Day: 3 novembre 2023

I POLI MAGNETICI DEL SOLE STANNO SCOMPARENDO: COSA SUCCEDERA’ ALLA TERRA?

Da recenti misurazioni del Solar Dynamic Observatory della NASA gli astronomi prevedono una completa inversione del campo magnetico del Sole prima della fine del 2023.

Le linee del campo magnetico polare del Sole NSF/AURA/NSO
https://www.focus.it/amp/scienza/spazio/poli-sole-stanno-scomparendo-cosa-succede-alla-terra

ll Sole sta per perdere qualcosa di importante: i suoi poli magnetici. Si è scoperto grazie alle recenti misurazioni del Solar Dynamic Observatory della NASA, le quali rivelano un rapido indebolimento dei campi magnetici che si trovano nelle regioni polari della nostra stella, al punto che sono sul punto di scomparire. Ciò porterà, secondo le previsioni degli astronomi, a una completa inversione del campo magnetico del Sole forse prima della fine del 2023. Dobbiamo preoccuparci? Cosa succederà alla Terra?

VICINI AL “MASSIMO SOLARE”. Nulla di grave. Ciò che accadrà è routine dato che avviene ogni 11 anni circa, quando siamo sull’orlo del “massimo solare”, ovvero il periodo di massima attività del Sole nell’arco di un ciclo solare. Durante questo periodo, infatti, le macchie solari aumentano, e le linee del campo magnetico della nostra stella risultano maggiormente distorte a causa della rotazione differenziale della stella che obbliga l’equatore a ruotare più velocemente dei poli.

LE INVERSIONI. Poli evanescenti e inversioni magnetiche sono state osservate attorno al picco di ogni singolo ciclo solare da quando gli astronomi hanno imparato a misurare i campi magnetici sul sole. Hoeksema, che è anche direttore del Wilcox Solar Observatory (WSO) di Stanford, spiega: «Dalla raccolta di dati di questi decenni abbiamo imparato che non esistono due inversioni del campo polare uguali». A volte la transizione è rapida e impiega solo pochi mesi perché i poli scompaiano e riappaiono alle estremità opposte del Sole. A volte ci vogliono anni, lasciando la stella senza poli magnetici per un lungo periodo di tempo. E a volte succede qualcosa di ancora più strano: un polo si scambia prima dell’altro, lasciando entrambi i poli con la stessa polarità per un po’. E non è da escludere che uno scenario del genere possa verificarsi entro la fine del 2023. Il polo magnetico sud del Sole, infatti, è quasi completamente scomparso, ma il polo magnetico nord resiste ancora, anche se a malapena.

Il grafico mostro l’andamento dell’intensità del campo magnetico degli ultimi anni, con la previsione per i prossimi mesi. © CreditoWilcox Solar Observatory

AURORE. Ma torniamo alla nostra Terra: davvero non ci saranno ricadute? In realtà qualcosa è possibile che accada. Un modo con cui la Terra avvertirà le inversioni del campo magnetico solare è legato alla “corrente eliosferica”. Il Sole è circondato da un anello ondulato di elettricità che il campo magnetico del Sole spinge e deforma fino ai confini del Sistema Solare.

Questa struttura fa parte della magnetosfera del Sole. Durante le inversioni di campo, questo anello di corrente diventa particolarmente ondulato (vedi grafico). Mentre il Sole gira, la Terra si immerge in tali ondulazioni – entrando e uscendo – che risulteranno sempre più ravvicinate. I passaggi da una parte all’altra delle ondulazioni possono causare tempeste geomagnetiche e aurore. Nel 19mo secolo una di queste inversioni portò aurore visibili fino a Roma.

https://twitter.com/bralex84/status/1720261762165911850

Come cambia il campo magnetico della Terra

Video: precise misure satellitari mostrano le variazioni del campo magnetico terrestre per un arco di tempo di 15 anni.

I dati raccolti dai tre satelliti SWARM, dell’Esa, lanciati nel 2013, hanno permesso di completare la prima mappa dinamica del campo magnetico della Terra, che adesso mostra l’evoluzione del campo negli ultimi 15 anni (video qui sopra), con i suoi progressivi spostamenti, la velocità del fenomeno e le zone dove si rafforza e dove invece si indebolisce.

Lo scudo: il campo magnetico e i flussi elettrici all’interno e attorno alla Terra generano complesse forze che hanno un impatto positivo incommensurabile per la vita sul nostro pianeta (clic sull’immagine per ingrandirla). © ESA/ATG medialab

Il campo magnetico è il risultato di una serie complessa di fattori. Benché l’elemento dominante sia quello generato 3.000 km sotto i nostri piedi dai moti vorticosi del nucleo di ferro liquido del pianeta, al campo contribuiscono numerosi altri fenomeni, dal magnetismo delle rocce alle correnti oceaniche di acqua salata.

Gli studi, consolidati dai dati dei satelliti SWARM, si basano su misure dei differenti segnali magnetici dal nucleo della Terra, dal mantello, dalla crosta, dagli oceani, dalla ionosfera e dalla magnetosfera.

Nel suo insieme, il campo può essere rappresentato come una bolla che protegge la Terra – e la vita – dalle radiazioni cosmiche e dalle particelle del vento solare. Quello di una bolla attorno al pianeta è però un’immagine ideale: è più un “flusso” che si genera dal nostro pianeta e la cui forma e intensità cambiano in continuazione.

I ricercatori ritengono che, nel suo complesso, il campo sia in una fase ciclica di indebolimento, e per alcuni – come Chris Finlay (Technical University of Denmark), che ha illustrato la sua tesi al Living Planet Symposium 2016 – questo potrebbe essere il preludio a un’inversione dei poli magnetici, come si è già verificato circa 800.000 anni fa. Non esiste però un “modello” che permetta di fare previsioni: per arrivare a questo sono necessari molti altri studi sui dati satellitari.

12 maggio 2016

14.300 anni fa la più grande tempesta solare che abbia mai colpito la Terra

Nei tronchi di alcuni alberi che vivono sulle Alpi francesi, gli scienziati hanno trovato le tracce della più grande tempesta solare della storia, accaduta 14.300 anni fa.

Una rappresentazione artistica di una grande esplosione solare- NASA
https://www.focus.it/scienza/scienze/14300-anni-fa-piu-grande-tempesta-solare-colpito-terra

Fino a qualche tempo fa la tempesta solare più “spaventosa” di cui si aveva notizia, era quella che si verificò il primo settembre 1859, nota come “Evento di Carrington“. Quella esplosione solare causò, tra l’altro, violenti incendi e il blocco totale delle comunicazioni telegrafiche in gran parte del Pianeta.

IN FRANCIA. Eppure l’Evento di Carrington fu ben poca cosa rispetto all’esplosione solare che un gruppo internazionale di ricercatori ha scoperto analizzando gli anelli dei tronchi di alberi trovati nelle Alpi francesi e che si sarebbe verificata 14.300 anni: a oggi è la più grande esplosione solare mai identificata. Se avvenisse in questo momento rischierebbe di mettere fuori uso la maggior parte dei satelliti in orbita terrestre, causerebbe quasi certamente massicci blackout della rete elettrica e finirebbe per bloccare tutte le attività che  sfruttano la rete Internet. Produrrebbe insomma, in termini economici e tecnologici, danni incalcolabili. 

La scoperta è descritta in una ricerca pubblicata su Philosophical Transactions of the Royal Society A: Mathematical Physical and Engineering Sciences, e sottolinea l’importanza di comprendere tali tempeste al fine di proteggere le nostre comunicazioni globali e le infrastrutture energetiche per il futuro. 

COL CARBONIO. Gli studi sono stati realizzati da ricercatori del Collège de France, del CEREGE, dell’IMBE, dell’Università di Aix-Marseille e dell’Università di Leeds, che hanno misurato i livelli di radiocarbonio in alberi secolari conservati all’interno delle sponde erose del fiume Drouzet, vicino a Gap, nelle Alpi francesi meridionali (il cosiddetto “metodo del carbonio 14”, o radiocarbonio (isotopo del carbonio 12), consente di datare con grande precisione i reperti costituiti da materiali organici, come resti umani e animali, piante o manufatti). 

I singoli anelli dei tronchi degli alberi, che sono in uno stato prossimo alla fossilizzazione, sono stati analizzati con estrema precisione e ciò ha permesso di identificare un picco senza precedenti nei livelli di radiocarbonio avvenuto esattamente 14.300 anni fa.

Scienza Solar Orbiter e Parker Solar Probe collaborano e vengono a capo di un mistero… solare!

Il confronto tra questo picco di radiocarbonio e le misurazioni del berillio Be, un elemento chimico metallo alcalino-terroso del secondo gruppo della tavola periodica di Mendeleev, trovato nelle carote di ghiaccio della Groenlandia in quantità anomale, ha portato il gruppo di ricerca a sostenere che il picco sia stato causato da una massiccia tempesta solare che avrebbe espulso enormi volumi di particelle energetiche, arrivate fino all’atmosfera terrestre. 

Spiega Edouard Bard, professore di evoluzione climatica ed oceanica al Collège de France e al CEREGE, e autore principale dello studio: “Il radiocarbonio e il berillio sono costantemente prodotti nell’atmosfera superiore attraverso una catena di reazioni indotte dai raggi cosmici.”

Recentemente, gli scienziati hanno scoperto che eventi solari estremi, inclusi i brillamenti solari e le espulsioni di massa coronale, possono dare origine a enormi picchi nella produzione di radiocarbonio e di berillio nel corso di un solo anno». Ed è quello che è stato registrato 14.300 anni fa. 

LE ALTRE TEMPESTE. Prendendo in considerazione gli ultimi 15.000 anni, sono state individuate nove tempeste solari di grande intensità, note come “eventi Miyake“. Oltre a quella di Currington sono note quella del 993 d.C. e nel 774 d.C. Ma quella avvenuta 14.300 anni fa è la peggiore tra tutte, avendo avuto un’intensità almeno doppia rispetto alle altre. Al momento non si è ancora in grado di capire perché talora avvengono tempeste di questa portata e dunque è quasi impossibile che si riesca a prevederle con un certo anticipo.

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Un altro buco coronale si è formato nel Sole: ci saranno conseguenze sulla Terra?

Un secondo buco coronale (dopo quello del 23 marzo 2023) è apparso sulla superficie del Sole. Gli scienziati stanno monitorando il vento solare che potrebbe raggiungere la Terra entro venerdì 31 marzo.

https://www.focus.it/scienza/spazio/secondo-buco-coronale-sole-si-e-aperto-dopo-pochi-giorni

Un secondo “buco”, grande quanto 20 volte il diametro quello terrestre, è apparso sulla superficie del Sole, e il vento solare che ne sta uscendo a 2,8 milioni di chilometri all’ora potrebbe raggiungere la Terra entro venerdì 31 Marzo 2023. Un primo “buco” si era formato il 23 marzo scorso: era ancora più grande (30 diametri terrestri) e il materiale che aveva espulso aveva prodotto aurore boreali davvero spettacolari. Il pericolo, con i buchi coronali, è che il vento solare che fuoriesce da essi può essere così energetico da danneggiare, nel caso in cui arrivi dalle parti della Terra, i satelliti in orbita, con conseguenze su gps, sistemi di comunicazione ecc. Per fortuna, però questo buco coronale non dovrebbe avere grandi conseguenze negative.

L’aurora boreale è un fenomeno che si produce grazie al vento solare che colpisce la Terra.
© ESA

AURORE BOREALI. Stando a Mathew Owens, professore di fisica spaziale all’Università di Reading, infatti, la quantità di materiale emessa dall’ultimo buco coronale che si è aperto, non è particolarmente elevata e quindi, se non si avranno altre violente esplosioni solari nelle prossime ore, con emissione di particelle dirette verso la Terra, il tutto potrebbe risolversi con spettacolari aurore boreali.

CHE COSA SONO I BUCHI CORONALI? I buchi coronali non sono veri buchi all’interno del Sole, ma aree dove la temperatura è più bassa rispetto a quelle circostanti e che per questo appaiono dunque più scure, quasi nere. Si formano perché il plasma solare (ossia i gas ad altissima temperatura che vi sono all’interno del Sole) in movimento nella stella crea campi magnetici che dall’interno salgono verso la superficie per poi spezzarsi e talora fondersi tra loro. Un buco cornale appare quando quei campo magnetici arrivano sulla superficie del Sole e nel momento in cui si spezzano rilasciano grandi quantità di plasma che, se è scagliato in direzione della Terra, si schianterà sulla nostra atmosfera dopo circa 2-3 giorni da quando è stato emesso.

30 marzo 2023

Autore: Luigi Bignami, Divulgatore scientifico Focus

Allerta tempesta geomagnetica, possibile “CME cannibale” in arrivo

CME potrebbero sfiorare il campo magnetico terrestre: insieme potrebbero innescare una tempesta geomagnetica

di Filomena Fotia 3 Nov 2023 | 06:48

https://www.meteoweb.eu/2023/11/allerta-tempesta-geomagnetica-possibile-cme-cannibale/1001321359/

Una, o forse 2 espulsioni di massa coronale (CME) potrebbero sfiorare il campo magnetico terrestre domani, 4 novembre. Da sole, nessuna delle 2 CME è particolarmente significativa, ma insieme potrebbero innescare una tempesta geomagnetica classe G1, segnala il sito specializzato SpaceWeather.com, a cura dell’astrofisico Tony Phillips. E’ anche possibile che una delle 2 nubi di plasma possa “spazzare via” l’altra, dando vita ad una “CME cannibale“.

Le CME cannibali sono espulsioni di massa coronale veloci che spazzano via le CME più lente di fronte a loro. Il miscuglio di CME risultante contiene forti campi magnetici e plasmi compressi che possono scatenare tempeste geomagnetiche. Alcune delle più grandi tempeste geomagnetiche della storia documentata sono state probabilmente causate da CME cannibali.

Cos’è un’espulsione di massa coronale

Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.

Cos’è una tempesta geomagnetica

Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.

Fonte: Meteoweb

“Le Profezie dei Maya” di Adrian Gilbert e Maurice Cotterell
https://www.ibs.it/profezie-dei-maya-alla-scoperta-libro-adrian-g-gilbert-maurice-m-cotterell/e/9788879726405
https://www.ilmeteo.it/notizie/meteo-il-noaa-ha-lanciato-unallerta-uragani-stavolta-rischia-pure-litalia-con-i-medicane-102104/
https://video.corriere.it/cronaca/mare-tempesta-sidmouth-immagini-passaggio-tempesta-ciaran-gran-bretagna/3f52ad86-795d-11ee-a899-4ecc4adbacdd

Dai dati forniti da 3B Meteo si riporta una evidente sottostima della velocità del vento di Gauro proveniente da SSO per effetto del movimento rotatorio antiorario del ciclone Ciaran, che ieri notte 3 Novembre 2023 tra le 3 e le 6 di mattina, spirava a punte di almeno 140 km/h, non di 103 Km/h. Qui in Abruzzo al momento pare non si riportano danni significativi a persone o a infrastrutture, ma in Molise è crollato il tetto di una palestra addirittura antisismica, per cui il vento sicuramente aveva una velocità molto consistente.

https://www.ansa.it/molise/notizie/2023/11/03/maltempo-crolla-palestra-di-scuola-antisismica-in-molise_5abb6113-d933-4870-be11-acaa1c641788.html
https://www.rainews.it/photogallery/2023/11/raffiche-a-140-km-orari-in-molise-crolla-il-tetto-di-una-palestra-della-scuola-le-immagini-lemergenza-immagini-e-video-del-forte-vento-e-piogge-su-tutta-la-regione-4d6f0a96-eb08-41f2-8740-0cd143b97288.html

L’inversione dei poli magnetici nel Sole, è un fenomeno che consiste nell’inversione delle linee di forza del campo magnetico solare generato dalla sua attività magnetica interna che porta alla formazione di una polarità positiva o negativa delle cariche elettriche che fuoriescono dall’interno della nostra stella durante le sue reazioni di fusione nucleare per mantenerla in vita ed in costante attività: la sua intensa attività magnetica porta alla formazione di un campo magnetico doppio generato da un quadripolo magnetico con asse Nord-Sud e con asse Est-Ovest, pertanto il Sole emette due campi magnetici, a differenza della Terra che avendo un dipolo magnetico con asse Nord-Sud, ne emette uno soltanto. Da recentissimi studi portati avanti dalla comunità scientifica americana della NASA, è emerso che l’intensità del campo magnetico nei poli Nord e Sud del Sole stanno diminuendo, non in forma parallela e sincrona come ci si aspettava, ma è diminuito prima il campo magnetico generato dal polo Nord magnetico solare, è già arrivato a zero ed al momento non lo emette più, in attesa di tornare ad emetterlo ma a polarità invertita, mentre il campo magnetico generato dal Polo Sud magnetico solare sta diminuendo, non è ancora arrivato a zero come il Polo Nord, ma ci sta arrivando anch’esso, prima di invertire la polarità.

L’inversione dei poli magnetici nella Terra è un fenomeno che anch’esso consiste nell’inversione delle linee di forza del campo magnetico emesse in uscita dal Polo Nord magnetico ed in entrata nel Polo Sud magnetico: le linee di forza emesse rappresentate graficamente somigliano a due gigantesche orecchie che compongono la magnetosfera terrestre o fasce di Van Allen, le quali hanno la funzione di proteggere il nostro Pianeta dalle radiazioni ionizzanti o cosmiche ad altissima energia provenienti dal Sole: nei periodi di massima attività magnetica della nostra stella, vengono prodotte maggiori radiazioni cosmiche che colpiscono la Terra dove negli anelli di accrescimento degli alberi si ritrova una maggiore concentrazione di atomi di Carbonio 14, l’isotopo radioattivo della forma base del Carbonio 12 e questo aspetto determina anche l’emissione di un’intensità luminosa più forte del Sole sulla Terra che porta nelle persone la manifestazione di problematiche più o meno serie alla vista, come miopie ed astigmatismi, al punto che sempre più persone sul Pianeta si devono mettere gli occhiali da vista in casa per lavorare al computer o per vedere la televisione, i difetti della vista sono anche colpa anche delle luci blu emesse dagli schermi di questi dispositivi.

Spiego di seguito lo scenario che potrebbe accadere durante un’inversione magnetica completa dei poli magnetici sulla Terra: da recenti studi di diversi scienziati in tutto il Mondo, componenti la Comunità scientifica mondiale, è emerso che il nucleo solido di ferro e nichel interno al nostro Pianeta sta rallentando la sua rotazione, di conseguenza diminuisce l’intensità del campo magnetico terrestre e questo fenomeno di rallentamento della rotazione del nucleo rallenta anche il movimento di rotazione del Pianeta, infatti sta diminuendo la sua velocità e rallentando il movimento di rotazione sul proprio asse e, per effetto dell’inerzia, diminuisce anche il momento angolare, la quantità di moto lungo una circonferenza fino ad arrivare a zero ed il campo magnetico che si produce risulta indebolito, fino a finire a zero sia al Polo Nord che al Polo Sud magnetico, il nucleo interno si ferma e, di conseguenza, si ferma anche la rotazione terrestre: in questa particolare ed eccezionale condizione, la Terra resterebbe ferma per ben tre giorni (72 ore), momento in cui potrebbe venire alterata anche la gravità terrestre, credo personalmente che esista una relazione diretta tra il magnetismo terrestre e la gravità sul Pianeta e se essa verrà alterata, potrebbe dare origine ad una serie di eventi catastrofici sul Pianeta, come in una reazione a catena, su tutti riporto terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche, inabissamenti di interi continenti, come accadde nel 12000 a.C., determinando un nuovo Diluvio Universale, come venne raccontato sia nella Genesi della Bibbia cristiana che nel Corano islamico: il filosofo greco Platone raccontò, in due sue opere, il Timeo ed il Crizia, il mito dell’isola di Atlante che sorgeva al di là delle colonne d’Ercole, che oggi corrispondono allo Stretto di Gibilterra tra Spagna e Marocco, un’isola molto grande in estensione chilometrica che si inabissò proprio a causa dell’inversione dei poli magnetici terrestri, ma oltre ad Atlantide nell’Oceano Atlantico, si inabissarono anche l’enorme continente di Mu nell’Oceano Pacifico e parte di questo continente pacifico perduto oggi è rimasto emerso dalle acque dell’oceano, è rappresentato dall’Isola di Pasqua ed anche all’isola greca vulcanica di Santorini toccò la stessa sorte di Atlantide e Mu, ma negli anni tornò di nuovo a riemergere dalle acque, a differenza della grande isola atlantica e del supercontinente pacifico. Tutto questo accadde prima del manifestarsi dell’ultima grande Era Glaciale. Passati i tre giorni, le 72 ore, ad inversione magnetica completata, la Terra riprenderà a girare non più da Est ad Ovest, ma in verso opposto, da Ovest verso Est, per cui il sole sorgerà da dove oggi tramonta, da Ovest e tramonterà ad Est da dove oggi sorge.

Cosa succederebbe se la Terra smettesse improvvisamente di ruotare?

Storia di Zeleb.es  

https://www.msn.com/it-it/notizie/other/cosa-succederebbe-se-la-terra-improvvisamente-smettesse-di-ruotare/ss-AA1cCATM?ocid=msedgntp&cvid=5806293fa1594adfa5e7188a94c0d30f&ei=10#image=1

Da che mondo è mondo…

La Terra, sin dalla sua nascita avvenuta circa quattro miliardi e mezzo di anni fa, gira sul proprio asse, compiendo una rotazione completa in quasi 24 ore (23 ore e 56 minuti, per essere precisi).

Cosa succederebbe se improvvisamente smettesse di ruotare?

Durante questo intervallo, si sposta anche in avanti lungo la sua orbita intorno al sole, che completa ogni 12 mesi. Ma vi siete mai chiesti cosa potrebbe succedere se la Terra smettesse improvvisamente di girare, anche soltanto per un secondo?

Conseguenze catastrofiche per tutti

Scopriamo insieme quali potrebbero essere le nefaste conseguenze prendendo in considerazione esseri umani, clima, e tutto ciò che ricopre la superficie terrestre. Vi anticipiamo che gli effetti sarebbero a dir poco catastrofici e devastanti!

Cosa succederebbe agli essere umani?

La risposta, purtroppo, non vi piacerà affatto. La Terra gira sul suo asse a una velocità che va da 0 km/h ai poli fino ai 1.600 km/h sulla linea dell’equatore, a seconda della latitudine. Alla nostra latitudine, ad esempio, ruota ad una velocità di circa 1.180 Km/h, ma noi non non ne abbiamo la percezione perché ruotiamo insieme a lei.

“Sarebbe disastroso”

Lasciamo che sia l’astrofisico Neil deGrasse Tyson a dirvi cosa accadrebbe agli essere umani nel caso in cui la Terra smettesse improvvisamente di ruotare: “Sarebbe disastroso. Tutti ci muoviamo con la Terra a 800 miglia all’ora verso est. Se Terra si fermasse e non tu non avessi la cintura di sicurezza allacciata alla Terra, cadresti e rotoleresti a 800 miglia all’ora verso est.”, secondo il sito web timenownews.com. Ricordiamo che 800 miglia/h equivalgono a 1287,48 km/h, una velocità incredibile.

Morirebbero tutti

“Morirebbero tutti sulla Terra. Le persone volerebbero fuori dalle finestre e sarebbe davvero una brutta giornata sul pianeta” ha aggiunto Tyson.

Cambiamento nei modelli atmosferici

Se poi la Terra smettesse di ruotare in maniera indefinita, e non soltanto per un secondo, si assisterebbe a una serie di cambiamenti impressionanti. I primi a subire dei bruschi mutamenti sarebbero i modelli atmosferici, ovvero il modo in cui si muovono le correnti d’aria, che hanno un ruolo molto importante nel guidare le piogge e le temperature.

Deserti al posto di foreste

Una delle conseguenze potrebbe essere la nascita di deserti laddove ora ci sono foreste o la trasformazione di tundre ghiacciate in ambienti accoglienti e abitabili.

Complicazioni con il campo magnetico

Un’altra conseguenza catastrofica riguarda il nucleo terrestre, costituito parzialmente da ferro fuso. Qualora la Terra smettesse improvvisamente di ruotare su se stessa, verrebbe meno il campo magnetico generato dal dipolo magnetico prodotto dalla rotazione del ferro fuso nel nucleo terrestre.

Senza protezione

Senza il cosiddetto campo geomagnetico, verrebbe meno quello scudo protettivo contro le radiazioni nocive che vengono dal sole e dai raggi cosmici da esso emessi. Ma cosa impedisce alla Terra di fermarsi?

Non c’è nulla che la fermi

Il nostro pianeta, così come quasi tutti gli altri presenti nell’universo, continua ininterrottamente a ruotare su se stesso perché non c’è nulla che possa fermarla.

Cosa ferma un oggetto in movimento

Prendiamo il paragone fatto da space.com: “Se fai girare un’altalena in un parco giochi e la lasci andare, alla fine si fermerà. Questo perché mentre gira, l’aria e la superficie del parco giochi esercitano una forza di attrito che la rallenta.”

Lo spazio è vuoto

La Terra, invece, continua a ruotare perché lo spazio è praticamente vuoto. Nello spazio non c’è aria o altre particelle che possano fermare questo movimento.

Collisione con un altro pianeta

Sempre secondo quanto affermato da space.com, forse l’unica cosa che potrebbe improvvisamente fermare o, meglio, rallentare la Terra potrebbe essere una collisione con un altro pianeta.

Alessio Brancaccio: “Non solo! Io ritengo che anche una potentissima CME solare di massima classe X possa produrre un vento solare dia particelle cariche che viaggiano a velocità talmente altissima che impatterebbero con la nostra magnetosfera, distruggendola completamente e generando una forza di attrito tale che fermerebbe il moto inerziale della Terra fino ad annullare il momento angolare e, quando esso arrivasse a zero, la Terra si fermerebbe per 72 ore, verrebbe dapprima annullato il campo magnetico e una volta arrivato a zero, verrebbe azzerata anche la forza di gravità e a quel punto ogni cosa sulla Terra non rimarrà più al suo posto, generando un’altra sorta di Diluvio Universale, come raccontato in tutti i libri delle religioni monoteiste, come la Bibbia per i Cristiani e Il Corano per i Musulmani”.

In realtà la Terra sta rallentando la sua rotazione

Ciò che forse non è noto a tutti, però, è che la Terra starebbe gradualmente rallentando la sua rotazione, a causa della Luna.

Cosa provoca il rallentamento

Ecco la spiegazione di space.com: “Il movimento del lato della Terra rivolto verso la luna non è perfettamente bilanciato dalla gravità, e nemmeno quello del lato della Terra rivolto in direzione opposta alla luna. Questo squilibrio crea le maree oceaniche, che fanno sì che gli oceani si rigonfino su entrambi i lati della Terra.”

A causa delle maree

Durante la rotazione della Terra, le sporgenze causate dalle maree si muovono lungo la sua superficie come un’onda. Questo movimento esercita una forza che agisce in direzione opposta a quella di rotazione, rallentando gradualmente il periodo di rotazione del pianeta. Questo si traduce nella variazione di circa un secondo ogni 50.000 anni della durata di un giorno terrestre.

Possiamo stare tranquilli… per il momento

Come avrete capito, per ora possiamo stare tranquilli: la Terra continuerà a girare per moltissimo tempo ancora. Nel frattempo ci sono questioni più urgenti da risolvere prima che sia troppo tardi, come il cambiamento climatico. Ricordiamoci sempre che siamo noi ad aver bisogno della Terra e non lei di noi.

English translate

The inversion of Sun magnetic poles is a phenomenon that consists in the inversion of the lines of force of the solar magnetic field generated by its internal magnetic activity which leads to the formation of a positive or negative polarity of the electric charges that come out from inside the our star during its nuclear fusion reactions to keep it alive and in constant activity: its intense magnetic activity leads to the formation of a double magnetic field generated by a magnetic quadripole with a North-South axis and an East-West axis, therefore the The Sun emits two magnetic fields, unlike the Earth which, having a magnetic dipole with a North-South axis, emits only one. From very recent studies carried out by the American scientific community of NASA, it has emerged that the intensity of the magnetic field in the North and South poles of the Sun are decreasing, not in a parallel and synchronous form as expected, but the magnetic field generated first decreased from the solar magnetic North pole, it has already reached zero and at the moment it is no longer emitting it, waiting to emit it again but with reversed polarity, while the magnetic field generated by the solar magnetic South Pole is decreasing, it has not yet reached zero as the North Pole, but it is getting there too, before reversing polarity.

The inversion of the Earth magnetic poles is a phenomenon which also consists in the inversion of the lines of force of the magnetic field emitted exiting the magnetic North Pole and entering the magnetic South Pole: the lines of force emitted graphically represented resemble two gigantic ears that make up the Earth’s magnetosphere or Van Allen belts, which have the function of protecting our Planet from very high energy ionizing or cosmic radiation coming from the Sun: in periods of maximum magnetic activity of our star, greater radiation is produced cosmic events that hit the Earth where a greater concentration of Carbon 14 atoms, the radioactive isotope of the basic form of Carbon 12, is found in the growth rings of trees and this aspect also determines the emission of a stronger light intensity than the Sun on Earth which causes people to experience more or less serious vision problems, such as myopia and astigmatism, to the point that more and more people on the planet have to wear eyeglasses at home to work on the computer or watch television, vision defects are also the fault of the blue lights emitted by the screens of these devices.

I explain below the scenario that could happen during a complete magnetic reversal of the magnetic poles on Earth: from recent studies by various scientists around the world, members of the global scientific community, it has emerged that the solid core of iron and nickel inside our Planet is slowing down its rotation, consequently the intensity of the Earth’s magnetic field decreases and this phenomenon of slowing down the rotation of the nucleus also slows down the rotation movement of the Planet, in fact it is decreasing its speed and slowing down the rotation movement on its axis and, due to the effect of inertia, the angular momentum also decreases, the momentum along a circumference until it reaches zero and the magnetic field that is produced is weakened, until it ends up at zero both at the North Pole and at the magnetic South Pole, the inner core stops and, consequently, the Earth’s rotation also stops: in this particular and exceptional condition, the Earth would remain still for three days (72 hours), a moment in which the Earth’s gravity could also be altered, I believe personally that there is a direct relationship between terrestrial magnetism and gravity on the Planet and if it’s altered, it could give rise to a series of catastrophic events on the Planet, as in a chain reaction, above all earthquakes, tsunamis, volcanic eruptions, sinking of entire continents, as happened in 12000 BC, causing a new Universal Flood, as was told both in the Genesis of the Christian Bible and in the Islamic Koran: the Greek philosopher Plato recounted, in two of his works, the Timaeus and the Critias, the myth of the island of Atlas which rose beyond the Pillars of Hercules, which today correspond to the Strait of Gibraltar between Spain and Morocco, a very large island in kilometer extension which sank precisely due to the inversion of the earth’s magnetic poles, but in addition to Atlantis in the Atlantic Ocean, the enormous continent of Mu in the Pacific Ocean also sank and part of this lost peaceful continent today remains emerging from the waters of the ocean, it is represented by Easter Island and also The volcanic Greek island of Santorini met the same fate as Atlantis and Mu, but over the years it returned to re-emerge from the waters, unlike the large Atlantic island and the Pacific supercontinent. All this happened before the onset of the last great Ice Age. After three days, 72 hours, once the magnetic inversion is complete, the Earth will start turning again no longer from East to West, but in the opposite direction, i.e. from West to East, so the sun will rise from where it sets today, from the West and it will set in the East from where it rises today.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto