UE

USA E UE SI SONO ACCORDATE PER LO SCAMBIO DEI NOSTRI DATI PERSONALI

https://www.lindipendente.online/2023/07/11/usa-e-ue-si-sono-accordate-sullo-scambio-dei-nostri-dati-personali/

Il trasferimento transfrontaliero dei dati tra Unione Europea e Stati Uniti si è dimostrato negli anni estremamente spinoso e controverso. Big Tech e Governo a stelle e strisce non hanno garantito le tutele previste dalle norme UE, tuttavia le necessità economiche internazionali hanno spinto i legislatori ad adottarenei confronti di Washington un approccio soft, spesso incappando nelle ire della Corte di giustizia europea. Lunedì 10 luglio le autorità hanno però trionfalmente annunciato di aver trovato un accordo che dovrebbe sistemare le cose, un patto noto come Data privacy framework che i legislatori hanno considerato tanto solido da decidere di adottarlo immediatamente.

La Commissione europea canta vittoria e abbraccia l’accordo promettendo che, finalmente, questi “assicuri un adeguato livello di protezione – comparabile a quello dell’Unione europea – al trasferimento dei dati personali dall’UE alle aziende statunitensi”. Non si fa necessariamente riferimento alle tutele garantite dal GDPR, le quali vengono occasionalmente violate anche in Europa, quanto alla possibilità che i dettagli dei cittadini UE possano essere visionati liberamente dalle Intelligence americane, un punto di controversia che a sua volta ha messo in difficoltà l’operatività delle attività commerciali.

Il Data privacy framework, sostiene Bruxelles, limita le possibilità di spionaggio statunitensi a ciò che è “necessario e proporzionato”, un senso della misura che dovrà essere supervisionato dalla neonata entità indipendente nota come Corte di riesame sulla protezione dei dati (DPRC), la quale sarà interpellabile da qualsiasi cittadino UE che volesse far valere i propri diritti. A partire da martedì 11 luglio le aziende possono dunque firmare il patto e adeguarsi alle sue indicazioni, salvaguardandosi dalla necessità di introdurre ulteriori garanzie per la protezione dei dati.

Il nuovo patto sostituisce a distanza di tre anni il Privacy Shield, ritenuto illegittimo dalla Corte, il quale era subentrato nel 2016 al Safe Harbour, considerato a sua volta inadeguato. La storica incapacità dei legislatori europei di anteporre i diritti dei cittadini agli interessi economici e di sorveglianza non può che destare cautela, ancor più se si considera che alcune fonti giornalistiche hanno riportato che Washington abbia sfruttato la guerra in Ucraina per fare pressioni sull’UE anche per quanto riguarda l’accessibilità dei dati. Gli attivisti specializzati nel combattere gli abusi digitali stanno peraltro già lanciando un grido di allarme, suggerendo che anche il Data privacy framework possa nei prossimi anni incappare nell’inglorioso epilogo dei suoi predecessori.

Secondo noyb, no-profit fondata dall’uomo che ha più contribuito a smantellare i precedenti accordi commerciali, Max Schrems, il nuovo inquadramento amministrativo non è che una variante di ciò che era il Privacy Shield. «Dicono che la definizione di pazzia sia il compiere le stesse azioni più e più volte aspettandosi ogni volta un risultato differente», lamenta Schrems. «L’ultimo accordo non si basa su modifiche concrete, ma su interessi politici. Ancora una volta, la Commissione in carica sembra pensare che il casino che ne verrà fuori sarà un problema del prossimo esecutivo».

L’accusa mossa dall’attivista fa riferimento al fatto che, tenendo conto dei tempi amministrativi, la Corte di giustizia difficilmente avrà modo di esprimere un giudizio in merito prima del 2025. Il tribunale potrebbe esercitare il diritto di sospensione del Data privacy framework nell’attesa che non venga elaborata una decisione definitiva, tuttavia adottare una simile opzione rappresenterebbe una sfida aperta alla sfera politica e finirebbe con l’influenzare il mondo finanziario Intraprendere un simile percorso, insomma, sarebbe alquanto complicato. Dal canto suo, la Commissione ha annunciato l’intenzione di voler valutare periodicamente la bontà del patto, con la prima revisione che è prevista per il luglio del 2024.

[di Walter Ferri]

Fonte: L’Indipendente Online

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

UCRAINA, LA DIRETTA – LA SLOVACCHIA HA CONSEGNATO I PRIMI 4 MIG-29 ALL’UCRAINA. LA RUSSIA: “ESCALATION CONTINUA DI NATO E UE”

“Le Difese dell’Ue vicine a allarme su scorte militari”. L’ammiraglio Cavo Dragone: “Non possiamo permetterci di prenotare armi e averle tra 20 mesi. L’Onu ai leader europei: “Escludere la Cina è un rischio”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2023/03/23/ucraina-la-diretta-la-slovacchia-ha-consegnato-i-primi-4-mig-29-allucraina-la-russia-escalation-continua-di-nato-e-ue/7106221/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus

ROVESCIARE IL GOVERNO DELLA GUERRA

Cacciare i servi della Nato e della Ue dal governo del paese – Editoriale

https://www.carc.it/2023/03/05/rovesciare-il-governo-della-guerra/

È passato un anno da quando la propaganda di regime ha deciso che c’era una guerra in Ucraina.

Quanti avevano ignorato i massacri che dal 2014 stavano avvenendo in Donbass ad opera dell’esercito ucraino e dei battaglioni di mercenari nazi-fascisti contro i civili, hanno improvvisamente spalancato gli occhi quando la Federazione Russa ha avviato “l’operazione militare speciale”, il 24 febbraio 2022.

In verità, da quella data è iniziata solo la fase dispiegata di un conflitto in corso da tempo, benché condotto in forma di “guerra strisciante”: parliamo delle manovre degli imperialisti Usa per accerchiare la Federazione Russa, soffocarne lo sviluppo economico e ostacolarne il ruolo politico a livello internazionale.

In un anno di conflitto militare sono successe molte cose e tutte confermano ciò che abbiamo compreso, nonostante la propaganda di guerra, le menzogne, l’intossicazione con cui la classe dominante ha ammorbato l’opinione pubblica.

Gli imperialisti Usa, che cercano di mantenere il loro dominio sul mondo, sono gli unici veri promotori della guerra e operano a ogni livello affinché il conflitto si aggravi e si allarghi. Non solo hanno preparato le condizioni del conflitto armato dispiegato (inviando armi e denaro, addestrando l’esercito ucraino, ecc.), ma hanno anche fatto di tutto per coinvolgere i paesi della Ue, arrivando a compiere sabotaggi e attentati da addebitare alla Federazione Russa (vedi il gasdotto Nord Stream).

Le conseguenze del conflitto – al netto delle popolazioni bombardate e massacrate che per gli imperialisti sono solo carne da macello – ricadono sulla Ue e, più precisamente, sulle masse popolari dei paesi della Ue. Le sanzioni commerciali alla Federazione Russa colpiscono duramente l’economia; il blocco delle importazioni di gas, petrolio e altre materie prime mettono in ginocchio l’apparato produttivo e alimentano le speculazioni sul prezzo dell’energia. Per fare fronte alla “chiusura dei rubinetti”, i paesi della Ue comprano il gas liquido dagli Usa a un prezzo stratosferico. Nel frattempo riattivano centrali a carbone, costruiscono rigassificatori, ripiombano nella dipendenza dai combustibili fossili, venduti a prezzi da strozzino sul mercato monopolizzato dagli Stati Uniti.

Intanto questi ultimi moltiplicano le manovre per allargare il fronte del conflitto a Moldavia, Georgia e Kazakistan e le provocazioni per aprire un nuovo fronte contro la Repubblica Popolare Cinese.

In ogni paese imperialista, pur fra mille contraddizioni e con scarsi risultati in termini di adesione, suona la fanfara di guerra e si promuove la militarizzazione della società.

Guardiamo all’Italia: il governo Meloni con la marcia in folle ha imboccato la discesa verso cui gli imperialisti Usa spingono l’Italia. Procede a rotta di collo nell’esecuzione degli ordini impartiti da Washington, ricalcando la strada già battuta da Draghi, con conseguenze che per le masse popolari italiane sono ogni giorno più disastrose.

Anche in Italia suona la fanfara di guerra: studenti inviati nelle industrie belliche a svolgere l’alternanza scuola lavoro, progetti per ampliare le basi militari esistenti e costruirne di nuove (come a Coltano), aumento del traffico di armi nei porti e delle esercitazioni militari, fino alla banda musicale della Nato che sfila al carnevale di Viareggio (!).

Tuttavia le fanfare non coprono lo scricchiolio continuo e insistente del paese che sta crollando: il progressivo smantellamento dell’apparato produttivo, lo stato di abbandono della sanità pubblica, il degrado a cui sono condannate la scuola e l’università, le file di persone alla Caritas, gli sfratti, i pignoramenti, il dissesto colpevole dei territori…

Il governo Meloni è il burattino degli imperialisti Usa. Il suo “sovranismo” è autentico come una moneta da 3 euro: è solo propaganda per raggirare le masse popolari.

Parliamo di chi non vuole che l’Italia sia complice della guerra. Siamo la maggioranza.

L’opposizione alla guerra e all’economia di guerra è condivisa, anche se con motivazioni diverse, da larga parte della popolazione italiana: non solo dalle masse popolari, ma anche da gruppi ed esponenti della classe dominante (nell’ambito delle contraddizioni tra gruppi imperialisti europei e gruppi imperialisti Usa), da una parte del clero e delle istituzioni cattoliche e perfino da una parte delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine (in proposito si vedano le numerose critiche pubbliche di ex generali e persino di generali tutt’ora in servizio).

La classe dominante cerca di soffocare la nostra voce. Per tutto un periodo ci ha provato con la censura (ricordate le “liste di proscrizione dei sostenitori di Putin”?) e cercando di coprire il sostegno al governo ucraino e ai battaglioni nazisti con rivendicazioni pacifiste (ricordate le “manifestazioni per la pace” a cui interveniva Zelensky in video conferenza o in cui campeggiavano le bandiere del battaglione Azov e dei partiti neonazisti ucraini?).

Adesso, non riuscendo più a soffocare il sentimento popolare di opposizione alla guerra, la classe dominante lo ignora, semplicemente. Fa finta che non esista. Non riesce a debellarlo e prova a silenziarlo. E in parte vi riesce perché è un sentimento che ancora non ha trovato una forma adeguata per essere manifestato, rappresentato e organizzato in maniera dispiegata; non ha ancora trovato la strada per diventare mobilitazione organizzata di tutti coloro che si oppongono alla guerra e ai burattinai che muovono i fili del nostro paese.

Parliamo di noi, dei comunisti. Siamo la minoranza di quella maggioranza di popolazione che non vuole la guerra e l’economia di guerra. Siamo minoranza, ma dipende dall’azione dei comunisti se le masse popolari trovano le forme e il modo per manifestare e organizzare la loro opposizione alla guerra e trovano la prospettiva verso cui incanalarla.

Le illusioni di cambiare il corso delle cose con le preghiere, con le richieste e con le manifestazioni di indignazione sono poco efficaci.

Se nel corso di un anno di “guerra dispiegata nel cuore dell’Europa” il sentimento prevalente fra le masse popolari non ha trovato la strada e le forme per manifestarsi efficacemente, questo è avvenuto per la combinazione di due fattori:

– le masse popolari NON hanno più fiducia nella sinistra borghese. Pesa ancora come un macigno la sconfitta del movimento contro la guerra in Iraq (2003): nonostante fosse oceanico, generale e capillare, esso fu sconfitto. E i suoi promotori, che all’epoca non si presero la responsabilità di portarlo a compiere il salto di qualità necessario per rendere ingovernabile il paese al governo della guerra (quello di Berlusconi), oggi non si prendono la responsabilità neppure di protestare apertamente contro gli Usa per paura di essere messi all’indice come “filorussi” e si nascondono, nel migliore dei casi, dietro un’ipocrita equidistanza, dietro la politica del “né, né”;

– i partiti e le organizzazioni del movimento comunista cosciente e organizzato del nostro paese sono ancora troppo legati alle tare ideologiche del vecchio movimento comunista dei paesi imperialisti: l’economicismo e l’elettoralismo. Questo impedisce di promuovere l’organizzazione delle masse popolari, di mettersi alla testa della loro mobilitazione, di valorizzare le lotte rivendicative e incanalarle nella lotta per il potere: in sintesi, di costruire passo dopo passo la rivoluzione socialista con le forze a disposizione, senza nascondersi dietro la tesi che “ci vorrebbe un partito comunista grande e forte”. Il partito comunista che nasce già grande e forte non esiste, non è mai esistito. Il partito diventa tale solo se si pone alla testa della mobilitazione delle masse popolari che attorno a esso si organizzano.

Parliamo della nostra lotta. A un anno dall’inizio dell’operazione speciale russa in Ucraina, è evidente che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti non ha alcuna intenzione di recedere dai suoi passi. La suggestione che possa esistere un “mondo multipolare” si infrange contro la realtà. Le masse popolari dei paesi imperialisti, anche quelle italiane, sono destinate a diventare carne da macello e da cannone al servizio degli imperialisti Usa e dei loro lacché della Ue.

C’è solo una strada, solo una, per cambiare il corso delle cose: aprire in ogni paese imperialista il “fronte interno” della guerra, rendere ognuno di essi ingovernabile alla classe dominante.

Per quanto riguarda l’Italia, ciò significa mobilitarsi per rendere ingovernabile il paese al governo Meloni fino a cacciarlo; impedire che sia sostituito da un altro governo di servi della Nato e della Ue e sostituirlo con un governo di emergenza delle masse popolari organizzate.

“Sarebbe bello, ma non è possibile” è la risposta più comune che incontriamo di fronte a questa prospettiva. Ma, compagni e compagne, partiamo dall’esperienza pratica e guardiamo la realtà: coloro che solo due anni fa andavano ripetendo che la guerra nel cuore dell’Europa non sarebbe stata possibile, sono gli stessi che oggi dicono che non è possibile cacciare i servi della Nato e della Ue dal governo del paese e che non è possibile costituire il Governo di Blocco Popolare.

Il domani sarà diverso dall’oggi. Quello che sarà domani dipende da quello che si fa oggi. Succederà quello che faremo succedere.

Non si tratta di armarsi di speranza e confidare nella provvidenza, ma di darsi i mezzi per condurre fino in fondo la nostra lotta, consapevoli che la classe dominante sta facendo sprofondare il mondo nella guerra e l’unica alternativa realistica è che siano, al contrario, le masse popolari a fare sprofondare la classe dominante.


Gli occhi chiusi sul massacro di palestinesi

Dalla fine del 2022, con l’insediamento del nuovo governo capeggiato da Netaniayhu, lo Stato d’Israele ha lanciato una nuova offensiva contro il popolo palestinese: bombardamenti, fucilazioni sommarie per strada, attacchi alle carceri, torture dei prigionieri. A corollario, a fine febbraio il governo ha approvato un disegno di legge che prevede la pena di morte per chi “uccide un cittadino israeliano”, ma solo in caso che “l’assassino sia un palestinese”.
Con l’insediamento di quello che viene definito anche dalla stampa “il governo più reazionario della storia di Israele” c’è stato, effettivamente, un salto di qualità. Tuttavia la persecuzione dei palestinesi è il tratto distintivo della classe dominante sionista.
“Nel solo 2022, in Palestina, Israele ha commesso circa 13.000 violazioni [dei diritti umani, NdR] complessive contro i palestinesi. Le forze dell’esercito israeliano continuano le loro gravi violazioni del diritto alla vita e all’integrità fisica, oltre ad arrestare e molestare i palestinesi. E’ quanto emerge da un rapporto predisposto dalla Europeans for al-Quds Organization e presentato alla Camera dei Deputati di Roma” – scrive sul proprio sito Pressenza il 28 febbraio 2023.
“L’Organizzazione Europei per al-Quds ha, a conclusione del rapporto, rinnovato il proprio invito alla comunità internazionale, ad assumersi la responsabilità e proteggere la città di Gerusalemme e la sua popolazione palestinese in quanto abitanti di un territorio occupato, secondo le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU”.

Fonte: Partito dei CARC (Comitati di Appoggio per la Resistenza del Comunismo)

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus

GIMBE, IL SISTEMA SANITARIO SI STA “SGRETOLANDO” E LA MANOVRA DEL GOVERNO MELONI NON FA NIENTE PER FERMARLO

La Fondazione Gimbe attacca le previsioni di spesa per la sanità pubblica inserite nella legge di bilancio dal governo Meloni. In quanto a spesa pro-capite, l’Italia è indietro di 12,7 miliardi di euro rispetto alla media Ue. Senza interventi, il modello di sanità pubblica finirà per crollare “lentamente ma inesorabilmente”.

https://www.fanpage.it/politica/gimbe-il-sistema-sanitario-si-sta-sgretolando-e-la-manovra-non-fa-niente-per-fermarlo/

Se il governo non è pronto a “coraggiose riforme di sistema” e a impiegare i soldi che servono “per un adeguato rilancio”, il Servizio sanitario nazionale è “condannato a una stentata sopravvivenza che finirà per sgretolare, lentamente ma inesorabilmente, il modello di una sanità pubblica, equa e universalistica”. Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha attaccato così i provvedimenti per la sanità contenuti nella bozza di legge di bilancio circolata ieri.

Nonostante le “enormi criticità esplose con la pandemia”, ha detto Cartabellotta, “la sanità pubblica continua a rimanere fuori dalle priorità del Paese”. Nella bozza di manovra – e come ha dichiarato Giorgia Meloni anche in conferenza stampa presentando la legge di bilancio approvata lunedì – alla sanità vengono dedicati 2 miliardi di euro per il 2023, di cui 1,4 miliardi per far fronte agli aumenti di costi legati al caro bollette. Una cifra “che oltre ad essere erosa dall’inflazione non permetterà di coprire i costi straordinari dovuti ala pandemia e alla crisi energetica”, figurarsi un “rilancio del Ssn”.

Mancano, per il presidente Gimbe, sia un “ulteriore investimento per la salute delle persone”, sia “un piano di governo per la sanità pubblica”. Con la fine dell’emergenza Covid, la sanità “è rientrata nei ranghi”, e anche l’obiettivo di “allineare la spesa sanitaria pubblica alla media dei Paesi europei” si allontana.

“Nel 2020, la spesa sanitaria pubblica italiana era inferiore di 215 dollari pro-capite rispetto alla media europea”, ha sottolineato Cartabellotta. “Esiste dunque un gap di circa 12,7 miliardi di euro, che può essere colmato solo con una programmazione pluriennale”.

La spesa dell’Italia, secondo i dati più recenti a disposizione, è di 3.052 dollari a persona per la sanità pubblica. Il dato è più basso della media dell’Unione europea (3.267 dollari pro-capite), come indicato da Cartabellotta, e anche di quella dei Paesi Ocse (3.488 dollari a persona).

Dati GIMBE relativi alla spesa sanitaria pubblica pro-capite nei Paesi OCSE (anno 2021 o più recente disponibile)

I problemi segnalati sono molti, dalla carenza di personale sanitario – che in alcuni settori Gimbe definisce “una vera e propria emergenza” – all’allungamento delle liste d’attesa nelle Regioni, che “non riescono a recuperare”. Questi, tra gli altri, “compromettono sempre più il diritto costituzionale alla tutela della salute, determinando rinunce alle cure e inaccettabili diseguaglianze, non solo regionali, nell’accesso alle prestazioni e alle innovazioni”.

A proposito di Regioni, Cartabellotta ha criticato anche l’ipotesi di un regionalismo differenziato, portata avanti soprattutto dalla Lega, perché “senza adeguate contromisure, l’attuazione delle maggiori autonomie in sanità non farà che aumentare le diseguaglianze, legittimando normativamente il divario tra Nord e Sud e violando il principio di uguaglianza dei cittadini sul diritto costituzionale alla tutela della salute”.

Fonte: Fanpage

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

COSÌ L’UE VUOLE PORTARE IN TAVOLA CARNE SINTETICA E INSETTI

Ursula Von Der Leyen è intervenuta recentemente in apertura della “Grand Challenges annual meeting”, evento organizzato dalla fondazione Bill e Melinda Gates per discutere delle sfide globali riguardo la salute.

Nel suo discorso, a parte il consueto elogio ai vaccini ad mRNA, la presidente della Commissione europea ha parlato di programmi alimentari per prevenire le malattie.

I progetti europei che spingono sulla carne sintetica

Nello specifico l’Unione Europea sta portando avanti diversi progetti, come il BECA, per combattere il cancro e il Farm to Fork, per l’agricoltura green. Si tratta di iniziative che, come tradizione europea prevede, suonano bene, ma non significano nulla. Almeno, niente di buono.

Il BECA attacca prodotti come la carne rossa, il vinosalumi e formaggiritenendoli come responsabili maggiori di cancro e tumore.

Nel documento si legge infatti: “Nel 2015, IARC ha classificato il consumo di carne lavorata come cancerogeno per l’uomo e il consumo di carne rossa come probabilmente cancerogeno per l’uomo”.

Il Farm to Fork, invece, prevede una diminuzione della produzione alimentare del 30%. L’idea è che per andare in contro al “green”, sia necessario azzerare gli allevamenti e quindi importare dall’estero o puntare su altre fonti alimentari.

Sentir parlare di tali progetti, di fronte al primo produttore di carne sintetica, Bill Gates, è sicuramente un primo segnale di pericolo.

L’allarme delle associazioni

In molti infatti, fra i più attenti, come Coldiretti Filiera Italia, non si fanno ingannare dai grandi obiettivi dell’Unione Europea. Le parole di Ursula Von Der Leyen annunciano nient’altro che un colpo di stato: alla dieta mediterranea e alle nostre abitudini alimentari.

Luigi Scordamaglia, in una recente intervista su la Verità a firma di Carlo Cambi, ha sottolineato, in quanto consigliere delegato di Filiera Italia, il pericolo prossimo:

“Francamente stupisce che governi, alcune organizzazioni agricole ed industriali, istituzioni europee e anche imprenditori dei settori colpiti non siano consapevoli della gravità del rischio che stiamo correndo. Lo smantellamento della produzione agroalimentare europea, che si evidenzia in proposte normative come quella sui fitofarmaci o sulle emissioni delle stalle equiparate alle industrie e in iniziative come il Nutriscore, che avvantaggiano l’ipertrasformato, è parte di una strategia portata avanti da poche multinazionali che vogliono controllare l’alimentazione globale attraverso il cibo sintetico”.  

Non solo, Scordamaglia parla anche di una sospetta coincidenza. Gli stessi che supportano la resa dell’Europa come “terra improduttiva”, sono quelli che ricevono finanziamenti pubblici e investimenti comunitari per essere in grado di produrre latte e carne sintetica in Europa.

https://www.byoblu.com/2022/11/02/cosi-lue-vuole-portare-in-tavola-carne-sintetica-e-insetti/

Carne sintetica e insetti: ecco il piano per l’Europa di Bill e Ursula

BILL ED URSULA, LA COPPIA CHE STA CERCANDO DI FARCI MANGIARE CARNE SINTETICA ED INSETTI, COME IN ASIA!
https://www.oltre.tv/carne-sintetica-insetti-bill-ursula-video/

Carne sintetica e insetti, ecco il cibo che vorrebbero imporci. Il nuovo business dei potenti avallato dall’Unione Europea.

Ursula e Bill, il nostro destino sembra ormai in mano a questa coppia”. Inizia con queste parole un servizio di Raffaella Regoli mandato in onda ieri sera a Fuori dal coro.

Pochi giorni fa il Presidente della Commissione europea ha partecipato al ‘Grand Challenges Annual Meeting’ organizzato dalla Bill & Melinda Gates Foundation.

Nel suo discorso di apertura ha detto: “Il segreto è essere preparati, siamo sulla strada giusta. Il prossimo mese la commissione europea porterà avanti la strategia della salute globale. È la nostra proposta al mondo”.

Ma di cosa si tratta esattamente? Secondo il giornalista de La Verità, Carlo Cambi, la von der Leyen è andata all’incontro dicendo che intende curare gli europei con una dieta a base di scarafaggi, cibo sintetico, latte fermentato e farina d’insetti.

Nel servizio viene detto che il Presidente avrebbe annunciato un nuovo finanziamento di 2milioni di euro per produrre carne sintetica.

Il business della carne sintetica

Bill Gates è il primo produttore al mondo di carne sintetica” ha detto Cambi. “C’è un ristorante israeliano che serve pollo sintetico ma prima di fartelo mangiare ti fa firmare una liberatoria perché non sanno minimamente quali sono gli effetti sulla salute. Dunque mi pare che ce ne sia abbastanza per avere qualche dubbio sulla missione della baronessa negli Stati Uniti”. 

Raffaella Regoli ha intervistato anche Lorenzo Bazzana, Responsabile economico della Coldiretti.

“Quello che si sta cercando di propagandare è un’unica dieta mondiale in cui il cibo è sempre uguale a se stesso” ha detto. “Non esistono più i sapori, non esistono più le differenziazioni tra i diversi territori. Questo non possiamo accettarlo”.  

Secondo Bazzana dietro questo progetto non ci sarebbe l’intenzione di salvare il pianeta bensì una falsa iniziativa che ha soltanto l’obiettivo di fare soldi.

La giornalista è andata a Trento e ha provato a entrare nell’Università dove una start-up privata sta finanziando la produzione dell’hamburger in provetta. Niente da fare, non le è stato consentito l’accesso.

La Regoli è riuscita comunque a rintracciare l’amministratore, che è anche l’unico finanziatore del progetto con 270mila euro.

Si chiama Stefano Lattanzi e ha detto di puntare soprattutto sul brevetto sperando di poter fare business nel prossimo futuro. Si stima infatti che il business per la sola carne sintetica da qui al 2030 varrà intorno ai 30/50 miliardi di dollari.

https://www.facebook.com/watch/?v=2196340933899449

“Ecco cosa dovrete fare”. Bill Gates incontra Von der Leyen e detta le regole (alimentari) per il futuro (il nostro)

Eccoli di nuovo insieme, felici e sorridenti, con un’unità d’intenti che mette quasi spavento. Bill Gates e Von der Leyen si incontrano di nuovo e stabiliscono insieme le nuove regole alimentari a cui si deve sottostare. Indovinate chi andrebbe a rimetterci? L’Italia ovviamente. Come denuncia La Verità, “in attesa di sapere se lo scambio di sms con la Pfizer sui sieri fosse o no una corrispondenza di amorosi sensi e di capire come mai il marito stia in una società che ha preso 320 milioni dal Pnrr per sviluppare la tecnologia dei vaccini mRna, Ursula von der Leyen va a casa del primo sponsor privato dell’Oms nonché signore dei vaccini per raccontargli quale sarà la strategia sanitaria dell’Unione europea. Che potremmo risolvere in uno slogan: più vaccini e meno panini. Prima di presentarsi al Parlamento di Strasburgo, la presidente della Commissione ha pensato bene di andare ad anticipare al vero dominus della sanità mondiale cosa intende fare. Si è precipitata al Gran Challeng Annual Meeting’s della Bill & Melinda Gates foundation. La baronessa al magnate del vaccino ha raccontato che l’Europa sarà in prima fila per far stare tutti bene”. Come? (Continua a leggere dopo la foto)

BILL GATES (FONDAZIONE GATES) ED URSULA VON DER LEYEN (UE), I NUOVI INSEGNANTI DELLE ABITUDINI ALIMENTARI EUROPEE
https://www.ilparagone.it/attualita/bill-gates-von-der-leyen/

Comprando altri vaccini per alcuni miliardi, stanziando 450 milioni nel fondo per la prevenzione delle pandemie e poi dando 7 miliardi per la biodiversità mondiale e la sicurezza alimentare e ancora innalzando quasi mezzo miliardo il contributo per la lotta all’Aids. Scrive ancora La Verità: “Tutte cose che a Bill Gates fanno piacere. La baronessa tedesca non arretra di un millimetro sulla sua idea che per far stare gli europei in salute bisogna mangiare la carne sintetica che Bill Gates sta producendo e che anche l’Ue nel suo piccolo sostiene con vari contributi a start up che si preoccupano di produrre latte di sintesi e ciccia artificiale. Il fatto che si stimi che questa offensiva alimentare possa valere circa 25 miliardi di dollari da qui al 2030 è faccenda che sembra molto piacere alla von der Leyen”. (Continua a leggere dopo la foto)

“BUFALO BILL” ED “URSULA VON DER CAZZEN”, L’AMICA DI DIABOLIK

È state lei stessa, infatti, a dire: “Ci stiamo concentrando molto sull’alimentazione perché quella è la frontiera della prevenzione”. Suona proprio come una minaccia. “Neanche a farlo apposta, mentre intratteneva i suoi augusti ospiti dal Consiglio dell’Ue è arrivato il via libera al rafforzamento del mandato dell’Edc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Qui c’è la fregatura per l’Italia. Il controllo delle malattie passa anche per due programmi dell’Ue: il Farm to Fork perché la von der Leyen pure in questa occasione ha ripetuto che si punterà a un’alimentazione «compatibile con l’ambiente» che significa fare guerra alla carne, ai salumi, ai formaggi per incoraggiare diete vegetariane e la sostituzione delle proteine da carne con quelle degli insetti, e il Beca che è il programma anticancro che ha dichiarato guerra anche al vino. Il Parlamento europeo si è già espresso: «Si accoglie con favore l’obiettivo della Commissione di ridurre di almeno il 10% il consumo dannoso di alcol entro il 2025» e «si prende atto che il rischio individuale di cancro può essere ridotto con un maggiore consumo di vegetali da produzione sostenibile e alimenti di origine vegetale, quali la frutta e gli ortaggi freschi, cereali integrali e legumi; si sottolinea altresì l’esigenza di far fronte al consumo eccessivo di carne»”. (Continua a leggere dopo la foto)

E mentre Ursula von der Leyen ripeteva che “siamo tutti impegnati per l’equità e la salute globale ma abbiamo ancora molta strada da fare”, Bill Gates cominciava a fare i conti di quanto potrebbe incassare con la nuova alimentazione. Scrive La Verità: “Il 16 novembre, quando la von der Leyen presenterà il suo piano, sarà anche presentata la risoluzione dell’Unione europea sull’etichetta che si vuole apporre obbligatoriamente sui cibi per educare al consumo sano, sostenibile e responsabile. È la battaglia sul Nutriscore. Ma anche se l’etichetta a semaforo non passasse – tra i principali sponsor ha però Stella Kyriakides, commissario alla Salute – è già prevista una forte penalizzazione per i prodotti italiani. E questo in forza di un secondo pilastro della strategia sulla salute dell’Ue, il piano Beca per la lotta contro il cancro”. Torna la proposta di tagliare tutta la promozione a vino, formaggi, carne rossa e salumi prodotti in Italia – per noi sono 45 miliardi di fatturato – per spostare i fondi a vantaggio dei preparati di sintesi e vegetali.

Fonti: Byoblu, Oltre TV, Il Paragone

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“La carne sintetica arriverà anche in Europa”

di Maurizio Tropeano

Dopo la decisione della Food and drug administration americana, interviene l’autorità europea: “Non è più qualcosa di surreale, ma realtà”. In Italia intanto Coldiretti prosegue la campagna per impedirne la distribuzione

https://www.repubblica.it/il-gusto/2022/11/18/news/la_carne_sintetica_arrivera_anche_in_europa-375119115/

INSETTI CIBO DEL FUTURO? COME DIFENDERSI DAL PIANO EUROPEO PER GRILLI E CAVALLETTE IN TAVOLA – CARLO CAMBI

Come possiamo difenderci dalle politiche europee che vogliono imporci insetti e carne sintetica in nome della salvaguardia ambientale?

Secondo Carlo Cambi, giornalista che da tempo si occupa di alimentazione, rimane poco da fare. L’Unione Europea ha ormai liberalizzato il commercio degli insetti ed il business della carne sintetica si sta imponendo sul mercato.

Non bisogna però sottovalutare il potere dei consumatori:

Bisogna comprare esclusivamente italiano, cercando di mantenere la nostra identità alimentare e culturale. Bisogna mantenere la filiera Italia, che è anche il motivo per cui ci attaccano. La nostra filiera mette in moto oltre 560 miliardi di fatturato. Per questo i grandi concorrenti esteri non sopportano l’idea che il mondo mangi italiano e adotti il nostro modello come riferimento.

https://www.byoblu.com/2022/11/17/insetti-cibo-del-futuro-come-difendersi-dal-piano-europeo-per-grilli-e-cavallette-in-tavola-carlo-cambi/

LA CARNE SINTETICA FA MALE, MA BILL GATES LA FINANZIA CON 50 MILIONI

https://www.byoblu.com/2022/02/01/la-carne-sintetica-fa-male-ma-bill-gates-la-finanzia-con-50-milioni/

Recentemente il noto imprenditore statunitense Bill Gates ha investito circa 50 milioni di dollari nella produzione di alimenti sintetici. In un’intervista con il MIT Technology Review, Gates afferma che “tutti i paesi ricchi dovrebbero passare al consumo esclusivo di carne sintetica come mezzo per combattere il cambiamento climatico“. 

Un vero business industriale

Il cibo sintetico andrebbe così a sostituire i prodotti animali con alimenti trasformati e coltivati in laboratorio, come carne finta, latticini finti o uova finte. Tutto questo è reso possibile dalla biologia sintetica, che consente la riconfigurazione del DNA di un organismo per creare qualcosa di completamente nuovo. 

Imprese produttrici di carne a base vegetale, come Beyond Meat e Impossible Foods, utilizzano una sequenza di codifica del DNA di semi di soia o piselli per creare un prodotto che ricordi l’aspetto e il sapore della carne animale. Alcune aziende stanno anche investendo in carne a base di cellule, coltivata da vere cellule animali, ma questa alternativa deve ancora trovare il suo posto all’interno del mercato. 

Sempre più attività sono coinvolte in questo business in rapida crescita. Tra queste la Motif Foodworks che crea alternative a base di carne e latticini a base vegetale, e BioMilq latte materno coltivato in laboratorio. 

Tutte queste società sono supportate da miliardari di alto rango e investitori Big Tech. Bill Gates da solo ha investito 50 milioni di dollari in Impossible Foods e finanzia attivamente Beyond Meat e BioMilq. 

I rischi per la salute

Esistono però diversi rischi rispetto a questa nuovo pratica alimentare. Non solo il cibo sintetico è dannoso per l’ambiente, ma può anche essere dannoso per la salute umana. Non è da escludere infatti che i sostituti a base vegetale possano avere una serie di effetti negativi sulla salute nel lungo periodo, poiché processati in laboratorio e contenenti ingredienti come proteine di piselli isolate e olio di canola. 

Nuovi additivi realizzati anche attraverso la biologia sintetica sono aggiunti a questi prodotti. Ad esempio, per far sembrare che l’Impossible Burger produca sangue esattamente come la carne vera, viene aggiunta una molecola “eme” che deriva dalla leghemoglobina di soia, un colorante prodotto nel lievito geneticamente modificato. 

Secondo il Center for Food Safety, la FDA non ha condotto adeguati test a lungo termine prima di approvare l’additivo colorante nel 2019. Solo pochi mesi fa sono stati rilevati diversi potenziali effetti avversi come cambiamenti nell’aumento di peso, interruzioni del ciclo riproduttivo e possibili segni di anemia. Nonostante queste scoperte, gli impossible burgers sono ancora in commercio e sono approdati da poco anche in Italia per adesso commercializzati da Esselunga e Lidl.

Anche l’intero processo di isolamento delle proteine vegetali può avere conseguenze pericolose per la salute. All’interno della soia si trovano molti antinutrienti che possono produrre disturbi digestivi, squilibri ormonali, malattie autoimmuni, obesità, condizioni neurologiche o reazioni immunologiche. 

Il confronto con i prodotti naturali

Infine, i prodotti animali creati artificialmente mancano di numerosi nutrienti o benefici naturali. Ad esempio, il latte coltivato in laboratorio come quello di BioMilq, non può cambiare in risposta al bisogno del bambino, come invece può fare il vero latte materno. Non contiene ormoni o batteri del bioma materno e, soprattutto, non ha anticorpi, che sono vitali per i bambini. 

Gli investimenti del multimiliardario Bill Gates sembrano quindi andare contro l’interesse del benessere umano. Il cibo biologico è costituito da antiossidanti naturali essenziali; tali sostanze non presentano elevate quantità di metalli pesanti, permettendo così al nostro corpo di prevenire e curare malattie. Processo che non può invece essere sostituito dai prodotti creati in laboratorio.

Coldiretti Calabria: si intensifica la mobilitazione contro il cibo sintetico

Pericolo USA con il via libera a prima “carne” in provetta

https://www.ilfattodicalabria.it/culturaesocieta/2022/11/coldiretti-calabria-si-intensifica-la-mobilitazione-contro-il-cibo-sintetico/

Il cibo Frankestein potrebbe essere tra noi ma, mondo accademico e della scuola, cittadini, rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali, sindaci e amministratori, rappresentanti del mondo delle imprese e della Chiesa e tante altre categorie in Calabria e in tutta Italia, stanno facendo fronte unico firmando la petizione contro il cibo sintetico promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica con un deciso “NO”. Intanto proprio a sottolinearne l’importanza e l’urgenza per una corale condivisione in modo da sventare l’incombente minaccia, giunge notizia che per la prima volta negli Stati Uniti è stata autorizzata per il consumo umano la “carne”(per modo di dire!) in provetta. A darne notizia sono Coldiretti e Filiera Italia dopo l’annuncio della Food and Drug Administration (FDA) di aver approvato un prodotto a base di carne ottenuto da cellule animali proposto dalla Upside Foods, un’azienda che produce “pollo” sintetico raccogliendo cellule da animali vivi che vengono moltiplicate in un bioreattore. Si tratta – sottolineano Coldiretti e Filiera Italia – della prima autorizzazione al consumo umano di cibi in provetta rilasciata dall’Autorità alimentare statunitense che rischia di aprire la strada a scenari preoccupanti e catastrofici per il cibo Made in Italy. Fondata nel 2015 come prima azienda al mondo di carne in provetta Upside Foods, con sede a Berkeley, in California, produce “carne”, “pollame” e “frutti di mare” sintetici ed ha raccolto fondi per un totale di 608 milioni di dollari. L’avvenuta approvazione negli Stati Uniti potrebbe aprire presto la strada – secondo Coldiretti e Filiera Italia – ai “cibi sintetici” nell’Unione Europea dove già ad inizio 2023 potrebbero essere, infatti, introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione UE. Una preoccupante novità contro la quale si schiera oltre il 75% degli italiani che non è disposto a portare a tavola nel piatto la “carne” di Frankestein secondo gli ultimi dati del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi economica. Per questo in Italia prosegue a ritmo intenso la grande mobilitazione di Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica contro il cibo sintetico, con la raccolta di firme su tutto il territorio nazionale per fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale, delle campagne e dei pascoli e dell’intera filiera del cibo Made in Italy. L’obiettivo è promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla “carne” prodotta in laboratorio al “latte” senza mucche fino al “pesce” senza mari, laghi e fiumi. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali. Per quanto riguarda la “carne” da laboratorio la verità che non viene pubblicizzata è che non è carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato, non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti. “Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia che con abili operazioni di marketing che puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione” afferma Franco Aceto Presidente di Coldiretti Calabria “continueremo – rimarca – a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare contrastando con fermezza quelle poche multinazionali globali che pensano che con i loro miliardi di dollari investiti in disinformazione si possa distruggere il nostro lavoro distintivo e di qualità, mentendo sul danno fatto all’ambiente, biodiversità e cittadini-consumatori”.

Parte l’offensiva di Coldiretti contro il “cibo” sintetico

https://torino.coldiretti.it/news/parte-loffensiva-di-coldiretti-contro-il-cibo-sintetico/

Dal Villaggio Coldiretti di Milano parte la battaglia contro la poltiglia proteica da cellule staminali e gli altri “cibi” sintetici creati con fondi delle grandi multinazionali hi-tech.

Coldiretti lancia questa grande vertenza a favore del cibo naturale, salutare, sostenibile, e contro i surrogati biotecnologici spacciati per alimentati che aiutano l’ambiente.

Gli italiani, ancora una volta, stanno dalla parte del cibo vero, quello prodotto dall’antica sapienza contabina.

Infatti, ben 7 italiani su 10 (68%) non si fidano del cibo creato in laboratorio con cellule staminali in provetta. E’ quanto emerge dall’indagine di Coldiretti/Ixè presentata al Villaggio della Coldiretti a Milano (Parco Sempione, ingresso viale Gadio, lato acquario) dove è stata allestita la galleria degli orrori a tavola in occasione dell’avvio della petizione mondiale per fermare lo sbarco a tavola del cibo sintetico, promossa da World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe, Coldiretti e Filiera Italia.

Le multinazionali del cibo in provetta approfittano della crisi – denuncia Coldiretti – per imporre sui mercati “cibi Frankenstein”, dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi, che potrebbe presto inondare il mercato europeo poiché già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici.

Interrogati sui motivi principali per i quali bocciare il cibo fatto in laboratorio gli italiani – spiega l’analisi Coldiretti/Ixe’ – mettono in cima il fatto di non fidarsi delle cose non naturali (68%, mentre al secondo posto ci sono i consistenti dubbi sul fatto che sia sicuro per la salute (60%). Rilevante anche la considerazione che il cibo artificiale non avrà lo stesso sapore di quello vero (42%) ma c’è anche chi teme per il suo impatto sulla natura (18%).

Una pericolosa deriva degli alimenti creati in laboratorio iniziata – sottolinea Coldiretti – con la carne sintetica della società americana Beyond Meat e sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca.

Gli investimenti nel campo del cibo sintetico stanno crescendo molto sostenuti da diversi protagonisti del settore hitech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). L’esempio più lampante è quello della carne artificiale dove solo nel 2020 sono stati investiti 366 milioni di dollari, con una crescita del 6000% in 5 anni

Per quanto riguarda la carne da laboratorio – spiega Coldiretti – la verità che non viene pubblicizzata è che:

  • non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche,
  • non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali,
  • non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare,
  • non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore,
  • non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato.

“Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare”.

Ma non c’è solo la bistecca in provetta. Infatti – evidenzia Coldiretti – la società Remilk vuole poi aprire una fabbrica chimica in Danimarca per la produzione di latte sintetico realizzato in laboratorio senza mucche. Il “prodotto” della start up israeliana usa il gene responsabile della produzione delle proteine del latte nelle mucche, lo mette in coltura dentro un lievito che viene poi inserito nei fermentatori, dove si moltiplica rapidamente e produce proteine del latte che vengono poi combinate con vitamine, minerali, grassi e zuccheri non animali per formare i latticini sintetici.

L’ultima deriva a tavola arriva poi dalla Germania – riferisce Coldiretti – con i bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare. La società tedesca Bluu Seafood impegnata nel progetto promette di ricreare in laboratorio la carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa partendo da cellule coltivate e arricchite di proteine vegetali. Per ora in Germania si punta alla realizzazione di prodotti come bastoncini e polpette facendo biopsie ai pesci e creando masse di cellule autoriproduttive da confezionare poi per il consumo umano. Un business non indifferente se si considera che a livello globale – sottolinea Coldiretti – ogni persona consuma oltre 20 chili di pesce vero all’anno, mentre gli italiani ne mangiano circa 28 chili pro capite, sopra la media europea che è di 25 kg.

Ma al lavoro, fra provette e laboratori, non ci sono solo i tedeschi della Bluu Seafood. Negli Stati Uniti – evidenzia Coldiretti – il colosso Nomad Foods, proprietario tra gli altri del marchio Findus Italia, ha firmato un accordo con la start-up californiana BlueNalu per studiare il lancio di pesce da colture cellulari, mentre la Wildtype di San Francisco ha raccolto capitali per 100 milioni di dollari per sviluppare un sushi da salmone coltivato in laboratorio programmando l’eventuale distribuzione tramite accordi con Snowfox, che gestisce una catena di sushi bar con 1.230 punti vendita negli Stati Uniti e con Pokéworks, che gestisce 65 ristoranti di poke, mentre in Corea del Sud la CellMeat sta lavorando sui gamberetti in provetta.

Una firma contro il cibo sintetico: scatta la mobilitazione Coldiretti

E’ partita la grande mobilitazione della Coldiretti contro il cibo sintetico, con il via alla raccolta di firme su tutto il territorio nazionale per fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy. La petizione potrà essere sottoscritta negli uffici Coldiretti, nei mercati contadini di Campagna Amica e in tutti gli eventi promossi a livello nazionale e locale. L’obiettivo è promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hi tech.

Già ad inizio 2023 potrebbero essere, infatti, introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue, mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici.

Una pericolosa deriva degli alimenti creati in laboratorio iniziata con la finta carne della società americana Beyond Meat e sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca.

Gli investimenti nel campo del cibo sintetico stanno crescendo molto sostenuti da diversi protagonisti del settore hi tech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). L’esempio più lampante è quello della carne artificiale dove solo nel 2020 sono stati investiti 366 milioni di dollari, con una crescita del 6000% in 5 anni

Per quanto riguarda la carne da laboratorio la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore, non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato. Ma non c’è solo la bistecca in provetta. Infatti la società Remilk vuole poi aprire una fabbrica chimica in Danimarca per la produzione di latte sintetico realizzato in laboratorio senza mucche. In Germania si lavora a bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli Usa si stanno buttando anche sul sushi in provetta.

“Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare”.

https://www.coldiretti.it/economia/una-firma-contro-il-cibo-sintetico-scatta-la-mobilitazione-coldiretti

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Una firma contro il cibo sintetico: scatta la mobilitazione Coldiretti

E’ partita la grande mobilitazione della Coldiretti contro il cibo sintetico, con il via alla raccolta di firme su tutto il territorio nazionale per fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy. La petizione potrà essere sottoscritta negli uffici Coldiretti, nei mercati contadini di Campagna Amica e in tutti gli eventi promossi a livello nazionale e locale. L’obiettivo è promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hi tech.

Già ad inizio 2023 potrebbero essere, infatti, introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue, mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici.

Una pericolosa deriva degli alimenti creati in laboratorio iniziata con la finta carne della società americana Beyond Meat e sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca.

Gli investimenti nel campo del cibo sintetico stanno crescendo molto sostenuti da diversi protagonisti del settore hi tech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). L’esempio più lampante è quello della carne artificiale dove solo nel 2020 sono stati investiti 366 milioni di dollari, con una crescita del 6000% in 5 anni

Per quanto riguarda la carne da laboratorio la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore, non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato. Ma non c’è solo la bistecca in provetta. Infatti la società Remilk vuole poi aprire una fabbrica chimica in Danimarca per la produzione di latte sintetico realizzato in laboratorio senza mucche. In Germania si lavora a bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli Usa si stanno buttando anche sul sushi in provetta.

“Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare”.

https://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/economia/una-firma-contro-il-cibo-sintetico-scatta-la-mobilitazione-coldiretti/

    Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

    BRUXELLES, VIOLENTI SCONTRI TRA 50000 MANIFESTANTI NO GREEN PASS E LA POLIZIA DAVANTI ALLE SEDI UE

    Bruxelles, in 50mila alla manifestazione no vax contro le restrizioni anti Covid: scontri e assalto alle sedi Ue. 70 arresti e 15 in ospedale

    Nuova protesta nella capitale belga: bidoni incendiati, barricate e sassaiole contro gli agenti, a pochi passi dalle istituzioni europee. Danneggiato anche l’edificio dell’Eeas

    È stata un’altra domenica di proteste contro le misure sanitarie e scontri con la polizia a Bruxelles: una manifestazione organizzata nella capitale belga ha coinvolto circa 50mila persone, alcune delle quali sono venute a contatto con gli agenti: lanci di oggetti, fumogeni e cariche per buona parte del pomeriggio. Il bilancio, provvisorio, parla di 70 arresti e decine di feriti. La manifestazione era organizzata da tempo e comprendeva diversi movimenti critici verso le misure sanitarie introdotte dal governo federale belga. Non è la prima del suo genere: nella città, sede delle principali istituzioni dell’Ue, si svolgono proteste di questo tipo ogni domenica dallo scorso autunno.

    MONDO

    Bruxelles, in 50mila alla manifestazione no vax contro le restrizioni anti Covid: scontri e assalto alle sedi Ue. 70 arresti e 15 in ospedale

    Nuova protesta nella capitale belga: bidoni incendiati, barricate e sassaiole contro gli agenti, a pochi passi dalle istituzioni europee. Danneggiato anche l’edificio dell’Eeas di Vincenzo Genovese | 23 GENNAIO 2022

    È stata un’altra domenica di proteste contro le misure sanitarie e scontri con la polizia a Bruxelles: una manifestazione organizzata nella capitale belga ha coinvolto circa 50mila persone, alcune delle quali sono venute a contatto con gli agenti: lanci di oggetti, fumogeni e cariche per buona parte del pomeriggio. Il bilancio, provvisorio, parla di 70 arresti e decine di feriti. La manifestazione era organizzata da tempo e comprendeva diversi movimenti critici verso le misure sanitarie introdotte dal governo federale belga. Non è la prima del suo genere: nella città, sede delle principali istituzioni dell’Ue, si svolgono proteste di questo tipo ogni domenica dallo scorso autunno.

    Bruxelles, violenze e scene di guerriglia urbana alla manifestazione contro le restrizioni anti-Covid19.

    In questo caso, però, hanno aderito anche organizzazioni straniere, come World Wide Demonstration for Freedom e Europeans United for Freedom. Lungo il corteo, partito intorno alle 11 dalla Stazione Nord di Bruxelles, si vedevano bandiere di numerosi Paesi europei e diversi manifestanti sono arrivati dall’estero. Un partecipante svizzero, intervistato dalla tv belga LN24, ha spiegato che l’obiettivo della protesta era la “riconquista della libertà”, sottratta dai governi. Numerosi gli striscioni contro l’attuale Primo ministro Alexander De Croo e il pass sanitaire, l’equivalente del green pass italiano, che in Belgio è necessario per accedere a bar, ristoranti ed eventi pubblici.

    Le attuali misure in vigore sono “un ricatto per costringere la popolazione a vaccinarsi”, secondo una delle partecipanti. La manifestazione si è svolta inizialmente in modo pacifico per la maggior parte della giornata: nel punto d’arrivo del corteo, il Parco del Cinquantenario, era stato allestito un palco, dove erano previsti gli interventi dei rappresentanti delle organizzazioni coinvolte. Appena terminati i discorsi, intorno all’una, la polizia ha cercato di disperdere i manifestanti, circa 50mila in totale secondo le cifre fornite dalle autorità. A questo punto, nella strada che collega l’ingresso del parco alla rotonda Schuman, sede della Commissione europea, sono cominciati i primi scontri. Alcune persone hanno cominciato a scagliare contro gli agenti sassi, mattoni e altri oggetti conducenti. La polizia ha risposto utilizzando i lacrimogeni: la situazione è rapidamente degenerata e i manifestanti hanno danneggiato veicoli ed edifici vicini, tra cui anche il palazzo che ospita l’Eaas, il Servizio europeo per l’azione esterna.

    Lo stesso Josep Borrell ha pubblicato su Twitter la foto di un vetro in frantumi nell’edificio: “Condanniamo fermamente l’insensata distruzione e la violenza alla manifestazione di oggi”, scrive l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri. “I manifestanti gridavano ‘liberté, liberté’, mentre gli altoparlanti della polizia chiedevano ai presenti di disperdersi”, racconta a Il Fatto un testimone oculare. Verso le 17, la polizia in assetto anti-sommossa è riuscita a sgomberare l’ingresso del parco, ma gli scontri sono continuati nelle vie laterali. Diversi veicoli delle forze dell’ordine sono stati oggetto di sassaiole e i manifestanti hanno incendiato bidoni della spazzatura e provato a erigere barricate nelle strade della zona. I video presenti in rete mostrano roghi, vetrine distrutte e staccionate divelte. L’ordine è stato ristabilito completamente soltanto dopo il tramonto, grazie a un massiccio intervento delle forze dell’ordine in assetto anti-sommossa, che con lacrimogeni e cannoni ad acqua hanno disperso gli ultimi presenti. Una settantina di persone sono state arrestate, secondo quanto indica un comunicato della polizia di Bruxelles diramato in serata. Tre agenti di polizia e 12 manifestanti sono stati portati in ospedale: nessuno di loro è in pericolo di vita.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/01/23/bruxelles-in-50mila-alla-manifestazione-no-vax-contro-le-restrizioni-anti-covid-scontri-e-assalto-alle-sedi-ue-70-arresti-e-15-in-ospedale/6465969/

    Bruxelles, scontri tra polizia e no vax (che arrivavano da tutta Europa)

    di Redazione Online

    Decine di migliaia di manifestanti, alcuni dei quali provenienti da Francia, Germania e altri Paesi europei, sono scesi in piazza a Bruxelles: la polizia ha usato lacrimogeni

    Decine di migliaia di persone — 50 mila, secondo fonti di polizia citate dal quotidiano Le Soir sono scese in piazza oggi a Bruxelles per protestare contro le restrizioni sanitarie contro la pandemia di Covid19. Ci sono stati violenti scontri tra manifestanti e la polizia, sullo sfondo delle principali sedi delle organizzazioni dell’Unione europea.

    Alcuni manifestanti hanno tirato oggetti contro gli agenti, che hanno risposto con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni, strumenti deliberati di repressione delle masse popolari opportunamente collaudati da anni. Alcuni veicoli ed edifici hanno subito danni.

    A segnare un elemento di novità destinato a preoccupare le forze dell’ordine in diversi Paesi europei è il fatto che a manifestare — all’urlo di «Libertà» e «Questa non è una pandemia, è una dittatura» — sono stati manifestanti appartenenti al movimento no Green Pass provenienti non solo dal Belgio, ma anche da Francia e Germania e Portogallo. In manifestazione erano visibili anche bandiere olandesi, polacche o rumene.

    Manifestazioni si sono tenute nella giornata di domenica anche a Barcellona in Spagna.

    Alcuni manifestanti hanno anche colpito reporter della Associated Press, picchiandoli, minacciandoli e danneggiando le loro attrezzature video.

    Pochi tra i no vax in piazza — sia a Bruxelles, sia a Barcellona — indossavano mascherine (che sono obbligatorie, all’aperto, in Spagna).

    Da diverse settimane nella capitale belga si svolgono manifestazioni contro il green pass, necessario per accedere a ristoranti ed eventi culturali in particolare. Gli organizzatori, tra cui il movimento World Wide Demonstration for Freedom e Europeans United for Freedom, hanno invitato manifestanti di altri Paesi europei a partecipare questa domenica.

    La manifestazione arriva in un momento in cui in diversi Paesi dell’Europa occidentale i contagi derivanti dalla variante Omicron sono in calo. La nuova variante — che sembra, al momento, causare sintomi meno severi — è ora dominante nell’Unione europea.

    Il Belgio ha registrato un aumento dei casi giornalieri di oltre 60.000 la scorsa settimana.

    https://www.corriere.it/esteri/22_gennaio_23/bruxelles-scontri-no-vax-24f77b30-7c69-11ec-8a2d-4c61d1a6b1fa.shtml

    Scontri no vax a Bruxelles, la polizia usa lacrimogeni e idranti contro i manifestanti

    Circa 50mila in piazza, tensione vicino al quartiere Ue

    https://www.quotidiano.net/esteri/video/scontri-no-vax-a-bruxelles-la-polizia-usa-lacrimogeni-e-idranti-contro-i-manifestanti-1.7281909

    Scontri no vax a Bruxelles, la polizia usa lacrimogeni e idranti contro i manifestanti

    https://www.ansa.it/ansa_4_diplomacy/multimedia/video/2022/01/23/scontri-no-vax-a-bruxelles-la-polizia-usa-lacrimogeni-e-idranti-contro-i-manifestanti_781b6935-9662-48ff-bbf9-7fc27c6e5e00.html

    Bruxelles, proteste contro restrizioni anti-Covid: scontri con la polizia e assalto a sedi Ue

    https://www.ansa.it/ansa_4_diplomacy/multimedia/video/2022/01/24/bruxelles-proteste-contro-restrizioni-anti-covid-scontri-con-la-polizia-e-assalto-a-sedi-ue_d31f779a-566a-4818-976c-30985fff434e.html

    Bruxelles, violenti scontri alla manifestazione no Green pass

    Si è conclusa con scontri tra forze dell’ordine e dimostranti la protesta contro le restrizioni sanitarie che, secondo le forze dell’ordine, ha raccolto stamane a Bruxelles circa 50 mila persone. Giunti nei pressi della sede dell’Unione Europea sono iniziate le violenze, con lancio di oggetti contro la polizia che ha risposto con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Alcuni veicoli ed edifici hanno subito danni. I dimostranti portavano striscioni che criticavano i governi, la vaccinazione o il certificato COVID digitale e la maggior parte di loro non indossava la mascherina.

    Bruxelles, violenti scontri alla manifestazione no Green pass del 22 Gennaio 2022

    https://video.repubblica.it/mondo/bruxelles-violenti-scontri-alla-manifestazione-no-green-pass/406403/407113

    Freedom House

    Expanding #Freedom and #Democracy Freedom House is founded on the core conviction that freedom flourishes in democratic #nations where #governments are accountable to their #people.

    Freedom House si fonda sulla convinzione fondamentale che la libertà fiorisca nelle #nazioni democratiche in cui i #governi sono responsabili nei confronti del loro #popolo.

    https://freedomhouse.org