Israel Palestine War

ISRAELE CONFISCA LE ATTREZZATURE DI AL JAZEERA NEL PAESE

E ordina la chiusura degli uffici dopo il bando alla tv

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/05/05/israele-confisca-le-attrezzature-di-al-jazeera-nel-paese_3de34e1e-fd27-4086-8984-6ff74c307b38.html

In applicazione alla decisione del governo presa all’unanimità sullo stop ad Al Jazeera in Israele, il ministro delle Comunicazioni israeliano Shlomo Karhi ha ordinato “la chiusura degli uffici, la confisca delle attrezzature del canale, compresi possibilmente i cellulari e il blocco dell’accesso al website della tv”.

Lo ha fatto sapere lo steso ministro aggiungendo che “gli ordini sono stati emessi ora”.

Fonte: ANSA

English translate

ISRAEL CONFISCATES AL JAZEERA EQUIPMENT IN THE COUNTRY

And he orders the closure of the offices after the TV ban

In application of the government’s unanimous decision to stop Al Jazeera in Israel, Israeli Communications Minister Shlomo Karhi ordered “the closure of the offices, the confiscation of the channel’s equipment, possibly including cell phones and the blocking of access to the TV website”.

The minister himself made this known, adding that “the orders have been issued now”.

Source: ANSA

Benjamin Netanyahu, the Zionist Dictator Israel Prime Minister
A funeral of a Israel soldier of Israeli Defence Force (IDF) in Tel Aviv, Israel
The funeral of Al Jazeera journalist Hamza Al-Dadouh, the 20 years old first son of Wael Al-Dadouh, the heroic Al Jazeera expert journalist with all his family death in Gaza in October 2023.

PALESTINESI A BOLOGNA, ‘SARA’ L’INTIFADA STUDENTESCA’

Annunciata da domenica sera la prima Acampada in piazza, 10 giorni di mobilitazione verso il 15 Maggio, giorno in cui si ricorda la Nakba. Bernini, il 13 Maggio comitato sulla sicurezza con i rettori.

Redazione Ansa BOLOGNA – Maggio 04, 2024 – News

“Per i bambini di Gaza. Per gli studenti di Birzeit”, prima università della Palestina. Dai Campus delle università americane a quelle arabe, europee, anche negli atenei italiani si leva un grido sempre più forte per dire basta “all’oppressione e al genocidio del popolo palestinese”.  Da Bologna il movimento dei Giovani palestinesi si prepara a lanciare “l’Intifada studentesca” con la prima vera “acampada”, le tende di protesta che da domenica sera saranno montate nella piazza della zona universitaria in vista di una mobilitazione ancora più grande per il 15 di maggio, nel giorno del ricordo della Nakba.


Il 13 Maggio invece ci sarà il Comitato per l’ordine e la sicurezza con Bernini, Piantedosi e i rettori proprio sulla situazione negli atenei. “Con la presidente della Crui Giovanna Iannantuoni faremo in modo di capire com’è la situazione nel rapporto con gli studenti nelle università -spiega Bernini- C’è la protesta e c’è anche una frangia molto piccola che va oltre certi limiti, la cosa che mi preoccupa è quando la protesta diventa gruppi che fanno azioni distruttive e reati, sfondano porte, attaccano e forze dell’ordine”.
    “La nostra acampada di domenica – fanno sapere all’ANSA i Giovani palestinesi di Bologna – si inserisce in questo grande quadro di mobilitazione internazionale per far capire che c’è una parte consistente anche del nostro Paese, studentesse, studenti ma non solo, anche docenti e associazioni, persone insomma che hanno come priorità la fine dell’aggressione militare su Gaza, il cessate il fuoco permanente e la fine dell’oppressione a Gaza e nei territori occupati”. “Vogliamo dire che il nostro mondo sta voltando le spalle da 75 anni al diritto del popolo palestinese. Questo è il momento di essere in piazza, vogliamo farlo, coi nostri corpi, le nostre riflessioni, per chiedere che anche le istituzioni lavorino attivamente per la fine del massacro dalla popolazione a Gaza”.

Il ritrovo sarà domenica nel tardo pomeriggio in piazza Scaravilli, cuore della zona universitaria di Bologna, di fronte al Rettorato, dove sarà montato intanto un telo per la proiezione dell’assemblea transnazionale del movimento. Un incontro ibrido, in presenza e da remoto, con collegamenti di studenti da tutta Italia, dalle università americane in questo momento sotto i riflettori e da Birzeit, Palestina. “L’obiettivo è il dialogo, il confronto, raccogliere le testimonianze”.
Contemporaneamente si cominceranno a piantare le prime tende e si trascorrerà la prima notte in piazza.
“Non sappiamo quanti saremo siamo fiduciosi, speriamo di coinvolgere tanti anche nei prossimi giorni. Del resto frequentiamo università in cui ci parlano di diritti umani e in questo noi crediamo profondamente. Crediamo che la nostra attività sia coerente con quello che ci viene insegnato”. Le prossime iniziative saranno discusse e annunciate di volta in volta. Così come in altri atenei italiani sono previsti appuntamenti, incontri, assemblee. Domenica i Giovani palestinesi di Milano terranno un incontro aperto su Zoom, e ci sarà un momento di raccordo con la piazza di Bologna. Venerdì 10 maggio alla Sapienza di Roma (Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali) è prevista un’assemblea in cui si parlerà anche di boicottaggio di Israele.
Il coordinamento è nazionale in vista della data simbolica del 15 maggio. È il giorno in cui si ricorda Nakba, la “catastrofe”, ovvero l’esodo forzato di circa 700mila arabi palestinesi dai territori occupati da Israele nella prima guerra arabo-israeliana del 1948. “La nostra mobilitazione è verso quella data – dicono da Bologna – Saremo un po’ i primi domenica, e sarà importante mandare un messaggio di fiducia e di ottimismo ai gruppi in tutta Italia”. 

https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/cronaca/2024/05/04/palestinesi-a-bologna-sara-lintifada-studentesca_694a2c06-a9b1-422d-98f5-b47d77b7f2dc.html

Fonte: ANSA

English translate

PALESTINIANS IN BOLOGNA, ‘IT WILL BE A STUDENT INTIFADA’

The first Acampada in the square was announced on Sunday evening, 10 days of mobilization towards May 15th, the day on which the Nakba is remembered. Bernini, 13 May safety committee with the rectors.

Ansa BOLOGNA editorial team – May 04, 2024 – News

“For the children of Gaza. For the students of Birzeit”, Palestine’s first university. From the campuses of American universities to Arab and European ones, even in Italian universities, an increasingly loud cry is being raised to say enough to “the oppression and genocide of the Palestinian people”. From Bologna the Palestinian Youth movement is preparing to launch the “student intifada” with the first real “acampada”, the protest tents that from Sunday evening will be set up in the square of the university area in view of an even greater mobilization for the May 15th, the day of remembrance of the Nakba.

On May 13th there will be the Committee for order and security with Bernini, Piantedosi and the rectors on the situation in the universities. “With the president of the Crui Giovanna Iannantuoni we will try to understand what the situation is like in the relationship with students in universities – explains Bernini – There is protest and there is also a very small fringe that goes beyond certain limits, the what worries me is when the protest becomes groups that carry out destructive actions and crimes, break down doors, attack the police”.
“Our Sunday camp – the Young Palestinians of Bologna inform ANSA – is part of this great framework of international mobilization to make it clear that there is also a significant part of our country, students, students but not only that, also teachers and associations, in short, people who have as their priority the end of the military aggression on Gaza, the permanent ceasefire and the end of oppression in Gaza and the occupied territories”. “We want to say that our world has been turning its back on the right of the Palestinian people for 75 years. This is the moment to be in the streets, we want to do it, with our bodies, our reflections, to ask that the institutions also work actively for end to the massacre by the population in Gaza”.

The meeting will be late Sunday afternoon in Piazza Scaravilli, the heart of the university area of ​​Bologna, in front of the Rectorate, where in the meantime a tarpaulin will be set up for the projection of the transnational assembly of the movement. A hybrid meeting, in person and remotely, with connections of students from all over Italy, from American universities currently in the spotlight and from Birzeit, Palestine. “The objective is dialogue, discussion, collecting testimonies”.
At the same time, the first tents will begin to be pitched and the first night will be spent in the square.
“We don’t know how many there will be, we are confident, we hope to involve many in the next few days too. After all, we attend universities where they talk to us about human rights and we believe in this deeply. We believe that our activity is consistent with what we are taught”. Upcoming initiatives will be discussed and announced from time to time. Just as in other Italian universities, appointments, meetings and assemblies are planned. On Sunday the Young Palestinians of Milan will hold an open meeting on Zoom, and there will be a moment of connection with the Bologna square. An assembly is scheduled for Friday 10 May at the Sapienza University of Rome (Faculty of Mathematical, Physical and Natural Sciences) in which the boycott of Israel will also be discussed.
The coordination is national in view of the symbolic date of May 15th. It is the day on which Nakba is remembered, the “catastrophe”, or the forced exodus of around 700 thousand Palestinian Arabs from the territories occupied by Israel in the first Arab-Israeli war of 1948. “Our mobilization is towards that date – they say from Bologna – We will be somewhat of the first on Sunday, and it will be important to send a message of confidence and optimism to the groups throughout Italy.”

Source: ANSA

https://www.linkedin.com/posts/pranavjadhav_palestinian-surgeon-professor-ugcPost-7192502396378370048-ufAT/
https://www.linkedin.com/posts/pranavjadhav_gazagenocide-ugcPost-7192482534696357888-YYIp/
https://www.linkedin.com/posts/mehdimsakni_palestine-palestinianlivesmatter-genocide-ugcPost-7192493829801857025-1ZZv/
https://www.ansa.it/amp/europa/notizie/rubriche/altrenews/2024/05/03/borrell-spregevole-lattacco-dei-coloni-al-convoglio-di-aiuti_8f1c981a-4408-4664-ad51-1435faf47929.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/04/hamas-vuole-il-ritiro-dei-militari-israeliani-ma-tel-aviv-non-rinuncera-a-invadere-rafah-cosi-lintesa-sul-cessate-il-fuoco-a-gaza-rimane-in-stallo/7535609/
https://www.linkedin.com/posts/zainnazar_permanentceasefirenow-freepalestine-breakthesilence-activity-7192827576040476672-Z1Zk/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM

GLI ATTIVISTI DELLA RETE NO-MUOS MANIFESTANO A SIGONELLA CONTRO L’OFFENSIVA ISRAELIANA A GAZA

“Le vicende che incombono su Gaza in questi giorni – si legge in una nota – in cui le forze armate israeliane si accaniscono sui palestinesi e bombardano senza pietà ospedali, scuole, case civili, facendo una carneficina soprattutto di bambini, ci dimostrano l’intenzione del governo di Netanyahu di continuare la guerra, sacrificando di conseguenza le vite di altre migliaia di persone alla conquista di territori”

In foto l’ingresso della base americana di Sigonella
https://www.cataniatoday.it/cronaca/corteo-sigonella-contro-guerra-gaza.html

La comunità araba della Sicilia orientale ha organizzato per questa mattina, 19 novembre, una manifestazione davanti alla base americana di Sigonella, per protestare contro l’offensiva israeliana in corso a Gaza. Al sit in, che inizierà alle ore 11 ha aderito anche il coordinamento No-Muos. “La contro-offensiva che lo Stato israeliano continua a condurre nel territorio di Gaza sta provocando uno scempio umanitario. Le vicende che incombono su Gaza in questi giorni – si legge in una nota – in cui le forze armate israeliane si accaniscono sui palestinesi e bombardano senza pietà ospedali, scuole, case civili, facendo una carneficina soprattutto di bambini, ci dimostrano l’intenzione del governo di Netanyahu di continuare la guerra, sacrificando di conseguenza le vite di altre migliaia di persone alla conquista di territori. Sappiamo anche che gli israeliani si possono permette di fare impunemente questo massacro perché hanno le spalle coperte dagli Stati Uniti d’America che li ha sempre usati come cani da guardia per difendere i propri interessi economici e di egemonia nel Medio Oriente. Gli stessi Stati Uniti che hanno trasformato la Sicilia nella loro portaerei sul Mediterraneo e contro cui lottiamo da decenni per smantellare l’apparato bellico che hanno installato. Dalle parabole del Muos a Niscemi ai droni killer che partono dalla base di Sigonella, il nostro territorio diventa centrale nelle guerre imperialiste che gli Usa e l’apparato politico-militare internazionale conducono in Medio Oriente e in ogni altra parte del mondo. Ecco perché – concludono gli attivisti No Muos – siamo convinti che continuare la lotta contro il Muos sia il miglior modo per solidarizzare con il popolo palestinese e con gli israeliani che si oppongono al progetto genocida perpetrato dal governo israeliano”.

Fonte: Catania Today

Cos’è il MUOS

https://www.nomuos.info/cose-il-muos/

La stazione di telecomunicazioni di Niscemi (Caltanissetta) è attiva dal 1991. Si tratta di una delle infrastrutture militari più estese del territorio italiano: 1.660.000 metri quadri di terreni boschivi e agricoli, entrati nel settembre 1988 nella disponibilità del Demanio pubblico dello Stato – Ramo Difesa Aeronautica Militare, dopo l’acquisizione dalla Olmo S.p.A. di Catania.
La Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi assicura le comunicazioni supersegrete delle forze di superficie, sottomarine, aeree e terrestri e dei centri C4I (Command, Control, Computer, Communications and Intelligence) della Marina militare Usa. Un’infrastruttura ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi, come scritto nell’Accordo tecnico tra il Ministero della difesa e il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d’America riguardante le installazioni in uso alle forze USA di Sigonella, firmato a Roma il 6 aprile del 2006 dall’ammiraglio N. G. Preston, comandante US Navy per la regione europea e dal generale Mario Marioli dell’esercito italiano. Come si legge nell’accordo, l’uso esclusivo «significa l’utilizzazione dell’infrastruttura da parte della forza armata di una singola Nazione, per la realizzazione di attività relative alla missione e/o a compiti assegnati a detta forza dallo Stato che l’ha inviata». A esplicitare ulteriormente la piena sovranità di Washington, la tabella annessa all’accordo con l’elenco delle infrastrutture di «proprietà ed uso esclusivo» USA a Niscemi: il sito di trasmissione e l’antenna a microonde; l’Helix House e l’antenna a bassa frequenza LF; un magazzino di stoccaggio; un edificio per la protezione antincendio; un serbatoio d’acqua; un’officina di manutenzione elettronica; 37 antenne ad alta frequenza HF.
Le onde emesse dalle stazione coprono tutto lo spettro compreso tra le UHF e le VHF (Ultra and Very High Frequency – ultra e altissime frequenze, dai 30 MHz ai 3000 MHz, utilizzate per le comunicazioni radio con aerei e satelliti), alle ELF – VLF – LF (Extremely and Very Low Frequency – frequenze estremamente basse e bassissime, dai 300 Hz a 300kHZ), queste ultime in grado di penetrare in profondità le acque degli oceani e contribuire alle comunicazioni con i sottomarini a capacità e propulsione nucleare. A seguito della chiusura della stazione di Keflavik (Islanda), nel settembre 2006 è stato installato a Niscemi un Sistema “addizionale” di processamento e comunicazione automatico e integrato (ISABPS) che consente tutte le funzioni di collegamento in bassa frequenza con i sottomarini strategici (Atlantic Low Frequency Submarine Broadcast).
Attualmente all’interno dell’infrastruttura fervono i preparativi per l’installazione di uno dei quattro terminali terrestri al mondo del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari MUOS (Mobile User Objective System) della Marina militare degli Stai Uniti d’America (US Navy). Il terminale si comporrà di tre grandi antenne paraboliche dal diametro di 18,4 metri, funzionanti in banda Ka per le trasmissioni verso i satelliti geostazionari e di due trasmettitori elicoidali in banda UHF (Ultra High Frequency), di 149 metri d’altezza, per il posizionamento geografico. Mentre le maxi-ante trasmetteranno con frequenze che raggiungeranno valori compresi tra i 30 e i 31 GHz, i due trasmettitori elicoidali avranno una frequenza di trasmissione tra i 240 e i 315 MHz.
Il terminale terrestre di Niscemi, nelle intenzioni del Pentagono, dovrà assicurare il funzionamento dell’ultima generazione della rete satellitare in UHF (altissima frequenza) che collegherà tra loro i Centri di Comando e Controllo delle forze armate Usa, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento, i missili Cruise e i Global Hawk (UAV-velivoli senza pilota), ecc..
Al progetto siciliano, la Us Navy ha destinato oltre 43 milioni di dollari, 13 dei quali per la predisposizione dell’area riservata alla stazione terrestre, del centro di controllo, dei megageneratori elettrici e di un deposito di gasolio; 30 milioni di dollari per gli shelter e l’acquisto delle attrezzature tecnologiche del sistema MUOS.
Originariamente la base prescelta per il terminal del nuovo sistema satellitare era quella di Sigonella, la principale stazione aeronavale della Marina militare degli Stati Uniti nel Mediterraneo. Poi, la Us Navy ha deciso di dirottare l’impianto terrestre presso la vicina stazione di Niscemi. Il cambio di destinazione è stato dettato dalle risultanze di uno studio sull’impatto delle onde elettromagnetiche generate dalle grandi antenne del MUOS, elaborato da AGI – Analytical Graphics, Inc., importante società con sede a Exton, Pennsylvania, in collaborazione con la Maxim Systems di San Diego, California. Lo studio, denominato “Sicily RADHAZ Radio and Radar Radiation Hazards Model”, è consistito nell’elaborazione di un modello di verifica dei rischi di irradiazione elettromagnetica sui sistemi d’armi, munizioni, propellenti ed esplosivi ospitati nello scalo aeronavale siciliano (HERO – Hazards of Electromagnetic to Ordnance). La simulazione informatica del modello ha condotto ad un inatteso “No” all’ipotesi di utilizzo della base di Sigonella.
“Il modello Radhaz Sicilia – si legge sul sito internet dell’AGI – è stato implementato con successo a Sigonella, giocando un ruolo significativo nella decisione di non usare il sito per il terminale terrestre MUOS e di trovare una nuova destinazione”. Anche Filippo Gemma, amministratore di Gmspazio Srl di Roma (società che rappresenta in Italia la statunitense AGI), ha confermato l’esito negativo dello studio sull’impatto elettromagnetico. Nel corso di un’intervista a RaiNews 24, trasmessa il 22 novembre 2007 durante lo speciale “Base Usa di Sigonella. Il pericolo annunciato”, Gemma ha dichiarato che “una delle raccomandazioni di AGI era che questo tipo di trasmettitore non dovesse essere installato in prossimità di velivoli dotati di armamento, i cui detonatori potessero essere influenzati dalle emissioni elettromagnetiche del trasmettitore stesso”. I ricercatori hanno cioè accertato che le fortissime emissioni elettromagnetiche possono avviare la detonazione degli ordigni presenti nella base militare.
La gravità e le incongruenze degli sudi che hanno spianato la strada alla concessione delle autorizzazioni del MUOS hanno spinto l’Amministrazione comunale di Niscemi ad affidare al Politecnico di Torino un’Analisi dei rischi del Mobile User Objective System presso il Naval Radio Transmitter Facility di contrada Ulmo. Il rapporto, presentato il 4 novembre 2011 dai professori Massimo Zucchetti (ordinario di Impianti nucleari del Politecnico e research affiliate del MIT – Massachusetts Institute of Thecnology) e Massimo Coraddu (consulente esterno del Dipartimento di energetica), ha rilevato l’insostenibilità ambientale del nuovo impianto e le “gravi carenze” degli studi effettuati dagli statunitensi. “Nella valutazione redatta dalla US Navy nel 2008 – scrivono Zucchetti e Coraddu – non viene neppure esaminato quello che probabilmente è il peggiore dei rischi possibili: un incidente che porti all’esposizione accidentale al fascio di microonde, pericolosissimo e potenzialmente letale, anche per brevi esposizioni, a distanze inferiori a circa 1 Km».
“Nonostante gli scarni dati disponibili – aggiungono i due ricercatori – con la realizzazione delle nuove antenne si verificherà un incremento medio dell’intensità del campo in prossimità delle abitazioni più vicine pari a qualche volt per metro rispetto al livello esistente, con la possibilità del verificarsi di punti caldi, con un incremento del campo nettamente superiore. C’è poi il rischio di effetti acuti legati all’esposizione diretta al fascio emesso dalle parabole MUOS in seguito a malfunzionamento o a un errore di puntamento. I danni alle persone accidentalmente esposte a distanze inferiori ai 20 Km saranno gravi e permanenti, con conseguente necrosi dei tessuti”.
Le onde elettromagnetiche avranno pesantissimi effetti pure sul traffico aereo nei cieli siciliani e in particolare sul vicino aeroporto di Comiso, prossimo all’apertura. “La potenza del fascio di microonde del MUOS è senz’altro in grado di provocare gravi interferenze nella strumentazione di bordo di un aeromobile che dovesse essere investito accidentalmente”, spiegano Zucchetti e Coraddu. “Gli incidenti provocati dall’irraggiamento di aeromobili distanti anche decine di Km. sono eventualità tutt’altro che remote e trascurabili ed è incomprensibile come non siano state prese in considerazione dagli studi progettuali. I rischi d’interferenza investono potenzialmente tutto il traffico aereo della zona circostante il sito d’installazione del MUOS. Nel raggio di 70 Km si trovano ben tre scali aerei: Comiso, a poco più di 19 Km dalla stazione di Niscemi, e gli aeroporti militare di Sigonella e civile di Fontanarossa (Catania), che si trovano rispettivamente a 52 Km e a 67 Km”. Sigonella, tra l’altro, è oggetto delle pericolosissime operazioni di atterraggio e decollo dei velivoli da guerra senza pilota Global Hawk, Predator e Reaper a disposizione delle forze armate USA e NATO.
Ad oggi, del sistema mondiale MUOS si è visto ben poco. Il lancio in orbita del primo satellite è avvenuto solo 24 febbraio 2012, ventiquattro mesi in ritardo rispetto ai cronogrammi progettuali. Secondo quanto era previsto in origine, entro la fine dell’anno in corso dovevano entrare in funzione i quattro terminali a terra: uno alle Hawaii; uno a Norfolk, Virginia; uno in Australia e il quarto a Niscemi. Inoltre, le gigantesche antenne dovevano essere puntate e comunicanti con due dei quattro satelliti geostazionari programmati. Si è però verificato un impressionante numero di “imprevisti” tecnici, sono falliti numerosi test, sono state aggiunte soluzioni alternative per le apparecchiature terrestri e spaziali ed è stato modificato il link con la più potente centrale di spionaggio planetario, la NSA – National Security Agency USA. Alla fine si è pure scoperto un macroscopico errore progettuale: i quattro satelliti previsti erano insufficienti a garantire la copertura di tutti i continenti. E i produttori si sono dovuti presentare al Congresso per chiedere un finanziamento straordinario di 340 milioni di dollari per realizzarne un quinto.
Stando ai programmi rivisti e corretti, le infrastrutture terrestri saranno pienamente funzionanti solo entro il primo trimestre 2013, mentre i satelliti verranno lanciati in ordine uno all’anno (il secondo entro la fine del 2012, il terzo nel 2013, il quarto nel 2014, l’ultimo entro l’ottobre del 2015). Il programma MUOS è stato affidato nel 2002 alla Lockheed Martin, la più potente delle compagnie USA del comparto difesa, produttrice dei famigerati cacciabombardieri F-35, oltre 126.000 dipendenti e un fatturato annuo di 45,8 miliardi di dollari. In qualità di prime contractor, la controllata Lockheed Martin Space Systems di Sunnyvale (California) ha il compito di progettare e realizzare quasi tutte le componenti e le apparecchiature dei sistemi terrestri e satellitari. Alla realizzazione del sistema MUOS partecipano pure General Dynamics C4 Systems (Scottsdale, Arizona), chiamata ad installare le mega-antenne satellitari e a curare il collegamento tra i quattro distinti segmenti terrestri; Boeing Defense Space and Security (El Segundo, California), per la messa in funzione e la verifica di compatibilità del sistema; Harris Corporation (Melbourne, Florida) per la fornitura della rete dei riflettori; la filiale texana della svedese Ericsson per la costruzione di alcune porzioni del segmento integrato terrestre.
Il costo complessivo del MUOS è ancora un mistero. In alcuni documenti ufficiali si fa riferimento a una spesa complessiva di 3,26 miliardi di dollari. Un dato a cui non crede assolutamente il Government Accountaibility Office (GAO), la Corte dei Conti degli Stati Uniti d’America, che in un report del marzo 2011 sui sistemi d’arma in via di acquisizione dal Pentagono ha stimato un costo finale non inferiore ai 6 miliardi e 830 milioni di dollari, salvo altri colpi di scena.
L’iter di realizzazione del terminale terrestre MUOS a Niscemi prende il via il 27 settembre 2005, quando l’Ambasciata USA di Roma invia al Ministero della difesa italiano la richiesta del Comando di NAVFAC Europe and South West Asia (Napoli-Capodichino) d’installare nella grande stazione aeronavale di Sigonella uno dei terminali terrestri del nuovo sistema satellitare. Nonostante si tratti di un programma altamente strategico, di proprietà delle forze armate statunitensi, le caratteristiche e le implicazioni del sistema MUOS non vengono discusse in Consiglio dei ministri, né il Ministero della difesa sente il dovere di presentarlo in Parlamento. A valutare la scarna documentazione è chiamato il III reparto – Politica militare e pianificazione dello Stato Maggiore della difesa (Roma) che il 9 marzo 2006 dà la propria autorizzazione.
Intanto la Marina degli Stati Uniti, preoccupata dei possibili effetti negativi delle microonde del MUOS sul traffico aereo militare, aveva deciso di dirottare il nuovo impianto di telecomunicazioni nella stazione NRTF – Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi e informava il comandante del 41° Stormo dell’Aeronautica italiana di stanza a Sigonella, che a sua volta inoltrava a Roma la scheda relativa al nuovo progetto di Niscemi, annotando che l’Aeronautica non aveva «nulla contro per quanto concerne il posizionamento del MUOS, fermo restando le opportune verifiche di impatto tecnico-strumentale ed ambientale». Il 31 ottobre 2006 la Direzione generale dei lavori e del demanio del Ministero della difesa approvava in via definitiva la richiesta del Comando US Navy, precisando che «lo Stato Maggiore della Difesa ha espresso il non interesse delle Forze Armate italiane alla futura acquisizione delle opere in caso di dismissione statunitense». Restava solo da ottenere le autorizzazioni da parte della Regione Siciliana, in quanto i lavori per l’installazione delle nuove antenne avrebbero interessato un’area di 2.509 m2 ricadente in zona B della riserva naturale “Sughereta” di Niscemi, Sito di Importanza Comunitaria (SIC), rientrante – secondo il manuale delle linee guida per la gestione dei Siti Natura 2000 del Ministero dell’ambiente – nella tipologia «a dominanza di querceti mediterranei».
Il 24 gennaio 2007, il comando dell’Aeronautica militare di Sigonella inoltrava il progetto MUOS all’Assessorato regionale territorio e ambiente. Dopo il rilascio di un’autorizzazione di massima da parte del Servizio per i beni paesaggistici naturali ed urbanistici della Regione, nell’attesa del progetto esecutivo e dalla relazione paesaggistica, il 14 giugno 2007 l’Assessorato competente inviava copia del documento all’allora sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino.
Il 3 aprile 2008, l’Assessorato territorio e ambiente della Regione provvedeva a trasmettere al Comune di Niscemi copie dei progetti del sistema di trasmissione satellitare e per un «nuovo impianto per mitigazione dei problemi di erosione superficiale e protezione dagli incendi nell’area della postazione radiotrasmittenti della Marina Statunitense». Un mese e mezzo più tardi, il Comune riceveva dall’Aeronautica militare la relazione paesaggistica e la valutazione di incidenza ambientale predisposta dal Comando US Navy. Il 9 settembre 2008, fu convocata a Palermo una conferenza di servizi, a cui parteciparono pure due funzionari del Comune di Niscemi, che espresse all’unanimità parere favorevole sulla compatibilità ambientale del MUOS.
Sotto la spinta delle crescenti mobilitazioni popolari, l’Amministrazione comunale affidò a tre professionisti siciliani (Donato La Mela Veca, Tommaso La Mantia e Salvatore Pasta), l’incarico di studiare i possibili impatti del MUOS sulla flora e la fauna dell’importante area protetta “Sughereta”. La relazione fu consegnata il 10 ottobre 2009 e convinse il sindaco di Niscemi a disporre l’annullamento in autotutela dell’autorizzazione ambientale rilasciata l’anno prima. La relazione tecnica definì incompleta e di scarsa attendibilità la valutazione d’incidenza ambientale presentato dalla Marina militare statunitense, mentre la documentazione allegata fu bocciata perché discordante, insufficiente e inadeguata e nel progetto furono individuate gravi lacune ed omissioni.
Ciononostante i lavori furono affidati sin dalla primavera del 2008 ad un consorzio d’imprese denominato Team MUOS Niscemi, guidato dalla Gemmo S.p.A. di Arcugnano (Vicenza), ma sono iniziati solo dopo il parere favorevole dell’Assessorato regionale al territorio ed ambiente, emesso l’1 giugno 2011 senza tenere minimamente conto delle norme di attuazione previste dal Piano territoriale paesistico della Provincia di Caltanissetta per la riserva naturale di Niscemi. «Abbiamo rilevato alcune problematiche sulla conduzione delle opere di sbancamento», denunciano i rappresentanti del Movimento No MUOS. «Negli elaborati grafici del progetto, la dislocazione delle piattaforme per le antenne non corrisponde con quelle in costruzione. Nelle tavole le basi erano disposte lungo una direttrice nord-sud, mentre la loro realizzazione è in direzione est-ovest. Non sappiamo se siano mai state approvate varianti in corso d’opera al progetto. Se non è così, i lavori non sono coerenti con le autorizzazioni rilasciate. Di sicuro questa modifica, per il profilo del terreno, ha comportato un maggiore volume di terra movimentata e di conseguenza un più pesante impatto sull’ambiente e il territorio. È perfettamente visibile, poi, la distruzione di essenze arboree tutelate. La scomparsa di parte della macchia mediterranea è provata anche dalle foto satellitari in nostro possesso, scattate prima dell’inizio dei lavori».
«L’entità delle trasformazioni in atto denotano una gravissima manomissione dell’ambiente con l’aggravante di esplicarsi a danno di un’area protetta di interesse internazionale», commenta amaramente il responsabile del C.E.A. di Niscemi, Salvatore Zafarana. «Nei suoli interessati dalla megastruttura è stato stroncato un processo di successione ecologica positivo che aveva portato alla colonizzazione dei suoli sabbiosi e steppici con specie cespugliose di gariga mediterranea. La superficie destinata ad accogliere il MUOS, unita a quella occupata dalle 41 antenne erette a partire dagli anni ‘90, hanno vanificato ogni possibilità di collegamento delle aree boscate più meridionali di contrada Pisciotto con quelle più a nord di Apa, Ulmo e Vituso e con il residuo bosco di Carrubba ad est. Ad essere definitivamente compromessi sono i lotti boscati di Mortelluzzo e Valle Porco, di limitate estensioni ma di indiscusso pregio naturalistico e paesaggistico».
Ai danni ambientali si è aggiunto l’aggiramento dei protocolli istituzionali in tema di legalità e opere pubbliche. Con l’avvio dei lavori, è comparsa come subappaltatrice la “Calcestruzzi Piazza Srl”, società sotto osservazione da parte degli organi inquirenti per presunte contiguità criminali.
Secondo il senatore Giuseppe Lumia (Pd) che il 14 febbraio 2012 ha presentato una specifica interrogazione ai Ministri della difesa e dell’interno, “la Calcestruzzi Piazza ha come amministratore unico Concetta Valenti, il cui marito convivente è Vincenzo Piazza, che, in base ad indagini della Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Caltanissetta nonché ad altri elementi info-investigativi segnalati dalle Forze dell’ordine, apparirebbe fortemente legato al noto esponente mafioso del clan Giugno-Arcerito, Giancarlo Giugno, attualmente libero a Niscemi”.
Il senatore Lumia rileva che nel corso dell’indagine Atlantide-Mercurio della procura antimafia di Caltanissetta (gennaio 2009) “sono emersi contatti del Piazza con esponenti mafiosi» che «evidenziano ingerenze e condizionamenti di Cosa nostra nell’appalto per i lavori di recupero, consolidamento e sistemazione a verde dell’area sottostante il Belvedere, commissionati dal Comune di Niscemi”. Il 7 novembre 2011, la Prefettura di Caltanissetta ha reso noto che dopo le verifiche disposte dalle normative in materia di certificazione antimafia, “sono emersi elementi tali da non potere escludere la sussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi della sopracitata società”. Alla base del pronunciamento prefettizio, i contenuti di un rapporto della Divisione Polizia anticrimine della Questura di Caltanissetta del 6 ottobre 2011, e di quello della Sezione Criminalità organizzata della stessa Questura del 27 dicembre 2010.
A seguito dell’intervento prefettizio, il 25 novembre 2011 il dirigente dell’Area servizi tecnici della Provincia regionale di Caltanissetta ha sospeso la “Calcestruzzi Piazza” dall’Albo delle imprese per le procedure di cottimo-appalto. Venti giorni dopo anche il capo ripartizione per gli Affari generali del Comune di Niscemi ha disposto l’esclusione della società dall’elenco dei fornitori e dall’Albo delle imprese di fiducia. I Piazza hanno presentato ricorso al TAR di Palermo che ha però confermato la legittimità dei provvedimenti adottati dagli enti locali.

Scheda preparata dal peace researcher Antonio Mazzeo per conto della Delegazione di sindaci e rappresentanti dei Comitati No MUOS in audizione a Roma (11 settembre 2012) davanti alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati e del Comitato d’inchiesta sull’uranio impoverito del Senato della Repubblica.

Fonte: Comitato No MUOS Niscemi, Sicilia Italia

https://www.nomuos.info/cose-il-muos/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

GAZA TELECOM COMPANIES WARN OF COMING BLACKOUT AMID ISRAEL ATTACKS – LE COMPAGNIE DI TELECOMUNICAZIONI DI GAZA AVVERTONO DELL’ARRIVO DI BLACKOUT TRA GLI ATTACCHI DI ISRAELE

Paltel and Jawwal have announced the network is operating on batteries after fuel ran out, with only a few hours left.

Paltel e Jawwal hanno annunciato che la rete funzionerà con le batterie dopo che il carburante si è esaurito, con solo poche ore rimaste.

Palestinians look for survivors after an Israeli strike on a building last night in Jabalia refugee camp, Gaza [Mahmoud Abo Salamah/AP Photo]
I palestinesi cercano sopravvissuti dopo l’attacco israeliano contro un edificio la scorsa notte nel campo profughi di Jabalia, a Gaza [Mahmoud Abo Salamah/AP Photo]
https://www.aljazeera.com/news/2023/11/15/gaza-telecom-companies-warn-of-coming-blackout

15 November 2023

The two main telecommunications companies in Gaza have warned of a “complete telecom blackout in the coming hours” due to a lack of fuel amid an Israeli siege on the Palestinian territory.

“Main data centers and switches in the Gaza Strip are gradually shutting down due to fuel depletion,” Paltel and Jawwal said in a joint statement on Wednesday.

The companies said “all generators” operating network elements in Gaza have ground to a halt, and that basic network elements were now relying on batteries.

Le due principali società di telecomunicazioni di Gaza hanno avvertito di un “blackout completo delle telecomunicazioni nelle prossime ore” a causa della mancanza di carburante durante l’assedio israeliano sul territorio palestinese. “I principali data center e switch nella Striscia di Gaza stanno gradualmente chiudendo a causa dell’esaurimento del carburante”, hanno affermato mercoledì Paltel e Jawwal in una dichiarazione congiunta.

“The countdown has begun for the halt of all communications and internet services in the Gaza Strip,” Laith Daraghmeh, CEO of the Palestinian telecommunication regulatory authority, said in a statement cited by the Turkish state news agency Anadolu.

He said talks were under way with international institutions “to ensure the entry of quantities of fuel necessary for the operation of the communications service”.

On Sunday, Palestinian Communications Minister Yitzhak Sidr warned that all communications and internet services would stop in the Gaza Strip by Thursday due to depleting fuel.

Israel cut off fuel shipments into the Gaza Strip as part of a “complete siege” on the territory after Hamas fighters from Gaza launched an attack on southern Israel on October 7, killing around 1,200 people, according to Israeli authorities.

Since the attack, Israel has bombarded the Palestinian territory, launched a ground offensive and severely restricted supplies of water, food and electricity. More than 11,300 people have been killed in the Israeli assault, according to Palestinian authorities, including more than 4,600 children.

The first fuel truck to enter Gaza since Israel imposed the siege arrived in the besieged territory on Wednesday.

The UN agency for Palestine refugees said it received 23,000 litres of fuel, which Israel said could be used to transport aid coming in via Egypt. UNRWA chief Philippe Lazzarini said that 160,000 litres a day are needed just to run basic humanitarian operations.

“It is appalling that fuel continues to be used as a weapon of war,” Lazzarini said. “This seriously paralyses our work and the delivery of assistance to the Palestinian communities in Gaza.”

Since Israel launched a ground invasion in late October, Gaza has experienced two blackouts previously, after Israel cut communications and internet services.

Humanitarian agencies and first responders have warned that blackouts severely disrupt their work and put lives at risk.

“People will be deprived of access to lifesaving information, such as finding areas of safety or contacting emergency services,” said Rasha Abdul-Rahim, director of Amnesty Tech.

“The critical work of humanitarian agencies will also be severely disrupted, as workers lose contact with each other,” she added.

“È iniziato il conto alla rovescia per la sospensione di tutte le comunicazioni e dei servizi Internet nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato Laith Daraghmeh, amministratore delegato dell’autorità palestinese di regolamentazione delle telecomunicazioni, in una dichiarazione citata dall’agenzia di stampa statale turca Anadolu. Ha detto che sono in corso colloqui con istituzioni internazionali “per garantire l’ingresso delle quantità di carburante necessarie per il funzionamento del servizio di comunicazione”. Domenica, il ministro palestinese delle Comunicazioni Yitzhak Sidr ha avvertito che tutte le comunicazioni e i servizi internet nella Striscia di Gaza si sarebbero interrotti entro giovedì a causa dell’esaurimento del carburante. Israele ha interrotto le spedizioni di carburante nella Striscia di Gaza come parte di un “assedio completo” sul territorio dopo che i combattenti di Hamas da Gaza hanno lanciato un attacco nel sud di Israele il 7 ottobre, uccidendo circa 1.200 persone, secondo le autorità israeliane. Dopo l’attacco, Israele ha bombardato il territorio palestinese, lanciato un’offensiva di terra e fortemente limitato le forniture di acqua, cibo ed elettricità. Secondo le autorità palestinesi, più di 11.300 persone sono state uccise nell’assalto israeliano, tra cui più di 4.600 bambini. Mercoledì è arrivato nel territorio assediato il primo camion di carburante ad entrare a Gaza da quando Israele ha imposto l’assedio. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha dichiarato di aver ricevuto 23.000 litri di carburante, che secondo Israele potrebbero essere utilizzati per trasportare gli aiuti in arrivo attraverso l’Egitto. Il capo dell’UNRWA Philippe Lazzarini ha affermato che sono necessari 160.000 litri al giorno solo per gestire le operazioni umanitarie di base. “È spaventoso che il carburante continui ad essere utilizzato come arma di guerra”, ha detto Lazzarini. “Ciò paralizza seriamente il nostro lavoro e la fornitura di assistenza alle comunità palestinesi a Gaza”. Da quando Israele ha lanciato un’invasione di terra alla fine di ottobre, Gaza ha subito due blackout in precedenza, dopo che Israele ha interrotto le comunicazioni e i servizi Internet. Le agenzie umanitarie e gli operatori di primo soccorso hanno avvertito che i blackout interrompono gravemente il loro lavoro e mettono a rischio vite umane. “Le persone saranno private dell’accesso a informazioni salvavita, come trovare aree di sicurezza o contattare i servizi di emergenza”, ha affermato Rasha Abdul-Rahim, direttore di Amnesty Tech. “Anche il lavoro fondamentale delle agenzie umanitarie sarà gravemente interrotto, poiché i lavoratori perderanno i contatti tra loro”, ha aggiunto.

“Telecom blackouts enable Israel to cover up the mass atrocities being committed against the Palestinian people in Gaza and to maintain its chronic impunity,” said Al Mezan, a Gaza-based human rights group, in a statement.

Communications networks in Gaza have been unreliable since the war began due to lack of electricity and damage to infrastructure.

The Palestinian Ministry of Communications has previously appealed to neighbouring Egypt to operate communication stations near the Gaza border and activate roaming service on Egyptian networks.

The warning comes after the Israeli military entered Gaza’s largest medical complex, al-Shifa, in what they called a “targeted operation” to search for Hamas weapons and infrastructure. Several people have been detained during the raid at the hospital.

The raid comes after Israeli forces besieged the hospital for several days amid growing alarm over the deteriorating conditions in the facility, where the UN says thousands of people have sought shelter from the war. Hundreds of patients remain at the hospital, which ceased to function at the weekend due to a lack of fuel.

Ahmed Mokhallalati, a surgeon at the hospital, told Al Jazeera that Israeli forces moved tanks inside the hospital grounds after “continuous, aggressive gunshots, bombardments and attacks since yesterday evening”.

“Imagine being in a hospital where the water is not there, the basic hygiene of the people going to the toilet is a challenge. Food and drinking water haven’t come to the hospital for the sixth day now, with no way of getting anything in the hospital,” Mokhallalati said.

The World Health Organization (WHO) said in a statement it was “urgently exploring the possibility for evacuating patients and medical staff” in al-Shifa Hospital in Gaza in discussions with Palestinian Health Minister Mai al-Kaila and the International Committee of the Red Cross (ICRC).

Le reti di comunicazione a Gaza sono state inaffidabili dall’inizio della guerra a causa della mancanza di elettricità e dei danni alle infrastrutture. Il Ministero palestinese delle Comunicazioni ha precedentemente fatto appello al vicino Egitto affinché gestisca stazioni di comunicazione vicino al confine di Gaza e attivi il servizio di roaming sulle reti egiziane. L’avvertimento arriva dopo che l’esercito israeliano è entrato nel più grande complesso medico di Gaza, al-Shifa, in quella che hanno definito “un’operazione mirata” per cercare armi e infrastrutture di Hamas. Diverse persone sono state arrestate durante il raid all’ospedale. Il raid arriva dopo che le forze israeliane hanno assediato l’ospedale per diversi giorni in un clima di crescente allarme per il deterioramento delle condizioni della struttura, dove secondo le Nazioni Unite migliaia di persone hanno cercato rifugio dalla guerra. Centinaia di pazienti restano ricoverati nell’ospedale, che ha smesso di funzionare nel fine settimana a causa della mancanza di carburante. Ahmed Mokhallalati, un chirurgo dell’ospedale, ha detto ad Al Jazeera che le forze israeliane hanno spostato i carri armati all’interno dell’ospedale dopo “colpi di arma da fuoco, bombardamenti e attacchi continui e aggressivi da ieri sera”. “Immaginate di essere in un ospedale dove non c’è l’acqua, l’igiene basilare di chi va in bagno è una sfida. Cibo e acqua potabile non arrivano all’ospedale ormai da sesto giorno, e non c’è modo di procurarsi nulla in ospedale”, ha detto Mokhallalati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato in un comunicato che sta “esplorando urgentemente la possibilità di evacuare i pazienti e il personale medico” nell’ospedale al-Shifa di Gaza in discussioni con il Ministro della Sanità palestinese Mai al-Kaila e il Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC).

SOURCE: AL JAZEERA

https://twitter.com/bralex84/status/1725146944077431107?s=20

https://www.jawwal.ps
https://www.jawwal.ps
https://www.ripe.net/membership/indices/data/ps.paltel.html
https://www.paltel.ps/en/press/Zain-Group-and-Palestine’s-Paltel-connect-through-‘One-Network’-
https://www.zain.com/en
https://www.linkedin.com/posts/alessio-brancaccio-a59a4822b_alessio-brancaccio-bralex84-on-activity-7185646390813880320-E-au

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

AGGIORNAMENTI GUERRA ISRAELE HAMAS NOVEMBRE 2023

Vasto (CH), lì 16 Novembre 2023 ore 1.10

Aggiornamenti relativi alla Guerra Israele Hamas che va avanti da 40 giorni, dallo scorso 7 Ottobre, quando Hamas ha attaccato Tel Aviv in Israele con un commando per rapire centinaia di ostaggi occidentali (Operazione Al-Aqsa), al fine di rispondere agli attacchi aerei israeliani ai civili palestinesi lungo la Striscia di Gaza già 5-6 mesi fà attraverso l’operazione militare israeliana nota come Shield and Arrow (Scudo e Freccia) ed avere il riconoscimento dello Stato indipendente della Palestina, dal momento che Hamas stessa non c’entra niente con il terrorismo associato all’ISIS, si tratta in realtà di un movimento rivoluzionario armato che fa parte dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Un attacco pianificato ad Israele da due anni quello di Hamas che però ha scatenato l’ira del Primo Ministro israeliano, il sionista di estrema destra e genocida Benjamin Netanyahu che dovrà essere arrestato e processato davanti ad una Corte Internazionale con le accuse di genocidio e crimini di guerra contro l’Umanità per le numerose e ripetute violazioni della Convenzione Internazionale di Ginevra, la quale vieta gli attacchi ai civili e agli ospedali, occupazioni militari di terra delle case di potenziali sostenitori di Hamas nelle città di Ramallah, Nablus, Jenin, Haifa e Tiberiade in Cisgiordania e operazione militare a larga scala sulle città di Deir Al-Balah, Gaza City, Khan Younis e Rafah nella Striscia di Gaza, attacchi via aria e via terra che hanno ucciso già più di 11000 civili palestinesi dei quali 4700 bambini. i tre ospedali di Gaza più importanti, l’Al-Shefa Hospital, l’Al-Nasr Psychiatric Hospital ed il Victory Children Pediatric Hospital sono stati occupati militarmente dai carri armati israeliani a loro dire per stanare un “pericoloso” capo di Hamas che si nasconderebbe nei sotterranei dell’ospedale maggiore Al-Shifa, ma si tratta per lo più di notizie propagandistiche e tendenziose (fake news) che vanno verificate prima di essere enunciate. Tutti gli attacchi israeliani alla popolazione civile palestinese sono già stati condannati dal Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres che si è detto “disturbato di tutte le atrocità commesse dagli israeliani negli ospedali di Gaza”, attacchi che stanno portando ad un genocidio lento dell’intera popolazione di Gaza ed ad una situazione umanitaria sempre più catastrofica.

Di seguito tutti i principali aggiornamenti dalla testata giornalistica Al Jazeera Qatar, Byoblu Italia e dalle piattaforme social network X ed Instagram, fonti dell’informazione maggiormente libere ed indipendenti rispetto ai media sionisti di regime americani, europei ed italiani.

Pagina in costante aggiornamento.

https://x.com/Sarah_Hassan94/status/1724723519135629376

https://www.aljazeera.com/news/2023/11/15/gaza-telecom-companies-warn-of-coming-blackout
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/11/15/le-forze-israeliane-fanno-saltare-in-aria-il-parlamento-di-gaza-city-due-giorni-fa-i-soldati-avevano-occupato-ledificio/7354447/
https://www.jawwal.ps
https://www.ripe.net/membership/indices/data/ps.paltel.html
https://www.zain.com/en
https://www.huffingtonpost.it/esteri/2023/11/16/news/risoluzione_consiglio_onu-14143929/

https://www.aljazeera.com/news/2023/11/17/does-israel-have-the-right-to-self-defence-in-gaza
https://www.aljazeera.com/program/newsfeed/2023/11/17/medical-staff-ordered-out-of-jenin-hospital-during-israeli-raid

https://twitter.com/bralex84/status/1725630180759060817?s=20

https://www.aljazeera.com/program/upfront/2023/11/17/israel-gaza-war-is-israel-weaponising-anti-semitism
https://www.aljazeera.com/features/2023/11/17/israels-weapons-industry-is-the-gaza-war-its-latest-test-lab
https://www.aljazeera.com/news/2023/11/17/as-israel-bombs-gaza-irelands-enduring-support-of-palestine-gets-stronger
https://www.aljazeera.com/news/2023/11/17/more-than-20-patients-die-at-gazas-al-shifa-hospital-amid-israeli-raid
https://www.aljazeera.com/program/inside-story/2023/11/17/can-the-un-security-council-stop-israels-war-on-gaza
https://www.aljazeera.com/gallery/2023/11/17/minimal-fuel-to-be-allowed-into-gaza-after-un-warns-of-starvation-risk
https://www.aljazeera.com/news/2023/11/17/biden-and-qatars-emir-discuss-gaza-hostages-humanitarian-aid

https://twitter.com/QudsNen/status/1725231182160253410?s=20

https://www.lastampa.it/esteri/2023/11/19/news/guerra_israele_hamas_nabil_abu_rudeineh-13871824/
https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/11/17/tensioni-tra-studenti-e-polizia-a-torino.-bandiera-della-palestina-sulla-torre_544b0b7c-5ec9-4c37-9497-13ccce1840f4.html
https://www.aljazeera.com/news/liveblog/2023/11/23/israel-hamas-war-live-israel-pounds-gaza-ahead-of-expected-truce
https://www.aljazeera.com/news/longform/2023/10/9/israel-hamas-war-in-maps-and-charts-live-tracker
https://www.aljazeera.com/news/2023/11/23/mixed-reactions-among-palestinians-israelis-over-prisoner-captive-exchange
https://www.aljazeera.com/features/2023/11/23/can-regain-our-soul-relief-and-fear-in-gaza-ahead-of-israel-truce
https://www.aljazeera.com/news/2023/11/23/irans-top-diplomat-discusses-israels-war-in-gaza-with-hezbollah-leader
https://www.change.org/p/sign-and-share-this-urgent-petition-calling-for-a-ceasefirenow-in-gaza-and-israel
https://www.unicefusa.org/stories/gaza-and-israel-childrens-safety-must-come-first
La marcia per il popolo palestinese: bambini partecipano alla protesta ad Islamabad, la capitale del Pakistan
https://www.aljazeera.com/news/liveblog/2023/11/25/israel-hamas-war-live-israeli-officials-say-39-palestinians
https://www.aljazeera.com/gallery/2023/11/26/tears-and-joy-as-second-batch-of-39-palestinians-freed-from-israeli-prisons
https://www.aljazeera.com/news/2023/11/27/israel-hamas-truce-in-gaza-extended-by-two-days-says-mediator-qatar
https://www.aljazeera.com/features/2023/11/27/we-want-permanent-ceasefire-palestinians-in-gaza-say-as-truce-extended
https://www.aljazeera.com/news/2023/11/27/us-rights-advocates-launch-hunger-strike-for-israel-hamas-ceasefire
https://www.aljazeera.com/news/2023/11/28/gaza-truce-appears-set-to-extend-as-israel-receives-new-list-of-captives
https://www.aljazeera.com/features/2023/11/28/the-beginning-of-the-end-the-hypothetical-future-of-palestinian-politics
https://www.aljazeera.com/news/2023/11/28/what-do-we-know-about-the-israel-hamas-truce-extension
https://www.aljazeera.com/news/2023/11/28/israel-hamas-war-list-of-key-events-day-53
https://www.aljazeera.com/gallery/2023/11/27/photos-empty-towns-to-sea-laundry-how-war-has-changed-israel-palestine

“Dear Dr. Brancaccio,

Thank you for getting in touch, I understand you have sent us a number of different messages relating to the response of the Red Cross Movement in Gaza. I hope you don’t mind, but for ease, I am responding to all three of your messages here.

Firstly apologies it has taken us longer than we would have liked to respond to you, we have received a significant volume of enquiries relating to the escalating hostilities in Israel and Occupied Palestinian Territory, and as there are a number of different Red Cross and Crescent societies involved, and the situation is evolving rapidly it has taken us some time to collate the most up to date and accurate information in response to these important enquiries.

I am sorry to hear about the experiences of your contacts in Gaza. We can appreciate how distressing and upsetting this must be, and understand you getting in touch with us and other agencies to ask for more information. I should mention however that it is our colleagues at the International Committee of the Red Cross (ICRC) who are coordinating the response in Gaza. They are keeping their own website and social media channels up to date with the latest information on their response as they have it, and this may be a more direct way of you continuing to get any more information you need on the response in Gaza.

With specific regard to the availability of fuel and other essential items in Gaza, as your contact mentions, the Rafah border crossing between Egypt and Gaza is a vital lifeline. On 10 October it was closed, restricting critical, life-saving humanitarian aid from reaching the Gaza Strip and exacerbating the acute humanitarian crisis. On 21 October, the first 20 humanitarian aid trucks were allowed to cross the border. The aid that has been received is only a drop in the ocean considering the immense needs.

Around 2,000 trucks have now been received by the Palestine Red Crescent Society (PRCS) from the Egyptian Red Crescent Society (ERCS), though the number is constantly changing as more aid trucks have crossed the border. They include food parcels, medical supplies, consumables and equipment, non-food items, safe drinking water, milk and diapers for children, tents and cleaning materials in addition to 16 ambulances. Some fuel is also now entering Gaza each day. However, the quantities of fuel are insufficient to meet Gaza’s needs.

Our colleagues at the ICRC have repeatedly called for an unhindered and continuous flow of critical humanitarian aid, including fuel into Gaza. This is contingent on the agreement of all parties involved however. 

The latest press release from the ICRC can be found here: Israel and the Occupied Territories: ICRC teams begin multi-day operation to reunite hostages and detainees with their families, deliver assistance | ICRC

We are also keeping this page up to date with information from our sister societies who are responding to the escalation in hostilities in the region at the moment: https://www.redcross.org.uk/stories/disasters-and-emergencies/world/occupied-palestinian-territories-and-israel-crisis-appeal

As you mention that you are in central Italy, as you may know, our colleagues at Croce Rossa Italiana are also collating information here: https://cri.it/emergenza-israele-e-territori-palestinesi-occupati/

Hopefully this information has been useful,

Thank you again for getting in touch,

Katy Myers Green

Supporter Care

British Red Cross

Traduzione in italiano

“Gentile dottor Brancaccio,

Grazie per averci contattato, mi risulta che ci avete inviato diversi messaggi relativi alla risposta del Movimento della Croce Rossa a Gaza. Spero non ti dispiaccia, ma per comodità rispondo a tutti e tre i tuoi messaggi qui. Innanzitutto ci scusiamo per aver impiegato più tempo di quanto avremmo voluto rispondervi, abbiamo ricevuto un volume significativo di richieste relative all’escalation delle ostilità in Israele e nei Territori palestinesi occupati e poiché esistono diverse società di Croce Rossa e Mezzaluna coinvolti e la situazione si sta evolvendo rapidamente, ci è voluto del tempo per raccogliere le informazioni più aggiornate e accurate in risposta a queste importanti richieste. Mi dispiace apprendere delle esperienze dei tuoi contatti a Gaza. Possiamo comprendere quanto ciò debba essere angosciante e sconvolgente e comprendere che tu voglia metterti in contatto con noi e altre agenzie per chiedere maggiori informazioni. Dovrei tuttavia menzionare che sono i nostri colleghi del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) a coordinare la risposta a Gaza. Stanno mantenendo aggiornati il ​​proprio sito web e i canali dei social media con le ultime informazioni sulla loro risposta così come le hanno, e questo potrebbe essere un modo più diretto per continuare a ottenere tutte le informazioni necessarie sulla risposta a Gaza. Per quanto riguarda nello specifico la disponibilità di carburante e altri beni essenziali a Gaza, come menzionato dal vostro contatto, il valico di frontiera di Rafah tra l’Egitto e Gaza è un’ancora di salvezza vitale. Il 10 ottobre è stato chiuso, impedendo agli aiuti umanitari fondamentali e salvavita di raggiungere la Striscia di Gaza e aggravando la grave crisi umanitaria. Il 21 ottobre i primi 20 camion di aiuti umanitari hanno potuto attraversare il confine. Gli aiuti ricevuti sono solo una goccia nell’oceano considerando gli immensi bisogni. Circa 2.000 camion sono stati finora ricevuti dalla Società della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) dalla Società della Mezzaluna Rossa Egiziana (ERCS), anche se il numero cambia costantemente man mano che sempre più camion umanitari hanno attraversato il confine. Includono pacchi alimentari, forniture mediche, materiali di consumo e attrezzature, articoli non alimentari, acqua potabile, latte e pannolini per bambini, tende e materiali per la pulizia oltre a 16 ambulanze. Ogni giorno entra a Gaza anche una certa quantità di carburante. Tuttavia, le quantità di carburante non sono sufficienti a soddisfare i bisogni di Gaza. I nostri colleghi del CICR hanno ripetutamente chiesto un flusso continuo e senza ostacoli di aiuti umanitari fondamentali, compreso il carburante, verso Gaza. Ciò dipende tuttavia dall’accordo di tutte le parti coinvolte.

L’ultimo comunicato stampa del CICR può essere trovato qui: Israele e territori occupati: le squadre del CICR iniziano un’operazione di più giorni per riunire ostaggi e detenuti con le loro famiglie e fornire assistenza | CICR Stiamo anche mantenendo questa pagina aggiornata con le informazioni delle nostre società sorelle che stanno rispondendo all’escalation delle ostilità nella regione in questo momento: https://www.redcross.org.uk/stories/disasters-and-emergencies/ appello-mondo/territori-palestinesi-occupati-e-crisi-israele

Dato che dici che ti trovi nel centro Italia, come forse saprai, anche i nostri colleghi della Croce Rossa Italiana stanno raccogliendo informazioni qui: https://cri.it/emergenza-israele-e-territori-palestinesi-occupati/

Speriamo che queste informazioni siano state utili.

Grazie ancora per averci contattato,

Katy Myers Green Cura del sostenitore Croce Rossa Britannica

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto