17 GENNAIO 1944 – 17 GENNAIO 2024: GLI 80 ANNI DALL’INIZIO DELLA BATTAGLIA DI MONTECASSINO, LA LIBERAZIONE DEL PAESE DI CASSINO E DELL’ABBAZIA BENEDETTINA DALL’OCCUPAZIONE NAZISTA

Vasto (CH), lì 20 Gennaio 2024 ore 21.38

Amici ed amiche appassionati di storia non molto lontana dall’Era Moderna, buonasera a tutti: in questo articolo andremo alla riscoperta di una battaglia storica della Seconda Guerra Mondiale combattuta nei pressi dell’abbazia di Montecassino a Cassino in provincia di Frosinone nel Lazio tra le forze alleate anglo-americane e gli occupanti invasori nazisti della Werhmacht appartenenti alle forze dell’asse italo-tedesche il 17 Gennaio 1944 e, proprio il 17 Gennaio scorso sono passati 80 anni esatti da quel giorno in cui sia il paese che l’abbazia benedettina, che domina ancora oggi dall’alto il paese, vennero liberati dall’occupazione nazista. Si tratta di un evento che in Italia oggi le istituzioni non hanno volutamente ricordato, ma sarò lieto di farlo io al posto loro, perché io e la Storia siamo da sempre una cosa sola! Qui entra in gioco la mia indimenticata nonna materna Maria Concetta Gulia, nota con il soprannome di Rosetta a Scurcola Marsicana (AQ), paese di 2000 abitanti in cui ha vissuto per molti anni, ma era nata a Sora in provincia di Frosinone in Ciociaria, luogo in cui ha vissuto poi per gran parte della sua adolescenza: quando frequentavo la terza media dell’Istituto Comprensivo di 1° Grado di Scurcola, durante l’ora di Storia mi venne affidato il compito di procurarmi una testimonianza relativa ad un evento vissuto dai miei nonni durante la Seconda Guerra Mondiale e così pensai di fare un’intervista in merito alla mia cara e dolce nonna Rosetta, l’anima candida della famiglia, che nella vita è stata una mamma amorevole che ha sempre dato l’anima alle sue due figlie una delle quali Carla, la primogenita, è mia madre ed ha sempre saputo mantenere ben salda la famiglia attraverso il duro lavoro, era una stacanovista non si fermava mai e quando nel 1985 dovette lasciare a Roma suo marito mio nonno Carmine e le due figlie per motivi di lavoro, da Responsabile di una concessione Tupperware Srl a Viale del Gran Sasso nel quartiere Torrione di L’Aquila che anche d’inverno dormiva in sede all’interno di cartoni per non dover alimentare un pendolarismo continuo tutti i giorni tra Roma e L’Aquila. Mia nonna accettò di essere intervistata e mi rilasciò un’intervista di circa 17 minuti incisa su una musicassetta che purtroppo ho perso nel tempo, ma mi è rimasta bene in mente la sua testimonianza che adesso vi vado di seguito a riportare integralmente ed alla mia domanda: “Qual’è stato l’evento della Seconda Guerra Mondiale che ha segnato la tua adolescenza?” la risposta fu: “Senza dubbio la battaglia di Montecassino del 17 Gennaio del 1944!” le domandai di nuovo: “Cosa ricordi di quel giorno?” e mia nonna rispose: “Ricordo avevo appena 13 anni, vivevo a Sora, a circa 45 km dal fronte di Montecassino che faceva parte della linea Gustav nell’entroterra dove si affrontarono gli alleati ed i tedeschi: ricordo che per quante batterie di artiglieria tedesca sparavano verso i bombardieri americani che sganciavano dagli aerei sull’abbazia, ogni volta che i tedeschi sparavano dalle loro batterie di artiglieria, la notte si illuminava a giorno!” giusto per farvi rendere bene l’idea di quanti megatoni vennero sganciati dai bombardieri B25 americani in una sola notte in quel punto per stanare i tedeschi che si erano asseragliati nell’abbazia per tentare di respingere l’attacco degli alleati anglo-americani, proveniente prima dalla Sicilia, dove sbarcarono il 9 Luglio 1943, poi dal fiume Volturno il 25 Novembre 1943, prima di arrivare a Cassino sotto l’abbazia di Montecassino, dove vi fu la battaglia che anticipò il secondo sbarco degli alleati ad Anzio, città laziale dove inizia la linea gotica Gustav dal lato del Mar Tirreno, dove i tedeschi nelle vicinanze, a Cisterna di Latina, avevano piazzato un pezzo da artiglieria pesante, il K5E “Annie”, un cannone atomico obice da 280 mm montato su un vagone ferroviario che da mesi colpiva ogni unità alleata in movimento, come la fanteria, i carri armati, l’artiglieria semovente ed aerei incursori nemici, usandolo anche come cannone contraereo.

46 I KM CHE SEPARAVANO MIA NONNA A SORA DAL FRONTE DI CASSINO (FR)

46 chilometri separavano mia nonna Rosetta a Sora dal fronte di Cassino in provincia di Frosinone nel Lazio
https://www.google.com/maps/dir/03039+Sora+FR/Montecassino,+Cassino,+FR/@41.6223288,13.5787694,32533m/data=!3m1!1e3!4m13!4m12!1m5!1m1!1s0x133aaa44d7505e83:0xd1d77b8ca8c186d6!2m2!1d13.6130491!2d41.7188539!1m5!1m1!1s0x133abbf093da4079:0x6c171f25c437c96f!2m2!1d13.8158578!2d41.4916194?hl=it&entry=ttu

LA BATTAGLIA DI MONTECASSINO, 17 GENNAIO 1944 – 17 GENNAIO 2024, 80 ANNI DOPO!

La battaglia di Montecassino è stata una delle operazioni militari più importanti della Seconda Guerra Mondiale. Anche nota come la Battaglia per Roma, non si è trattato di una sola battaglia quanto piuttosto di una serie di assalti militari degli Alleati contro i tedeschi, cominciati il 17 gennaio e terminati nel Maggio inoltrato del 1944.

Montecassino ha avuto un ruolo centrale in questa battaglia poiché non soltanto l’intelligence alleata sospettava che le unità di artiglieria tedesche stessero utilizzando l’Abbazia come validissimo punto di osservazione, ma anche perché si trovava in una posizione strategica utile per poter avanzare sulle difensive tedesche ed entrare in una Roma pesantemente occupata. La perdita di vite umane fu enorme in questa controversa operazione, con gli Alleati che persero 55.000 uomini e circa 20.000 soldati tedeschi feriti e uccisi.

Prima che la battaglia cominciasse, l’ufficiale tedesco Capitano Maximilian Becker e il Tenente Colonnello austriaco Julius Schlegel, avevano predisposto che tutti i manufatti, gli archivi e i documenti della biblioteca, e numerosi altri incommensurabili tesori fossero messi al sicuro presso Città del Vaticano a Roma. Ci vollero mesi perché l’enorme operazione fosse ultimata e centinaia di uomini e monaci a fare da scorta al tutto.
Dopo la fine della guerra, l’abate Ildefonso Rea fu a capo del progetto di ricostruire Montecassino esattamente dove era prima, in tutta la sua gloria precedente e di riportare in sede tutti gli oggetti preziosi e i documenti che erano stati custoditi in Vaticano durante la guerra. La risorta Abbazia fu riconsacrata nel 1964 da Papa Paolo VI.

Fonte: https://abbaziamontecassino.it/storia/la-battaglia-di-montecassino/

La Grande Storia dall’alto. 15 Marzo 1944: battaglia di Cassino

15-MAR- 44, 10:45….” Queste sono la data e l’ora riportate sulla foto che documenta da 6 chilometri di altezza (20.000 piedi di quota) quella che è probabilmente la più controversa delle battaglie concepite per disarticolare la linea Gustav, la Terza Battaglia di Montecassino.
Una mattina di marzo di settantasette anni fa una squadriglia fu inviata a documentare la pioggia di bombe che stava distruggendo la città. Solo trenta giorni prima, il 15 febbraio, era stato raso al suolo l’antico monastero fondato nel 529 da San Benedetto, un monumento artistico e religioso di importanza mondiale. I comandi Alleati avevano deciso di sfruttare la superiorità aerea in modo mai fatto prima, nella convinzione che l’azione dei bombardieri fosse decisiva per rimuovere l’impasse in cui si trovava da mesi la battaglia terrestre. Alle 10.45, quando i ricognitori della nostra foto arrivarono, il bombardamento stava procedendo senza sosta da più di due ore. Dai dati impressi sulla foto sappiamo che a scattarla fu un aereo della 12th Photo Reconnaissance Aerial, quell’annoalla sua485a missione (questo significa la sigla 12PRA485 visibile in basso nella foto).
L’obiettivo si era spostato ai piedi del Monte per un attacco frontale su Cassino e sulla collina del monastero, per aprire la via alle truppe alleate tra lo schieramento nemico grazie allo sforzo congiunto di aviazione e artiglieria. Con questa offensiva la città, già duramente colpita nei mesi precedenti, sarebbe diventata un cumulo di macerie, faticoso da oltrepassare per gli stessi soldati a terra.
La città era già stata colpita gravemente a febbraio, durante le due ore di bombardamento aereo e fuoco di artiglieria che avevano distrutto l’Abbazia. I volantini  lanciati dagli aerei alleati avevano avvisato la popolazione del bombardamento imminente (“Amici italiani ATTENZIONE!”), invitandola a lasciare il “Sacro Recinto” e a mettersi al riparo, ma pochi vi avevano creduto. Sembrava impossibile che una simile azione potesse compiersi su un monumento come quello di Montecassino (3, 4), anche perché vi erano delle norme che regolavano la salvaguardia dei monumenti storici e religiosi in periodo di guerra, emanate nel 1943 dallo stesso generale D. Eisenhower, comandante supremo per le operazioni in Europa.
Il 15 marzo 1944 la città fu letteralmente rasa al suolo. Dalle 8.30 alle 12.30, ad ondate di 10-15 minuti l’una dall’altra, 550 bombardieri medi e pesanti e 200 cacciabombardieri, decollati da aeroporti italiani, nordafricani ed inglesi, sganciarono su Cassino 1250 (per alcuni 2000) tonnellate di bombe, lasciando sepolti sotto le macerie militari e civili. “Ci rendemmo conto che ci volevano annientare […] fu come la fine del mondo” scrisse nei suo ricordi un soldato tedesco.
Al bombardamento aereo seguì, infatti, il fuoco di artiglieria su tutta la montagna contro gli ultimi avamposti tedeschi, e poi l’avanzata di 400 carri armati accompagnati dalla fanteria neozelandese ed indiana. Toccò infatti al corpo neozelandese avanzare in città tra le rovine diventate rifugio per i paracadutisti tedeschi superstiti della 1° Divisione. Questi ultimi, nonostante l’esiguo numero rispetto ai soldati Alleati, resero più difficile la presa dei punti strategici; alla divisione indiana toccò il compito di avanzare sulla montagna fino alla quota 435, l’avamposto più alto, la Hangman’s Hill (‘collina del boia’). Solo dopo sette giorni, il 22 marzo, il generale H. Alexander ordinerà di interrompere gli attacchi sulla città e sul monte. Bisognerà tuttavia aspettare maggio (tra l’11 ed il 18) per vedere il territorio intorno a Montecassino occupato esclusivamente dalle truppe alleate.
Grazie alle foto oggi conservate in Aerofototeca Nazionale, scattate dalla Mediterranean Allied Photo Reconnaissance Wing, è possibile ripercorrere le tragiche vicende della città di Cassino, un tempo ritenuta intoccabile per la sua vicinanza ad un monumento da preservare e divenuta invece una città martire a causa di errori di valutazione strategici, sacrificata sull’altare della “giusta causa” per obiettivi bellici.

Fonte: http://www.iccd.beniculturali.it/it/150/archivio-news/5003/la-grande-storia-dall-alto_-15-marzo-1944-battaglia-di-cassino

Le battaglie per Cassino: dal fiume Volturno a Cassino

Fonte: http://www.dalvolturnoacassino.it/asp/le-battaglie-per-cassino.asp

La campagna di Montecassino

https://www.liberationroute.com/it/stories/113/the-campaign-of-monte-cassino

La difficile strada per Roma La campagna di Montecassino fu combattuta dagli Alleati in quattro fasi tra gennaio e maggio 1944. La città di Cassino era una roccaforte chiave della linea Gustav, la linea di difesa tedesca nell’Italia centrale, progettata per impedire l’avanzata alleata verso Roma. Gli Alleati subirono circa 55.000 perdite, i tedeschi 20.000.

CHI SIAMOMEDIA

Alla fine di dicembre 1943 l’avanzata delle forze alleate in Italia fu ostacolata dalle forti difese tedesche sulla linea Gustav o linea invernale. L’area intorno alla città di Cassino, con fortificazioni montane e difficili traversate fluviali, era la posizione chiave sulla linea Gustav. Gli Alleati tentarono per quattro volte di sfondare la roccaforte di Montecassino. La prima battaglia avvenne tra il 17 gennaio e l’11 febbraio 1944, e provocò pesanti perdite e un fallimento per gli Alleati. Per alleviare la pressione dalla testa di ponte sulla spiaggia di Anzio, dove gli Alleati erano bloccati dalla forte resistenza tedesca, un secondo attacco venne lanciato tra il 16 e il 18 febbraio. Il 15 febbraio la famosa abbazia di Montecassino venne distrutta dai bombardieri americani. Il comando alleato era convinto che l’antica abbazia fosse un osservatorio tedesco, ma ironicamente le truppe tedesche occuparono le rovine solo dopo il raid aereo. La terza offensiva venne condotta tra il 15 e il 23 marzo, di nuovo senza successo. La quarta battaglia iniziò l’11 maggio. I tedeschi si ritirarono infine dalla linea Gustav il 25 maggio 1944. Dopo cinque mesi di stallo sulla linea Gustav, la strada per Roma fu aperta, ma i costi furono elevati. Si stima che gli Alleati (Australia, Canada, Francia liberata con l’ausilio di soldati marocchini, Regno d’Italia, India, Nuova Zelanda, Polonia, Sudafrica, Regno Unito e Stati Uniti) subirono circa 55.000 perdite, la Germania e la Repubblica Sociale Italiana 20.000.

75° anniversario della battaglia di Montecassino

I 75 anni dalla battaglia di Cassino ricordati dall’Istituto Polacco di Roma
https://instytutpolski.pl/roma/2019/05/18/75-anniversario-della-battaglia-di-montecassino/

La battaglia di Monte Cassino fu una delle più dure e sanguinose battaglie che determinarono l’esito della Seconda guerra mondiale.

1944 – 2019

“Il compito che ci è toccato porterà gloria mondiale al soldato polacco”

La battaglia di Monte Cassino fu una delle più dure e sanguinose battaglie che determinarono l’esito della Seconda guerra mondiale.

Fu il quarto assalto delle truppe alleate sulle truppe tedesche che controllavano l’abbazia benedettina in cima alla collina di Monte Cassino in Italia. Finì con la vittoria del 2 ° corpo polacco che ruppe le linee di difesa tedesche e aprì gli eserciti alleati sulla strada per liberare Roma.

Monte Cassino era la posizione chiave del sistema di fortificazioni tedesco nella parte più stretta della penisola italiana, chiamata la linea Gustav. Nella prima metà del 1944 Monte Cassino fu testimone di aspri combattimenti tra forze alleate e truppe tedesche. Per diversi mesi le truppe tedesche che occupavano posizioni forti respinsero gli attacchi alleati. Tre assalti successivi da parte di forze americane, britanniche, francesi, canadesi, sudafricane, neozelandesi e indiane fallirono.

Il comandante alleato Oliver Leese chiese al generale polacco Władysław Anders, comandante del 2 ° corpo polacco, di unirsi alla battaglia di Montecassino. Il generale Anders fu d’accordo, ritenendo che il coinvolgimento polacco nella battaglia avrebbe dimostrato la solidarietà della Polonia con le nazioni la cui libertà, come quella polacca, fu violentemente violata dalla Germania. L’11 maggio il generale Anders emise un ordine storico per i soldati del 2 ° corpo:

Soldati!

Il compito che ci è toccato porterà gloria mondiale al soldato polacco. In questi momenti di prova saremo nella mente e nel cuore dell’intera nazione polacca. Gli spiriti dei nostri fratelli caduti in armi ci sosterranno.

Lasciate che il leone si risvegli nel vostro cuore!

Soldati – marciamo avanti con il santo motto di “Dio, onore, patria” nei nostri cuori, ricordando l’attacco del bandito tedesco contro la Polonia, le partizioni tedesco-sovietiche della Polonia, le migliaia di città e città in rovina, gli omicidi e le torture inflitte centinaia di migliaia di nostri fratelli e sorelle, i milioni di polacchi deportati in Germania come schiavi, la triste condizione e il dolore del nostro paese, la nostra sofferenza e il nostro esilio, con la fede nella giustizia della Divina Provvidenza.

Dopo una sanguinosa battaglia durata quasi una settimana, l’abbazia fu conquistata. Un altro campo di difesa tedesco, chiamato Linea di Hitler, fu rotto. Il 18 maggio a mezzogiorno, una bandiera vittoriosa in bianco e rosso fu issata sulla collina di Monte Cassino. L’assalto costò la vita a 923 soldati polacchi, 2931 feriti e 345 non furono mai trovati.

La battaglia di Monte Cassino è stata una testimonianza del coraggio e del sacrificio polacchi. Soprattutto, è stata un’espressione di solidarietà con le altre nazioni del mondo che combattono contro il nazismo. La vittoria polacca fu fondamentale per la storia della Seconda guerra mondiale. Voleva anche ricordare ai leader occidentali la necessità di ripristinare l’indipendenza della Polonia nel momento in cui l’Unione Sovietica aveva già occupato metà del territorio della Polonia. Come si è scoperto più tardi, le decisioni sul futuro della Polonia e dei suoi confini erano già state prese da Stalin, Roosevelt e Churchill alla Conferenza di Teheran nel 1943 e ulteriormente suggellate a Yalta.

Dopo la guerra, un cimitero militare polacco fu creato sulla collina e divenne un santuario nazionale.

I combattimenti di Monte Cassino sono stati commemorati da una lapide alla Tomba del Milite Ignoto a Varsavia e da un’iscrizione su una torcia alla Tomba del Milite Ignoto a Cracovia. Un monumento per onorare la battaglia e i suoi eroi polacchi è stato inaugurato nel 1999 a Varsavia, vicino a Via Władysław Anders Street e al Parco Krasinski.

Ripercorriamo insieme le fasi più significative di quella battaglia analizzando foto e video del tempo.

Truppe tedesche della Werhmacht nel cambio della guardia interno all’abbazia di Montecassino, 1944
Il generale Anders
La battaglia di Cassino: il generale Wladyslaw Anders, aprile 1944
The Battle of Cassino: (from left) Lieutenant Colonel Hodgson, Brigadier Thirth, General Keightley, General Anders
Image of La battaglia di Cassino: il generale Kazimierz Sosnkowski
Truppe alleate catturate dai tedeschi della Wehrmacht a Cassino
Due soldati tedeschi catturati dagli alleati tra le rovine dell’Abbazia di Montecassino, 18 Maggio 1944
L’abbazia di Montecassino com’era prima dei bombardamenti che la rasero al suolo durante le quattro battaglie di Cassino
Aerei alleati sorvolano l’area di Cassino
Un bombardiere B25 alleato sorvola l’area di Cassino
Il sacrificio polacco nella battaglia di Montecassino
Le rovine dell’Abbazia di Montecassino dopo i bombardamenti alleati
Mappa militare della seconda battaglia di Cassino
https://www.larchivio.com/xoom/cassino-battaglia03.htm
18 Maggio 1944: divieto di sorvolo dell’area di Cassino da terra a 6000 piedi di quota
La famigerata linea difensiva tedesca Gustav fatta erigere da Adolf Hitler per difendere Roma e la Repubblica di Salò a Nord: si estendeva da Anzio sul Mar Tirreno fino ad Ortona a Mare in Abruzzo sul Mare Adriatico

Guide turistiche Frosinone, tour dei campi di battaglia di Cassino

https://guideturistichefrosinone.altervista.org/campi-di-battaglia/

Indice dei contenuti

Tour dei campi di battaglia di Cassino

Se avete sentito parlare dei tour dei campi di battaglia della Normandia, o avete avuto la fortuna di visitarli, non potete non essere interessati ad un tour dei campi di battaglia della asseconda Guerra Mondiale a Cassino.

Visita guidata dei campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale a Cassino

Per avere una idea generale delle 4 battaglie di Cassino si può cominciare con una visita a SantcAngelo in Theodice dove vicino l’abitato si vede bene il fiume Rapido, che gli Americani circa 80aa fa chiamavano Rapido. Nel attraversarlo il 20-22 Gennaio del 1944 la 36th Divisione Texas , e poi alcuni giorni più tardi la 34th Divisione Red Bull furono decimate. Accanto al moderno ponte sotto l’abitato, dove gli Alleati durante l’ultima battaglia eressero un ponte bailey che chiamarono London Bridge, si vedono la campana della Pace, posta da Severino De Sanctis, che bambino all’epoca delle battaglie, rimase shoccato da ciò che vide, e la targa in bronzo dedicata ai Nisei del 100th Battaglione della 34th Divisione.

I campi di battaglia di Cassino: l’attraversamento del fiume Rapido

Nel centro del paese, sulla piazzetta che sovrasta il fiume dall’alto, si vede bene la pianura che gli Americani dovettero attraversare nella notte per raggiungere il fiume, tra campi minati tedeschi e filo spinato e dove molti di loro persero la vita. La piazzetta costituisce uno splendido punto per apprezzare la semplice strategia tedesca di porsi nei punti più alti ed attendere i nemici, godendo di una vista eccezionale su quelli che sarebbero stati per 4 mesi i campi di battaglia. Sulla stessa piazzetta il monumento ai soldati della 36th Texas.

Tour dei campi di battaglia di Cassino: i Britannici che costruirono e attraversarono l’Amazon Bridge

Proseguendo verso Cassino sulla strada si trovano 2 monumenti: il primo dedicato ai Soldato Britannici che per primi raggiunsero questa sponda del fiume Rapido, e poi il nuovo monumento dedicato ai soldati che costruirono l’Amazon Bridge per permettere l’attraversamento del fiume e ancora più avanti si trova il Cimitero del Commonwealth Britannico con circa 8.000 soldati. Circa la metà di essi sono purtroppo solo menzionati poiché i loro corpi non furono mai ritrovati. Sono presenti naturalmente tutte le nazionalità che a quel tempo combattevano per lo UK, dal Sud Africa, al Canada, passando per il Nepal e la Nuova Zelanda.

L’abbazia di Montecassino e la difesa tedesca della Linea Gustav

Giunti a Cassino dove inizia la via per il monastero un cartello marrone indica la posizione della grotta Foltin, il quartier generale tedesco, che il Capitano Foltin fece spostare dal palazzo dell’hotel Continental ad una grotta prevedendo il bombardamento alleato. Percorrendo la strada che porta al monastero, dopo aver costeggiato il castello chiamato Rocca Janula luogo di battaglia chiave per tante nazionalità durante le 4 battaglie, si raggiunge il belvedere, un ampio slargo da dove si vede tutta la valle sottostante. Da lì si può avere una idea, anche se ridotta del punto di vista tedesco sui campi di battaglia, con una vista mozzafiato che spazia per decine di km in ogni direzione.

I campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale a Cassino

Prima di arrivare al monastero sulla sinistra l’ultima grotta carsica lasciata aperta, dove i tedeschi si ripararono durante il bombardamento dell’abbazia il 15 febbraio 1944, e sulla destra la strada che porta al cimitero Polacco ed ai campi di battaglia polacchi. Oltre al cimitero con più di 100 soldato ricordati, ed al piccolo memoriale che ricorda l’odissea Polacca, sulla sinistra del cimitero, vi è un cancello pedonale che permette di raggiungere il grande obelisco polacco per ricordare i caduti durante l’ultima battaglia a metà maggio 1944.

L’Albaneta e la sua storia: le battaglie di Cassino

Seguendo i cartelli si arriva alla prepositura dell’Albaneta, una piccola abbazia bombardata durante la guerra che divenne sede del comando tedesco, e poco più avanti un carrarmato Polacco lasciato come monumento a ricordare i primi Polacchi morti a Cassino e celebrare l’impresa fatta dagli stessi nel portare attraverso la Cavendish Road (costruita da NZ e Indiani in precedenza) dei carri armati sulle montagne dietro all’Abbazia. Nel punto dove si trova il carrarmato si distingue benissimo la sede stradale della Cavendish Road….

Visita guidata dei campi di battaglia di Montecassino: l’abbazia di Montecassino e i monumenti dedicati a varie nazionalità.

Poi naturalmente tocca visitare l’Abbazia di Montecassino totalmente ricostruita seguendo il motto “com’era e dov’era”, che si è rivelata la scelta giusta. Proprio nei pressi dell’altare maggiore il 18 Maggio 1944 i soldati Polacchi piantarono la propria bandiera, simbolo della presa di Montecassino e della fine delle battaglie iniziate circa 4 mesi prima sul Fiume Rapido.
A questo itinerario che tocca tutti i principale monumenti, aggiungerei 4 luoghi in città: il monumento a Wojtek l’orso Polacco, il busto del Generale Anders, la lapide a ricordo dei Soldati Indiani ed il Cimitero Tedesco con circa 20.000 soldati onorati.

La battaglia di Anzio e Montecassino fu importante anche per un mostro sacro della musica internazionale Roger Waters dei Pink Floyd: è qui che il piccolo Roger perse suo padre dopo lo sbarco

https://www.ilmessaggero.it/frosinone/dalla_battaglia_di_cassino_ai_pink_floyd_dibattito_universita-7753973.html
Roger Waters visita la tomba di suo nonno G.H. Waters, ingegnere reale morto il 14 Settembre 1916 a Verdun nel fronte franco-tedesco durante la Prima Guerra Mondiale
Roger Waters visita ad Aprilia il monumento onorario dedicato a suo padre, il Tenente Eric Fletcher Waters, caduto a Campo di Carne, mitragliato dai soldati tedeschi appostati dentro i bunker di cemento armato da cui mitragliarono i soldati alleati appena sbarcati ad Anzio

Articolo dedicato alla memoria della mia amorevole nonna materna “Rosetta”, Maria Concetta Gulia.

Maria Concetta Gulia (Sora, 29 Luglio 1931 – Celano 12 Marzo 2018)
http://www.infinitamemoria.it/cimiteri/abruzzo/l-aquila/scurcola-marsicana/cimitero-comunale-di-scurcola-marsicana/memorial/maria-concetta-gulia

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