Day: 4 giugno 2024

ULTIMA GENERAZIONE: NON HANNO POTUTO DOCUMENTARE NULLA

Di nuovo giornalisti in cella. Condividi l’appello per la libertà di informazione!

Ciao Alessio, 


Ieri abbiamo spruzzato carbone vegetale sul Ministero del Lavoro, per denunciare l’inazione del ministero nel fronteggiare i problemi più urgenti: vittime e infortuni sul lavoro, precariato, lavoro irregolare e sotto-retribuito.

Problemi ormai strutturali, che si aggraveranno con l’avanzare della crisi climatica: pensiamo ai braccianti o ai muratori svenuti sotto il caldo estremo della scorsa estate, ma non solo.

Stavolta non c’era la stampa a documentare la nostra azione e la reazione della polizia. Perché?

English translate

ULTIMA GENERAZIONE: THEY COULD NOT DOCUMENT ANYTHING

Journalists in jail again. Share the appeal for freedom of information!

Hello Alessio, 

Yesterday we sprayed charcoal on the Ministry of Labour, to denounce the ministry’s inaction in tackling the most urgent problems: victims and accidents at work, precarious work, irregular and underpaid work.

Problems that are now structural, which will get worse as the climate crisis advances: let’s think of the labourers or bricklayers who fainted under the extreme heat of last summer, but not only that.

This time there was no press to document our action and the reaction of the police. Why?

Because three journalists – Angela Nittoli (collaborator of Fatto Quotidiano), Massimo Barsoum (photographer of Corriere della Sera) and Roberto di Matteo (freelance videomaker) – were searched and taken to a cell in the police station where they were held for two hours, without the ability to use your cell phone and, above all, to carry out your journalistic work.

Restricting freedom of information and the right to report undermines a fundamental pillar of our democracy, especially today when it is facing a frightening crisis.

The government is willing to violate the Constitution to silence critical voices.

It’s not Orwell’s 1984, it’s reality. We cannot remain silent. 
This is why we invite you to share the appeal we have launched.
Is very important.

Thank you very much.  

Would you like to know more? Join our next online meeting, Sunday at 9pm. Click here to register

With love and determination,

Ultima Generazione

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM

ULTIMA GENERAZIONE: DONAZIONI RADDOPPIATE FINO A LUNEDI’

Alessio,

I segnali sono sempre più inquietanti, la democrazia sta sparendo sotto i nostri occhi. Dobbiamo smettere di collaborare con questa classe dirigente ed entrare in resistenza civile. Centinaia di cittadini si stanno preparando. Ma abbiamo bisogno anche del tuo sostegno per farcela.

Fortunatamente, per fino a lunedì la tua donazione vale il doppio. Per ogni euro donato da te, 4 donatori ne doneranno un altro fino al raggiungimento di 10’000 euro. Se volevi sostenerci, questo è il momento!

Non siamo un partito o una grande ONG: ogni centesimo donato a noi serve a finanziare la nostra attività di disobbedienza civile. Per riconquistare i nostri diritti e assicurarci un futuro abbiamo bisogno di lottare e sappiamo che il nostro metodo è efficace: in soli due anni siamo passati da essere una decina di persone a diventare centinaia.

Tutto questo è stato possibile grazie a chi ci ha sostenuto finora.

Alessio, assieme questo maggio abbiamo fatto cose straordinarie. Con una donazione puoi aiutarci a costruire una protesta partecipata, nonviolenta ma incisiva.
Grazie davvero.

Chi ci sostiene: 

Elena – fisica, esperta di gestione delle acque
José Antonio – “Sono un papà, da molti anni impegnato per sensibilizzare le persone sull’urgenza di agire per un futuro sostenibile. 
Lavoro in un rifugio alpino e oggi la crisi climatica minaccia concretamente la mia attività. 
Sostengo Ultima Generazione perché è un movimento che sposa le mie più profonde convinzioni morali”
Riccardo – imprenditore, papà, cittadino attivo in Ultima Generazione

Ultima Generazione 

🧡

Hai ancora tempo fino a stasera!

Ciao Alessio,

in questi tre giorni di donazioni raddoppiate abbiamo già raccolto 6000 euro! 
La risposta della comunità è stata meravigliosa e ci dà la speranza di poter fare affidamento su moltissime persone per continuare a costruire una campagna di resistenza civile grande e incisiva. 

Fino alle ore 24 di oggi ogni donazione verrà raddoppiata dalla generosità di 5 sostenitori. Ci serve un ultimo sforzo per raggiungere l’obiettivo: aiutaci anche tu a sfruttare appieno l’occasione.

Clicca qui per fare una donazione raddoppiata!

Mentre il nostro Paese discende verso l’autoritarismo, abbiamo bisogno di ricordarci una cosa: la democrazia non ci è stata concessa. L’abbiamo ottenuta lottando e, ugualmente, dovremo lottare per difenderla. 
A ottobre saremo di nuovo a Roma a lottare ma per farlo abbiamo bisogno anche del tuo sostegno per poter organizzare una mobilitazione di massa.

Sostienici ora e raddoppierai il tuo impatto!
Grazie di cuore  🧡

PS
se anche tu vuoi darci una mano per resistere ad ottobre, vieni a scoprire cosa puoi fare: iscriviti all’incontro online di domenica prossima a questo link

Con gratitudine e speranza,

Ultima Generazione

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM

ALESSIO BRANCACCIO RICEVE UN MESSAGGIO DI RINGRAZIAMENTO PER LA FIRMA DELLA PETIZIONE LANCIATA DA OXFAM ITALIA SU GAZA

https://www.oxfamitalia.org

Alessio,

grazie per aver firmato la petizione.

Con la tua firma chiedi di fermare l’escalation di violenza e la catastrofe umanitaria che colpisce i bambini, le donne e gli uomini di Gaza e di Israele.

La crisi sanitaria e idrica di Gaza sta peggiorando drammaticamente.

La situazione alimentare è disumana e inaccettabile. Nel Nord di Gaza è carestia: si sopravvive con meno di 100gr di pane al giorno.

La nostra risposta umanitaria continua senza sosta, nonostante le gravi difficoltà legate alla sicurezza, all’accessibilità e alla disponibilità degli aiuti.

Abbiamo raggiunto oltre 250 mila persone, di cui 120 mila bambini, nelle zone più colpite. Vitale è stata la distribuzione di acqua pulita e cibo, o di coperte e abiti caldi per affrontare l’inverno. Nei campi profughi sono stati installati servizi igienici, mentre a Rafah è stato possibile avviare 11 impianti di desalinizzazione a energia solare, di cui 5 già operanti, per garantire acqua pulita a 25 mila sfollati costretti a sopravvivere in condizioni sempre più critiche.

Un nostro operatore ti chiamerà per raccontarti cosa facciamo e informarti su come puoi fare la differenza e salvare la vita di tante persone.

Grazie di essere al nostro fianco, Oxfam Italia

English translate

ALESSIO BRANCACCIO RECEIVES A MESSAGE OF THANKS FOR SIGNING THE PETITION LAUNCHED BY OXFAM ITALIA ON GAZA

Alessio,

Thank you for signing the petition.

With your signature you ask to stop the escalation of violence and the humanitarian catastrophe affecting the children, women and men of Gaza and Israel.

Gaza’s health and water crisis is worsening dramatically.

The food situation is inhumane and unacceptable. In the north of Gaza there is famine: people survive on less than 100g of bread a day.

Our humanitarian response continues unstoppable, despite serious challenges related to security, accessibility and availability of aid.

We have reached over 250 thousand people, including 120 thousand children, in the most affected areas. The distribution of clean water and food, or of blankets and warm clothes to face the winter was vital. Toilets have been installed in the refugee camps, while in Rafah it was possible to start up 11 solar-powered desalination plants, of which 5 are already operational, to guarantee clean water to 25 thousand displaced people forced to survive in increasingly critical conditions.

One of our operators will call you to tell you what we do and inform you about how you can make a difference and save the lives of many people.

Thank you for being by our side, Oxfam Italia

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM

URGENT: MASSACRE IN GAZA

Alessio,

Global bank UBS increased its shares in Elbit Systems, Israel’s largest weapons maker, by a staggering 875% in the first quarter of this year.

Whilst UBS lines its pockets, the Israeli military has surrounded and is attacking Rafah, where hundreds of thousands of terrified Palestinians are sheltering. The Israeli military just bombed a safe zone, killing at least 45 people, most of them women and children. This comes after it hit Kamal Adwan Hospital with missiles and attacked Gaza’s largest refugee camp, Jabalia, killing children.

The bloodshed must stop.

Public pressure works: the biggest bank in the world, JPMorgan Chase, just divested 70% of its holdings in Elbit. Now it’s time for UBS to stop profiting from bloodshed.

Tell UBS: divest from Elbit Systems now.

UBS was founded in Switzerland but it needs to stop hiding behind this neutral facade. UBS’ money is funding weapons for the Israeli Government’s genocide.

At least 35,000 Palestinians have been killed by the Israeli military since October 7 last year. Children in Gaza are already dying from malnutrition and the United Nations just suspended food distribution in Rafah because the Israeli military and settlers are preventing humanitarian aid from entering Gaza.

Call on UBS to cut off the money for Israel’s weapons.

The Ekō community has helped cut off funding for weapons before. When we published a report exposing global insurance company AXA’s financial connections it dropped its shares in Elbit. And after we revealed Scotiabank was pouring hundreds of millions into Elbit, the Canadian bank drastically reduced its stake in the weapons company too.

Let’s do it again.

UBS’ shares in Israel’s biggest weapons manufacturer, Elbit Systems, just increased by 875%. This comes as the world’s biggest bank, JPMorgan Chase, just divested huge amounts from Elbit.

Let’s build on this momentum and tell UBS to divest too.

Thanks for all that you do,
Nish and the team at Ekō

More information:

Israel’s war on Gaza live news: ‘People burned alive’ in attack on Rafah

Al Jazeera 27 May 2024

UBS Group AG reports 875.58% increase in ownership of ESLT / Elbit Systems Ltd.

Fintel Ventures LLC. 13 May 2024

UN suspends Rafah aid distribution and warns US pier may fail

The Guardian 22 May 2024

Traduzione in italiano

URGENTE: MASSACRO A GAZA

Alessio,

La banca globale UBS ha aumentato le sue azioni in Elbit Systems, il più grande produttore di armi israeliano, di uno sbalorditivo 875% nel primo trimestre di quest’anno.

Mentre UBS si riempie le tasche, l’esercito israeliano ha circondato e sta attaccando Rafah, dove si rifugiano centinaia di migliaia di palestinesi terrorizzati. L’esercito israeliano ha appena bombardato una zona sicura, uccidendo almeno 45 persone, la maggior parte delle quali donne e bambini. Ciò avviene dopo che ha colpito con missili l’ospedale Kamal Adwan e ha attaccato il più grande campo profughi di Gaza, Jabalia, uccidendo bambini.

Lo spargimento di sangue deve finire.

La pressione dell’opinione pubblica funziona: la banca più grande del mondo, JPMorgan Chase, ha appena ceduto il 70% delle sue partecipazioni in Elbit. Ora è tempo che UBS smetta di trarre profitto dagli spargimenti di sangue.

Dite a UBS: disinvestire da Elbit Systems adesso.

UBS è stata fondata in Svizzera ma deve smettere di nascondersi dietro questa facciata neutrale. Il denaro di UBS sta finanziando armi per il genocidio del governo israeliano.

Almeno 35.000 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano dal 7 ottobre dello scorso anno. I bambini a Gaza stanno già morendo di malnutrizione e le Nazioni Unite hanno appena sospeso la distribuzione di cibo a Rafah perché l’esercito e i coloni israeliani stanno impedendo l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza.

Chiediamo all’UBS di tagliare i soldi per le armi israeliane.

La comunità Ekō ha già contribuito a tagliare i finanziamenti per le armi. Quando abbiamo pubblicato un rapporto che esponeva i legami finanziari della compagnia assicurativa globale AXA, questa ha perso le sue azioni in Elbit. E dopo che abbiamo rivelato che la Scotiabank stava versando centinaia di milioni nella Elbit, anche la banca canadese ha ridotto drasticamente la sua partecipazione nella compagnia di armi.

Facciamolo ancora.

Le azioni di UBS nel più grande produttore di armi israeliano, Elbit Systems, sono appena aumentate dell’875%. Ciò avviene in quanto la banca più grande del mondo, JPMorgan Chase, ha appena ceduto ingenti somme da Elbit.

Sfruttiamo questo slancio e diciamo anche a UBS di disinvestire.

Grazie per tutto ciò che fai,
Nish e il team di Ekō

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM

3 GIUGNO 1984 – 3 GIUGNO 2024: 40 ANNI DALLO STORICO GRAN PREMIO DI MONACO 1984

Oggi 3 Giugno 2024 sono passati 40 anni da Monaco GP 1984, scriverò un articolo sulla mia community del Capeta Sim Racing Team tutto dedicato a Stefan Bellof, il pilota tedesco che arrivò terzo nel famoso GP di Montecarlo 1984 vinto politicamente da Prost, secondo arrivò Senna e terzo proprio Bellof.

Quando Senna e Bellof fecero tremare la F1: GP di Monaco, 3 Giugno 1984

Nuvole. Nuvole a perdita d’occhio. Nuvole basse, nuvole fitte, nuvole cupe, che senza pietà alcuna sfiguravano con pioggia battente il profilo frastagliato del piccolo Principato di Monaco. Era il 3 giugno del 1984, e a Montecarlo, quel giorno, le condizioni ideali per correre un GP di Formula 1 vennero impietosamente offuscate assieme al sole da una coltre impenetrabile di grigio. Ma se è vero che quel diluvio inarrestabile, quelle stradine ormai sommerse, quei flutti d’acqua sollevati dalle gomme posteriori delle monoposto non erano le condizioni ideali per correre, è altrettanto vero che erano le condizioni perfette per far qualcos’altro. Erano le condizioni perfette per far nascere delle Leggende.

In Pole per quel GP, al volante della velocissima McLaren MP4-2 motorizzata TAG Porsche, c’è Alain Prost. Dietro di lui, il branco freme: mostri sacri del calibro di Nigel Mansell, René Arnoux, Niki Lauda, Nelson Piquet e Keke Rosberg ringhiano, rabbiosi, pronti ad azzannarsi a vicenda nella strettoia della Santa Devota. La pioggia è fitta, battente, implacabile. I piloti chiedono di bagnare artificialmente il tratto di pista sotto il Tunnel per rendere uniformi le condizioni del tracciato, i Commissari ritardano la partenza della gara di ben 45 minuti: la F1, all’improvviso, si riscopre impotente di fronte alla forza della natura, che riversa la propria furia tra gli angusti muretti di Monaco non accennando a placarsi ed anzi nascondendo ulteriori insidie nel dedalo del Principato. Qualcuno guarda al cielo nella speranza di trovare uno scampolo di azzurro, ma mentre pericolosi rigagnoli d’acqua s’ingrossano sempre più sull’asfalto di Monaco neppure un raggio di sole riesce ad attraversare la coltre di nubi che, fitta, avvolge in un abbraccio d’oblio la piccola cittadina di Montecarlo. Rinviare Gran Premi per motivi meteorologici, tuttavia, è un’ipotesi che il mondo della F1 non contempla, nel 1984. E così, su una pista che sanguina acqua in ogni suo punto, si spengono i semafori del GP di Monaco: la corsa, finalmente, ha inizio. Prost, partito dalla Pole, scappa via. Dietro di lui, implacabile, Santa Devota inizia ad esigere il proprio tributo: Warwick, Tambay e De Cesaris terminano la loro gara dopo poche decine di metri, con il resto dello schieramento che sfila invece via compatto.

Le condizioni sono proibitive. La pioggia non accenna a smettere, la visibilità è minima: gli enormi pneumatici posteriori delle F1 sollevano vere e proprie colonne d’acqua, attraversate ciecamente d’istinto dai piloti costretti alla rimonta. Tra questi, pian piano, inizia a farsi largo un casco giallo. Quel casco giallo che, di lì a qualche anno, diventerà il casco giallo più veloce del mondo. Un giovane brasiliano, Ayrton Senna da Silva, fa sua la tempesta: al volante della sua Toleman-Hart domina il diluvio, alleandosi con quelle condizioni climatiche che stanno mettendo in ginocchio piloti più esperti e famosi. Senna è più forte. Più forte dei limiti della sua vettura, più forte dei suoi avversari, più forte di quelle divinità che gli stanno scagliando addosso tutta la loro furia. Il brasiliano risale la classifica con veemenza, rabbia, furore, sfruttando ogni errore degli avversari e guidando al limite con una naturalezza che solamente chi ha in sposa la Velocità può avere. Monaco 1984, semplicemente, è Ayrton Senna. E’ il primo sguardo tra due innamorati che hanno sempre saputo di appartenere l’uno all’altro prima ancora di incontrarsi, è l’inizio di un amore mai nascosto che portò sino all’altare della Leggenda entrambi gli innamorati, quel circuito così atipico da un lato e quel pilota con la faccia da bravo ragazzo e quel sorriso malinconico dipinto sul volto dall’altro. Ma se è vero che Monaco 1984 è Ayrton Senna, è altrettanto vero che Monaco 1984 non è solo Ayrton Senna.

Dalla ventesima ed ultima casella dello schieramento infatti, affogata dai turbinii sollevati da tutti i piloti che la precedevano, è partita la Tyrrel-Ford 012 con il #4 sulla carena. Al volante c’è un giovane tedesco: in pochi lo conoscono, ma quei pochi sanno che quel pilota, l’anno prima, aveva fatto qualcosa di irreale lassù, tra le viscere dell’Inferno Verde, del ‘Ring. Quei pochi sanno che Stefan Bellof, consegnato alla Tyrrell dopo che il suo sponsor Rothmans aveva posto un veto al prosieguo dei test che il biondo di Giessen stava svolgendo assieme a Senna con la McLaren, è un pilota che sa essere velocissimo. Soprattutto quando, come l’anno prima sull’Anello Nord, Stefan decide di sfidare non l’auto, non gli avversari, ma se stesso e la pista. In condizioni, per di più, che permettono di livellare le differenze tecniche tra le varie vetture, lasciando che siano piedi, mani e testa del pilota fare la differenza.

La tempesta sferza la scogliera di Montecarlo, lasciando che il caos scorra veloce assieme all’acqua sull’asfalto infido del Principato. Prost, nella limpida solitudine della sua prima posizione, colpisce con la propria auto un Commissario di Gara. Mansell, dopo aver preso il comando della corsa, viene graziato dal muro di Beau Rivage prima che quello del Mirabeau non si renda suo giustiziere. Lauda si gira al Casino. E invece, dalle retrovie, Senna e Bellof risalgono la classifica addomesticando la furia della natura. Entrambi giovani, entrambi velocissimi, entrambi consapevoli che su quel circuito, con quelle condizioni, in quel Gran Premio si poteva fare qualcosa destinato a rimanere nella Storia. I due, inconsapevoli gemelli figli della tempesta, tengono un ritmo inavvicinabile per gli altri, girando al limite in ogni passaggio, privi di timori riverenziali verso chiunque gli si pari davanti. Al brasiliano non resiste Lauda, che al 19° giro prima di ritirarsi viene infilato alla staccata di Santa Devota. Al tedesco non resistono né Rosberg, superato all’uscita del Tunnel, né Arnoux, superato alla staccata del Mirabeau. Ed è il 27° giro di una gara assurda quando Senna e Bellof si ritrovano 2° e 3°. Sono i più veloci in pista e, in quelle condizioni, i più veloci al mondo. Allo sventolare della bandiera a scacchi, lo sanno entrambi, mancano ancora diversi giri. E ai due, come se Velocità stessa avesse deciso di indirizzare le loro menti verso un unico splendido obiettivo nonostante diversi secondi li separassero ancora, balena in mente un’idea pazza, un sogno folle, un’utopia magnifica: andare a prendere Alain Prost.

Il francese, ramingo esule tra i flutti, ha dalla sua una McLaren vicina quell’anno al limite dell’inarrestabile. Ma quel giorno, quel 3 giugno del 1984, la sua fida e velocissima MP4-2 non è sufficiente per salvarsi dalla furia di Senna e Bellof. I due divorano i secondi che li separano dalla vetta: Senna recupera su Prost, Bellof recupera su Senna sfruttando al meglio il minor traffico incontrato. Prost, nel corso del 29° passaggio, si vede esporre un Pit Board che gli cristallizza il sangue nelle vene, schiaffeggiandolo sul volto con più violenza di quanta ne avesse usata la pioggia fino a quel momento: il vantaggio su Senna, pari a circa mezzo minuto nel corso del 16° giro, ora si è ridotto ad una manciata di secondi. Alain riflette, capisce che lì, sotto il pianto infinito di quel cielo impietoso che sovrasta il Principato, non ha armi per resistere a Senna. E, su una distanza di gara normale, neppure per resistere a Bellof. Ma, all’improvviso, proprio l’acqua che fino a quel momento stava plasmando un incubo alle sue spalle diventa la sua più fida alleata: il fortunale aumenta infatti la propria intensità, riducendo ulteriormente la visibilità. Prost si sbraccia dall’abitacolo della sua McLaren, cerca di far capire ai Commissari che, in quelle condizioni, non si può continuare a correre. Senna e Bellof, dal canto loro, non vengono neppure accarezzati dalla confortante mano del ritiro: sono entrambi sul podio, entrambi annusano la possibilità di una vittoria, nessuno è più veloce di loro e la forza con cui la tempesta li colpisce non riesce neppure ad intaccare la loro volontà di portarsi sempre oltre il limite, ogni giro più veloci del precedente. Perché Senna e Bellof, quel 3 giugno del 1984, erano semplicemente invincibili.

Ma Ayrton e Stefan sono giovani, esaltati dal risultato che sta maturando davanti ai loro occhi, non riescono a giudicare con lucidità la situazione. O almeno, questo è quello che devono aver pensato i Commissari di Gara. Che invece, al più esperto Prost, danno ascolto dopo pochi giri. Al termine del 31° passaggio infatti, quando solamente due erano i secondi di vantaggio rimasti al francese sul brasiliano, sulla linea del traguardo compare, sventolata dal Direttore di Gara del GP, una bandiera rossa, subito seguita da quella a scacchi. La gara, quando Senna supera Prost sul rettilineo dopo che la McLaren del francese aveva rallentato alla vista dell’invocata bandiera rossa, è ormai finita e fa fede l’ordine di arrivo del giro precedente. Senna esulta, credendo di aver vinto; Bellof esulta, credendo di aver ottenuto un grandissimo podio partendo dall’ultima posizione. Ma la gioia di nessuno dei due è destinata a durare. Quella di Senna dura il tempo di un giro, fino a quando il brasiliano non si rende conto che a far fede per la classifica finale del GP è appunto l’ordine di arrivo del giro precedente l’interruzione; quella del tedesco dura pochi GP, fino a quando la Tyrrell non verrà squalificata – con conseguente cancellazione di tutti i risultati ottenuti quell’anno – per aver corso sottopeso. E se per Senna la delusione fu mitigabile, visto che il podio ed il secondo posto rimasero, quella di Bellof fu incomparabilmente più cocente, tanto da segnare una frattura insanabile tra la Carriera del tedesco e la F1, un mondo che il Re del ‘Ring abbandonò con pochi ricordi e tanti rimpianti per tornarsene nell’Endurance.

Ayrton Senna Toleman Hart TG184 at Loews, Monaco F1 GP 3 June 1984
Ayrton Senna Toleman Hart TG184 at Massenet, Monaco F1 GP 3 June 1984

Che giorno strano, quel 3 giugno del 1984. Soprattutto considerando che racchiuso nella figura del Direttore di Gara che sventolava quella bandiera rossa sotto la pioggia martellante e tambureggiante del GP di Monaco, quell’unica bandiera che mise fine ad una rincorsa che pareva inarrestabile, c’era racchiuso, ad insaputa di Senna e Bellof, il futuro di entrambi. Quello di Senna, perché il brasiliano probabilmente non cancellò mai dai propri ricordi il fatto che Prost lo avesse battuto solamente grazie ad un’interruzione, ponendo il seme per quella che è stata una delle rivalità sportive che più hanno segnato il volto della F1. E quello di Bellof, perché il tedesco, quando tentò quel sorpasso azzardato che gli costò la vita al Raidillon, il 1° settembre del 1985 durante la 1000 km di SPA, stava cercando di sorpassare, nella lotta per la prima posizione, proprio lui. Proprio il Direttore di Gara che gli aveva sventolato la bandiera rossa davanti agli occhi in un grigio pomeriggio monegasco due anni prima: Jacky Ickx.

F1 | Quella volta che… a Monaco 1984 c’era un pilota più veloce di Ayrton Senna

Il GP di Monaco 1984 di F1 è passato alla storia come la gara in cui il mondo ha scoperto il talento di Ayrton Senna. Ma quel 3 giugno c’era un pilota che fu capace di andare più forte del brasiliano.

Quasi tutti i fan del motorsport sono a conoscenza delle vicende del GP di Monaco 1984 di F1. Sotto una pioggia torrenziale, Alain Prost, alla guida della McLaren equipaggiata dal motore turbo TAG Porsche, approfittò dell’errore di Nigel Mansell per portarsi in testa. Ma quello che catturava l’interesse era quanto stava accadendo alle sue spalle.

Stefan Bellof al volante della Tyrrell durante la stagione 1985 – Credits: escapeauthority.com

Il 24enne Ayrton Senna, alla sua sesta gara in carriera in Formula 1, scattò tredicesimo con la modestissima Toleman. Il brasiliano rimontò una posizione dopo l’altra, finché al 18° giro si portò in seconda posizione superando niente meno che Niki Lauda sull’altra McLaren. Senna non si accontentò e nell’arco di pochi giri recuperò i 35 secondi che lo separavano da Prost e si portò nei tubi di scarico della MP4/2 numero 7. Ma proprio sul più bello, il direttore di gara, l’ex pilota Ferrari Jacky Ickx, interruppe la corsa per la troppa pioggia dopo appena 31 dei 76 giri previsti.

La vittoria di Prost fu così salva e Jacky Ickx venne accusato di una sorta di conflitto di interessi. Al belga, pilota ufficiale Porsche nel mondiale Endurance, venne infatti imputato di aver favorito la McLaren del francese che, come detto, montava il motore della casa di Stoccarda.

Sia Ayrton Senna che Jacky Ickx li ritroveremo ancora, ma non è di loro che vogliamo parlare nella storia di oggi, bensì del pilota che in quel GP di Monaco era giunto alle spalle del brasiliano e la cui grande prestazione venne appunto oscurata da quella di Senna. Quest’oggi vogliamo parlare di Stefan Bellof.

Le origini di Stefan Bellof

Nato il 20 novembre 1957 a Giessen, nel cuore dell’allora Germania Ovest, Stefan inizia a correre nei kart relativamente tardi, nel 1973. Il suo debutto in monoposto avviene sul finire del 1979 quando partecipa ad Hockenheim ad una gara del campionato tedesco di Formula Ford 1600. Il debutto è da stropicciarsi gli occhi: taglia infatti il traguardo al secondo posto.

L’anno seguente, disputa l’intera stagione e con 8 vittorie su 12 gare si laurea campione. Quell’anno, fa doppietta aggiudicandosi anche il titolo tedesco nei kart. Negli anni successivi, mette in mostra tutto il suo talento tant’è che la sua scalata nelle categorie minori è rapidissima. Nel 1981 vince tre gare nella Formula 3 tedesca e giunge terzo in campionato, nonostante abbia dovuto saltare le prime due corse.

Nel 1982 passa al campionato europeo di Formula 2, dove trionfa nei primi due appuntamenti di Hockenheim e Silverstone. Il campionato però non prosegue nello stesso modo in cui era iniziato e Bellof deve accontentarsi della quarta posizione.

Nato il 20 novembre 1957 a Giessen, nel cuore dell’allora Germania Ovest, Stefan inizia a correre nei kart relativamente tardi, nel 1973. Il suo debutto in monoposto avviene sul finire del 1979 quando partecipa ad Hockenheim ad una gara del campionato tedesco di Formula Ford 1600. Il debutto è da stropicciarsi gli occhi: taglia infatti il traguardo al secondo posto.

L’anno seguente, disputa l’intera stagione e con 8 vittorie su 12 gare si laurea campione. Quell’anno, fa doppietta aggiudicandosi anche il titolo tedesco nei kart. Negli anni successivi, mette in mostra tutto il suo talento tant’è che la sua scalata nelle categorie minori è rapidissima. Nel 1981 vince tre gare nella Formula 3 tedesca e giunge terzo in campionato, nonostante abbia dovuto saltare le prime due corse.

Nel 1982 passa al campionato europeo di Formula 2, dove trionfa nei primi due appuntamenti di Hockenheim e Silverstone. Il campionato però non prosegue nello stesso modo in cui era iniziato e Bellof deve accontentarsi della quarta posizione.

Lo strepitoso record del Nordschleife

Il suo talento non è però passato inosservato e il suo nome è finito sul taccuino della Porsche che lo mette sotto contratto come pilota ufficiale per la stagione 1983. Il tedesco guiderà la 956 nel mondiale Sportprototipi in coppia con Derek Bell, mentre sull’altra vettura di Stoccarda ci sono Jochen Mass e proprio Jacky Ickx.

Alla sua stagione di debutto nella serie, Stefan Bellof entra subito nella storia. Quale miglior palcoscenico del Nurburgring Nordschleife, il circuito più difficile al mondo, per dare un saggio della propria classe? Nelle qualifiche della celebre 1000 Km, Stefan sbalordisce tutti. Ha compiuto i 20,832 Km dell’Inferno Verde in 6 minuti 11 secondi e 13 centesimi, ad una media di oltre 202 Km/h. Questo è ancora oggi il giro più veloce mai compiuto al Nordschleife in una gara regolamentata.

Bellof però non si accontentò perché fece segnare il record della pista anche in gara in 6:25.91. Neanche a dirlo, anche questo è un record tuttora imbattuto.

La Porsche 956 con cui Stefan Bellof fece segnare il record del Nordschleife durante le qualifiche della 1000 Km del Nurburgring 1983 – Credits: Road and Track

L’esordio in Formula 1

Sul finire del 1983, la McLaren decise di far disputare un test a Silverstone a tre giovani piloti. Uno di questi era proprio il tedesco, mentre gli altri erano i primi due classificati della Formula 3 inglese, ossia Ayrton Senna e Martin Brundle.

Per la stagione 1984, come detto, Senna finì alla Toleman mentre sia Brundle che Bellof si accasarono alla Tyrrell. La scuderia di Ken era ormai lontanissima parente di quella che circa un decennio prima era stata capace di assicurarsi due titoli mondiali con Jackie Stewart al volante.

Erano gli anni in cui le wing car e le minigonne erano state abbandonate per motivi di sicurezza ed fu reso obbligatorio implementare il fondo piatto nella parte inferiore delle monoposto. Era quindi ormai chiaro che l’unico modo per restare ai vertici era dotarsi di un motore turbo.

Ebbene, nel 1984, la Tyrrell era una delle pochissime scuderie che utilizzava ancora un propulsore aspirato, il famigerato Ford-Cosworth V8, che tante gioie aveva regalato negli anni passati ma che era ormai passato di moda.

Nonostante questo, i risultati della Tyrrell nella prima pare del 1984 furono tutt’altro che malvagi. Bellof ottenne infatti il suo primo punto in carriera grazie al sesto posto finale nella terza gara dell’anno a Zolder, in Belgio, e ne conquistò un altro bissando il risultato nella gara successiva di Imola.

L’impresa nel GP di Monaco 1984

Siamo nell’epoca in cui nel Principato il numero massimo di vetture partenti era di 20 unità. Viste le 27 vetture iscritte alla gara, era chiaro che le qualifiche non avrebbero solo decretato l’ordine di partenza, ma anche le sette monoposto che sarebbero rimaste escluse.

Il tedesco strappò l’ultima posizione utile per prendere il via, beffando di un decimo e mezzo la Arrows di Mark Surer. La sua Tyrrell fu l’unica vettura con motore aspirato in grado di qualificarsi. E’ chiaro che, partendo dalla 20esima casella su una pista come quella di Monte Carlo e con un mezzo non così competitivo, le sue speranze di ottenere un buon risultato erano davvero ridotte al lumicino.

Ma ecco che domenica 3 giugno 1984 si manifesta un violento acquazzone a scombinare le carte. Dall’ultima posizione, Bellof riesce a tenersi lontano dal groviglio della prima curva che coinvolge le due Renault, la Lotus di De Angelis e l’Alfa Romeo di Patrese e inizia a recuperare una posizione dopo l’altra.

Basti pensare che, alla conclusione del terzo giro, il tedesco è già decimo. La regia internazionale lo pesca dopo qualche giro, quando occupa la sesta posizione ed è nei tubi discarico della Williams di Keke Rosberg. All’ingresso della Chicane del Porto, supera il finlandese e approfitta poi dell’errore di Niki Lauda per prendersi la quarta piazza. Stupenda poi la manovra con cui infila Renè Arnoux al Mirabeau. E’ infatti costretto a mettere le due ruote interne sul marciapiede per sorpassare la Ferrari e prendersi il gradino più basso del podio.

A questo punto, Bellof inizia anche a recuperare su Senna e Prost che lo precedono, prima che la sua rimonta venga appunto interrotta dal direttore di gara, Jacky Ickx, che dichiara la fine delle ostilità. Viene così classificato terzo con un gap di 21 secondi dal vincitore.

Conquista così il suo primo podio in Formula 1, a Monte Carlo. Anzi, avrebbe conquistato il suo primo podio. Infatti, poco meno di un mese dopo, in seguito al secondo posto ottenuto da Martin Brundle a Detroit, la federazione scopre il trucco che permetteva alla Tyrrell di giocarsela con le monoposto dotate di motore sovralimentato. Nelle verifiche post-gara, nel serbatoio dell’acqua delle 012 vennero trovati 60 chili di palline di piombo.

Questo permetteva alle vetture di Ken Tyrrell di disputare buona parte della gara sottopeso, finché, in un pit stop effettuato a pochi giri dalla fine, veniva effettuato un rabbocco di questo strano fluido. Ciò consentiva alle Tyrrell di superare brillantemente le verifiche. Scoperto l’inganno, la FIA usò il pugno duro e cancellò i risultati ottenuti finora dalla Tyrrell e la estromise dal mondiale 1984. Stefan Bellof perse così quello che sarebbe stato il suo unico podio in Formula 1.

La tragica scomparsa che ne impedì l’approdo in Ferrari

La vita e la carriera di Stefan Bellof termineranno tragicamente il 1° settembre 1985 a causa di un incidente avvenuto nel corso della 1000 km di Spa Francorchamps. Mentre è in corso un duello con Jacky Ickx, ancora una volta lui, le due Porsche vengono a contatto mentre stanno affrontando il punto più pericoloso del circuito, l’Eau Rouge. La vettura di Bellof termina la sua corsa contro il guardrail. L’impatto avviene a velocità elevatissima e per lo sfortunato tedesco non ci sarà nulla da fare.

Nonostante la squalifica di Monaco, la sua prestazione non rimase fine a se stesso. Il tedesco finì infatti nel mirino della scuderia più prestigiosa di tutte, la Ferrari. Renè Arnoux era infatti in scadenza di contratto al termine del 1985 e Enzo Ferrari inserì Bellof fra i piloti candidati per affiancare Michele Alboreto nel 1986. Sarebbe stato anche programmato un meeting con il Drake. Incontro che però non avvenne mai perché il destino decise diversamente.

Articolo Capeta Sim Racing Team Forum Community

https://capetasimracingteam.forumcommunity.net/?t=63050348

COSA C’E’ DIETRO L’ULTIMA PROFEZIA DI ELON MUSK: “IN FUTURO NON CI SARA’ NESSUN LAVORO. L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SOSTITUIRA’ TUTTI I LAVORI. LAVORO? GIUSTO UN HOBBY PER CHI VORRA’ CONTINUARE A FARLO”

Secondo l’uomo più ricco nel mondo, in futuro l’intelligenza artificiale riuscirà a sostituire tutti i lavori. Agli esseri umani non rimarrà molto da fare: potranno usufruire di beni e servizi di qualsiasi tipo prodotti da robot e algoritmi. Il lavoro? Giusto un hobby per chi ha voglia di continuare a farlo.

Il magnate sudafricano finto filantropo Elon Musk
https://www.fanpage.it/innovazione/tecnologia/cosa-ce-dietro-lultima-profezia-elon-musk-in-futuro-non-ci-sara-nessun-lavoro/

Elon Musk ha tracciato un futuro abbastanza chiaro per la nostra specie. In collegamento con VivaTech 2024, la fiera dedicata alla tecnologia a Parigi, il capo di SpaceX, Tesla e X ha spiegato che l’intelligenza artificiale non solo entrerà in qualsiasi lavoro ma sarà in grado anche di sostituire la presenza umana in qualsiasi fabbrica o ufficio. Le parole sono difficilmente fraintendibili: “Probabilmente nessuno di noi avrà un lavoro. Se vuoi fare un lavoro puoi tenertelo come hobby. L’intelligenza artificiale e i robot forniranno tutti i beni e i servizi che desideri”.

Il paradosso del lavoro


La visione di Elon Musk ha ovviamente un problema. Senza un lavoro, come è possibile ottenere denaro per acquistare beni o servizi? Dato il futuro verso cui stiamo andando, Musk suggerisce un “universal high income”, un reddito universale elevato che venga erogato direttamente dai governi per tutti i cittadini.

I posti di lavoro a rischio con l’intelligenza artificiale

La teoria di Musk è ispirata a una serie di visioni tecnottimiste. In un futuro in cui anche le professioni più qualificate verranno sostituite da algoritmi rimarrà lavoro solo per chi quegli algoritmi dovrà svilupparli o al massimo aggiornarli. Micidiale in questo senso la prospettiva scritta da Dave Eggers nel libro The Every: nemmeno i medici sono umani, le diagnosi vengono fatte da un pc. Questo però prevede due cose. La prima è che tutta la specie umana arrivi allo stesso grado di digitalizzazione, cosa non esattamente credibile.

La seconda è che esista un’organizzazione sovranazionale che sia in grado di garantire a tutti un reddito per accedere a quella infinita quantità di beni prodotti dall’intelligenza artificiale. Anche in questo non stiamo parlando di uno scenario disponibile entro i prossimi dieci anni. Il problema è tutto quello che succede mentre queste due condizioni si realizzano.

In questa fase infatti sembra che l’intelligenza artificiale stia entrando nel mondo del lavoro per ottimizzare i processi di produzione. Una formula che a volte vuol dire anche il taglio di migliaia di posti di lavoro. Secondo uno studio uscito in questi giorni e firmato da FPA, solo in Italia l’arrivo dell’intelligenza artificiale potrebbe sostituire oltre 200.000 dipendenti pubblici.

Fonte: FanPage

English translate

WHAT IS BEHIND ELON MUSK’S LATEST PROPHECY: “IN THE FUTURE THERE WILL BE NO JOB. ARTIFICIAL INTELLIGENCE WILL REPLACE ALL JOBS. WORK? RIGHT A HOBBY FOR THOSE WHO WANT TO CONTINUE DOING IT

According to the richest man in the world, artificial intelligence will be able to replace all jobs in the future. Human beings won’t have much left to do: they will be able to take advantage of goods and services of any kind produced by robots and algorithms. The work? Just a hobby for those who want to continue doing it.

South African fake philanthropist tycoon Elon Musk
https://www.fanpage.it/innovazione/tecnologia/cosa-ce-dietro-lultima-profezia-elon-musk-in-futuro-non-ci-sara-nessun-lavoro/

Elon Musk has mapped out a pretty clear future for our species. In connection with VivaTech 2024, the technology fair in Paris, the head of SpaceX, Tesla and X explained that artificial intelligence will not only enter any job but will also be able to replace the human presence in any factory or office . The words are difficult to misunderstand: “Probably none of us will have a job. If you want to do a job you can keep it as a hobby. Artificial intelligence and robots will provide all the goods and services you want.”

The paradox of work

Elon Musk’s vision obviously has a problem. Without a job, how can you get money to purchase goods or services? Given the future we are heading towards, Musk suggests a “universal high income”, a high universal income that is provided directly by governments for all citizens.

Jobs at risk with artificial intelligence

Musk’s theory is inspired by a series of techno-optimist views. In a future in which even the most qualified professions will be replaced by algorithms, work will remain only for those who have to develop or at most update those algorithms. The perspective written by Dave Eggers in the book The Every is deadly in this sense: not even doctors are human, diagnoses are made by a PC. This, however, involves two things. The first is that the entire human species reaches the same level of digitalization, which is not exactly credible.

The second is that there is a supranational organization that is able to guarantee everyone an income to access that infinite quantity of goods produced by artificial intelligence. Even in this we are not talking about a scenario available within the next ten years. The problem is everything that happens while these two conditions are fulfilled.

In fact, at this stage it seems that artificial intelligence is entering the world of work to optimize production processes. A formula that sometimes also means cutting thousands of jobs. According to a study released recently and signed by FPA, in Italy alone the arrival of artificial intelligence could replace over 200,000 public employees.

Source: FanPage

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM

ANCHE IL GOVERNO DELLA SLOVENIA HA DECISO DI RICONOSCERE LO STATO DI PALESTINA

La bandiera palestinese, quella slovena e quella dell’Unione Europea fuori dalla sede del governo a Lubiana, la capitale della Slovenia (AP Photo)
https://www.ilpost.it/2024/05/31/slovenia-riconoscimento-stato-palestina/?amp=1

Giovedì il primo ministro della Slovenia Robert Golob ha detto che il suo governo, di orientamento progressista, ha approvato una misura per riconoscere lo Stato di Palestina, seguendo quanto già deciso giorni fa anche dai governi di Spagna, Irlanda e Norvegia. Per diventare effettiva, in Slovenia la misura dovrà essere votata dal parlamento, in una seduta in programma martedì prossimo alle 16. Se la misura passasse, la Slovenia diventerebbe il tredicesimo stato sui 27 dell’Unione Europea a riconoscere la Palestina.

Riconoscere uno Stato significa avviare relazioni diplomatiche ufficiali che in genere prevedono lo scambio di ambasciatori o personale diplomatico, ma anche riconoscere formalmente la sovranità dei confini di quel territorio e il diritto all’autodeterminazione del popolo che lo abita.

Attualmente lo Stato di Palestina è riconosciuto da circa tre quarti degli Stati membri delle Nazioni Unite, ma la questione del suo riconoscimento internazionale ha guadagnato ancora più valore simbolico e politico negli ultimi mesi, con la guerra in corso nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas e le gravi violenze sui civili palestinesi compiute dall’esercito israeliano. L’Italia non riconosce lo Stato palestinese, ma ha comunque un ufficio consolare a Gerusalemme che «cura le relazioni che il governo italiano intrattiene con le autorità palestinesi».

Fonte: ANSA 31 Maggio 2024

English translate

THE GOVERNMENT OF SLOVENIA HAS ALSO DECIDED TO RECOGNIZE THE STATE OF PALESTINE

The Palestinian, Slovenian and European Union flags outside the government headquarters in Ljubljana, the capital of Slovenia (AP Photo)
https://www.ilpost.it/2024/05/31/slovenia-riconoscimento-stato-palestina/?amp=1

On Thursday, Slovenian Prime Minister Robert Golob said that his government, with a progressive orientation, has approved a measure to recognize the State of Palestine, following what was already decided days ago by the governments of Spain, Ireland and Norway. To become effective, in Slovenia the measure will have to be voted on by parliament, in a session scheduled for next Tuesday at 4pm. If the measure passes, Slovenia would become the thirteenth state out of the 27 in the European Union to recognize Palestine.

Recognizing a State means establishing official diplomatic relations which generally involve the exchange of ambassadors or diplomatic personnel, but also formally recognizing the sovereignty of the borders of that territory and the right to self-determination of the people who inhabit it.

Currently the State of Palestine is recognized by around three-quarters of the member states of the United Nations, but the issue of its international recognition has gained even more symbolic and political value in recent months, with the ongoing war in the Gaza Strip between Israel and Hamas and the serious violence against Palestinian civilians carried out by the Israeli army. Italy does not recognize the Palestinian state, but still has a consular office in Jerusalem which “takes care of the relations that the Italian government maintains with the Palestinian authorities”.

Source: ANSA May 31st 2024

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/31/voci-di-gaza-riconoscimento-della-palestina-per-noi-un-segno-di-speranza-in-questo-momento-terribile-oxfam-italia-segua-esempio/7570192/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM