobiliti per chiedere insieme alla fine immediata delle operazioni militari anche la fornitura di aiuti e la protezione delle Nazioni Unite per l’intera popolazione palestinese. I firmatari però non condannano solo i bombardamenti indiscriminati dell’esercito israeliano che avevano fatto, quando è stato steso l’appello, 9.000 morti civili di cui 3.760 bambini: «una punizione collettiva contro una popolazione inerme e imprigionata». Ma, facendo riferimento a vari report dell’Onu e di diverse organizzazioni umanitarie come Amnesty International e Human Rights Watch, ricostruiscono anche le cause «determinanti e antecedenti» di questa nuova ondata di violenza riconducendole all’«oppressione storica, disumana e coloniale che i palestinesi stanno vivendo da 75 anni». Sotto accusa non è solo la politica di occupazione illegale dei territori palestinesi accelerata da Israele negli ultimi vent’anni ma l’intera storia dello Stato ebraico.

Di tutt’altra natura e tutt’altro tono era stata la mozione per la pace approvata all’unanimità dal Senato accademico dell’Università di Padova all’inizio della settimana. In essa si condannano fermamente «le atrocità commesse da parte dell’organizzazione terroristica Hamas» e insieme si esprime «preoccupazione e sconcerto per il drammatico evolversi della situazione nella striscia di Gaza dove l’intervento dell’esercito israeliano, colpendo anche obiettivi non militari, sta imponendo alla popolazione palestinese perdite umane e disagi inaccettabili». L’ateneo patavino – si legge nella mozione – «è profondamente convinto che solo attraverso l’immediata sospensione delle operazioni militari sia possibile affrontare la complessità del conflitto in atto e favorire soluzioni pacifiche basate sui diritti umani internazionalmente riconosciuti». Esprime «vicinanza e solidarietà a tutte le popolazioni colpite e ai propri studenti israeliani e palestinesi» e e si impegna a collaborare ad iniziative di «accoglienza e sostegno delle comunità accademiche provenienti dalle zone colpite».

Fonte: Corriere

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

ROGHI AL SUD: 4 MORTI. PALERMO, LE AUTORITA’: «RESTATE A CASA». IN GARGANO 2.000 EVACUATI

di Lara Sirignano e Redazione Online

Palermo assediata dalle fiamme: tre morti solo nel capoluogo, oltre a un quarto morto nel reggino. Evacuati per alcune ore i pazienti di un padiglione dell’ospedale Cervello e migliaia di turisti in Puglia nel Gargano e nel Salentino. A Siracusa il termometro ha raggiunto 47,5 gradi.

https://www.corriere.it/cronache/23_luglio_25/palermo-fuoco-discarica-rischio-nube-tossica-rimanete-casa-4b30a64c-2a77-11ee-84ae-fdab1efa7b6b.shtml

Bruciano le colline intorno a Palermo. Le fiamme avvolgono Capo Gallo, il promontorio che sovrasta la frazione balneare di Mondello e la collina di Pizzo Sella. Una anziana di 88 anni è morta nella sua abitazione di San Martino delle Scale, località del palermitano devastata dai roghi, perché i vigili del fuoco, bloccati dalle fiamme, non sono riusciti a raggiungere la sua abitazione e a prestarle soccorso. La donna, da ieri, aveva una forte febbre. In serata sono stati trovati i corpi carbonizzati di altre due persone. Dopo ore di tensione, il rogo sulla collina che sovrasta l’ospedale Cervello di Palermo è stato circoscritto: e i pazienti del padiglione B, evacuati su disposizione del direttore del Trauma Center, sono stati fatti rientrare nei reparti. L’allarme incendi a Palermo, però, non accenna a cessare.

Nuovi roghi sono scoppiati nel quartiere di Santa Maria di Gesù e le fiamme hanno raggiunto il cimitero storico e la chiesa del convento. L’Asp raccomanda ai cittadini di evitare di stare all’aperto se non i casi strettamente necessari. Nelle ultime 24 ore tra Palermo e provincia sono state 1500 le persone sfollate (circa 1.000 persone ad Altofonte e 500 nel capoluogo siciliano) e 20 le abitazioni danneggiate dal fuocol fumo rende l’aria irrespirabile, e tantissimi sono i casi di intossicazione da fumo (nessuno per fortuna ha avuto la necessità di essere trattato in camera iperbarica). Le linee del centralino del 118 intanto sono intasate. Molti cittadini stanno avendo difficoltà nel contattare i soccorsi. Numerosi anche i black out causati dalle alte temperature: alcune famiglie sono senza corrente dal primo pomeriggio di ieri, come nella centrale via Agrigento. L’aeroporto di Palermo è rimasto per alcune ore isolato via terra a causa della contemporanea chiusura degli svincoli dell’autostrada A29 Palermo— Mazara del Vallo, lambita anch’essa dalle fiamme, a Villagrazia di Carini e Cinisi, che collegano l’autostrada all’aeroporto, ed anche dei collegamenti ferroviari con Palermo. Enormi difficoltà per i voli: bloccati quelli in arrivo, autorizzati solo quelli in partenza.

Il violentissimo temporale a Milano di stanotte: «È l’Apocalisse»

Roghi anche a Bellolampo, dove si trova la discarica della città e dove sta bruciando una delle vasche. Il pericolo è che si sprigionino esalazioni venefiche. Le operazioni di spegnimento sono ostacolate dalle temperature che ieri hanno superato i 42 gradi e dal vento da sudovest che ha raggiunto i 25 chilometri orari. Ma le fiamme sono divampate per tutta la notte in tutte le province della Sicilia: a quanto fa sapere la Regione, sono 55 gli incendi ancora in atto. E il forte vento di scirocco rende impossibile a canadair ed elicotteri operare. Vasti incendi stanno interessando anche la provincia a Terrasini, Cinisi, Monreale, Piana degli Albanesi e San Cipirello. E incendi si sono sviluppati anche a Priolo, nel Siracusano, dove ieri alle 15 è stata registrata la temperatura di 47,6 gradi, e nel Parco minerario di Floristella-Grottacalda, nel comune di Enna, dove la Protezione civile opera insieme a tre squadre giunte dalla Lombardia. Ieri sono stati 107 gli interventi del Corpo forestale effettuati nella regione, con 174 squadre al lavoro e 788 addetti; 35 i velivoli, fra regionali e nazionali, impiegati, spiega il governatore renato Schifani. «La nostra attenzione rimane altissima — aggiunge—- tenuto conto che l’ondata di calore prevista per le prossime ore è massima nelle tre città metropolitane e che il rischio incendi sarà “alto” nelle aree di Palermo, Trapani, Enna, Messina, Catania e Siracusa e “medio” per le province di Agrigento, Caltanissetta e Ragusa».

Molto grave la situazione anche nel trapanese.
 La Prefettura ha attivato il Centro Coordinamento Soccorsi. I carabinieri, i vigili del fuoco e l’Aeronautica sono impegnati a prestare soccorso ai cittadini invitati a lasciare le case. Evacuata la spiaggia di Calampiso, chiusa la A29 per un incendio all’altezza della galleria Segesta. Fiamme anche ad Erice. E a Calatafimi Segesta il sindaco Francesco Gruppuso la scorsa notte ha dato l’allarme ai concittadini invitandoli a lasciare le case, lambite dal fuoco, via social. «Chi ha parenti nelle zone interessate, li chiami al telefono e li svegli per farli andare via — ha scritto —. Con la Protezione Civile siamo in giro in tutte le contrade, non ci sono vigili del fuoco disponibili perché impegnati altrove». Sono numerosi gli incendi anche nelle colline di Messina, diversi i fronti del fuoco ancora aperti sui quali anche questa mattina stanno intervenendo i vigili del fuoco. Fiamme nelle campagne di Tono, in contrada Catanese e nella zona di sotto montagna nel Comune di Villafranca Tirrena. Anche la notte è stata particolarmente difficile con numerose richieste di intervento per incendi che hanno minacciato alcune abitazioni.

I vigili del fuoco sono intervenuti sia nella zona sud, nel villaggio di Mili San Pietro, dove le fiamme hanno devastato le campagne, che nel versante nord a Curcuraci dove è il fuoco è arrivato vicino ad alcune abitazioni. Le fiamme erano partite ieri dalle campagne di Campo Italia e poi, spinte dal vento, si erano propagate nella zona di Pace dove era stato necessario far sgomberare l’Oasi della Madonna del Sorriso, un campo scuola con diversi bambini che sono stati fatti allontanare per precauzione. Le fiamme hanno raggiunto anche la zona di Faro superiore e Curcuraci fino ad arrivare nella zona delle Masse. Nella notte paura anche in provincia, per un incendio che ha interessato le campagne di Furci siculo. Molte ville assediate dalle fiamme anche nella zona di Taormina, dove il sindaco ha disposto l’evacuazione nella contrada Feo Coniglio. Un momento che si sta confermando molto complicato, anche per la mancanza dei Canadair impegnati in altre situazioni di emergenza.

In altre regioni non mancano problemi ed emergenze legate agli incendi. In Puglia, oltre i roghi che hanno fatto evacuare nel Salento la Marina di San Cataldo, una delle marine di Lecce, sarebbero quasi duemila i turisti evacuati da tre strutture di Viestenel Foggiano, in località Baia san Felice. Le fiamme, alimentate dal forte vento, si stanno avvicinando pericolosamente ad alcune strutture ricettive. Sul posto stanno operando diverse squadre dei Vigili del fuoco e volontari della protezione civile. Operazioni rese difficili proprio per il forte vento. Il sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti ha disposto l’evacuazione di tre strutture turistiche: Resort Gattarella, Hotel Gargano e Hotel Portonuovo. In azione anche i canadair. «Stiamo invitando i turisti», ha confermato il primo cittadino, «a lasciare le strutture e recarsi in paese. Speriamo che i soccorritori riescano a spegnere le fiamme prima che queste possano danneggiare o distruggere le strutture stesse». Il problema incendi si estende anche al Reggino, dove gli incendi stanno interessando la zona collinare, tra Cardeto, Mosorrofa e Gallina. Morto un anziano di 98 anni, impossibilitato a muoversi, perché raggiunto dalle fiamme nell’abitazione di campagna nella quale viveva. Feriti la figlia e il genero.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

NON SONO NO-VAX: LA VERITÀ SUL TAMPONE AL BAMBINO CHE IL CORRIERE DISTORCE

BYOBLU24

28 Maggio 2023 Adalberto Gianuario

https://www.byoblu.com/2023/05/28/genitori-rifiutano-tampone-per-ricovero-figlio-accusati-di-tentato-omicidio-cosa-sappiamo-del-caso/

Indagati per tentato omicidio, è questa l’abnorme accusa che si sono visti piovere addosso i genitori di un bambino di quattro anni che, dopo giorni di andirivieni in diversi ospedali, si erano rifiutati di sottoporre il proprio figlio al tampone nasofaringeo per il Covid. La notizia è rimbalzata nel giro di poche ore su tutte le testate, che l’hanno presentata con il consueto tono persecutorio e semplificando i fatti fino a distorcerli completamente

La notizia data dal mainstream

Secondo il “Corriere della sera”, quando il bambino viene portato in ospedale “la visita produce una diagnosi micidiale: i medici spiegano che il bambino sta morendo per una forma aggressivissima di tumore, e che la sola speranza è iniziare subito la terapia”, queste le parole usate dal quotidiano di via Solferino.

Una versione dei fatti smentita dai genitori, che al momento della richiesta di far eseguire il tampone al figlio non avevano ricevuto alcuna diagnosi e che si sono visti costretti ad affrontare la sofferenza un figlio malato a cui si è poi aggiunta l’indagine pesantissima avviata dalla procura di Milano e la gogna mediatica scatenata dai media dominanti.

La versione dei genitori

Ma andiamo con ordine: dopo due settimane in cui il bambino aveva manifestato vomito e dolore alla schiena e alle gambe, e che la pediatra aveva interpretato come un semplice colpo di freddo, il piccolo viene portato al pronto soccorso di Lodi, dove si ipotizza un “raffreddore dell’anca”. Il giorno dopo il bambino viene sottoposto a un’ecografia che smentisce questa prima diagnosi.

Torna a casa, ma all’alba di venerdì il bambino si sveglia urlando: il padre sale in macchina e lo conduce all’ospedale Buzzi, dove viene sottoposto ad ulteriori esami. I medici dell’ospedale suggeriscono il trasferimento al San Gerardo di Monza, dove c’è un rinomato reparto di ematologia. Per accedervi, però, è necessario sottoporsi al tampone molecolare.

Nel timore che, in caso di positività, il bambino non venga sottoposto alle analisi e alle cure di cui avrebbe bisogno, i genitori rifiutano il tampone. Ne scaturisce un duro scontro con il medico e alle 14 accade l’impensabile: si presentano in reparto due poliziotti con in mano un foglio della Procura firmato dal Pubblico Ministero di turno, Nicola Rossato, che impone la procedura di “prelievo coatto di campioni biologici su persone viventi”, aprendo un fascicolo per tentato omicidio a carico dei genitori.

Ora sarà il Gip a dover decidere convalidare o meno il provvedimento del pubblico ministero, nel frattempo filtra la comprensibile irritazione dei genitori per il trattamento ricevuto. Al momento il bambino pare non essere in pericolo di vita a differenza di quanto afferma il Corriere nei suoi ultimi aggiornamenti.

Abbiamo contattato l’avvocato Valeria Panetta, presidente dell’associazione Arbitrium, che sta assistendo i genitori in questa delicata vicenda. Nel video il suo commento.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini, canale 262 DTV

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus