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LE FAKE NEWS DEL GOVERNO MELONI DETTE ATTRAVERSO L’ISTITUTO DI STATISTICA (ISTAT): DISOCCUPAZIONE IN ITALIA AL 7,5% NON E’ ASSOLUTAMENTE VERO!

Vasto (CH), lì 9 Gennaio 2024 ore 21.04

Buonasera a tutti e a tutte, in questo articolo voglio commentare assieme a voi un tema molto caldo e a me da sempre molto caro, quello della disoccupazione, dato che ad Avezzano e qui a Vasto in Abruzzo, ci sono dentro con tutte le scarpe da più di 8 anni. L’Istituto di Statistica (ISTAT) di via Cesare Balbo 16 a Roma, popolato da mafiosi fancazzisti parcheggiati dentro dal Governo di Giorgia Meloni, da quelle menti perverse che hanno, hanno partorito il solito topolino della disinformazione, che non chiamo fake news per non dare soddisfazione agli americani ed alla loro globalizzazione che ha finito per contagiare pure la terminologia usata dalla maggior parte degli italiani stronzi che vanno loro appresso. Secondo questi criminali disinformatori seriali pluriennali, la disoccupazione è al 7,5%:

https://www.corriere.it/economia/lavoro/24_gennaio_09/istat-tasso-disoccupazione-75percento-novembre-record-gli-occupati-1c0fca24-aed3-11ee-a0bf-e207f02bcbec.shtml

cioè secondo questi fenomeni da circo equestre che al posto dei neuroni hanno due scimmie che giocano a ping-pong, 7,5 persone ogni 100 in età da lavoro sono senza un lavoro, tutto questo è falso, non è assolutamente vero, ed è bene ogni tanto fare un pò di sana controinformazione: secondo me, la disoccupazione reale attuale nel nostro Paese si attesta a livello nazionale intorno al 45%, con punte del 60% nelle regioni del Mezzogiorno, vale a dire Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e ci metto anche la Sardegna! Prima di tutto il concetto di “lavoro” che ha il Governo e l’ISTAT è folle e deviato, significa che per loro il lavoro è dato dai contratti a progetto e a tempo determinato di 3-6 mesi, mentre il vero concetto di lavoro passa necessariamente attraverso il contratto a tempo indeterminato, solo in questo modo si permetterebbe a tutti i giovani under 30 e agli over 35 come me vicini ai 40 anni di rimanere nel nostro Paese accanto alle loro famiglie e di non alimentare continuamente il fenomeno piaga sempre più preoccupante e crescente dell’emigrazione giovanile è il lavoro a tempo indeterminato e per fare questo, il Governo e lo Stato Italiano hanno l’onere ed il dovere etico e morale di creare nuovi posti di lavoro, non avviare tutti i giovani in età da lavoro attraverso progetti di microimprenditoria giovanile mediante misure governative improbabili come “Io Resto al Sud” per restare a vivere a lavorare nel Mezzogiorno dove il lavoro non c’è mai stato e mai ci sarà, perché nessuno da Roma ha interesse a creare nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato per permettere ai giovani di restare in Italia, di avere una compagna, di fare dei figli e di avere una famiglia propria, non di rimanere sempre sotto la potestà di mamma e papà, come ad esempio ho dovuto fare io per necessità non certo per scelta, perchè se decidessi di abbandonare di punto in bianco quelle due certezze che ora ho, la casa e la famiglia di origine per andare a lavorare fuori regione o all’estero, sarei immediatamente sommerso dalle ingenti spese vive da sostenere da solo, come il vitto, l’affitto per l’alloggio e le bollette sempre più care: il carovita non è un fenomeno che sta colpendo un Paese come l’Italia, ma anche tutti gli altri paesi dell’Eurozona e, tra questi, l’Italia è senza ombra di dubbio alcuno che è tra quelli che ha il debito pubblico più alto di tutti gli altri ed ha gli stipendi tra i più bassi di tutta Europa, 1200€ al mese, ben al di sotto della media europea (1600-2200€ al mese), considerando la paga di un lavoro full-time di 8 ore al giorno, non considerando che c’è gente che lavora per molte più ore ed in quel caso non posso fare loro che i miei migliori auguri di cambiare lavoro, perché in quel caso non si tratta di tale ma di un supplizio, si vive per lavorare, mentre invece un lavoro serio e ben retribuito, sfruttando anche la settimana corta di 28-32 ore settimanali, come stanno adottando da alcuni anni in Finlandia, dovrebbe permettere a tutti di lavorare per vivere, il che è ben diverso come concetto! Non capisco ancora per quale motivo qui in Italia i giovani non raccomandati, che non si vendono alla politica cientelare di merda di turno, creata da un sistema in cui non tutti si vogliono riconoscere, non ne vogliono fare parte e che non lavorano sfruttando le leggi speciali sulla disabilità civile o sui mutilati o orfani di guerra, come la Legge 68/99 articolo 1 o articolo 18, sono sempre costretti a vivere in un assillante dubbio amletico, ovvero il dover essere messi costantemente di fronte ad un bivio: scelgo di lavorare all’estero, sacrificando di vivere la mia famiglia, oppure vivo la mia famiglia e sacrifico ogni opportunità di lavoro in Italia e all’estero? Questo è il dilemma amletico che mi pongo io e come me, centinaia di migliaia di altri giovani italiani, che sanno di non poter conservare la famiglia ed il lavoro insieme nel proprio Paese in cui si risiede, mentre chi è raccomandato dlla politica che conta, allora possono permettersi di mantenere immacolati entrambi gli aspetti! Quei pochi che ancora credono nella politica che può dare loro dei vantaggi vanno a votare alle elezioni nazionali ogni cinque anni e chi vedono ogni volta apparire in tv davanti a loro? Sempre le stesse facce di bronzo politici del cazzo! Loro sono sempre pronti lì, ad aspettarci tutti come i falchi, in attesa di rivolgersi a loro per avere uno straccio di lavoro precario che consenta il fatto di dover sempre tornare da loro ogni volta che scade il contratto a termine, così ogni volta si è indotti a votarli e a vederli sempre tra i piedi ad ogni tornata elettorale, per cui ditemi voi se questa è vita in questo fottuto Paese! Con tutta questa gentaglia massonica che ormai gira in Italia nei posti di comando, che contano, allora io dico che fanno bene centinaia di migliaia di giovani ogni anno ad esercitare la disobbedienza civile, o a non lavorare per niente come ho dovuto fare io al momento per necessità, non certo per scelta, perché non ci sono più le condizioni ideali per lavorare in presenza a contatto con altra gente negazionista del COVID19 che non si degna neanche di usare le mascherine almeno nei luoghi al chiuso, nel rispetto della salute propria e quella degli altri, o a pisciare loro in faccia ed andarsene all’estero, in questo modo però i giovani alimentano il Prodotto Interno Lordo (PIL) di un’altra nazione, ma la soddisfazione di non vedere sempre intorno a sè i soliti politici italiani di merda da salotto, immagino sia massima e dipinta sui loro volti e rideranno di questa gentaglia, ogni volta che ci pensano! So bene che in Italia i politici ed i massoni dietro di loro ci hanno preso tutti per deficienti, ma non fino a questo ignobile punto, io le loro fregnacce non me le sorbetto, perché penso di essere decisamente più intelligente di loro, con il titolo di laurea che ho e che loro non potrebbero vantare nemmeno con cinque vite disponibili!

Questo mio discorso va preso alla lettera per quello che sto vivendo da più di 8 anni qui in Abruzzo, un discorso che sicuramente sarà destinato a spaccare ulteriormente l’opinione pubblica italiana, come fanno i miei compagni di lotte attivisti ed attiviste del movimento ambientalista di Ultima Generazione, ogni volta che si parla di lavoro e di riforma del mercato del lavoro, ma senza avere la volontà di riformare il sistema di welfare a monte per consentire a tutti i giovani e meno giovani in età da lavoro, di lavorare con contratto a tempo indeterminato in questo assurdo Paese e continuando a professare le cazzate dette da un Governo italiano di scellerati, manigoldi, criminali e drogati e dall’ISTAT, la mia intera generazione continuerà ad essere perduta e condannata ad un ignobile destino che non corrisponde alla loro grandezza.

English translate

THE FAKE NEWS FROM MELONI’S GOVERNMENT TOLD THROUGH THE STATISTICS INSTITUTE (ISTAT): UNEMPLOYMENT IN ITALY AT 7.5% IT’S ABSOLUTELY NOT TRUE!

Good evening to everyone, in this article I want to comment with you on a very hot topic that has always been very dear to me, that of unemployment, given that in Avezzano and here in Vasto in Abruzzo, I have been in it with all my shoes for more than 8 years. The Institute of Statistics (ISTAT) in via Cesare Balbo 16 in Rome, populated by Mafia fanatics parked inside by Giorgia Meloni's Government, from those perverse minds that have, have given birth to the usual little mouse of disinformation, which I don't call fake news so as not to give satisfaction to the Americans and their globalization which has ended up infecting even the terminology used by most of the asshole Italians who follow them. According to these multi-year serial criminal disinformers, unemployment is at 7.5%: that is, according to these equestrian circus phenomena which instead of neurons have two monkeys playing ping-pong, 7.5 people out of every 100 of working age are without a job, all this is false, it is absolutely not true, and it is good every now and then do a bit of healthy counter-information: in my opinion, the current real unemployment in our country stands at around 45% at a national level, with peaks of 60% in the regions of Southern Italy, namely Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicily and I'll also throw in Sardinia! First of all, the concept of "work" that the Government and ISTAT have is crazy and deviant, it means that for them work is given by project and fixed-term contracts of 3-6 months, while the true concept of work passes necessarily through the permanent contract, in this way it would be possible for all young people under 30 and over 35s like me who are close to 40 to remain in our country alongside their families and not continually fuel the increasingly worrying and permanent employment is the growing trend in youth emigration and to do this, the Italian Government and State have the burden and the ethical and moral duty to create new jobs, not to start all young people of working age through projects of youth micro-entrepreneurship through unlikely government measures such as "Io Resto al Sud" to stay and live and work in the South where work has never been and never will be, because no one from Rome has an interest in creating new temporary jobs indefinite to allow young people to stay in Italy, to have a partner, to have children and to have a family of their own, not to always remain under the power of mum and dad as for example I had to do out of necessity and certainly not by choice, because if I suddenly decided to abandon those two certainties that I now have, the house and the family of origin, to go and work outside the region or abroad, I would immediately be overwhelmed by the huge living expenses I would have to bear alone, such as food, rent for accommodation and increasingly expensive bills: the high cost of living is not a phenomenon that is affecting a country like Italy, but also all the other countries in the Eurozone and, among these, Italy is without a shadow of a doubt one of those with the highest public debt than all the others and has among the lowest salaries in all of Europe, €1200 per month, well below the European average (€1600-2200 per month), considering the pay of a full-time job of 8 hours a day, not considering that there are people who work much longer hours and in that case I can only wish them the best in changing jobs, because in that case it is not a job but a torture, you live to work, while instead a serious and well-paid job, also taking advantage of the short week of 28-32 hours per week, as they have been adopting for some years in Finland, should allow everyone to work for a living, which is a very different concept! I still don't understand why here in Italy young people who are not recommended, who don't sell themselves to the shitty city politics of the moment, created by a system in which not everyone wants to recognize themselves, doesn't want to be part of it and who don't work by exploiting the laws special on civil disabilities or on disabled or war orphans, such as Law 68/99 article 1 or article 18, are always forced to live in a nagging Hamlet-like doubt, that is, having to constantly be faced with a crossroads: I choose to work abroad, sacrificing living with my family, or do I live with my family and sacrifice every job opportunity in Italy and abroad? This is the Hamlet dilemma that I am asking myself and, like me, hundreds of thousands of other young Italians, who know that they cannot keep their family and their job together in their own country where they live, while those who are recommended by the politics that count, then they can afford to keep both aspects spotless! Those few who still believe in politics that can give them advantages go to vote in national elections every five years and who do they see appearing on TV in front of them every time? Always the same fucking political bronze faces! They are always ready there, waiting for us all like hawks, waiting to turn to them for a scrap of precarious work that allows us to always have to return to them every time the fixed-term contract expires, so every time we are induced to vote for them and always see them underfoot at every electoral round, so tell me if this is life in this fucking country! With all this Masonic scum now roaming around in Italy in the positions of command, which matter, then I say that hundreds of thousands of young people every year are right to practice civil disobedience, or not to work at all as I had to do at the moment to necessity, certainly not by choice, because there are no longer the ideal conditions for working in contact with other COVID-19 deniers who don't even deign to use masks at least indoors, respecting their own health and that of others. others, or to piss in their faces and go abroad, in this way, however, young people fuel the Gross Domestic Product (GDP) of another nation, but the satisfaction of not always seeing the usual shitty Italian politicians around them living room, I imagine it is maxim and painted on their faces and they will laugh at this rabble, every time they think about it! I know well that in Italy the politicians and the Freemasons behind them have taken us all for idiots, but not to this ignoble point, I don't put up with their bullshit, because I think I'm decidedly more intelligent than them, with the title degree that I have and that they couldn't boast even with five lives available!

This speech of mine must be taken literally for what I have been experiencing for more than 8 years here in Abruzzo, a speech that will certainly be destined to further split Italian public opinion, as my fellow activists of the environmentalist movement of Last Generation, every time we talk about work and labor market reform, but without having the will to reform the welfare system upstream to allow all young and old in age of work, to work on a fixed-term contract indeterminate in this absurd country and continuing to profess the bullshit said by an Italian government of scoundrels, scoundrels, criminals and drug addicts and by ISTAT, my entire generation will continue to be lost and condemned to an ignoble fate that doesn't correspond to their greatness.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto al Cambiamento Climatico in atto

ISRAELE: “LA GUERRA A GAZA DURERA’ PER TUTTO IL 2024”

Lo ha confermato l’esercito dello Stato ebraico, che prosegue con i bombardamenti e le operazioni di terra nella Striscia di Gaza

This was confirmed by the army of the Jewish State, which continues with bombings and ground operations in the Gaza Strip.
Lunedì lungo il confine con la Striscia di Gaza
https://www.rsi.ch/info/mondo/Israele-la-guerra-a-Gaza-durerà-per-tutto-il-2024–2030520.html

Israele ha avvertito che la guerra contro Hamas nella Striscia di Gaza continuerà “per tutto” il 2024. La notte di Capodanno è stata segnata da incessanti attacchi al territorio palestinese assediato e dal lancio di razzi diretti a Tel Aviv.

Il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari ha annunciato domenica che i riservisti si prenderanno una pausa dalla guerra per prepararsi a “combattimenti prolungati”. L’esercito “deve pianificare in anticipo perché saremo chiamati a svolgere ulteriori compiti e a combattere per tutto l’anno”, ha dichiarato, a quasi tre mesi dall’inizio della guerra.

Israele ha giurato di distruggere Hamas dopo l’attacco del 7 ottobre sul suo territorio perpetrato dall’organizzazione islamista e nazionalista palestinese, classificata come “terrorista” da Stati Uniti, Israele e Unione Europea. Quel giorno sono morte circa 1140 persone, la maggior parte delle quali civili, secondo un conteggio basato sugli ultimi dati ufficiali israeliani.

Nelle operazioni militari di rappresaglia di Israele a Gaza, dall’inizio della guerra sono state uccise in totale quasi 22000 persone, per lo più donne, adolescenti e bambini, ha reso noto lunedì il Ministero della Sanità di Hamas.

Colpi mortali a Capodanno

Un corrispondente dell’AFP ha riferito di colpi di artiglieria e di attacchi aerei che hanno colpito le città di Rafah e Khan Younis (sud della Striscia di Gaza) la notte di Capodanno.

Almeno 24 persone sono state uccise in questi attacchi, secondo il Ministero della Sanità di Hamas. Sempre secondo questa fonte, lunedì sono stati recuperati 15 corpi della stessa famiglia sotto le macerie di una casa bombardata domenica sera a Jabaliya, nel nord di Gaza.

L’inizio del nuovo anno è stato scandito anche dalle sirene di allarme in diverse parti di Israele. I giornalisti dell’AFP a Tel Aviv hanno assistito all’intercettazione di razzi da parte dei sistemi di difesa missilistica israeliani proprio a mezzanotte.

Le brigate Ezzedine Al-Qassam, il braccio armato di Hamas al potere a Gaza, hanno rivendicato la responsabilità dell’attacco in un video pubblicato sui loro social network, affermando di aver lanciato razzi M90 in “risposta al massacro di civili”. Lunedì, le sirene di allarme hanno suonato di nuovo nel nord di Israele.

Disastro umanitario

Nella Striscia di Gaza assediata, dove l’85% della popolazione è sfollata, i bombardamenti continuano senza sosta. La guerra continuerà per “molti altri mesi”, ha avvertito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonostante gli appelli urgenti per un cessate il fuoco.

La guerra ha causato immense distruzioni e un disastro umanitario nell’enclave palestinese, che dal 9 ottobre è sotto totale assedio israeliano, dove si rischia la carestia e la maggior parte degli ospedali è fuori uso. Domenica, circa 120 camion umanitari sono entrati nella stretta striscia di terra.

I mediatori internazionali, guidati dal Qatar e dall’Egitto, stanno negoziando una pausa nei combattimenti da diverse settimane, dopo una tregua di una settimana alla fine di novembre che ha visto il rilascio di oltre 100 ostaggi e l’ingresso di aiuti limitati a Gaza.

Venerdì una delegazione di Hamas si è recata al Cairo per comunicare “la risposta delle fazioni palestinesi” a un piano egiziano che prevede il rilascio degli ostaggi e una pausa delle ostilità.

Tensioni regionali

La guerra a Gaza, che ha fatto temere una escalation regionale, ha anche riacceso le tensioni al confine tra Libano e Israele, teatro di scambi di fuoco quasi quotidiani tra l’esercito israeliano ed i guerriglieri Hezbollah libanesi, movimento islamista vicino all’Iran che sostiene Hamas. Lunedì l’esercito israeliano ha dichiarato di aver identificato e intercettato diversi “oggetti ostili” diretti verso il suo territorio.

Nel Mar Rosso, dove gli attacchi dei ribelli houthi dello Yemen sono aumentati nelle ultime settimane, il ministro della Difesa britannico Grant Shapps ha dichiarato lunedì di essere pronto a intraprendere “azioni dirette” contro i ribelli.

Il giorno precedente, l’esercito statunitense ha annunciato di aver affondato tre imbarcazioni appartenenti ai ribelli yemeniti alleati dell’Iran, accusati di aver attaccato una nave container. Dieci di loro sono stati uccisi nell’attacco. Dall’inizio della guerra, il 7 ottobre, gli Houthi hanno dimostrato il loro sostegno ai palestinesi di Gaza, minacciando il traffico su questa strategica rotta marittima.

English translate

Israel has warned that the war against Hamas in the Gaza Strip will continue "throughout" 2024. New Year's Eve was marked by relentless attacks on the besieged Palestinian territory and rocket fire aimed at Tel Aviv.

Israeli army spokesman Daniel Hagari announced on Sunday that reservists will take a break from the war to prepare for "prolonged fighting." The army “must plan ahead because we will be called upon to carry out additional tasks and fight throughout the year,” he said, almost three months into the war.

Israel has vowed to destroy Hamas after the October 7 attack on its territory perpetrated by the Islamist and nationalist Palestinian organization, classified as "terrorist" by the United States, Israel and the European Union. About 1,140 people died that day, most of them civilians, according to a tally based on the latest official Israeli data.

In Israel's retaliatory military operations in Gaza, a total of nearly 22,000 people have been killed since the start of the war, mostly women, teenagers and children, the Hamas Ministry of Health said on Monday.

Deadly shots on New Year's Eve

An AFP correspondent reported artillery shelling and air strikes hitting the cities of Rafah and Khan Younis (southern Gaza Strip) on New Year's Eve.

At least 24 people were killed in these attacks, according to the Hamas Ministry of Health. Also according to this source, 15 bodies of the same family were recovered on Monday under the rubble of a house bombed on Sunday evening in Jabaliya, in northern Gaza.

The start of the new year was also marked by alarm sirens in various parts of Israel. AFP journalists in Tel Aviv witnessed the interception of rockets by Israeli missile defense systems just at midnight.

The Ezzedine Al-Qassam brigades, the armed wing of Hamas in power in Gaza, claimed responsibility for the attack in a video published on their social networks, saying they fired M90 rockets in "response to the massacre of civilians". On Monday, warning sirens sounded again in northern Israel.

Humanitarian disaster

In the besieged Gaza Strip, where 85% of the population is displaced, bombing continues unabated. The war will continue for "many more months", Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu has warned, despite urgent calls for a ceasefire.

The war has caused immense destruction and a humanitarian disaster in the Palestinian enclave, which has been under total Israeli siege since October 9, where there is a risk of famine and most hospitals are out of order. On Sunday, around 120 humanitarian trucks entered the narrow strip of land.

International mediators, led by Qatar and Egypt, have been negotiating a pause in fighting for several weeks, following a week-long truce in late November that saw the release of more than 100 hostages and limited aid flowed into Gaza .

A Hamas delegation went to Cairo on Friday to communicate "the response of the Palestinian factions" to an Egyptian plan that involves the release of the hostages and a pause in hostilities.

Regional tensions

The war in Gaza, which has raised fears of a regional escalation, has also reignited tensions on the border between Lebanon and Israel, the scene of almost daily exchanges of fire between the Israeli army and the Lebanese Hezbollah guerrillas, an Islamist movement close to Iran claims Hamas. The Israeli army said on Monday it had identified and intercepted several "hostile objects" headed towards its territory.

In the Red Sea, where attacks by Yemen's Houthi rebels have increased in recent weeks, British Defense Secretary Grant Shapps said Monday he was ready to take "direct action" against the rebels.

The previous day, the US military announced that it had sunk three boats belonging to Yemeni rebels allied with Iran, accused of attacking a container ship. Ten of them were killed in the attack. Since the war began on October 7, the Houthis have demonstrated their support for the Palestinians in Gaza by threatening traffic on this strategic sea route.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto al Cambiamento Climatico in atto

IL CAPO DI STATO ITALIANO SERGIO MATTARELLA RIUNISCE IL CONSIGLIO SUPREMO DI SICUREZZA E ASSERISCE: “ISRAELE HA IL DIRITTO DI DIFENDERSI, DIFENDERE I CIVILI A GAZA E OK ALLA SOLUZIONE A DUE STATI”

Mattarella riunisce il Consiglio Supremo di Difesa: “E’ diritto di Israele difendersi, proteggere i civili a Gaza. Sì ai due Stati”. Meloni condanna il “cancro” antisemitismo

https://www.repubblica.it/politica/2023/12/11/news/consiglio_supremo_difesa_mattarella_israele_gaza-421629016/

a cura della redazione Politica

La riunione del Consigli supremo di difesa
La riunione del Consigli supremo di difesa (ansa)

Il comunicato della riunione al Quirinale: “Riprendere il dialogo con l’Anp, fermare gli scontri in Cisgiordania, evitare l’allargamento del conflitto. Attenzione al confine Libano-Israele”

11 DICEMBRE 2023 AGGIORNATO ALLE 23:27


Proteggere i civili a Gaza
, favorire in tutti i modi la ripresa delle pause umanitarie. Ma anche garantire l’autodifesa di Israele ma nel rispetto del diritto internazionale e fermare “rigorosamente” l’acuirsi degli scontri in Cisgiordania. Sono alcuni dei punti della linea tracciata dal Consiglio supremo di Difesa convocato da Sergio Mattarella. Tra i punti affrontati, anche la volontà di riprendere il dialogo con l’Autorità Nazionale Palestinese e soprattutto tenere sempre al centro l’unica soluzione possibile per il conflitto, cioè la soluzione “due popoli due Stati”.

La guerra in Ucraina

Dopo due ore e mezza di colloquio tra il capo dello Stato, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri interessati come, solo per citarne alcuni, quello della Difesa Crosetto e degli Esteri Tajani – con la consulenza del capo di stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone – il Consiglio superiore di Difesa ha preparato un lungo comunicato con il quale si conferma la linea sulla guerra in Ucraina. Oltre a ribadire “la ferma condanna dell’aggressione operata dalla Federazione Russa e il pieno sostegno dell’Italia all’Ucraina nella sua difesa contro l’invasore”, il Csd sottolinea la necessità di esplorare “prospettive che permettano di giungere a una pace che sia giusta e duratura, in conformità al diritto internazionale, e per l’avvio di un piano di ricostruzione dell’Ucraina”.

Il conflitto a Gaza

Rispetto al conflitto a Gaza, il Consiglio Supremo di Difesa condanna ferma delle “brutalità di Hamas” senza nascondere le “preoccupazioni” crescenti per il moltiplicarsi di atti di antisemitismo anche in Italia. E la premier Meloni parlando alla presentazione del libro PhotoAnsa 2023 ha chiarito: “L’antisemitismo è un cancro che si deve sconfiggere”.

Il Consiglio ha sottolineato la necessità di proteggere i civili a Gaza: “fermo il diritto di Israele all’autodifesa nel rispetto del diritto internazionale, va assolutamente assicurata l’incolumità della popolazione civile e va scongiurato l’allargamento del conflitto nella regione”. E ha precisato: “Va rigorosamente fermato l’acuirsi degli scontri in Cisgiordania”.
Infine la parte più politica elaborata dal Csd: “Il Consiglio ha giudicato imprescindibile avviare quanto prima una riflessione della comunità internazionale sulla gestione della Striscia di Gaza, superata questa drammatica fase, e favorire la ripresa di un dialogo politico con l’Autorità Nazionale Palestinese, al fine di individuare una soluzione sostenibile e duratura del conflitto israelo-palestinese basata sul principio “due popoli, due Stati”.

Preoccupa infatti anche l’esplosivo fronte libanese dove tutt’oggi sono impiegati circa mille militari italiani: “Particolare attenzione è stata posta alla situazione lungo la Linea Blu che separa il Libano da Israele, a presidio della quale, nel Sud del Libano, sono dispiegati i soldati della missione Unifil delle Nazioni Unite”.

Fonte: Repubblica

https://x.com/Khorakhane100/status/1734198640611041615

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

LA VERITA’ DI MAURIZIO BELPIETRO FA “INFORMAZIONE” SUL CLIMA CON I SOLDI DELL’ENI

3 Agosto 2023 17:43

https://www.lindipendente.online/2023/08/03/la-verita-fa-informazione-sul-clima-con-i-soldi-delleni/

Lunedì 30 luglio il quotidiano La Verità ha pubblicato una lunga intervista sul cambiamento climatico a tal Luigi Mariani, di professione agronomo. L’agronomia è la scienza che studia l’agricoltura, e un suo specialista sta alla questione climatica come un alpinista alla vulcanologia o, se preferite, come i cavoli alla merenda. Ad ogni modo Mariani si è premurato di farci sapere che legge molto e che secondo lui quello della crisi climatica è un allarme ingiustificato, prima di lanciarsi in sentenze del tipo: sarà anche vero che se la concentrazione di CO2 raddoppia si avrà una temperatura più alta da 1 a 3 gradi centigradi, ma in compenso anche «la produzione dei pomodori in serra raddoppierà» e aumenterà anche «la bellezza e la varietà della vegetazione». Permettere all’industria di continuare con le emissioni, insomma, non solo non sarebbe un problema, ma un vero e proprio affare. Caso vuole che, poche pagine oltre l’intervista a Luigi Mariani, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro ospitava la pubblicità a tutta pagina di quello che è considerato proprio il più grande emettitore italiano di gas serra, ovvero la multinazionale petrolifera ENI.

La Verità del 31 luglio: a pagina 6 l’intervista a Luigi Mariani, a pagina 12 la pubblicità dell’ENI

Due giorni dopo invece, il 2 agosto, La Verità ha deciso di appaltare un’intera pagina direttamente alle ragioni dell’industria del petrolio, intervistando sul cambiamento climatico Andy May, di professione petrofisico. Dal suo curriculum vitae, disponibile in rete, apprendiamo che, dal lontano 1974 e fino alla pensione, May ha sempre lavorato per l’industria del gas e del petrolio, occupandosi anche di estrazione con la tecnica della fratturazione idraulica: una procedura devastante per l’ambiente e talmente pericolosa che l’Olanda l’ha vietata perché fortemente sospettata di causare terremoti. Tra gli ex datori di lavoro di May figura la Exxon Mobil, multinazionale petrolifera americana che è il quarto emettitore di CO2 a livello globale e che – come provato da una recente inchiesta – conosceva gli effetti (definiti in un documento interno “potenzialmente catastrofici”) delle emissioni di CO2 sul clima dagli anni ’70, ma li ha tenuti nascosti. Non sorprenderà sapere che – nell’intervista rilasciata a La Verità – Andy May ha negato con granitica convinzione che esistano prove del fatto che l’industria che gli ha dato da mangiare per tutta la vita abbia una qualche responsabilità nel cambiamento climatico in atto.

Spesso si ritiene che la vulgata giornalistica che nega il problema del cambiamento climatico sia l’esatto contrario della corrente mainstream, rappresentata da giornali come La Repubblica o il Corriere della SeraEntrambe le narrazioni sono invece perfettamente accettabili dalle multinazionali fossili, che infatti continuano a sovvenzionare tutti e due i fronti della finta barricata con importanti sponsorizzazioni.

Se quotidiani come La Verità negano il problema, le altre lo ammettono (ed anzi portano avanti una intensa campagna), ma scelgono di non mettere mai nel mirino quelli che sono i reali colpevoli dell’aumento delle emissioni: ovvero le industrie fossili e quelle degli allevamenti intensivi. Quante volte avrete letto sui principali media che il cambiamento climatico è antropico, ovvero che avviene “a causa dell’uomo”? È una definizione che non significa niente. Dare la colpa genericamente agli uomini significa mettere sullo stesso piano i manager delle multinazionali fossili e i megaricchi che si muovono in jet privato con i lavoratori che non hanno i soldi per una nuova auto elettrica e con i popoli del Sud del mondo o indigeni che questa situazione, da sempre, la subiscono e basta. In fondo, dare la colpa a tutti significa non darla a nessuno: una narrazione perfettamente utile a quei potentati economico-industriali che da decenni emettono gas serra e altre sostanze nocive impunemente.

Noi de L’Indipendente sulla questione climatica continueremo invece a fare informazione senza padroni. Sulle nostre colonne non troverete mai la pubblicità dell’ENI, nè – d’altra parte – la troverete nemmeno di industrie dell’energia elettrica né di qualsiasi altro settore. Dal primo giorno rifiutiamo rigorosamente ogni tipo di pubblicità perché questa è, secondo noi, la precondizione necessaria per fare realmente un’informazione che renda giustizia al nome che abbiamo scelto per il nostro giornale. Sulla crisi climatica, come su ogni altra questione, abbiamo un approccio non ideologico ma dato dall’analisi dei dati. Seguendo questa prospettiva abbiamo pubblicato decine di articoli, focus e inchieste sul tema, utili ad approfondirlo e completi di link alle fonti utilizzate. Ci muoviamo come sempre con il beneficio del dubbio e verifichiamo le fonti, che non si trovano nelle opinioni – spesso contrastanti – di quello e quell’altro presunto esperto, ma nei fatti, nei dati e nelle ricerche scientifiche.

[di Andrea Legni – direttore de L’Indipendente]

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

“NEI MEDIA ITALIANI SOLO FAKE NEWS”, LO DICE L’AMBASCIATORE RUSSO IN ITALIA SERGEI RAZOV

L’AMBASCIATORE RUSSO IN ITALIA SERGEI RAZOV
https://www.byoblu.com/2022/10/07/nei-media-italiani-solo-fake-news-lo-dice-lambasciatore-russo-in-italia-sergei-razov/

Un affondo contro i media occidentali, compresi quelli italiani. Così si è espresso l’ambasciatore russo in Italia, Sergei Razov, nella trasmissione di Bruno Vespa, Porta a Porta.

“Sui mass media occidentali, compresi quelli italiani, vengono pubblicate cose che una persona normale può leggere e ascoltare solo per condanna di un tribunale o in stato di narcosi” – ha detto Razov.

“Ogni giorno, per lavoro, sfoglio i principali giornali italiani e le fake news sono la cosa più leggera che si possa dire di quello che spesso viene pubblicato”, ha aggiunto. Insomma, i media italiani, salvo poche eccezioni, si è capito da che parte stanno.

Secondo il World Press Freedom Index, l’Italia è al 58° posto per la libertà di stampa. Meglio del nostro Paese il Suriname, Tonga e la Macedonia del Nord.

L’intervista con l’ambasciatore si sposta poi sulla questione energetica. “Non so quale sia il problema col gas russo: per 50 anni abbiamo fornito in maniera stabile gas all’Europa e all’Italia senza nessun problema – ha spiegato l’ambasciatore russo – l’anno scorso, abbiamo fornito 30 miliardi di metri cubi ed eravamo pronti a continuare a fornirlo, ma l’Italia insieme agli alleati europei, ha deciso di liberarsi il più rapidamente possibile dalla dipendenza energetica russa, non è stata una scelta nostra”.

E sul nucleare, la posizione della Russia sembra essere chiara: “Non vi è alcuna minaccia, né alcun ricatto”; ha proseguito Razov, “abbiamo la dottrina di deterrenza nucleare, firmata dal presidente, che stabilisce in quali condizioni è previsto l’uso dell’atomica da parte nostra: per esempio, in caso di aggressione della Federazione con l’utilizzo di armi convenzionali e di minaccia diretta all’esistenza del nostro Stato, tutto il resto sono parole all’aria”.

Su una possibile distensione tra Russia e Ucraina, Vladimir Putin ha già detto che la Russia “è a favore di un cessate il fuoco e di sedersi a un tavolo negoziale. Ma qualche giorno dopo Zelensky ha emanato un decreto che dice che l’Ucraina non condurrà negoziati con Putin. Finché sarà lui presidente Kiev non negozierà.

“Evidentemente dobbiamo aspettare un cambio di vedute da parte del presidente ucraino o il cambio del presidente” ha detto l’ambasciatore nella trasmissione televisiva di Rai 1. Razov poi si sofferma sui risultati elettorali: “Il governo italiano che si sta formando sarà il settimo durante il mio mandato. La vostra instabilità è il segno della vostra stabilità” – ha detto l’ambasciatore.

A seguito dell’interruzione, poi rientrata, delle forniture di gas all’Italia dalla Russia, l’ambasciatore era stato convocato alla Farnesina per un chiarimento. L’ambasciatore è in Italia da 9 anni, in precedenza aveva ricoperto il ruolo di ambasciatore in Polonia, dal 1999 al 2002 e viceministro degli Esteri, dal 2002 al 2005. Dal 2005 al 2013 è stato ambasciatore a Pechino, per poi giungere in Italia.

Fonte: Byoblu la tv dei cittadini

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

LA STRANA PRESA DI POSIZIONE DELL’EX-DIRIGENTE ANAS E PRESIDENTE DELLA REGIONE ABRUZZO SEN.LUCIANO D’ALFONSO SULLA COSTRUZIONE DELLA VARIANTE SULLA SS16 ADRIATICA TRA VASTO E SAN SALVO MARINA

Vasto, lì 17 Aprile 2022

Amici ed amiche buonasera a tutti voi,

da qualche giorno sto seguendo il dibattito che ha creato la solita “pietra della discordia” tra centro-sinistro e centro-destra qui a Vasto, ovvero la costruzione di una variante della SS16 Adriatica, una proposta che non mi risulta sia stata presentata dal centro-destra in primis dal Presidente della Regione Abruzzo di FDI Marco Marsilio, ma logica vorrebbe che in realtà sia stato un progetto proposto diversi anni prima dal suo predecessore da Presidente della Regione ed allora Dirigente dell’ANAS in aspettativa, il senatore Luciano D’Alfonso, il quale al tempo sicuramente aveva tutto l’interesse per ovi motivi legati ad interessi personali, di far costruire una variante del genere con un viadotto sospeso in aria per diversi metri, in una zona soggetta a fortissimo dissesto idrogeologico vicino la SP181, che oggi collega Vasto a San Salvo, per cui mi risulta molto strano che oggi sia D’Alfonso stesso che il Sindaco di Vasto Francesco Menna, siano entrambi contrari alla realizzazione di una variante che comunque a loro dire “imbruttisce la città” e mi trova d’accordo, ma senza entrare specificamente nel merito, per cui non vorrei si tratti della solita solfa detta solo per motivi politici pur di andare contro a delle disposizioni dalfonsiane che oggi i PD vogliono far spacciare per una proposta voluta dal centro-destra, come è stato fatto affiggere in un manifesto lungo circonvallazione istoniense qui a Vasto direttamente dalla giunta Menna pertanto, per quanto mi riguarda, si tratta di una precisa fake news, un modus operandi tipico delle giunte a targa PD:

https://twitter.com/bralex84/status/1515775567089578002

VARIANTE STATALE 16 VASTO: FEBBO: “DIFENDEREMO LE RAGIONI DELLE COMUNITÀ LOCALI”

https://abruzzoweb.it/variante-statale-16-vasto-febbo-difenderemo-le-ragioni-delle-comunita-locali/

VASTO – “L’Amministrazione regionale porta avanti il proprio lavoro e nella fattispecie ha convocato tutti gli Enti interessati per la conferenza dei Servizi Preliminare sul progetto di fattibilità tecnico ed economica della S.S.16 “Adriatica” su proposta di Anas visto che la variante ricade nel territorio abruzzese. Mi spiace constatare alcune posizioni pretestuose e infantili di chi, in questi anni, invece di presentare alternative serie alla variante SS 16, ha prodotto solo fumo continuando a litigare senza arrivare a nulla di concreto”.

Questo il commento del consigliere regionale capogruppo di Forza Italia Mauro Febbo che chiarisce: “E’ poco corretto continuare a fare campagna elettorale confondendo volutamente il ruolo della Regione e il ruolo dell’Anas promuovendo una informazione distorta delle istituzioni e dei ruoli. Come Regione faremo la nostra parte difendendo le ragioni delle comunità locali avanzando proposte fattibili, difendendo l’immagine turistica e il territorio vastese”.

“Ricordo come lo stesso governo regionale D’Alfonso – commenta Febbo – aveva più volte proposto il tema della variante tra Vasto e San Salvo senza arrivare mai a una definizione per le divergenze all’interno della stessa maggioranza del Comune di Vasto saldamente in mano al centrosinistra da più di 15 anni. Voglio precisare come il sottoscritto ha sempre rimarcato come esistano un’alternativa ed un progetto preliminare su cui ragionare e discutere. Infatti, nel 2009, quando ricoprivo il ruolo di Presidente della Provincia di Chieti, insieme al Ministro Matteoli e alla Regione Abruzzo, abbiamo sottoscritto l’Intesa Generale nella quale si prevedeva l’arretramento dalla costa della Statale 16 senza attraversare il centro abitato secondo il progetto preliminare redatto proprio dagli uffici provinciali. Mi preme sottolineare – continua il Capogruppo regionale di Forza Italia – come vi sia  anche un’altra alterativa: quella della bretella, oggi richiesta da molti sindaci del vastese. Per la precisione si tratta dell’anello che collega i caselli di Vasto nord e Vasto sud attraverso le fondovalle Sinello, Cena e Treste che questo governo regionale di centrodestra ha inserito tra gli interventi con priorità “molto alta” nel piano delle infrastrutture strategiche della Regione Abruzzo (Dgr 337/2020). Inoltre la Regione è ben consapevole del lavoro fatto e da fare per portare avanti la valorizzazione del mare e della Costa dei Trabocchi e non permetteremo all’Anas di realizzare un progetto che rovini l’immagine turistica non solo del vastese ma dell’intero Abruzzo”.

“Pertanto – conclude Mauro Febbo – mi aspetto più responsabilità da chi oggi ricopre ruoli fondamentali senza cadere nella banale strumentalizzazione poiché tutti sappiamo come la conferenza di Servizi, richiesta dall’Anas, ha carattere preliminare e non decisorio per ascoltare gli Enti interessati. In quella sede faremo valere le ragioni per arrivare a un altro percorso di arretramento serio, credibile e concreto. Proprio su questo punto, al fine di agevolare l’incontro con l’Anas, lo stesso Presidente della Regione Marsilio prima del 6 aprile prossimo, data della convocazione della conferenza, si farà promotore di un incontro con le comunità locali interessate al fine di arrivare a una decisione unitaria”.

A Pescara un tavolo tecnico sulla Variante alla Statale 16

Si terrà il giorno 22 marzo alle ore 15.30 presso il palazzo del Consiglio regionale in piazza Unione

https://www.vastoweb.com/news/cronaca/1092641/a-pescara-un-tavolo-tecnico-sulla-variante-alla-statale-16

VASTO.  Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha convocato presso il palazzo del Consiglio regionale in piazza Unione a Pescara, per il giorno 22 marzo, alle ore 15:30, un tavolo tecnico istituzionale sul progetto di variante della statale 16 Vasto – San Salvo.

All’incontro sono stati invitati il presidente della Provincia di Chieti e sindaco di Vasto, Francesco Menna, il sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca, il responsabile della struttura territoriale Anas Abruzzo e Molise, Antonio Marasco. Parteciperà il sottosegretario alla presidenza, Umberto D’Annuntiis.

“Il prossimo 22 marzo parteciperò ad un incontro tecnico istituzionale sul progetto della Variante Statale 16 Adriatica convocato dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. All’incontro prenderanno parte il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regionale con delega alle Infrastrutture Umberto D’Annuntiis, il direttore del Dipartimento Infrastrutture e Trasporti Emidio Primavera, l’ingegnere Antonio Maresco dell’Anas ed il sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca. Ringrazio il presidente della Regione, che sono convinto si unirà con noi per questa battaglia. Dopo questo incontro attendo la convocazione dei parlamentari Castaldi, D’Alfonso e Grippa presso la sede dell’Anas per proseguire la battaglia contro una variante che imbruttisce la Città.”

Così, il Sindaco di Vasto, Francesco Menna.

Variante sulla S.S.16 Adriatica, D’Alfonso scrive all’Anas per un “Ascolto attivo e efficace”

Pescara. Con una lettera indirizzata al Direttore Generale di AnasAldo Isi, e all’Amministratore Delegato del Gruppo Ferrovie dello StatoLuigi Ferraris  – oltre che al Responsabile Anas per l’Abruzzo e Molise, Antonio Marasco – il senatore Luciano D’Alfonso ha chiesto loro “di attivare, nel rispetto dei regolamenti e delle leggi vigenti, le procedure necessarie all’instaurazione di un ascolto attivo, proficuo ed efficace” del territorio vastese interessato dalla iniziativa progettuale di Anas che prevede la realizzazione di una variante alla S.S.16 Adriatica, in prossimità dei centri abitati di Vasto Sud e di San Salvo Marina, che come è noto si appresta, il 6 aprile prossimo, ad arrivare già preconfezionata alla Conferenza dei Servizi Preliminare indetta dal Dipartimento Infrastrutture e Trasporti della Regione Abruzzo.

https://abruzzolive.it/variante-sulla-s-s-16-adriatica-dalfonso-scrive-allanas-per-un-ascolto-attivo-e-efficace/

È fondamentale che prima del 6 aprile, vengano prese in considerazione le criticità al progetto di variante che saranno portate, unitamente alle proposte alternative,  al tavolo di approfondimento e di confronto convocato, sabato 12 marzo, dal Sindaco di Vasto: “L’incontro urgente voluto dal Sindaco Francesco Menna – precisa il senatore D’Alfonso nella lettera inviata ai vertici di Anas e Ferrovie – deve fungere da apripista per il dibattito pubblico resosi necessario per scongiurare che l’ipotesi di intervento infrastrutturale gravi minacciosamente su una porzione della Città di Vasto, già soggetta a rilevanti criticità idrogeologiche e senza risolvere l’annoso problema del traffico dei mezzi pesanti sulla costa”.

“Il modus operandi degli interventi calati dall’alto, senza il coinvolgimento attivo della popolazione locale, si traduce ormai in una irriverente modalità di trattamento delle comunità locali, in netta controtendenza con quelle forme di progettazione partecipata col territorio che sono, sempre più, prassi amministrativa come dimostra l’attuale esperienza dei “dibattiti pubblici”, resi sempre più obbligatori, attorno alle opere cantierate dal PNRR”, osserva il senatore D’Alfonso.

All’invito urgente rivolto dal senatore D’Alfonso alle figure apicali di Anas e Ferrovie, si è aggiunto in queste ultime ore anche il deposito di una interrogazione parlamentare a prima firma del Senatore vastese Gianluca Cataldi per evidenziare la necessità di aprire un dibattito pubblico sul tema “Variante S.S.16” che dia ascolto all’intera comunità, comprese le associazioni sorte a tutela dell’ambiente, del paesaggio e dell’economia vastese.

A prescindere da tutta la diatriba politica che come al solito qui in Abruzzo costituisce terreno di attacchi fratricidi reciproci tra centro-sinistro centrista e centro-destra, da tecnico ambientale auspico che il progetto della variante sulla SS16 Adriatica ed il viadotto sospeso che collegherebbe Vasto a San Salvo Marina proposto dalla Regione Abruzzo gli venga dato parere di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) negativo e che pertanto, non venga preso in considerazione per non arrecare un grave impatto ambientale al paesaggio, che qui è tutelato da rigorosi e rigidi vincoli paesaggistici del WWF Abruzzo e per non aggravare il già grave fenomeno del dissesto idrogeologico che si rinviene già oggi, tramite delle vistose fenditure che vanno dalla Loggia Amblingh a Vasto, passando lungo tutti i marciapiedi sul lato che si affacciano ad est verso il mare, siti tra località San Michele a Vasto fino a tutta la collina dove passa la SP181 che collega Vasto al villaggio SIV, oggi stabilimento industriale Pilkington, di San Salvo.

In conclusione, invito la giunta attuale ad avvalersi di maggiori competenze per trovare un metodo efficace per risolvere questo pericoloso fenomeno già in atto da anni, una volta per tutte, altrimenti è bene che si faccia da parte e molto prima della scadenza del suo mandato elettorale, fissato al 2026.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila