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IL COVID19 RIALZA LA TESTA: OLTRE MILLE CASI IN ABRUZZO

In crescita anche i ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ordinari

Pubblicato da Redazione IMN 22 Aprile 2023

Il COVID rialza la testa: oltre mille casi in Abruzzo
https://infomedianews.com/il-covid-rialza-la-testa-oltre-mille-casi-in-abruzzo/

Continua a salire la curva dei contagi Covid in Abruzzo, regione che registra il dato più d’Italia per incidenza con 87,3 positivi ogni centomila abitanti, nella settimana dal 14 al 20 aprile.

Il dato degli ultimi sette giorni, il più alto registrato da oltre due mesi e mezzo, è pari al +27% rispetto a quello della settimana precedente, che già aveva fatto registrare una crescita significativa.

A livello territoriale i numeri più alti si registrano nell’Aquilano
, dove l’incidenza settimanale dei casi per centomila abitanti sale a 226 (una settimana fa 129).

Seguono il Chietino con 93 (una settimana fa 61), il Pescarese con 92 (una settimana fa 69) e il Teramano con 64 (61).

In aumento anche i ricoveri, sia nei reparti ordinari sia in terapia intensiva, ma la pressione ospedaliera resta sotto la soglia di allarme: il tasso di occupazione dei posti letto Covid, infatti, è al 2% per le rianimazioni e al 5% per l’area non critica. Sono 1.055 (di cui 339 reinfezioni) i casi registrati tra il 15 e il 21 aprile, che portano il totale dall’inizio dell’emergenza a 656.413 (di cui 38.555 reinfezioni).

Nell’ultima settimana, come riporta il bollettino regionale comunicato dall’assessorato regionale alla Sanità guidato da Nicoletta Verì, sono stati eseguiti 2.174 tamponi molecolari e 8.579 test antigenici, per un tasso di positività pari al 9,81%.

Il bilancio dei pazienti deceduti registra 5 nuovi casi, di età compresa tra 81 e 97 anni, e sale a 3.955.

Gli attualmente positivi scendono a 3.811 (-3.281 rispetto a venerdì scorso): di questi, 70 (+2) sono ricoverati in ospedale in area medica e 4 (+4) in terapia intensiva, mentre i restanti sono in isolamento domiciliare. Negli ultimi sette giorni, considerando anche i riallineamenti dei dati, sono 652 i nuovi positivi in provincia dell’Aquila, 346 nel Chietino, 289 nel Pescarese e 193 nel Teramano.

Il quadro è confermato dall’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità: con un Rt puntuale, stimato al 5 aprile scorso, pari a 0.95 e diverse allerte di resilienza, la Cabina di regia classifica l’Abruzzo con un rischio alto.

Fonte: Infomedianews

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

SANITA’, L’ALLARME DEI MEDICI: “CRESCONO I RICOVERI E MANCA IL PERSONALE, CURE A RISCHIO”

Di Redazione 17 dicembre 2022, 18:35 CET

I medici italiani in sciopero – Foto Ansa
https://www.upday.com/it/sanita-lallarme-dei-medici-crescono-i-ricoveri-e-manca-il-personale-cure-a

Il personale sanitario già da anni denuncia la difficile situazione negli ospedali, tra turni massacranti e contratti scaduti che portano i medici ad allontanarsi dalle strutture pubbliche. Ma il quadro potrebbe aggravarsi a causa dell’aumento dei ricoveri da Covid e da influenza delle ultime settimane.

L’aumento dei ricoveri per Covid e influenza e la necessità di ferie per medici e operatori sanitari costituiscono un “mix micidiale” per il Sistema sanitario nazionale. A dirlo all’Adnkronos è Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato Anaao Assomed, che lancia l’allarme sulla situazione degli ospedali italiani in questo particolare momento dell’anno. “Rischiamo di poter garantire solo le emergenze ed essere costretti a rinviare e ritardare le prestazioni ordinarie, aggravando i ritardi già accumulati in pandemia”, avverte.

“Un sistema già al collasso”: i numeri del fenomeno

Di Silverio prosegue ricordando i numeri del fenomeno. I medici italiani hanno “5 milioni di giornate di ferie non godute e il 65% di operatori in burnout. Ogni giorno 7 professionisti si dimettono, per un totale di quasi 3mila dimissioni solo nell’ultimo anno. Il sistema già oggi è al collasso”. A una situazione già drammatica, si aggiunge la circolazione del Covid che negli ultimi mesi ha ripreso a correre e della diffusione dell’influenza stagionale, che quest’anno sta colpendo duramente i reparti. Alla drammatica carenza di personale e alla necessità di ferie, si è aggiunta l’inaspettata pressione sugli ospedali per i ricoveri legati alle malattie respiratorie circolanti. Che rischia di aggravarsi durante il periodo delle feste imminente.

La critica alla Manovra e lo sciopero dei medici

Come denuncia il segretario, la situazione di anno in anno si fa sempre più critica: contratti scaduti e mai attuati, turni infiniti e aggressioni in quelli che dovrebbero essere luoghi di cure costringono sempre più medici a lasciare il Ssn, scegliendo il privato o l’estero, svuotando gli ospedali, creando file lunghissime in pronto soccorso e liste d’attesa fino a 18 mesi per visite e esami. Da Di Silverio arriva quindi la stoccata alla Manovra: nella nuova legge di bilancio il finanziamento previsto per il comparto sanitario è di 2,2 miliardi. Un investimento per molti non sufficiente per risolvere le criticità emerse.

“Se in questa Finanziaria nessuno si è sognato di presentare un solo emendamento in soccorso dei professionisti della sanità, è naturale che poi, sotto le ferie, tra picchi influenzali e mancanza di soluzioni il cocktail è davvero velenoso”. Tutto questo “porta a quello che abbiamo già visto in pandemia: dovremo dare precedenza assoluta alle cure in urgenza, di fatto continuando a bloccare le cure in elezione con la conseguenza che le liste d’attesa cresceranno ancora, gli interventi chirurgici continueranno ad essere rimandati, i pazienti cronici verranno seguiti poco e la salute della popolazione globale peggiorerà“, conclude Di Silverio.

Per questo medici, veterinari e dirigenti sanitari sono scesi in piazza il 15 dicembre: lo sciopero organizzato dalle principali sigle sindacali è stato indetto per protestare contro il “definanziamento ulteriore della sanità pubblica”, e in difesa del Sistema sanitario nazionale.

“Chiediamo che la legge di bilancio 2023 destini risorse reali alla salute dei cittadini, aumenti le assunzioni di personale medico, veterinario e sanitario, per migliorare le condizioni di lavoro all’interno degli ospedali e dei presidi territoriali, superando i vincoli imposti dai tetti di spesa, per garantire ai cittadini i livelli essenziali di assistenza in tempi accettabili; incrementi le retribuzioni del personale, oggi al terz’ultimo posto in Europa, anche attraverso politiche di defiscalizzazione già concesse alle partite IVA, al settore privato e ad altre categorie del pubblico impiego; renda accessibili a tutti i cittadini le prestazioni sanitarie appropriate contro l’allungamento delle liste d’attesa e i viaggi della speranza”, si leggeva nel comunicato diffuso dai sindacati.

Fonte: Adnkronos

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CEN Abruzzo

COVID, IL REPORT DELL’ISS: “BALZO DEI CONTAGI, l’RT E’ SOPRA LA SOGLIA EPIDEMICA E 6 REGIONI SONO A RISCHIO ALTO. SU ANCHE INTENSIVE E RICOVERI”

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/10/14/covid-il-report-delliss-balzo-dei-contagi-lrt-e-sopra-la-soglia-epidemica-e-6-regioni-sono-a-rischio-alto-su-anche-intensive-e-ricoveri/6838519/

Negli ultimi sette giorni l’indice di trasmissibilità Rt è schizzato ben sopra la soglia epidemica ed è aumentata l’incidenza dei casi di Covid-19 in Italia: ecco i dati del bollettino settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute

Con la riapertura delle scuole, l’abbassamento delle temperature che favorisce l’utilizzo di spazi al chiuso e l’addio alle mascherine, ecco che i contagi da coronavirus sono tornati a salire. Negli ultimi sette giorni l’indice di trasmissibilità Rt è schizzato ben sopra la soglia epidemica ed è aumentata l’incidenza dei casi di Covid-19 in Italia: secondo il bollettino settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, l’Rt è salito infatti a 1,30 rispetto a 1,18 della scorsa settimana, ben sopra la soglia epidemica fissata a 1. L’incidenza raggiunge invece il valore medio nazionale di 504 casi ogni 100mila abitanti rispetto a 441 di 7 giorni fa; con l’eccezione delle Province autonome di Bolzano e di Trento dove si è registrato rispettivamente, il picco di 992,2 casi per 100mila abitanti e di 916,9 casi per 100mila abitanti. Seguono il Veneto, dove il valore dell’incidenza è pari a 823,6, ed il Piemonte con 772,9.

Ma sono tutti i parametri a segnare aumenti: il numero delle Regioni che superano la soglia di allerta del 15% rispetto all’occupazione da parte di pazienti Covid dei reparti ordinari ospedalieri è salito infatti a 6 rispetto alle 4 della scorsa settimana. Si tratta di Calabria (al 16%), Friuli Venezia Giulia (17,5%), PA Bolzano (23,6%), PA Trento (17,2%), Umbria (26,6%) e Valle d’Aosta dove si registra il valore più alto pari a 56,7%. Su anche l’occupazione delle terapie intensive, che a livello nazionale si attesta al 2,4%, dato comunque ben al di sotto della soglia di allerta fissata al 10%. Le Regioni e Province autonome dove si registrano i valori più alti di ricoveri in intensiva sono il Friuli Venezia Giulia (al 6,3%), la Provincia autonoma di Bolzano (al 6%) e la Toscana (al 3,7%).

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo