Giudici riuniti per decidere sulla sospensiva dell’ordinanza di abbattimento di Jj4, l’animale che ha ucciso il runner Andrea Papi: 24 ore per la sentenza. Manifestanti davanti al tribunale: slogan, cartelli e zona presidiata
Si dovrà attendere ancora per conoscere la sorte dell’orsa Jj4. I giudici del Tar di Trento, salvo inattese sorprese in coda, nella camera di consiglio riunita da stamane, giovedì 25 maggio, completeranno l’esame dei ricorsicontro l’ordinanza di abbattimento dell’animalee contro quella – firmata, come la prima, dal presidente della Provincia, Maurio Fugatti, che dispone la cattura dell’altro orso, Mj5, tutt’ora libero nei boschi trentini. La decisione finale sarà comunicata domani: altre 24 ore, quindi, prima di chiudere il cerchio che si è aperto con la morte del 26enne runner Andrea Papi, sbranato da Jj4 il 5 aprile scorso, nei boschi sopra Caldes. I ricorsi sono otto, perché ai due principali presentati da Lav, Lega anti vivisezione, se ne sono sommati altri di associazioni animaliste, che si sono accodate alle iniziative principali.
L’ottimismo degli animalisti
Il presidente di Lav, a Trento nel giorno criciuale per tutti quelli che, da fronti opposti, attendono una soluzione alla «questione orsi», ha dispensato ottimismo. «I periti di parte che abbiamo schierato – le parole di Gianluca Felicetti – sono studiosi di fama internazionale, che, in passato, hanno completato anche studi tecnico-giuridici sul tema e qui hanno firmato relazioni di cui, ne siamo convinti, il Tar non potrà non tenere conto». Felicetti ha ribadito la posizione dell’associazione: «Quegli animali non sono pericolosi. Quanto a Mj5, noi speriamo che non venga mai catturato e che il decreto di uccisione per Jj4 venga cancellato dalla decisone della giustizia amministrativa…». Quanto alla sorte dell’orsa Jj4, «se non ci sarà la possibilità di restituirla alla natura, l’alternativa, che abbiamo indicato fin dal primo momento, può essere l’ospitalità in Germania, in Romania o in Giordania, con l’associazione austriaca che gestisce una struttura in quel Paese… Qualsiasi luogo che non sia il Casteller (il centro vivaistico forestale in zona Trento Sud, da sempre criticato dagli animalisti, ndr) dove ancora marcisce uno deglio orsi catturati anni fa dalla proviancia… Tutti dati di fatto di cui i giudici non potranno che tener conto. Siamo fiduciosi».
Fin dal primo mattino, una cinquantina di persone, tutte o prevalentemente appartenenti ad associazioni animaliste, ha manifestato con cartelli e striscioni di fronte alle sede del Tar. «Vogliamo buon senso e giustizia. Gli orsi fanno gli orsi e non sono criminali», lo slogan vergato in nero su striscione a fondo giallo. Tra le richieste degli animalisti c’erano anche le dimissioni immediate del presidente della Provincia e dell’assessore alla Caccia e pesca, Giulia Zanotelli. I più accesi, magari con una punta di scherzo, si sono spinti alla richiesta di carcere per Fugatti. Via Calepina, dove ha sede il Tribunale amministrativo, era presidiata da forze di polizia in tenuta antisommossa e anche l’accesso al tribunale amministrativo era stato vietato. La manifestazione, comunque, si è chiusa verso le 13 senza eccessive asperità.
Fonte: Corriere del Trentino
Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus
Bruxelles, in 50mila alla manifestazione no vax contro le restrizioni anti Covid: scontri e assalto alle sedi Ue. 70 arresti e 15 in ospedale
È stata un’altra domenica di proteste contro le misure sanitarie e scontri con la polizia a Bruxelles: una manifestazione organizzata nella capitale belga ha coinvolto circa 50mila persone, alcune delle quali sono venute a contatto con gli agenti: lanci di oggetti, fumogeni e cariche per buona parte del pomeriggio. Il bilancio, provvisorio, parla di 70 arresti e decine di feriti. La manifestazione era organizzata da tempo e comprendeva diversi movimenti critici verso le misure sanitarie introdotte dal governo federale belga. Non è la prima del suo genere: nella città, sede delle principali istituzioni dell’Ue, si svolgono proteste di questo tipo ogni domenica dallo scorso autunno.
Bruxelles, in 50mila alla manifestazione no vax contro le restrizioni anti Covid: scontri e assalto alle sedi Ue. 70 arresti e 15 in ospedale
È stata un’altra domenica di proteste contro le misure sanitarie e scontri con la polizia a Bruxelles: una manifestazione organizzata nella capitale belga ha coinvolto circa 50mila persone, alcune delle quali sono venute a contatto con gli agenti: lanci di oggetti, fumogeni e cariche per buona parte del pomeriggio. Il bilancio, provvisorio, parla di 70 arresti e decine di feriti. La manifestazione era organizzata da tempo e comprendeva diversi movimenti critici verso le misure sanitarie introdotte dal governo federale belga. Non è la prima del suo genere: nella città, sede delle principali istituzioni dell’Ue, si svolgono proteste di questo tipo ogni domenica dallo scorso autunno.
Bruxelles, violenze e scene di guerriglia urbana alla manifestazione contro le restrizioni anti-Covid19.
In questo caso, però, hanno aderito anche organizzazioni straniere, come World Wide Demonstration for Freedom e Europeans United for Freedom. Lungo il corteo, partito intorno alle 11 dalla Stazione Nord di Bruxelles, si vedevano bandiere di numerosi Paesi europei e diversi manifestanti sono arrivati dall’estero. Un partecipante svizzero, intervistato dalla tv belga LN24, ha spiegato che l’obiettivo della protesta era la “riconquista della libertà”, sottratta dai governi. Numerosi gli striscioni contro l’attuale Primo ministro Alexander De Croo e il pass sanitaire, l’equivalente del green pass italiano, che in Belgio è necessario per accedere a bar, ristoranti ed eventi pubblici.
Le attuali misure in vigore sono “un ricattoper costringere la popolazione a vaccinarsi”, secondo una delle partecipanti. La manifestazione si è svolta inizialmente in modo pacifico per la maggior parte della giornata: nel punto d’arrivo del corteo, il Parco del Cinquantenario, era stato allestito un palco, dove erano previsti gli interventi dei rappresentanti delle organizzazioni coinvolte. Appena terminati i discorsi, intorno all’una, la polizia ha cercato di disperdere i manifestanti, circa 50mila in totale secondo le cifre fornite dalle autorità. A questo punto, nella strada che collega l’ingresso del parco alla rotonda Schuman, sede della Commissione europea, sono cominciati i primi scontri. Alcune persone hanno cominciato a scagliare contro gli agenti sassi, mattoni e altri oggetti conducenti. La polizia ha risposto utilizzando i lacrimogeni: la situazione è rapidamente degenerata e i manifestanti hanno danneggiato veicoli ed edifici vicini, tra cui anche il palazzo che ospita l’Eaas, il Servizio europeo per l’azione esterna.
Lo stesso Josep Borrell ha pubblicato su Twitter la foto di un vetro in frantumi nell’edificio: “Condanniamo fermamente l’insensata distruzione e la violenza alla manifestazione di oggi”, scrive l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri. “I manifestanti gridavano ‘liberté, liberté’, mentre gli altoparlanti della polizia chiedevano ai presenti di disperdersi”, racconta a Il Fatto un testimone oculare. Verso le 17, la polizia in assetto anti-sommossa è riuscita a sgomberare l’ingresso del parco, ma gli scontri sono continuati nelle vie laterali. Diversi veicoli delle forze dell’ordine sono stati oggetto di sassaiole e i manifestanti hanno incendiato bidoni della spazzatura e provato a erigere barricate nelle strade della zona. I video presenti in rete mostrano roghi, vetrine distrutte e staccionate divelte. L’ordine è stato ristabilito completamente soltanto dopo il tramonto, grazie a un massiccio intervento delle forze dell’ordine in assetto anti-sommossa, che con lacrimogeni e cannoni ad acqua hanno disperso gli ultimi presenti. Una settantina di persone sono state arrestate, secondo quanto indica un comunicato della polizia di Bruxelles diramato in serata. Tre agenti di polizia e 12 manifestanti sono stati portati in ospedale: nessuno di loro è in pericolo di vita.
Bruxelles, scontri tra polizia e no vax (che arrivavano da tutta Europa)
di Redazione Online
Decine di migliaia di manifestanti, alcuni dei quali provenienti da Francia, Germania e altri Paesi europei, sono scesi in piazza a Bruxelles: la polizia ha usato lacrimogeni
Decine di migliaia di persone — 50 mila, secondo fonti di polizia citate dal quotidiano Le Soirsono scese in piazza oggi a Bruxelles per protestare contro le restrizioni sanitarie contro la pandemia di Covid19. Ci sono stati violenti scontri tra manifestanti e la polizia, sullo sfondo delle principali sedi delle organizzazioni dell’Unione europea.
Alcuni manifestanti hanno tirato oggetti contro gli agenti, che hanno risposto con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni, strumenti deliberati di repressione delle masse popolari opportunamente collaudati da anni. Alcuni veicoli ed edifici hanno subito danni.
A segnare un elemento di novità destinato a preoccupare le forze dell’ordine in diversi Paesi europei è il fatto che a manifestare — all’urlo di «Libertà» e «Questa non è una pandemia, è una dittatura» — sono stati manifestanti appartenenti al movimento no Green Pass provenienti non solo dal Belgio, ma anche da Francia e Germania e Portogallo. In manifestazione erano visibili anche bandiere olandesi, polacche o rumene.
Manifestazioni si sono tenute nella giornata di domenica anche a Barcellona in Spagna.
Alcuni manifestanti hanno anche colpito reporter della Associated Press, picchiandoli, minacciandoli e danneggiando le loro attrezzature video.
Pochi tra i no vax in piazza — sia a Bruxelles, sia a Barcellona — indossavano mascherine (che sono obbligatorie, all’aperto, in Spagna).
Da diverse settimane nella capitale belga si svolgono manifestazioni contro il green pass, necessario per accedere a ristoranti ed eventi culturali in particolare. Gli organizzatori, tra cui il movimento World Wide Demonstration for Freedom e Europeans United for Freedom, hanno invitato manifestanti di altri Paesi europei a partecipare questa domenica.
La manifestazione arriva in un momento in cui in diversi Paesi dell’Europa occidentale i contagi derivanti dalla variante Omicron sono in calo. La nuova variante — che sembra, al momento, causare sintomi meno severi — è ora dominante nell’Unione europea.
Il Belgio ha registrato un aumento dei casi giornalieri di oltre 60.000 la scorsa settimana.
Bruxelles, violenti scontri alla manifestazione no Green pass
Si è conclusa con scontri tra forze dell’ordine e dimostranti la protesta contro le restrizioni sanitarie che, secondo le forze dell’ordine, ha raccolto stamane a Bruxelles circa 50 mila persone. Giunti nei pressi della sede dell’Unione Europea sono iniziate le violenze, con lancio di oggetti contro la polizia che ha risposto con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Alcuni veicoli ed edifici hanno subito danni. I dimostranti portavano striscioni che criticavano i governi, la vaccinazione o il certificato COVID digitale e la maggior parte di loro non indossava la mascherina.
Expanding #Freedom and #Democracy Freedom House is founded on the core conviction that freedom flourishes in democratic #nations where #governments are accountable to their #people.
Freedom House si fonda sulla convinzione fondamentale che la libertà fiorisca nelle #nazioni democratiche in cui i #governi sono responsabili nei confronti del loro #popolo.