Enzo Pennetta

REFERENDUM SULLE ARMI A RISCHIO: SERVONO 200000 FIRME ENTRO POCHI GIORNI

https://www.lindipendente.online/2023/07/10/referendum-sulle-armi-a-rischio-servono-200-000-firme-in-pochi-giorni/

Il tempo per raccogliere le firme per il referendum contro l’invio di armi in Ucraina promosso dal comitato Ripudia la Guerra sta per scadere: la campagna, iniziata il 23 aprile scorso, terminerà, infatti, il prossimo 21 luglio e le adesioni raccolte fino ad ora non sono sufficienti a raggiungere la soglia delle 500.000 firme richieste. Ciò soprattutto a causa della scarsissima diffusione mediatica che ha avuto il referendum in questioneSecondo il capo del comitato, il professor Enzo Pennetta, la campagna referendaria è stata sottoposta «ad una selvaggia quanto totale censura da parte degli organi di informazione ed in primo luogo dalla RAI di Stato, prima nella versione di centro sinistra e cinque stelle, ed ora anche nella versione targata centro destra». Secondo cifre approssimative, sono state raccolte finora circa 295.000 firme. Di conseguenza, se in questi ultimi giorni non ci sarà un notevole incremento delle sottoscrizioni (ne servono almeno 200.000), la consultazione popolare non potrà avere luogo. Il referendum è particolarmente importante perché buona parte della popolazione italiana è contraria all’invio di armi in Ucraina, cosa di cui il Parlamento italiano non tiene conto. La consultazione, dunque, è l’unico strumento per fare sentire la voce dei cittadini secondo le regole più basilari della democrazia, su questo punto totalmente calpestata dalla politica.

È possibile firmare attraverso tre modalità: presso i banchetti presenti nelle strade di molte città italiane, ora però conclusi in molti comuni; in modo digitale attraverso una piattaforma apposita, utilizzando SPID o altri strumenti di firma digitale al costo di 1,50 euro a firma, oppure negli uffici del proprio comune di residenza. Si tratta di un gesto importante per esprimere la posizione del popolo italiano e per fermare quella che rischia di diventare ogni giorno di più una guerra globale, considerato l’uso di armi sempre più letali che viene inviato in Ucraina dagli Stati occidentali. Nel caso italiano, l’invio di materiale bellico è costato ai cittadini italiani già dieci miliardi di euro: si tratta di fondi che avrebbero potuto essere impiegati per lavoro, pensioni, case, ospedali, istruzione e trasporti. A fronte di una spesa così imponente, è ormai sempre più evidente che la “strategia” intrapresa dal blocco atlantico ha il solo effetto di prolungare il conflitto, aumentando dolore, morte e depressione economica e rischiando un’escalation inarrestabile. A questa soluzione guerrafondaia, il comitato Ripudia la Guerra contrappone i negoziati diplomatici che richiedono, però, un compromesso tra le due parti e, dunque, l’accantonamento del “piano di pace” in 10 punti proposto da Zelensky che prevede il ritiro incondizionato dell’esercito russo e il ripristino dei confini del 1991.

Uno dei promotori del referendum, insieme a Ugo Mattei, Carlo Freccero e Franco Cardini, è il professore di storia e filosofia, Davide Tutino che – già noto per le proteste contro il Green Pass – ha iniziato lo sciopero della fame contro quella che chiama “congiura del silenzio referendario”. Interpellato telefonicamente da L’Indipendente, il professor Tutino ha spiegato che, giunto al trentaseiesimo giorno di sciopero, ha deciso ieri a Genova di interrompere gradualmente l’astinenza dal cibo, in quanto l’intento iniziale era quello di chiedere al suo corpo di «essere la clessidra del tempo che rimaneva a disposizione per firmare». «Ora abbiamo concluso la raccolta firme nei banchetti fisici in strada. Per questo motivo ho sospeso questo sciopero che viene comunque continuato da decine di altre persone a staffetta», ha proseguito. Per quanto riguarda il silenzio che i media hanno mantenuto sul referendum, Tutino ha sottolineato che la richiesta di divulgazione della consultazione sui media non era una «richiesta deontologica», ma «poiché l’articolo 75 della Costituzione prevede il diritto al referendum e poiché si parla ininterrottamente della guerra in Ucraina, è impensabile che non si informi i cittadini su questo». Secondo lui, dunque, è evidente la «volontà censoria» dei media mainstream. Inoltre, il suo sciopero della fame – ha chiarito – non era relativo esclusivamente al referendum contro l’invio di armi in Ucraina, bensì era volto a promuovere l’importanza in generale di questo strumento giuridico. A breve, infatti, ci saranno altri due plebisciti: uno sulla salute e un altro sulla caccia.

Il silenzio dei media sulla raccolta firme per il referendum contro le armi in Ucraina è una testimonianza ulteriore di come l’informazione sia influenzata da forti interessi nazionali e sovranazionali e non sia realmente al servizio dei cittadini. Nel caso specifico, appare evidente l’asservimento della comunicazione alle posizioni del blocco occidentale e dell’Alleanza atlantica (NATO) che si è tradotto nella censura completa di un referendum determinante per il futuro dell’Italia e non solo.

[di Giorgia Audiello]

Fonte: L’Indipendente Online

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

REFERENDUM GUERRA IN UCRAINA: COME RACCOGLIEREMO 700 MILA FIRME. FRECCERO, PENNETTA, MATTEI. #QUIREFERENDUM

Byoblu, la tv libera dei cittadini visibile al canale 262 del Digitale Terrestre, gestita dal giornalista indipendente Claudio Messora sta informando riguardo il Referendum abrogativo contro l’invio di armi e soldi per alimentare la guerra in Ucraina proposto ed istituito da Carlo Freccero, Enzo Pennetta ed Ugo Mattei, in contrasto con la linea governativa mposta dal Governo Meloni e per accertare la sicura contrarietà del Popolo italiano ad inviare armi e soldi a Kiev per finanziare una guerra di chiara natura geopolitica nella quale la nostra popolazione italiana non si riconosce affatto. L’art. 11 della nostra Costituzione recita che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni” https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-11#:~:text=L%27Italia%20ripudia%20la%20guerra,la%20giustizia%20fra%20le%20Nazioni%3B

In Italia abbiamo tre tipi diversi di referendum: uno consultivo, uno confermativo ed uno abrogativo: nel referendum consultivo i governanti non sono vincolati al parere espresso dai cittadini: dipende da quale valore attribuiscono alla consultazione popolare, nel referendum confermativo le leggi costituzionali o di revisione costituzionale, possono essere sottoposte a referendum, (cosiddetto “referendum costituzionale”), quando entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano richiesta un quinto dei membri di una Camera o 500.000 elettori o 5 Consigli regionali. Non è previsto un numero minimo di votanti e la proposta soggetta a referendum è approvata se i voti favorevoli superano quelli sfavorevoli, mentre il referendum abrogativo, anche quello proposto in questa sede viene proposto da 500.000 cittadini o da 5 Consigli Regionali che possono proporre all’elettorato l’abrogazione, ovvero la decadenza, di una legge (in modo totale o parziali). Per essere ritenuto valido, deve partecipare alla votazione almeno il 50% degli elettori (il cosiddetto “quorum”) e la proposta soggetta a referendum è approvata se viene raggiunta la maggioranza dei voti validi. Se il quorum non viene raggiunto resta in vigore la legge attuale, qualunque sia il risultato del referendum.

#Quireferendum, l’iniziativa proposta da Carlo Freccero, Enzo Pennetta ed Ugo Mattei a difesa della libertà e della democrazia, per promuovere la pace tra le Nazioni ed esprimere la totale contrarietà alla politica del Governo Meloni, di continuare a finanziare la guerra in Ucraina e ad inviare armi a Kiev.
https://www.byoblu.com/2023/04/22/referendum-guerra-come-raccoglieremo-700-mila-firme-freccero-pennetta-mattei-quireferendum/#:~:text=Oggi%2C%2022%20aprile%202023%2C%20si,di%20interesse%20nella%20sanità%20pubblica.

QUI REFERENDUM è il nuovo format di BYOBLU per conoscere ed approfondire con maggior consapevolezza la tematica referendaria proposta e sostenuta dai promotori del comitato “Ripudia la Guerra”, con portavoce Enzo Pennetta e di “Generazioni Future” con Presidente Ugo Mattei.

In un momento di grande rilevanza storica, il popolo italiano torna dopo tanto tempo ad avere la possibilità di esprimere la propria sovranità riprendendo in mano il proprio destino

Oggi, 22 aprile 2023, si inaugura la raccolta firme per il referendum “L’Italia per la pace”, organizzato su due quesiti volti ad impedire il continuo e dispendioso trasferimento di armi in Ucraina e sulla legittimità della partecipazione alla guerra, più un quesito sui conflitti di interesse nella sanità pubblica

La raccolta firme per il referendum terminerà il prossimo 15 luglio. In questi due mesi e mezzo che ci separano dall’obiettivo, BYOBLU vi accompagnerà alla scoperta di questo importante strumento fornito dalla nostra Costituzione

In studio con Claudio Messora, per questa prima puntata, oltre ad Enzo Pennetta ed Ugo Mattei, ci sarà anche Carlo Freccero, storico autore televisivo, già consigliere d’amministrazione Rai e direttore di Rai2. 

In questa sorta di “battesimo”, impariamo a conoscere i quesiti che verranno presentati:

QUESITO SULLA DEROGA ALLA NORMA SULL’INVIO DI ARMI CON DCM, DECRETO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Che consente di colpire la legge che consente di inviare armi a Paesi in guerra col consenso del Governo

«Vuoi tu che sia abrogato l’art. 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 (Disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorita’ governative dell’Ucraina), convertito in legge n. 8 del 27 gennaio 2023 nelle parole: “E’ prorogata, fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorita’ governative dell’Ucraina, di cui all’art. 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28, nei termini e con le modalita’ ivi stabilite.”?»

QUESITO SULL’INVIO DI ARMI

Che va a colpire più in particolare l’attuale deroga fatta per l’Ucraina dai governi Draghi e Meloni

«Volete voi che sia abrogato l’art. 1, comma 6, lettera a), legge 09 luglio 1990, n. 185, rubricata “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, e successive modificazioni (che prevede: “6. L’esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento sono altresì vietati: a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i princìpi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere” limitatamente alle parole “o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere”?»

QUESITO SUL CONFLITTO DI INTERESSI NELLA SANITÀ

Che consente di decidere di non contribuire al massacro di popolazioni civili utilizzando gli stessi fondi per curare la nostra popolazione. 

«Vuoi tu abrogare l’art. 1 (Programmazione sanitaria nazionale e definizione dei livelli uniformi di assistenza), comma 13, decreto legislativo n. 502/1992 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art. 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421 (Gazzetta Ufficiale n. 305 del 30 dicembre 1992 – Supplemento ordinario n. 137)) limitatamente alle parole “e privati e delle strutture private accreditate dal Servizio sanitario nazionale”?»

BYOBLU, come emittente nazionale, sarà uno strumento che arriverà nelle case degli italiani, dando ampio spazio al dibattito con appuntamenti settimanali aperti a tutti, fino all’ultimo giorno disponibile per la campagna di raccolta firme per il referendum. La TV DEI CITTADINI sarà megafono di un pensiero volto alla pace ricordando che, come sottolinea Carlo Freccero “la parola guerra deve ritornare al suo antico valore: orrore, nausea, rifiuto!

VAI QUI PER LA RACCOLTA FIRME

https://raccoltafirme.cloud/app/user.html?codice=SANITA

https://raccoltafirme.cloud/app/user.html?codice=ARMI

https://raccoltafirme.cloud/app/user.html?codice=RIPUDIA_LA_GUERRA

Anche Diego Fusaro, Professore di Filosofia all’IASSP (Istituto Alti Studi Strategici Politici) dell’Università di Milano ci invita a firmare per il referendum contro la guerra in Ucraina:

Buon referendum a tutti e a tutte e che trionfino la libertà e la democrazia sulle forze oscure che muovono la guerra in Ucraina.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus