Us Air Force

JOHN CLAUSER:”IL CAMBIAMENTO CLIMATICO NON ESISTE. SONO LE NUBI CHE REGOLANO LA TEMPERATURA DELLA TERRA”

JOHN CLAUSER:"CLIMATE CHANGE DOES NOT EXIST. IT'S THE CLOUDS THAT REGULATE EARTH'S TEMPERATURE"
http://www.tankerenemy.com/2023/12/john-clauser-il-cambiamento-climatico.html

LE NUBI DETERMINANO IL BILANCIAMENTO DELLE TEMPERATURE SULLA TERRA. ECCO PERCHE’ CON LE SCIE CHIMICHE MIRANO A DISSOLVERLE

CLOUDS DETERMINE THE BALANCE OF TEMPERATURES ON THE EARTH. THIS IS WHY THEY AIM TO DISSOLVE THEM WITH CHEMTRAILS

Con le operazioni di Geoingegneria clandestina si mira ad eliminare la nuvolosità naturale, al fine di facilitare le comunicazioni via etere, in alta frequenza (Extreme High Frequency), poiché queste non vanno d’accordo con l’acqua contenuta nelle nuvole (Nuclei di Condensazione Cloud Condensation Nuclei CCN). La riduzione della copertura nuvolosa naturale, ovviamente, interferisce pesantemente sul ciclo dell’acqua (riduzione delle precipitazioni e desertificazione), ma ha un’altra conseguenza: interferisce con il bilanciamento delle temperature e quindi determina il riscaldamento della Terra. L’incremento delle temperature (localizzato) va dunque ricercato nelle attività di aerosol – condotte per mezzo di velivoli commerciali in gran parte – e non nell’ipotetico e mai dimostrato aumento dei gas serra.

A conferma di quanto sin qui scritto, oltre le dichiarazioni dei fisici Franco Prodi, Carlo Rubbia ed Antonino Zichichi, ora si aggiungono anche le asserzioni del Dr. John Clauser, anche lui fisico. Costoro confermano che le temperature del nostro pianeta sono direttamente dipendenti, oltre che dal ciclo solare, anche e soprattutto dalla presenza delle nubi, che funzionano come una sorta di termostato, riflettendo la luce del sole. Ne concludiamo che la Geoingegneria clandestina incontra l’interesse sia dei militari, sia dei truffatori che presiedono agli accordi dell’IPCC (che non considerano le nubi) e che, insieme al WEF (World Economic Forum), all’Unione Europea (UE) ed ai Governi marionetta dei singoli Stati, ha lo scopo unico di azzerare la nostra civiltà con la scusa di un inesistente cambiamento climatico di origine antropica.

With clandestine Geoengineering operations the aim is to eliminate natural cloud cover, in order to facilitate communications through the air, in high frequency (Extreme High Frequency), since these don't get along with the water contained in the clouds (Condensation Nuclei Cloud CCN). The reduction of natural cloud cover, obviously, heavily interferes with the water cycle (reduction of precipitation and desertification), but it has another consequence: it interferes with the temperature balance and therefore causes the Earth to warm. The (localized) increase in temperatures must therefore be sought in aerosol activities, largely conducted using commercial aircraft and not (military) in the hypothetical and never demonstrated increase in greenhouse gases.

To confirm what has been written so far, in addition to the statements of the physicists Franco Prodi, Carlo Rubbia and Antonino Zichichi, we now also add the assertions of Dr. John Clauser, also a physicist. They confirm that the temperatures of our planet are directly dependent not only on the solar cycle, but also and above all on the presence of clouds, which function as a sort of thermostat, reflecting the sunlight. We conclude that clandestine geoengineering meets the interest of both the military and the scammers who preside over the IPCC agreements (which do not consider clouds) and who, together with the WEF (World Economic Forum), the European Union (EU) and to the puppet governments of individual states, has the sole purpose of eliminating our civilization with the excuse of a non-existent climate change of anthropogenic origin.

John Clauser, premio Nobel per la Fisica 2022. Ecco il sunto della sua intervista.

– La grande notizia è che non esiste una vera crisi climatica. (Questo non è vero, una crisi climatica momentanea è in atto, sia a causa dell’intensa attività magnetica solare che sarà massima nel 2024 e a causa di attività di Geoingegneria clandestina che portano alla produzione di velature da scie chimiche nei cieli a causa di sostanze chimiche dannose deliberatamente sparse da aerei civili e militari ai fini del miglioramento delle telecomunicazioni in ambito militare e qui c’è la grossa complicità di diversi Governi di tutto il Mondo);
– La CO2 e il metano hanno un effetto trascurabile sul clima. (Per me è un asserzione vera in parte e valida soltanto per la CO2: il metano, il più semplice degli idrocarburi, determina un importante contributo al Riscaldamento Globale, mentre la CO2 in atmosfera in basse-medie concentrazioni no, per il motivo che è un gas che dà la vita, è il nutriente delle piante che crea il processo della fotosintesi clorofilliana, lo diceva sempre mio nonno!)
– La Terra ha le nuvole e non possiamo ignorarlo. Io sostengo che ogni tipo di nuvola fornisce automaticamente un meccanismo termostatico di riflettività della luce solare che controlla fortemente il clima e la temperatura della Terra. L’IPCC afferma di essere certa che il meccanismo dominante sia quello della CO2, ma io affermo che è assurdo. (Su questa asserzione di Clauser sono completamente d’accordo);
– Non c’è cambiamento climatico e certamente non sono convinto ci sia un collegamento con la frequenza degli eventi meteorologici estremi, il cui aumento è trascurabile. (Dipende cosa si intende per cambiamento climatico, perché non tutti hanno in testa la stessa concettualità in merito: io ritengo che l’aumento degli eventi meteorologici severi o estremi è in connessione diretta con l’attivttà magnetica solare eccezionale degli anni 2012, 2018, 2023 e sicuramente anche 2024);
– La Terra probabilmente non si sta neppure riscaldando. Tutta la cronologia delle temperature è molto sospetta, il modo in cui è stata gestita è sospetto, ma comunque, qualunque cosa accada, non è dovuta alla presenza di CO2 o metano nell’atmosfera.
(Questa asserzione per me è vera solo in parte: il Riscaldamento Globale attuale dipende dalla combinazione di fattori interni al Pianeta, legati a Geoingegneria ed al Progetto HAARP usati dai militari americani per i loro scopi legati alla loro volontà di egemonizzare il Mondo da Quarto Reich, esattamente come fece Adolf Hitler assieme ai suoi deviati e folli nazisti componenti il Terzo Reich durante la Seconda Guerra Mondiale e sia da fattori esterni al Pianeta e torno a ribadire con fermezza che dipende dall’attività magnetica solare eccezionale di questi anni, non dimenticando comunque che anche scelte insostenibili folli intraprese, come l’aumento dell’uso dei combustibili fossili dei paesi arabi dell’OPEC, l’uso del metano in Siberia dei russi, l’aumento degli allevamenti intensivi nei Paesi eccessivamente industrializzati, come USA e Cina, per combattere le carestie interne ai propri Paesi, stanno determinando comunque un contributo aggiuntivo al Cambiamento Climatico in atto da non sottovalutare nel prossimo futuro. Io piuttosto concentrerei molte delle mie attenzioni sulla sparizione di laghi imbriferi contenenti acqua dolce negli ultimi 10-15 anni, come il Lago d’Aral in Uzbekistan ed il Lago Urmia in Iran, tutti spariti a causa delle attività HAARP americane per arrivare a controllare politicamente meglio questi Paesi, guarda caso uno derivato dall’ex-blocco sovietico URSS e l’altro un paese della Mezaluna fertile a cultura dominante araba che un tempo era l’antico Impero Persiano. Gli USA stanno cercando da anni di porre entrambi questi Paesi sotto il loro dominio assoluto da remoto, a distanza e comodamente seduti sulle loro poltrone di casa, in questa considerazione mi sento molto il caro ed indimenticato ricercatore indipendente romano Stefano Pellegrosi, “Stefano Felce e Mirtillo”, uomo dalla vastissima cultura e preparatissimo in ambito elettromagnetico).

- The great news is that there is no real climate crisis. (This is not true, a temporary climate crisis is underway, both due to the intense solar magnetic activity which will be maximum in 2024 and due to clandestine geoengineering activities which lead to the production of chemtrail hazes in the skies due to substances harmful chemicals deliberately spread by civil and military aircraft for the purpose of improving telecommunications in the military sector and here there is the great complicity of various Governments around the world);
- CO2 and methane have a negligible effect on the climate. (For me it's a partially true statement and valid only for CO2: methane, the simplest of hydrocarbons, determines an important contribution to Global Warming, while CO2 in the atmosphere in low-medium concentrations does not, for the reason that it is a gas that gives life, it is the plant nutrient that creates the process of chlorophyll photosynthesis, my grandfather Carmine Palermo always said so!)
- The Earth has clouds and we cannot ignore it. I argue that each type of cloud automatically provides a thermostatic mechanism of sunlight reflectivity that strongly controls the Earth's climate and temperature. The IPCC claims to be certain that the dominant mechanism is CO2, but I say that is absurd. (I completely agree with this assertion by Clauser);
- There is no climate change and I'm certainly not convinced there is a connection with the frequency of extreme weather events, the increase of which is negligible. (It depends on what you mean by climate change, because not everyone has the same conceptualization in mind about it: I believe that the increase in severe or extreme meteorological events is in direct connection with the exceptional solar magnetic activity of the years 2012, 2018, 2023 and certainly also 2024);
- Earth is probably not even warming. The whole temperature history is very suspicious, the way it was handled is suspicious, but still, whatever happens, it is not due to the presence of CO2 or methane in the atmosphere. (This statement for me is only partially true: current Global Warming depends on the combination of factors internal to the Planet, linked to Geoengineering and the HAARP Project used by the American military for their purposes linked to their desire to hegemonize the World from the Fourth Reich , exactly as Adolf Hitler did together with his deviant and crazy Nazis making up the Third Reich during the Second World War and both by factors external to the Planet and I once again firmly reiterate that it depends on the exceptional solar magnetic activity of these years, without forgetting however that even crazy unsustainable choices undertaken, such as the increase in the use of fossil fuels by the Arab OPEC countries, the use of methane in Siberia by the Russians, the increase in intensive farming in excessively industrialized countries, such as the USA and China, to fight famines within their own countries, they are still making an additional contribution to ongoing Climate Change that should not be underestimated in the near future. I would rather focus much of my attention on the disappearance of catchment lakes containing fresh water in the last 10-15 years, such as the Aral Sea in Uzbekistan and Lake Urmia in Iran, all of which disappeared due to American HAARP activities to achieve political control these countries are better, coincidentally one derived from the former Soviet bloc USSR and the other a country in the fertile Mezaluna with a dominant Arab culture which was once the ancient Persian Empire. The USA has been trying for years to place both these countries under their absolute dominion remotely, at a distance and comfortably sitting in their armchairs at home, in this consideration I feel very strongly about the dear and unforgettable independent Roman researcher Stefano Pellegrosi, "Stefano Felce and Mirtillo", a man of vast culture and highly trained in the electromagnetic field).

Fonte, Source: Tankerenemy

http://www.tankerenemy.com/2023/12/john-clauser-il-cambiamento-climatico.html

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto al Cambiamento Climatico in atto, ma che ritiene non sia la CO2 il principale gas serr che contribuisce direttamente al Riscaldamento Globale

GLI ATTIVISTI DELLA RETE NO-MUOS MANIFESTANO A SIGONELLA CONTRO L’OFFENSIVA ISRAELIANA A GAZA

“Le vicende che incombono su Gaza in questi giorni – si legge in una nota – in cui le forze armate israeliane si accaniscono sui palestinesi e bombardano senza pietà ospedali, scuole, case civili, facendo una carneficina soprattutto di bambini, ci dimostrano l’intenzione del governo di Netanyahu di continuare la guerra, sacrificando di conseguenza le vite di altre migliaia di persone alla conquista di territori”

In foto l’ingresso della base americana di Sigonella
https://www.cataniatoday.it/cronaca/corteo-sigonella-contro-guerra-gaza.html

La comunità araba della Sicilia orientale ha organizzato per questa mattina, 19 novembre, una manifestazione davanti alla base americana di Sigonella, per protestare contro l’offensiva israeliana in corso a Gaza. Al sit in, che inizierà alle ore 11 ha aderito anche il coordinamento No-Muos. “La contro-offensiva che lo Stato israeliano continua a condurre nel territorio di Gaza sta provocando uno scempio umanitario. Le vicende che incombono su Gaza in questi giorni – si legge in una nota – in cui le forze armate israeliane si accaniscono sui palestinesi e bombardano senza pietà ospedali, scuole, case civili, facendo una carneficina soprattutto di bambini, ci dimostrano l’intenzione del governo di Netanyahu di continuare la guerra, sacrificando di conseguenza le vite di altre migliaia di persone alla conquista di territori. Sappiamo anche che gli israeliani si possono permette di fare impunemente questo massacro perché hanno le spalle coperte dagli Stati Uniti d’America che li ha sempre usati come cani da guardia per difendere i propri interessi economici e di egemonia nel Medio Oriente. Gli stessi Stati Uniti che hanno trasformato la Sicilia nella loro portaerei sul Mediterraneo e contro cui lottiamo da decenni per smantellare l’apparato bellico che hanno installato. Dalle parabole del Muos a Niscemi ai droni killer che partono dalla base di Sigonella, il nostro territorio diventa centrale nelle guerre imperialiste che gli Usa e l’apparato politico-militare internazionale conducono in Medio Oriente e in ogni altra parte del mondo. Ecco perché – concludono gli attivisti No Muos – siamo convinti che continuare la lotta contro il Muos sia il miglior modo per solidarizzare con il popolo palestinese e con gli israeliani che si oppongono al progetto genocida perpetrato dal governo israeliano”.

Fonte: Catania Today

Cos’è il MUOS

https://www.nomuos.info/cose-il-muos/

La stazione di telecomunicazioni di Niscemi (Caltanissetta) è attiva dal 1991. Si tratta di una delle infrastrutture militari più estese del territorio italiano: 1.660.000 metri quadri di terreni boschivi e agricoli, entrati nel settembre 1988 nella disponibilità del Demanio pubblico dello Stato – Ramo Difesa Aeronautica Militare, dopo l’acquisizione dalla Olmo S.p.A. di Catania.
La Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi assicura le comunicazioni supersegrete delle forze di superficie, sottomarine, aeree e terrestri e dei centri C4I (Command, Control, Computer, Communications and Intelligence) della Marina militare Usa. Un’infrastruttura ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi, come scritto nell’Accordo tecnico tra il Ministero della difesa e il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d’America riguardante le installazioni in uso alle forze USA di Sigonella, firmato a Roma il 6 aprile del 2006 dall’ammiraglio N. G. Preston, comandante US Navy per la regione europea e dal generale Mario Marioli dell’esercito italiano. Come si legge nell’accordo, l’uso esclusivo «significa l’utilizzazione dell’infrastruttura da parte della forza armata di una singola Nazione, per la realizzazione di attività relative alla missione e/o a compiti assegnati a detta forza dallo Stato che l’ha inviata». A esplicitare ulteriormente la piena sovranità di Washington, la tabella annessa all’accordo con l’elenco delle infrastrutture di «proprietà ed uso esclusivo» USA a Niscemi: il sito di trasmissione e l’antenna a microonde; l’Helix House e l’antenna a bassa frequenza LF; un magazzino di stoccaggio; un edificio per la protezione antincendio; un serbatoio d’acqua; un’officina di manutenzione elettronica; 37 antenne ad alta frequenza HF.
Le onde emesse dalle stazione coprono tutto lo spettro compreso tra le UHF e le VHF (Ultra and Very High Frequency – ultra e altissime frequenze, dai 30 MHz ai 3000 MHz, utilizzate per le comunicazioni radio con aerei e satelliti), alle ELF – VLF – LF (Extremely and Very Low Frequency – frequenze estremamente basse e bassissime, dai 300 Hz a 300kHZ), queste ultime in grado di penetrare in profondità le acque degli oceani e contribuire alle comunicazioni con i sottomarini a capacità e propulsione nucleare. A seguito della chiusura della stazione di Keflavik (Islanda), nel settembre 2006 è stato installato a Niscemi un Sistema “addizionale” di processamento e comunicazione automatico e integrato (ISABPS) che consente tutte le funzioni di collegamento in bassa frequenza con i sottomarini strategici (Atlantic Low Frequency Submarine Broadcast).
Attualmente all’interno dell’infrastruttura fervono i preparativi per l’installazione di uno dei quattro terminali terrestri al mondo del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari MUOS (Mobile User Objective System) della Marina militare degli Stai Uniti d’America (US Navy). Il terminale si comporrà di tre grandi antenne paraboliche dal diametro di 18,4 metri, funzionanti in banda Ka per le trasmissioni verso i satelliti geostazionari e di due trasmettitori elicoidali in banda UHF (Ultra High Frequency), di 149 metri d’altezza, per il posizionamento geografico. Mentre le maxi-ante trasmetteranno con frequenze che raggiungeranno valori compresi tra i 30 e i 31 GHz, i due trasmettitori elicoidali avranno una frequenza di trasmissione tra i 240 e i 315 MHz.
Il terminale terrestre di Niscemi, nelle intenzioni del Pentagono, dovrà assicurare il funzionamento dell’ultima generazione della rete satellitare in UHF (altissima frequenza) che collegherà tra loro i Centri di Comando e Controllo delle forze armate Usa, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento, i missili Cruise e i Global Hawk (UAV-velivoli senza pilota), ecc..
Al progetto siciliano, la Us Navy ha destinato oltre 43 milioni di dollari, 13 dei quali per la predisposizione dell’area riservata alla stazione terrestre, del centro di controllo, dei megageneratori elettrici e di un deposito di gasolio; 30 milioni di dollari per gli shelter e l’acquisto delle attrezzature tecnologiche del sistema MUOS.
Originariamente la base prescelta per il terminal del nuovo sistema satellitare era quella di Sigonella, la principale stazione aeronavale della Marina militare degli Stati Uniti nel Mediterraneo. Poi, la Us Navy ha deciso di dirottare l’impianto terrestre presso la vicina stazione di Niscemi. Il cambio di destinazione è stato dettato dalle risultanze di uno studio sull’impatto delle onde elettromagnetiche generate dalle grandi antenne del MUOS, elaborato da AGI – Analytical Graphics, Inc., importante società con sede a Exton, Pennsylvania, in collaborazione con la Maxim Systems di San Diego, California. Lo studio, denominato “Sicily RADHAZ Radio and Radar Radiation Hazards Model”, è consistito nell’elaborazione di un modello di verifica dei rischi di irradiazione elettromagnetica sui sistemi d’armi, munizioni, propellenti ed esplosivi ospitati nello scalo aeronavale siciliano (HERO – Hazards of Electromagnetic to Ordnance). La simulazione informatica del modello ha condotto ad un inatteso “No” all’ipotesi di utilizzo della base di Sigonella.
“Il modello Radhaz Sicilia – si legge sul sito internet dell’AGI – è stato implementato con successo a Sigonella, giocando un ruolo significativo nella decisione di non usare il sito per il terminale terrestre MUOS e di trovare una nuova destinazione”. Anche Filippo Gemma, amministratore di Gmspazio Srl di Roma (società che rappresenta in Italia la statunitense AGI), ha confermato l’esito negativo dello studio sull’impatto elettromagnetico. Nel corso di un’intervista a RaiNews 24, trasmessa il 22 novembre 2007 durante lo speciale “Base Usa di Sigonella. Il pericolo annunciato”, Gemma ha dichiarato che “una delle raccomandazioni di AGI era che questo tipo di trasmettitore non dovesse essere installato in prossimità di velivoli dotati di armamento, i cui detonatori potessero essere influenzati dalle emissioni elettromagnetiche del trasmettitore stesso”. I ricercatori hanno cioè accertato che le fortissime emissioni elettromagnetiche possono avviare la detonazione degli ordigni presenti nella base militare.
La gravità e le incongruenze degli sudi che hanno spianato la strada alla concessione delle autorizzazioni del MUOS hanno spinto l’Amministrazione comunale di Niscemi ad affidare al Politecnico di Torino un’Analisi dei rischi del Mobile User Objective System presso il Naval Radio Transmitter Facility di contrada Ulmo. Il rapporto, presentato il 4 novembre 2011 dai professori Massimo Zucchetti (ordinario di Impianti nucleari del Politecnico e research affiliate del MIT – Massachusetts Institute of Thecnology) e Massimo Coraddu (consulente esterno del Dipartimento di energetica), ha rilevato l’insostenibilità ambientale del nuovo impianto e le “gravi carenze” degli studi effettuati dagli statunitensi. “Nella valutazione redatta dalla US Navy nel 2008 – scrivono Zucchetti e Coraddu – non viene neppure esaminato quello che probabilmente è il peggiore dei rischi possibili: un incidente che porti all’esposizione accidentale al fascio di microonde, pericolosissimo e potenzialmente letale, anche per brevi esposizioni, a distanze inferiori a circa 1 Km».
“Nonostante gli scarni dati disponibili – aggiungono i due ricercatori – con la realizzazione delle nuove antenne si verificherà un incremento medio dell’intensità del campo in prossimità delle abitazioni più vicine pari a qualche volt per metro rispetto al livello esistente, con la possibilità del verificarsi di punti caldi, con un incremento del campo nettamente superiore. C’è poi il rischio di effetti acuti legati all’esposizione diretta al fascio emesso dalle parabole MUOS in seguito a malfunzionamento o a un errore di puntamento. I danni alle persone accidentalmente esposte a distanze inferiori ai 20 Km saranno gravi e permanenti, con conseguente necrosi dei tessuti”.
Le onde elettromagnetiche avranno pesantissimi effetti pure sul traffico aereo nei cieli siciliani e in particolare sul vicino aeroporto di Comiso, prossimo all’apertura. “La potenza del fascio di microonde del MUOS è senz’altro in grado di provocare gravi interferenze nella strumentazione di bordo di un aeromobile che dovesse essere investito accidentalmente”, spiegano Zucchetti e Coraddu. “Gli incidenti provocati dall’irraggiamento di aeromobili distanti anche decine di Km. sono eventualità tutt’altro che remote e trascurabili ed è incomprensibile come non siano state prese in considerazione dagli studi progettuali. I rischi d’interferenza investono potenzialmente tutto il traffico aereo della zona circostante il sito d’installazione del MUOS. Nel raggio di 70 Km si trovano ben tre scali aerei: Comiso, a poco più di 19 Km dalla stazione di Niscemi, e gli aeroporti militare di Sigonella e civile di Fontanarossa (Catania), che si trovano rispettivamente a 52 Km e a 67 Km”. Sigonella, tra l’altro, è oggetto delle pericolosissime operazioni di atterraggio e decollo dei velivoli da guerra senza pilota Global Hawk, Predator e Reaper a disposizione delle forze armate USA e NATO.
Ad oggi, del sistema mondiale MUOS si è visto ben poco. Il lancio in orbita del primo satellite è avvenuto solo 24 febbraio 2012, ventiquattro mesi in ritardo rispetto ai cronogrammi progettuali. Secondo quanto era previsto in origine, entro la fine dell’anno in corso dovevano entrare in funzione i quattro terminali a terra: uno alle Hawaii; uno a Norfolk, Virginia; uno in Australia e il quarto a Niscemi. Inoltre, le gigantesche antenne dovevano essere puntate e comunicanti con due dei quattro satelliti geostazionari programmati. Si è però verificato un impressionante numero di “imprevisti” tecnici, sono falliti numerosi test, sono state aggiunte soluzioni alternative per le apparecchiature terrestri e spaziali ed è stato modificato il link con la più potente centrale di spionaggio planetario, la NSA – National Security Agency USA. Alla fine si è pure scoperto un macroscopico errore progettuale: i quattro satelliti previsti erano insufficienti a garantire la copertura di tutti i continenti. E i produttori si sono dovuti presentare al Congresso per chiedere un finanziamento straordinario di 340 milioni di dollari per realizzarne un quinto.
Stando ai programmi rivisti e corretti, le infrastrutture terrestri saranno pienamente funzionanti solo entro il primo trimestre 2013, mentre i satelliti verranno lanciati in ordine uno all’anno (il secondo entro la fine del 2012, il terzo nel 2013, il quarto nel 2014, l’ultimo entro l’ottobre del 2015). Il programma MUOS è stato affidato nel 2002 alla Lockheed Martin, la più potente delle compagnie USA del comparto difesa, produttrice dei famigerati cacciabombardieri F-35, oltre 126.000 dipendenti e un fatturato annuo di 45,8 miliardi di dollari. In qualità di prime contractor, la controllata Lockheed Martin Space Systems di Sunnyvale (California) ha il compito di progettare e realizzare quasi tutte le componenti e le apparecchiature dei sistemi terrestri e satellitari. Alla realizzazione del sistema MUOS partecipano pure General Dynamics C4 Systems (Scottsdale, Arizona), chiamata ad installare le mega-antenne satellitari e a curare il collegamento tra i quattro distinti segmenti terrestri; Boeing Defense Space and Security (El Segundo, California), per la messa in funzione e la verifica di compatibilità del sistema; Harris Corporation (Melbourne, Florida) per la fornitura della rete dei riflettori; la filiale texana della svedese Ericsson per la costruzione di alcune porzioni del segmento integrato terrestre.
Il costo complessivo del MUOS è ancora un mistero. In alcuni documenti ufficiali si fa riferimento a una spesa complessiva di 3,26 miliardi di dollari. Un dato a cui non crede assolutamente il Government Accountaibility Office (GAO), la Corte dei Conti degli Stati Uniti d’America, che in un report del marzo 2011 sui sistemi d’arma in via di acquisizione dal Pentagono ha stimato un costo finale non inferiore ai 6 miliardi e 830 milioni di dollari, salvo altri colpi di scena.
L’iter di realizzazione del terminale terrestre MUOS a Niscemi prende il via il 27 settembre 2005, quando l’Ambasciata USA di Roma invia al Ministero della difesa italiano la richiesta del Comando di NAVFAC Europe and South West Asia (Napoli-Capodichino) d’installare nella grande stazione aeronavale di Sigonella uno dei terminali terrestri del nuovo sistema satellitare. Nonostante si tratti di un programma altamente strategico, di proprietà delle forze armate statunitensi, le caratteristiche e le implicazioni del sistema MUOS non vengono discusse in Consiglio dei ministri, né il Ministero della difesa sente il dovere di presentarlo in Parlamento. A valutare la scarna documentazione è chiamato il III reparto – Politica militare e pianificazione dello Stato Maggiore della difesa (Roma) che il 9 marzo 2006 dà la propria autorizzazione.
Intanto la Marina degli Stati Uniti, preoccupata dei possibili effetti negativi delle microonde del MUOS sul traffico aereo militare, aveva deciso di dirottare il nuovo impianto di telecomunicazioni nella stazione NRTF – Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi e informava il comandante del 41° Stormo dell’Aeronautica italiana di stanza a Sigonella, che a sua volta inoltrava a Roma la scheda relativa al nuovo progetto di Niscemi, annotando che l’Aeronautica non aveva «nulla contro per quanto concerne il posizionamento del MUOS, fermo restando le opportune verifiche di impatto tecnico-strumentale ed ambientale». Il 31 ottobre 2006 la Direzione generale dei lavori e del demanio del Ministero della difesa approvava in via definitiva la richiesta del Comando US Navy, precisando che «lo Stato Maggiore della Difesa ha espresso il non interesse delle Forze Armate italiane alla futura acquisizione delle opere in caso di dismissione statunitense». Restava solo da ottenere le autorizzazioni da parte della Regione Siciliana, in quanto i lavori per l’installazione delle nuove antenne avrebbero interessato un’area di 2.509 m2 ricadente in zona B della riserva naturale “Sughereta” di Niscemi, Sito di Importanza Comunitaria (SIC), rientrante – secondo il manuale delle linee guida per la gestione dei Siti Natura 2000 del Ministero dell’ambiente – nella tipologia «a dominanza di querceti mediterranei».
Il 24 gennaio 2007, il comando dell’Aeronautica militare di Sigonella inoltrava il progetto MUOS all’Assessorato regionale territorio e ambiente. Dopo il rilascio di un’autorizzazione di massima da parte del Servizio per i beni paesaggistici naturali ed urbanistici della Regione, nell’attesa del progetto esecutivo e dalla relazione paesaggistica, il 14 giugno 2007 l’Assessorato competente inviava copia del documento all’allora sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino.
Il 3 aprile 2008, l’Assessorato territorio e ambiente della Regione provvedeva a trasmettere al Comune di Niscemi copie dei progetti del sistema di trasmissione satellitare e per un «nuovo impianto per mitigazione dei problemi di erosione superficiale e protezione dagli incendi nell’area della postazione radiotrasmittenti della Marina Statunitense». Un mese e mezzo più tardi, il Comune riceveva dall’Aeronautica militare la relazione paesaggistica e la valutazione di incidenza ambientale predisposta dal Comando US Navy. Il 9 settembre 2008, fu convocata a Palermo una conferenza di servizi, a cui parteciparono pure due funzionari del Comune di Niscemi, che espresse all’unanimità parere favorevole sulla compatibilità ambientale del MUOS.
Sotto la spinta delle crescenti mobilitazioni popolari, l’Amministrazione comunale affidò a tre professionisti siciliani (Donato La Mela Veca, Tommaso La Mantia e Salvatore Pasta), l’incarico di studiare i possibili impatti del MUOS sulla flora e la fauna dell’importante area protetta “Sughereta”. La relazione fu consegnata il 10 ottobre 2009 e convinse il sindaco di Niscemi a disporre l’annullamento in autotutela dell’autorizzazione ambientale rilasciata l’anno prima. La relazione tecnica definì incompleta e di scarsa attendibilità la valutazione d’incidenza ambientale presentato dalla Marina militare statunitense, mentre la documentazione allegata fu bocciata perché discordante, insufficiente e inadeguata e nel progetto furono individuate gravi lacune ed omissioni.
Ciononostante i lavori furono affidati sin dalla primavera del 2008 ad un consorzio d’imprese denominato Team MUOS Niscemi, guidato dalla Gemmo S.p.A. di Arcugnano (Vicenza), ma sono iniziati solo dopo il parere favorevole dell’Assessorato regionale al territorio ed ambiente, emesso l’1 giugno 2011 senza tenere minimamente conto delle norme di attuazione previste dal Piano territoriale paesistico della Provincia di Caltanissetta per la riserva naturale di Niscemi. «Abbiamo rilevato alcune problematiche sulla conduzione delle opere di sbancamento», denunciano i rappresentanti del Movimento No MUOS. «Negli elaborati grafici del progetto, la dislocazione delle piattaforme per le antenne non corrisponde con quelle in costruzione. Nelle tavole le basi erano disposte lungo una direttrice nord-sud, mentre la loro realizzazione è in direzione est-ovest. Non sappiamo se siano mai state approvate varianti in corso d’opera al progetto. Se non è così, i lavori non sono coerenti con le autorizzazioni rilasciate. Di sicuro questa modifica, per il profilo del terreno, ha comportato un maggiore volume di terra movimentata e di conseguenza un più pesante impatto sull’ambiente e il territorio. È perfettamente visibile, poi, la distruzione di essenze arboree tutelate. La scomparsa di parte della macchia mediterranea è provata anche dalle foto satellitari in nostro possesso, scattate prima dell’inizio dei lavori».
«L’entità delle trasformazioni in atto denotano una gravissima manomissione dell’ambiente con l’aggravante di esplicarsi a danno di un’area protetta di interesse internazionale», commenta amaramente il responsabile del C.E.A. di Niscemi, Salvatore Zafarana. «Nei suoli interessati dalla megastruttura è stato stroncato un processo di successione ecologica positivo che aveva portato alla colonizzazione dei suoli sabbiosi e steppici con specie cespugliose di gariga mediterranea. La superficie destinata ad accogliere il MUOS, unita a quella occupata dalle 41 antenne erette a partire dagli anni ‘90, hanno vanificato ogni possibilità di collegamento delle aree boscate più meridionali di contrada Pisciotto con quelle più a nord di Apa, Ulmo e Vituso e con il residuo bosco di Carrubba ad est. Ad essere definitivamente compromessi sono i lotti boscati di Mortelluzzo e Valle Porco, di limitate estensioni ma di indiscusso pregio naturalistico e paesaggistico».
Ai danni ambientali si è aggiunto l’aggiramento dei protocolli istituzionali in tema di legalità e opere pubbliche. Con l’avvio dei lavori, è comparsa come subappaltatrice la “Calcestruzzi Piazza Srl”, società sotto osservazione da parte degli organi inquirenti per presunte contiguità criminali.
Secondo il senatore Giuseppe Lumia (Pd) che il 14 febbraio 2012 ha presentato una specifica interrogazione ai Ministri della difesa e dell’interno, “la Calcestruzzi Piazza ha come amministratore unico Concetta Valenti, il cui marito convivente è Vincenzo Piazza, che, in base ad indagini della Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Caltanissetta nonché ad altri elementi info-investigativi segnalati dalle Forze dell’ordine, apparirebbe fortemente legato al noto esponente mafioso del clan Giugno-Arcerito, Giancarlo Giugno, attualmente libero a Niscemi”.
Il senatore Lumia rileva che nel corso dell’indagine Atlantide-Mercurio della procura antimafia di Caltanissetta (gennaio 2009) “sono emersi contatti del Piazza con esponenti mafiosi» che «evidenziano ingerenze e condizionamenti di Cosa nostra nell’appalto per i lavori di recupero, consolidamento e sistemazione a verde dell’area sottostante il Belvedere, commissionati dal Comune di Niscemi”. Il 7 novembre 2011, la Prefettura di Caltanissetta ha reso noto che dopo le verifiche disposte dalle normative in materia di certificazione antimafia, “sono emersi elementi tali da non potere escludere la sussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi della sopracitata società”. Alla base del pronunciamento prefettizio, i contenuti di un rapporto della Divisione Polizia anticrimine della Questura di Caltanissetta del 6 ottobre 2011, e di quello della Sezione Criminalità organizzata della stessa Questura del 27 dicembre 2010.
A seguito dell’intervento prefettizio, il 25 novembre 2011 il dirigente dell’Area servizi tecnici della Provincia regionale di Caltanissetta ha sospeso la “Calcestruzzi Piazza” dall’Albo delle imprese per le procedure di cottimo-appalto. Venti giorni dopo anche il capo ripartizione per gli Affari generali del Comune di Niscemi ha disposto l’esclusione della società dall’elenco dei fornitori e dall’Albo delle imprese di fiducia. I Piazza hanno presentato ricorso al TAR di Palermo che ha però confermato la legittimità dei provvedimenti adottati dagli enti locali.

Scheda preparata dal peace researcher Antonio Mazzeo per conto della Delegazione di sindaci e rappresentanti dei Comitati No MUOS in audizione a Roma (11 settembre 2012) davanti alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati e del Comitato d’inchiesta sull’uranio impoverito del Senato della Repubblica.

Fonte: Comitato No MUOS Niscemi, Sicilia Italia

https://www.nomuos.info/cose-il-muos/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

IL TAR DELLA SICILIA DICHIARA ILLEGALE IL SISTEMA SATELLITARE USA MUOS DI NISCEMI (CT)

https://www.lindipendente.online/2022/11/23/muos-il-tar-dichiara-illegale-il-sistema-satellitare-usa-in-sicilia/

MUOS: il TAR dichiara illegale il sistema satellitare USA in Sicilia

La base MUOS italiana di Niscemi non doveva essere costruita: così ha decretato il Tar di Palermo, pronunciandosi in merito a un ricorso presentato dal Comune di Niscemi. L’impianto di difesa statunitense, la cui costruzione è già stata ultimata, è stato infatti realizzato all’interno di un’area protetta senza che fossero rispettate le norme edilizie e senza che fossero stati ascoltati tutti i pareri nel corso della conferenza dei servizi che diede il via libera ai lavori.

Il ricorso è stato presentato contro il ministero della Difesa e gli assessorati che parteciparono alla conferenza la quale, secondo i giudici amministrativi, non avrebbe potuto essere conclusa “dando per acquisito a tale data il silenzio assenso del Comune“, il quale aveva chiesto del tempo per potersi pronunciare sulla questione. Il MUOS (Mobile User Objective System) è un gigantesco impianto gestito dal Dipartimento della Difesa statunitense che integra forze navali, aeree e terrestri degli Stati Uniti nel mondo, di fondamentale importanza per lo svolgersi di missioni che utilizzino droni. Il sistema, concepito dall’amministrazione di George W. Bush nel 2004, consta di quattro basi terrestri, delle quali una è stata costruita nella Sughereta di Niscemi (Caltanissetta, a circa 80 km da Sigonella), all’interno della quale vi sono specie vegetali protette e vi nidificano diverse specie di uccelli. Le restanti basi MUOS sono divise tra Australia, stato della Virgina (USA) e Hawaii.

Il Comitato No MUOS, il quale da oltre un decennio lotta contro l’opera sostenendone l’illegittimità, ha dichiarato come “Questa sentenza, per quanto inefficace nella sua sostanza, a meno che il Comune di Niscemi non richieda la demolizione delle opere costruite, ci dice una cosa chiara: all’interno della riserva, e della base NRTF-MUOS degli Stati Uniti d’America, sussistono opere abusive dichiarate illegittime da una sentenza del Tar e non è poi tanto vero che si possa far ricorso al regime derogatorio delle norme ordinarie in casi come questi”.

Nel frattempo, tuttavia, il tribunale di Gela ha emesso 17 condanne a 2 anni di reclusione per altrettanti attivisti del movimento (tra i quali alcuni minorenni all’epoca dei fatti) per quanto accaduto nel corso di una manifestazione svoltasi il 1° marzo 2014. In questa data il corteo, composto da oltre 5 mila persone provenienti da tutta Italia, “violava le prescrizioni della questura per attraversare quel pezzo di territorio da troppo tempo ormai sottratto per gli interessi militari USA” scrive il Comitato in una nota. I manifestanti deviarono infatti dal percorso concordato con la Questura attraverso la Sughereta e riuscirono a forzare il cordone di agenti in tenuta antisommossa per raggiungere il cancello n.4 del MUOS, dal quale sono visibili le tre antenne.

[di Valeria Casolaro]

Fonte: L’Indipendente

Il Tar di Palermo boccia il Muos: “Illegittimo il via libera al super-radar Usa”

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2022/11/21/news/muos_niscemi_abusivo_tar_palermo-375451483/

di Claudio Reale

Condannato il ministero della Difesa. Ma l’opera è già stata ultimata. Il tribunale di Gela infligge 2 anni ciascuno ai manifestanti finiti sotto accusa nel 2014

La parte italiana del Muos, il super-sistema di difesa voluto dagli Stati Uniti e installato a Niscemi, in provincia di Caltanissetta, è stata costruita senza rispettare le norme edilizie. La nuova grana per il ministro della Difesa Guido Crosetto arriva dal Tar di Palermo, che si è pronunciato su un ricorso del Comune di Niscemi: secondo il tribunale amministrativo nel 2018 il suo dicastero “non avrebbe potuto concludere la conferenza di servizi disponendo l’approvazione dei progetti in parola, dando per acquisito a tale data il silenzio assenso del Comune”.

La storia del Muos e la mobilitazione per stopparlo si trascinano da anni. Il sistema di difesa satellitare è stato concepito durante l’amministrazione Usa di George W. Bush e annunciato nel 2004: prevede quattro radar in tutto il mondo, con basi terrestri oltre che a Niscemi in Australia, nello stato americano della Virginia e alle Hawaii. Il punto è che l’impianto siciliano si trova all’interno di una riserva naturale orientata, la Sughereta: qui, oltre a 30 specie di orchidee, viene tutelata la zona di nidicazione di poiana, colombaccio, cuculo, ghiandaia, barbagianni, gruccione e upupa.

Torri e antenne fino a 150 metri: il Muos è ultimato

Il MUOS, l’installazione satellitare USA sita a Niscemi (CT) in Sicilia, Italia

Proprio da questo hanno preso spunto la sfida davanti al Tar. Se infatti contro l’opera c’è stata una grande mobilitazione pacifista, l’appiglio legale per contrastarla è stato fornito dalle questioni ambientali: il principale dei ricorsi, portato avanti da Legambiente, è stato però bocciato dal Consiglio di giustizia amministrativa, l’organo che in Sicilia prende il posto del Consiglio di Stato e si pronuncia dunque in secondo grado sui contenziosi amministrativi.

Il corteo diventa una festa, duemila in piazza per lo stop ai lavori del Muos

Quella sentenza, però, è arrivata all’inizio di gennaio del 2019, pochissimi giorni dopo i fatti che il Comune contesta al ministero della Difesa: tanto che per il Tar le due pronunce sono sganciate, vista “la non coincidenza tra i lavori di quel giudizio e quelli oggetto del presente”.

No Muos, attivisti sulle antenne: persa una battaglia, non la guerra

Si tengono stretti alle antenne cercando di non cadere. Sono alcuni attivisti no Muos che da un paio di giorni hanno varcato la recinzione militare americana per protestare contro il Muos, il sistema satellitare della Marina Usa che entro quest’anno entrerà in funzione. Il corteo ha visto soltanto un migliaio di partecipanti, con il sostegno del Movimento 5 Stelle, Tsipras e Sel. “Abbiamo perso la battaglia, non la guerra” è il grido di battaglia degli attivisti e del sindaco Francesco La Rosa che ha sostenuto i niscemesi durante il corteo. (Testo e foto di Alessandro Puglia)

Questa volta, infatti, il Comune contesta l’ultimo via libera alle opere, quello dato a dicembre del 2018. Il ministero aveva presunto il silenzio-assenso dell’amministrazione, che però pochi giorni prima aveva messo nero su bianco la richiesta di aspettare: “A tutt’oggi – si legge in quella nota – non sono pervenuti i pareri dell’ente gestore della riserva e della soprintendenza ai Beni culturali di Caltanissetta”. Il ministero tirò dritto, concedendo l’ultimo via libera a un’opera che adesso è completa: cosa si debba fare adesso sarà una questione da risolvere nei prossimi giorni.

Intanto, però, 17 manifestanti No Muos sono stati condannati a due anni ciascuno per la manifestazione dell’1 marzo 2014. Alcuni di loro erano minorenni. “Non ci stupisce affatto – commenta il Movimento No Muos – dato il clima generale, per cui leggi, misure preventive e sentenze sproporzionate vengono applicate con l’intento di gestire e reprimere il dissenso”.

Fonte: Repubblica

In merito all’eroica resistenza dei siciliani contro il MUOS USA, si è espresso anche il grande filosofo Diego Fusaro

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

AEREO NATO NEL CIELO DELLE MARCHE PRIMA DEL DISASTRO: COSA CI FACEVA?

AEREO DELLA NATO PARTITO DALLA GERMANIA ED ARRIVATO SUI CIELI DELLE MARCHE PRIMA DELL’ALLUVIONE CHE HA PROVOCATO 11 MORTI https://www.byoblu.com/2022/09/19/areo-nato-nel-cielo-delle-marche-prima-del-disastro/

Sale a undici il bilancio dei morti causati dalla grave alluvione che ha colpito le Marche nella notte tra giovedì 15 e venerdì 16 settembre 2022. Decine i feriti e immensi i danni provocati, con le autorità ancora impegnate nelle ricerche dei dispersi, al momento si parla di due persone. Una perturbazione di dimensioni notevoli che ha “bucato” la previsione del sistema d’allarme meteo, tarato soltanto sul primo livello, ossia il giallo. I dati dicono che in sei ore sono caduti 400 mm d’acqua, circa un terzo di quello che normalmente piove in un anno intero. Qual è stata la causa di una tale bufera? I siti di previsioni meteo attribuiscono le cause a masse d’aria calda e umida provenienti dall’Atlantico tropicale.

Quell’aereo NATO che si è fatto un giro in Italia

I media parlano invece di cambiamento climatico causato dall’uomo e dalla siccità, ma sul Web qualcuno avanza un’ipotesi che i vari Puente e Maicolengel non vedrebbero l’ora di definire “teoria del complotto”. Poco dopo il disastro, su Twitter ha iniziato a circolare un video che ritrae l’itinerario di un aeroplano tracciato dal sito Flightradar24, sito che riporta le tratte di qualsiasi velivolo si alzi in volo. Che cos’ha di speciale questo aereo? Si tratta di un Boeing E-3 Sentinella (NATO01) decollato il 13 settembre alle 12:35 dalla base NATO di Geilenkirchen in Germania con destinazione Konya, in Turchia.

Il volo NATO ha sorvolato la zona poi alluvionata

Sì, ma cosa c’entra con l’alluvione nelle Marche? Il velivolo non ha mai raggiunto la sua destinazione. Dopo essere decollato, l’areo si è diretto verso il Nord est dell’Italia, soffermandosi in volo tra l’Emilia-Romagna e le Marche, prima di rientrare a Geilenkirchen alle 19:09. Incredibile coincidenza: il velivolo NATO ha sorvolato molteplici volte la stessa zona che appena due giorni dopo è stata colpita da perturbazioni senza precedenti. Senigallia, Bettolelle, Trecastelli, alcune delle aree più colpite, sono state poco prima sorvolate dal misterioso aeroplano dell’Alleanza atlantica.

Nessuna correlazione con il cloud seeding?

La “correlazione” che i curiosi online stabiliscono riguarda il cosiddetto cloud seeding, ovvero l’inseminazione delle nuvole. Si tratta di una manipolazione artificiale del clima che mira a cambiare la quantità e il tipo di precipitazione attraverso la dispersione nelle nubi di sostanze chimiche per favorire le precipitazioni. Le sostanze possono essere rilasciate da dispositivi a terra, o disperse tramite l’uso di razzi e aerei. La scoperta della semina delle nuvole risale al luglio del 1946 ed è attribuita al chimico statunitense Vincent Schaefer.

New York Times nel 72′: “Gli Usa utilizzano la pioggia come arma”

Una volta scoperta, la tecnica ha continuato ad essere studiata e praticata, in particolare in campo militare. “La creazione di piogge viene usata dagli Stati Uniti come un arma”, questo il titolo in prima pagina del New York Times risalente al 3 luglio 1972. Nell’articolo emerge che “gli Stati Uniti hanno segretamente inseminato nuvole nel Vietnam del Nord e del Sud, e in Laos per aumentare e controllare le perturbazioni a scopi militari”.

Le tempeste NATO in Europa nel 1976

Negli anni Settanta negli States si sono tenute diverse audizioni al Congresso proprio per quanto riguarda la manipolazione del tempo meteorologico. In un vecchio rapporto speciale dell’International Press Service (IPS), agenzia di stampa internazionale, viene trattato il tema delle anomale tempeste che si sono abbattute sull’Europa a Capodanno del 1976.

Senza tanti giri di parole, il rapporto indirizzato al Comitato per le relazioni estere del Senato Usa spiega che le tempeste “sono state causate da un programma di modificazione meteo attuato dalla NATO”. L’intenzione era quella di demoralizzare la “classe proletaria”, per consentire ai Governi di portare avanti “i programmi di austerità”, che all’epoca erano in vigore negli Stati Uniti, in Canada e nell’Europa occidentale.

La manipolazione del clima ha continuato a scuotere l’opinione pubblica, tanto che nel maggio del 1977, 74 paesi delle Nazioni Unite, tra questi gli Usa, hanno adottato una risoluzione per porre fine alla geoingegneria per scopi bellici. Tante belle premesse, ma che sembrano essere state disattese dalla comunità internazionale.

Air Force nel 1996: “Possedere il clima nel 2025”

Per gli appassionati del tema, non può infatti mancare la lettura del testo “Possedere il clima nel 2025”, una ricerca portata avanti dalla US Air Force (USAF) nel 1996 e finanziata dal Dipartimento di Difesa USA. Ad ogni modo, il disclaimer recita: “le posizioni espresse in questo rapporto non riflettono la politica ufficiale o la posizione dell’Air Force Usa, del Dipartimento di Difesa, o del governo degli Stati Uniti”.

Eppure, gli autori sembrano abbastanza certi del futuro della promettente tecnologia per il cambiamento climatico fai da te. “Negli Usa, la modificazione del clima diventerà probabilmente parte della politica di sicurezza nazionale, con applicazioni domestiche e internazionali”recita il sommario. “Questi livelli – si legge – potrebbero includere azioni unilaterali, la partecipazione in una struttura come la NATO, l’adesione a un’organizzazione internazionale come l’ONU, o la partecipazione a una coalizione”.

“Meglio indurre le piogge che utilizzare il napalm”

Il tempo meteorologico come arma è da tempo oggetto di discussione negli ambienti NATO. Ne parla, ad esempio, l’Associazione Canadese per la NATO in un articolo del 2013, dove viene menzionato anche il famoso episodio storico in Oriente. “I sostenitori della manipolazione climatica affermano che indurre piogge in Vietnam è stato più appropriato che utilizzare il napalm”. Insomma, meglio un proiettile nell’occhio, che nel cervello. Una volta spulciati i documenti ufficiali e chiuso il libro di storia, la domanda sembra più che lecita: cosa faceva l’aereo NATO01 sopra i cieli delle Marche due giorni prima del disastro?

Fonte: Byoblu, la tv dei cittadini canale 262 DTV

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo