FIAB Italia

A BOLOGNA AEROPORTO BIKE FRIENDLY: ARRIVA LA CERTIFICAZIONE DI FIAB

Da Franco Mattioli – 5 Luglio 2023 

La bike station all’interno dell’Aeroporto Marconi di Bologna
https://www.rivistabc.com/a-bologna-aeroporto-bike-friendly-arriva-la-certificazione-di-fiab/

L’Aeroporto Marconi di Bologna (AdB) si fa amico della bicicletta. E da oggi questa sua attenzione alla mobilità sostenibile è attestata dalla certificazione di Azienda Bike friendly. A rilasciarla è Fiab, la Federazione italiana Ambiente e Bicicletta che ha ideato e definito con un consorzio di 16 partner europei i criteri della certificazione. Vediamo in breve i punti di forza che hanno portato l’Aeroporto al livello più alto (“Gold”) tra quelli previsti dal disciplinare.

A fare dell’Adb un aeroporto bike friendly c’è anzitutto la BLQ Bike Station, un parcheggio per biciclette e monopattini posizionato nella zona sottostante alla stazione del Marconi Express che sta riscuotendo notevole successo tra i pendolari in bicicletta: è dotato di moderne rastrelliere antifurtovideosorveglianza e di una colonnina per la manutenzione delle biciclette. Inoltre, i dipendenti del Gruppo AdB possono usufruire di doccespogliatoi e armadietti riservati ai ciclisti. AdB, inoltre, aderisce al progetto “Bike to work” finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Bologna; e ha finanziato la realizzazione di pista ciclabili di collegamento. Per il proprio impegno a favore della mobilità attiva, Aeroporto di Bologna ha ottenuto, infine, in comodato d’uso dall’Istituto Trasporti e Logistica della Regione Emilia-Romagna, 32 biciclette a pedalata assistita che saranno messe a disposizione dei dipendenti per gli spostamenti all’interno dell’aeroporto e per gli spostamenti casa-lavoro.

 “E non ci fermiamo qui – ha aggiunto alla consegna del riconoscimento Nazareno Ventola, amministratore delegato di Aeroporto di Bologna – perché questo mese partiranno i lavori per la realizzazione del primo tratto della ciclabile che collegherà l’aeroporto con la Ciclovia del Sole”. Alla conferenza stampa di presentazione dell’aeroporto bike friendly (nella foto la consegna dell’attestato) sono intervenuti anche Andrea Corsini, assessore Mobilità e trasporti della Regione Emilia-Romagna; Alessandro Delpiano, dirigente Pianificazione territoriale della Città Metropolitana di Bologna; Claudio Mazzanti, presidente della commissione consiliare mobilità del Comune di Bologna (che, ricordiamo, dal primo luglio è ufficialmente Città30), e Valeria Lorenzelli, vicepresidente Fiab, che ha sottolineato l’importanza della sinergia tra profit e no-profit, ed enti locali. “Quando avviene – ha dichiarato – è una condizione straordinaria per accelerare l’adozione di nuove soluzioni per gli spostamenti urbani. Ma soprattutto diventa un’occasione per restituire qualità della vita, risparmio concreto di tempo e denaro per il trasporto quotidiano di un gran numero di persone, lavoratrici e lavoratori”.

Fonte: Rivista BC

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

CITTA’ 30: IL 6 MAGGIO AL MOBILITARS DI BOLOGNA LA PROPOSTA DI LEGGE NAZIONALE

Da Alberto Innocenzi – 26 Aprile 2023

https://www.rivistabc.com/citta-30-il-6-maggio-al-mobilitars-di-bologna-la-proposta-di-legge-nazionale/

Città 30. È il tema del momento, e sarà al centro – dal 4 al 6 maggio – anche di MobilitArs, il convegno dedicato all’arte della gestione della mobilità umana organizzato a Bologna dalla Fondazione Michele Scarponi in collaborazione con Bikenomist, con il patrocinio e il sostegno della Città metropolitana di Bologna e del Comune di Bologna. Titolo del convegno: Città 30, la strada è di tutte. Si tratta di una preziosa occasione di confronto tra esperti per rafforzare il dibattito che lega la riduzione della velocità alla trasformazione dello spazio urbano. I primi due giorni di lavori saranno organizzati in discussioni tematiche. Sul palco si susseguiranno oltre 30 tra accademici, professionisti, tecnici e amministratori.

Molti i temi messi sotto la lente da MobilitArs nelle prime due giornate di lavori (organizzate in conferenze e in workshop). Sul sito ufficiale dell’evento mobilitars.eu trovate il programma completo e la scheda di adesione al convegno (che è gratuito, ma richiede l’iscrizione). Sul palco di MobilitArs si parlerà di queste tematiche: la città30; il racconto del cambiamento; sport e salute; l’educazione alla mobilità; le infrastrutture per la mobilità nuova; l’ecosistema delle città. La giornata conclusiva, sabato 6, vedrà la presentazione della proposta di legge nazionale sulle Città 30 che segna il culmine della campagna #città30subito lanciata a inizio anno da Fiab-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta insieme ad altre associazioni per l’ambiente, la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale (Legambiente, Asvis, Kyoto Club, Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi, Amodo, Clean Cities Campaign). La proposta di legge sarà presentata pubblicamente al MobilitArs e discussa insieme ad amministratori locali e parlamentari.

Nel pomeriggio di sabato, a conclusione di MobilitArs, la Consulta Comunale della Bicicletta propone una pedalata di due ore, con partenza e arrivo a Palazzo d’Accursio, alla scoperta della rete ciclabile di Bologna e della città metropolitana. Si percorreranno le varie infrastrutture ciclabili, dagli itinerari su strada a quelli in sede separata e di interesse naturalistico: tra questi un tratto di Ciclovia del Navile e il cantiere della Ciclovia del Reno, i cui lavori di realizzazione sono quasi ultimati. La pedalata toccherà varie linee della Bicipolitana, sia in ambito urbano, sia in ambito extraurbano.

Fonte: Rivista BC

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

PISTE E PERCORSI CICLABILI: I DETTAGLI PROGETTUALI DA NON SOTTOVALUTARE

Dalla normativa di riferimento, agli standard minimi previsti di legge per il corretto dimensionamento di piste e percorsi ciclabili. Una rassegna dei principali dettagli progettuali da non trascurare per garantire sicurezza alla mobilità ciclistica.

Raffaele di Marcello, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, FIAB, FIAB Italia

La normativa di riferimento

Nella progettazione di piste e percorsi ciclabili le norme principali sono costituite dal D.M. Lavori Pubblici del 30 novembre 1999, n. 557.

Tale norma individua le diverse tipologie di itinerari ciclabili e, nel Capo II, definisce le norme da rispettare per la progettazione e la realizzazione delle piste ciclabili, mentre per i percorsi promiscui fornisce solo alcune indicazioni rimandando, implicitamente, ad altre normative quali, ad esempio, il Codice della Strada o il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti 5 novembre 2001 contenente le norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade.

https://www.ingenio-web.it/articoli/piste-e-percorsi-ciclabili-i-dettagli-progettuali-da-non-sottovalutare/

Corretto dimensionamento delle piste ciclabili

Il tema delle dimensioni, in larghezza, delle piste ciclabili, sembrerebbe banale ma il fatto che, a tutt’oggi, si vedano infrastrutture ciclabili realizzate con dimensioni ben sotto ai limiti previsti dalla normativa, fa nascere la necessità di ricordare quali sono gli standard minimi di legge.

L’art. 7- Larghezza delle corsie e degli spartitraffico -del D.M. 557/99, stabilisce:

  1. Tenuto conto degli ingombri dei ciclisti e dei velocipedi, nonché dello spazio per l’equilibrio e di un opportuno franco laterale libero da ostacoli, la larghezza minima della corsia ciclabile, comprese le strisce di margine, è pari ad 1,50 m; tale larghezza è riducibile ad 1,25 m nel caso in cui si tratti di due corsie contigue, dello stesso od opposto senso di marcia, per una larghezza complessiva minima pari a 2,50 m.
  2. Per le piste ciclabili in sede propria e per quelle su corsie riservate, la larghezza della corsia ciclabile può essere eccezionalmente ridotta fino ad 1,00 m, sempreché questo valore venga protratto per una limitata lunghezza dell’itinerario ciclabile e tale circostanza sia opportunamente segnalata.
  3. Le larghezze di cui ai commi precedenti rappresentano i minimi inderogabili per le piste sulle quali è prevista la circolazione solo di velocipedi a due ruote. Per le piste sulle quali è ammessa la circolazione di velocipedi a tre o più ruote, le suddette dimensioni devono essere opportunamente adeguate tenendo conto dei limiti dimensionali dei velocipedi fissati dall’articolo 50 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
  4. La larghezza dello spartitraffico fisicamente invalicabile che separa la pista ciclabile in sede propria dalla carreggiata destinata ai veicoli a motore, non deve essere inferiore a 0,50 m.

Quindi le dimensioni minime per le piste ciclabili a corsia monodirezionale sono pari a m 1,50 di larghezza, e per le piste ciclabili bidirezionali a m 2,50 di larghezza, eventualmente riducibili, solo per piste ciclabili in sede propria e su corsia riservata, per brevi tratti, rispettivamente a 1,00 m e 2,00 metri. Tale dimensioni, che, giova sottolineare, costituiscono parametro minimo, vanno opportunamente adeguate, aumentandole, in caso di possibilità di percorrenza di velocipedi a tre o più ruote.

Le piste ciclabili, qualora non protette da elementi in elevazione sulla pavimentazionesono separate dalle corsie di marcia mediante due strisce continue affiancate, una bianca di 12 cm di larghezza ed una gialla di 30 cm distanziate tra loro di 12 cm; la striscia gialla deve essere posta sul lato della pista ciclabile. Si ricorda che le strisce di margine vengono considerate all’interno della misurazione della larghezza minima della pista.

Per quanto riguarda lo spartitraffico fisicamente invalicabile, che deve essere posto a separazione tra la carreggiata stradale destinata ai veicoli motorizzati e la pista ciclabile in sede propria, un parere del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il n. 6573, del 29 ottobre 2013, suggerisce una misura minima di almeno 15 cm.

Si suggerisce di adottare, almeno per la parte adiacente la pista ciclabile, un angolo smussato in modo da evitare l’impatto tra pedale della bicicletta e cordolo.

Inoltre le ciclabili realizzate a quota inferiore del marciapiede e/o con cordolo fiancheggiante dovrebbero avere una dimensione maggiore rispetto ai minimi di legge, in modo da evitare, il più possibile, pericolosi impatti tra parti della bicicletta e gradini.

Raggi di curvatura nel progetto delle piste ciclabili

raggi di curvatura orizzontale lungo il tracciato delle piste ciclabili devono essere commisurati alla velocità di progetto prevista e, in genere, devono risultare superiori a 5,00 m (misurati dal ciglio interno della pista); eccezionalmente, in aree di intersezione ed in punti particolarmente vincolati, detti raggi di curvatura possono essere ridotti a 3,00 m, purché venga rispettata la distanza di visuale libera e la curva venga opportunamente segnalata, specialmente nel caso e nel senso di marcia rispetto al quale essa risulti preceduta da una livelletta in discesa.

Il sovralzo in curva deve essere commisurato alla velocità di progetto ed al raggio di curvatura adottato, tenuto conto sia di un adeguato coefficiente di aderenza trasversale, sia del fatto che per il corretto drenaggio delle acque superficiali è sufficiente una pendenza trasversale pari al 2%, con riferimento a pavimentazioni stradali con strato di usura in conglomerato bituminoso.

Tali elementi progettuali vengono, troppo spesso, ignorati, realizzando percorsi ciclabili con raggi di curvatura non a norma e pendenze trasversali insufficienti.

Caratteristiche delle superfici ciclabili

Sulle piste ciclabili deve essere curata al massimo la regolarità delle superfici per garantire condizioni di agevole transito ai ciclisti, specialmente con riferimento alle pavimentazioni realizzate con elementi autobloccanti che vanno, il più possibile, evitate.

Il conglomerato bituminoso resta il tipo di pavimentazione più efficace ed economico. La sua resa estetica può essere migliorata utilizzando una miscela di pietrischetti e graniglie di natura mineralogica variabile a seconda degli effetti cromatici desiderati, sabbie di frantumazione, additivo minerale (filler), pigmenti coloranti, impastati a caldo con legante trasparente di derivazione petrolifera.

Anche l’uso di resine colorate, in caso di particolari esigenze, può migliorare l’impatto estetico e/o paesaggistico della pista ciclabile o migliorarne la percepibilità, ad esempio negli attraversamenti o nelle intersezioni. In caso di pista ciclabile in sede propria, a meno di precise esigenze estetiche, non è necessario ricorrere a colorazioni particolari, tenendo in considerazione il fatto che anche la resina più duratura, con il tempo, tende ad usurarsi e a scolorire.
Si evidenzia che eventuali resine o vernici, utilizzate per la colorazione del fondo delle piste ciclabili, devono essere antisdrucciolo.

Anche per le piste ciclabili, come previsto dall’art. 137 del Regolamento di attuazione del Codice della Strada, i segnali orizzontali devono essere realizzati con materiali antisdrucciolevoli e non devono sporgere più di 3 mm dal piano della pavimentazione. In caso di strisce longitudinali continue realizzate con materie plastiche, a partire da spessori di strato di 1,5 mm, il deflusso dell’acqua deve essere garantito mediante interruzioni delle stesse.

Particolare attenzione deve essere posta all’installazione di griglie per la raccolta delle acque meteoriche. Non è, infatti, consentita la presenza di griglie con elementi principali paralleli all’asse delle piste stesse, né con elementi trasversali tali da determinare difficoltà di transito ai ciclisti. Le ruote più strette, come quelle delle biciclette da strada, potrebbero infilarsi negli spazi tra gli elementi e provocare la caduta dal mezzo.

Si consiglia, pertanto, di utilizzare griglie antisdrucciolo e antitacco con barre portanti e/o barre trasversali di interasse uguale o inferiore a mm 15.

In conclusione, per la progettazione e realizzazione di piste ciclabili vanno adottati gli stessi accorgimenti utilizzati per le strade carrabili, avendo l’accortezza di considerare le peculiarità dei mezzi che dovranno percorrere i tracciati ed utilizzando, congiuntamente, le indicazioni del Codice della Strada e del relativo Regolamento e le disposizioni del D.M. 557/1999.

Le dimensioni di larghezza delle piste ciclabili, indicate nelle normative, si riferiscono sempre ai minimi di legge, ed è utile utilizzare dimensioni maggiori anche in considerazione delle tipologie di utenza e dei flussi di traffico previsti.

Particolare attenzione dovrà essere posta alla regolarità del manto stradale ed alla sua facile manutenzione, evitando discontinuità, avvallamenti ed eventuali elementi che potrebbero provocare, considerata la ridotta sezione degli pneumatici delle biciclette, incidenti anche gravi.

Raffaele Di Marcello Architetto – Centro studi FIAB Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta


Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

VELOCITY, A LIPSIA L’EDIZIONE 2023. FIAB: UN’OCCASIONE PREZIOSA PER I COMUNICICLABILI

https://fiabitalia.it/velo-city-a-lipsia-ledizione-2023-fiab-unoccasione-preziosa-per-i-comuniciclabili/

Velo-city 2023 è in programma a Lipsia, in Germania, dal 9 al 12 maggio e le iscrizioni per sindaci, sindache, assessori e assessore interessati ai temi della mobilità ciclistica a tutto tondo possono ancora partecipare, iscrivendosi e acquistando il biglietto. L’occasione è preziosa perché come a ogni edizione, Velo-city è un appuntamento fondamentale per quelle città che stanno attuando una transizione bike friendly, riducendo lo spazio pubblico alle auto e aumentandolo a vantaggio degli utenti attivi della strada.

A organizzare Velo-city è l‘European Cyclists’ Federation, organizzazione di cui FIAB fa parte e che svolge da decenni un lavoro di advocacy nelle sedi istituzionali per traguardare obiettivi importanti. La scelta di Lipsia non è stata casuale. La città tedesca racconta una storia di radicale cambiamento, dal momento che 30 anni fa stava vivendo un declino industriale e la scelta di puntare sulla mobilità dolce ha cambiato le cose. Velo-city manca dalla Germania dal 2007, anno dell’edizione a Monaco di Baviera.

Per chi avesse intenzione di partecipare a Velo-city a maggio ecco alcune indicazioni di contesto: fin dal 1980 l’obiettivo principale della manifestazione è stato quello di incentivare la mobilità ciclistica coinvolgendo gli attori e i decisori politici, riuniti per giorni a discutere di moltissimi temi. Velo-city è un’occasione per incontrare, ascoltare e fare networking con urbanisti, ingegneri, architetti e ricercatori al lavoro su progetti bike friendly. A Lipsia amministratori e amministratrici potranno incontrare e conoscere le soluzioni, le tecnologie, i trend e le best practice da cui trarre spunto.

Come si nota dal grafico che pubblichiamo qui sopra, la maggior parte dei partecipanti di Velo-city appartiene alla categoria della PA, delle organizzazioni non governative e dell’industria. L’invito dunque che FIAB rivolge a tutti gli amministratori, a cominciare dai tanti aderenti al progetto ComuniCiclabili, è di considerare l’occasione di Velo-city come un momento prezioso per raccogliere le migliori energie, e riportarle nei propri territori per accelerare il cambiamento.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus

ALESSIO BRANCACCIO SCRIVE UNA MAIL TRADIZIONALE ED UNA MAIL PEC AD ALESSANDRO TURSI, IL PRESIDENTE DI FIAB ITALIA PER RICHIEDERE L’ADEGUAMENTO CICLABILE DI VASTO CITTA’

Vasto (CH), lì 27 Febbraio 2023 ore 23.04

Amici ed amiche che seguite tutte le mie attività sul mio blog Bralex84, buonasera a tutti e a tutte voi.

In questo articolo riporto di seguito sia la mail tradizionale, sia la mail PEC che ho inviato al Presidente della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta FIAB Italia Arch. Alessandro Tursi https://fiabitalia.it/fiab/informazioni/organi-dirigenti/, abruzzese di Giulianova (TE) ex-Vice Presidente della European Cyclist Federation (ECF) a Bruxelles in Belgio che si è interessato all’adeguamento ciclabile della città di Avezzano nel 2016 dopo essere stato chiamato in causa da Dario Raglione, il mio ex-Presidente del Comitato della Mobilità Sostenibile Marsicana Onlus, pertanto ho voluto fare la stessa cosa io per Vasto, la mia attuale città in cui figuro residente e dove c’è ancora molto, troppo da fare per veder nascere una Rete Integrata di piste ciclabili, come già è esistente nel capoluogo marsicano: tengo a far presente in questa sede che in merito ho tenuto molto a restare in contatto via mail con l’ex-Presidente della Provincia di Chieti Dott. Mario Pupillo, ma non posso dire lo stesso riguardo il nuovo Presidente eletto a Dicembre scorso, anzi puntualizzo ed insisto che non ho assolutamente né voluto scrivere in merito e né voluto incontrare direttamente il Sindaco di Vasto e Presidente della Provincia di Chieti Francesco Menna, perché per quanto mi riguarda non provo alcun piacere di interloquire in merito a tematiche serie con un tonto dalla faccia da ebete bambacione il quale non perde mai occasione di definire importante la tutela ambientale senza mai motivare il perché, nel corso di tutte le sue interviste rilasciate alla redazione di Zonalocale Vasto e tutto questo è solo frutto di un personaggio da cartoni animati che non possiede alcuna conoscenza in merito alla tutela ambientale, allo sport ed alla mobilità sostenibile, capisaldi che io personalmente ho difeso strenuamente per 18 anni, sia nei Giovani Comunisti Marsica del Partito della Rifondazione Comunista, sia nell’Associazione di Promozione Sociale e Sportiva ERCI Team Il Salviano Onlus e sia nel Comitato Mobilità Sostenibile Marsicana Onlus tra il 2009 ed il 2012, avendo fatto parte nello stesso del Nucleo Direttivo dei nove membri compreso il Presidente che varavano e modificavano lo Statuto Associativo e per chi ancora non lo avesse capito o fa finta di non volerlo capire che è ancora peggio, sono stato anch’io a portare un sistema integrato di piste ciclabili ad Avezzano dal 2012 al 2016, ma dalla popolazione avezzanese “core ingrata” non mi è ai stata espressa alcuna parola di riconoscimento e gratitudine per questo, parole che furono spese soltanto dall’ex-Sindaco di centro-destra Gabriele de Angelis nel 2018, oggi Presidente di TUA (Trasporti Unificati Abruzzesi).

La presente mail, oltre ad essere stata recapitata al Presidente di FIAB Italia Tursi, è stata mandata in copia conoscenza a Raffaele Di Marcello del Centro Studi FIAB e Presiedente del Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano (CiClAT) di Teramo http://www.abruzzoinbici.it/coordinamento_ciclabili/ https://www.facebook.com/groups/60138206525/, una personalità che conobbi a Giugno del 2018 presso la palestra CSEN sita all’interno del Centro Commerciale Outlet Village di Città Sant’Angelo (PE), dove seguì il corso di Istruttore di Cicloturismo Sportivo, organizzato dal Comitato Sportivo Educativo Nazionale dell’Abruzzo e gestito dal Presidente Dott. Ugo Salines a via Regina Elena 129 a Pescara.

Dario Raglione fece i suoi passi ad Avezzano contattando Tursi per far avvenire quel cambio di paradigma mentale ed infrastrutturale di cui il capoluogo marsicano aveva necessariamente un gran bisogno, adesso faccio io gli stessi passi suoi per il bene concreto di Vasto, nella speranza possa avvenire qui lungo la costa sud adriatica lo stesso miracolo che Raglione ed io rendemmo concreto ad Avezzano.

Seguiranno ulteriori aggiornamenti in merito, per il momento qui da Vasto è tutto, restituisco la linea agli studi di Roma!

Dott. Alessio Brancaccio, Università degli Studi di L’Aquila, ideologo del movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

EUROVELO, QUANTO E’ CRESCIUTA LA RETE CICLABILE EUROPEA IN 25 ANNI. DAL 2011 FIAB HA IL COORDINAMENTO NAZIONALE

Eurovelo 7 Ora-Bolzano lungo il fiume Adige https://fiabitalia.it/eurovelo-quanto-e-cresciuta-la-rete-ciclabile-europea-in-25-anni-dal-2011-fiab-ha-il-coordinamento-nazionale/

Se è vero che in auto o in treno è possibile raggiungere comodamente ogni angolo d’Europa, sappiate che è possibile farlo anche in bicicletta. Grazie a un lavoro lungo 25 anni (e qualche mese), l’European Cyclists’ Federation di cui FIAB fa parte ha mappato e contribuito a potenziare una rete di piste che collegano il vecchio continente in lungo e in largo, passando lungo pianure e valichi, costeggiando i mari e l’Oceano, attraversando grandi città e aree naturalistiche. In totale sono 56mila i chilometri di piste già pedalabili lungo una rete che, una volta ultimata, ne vanterà oltre 93mila.

Il ruolo di FIAB

La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, attiva da oltre 30 anni per spingere la politica a tutti i livelli, dai comuni al governo, sulla via del cicloturismo ha il Coordinamento Nazionale di EuroVelo dal 2011. Tutto ciò si manifesta nell’inserimento dei percorsi all’interno di tutte le iniziative FIAB, nel supporto alle amministrazioni affinché li valorizzino nella propria offerta bike friendly, nella campagna di comunicazione verso quei cittadini che ancora non conoscono il patrimonio esistente.

EuroVelo 7, La Ciclovia del Sole Mirandola-Bologna

EuroVelo in Italia

Lanciato nel 1997, EuroVelo è oggi un progetto di carattere europeo che all’epoca partì grazie alla lungimiranza di molti attivisti. Basata sul modello della rete ciclabile nazionale in Danimarca, ha allargato il proprio network anno dopo anno, convincendo politica e istituzioni a investirci. In Italia sono tre le rotte EuroVelo: EuroVelo 5 è la Via Romea Francigena, che parte da Londra e taglia l’Italia dalla Lombardia fino alla Puglia; EuroVelo 8 è invece la tratta mediterranea, che unisce il sud della Spagna alla Grecia, costeggiando il mare: in Italia passa lungo città come Torino e Venezia; e infine EuroVelo 7, il percorso del Sole che parte da Capo Nord, in Norvegia, e scende l’Europa fino alla Sicilia.

I numeri di EuroVelo

EuroVelo non è soltanto un progetto di infrastrutture, ma anche una community che si allarga grazie ai social. Qui le persone si ispirano, si incuriosiscono e scoprono una nuova modalità di viaggiare.

EuroVelo 5 e 7, Ciclovia del Tevere

Nel 2021 le visite al sito EuroVelo, dove sono disponibili itinerari e informazioni, sono cresciute del 31% su base annua: oltre 2,1 milioni.

Gli itinerari con i più alti tassi di crescita a settimana intera sono stati EuroVelo 17 – Ciclovia del Rodano (+34%) e le due EuroVelo 8 (+18%) ed EuroVelo 5 (+15%) che attraversano l’Italia. Numeri che ancora una volta dimostrano l’attrattività bike friendly del nostro paese e la spinta economica che ne può derivare per tutti i territori.

Autore: Alessandro Di Stefano

Fonte: FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta)

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila

IL CICLOTURISMO IN ITALIA: NUMERI, TREND E OFFERTA ALBERGABICI. LA FOTOGRAFIA SCATTATA DA FIAB

https://fiabitalia.it/il-cicloturismo-in-italia-numeri-trend-e-offerta-albergabici-la-fotografia-scattata-da-fiab/

E se vi dicessimo che incentivare il cicloturismo aiuterebbe a togliere auto dalle città? Secondo i dati presentati di recente da FIAB al TTG Travel Experience di Rimini, l’88% di chi pedala in vacanza, si sposta in sella anche in città. Il 40% di chi è stato sulla ciclabile del Danubio o ha percorso la Ciclovia Adriatica – insomma chi ha fatto cicloturismo – usa poi di più la bicicletta una volta a casa. Sono soltanto alcuni dei tanti dati emersi dalla presentazione tenuta da Antonio Dalla Venezia (Presidente di CIAB) e Michele Mutterle (segretario della Federazione) per fotografare lo stato dell’arte in Italia e suggerire a decisori, aziende e strutture ricettive il tesoro di opportunità che potrebbe offrire il settore delle vacanze in bicicletta.

Intermodalità: il nodo dei piccoli borghi

Nel corso del TTG Travel Experience FIAB ha dedicato spazio anche all’intermodalità e, in particolare, all’accoppiata bus + bici. Quanto sarebbe utile per i piccoli borghi, scollegati rispetto alla rete ferroviaria? «L’elemento più importante che ho portato in un convegno al TTG Travel Experience di Rimini è che lo scambio intermodale tra bus e bici è fattibile e auspicabile – ha commentato Angelo Fedi, consigliere nazionale FIAB e responsabile dell’area cicloturismo -. Attualmente troviamo esperienze virtuose in questo senso, ma parliamo comunque di mosche bianche in Regioni dove il cicloturismo è più sviluppato, tra Emilia-Romagna e Veneto. Al momento la maggior parte dei piccoli borghi è tagliata fuori dall’intermodalità bici più treno».

Bicitalia: le mete preferite

Uno degli strumenti più importanti per conoscere l’offerta cicloturistica è Bicitalia, il portale gestito da FIAB in cui sono disponibili le tracce di 21mila km di percorsi da Nord a Sud. Se guardiamo alle ciclovie più cliccate (e scaricate) troviamo la Ciclovia Adriatica (14%), la Ciclovia del Sole (12,4) e l’AIDA (12%); sul podio delle ciclabili troviamo la Spoleto-b (9,7%), la Ciclabile del Ticino (9,6%) e la Ciclabile Destra del Po (8,3%).

Sono alcuni dei tanti tracciati che FIAB conosce e percorre da anni, con iniziative nazionali (come la Bicistaffetta) e locali, per mostrare ai cittadini e alla politica le potenzialità di un’infrastruttura sempre più capillare sul territorio. Investire sul cicloturismo consentirebbe ad esempio di favorire un pendolarismo in sella che copre più chilometri, diminuendo la quota degli spostamenti in auto verso i grandi centri urbani.

Albergabici: la rete dove si trovare l’eccellenza bike friendly

L’altro portale di riferimento per il cicloturismo in Italia è Albergabici, il sito dove domanda e offerta di strutture ricettive bike friendly si incontrano. Sempre al TTG di Rimini, i partecipanti hanno conosciuto i numeri del portale: Veneto (19%), Piemonte (12%) e Toscana (11%) sono le regioni più rappresentate, ovvero con più alberghi e B&B registrati. A questo proposito c’è tempo fino al 31 ottobre per iscriversi all’edizione 2023 di Albergabici.

https://www.albergabici.it/it/

PugliaVeneto e Toscana sono le regioni in cui si cercano più spesso strutture Albergabici. Le città con più visite sul sito sono MantovaVerona e Ferrara. In totale sono circa 600 le strutture aderenti, che hanno fatto domanda, mostrando a FIAB la propria offerta bike friendly, ossia attenta alle esigenze dei cicloturisti (dalla ciclofficina alla possibilità di alloggiare per una sola notte anche in alta stagione).

Albergabici nasce anzitutto per rispondere alle esigenze dei cicloturisti in Italia, anche se il 18% delle visite proviene dall’estero. Cifra che dimostra la visione di FIAB nel proporre uno strumento che, anno dopo anno, sta diventando sempre più utile anche per gli stranieriSvizzera (4%), Germania (3%), Stati Uniti (3%) e Francia (2%) sono i paesi esteri da cui si registrano più visite sul sito.

Fonte: FIAB Italia

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

BICI, LA SOLUZIONE. DAL 6 AL 13 NOVEMBRE SETTIMANA DEL TESSERAMENTO FIAB

https://www.rivistabc.com/bici-la-soluzione-dal-6-al-13-novembre-settimana-del-tesseramento-fiab/

Soluzione energetica. Soluzione climatica. Per chi, con la bicicletta, sceglie anche la tessera Fiab è un messaggio che non ha bisogno di spiegazioni: la mobilità dolce, ecologica, attiva di chi pedala è una risposta alle due grandi sfide del momento, la crisi energetica innescata dalla guerra e la crisi climatica che si fa di giorno in giorno più pressante. “Una mobilità più efficiente – sottolinea il presidente Fiab Alessandro Tursi – contribuisce a ridurre il rischio di razionamento energetico e sarà sempre più indispensabile per l’abbandono delle fonti fossili, unica via per affrontare con successo la crisi climatica” E su queste parole d’ordine scatta, dal 6 al 13 novembre, la settimana nazionale del tesseramento Fiab.

Le 190 associazioni e sezioni locali della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta propongono iniziative e uscite rivolte a vecchi e nuovi tesserati (le trovate su questa pagina del sito andiamoinbici.it). L’adesione alla Fiab (possibile tutto l’anno anche online sul sito fiabitalia.it) è una buona causa che ha anche una serie di vantaggi. Con la tessera in tasca si beneficia dall’assicurazione Rc Bici valida in tutta Europa, che copre i danni causati circolando in bicicletta. Riservato ai tesserati anche l’accesso privilegiato alle centinaia di escursioni, bici-viaggi e iniziative promosse dalle associazioni Fiab; inoltre c’è un ventaglio di sconti e agevolazioni in realtà convenzionate tra cui la rete degli Albergabici di Fiab e l’abbonamento a condizioni agevolate alla rivista BC.

Con la campagna tesseramento Fiab per il 2023 la Federazione punta all’obiettivo ormai vicino dei 20mila soci; e si ripropone, alla vigilia dei 35 anni di advocacy, come il più autorevole interlocutore di enti e amministrazioni locali che lavorano sul tema della mobilità sostenibile. Con i suoi esperti in campo giuridico, urbanistico, ingegneristico e paesaggistico, è presente anche ai tavoli ministeriali attivi sull’argomento: tra i suoi successi, il contributo all’approvazione della legge quadro per la mobilità ciclistica, che vi avevamo raccontato in questo post). Un presidio ancora più importante nel nuovo contesto governativo, in cui le prime energie del neo designato ministro per le Infrastrutture e della Mobilità sostenibili sono indirizzate verso l’anacronistico progetto del ponte sullo Stretto di Messina.

Fonte: Rivista BC

Campagna di tesseramento FIAB 2023: soluzione energetica, soluzione climatica. Scegli la bici anche tu

https://fiabitalia.it/campagna-di-tesseramento-fiab-2023-soluzione-energetica-soluzione-climatica-scegli-la-bici-anche-tu/

«Nonostante i recenti progressi, il Paese stenta ancora a riconoscere nella bicicletta una soluzione chiave per superare queste due sfide. Una mobilità più efficiente, come quella basata sul pedale, è la migliore risposta per contribuire a ridurre il rischio di razionamento energetico e sarà sempre più indispensabile per l’abbandono delle fonti fossili, unica via per affrontare con successo la crisi climatica». Con queste parole il Presidente FIAB, Alessandro Tursi, ha inaugurato la campagna di tesseramento 2023 alla Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta. “Soluzione energetica, soluzione climatica. #scelgolabici” è il claim, di grande attualità.

Diventare socio FIAB significa sostenere l’unica realtà in Italia che, grazie all’impegno delle 190 associazioni e sezioni locali e dei quasi 20mila soci, è attiva ogni giorno da quasi 35 anni nella promozione della bicicletta per una mobilità rispettosa dell’ambiente, della salute e della sicurezza di tutti e per un turismo sostenibile che favorisce le economie locali. FIAB è da tempo il principale interlocutore di enti e amministrazioni locali su questioni che riguardano la mobilità attiva ed è presente a tutti i tavoli ministeriali per portare avanti il proprio lavoro.

Chi diventa socio FIAB beneficia dall’assicurazione RC Bici valida in tutta Europa, che copre i danni causati circolando in bicicletta. Riservato ai tesserati anche l’accesso privilegiato alle centinaia di escursioni, bici-viaggi e iniziative promosse dalle associazioni FIAB; da segnalare anche gli sconti e le agevolazioni in strutture convenzionate tra cui la rete degli Albergabici.it di FIAB; e poi c’è l’abbonamento alla rivista BC (il magazine cartaceo che tratta di ciclismo urbano, ambiente e cicloturismo) al prezzo speciale di 6 euro per tutto l’anno.

Sono diverse le formule di tesseramento (socio ordinario, sostenitore, benemerito, familiare, junior under 14, ecc.) in base al sostegno che si vuole dare alla Federazione. Per iscriversi è possibile rivolgersi alle associazioni locali presenti in tutta Italia (scopri QUI quella più vicino a te), visitare il sito fiabitalia.it, o ancora durante gli eventi della Settimana Nazionale del Tesseramento FIAB 2023 in programma dal 6 al 13 novembre (calendario completo su andiamoinbici.it).

«È indispensabile essere in tanti – ha concluso Tursi – per riuscire a far passare il messaggio in una società ancora prigioniera di un modello di mobilità e di industria del secolo passato».

Fonte: FIAB Italia

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

IL GIUBBINO RIFLETTENTE QUESTO SCONOSCIUTO

MEMBRI DI FIAB IN BICICLETTA A PIAZZA DUOMO A MILANO
https://fiabitalia.it/riflettente-questo-sconosciuto/

Obbligatorio dal 12 ottobre 2010, il giubbino (o le bretelle) riflettente è previsto dall’art. 182, comma 9 bis, del Codice della Strada che, testualmente, dispone:  Il conducente di velocipede che circola fuori dai centri abitati da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere e il conducente di velocipede che circola nelle gallerie hanno l’obbligo di indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità, di cui al comma 4-ter dell’articolo 162.

Un obbligo teso a migliorare la visibilità “passiva” di chi va sulle due ruote, visibilità che dovrebbe essere già assicurata dalla presenza di luci sulla bicicletta ma che, di fatto, in ambienti poco illuminati, ha bisogno di qualche ausilio in più.

Quindi ben venga l’utilizzo di abbigliamento riflettente, e in particolare di quello previsto dal comma 4ter dell’art. 162 del codice, che, è qui occorre fare attenzione, è il classico gilet o brettella riflettente, già obbligatorio per l’automobilista che scende dal proprio mezzo.

Le caratteristiche tecniche dei giubbotti e delle bretelle retro-riflettenti ad alta visibilità sono state stabilite con Decreto Legge, emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il 30 dicembre 2003. Il D.L. fissa le norme che stabiliscono l’omologazione di questi strumenti di sicurezza stradale.

I fabbricanti devono produrre indumenti ad alta visibilità dotati di attestato di conformità, certificato da un organismo di controllo autorizzato. Il colore può essere arancione, rosso o giallo; l’importante è che sull’etichetta sia riportato il marchio “CE” insieme a quello “UNI EN 471” (la sigla CE da sola potrebbe significare “China export”!).

Non basta, quindi, indossare un qualsiasi indumento ad alta visibilità (se ne trovano tanti, anche molto belli, nei negozi sportivi, proprio dedicati ai ciclisti), ma occorre che l’abbigliametno riflettente sia conforme alla norma UNI sopra indicata.

Inutile dire che l’eventuale “fastidio” che si dovesse provare nel dover indossare un capo non proprio tecnico passa in secondo piano rispetto alla sicurezza e, facendo attenzione all’etichetta, si possono trovare capi comodi (dalle semplici bretelle a giubbini tecnici) conformi alla norma.

Certo, la sicurezza della strada passa anche, e soprattutto, attraverso il comportamento responsabile di tutti gli utenti, automobilisti in primis. A scanso di equivoci FIAB ha deliberato che la sicurezza attiva debba essere considerata prioritaria rispetto a quella passiva che vale solo a completamento della precedente.

Tuttavia ogni ausilio, anche minimo, che possa migliorare le condizioni di utilizzo sono ben accette.

Allora tutti con il giubbino riflettente, magari personalizzato con il nome della propria associazione, ricordandosi di installare luci adeguate sulla propria bicicletta e, come sempre, pedalare con prudenza. Perché, al di là delle sanzioni (il mancato utilizzo del giubbotto o delle bretelle retroriflettenti nei casi previsti, comporta una sanzione da un minimo di euro 24 ad un massimo di euro 98) ne va della nostra sicurezza.

di Raffaele di Marcello, Coordinatore del Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano (CCiclAT)

Fonte: FIAB Italia

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

SETTIMANA EUROPEA DELLA MOBILITA’ (16-22 SETTEMBRE 2022): CAMBIA STILE DI VITA E SCOPRI TUTTI GLI APPUNTAMENTI FIAB

SETTIMANA EUROPEA DELLA MOBILITA’ (16-22 SETTEMBRE 2022)
https://fiabitalia.it/settimana-europa-della-mobilita-16-22-settembre-cambia-stile-e-scopri-tutti-gli-appuntamenti-con-fiab/

Anche per il 2022 la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta dedica l’intero mese di settembre alla bici, con iniziative su tutto il territorio nazionale pensate per diffondere e incentivare stili di vita sani e rispettosi dei territori, coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone, enti e aziende. Tutto ruota intorno alla European Mobility Week, ovvero la Settimana Europea della Mobilità-SEM, la campagna di sensibilizzazione della Commissione Europea che, da oltre vent’anni, riunisce tra il 16 e il 22 settembre piccole e grandi città di tutta Europa nella promozione di pratiche locali innovative nell’ambito della mobilità attiva e del trasporto pubblico. 

“La bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano è oggi la migliore risposta al caro energia e al rischio razionamento, cambia in meglio il nostro modo di muoverci e di fruire dello spazio in cui viviamo – dichiara Alessandro Tursi, Presidente di FIAB. – Lo scenario emergenziale che ci coinvolge richiede un passo concreto verso una mobilità alternativa in bicicletta, più sana e più sostenibile. Un cambiamento che deve coinvolgere singoli cittadini e decisori politici. Ecco perché, a pochi giorni delle elezioni del 25 settembre, abbiamo inviato come FIAB una Lettera Aperta ai candidati e ai leader politici chiedendo di inserire la transizione intelligente della mobilità nei loro programmi, per offrire a ogni cittadino la possibilità di scegliere le due ruote per ogni spostamento. E abbiamo corredato la lettera di un Decalogo di proposte”. Il documento completo è disponibile a questo link.

Nei giorni della Settimana Europea della Mobilità, dal 16 al 22 settembre, ma anche per il resto del mese, sono centinaia le iniziative su due ruote promosse da FIAB in tutta Italia e contraddistinte dal claim CAMBIA STILE, VAI IN BICI! direttamente ispirato allo slogan europeo di quest’anno: “Better Connection, Mix & Move!”.

IL CALENDARIO di tutti gli eventi, in costante aggiornamento, sul sito FIAB andiamoinbici.it.

Tra i tanti eventi segnaliamo:

  • Giornata Nazionale Bike To Work di venerdì 16 settembre, che FIAB promuove per il nono anno consecutivo. Un giorno in cui tutti sono invitati a percorrere in bicicletta il tragitto casa-lavoro e rendersi conto come questa scelta possa facilmente diventare un’abitudine quotidiana, con benefici per la salute e l’ambiente.
  • il Park (ing) Day: sabato 17 e domenica 18 settembre FIAB si fa promotrice in Italia dell’iniziativa internazionale (nata a San Francisco nel 2005) che vede “convertire” temporaneamente alcune aree occupate da parcheggi in spazi pubblici di socialità. L’evento intende valorizzare l’uso dello spazio urbano stimolando il ruolo attivo di ogni cittadino nel concepire, proporre e migliorare l’ambiente, ovvero pensando a cosa manca nel quartiere e a cosa si potrebbe realizzare al posto di un parcheggio.

In tantissime città (tra cui Torino, Genova, Brescia, Verona, Vicenza, Bologna, Parma,  FerraraPotenza, Lecce) nello spazio occupato solitamente dalle auto saranno costruiti salottini che ospitano la presentazione di libri su ciclismo e cicloturismo, mercatini di scambio bici, giardini, fattorie urbane temporanee, circuiti per mini-golf, stand dedicati a prodotti eco, officine di riparazione biciclette e altre attività ludico ricreative.

  • CarFreeWeek: una “sfida” lunga 7 giorni, dal 16 al 22 settembre, lanciata ogni anno durante la Settimana Europea della Mobilità. FIAB invita a rinunciare all’auto e a muoversi in bicicletta, a piedi o utilizzando i mezzi di trasporto pubblici. Tutti possono condividere sui social la proprie esperienze senz’auto con l’hashtag #carfreeweek
  • Milano Bike Challengetorna, dopo uno stop causa pandemia, la competizione gratuita organizzata da FIAB che premia le aziende bike-friendly dell’area metropolitana milanese che riescono a “mettere in sella” il maggior numero di dipendenti entro il 31 ottobre. Partecipare è semplicissimo: le iscrizioni si aprono il 16 settembre. I collaboratori delle aziende – classificate in base al numero di dipendenti – devono andare in bicicletta per almeno per 10 minuti consecutivi (spostamenti casa-lavoro, commissioni, svago, ecc.) e registrare ogni pedalata effettuata tra il 22 settembre e il 31 ottobre sulla nuova app delladella challenge (informazioni dettagliate a questo LINK)

L’ultima edizione della Milano Bike Challenge, nel 2019, ha coinvolto 387 sedi aziendali per un totale di 7.405 persone – tra cui oltre 1.000 “nuovi ciclisti” rispetto all’anno precedente – che hanno pedalato per quasi 8.043.000 km, contribuendo così a un risparmio di CO2 pari a 290.195 kg.

Fonte: FIAB Italia

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo