Day: 1 novembre 2022

FEEDBACK SULL’ALLENAMENTO, VALORI EDUCATIVI DEGLI SPORT OUTDOOR, SAPER ANDARE IN BICICLETTA

https://www.sportsdenature.gouv.fr/retour-sur-la-formation-valeurs-educatives-des-sports-de-nature-et-savoir-rouler-a-velo

Ce stage organisé du 4 au 6 octobre 2022 à Lacanau (Gironde) visait à interroger les liens entre les valeurs éducatives des sports de nature et le Savoir rouler à vélo (SRAV).

Il s’agissait tout particulièrement de mettre en dialectique les compétences d’un éducateur sport de nature avec celles d’un animateur du Savoir rouler. Cette clé de lecture s’avère particulièrement intéressante pour tenter de dépasser les difficultés actuelles de mise en œuvre du bloc 3 du SRAV.

En s’appuyant sur des mises en situations concrètes, 13 agents du ministère chargé des Sports (en services déconcentrés ou en établissement national de formation) ont expérimenté les risques d’un déplacement à vélo, la gestion de la sécurité en groupe et ont interrogé l’accès à l’autonomie en circulation ouverte et la nécessité de responsabiliser les enfants.

Les stagiaires ont ainsi abordé les points suivants : missions d’un référent SRAV ; les enjeux des acteurs territoriaux de ce dispositif ; moyens de financements disponibles ; enfin, quelles sont les freins (ou les solutions) permettant de sensibiliser et de développer l’apprentissage du vélo chez les plus jeunes ?

Lors de ces temps de travail, les témoignages et échanges ont permis à chacun de confronter points de vue et expériences professionnelles afin d’avancer vers une culture commune des enjeux éducatifs. Cette formation inscrite sur le plan national de formation s’est construite dans la continuité des formations des années précédentes, interrogeant l’apport éducatif des sports de nature auprès des jeunes. Elle a été conduite en partenariat avec l’UFOLEP et de la Fédération française sports pour tous.

À la suite du plébiscite de cette formation et au nombre limité de places, une nouvelle session sera proposée en 2023.

Traduzione in italiano

Questo corso organizzato dal 4 al 6 ottobre 2022 a Lacanau (Gironda) mirava a mettere in discussione i legami tra i valori educativi degli sport naturali e Saper andare in bicicletta (SRAV).

Si trattava in particolare di mettere in dialettica le competenze di un educatore sportivo outdoor con quelle di un facilitatore di Know how to ride. Questa chiave di lettura è particolarmente interessante nel tentativo di superare le attuali difficoltà di attuazione del blocco 3 dello SRAV.

Sulla base di situazioni concrete, 13 agenti del Ministero dello Sport (in servizi decentrati o in un istituto di formazione nazionale) hanno sperimentato i rischi del viaggio in bicicletta, la gestione della sicurezza di gruppo e hanno intervistato l'autonomia nel traffico aperto e la necessità di responsabilizzare i bambini.

I tirocinanti hanno quindi affrontato i seguenti punti: missioni di un referente SRAV; le poste in gioco degli attori territoriali di questo sistema; mezzi di finanziamento disponibili; infine, quali sono i freni (o le soluzioni) che consentono di sensibilizzare e sviluppare l'apprendimento della bicicletta tra i più giovani?

Durante questi orari di lavoro, testimonianze e scambi hanno permesso a tutti di confrontare punti di vista ed esperienze professionali per avvicinarsi ad una cultura comune delle problematiche educative. Questa formazione, che fa parte del Piano nazionale di formazione, si basa sulla continuità dei percorsi formativi degli anni precedenti, mettendo in discussione il contributo educativo degli sport naturali ai giovani. È stato condotto in collaborazione con UFOLEP e la Federazione sportiva francese per tutti.

A seguito del plebiscito di questa formazione e del numero limitato di posti, nel 2023 sarà offerta una nuova sessione.

Fonte: Sports de Nature, PRNSN (Pole Resources National Sports de Nature)

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

STAGIONE 2023, ECCO LA NUOVA MAGLIA DELL’AS ROMA CICLISMO

LA NUOVA MAGLIA 2023 DELL’AS ROMA CICLISMO
https://www.asromaciclismo.it/stagione-2023-ecco-la-nuova-maglia-della-s-roma-ciclismo/

Data: 20 Ottobre, 2022

Giallorossa, ovviamente, e con tanto bianco intorno. È questo il profilo della nuova maglia dell’A.S. Roma Ciclismo, che sarà indossata dalle sue cicliste e dai suoi ciclisti nella stagione 2023

Dopo due anni nei quali ai tradizionali colori societari è stato affiancato il nero, il team di designers che cura il concept della divisa ha elaborato un modello elegante e innovativo, ottenendo un mood grafico totalmente rinnovato: riappare il bianco, davanti e sulla schiena, con bande giallorosse che fanno capolino in verticale – dal collo fino al ventre – mentre nell’ultimo biennio erano poste in orizzontale, come ad avvolgere il busto. Il nero però non scompare, ma è protagonista su spalle, braccia e gambe. 

Una livrea completamente rinnovata e d’impatto, per una divisa che per il terzo anno consecutivo è firmata On Sport Wear, azienda toscana che si distingue sul mercato per qualità dei materiali, cura dei dettagli e professionalità.
«Penso sia una maglia solare», dice Giacomo Regoli, responsabile vendite e amministrazione di On Sport Wear.
Il margine per consegnare al kit 2023 dell’A.S. Roma Ciclismo delle migliorie tecniche non era ampio, proprio perché i due realizzati finora dall’azienda toscana sono di altissima qualità, eppure Regoli è riuscito ad alzare ulteriormente l’asticella.  

Forte del successo riscosso nei team giallorossi e del rapporto tra la sua azienda e l’A.S. Roma Ciclismo, Regoli ha potuto lavorare «confermando gli elementi che in questo biennio hanno raccolto ampi consensi» e apportando delle modifiche «al colletto e alle tasche; inoltre abbiamo migliorato ancora di più comodità e vestibilità». Un’evoluzione del progetto che ha portato a «una maglia più avvolgente, grazie al colletto più alto, e a un’aderenza più precisa», ha concluso. Come detto, la base di partenza è stata un kit molto apprezzato sia da chi l’ha vestito in gara sia da coloro che l’hanno indossato per una pedalata cicloturistica. 

Un modo di lavorare, quello di On Sport Wear, che si fa notare per la sua artigianalità e per il suo approccio – che è innovativo e proiettato verso il futuro – ma ispirato da un modo di fare tradizionale, d’altri tempi.
La qualità dei tessuti, la cura per le esigenze di chi va in bicicletta, la professionalità e l’attenzione per la sostenibilità: è per questi motivi che A.S. Roma Ciclismo ha scelto ancora una volta On Sport Wear.

Come sempre, poi, la nascita di una nuova maglia vede al fianco della Società i molti partner e sponsor che la supportano. Rapporti già in essere – magari lunghi e duraturi – oppure relazioni appena intrecciate e da far crescere, in ogni caso realtà aziendali che si accostano all’A.S. Roma Ciclismo non per motivi puramente commerciali, ma perché sposano un progettouna visioneun modo ben preciso di concepire lo sport.
Lo stesso spirito che – in gara o in allenamento, nelle pedalate informali o durante le iniziative societarie – hanno le cicliste e i ciclisti giallorossi, sempre pronti a sfoggiare con orgoglio i colori e lo stemma dell’A.S. Roma Ciclismo. Come succederà anche nel 2023!

A.S. Roma Ciclismo: al via il tesseramento per la stagione 2023!

NUOVA CAMPAGNA TESSERAMENTI AS ROMA CICLISMO 2023
https://www.asromaciclismo.it/a-s-roma-ciclismo-al-via-il-tesseramento-per-la-stagione-2023/

Data: 21 Ottobre, 2022

Sta per concludersi la stagione agonistica 2022 e in casa A.S. Roma Ciclismo si guarda già al futuro.
Dopo aver presentato la nuova maglia, che cicliste e ciclisti giallorossi indosseranno tra pochi mesi, la Società apre il tesseramento per la stagione 2023!

questo link una pagina informativa che contiene tutti i dettagli e le informazioni utili per entrare a far parte dei Team giallorossi

Chi si iscriverà entro venerdì 4 novembre potrà godere – anche quest’anno – di un costo di iscrizione bloccato, della consegna del kit entro Natale, della possibilità di acquistare capi invernali non ordinabili durante la stagione e della consegna della tessera FCI i primi giorni di gennaio.

Chi vestirà la maglia giallorossa nel 2023 potrà contare inoltre su una scontistica riservata per l’acquisto dei prodotti ufficiali A.S. Roma Ciclismo, sull’organizzazione logistica delle gare e degli appuntamenti ufficiali, nonché su un sito internet e su canali social sempre aggiornati e curati dall’Ufficio stampa della Società. 

Per il terzo anno consecutivo la maglia dell’A.S. Roma Ciclismo è firmata On Sport Wear!
Una divisa elegante e innovativa, che restituisce un mood grafico totalmente rinnovato rispetto al modello precedente: riappare il bianco, davanti e sulla schiena, con bande giallorosse che fanno capolino in verticale – dal collo fino al ventre – con il nero protagonista su spalle, braccia e gambe. 

Una maglia per la quale On Sport Wear ha alzato ulteriormente gli standard: ancora più comoda, con un’aderenza più precisa e realizzata con materiali di primissima qualità. 

Cosa aspetti? Unisciti alla Centuria giallorossa!
O sei Lupo, o sei fuori dal Branco!

http://www.asromaciclismo.it/wp-content/uploads/2022/10/A.S.-Roma-Ciclismo-Modulo-iscrizione-2023.pdf

Via Francigena e Cammino di Santiago: due imprese romaniste

Data: 16 Ottobre, 2022

Angelo Curi ha percorso un tratto della Via Francigena: «La cosa più bella mai fatta in bici», Raffaele Borreale invece il Cammino di Santiago: «È una metafora della vita»

di Luca Pelosi (Il Romanista)

Tra i diari della bicicletta dell’A.S. Roma Ciclismo, si sfogliano sempre pagine nuove. Sorprendenti. E così, a un certo punto puoi scoprire che c’è un ciclista giallorosso che decide di percorrere la Via Francigena e lo fa, portando in giro la maglia dell’A.S. Roma per mezza Italia. È Angelo Curi, che ha da poco compiuto l’impresa e ce la racconta: «Sono stato agonista per cinquant’anni, dagli Allievi ai Dilettanti fino al mondo amatoriale. A un certo punto, però, mi è venuta la voglia di fare qualcosa di diverso. Di vivere la bici guardando anche ciò che c’è intorno, non solo la strada. Osservando paesaggi e persone, non solo il cronometro. Fermandomi al bar per un caffè ogni tanto. E ho scoperto un’altra bici e un altro me stesso, grazie a queste nuove esperienze». Tra le quali, appunto, la Via Francigena. Nata per caso.

«Avrei dovuto fare il Cammino di Santiago con Raffaele Borreale, poi ho avuto un imprevisto che mi ha costretto a sospendere l’idea. Una volta risolto, ho cambiato idea e ho pensato alla Via Francigena. Sono partito da Torino con l’idea di arrivare a Roma in sei tappe, poi ne ho fatte sette. Oltre mille chilometri, in alcuni tratti noi ciclisti eravamo talmente tanti che sembrava una carovana. Ero preparato per cui sono riuscito a pedalare per circa otto ore al giorno, ma la prossima volta voglio godermi ancora di più il viaggio». Strade e borghi in armonia con l’ambiente e così si ritrova anche l’armonia con se stessi. S’incontrano persone, ma si tratta sempre di un viaggio in solitaria e nel quale ci si deve affidare alle proprie risorse fisiche e mentali, quindi «può esserci qualche timore relativo a fattori esterni e a inconvenienti logistici, ma non ho avuto momenti di difficoltà o in cui ho pensato di mollare. Anzi – aggiunge Angelo – questo viaggio mi è servito per individuare i miei limiti. Per una mia abitudine tendevo a spingere, anche se in esperienze di questo tipo non serve, ma dopo cinquant’anni di gare è normale che succeda.

https://www.asromaciclismo.it/via-francigena-e-cammino-di-santiago-due-imprese-romaniste/

È stato bello vivere alla giornata, incontrare persone di qualsiasi età, cultura e nazionalità. C’è stato qualche imprevisto naturalmente, come il telefonino che non si caricava o il bagagliaio della bici che si rompeva, ma ho affrontato e superato tutto. Ho incontrato perfino due persone che erano partite mesi prima da Canterbury e che sarebbero arrivate fino a Santa Maria di Leuca, compiendo quindi tutto il tragitto completo. Alla fine credo di poter dire che sia la cosa più bella che ho mai fatto in bicicletta. Ringrazio le persone che mi vogliono bene, mia moglie in primis, mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto. Vorrei rifare cose simili. Non ho ancora in mente un percorso preciso ma mi piacerebbe fare anche dei mini-viaggi di due o tre giorni, più brevi della Torino-Roma, ma comunque interessanti. È un qualcosa che ti arricchisce, ti insegna a gestire le situazioni, a superare i momenti brutti, fai incontri e ti rendi conto che ogni persona può darti qualcosa. Lo consiglio a chiunque ne abbia la possibilità». E Angelo adesso cosa fa? «Domenica una gara storica ad Anghiari, vicino Sansepolcro. Poi ho sempre il sogno del Cammino di Santiago, chissà…». I sogni nell’A.S. Roma Ciclismo si avverano.

Di pellegrinaggi se ne fanno tanti, in bici o a piedi. Il Cammino di Santiago, però, è un qualcosa di diverso. Lo si percepisce parlando con chiunque lo abbia percorso, lo si sente quando ci si saluta tra pellegrini al grido di ‘Ultreya et suseia’, anche tra chi cammina e chi va in bici. Lo si percepisce chiaramente parlando con Raffaele Borreale, atleta dell’A.S. Roma Ciclismo che lo ha percorso in otto giorni, anche se un po’ a modo suo: «Lo avevo fatto nel 2017 e così ho cambiato un po’. Sono partito da Civitavecchia per poi iniziare da Saragozza. Non faccio mai il Cammino classico, non punto alla Carta del Pellegrino. Così mi sono ricongiunto a Logrogno, un altro punto di partenza, con altri pellegrini e ho iniziato da lì. È stata una bellissima esperienza, dove non sono mancati i momenti difficili. Una volta mi sono trovato con un vento contrario fortissimo, non riuscivo ad andare a più di 15 chilometri orari. Nello stesso giorno ha piovuto e ho anche bucato. Inoltre, c’è sempre la regola in base alla quale se trovi il sole a Logrogno, trovi il freddo in Galizia. E anche stavolta è stato così. Nella penultima tappa ho trovato un freddo incredibile su una discesa di 24 chilometri e mi sono dovuto fermare. Inoltre prima era capitato di trovare strade chiuse e dover passare attraverso salite molto dure, anche al 14 o 15 per cento di pendenza. Certo, chi lo fa a piedi ha più difficoltà. Ma assicuro che sei talmente coinvolto emotivamente dal clima che si respira intorno a te, ancora di più lo sei se scegli di pernottare nei dormitori, che ti senti uno di loro. Parlandoci e ascoltandoli ti arricchisci.

Loro camminano per 30 giorni, tu te la puoi cavare in 8. Con la gravel, la migliore bici per questo percorso, pedalando per 70/90 chilometri al giorno, hai tutto il tempo di fare soste culinarie o culturali e di terminare ogni tappa stanco ma non esaurito. Dieci o dodici giorni in cui, a prescindere dal periodo che si sceglie (rigorosamente in estate), potrete trovare ogni tipo di meteo: dal caldo torrido della zona di Logrogno e Leon, al freddo della zona di Sarria. I miei ricordi migliori sono per Pamplona, Puente la Reina, Los Arcos, Santo Domingo de la Calzada, Moratinos, Burgos, Castrojeriz, Villafranca del Bierzo, Lugo, Portomarín. Tutte queste località hanno centri storici medievali intatti, vi sembrerà di poter incontrare Don Chisciotte oppure El Cid di notte. Poi ci sono i ricordi delle persone incontrate, con cui si sono scambiate esperienze, opinioni oppure solo la solidarietà e l’augurio di ‘Buen Camino’ dato e ricevuto. Penso che ognuno di noi dovrebbe percorrere il Cammino una volta nella vita». Perché? «Perché il Cammino è la vita. C’è l’aspetto spirituale, ma non solo. È imparare a faticare, ad affrontare gli imprevisti, a cavarsela in ogni situazione. È imparare ad avere pazienza, a capire che, come nella vita, c’è chi sta più avanti e chi sta più indietro, chi va più veloce e chi va più piano, ma di fronte alla fatica siamo tutti uguali, anche se nel percorso siamo tutti diversi. E dall’incontro tra persone nasce un’umanità migliore».

Fonte: As Roma Ciclismo

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

“VACCINI COVID19, INEFFICACI E DANNOSI DOPO SEI MESI” – GIOVANNI FRAJESE

L’ENDOCRINOLOGO DOTT. GIOVANNI FRAJESE, MDICO NON VACCINATO CHE A BREVE VERRA’ RINTEGRATO IN SERVIZIO
https://www.byoblu.com/2022/05/24/vaccini-covid19-inefficaci-e-dannosi-dopo-sei-mesi-giovanni-frajese/

Il professor Giovanni Frajese è intervenuto oggi alla Camera dei Deputati durante la conferenza stampa organizzata dal gruppo parlamentare di Alternativa, che intende proporre una legge per istituire una commissione di inchiesta sui vaccini Covid19. Nel corso della sua relazione l’endocrinologo ha mostrato una carrellata di nuovi studi internazionali. L’evidenza che sta emergendo in modo sempre più prepotente è che l’effetto di protezione tende a scomparire dopo appena 6 mesi dall’inoculazione per diventare poi negativo, esponendo così i soggetti vaccinati alla malattia più di quelli non vaccinati. Un dato inquietante che non può che spingere le comunità scientifica e le autorità sanitarie a indagare con grande attenzione.

Fonte: Byoblu, canale 262 la TV dei cittadini

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila

ELETTRIFICATI E DEVASTATI – FULVIO GRIMALDI IN O GREEN O VERDE

Si comincia col vedere su cosa si basa la transizione ecologica: cambiamento climatico sì, no, antropico sì, no? Cosa ci dicono le varie ricerche, quale è lo scopo dell’ennesimo panico sociale? Quali ne sono i promotori? Paralleli con altre campagne del terrore? E il PNRR, cosa si propone? E la trasformazione economica globale cosa comporta in termini sociali?

In vista una disoccupazione di massa che, inserita sulla crisi da Covid, su quella da sanzioni agli altri, ma che colpiscono noi, promette tumulti globali e conseguente necessità di risposte repressive globali: nazificazione.

Il taglio dal corpo eurasiatico dell’arto europeo a chi conviene? E il passaggio dal fossile all’elettrico: basta motori endogeni dal 2035, che succede? Saremo attrezzati? A che costo? Ma i minerali non sono fossili? E finiti? E se i fossili avrebbero provocato il surriscaldamento e avrebbero inquinato il globo terracqueo e i nostro organi vitali, il litio cosa combinerà ad ambiente e salute? Dove sta, chi ne trarrà vantaggio, chi danno e devastazione? Una rivoluzione ecologica, o la lotta di classe dall’alto per un nuovo rilancio capitalistico?

Fonte: Byoblu canale 262 DTV

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

FRACKING, COME TI FRATTURO ECOLOGIA ED ECONOMIA – FULVIO GRIMALDI IN O GREEN O VERDE

Prima, a garanzia di una tranquilla sicurezza nel funzionamento della nostra industria, dei servizi e della manifattura, del riscaldamento e rinfrescamento a mitigazione delle intemperanze climatiche, c’erano dei tubi che correvano sopra o sotto il territorio, coprendo l’intera Europa con una grande tela di ragno. 

Oggi quei bracci di un organismo integrato sono stati amputati, o lo saranno, e l’energia ci deve arrivare un po’ di qua e un po’ di là, ma sicuramente da fonti meno sicure e affidabili, e soprattutto oltreoceano. 

A parte il gas che continua ad arrivare in tubi nel Mediterraneo, tutto il resto sarà idrocarburo da scisti. Scisti? Roccia metamorfica in piani più o meno paralleli, dei componenti mineralogici lamellari o fibrosi, e perciò facilmente sfaldabili. Sfaldabili con il “fracking”, cioè la fratturazione idraulica di questo sottosuolo roccioso, mediante costosi e ecologicamente gravosi procedimenti, per estrarre gas e petrolio in forma gassosa, che poi viene liquefatto e poi rigassificato.

I costi, rispetto alla tradizionale estrazione da giacimenti, sono altissimi, ma lo sono anche quelli per la salute umana, animale e vegetale. Chi ce lo fa fare? È la domanda da porsi, ma che è vietato porsi.

Fonte: Byoblu, la TV dei cittadini canale 262

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

LA PLASTICA IN NOI – FULVIO GRIMALDI IN O GREEN O VERDE

“Moplen è il marchio registrato di una materia plastica, il polipropilene isotattico (indicato chimicamente con la sigla PP-H), ottenuta tramite reazione di polimerizzazione a partire dal propilene.Tale materiale è da considerarsi profondamente innovativo perché, sia per le sue caratteristiche di resistenza meccanica, sia per l’economicità di lavorazione, rivoluzionò l’industria dei materiali termoplastici.”

Così Wikipedia su quello che fu, negli anni 50, il significativo contributo italiano, della Montecatini (poi Montedison) alla “plastificazione delle cose”. Scomparvero legno, alluminio, carta, ceramica, acciaio, lana, seta, e il sintetico rese tutto più comodo, veloce, meno costoso, addirittura meno gravoso per l’ambiente.

Oggi siamo alla nemesi e più degli idrocarburi, anche se molto meno diabolizzata dai guerrieri del cambio climatico, è la plastica a rovinare l’ambiente. E ora anche la salute. Non produce emissioni dannose, se non quando si brucia, nei campi o negli inceneritori. Ma invade, inquina, occupa spazi che da vita diventano morte. 

Lo abbiamo visto in discariche, in traffici immondi ai danni di paesi poveri, negli oceani dalle isole galleggianti di plastica, dagli animali spiaggiati con lo stomaco pieno di buste. Ora scopriamo che la materia miracolosa, che ci aveva tanto agevolato la vita, rischia di ucciderci direttamente. È penetrata nei nostri corpi. Lo rivelano le ricerche di cui riferisce Fulvio Grimaldi.

Fonte: Byoblu canale 262 DTV

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

ZITTO! SEI FUORI! – FULVIO GRIMALDI IN O GREEN O VERDE

https://www.byoblu.com/2022/05/23/zitto-sei-fuori-fulvio-grimaldi-in-o-green-o-verde/

Ecologia è cura della casa. Una casa esiste se esiste il Verbo che la concepisce e costruisce. Lo dicono tutte le religioni e, stavolta, hanno ragione. Lo conferma la differenza acquisita dall’essere umano in milioni di anni rispetto a tutti gli altri viventi. Qualcuno ha poi detto che il vero era la parola unica del pensiero unico e s’è messo a bruciare libri. Primitivo, come il nazismo d’antan. 

Ora la parola va bloccata prima che l’aria la porti dove non deve arrivare. Prima i privati, veri padroni della parola: su Facebook solo amore e odio per chi dice Zuckerberg. Poi il governo, Biden col dipartimento della Sicurezza Nazionale e l’Ufficio contro la Disinformazione. Cosa sia lo decide esso. A seguire, a passo d’oca, commissione e parlamento UE: disinformazione da obliterare per legge ed esercito di fact checkers, controllori dei fatti, a stabilire quale parola corrisponda a quale realtà.

Fuori dal concerto di chi può parlare perfino quelli con cui si faceva finta di essere pluralisti e democratici. Nei talk show, da 10 contro uno, a 10 senza uno. Se la realtà vera non ci piace, va fatta dire la realtà che ci piace. Liste di proscrizione di coloro che si abbarbicano alla realtà vera. Di loro ci ricorderemo, ha dichiarato in cima alla sua lista, Fabrizio Rondolino. Ove non si eliminano le parole, si eliminino i parlanti.

Fonte: Byoblu, la TV dei cittadini, canale 262

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo