Day: 18 novembre 2023

IN EUROPA RESPIRIAMO ARIA PESSIMA. COLPA DELL’INQUINAMENTO DA NANOPARTICOLATO FINE ATMOSFERICO PM2.5

In Europa respiriamo tutti un’aria pessima

Un’indagine del Guardian dimostra che solo il 2 per cento della popolazione europea vive in aree in cui l’inquinamento dell’aria rientra nei limiti suggeriti dall’OMS

Una centrale a carbone in Polonia Sean Gallup/Getty Images
https://www.wired.it/article/europa-inquinamento-aria/

Secondo una recente indagine del Guardian, circa il 98% della popolazione dell’Europa vive in zone dall’aria altamente inquinata. In collaborazione con alcuni accademici dell’università di Utrecht e dello Swiss Tropical and Public Health Institute nell’ambito del progetto Expanse finanziato dall’Unione Europea, il quotidiano britannico ha condotto la sua ricerca analizzando immagini satellitari e misurazioni ottenute da più di 1.400 stazioni di monitoraggio ambientale. Secondo i dati emersi, gran parte del territorio europeo è fortemente soggetto all’inquinamento da particolato fine (PM2.5).

Il particolato fine

Il ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare spiega che le cellule di particolato fine che si disperdono nell’aria sono generate da quasi tutti i tipi di combustione, comprese quelle di motori di auto e motoveicoli, degli impianti per la produzione di energia, della legna per il riscaldamento domestico, degli incendi boschivi e di molti altri processi industriali. Anche detto PM 2,5, il particolato fine ha la caratteristica di rimanere sospeso nell’atmosfera tanto a lungo da poter entrare in circolazione nel corpo umano attraverso l’apparato respiratorio e sanguigno, provocando rischi per la salute.

L’Organizzazione mondiale della sanità spiega che ogni anno questo tipo di inquinamento provoca sette milioni di morti in tutto il mondo. L’istituto ONU ha offerto anche delle linee guida che stabiliscono la quantità limite di particolato fine nell’aria. Secondo queste direttive, “le concentrazioni medie annuali di particolato fine non dovrebbero superare i 5 microgrammi per metro cubo (μg/m3)”. Lo studio del Guardian, tuttavia, dimostra che “solo il 2% della popolazione europea vive in aree che rispettano questo limite”, mentre quasi i due terzi delle persone del continente vivono in aree in cui questi valori sono di almeno due volte superiori a quelli consigliati.

L’inquinamento in Europa

L’area più inquinata del continente sembra essere l’Europa orientale, con la Macedonia del Nord al primo posto per concentrazione di particolato fine nell’aria, con due terzi del paese che superano di quattro volte i limiti suggeriti dall’OMS.

Seguono Serbia, Polonia, Romania, Ungheria, Slovacchia e Albania, dando fondamento alle parole della docente dell’Università di Dusseldorf Barbara Hoffmann, per la quale l’inquinamento atmosferico è un problema di “ingiustizia ambientale”, dato che “i paesi più colpiti sono anche quelli con il reddito medio più basso”.

Anche in Europa occidentale è possibile trovare aree fortemente inquinate: la mappa interattiva prodotta dal Guardian segnala alti tassi di particolato fine in Italia, specialmente nella Pianura Padana, zona fortemente industrializzata. Anche in Germania e Regno Unito la maggior parte della popolazione vive in aree dove l’inquinamento sfonda i limiti suggeriti dall’OMS. Attualmente il limite di particolato fine stabilito dall’Unione Europea è di 25 microgrammi per metro cubo ma una settimana fa il Parlamento europeo ha votato per raggiungere, entro il 2030, la soglia stabilita dall’OMS.

Fonte: Wired

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

VIA VERDE, A VASTO LA VARIANTE PIU’ COMPLESSA DA REALIZZARE. «LAVORI NEL 2024»

15 novembre 2023 Turismo, Viabilità

Quanto continuerà l’isolamento del tratto più a sud della Via Verde? Difficile prevedere i tempi, basta prendere ad esempio l’inaugurazione della pista – da incompleta e con netto ritardo rispetto a quanto preventivato – con qualche settimana di anticipo rispetto alla Grande partenza del Giro d’Italia 2023 per avere un’idea degli imprevisti e dei ritardi che possono minarne il percorso.
I tratti inesistenti sono ben noti: Torino di Sangro dove in località Lago Dragoni c’è un importante dissesto idrogeologico, Casalbordino Lido e, soprattutto, la zona industriale di Vasto.

Il termine della Via Verde a località Vignola di Vasto
https://chiaroquotidiano.it/2023/11/15/via-verde-ancora-incompleta-a-vasto-la-variante-piu-complessa-da-realizzare-lavori-nel-2024/

Circa un mese fa, il 19 ottobre scorso, la giunta regionale ha assegnato le risorse agli enti che dovranno completare l’infrastruttura. Si tratta di fondi Pnrr rientranti nel progetto della Ciclovia turistica nazionale adriatica che ha come obiettivo la realizzazione di una ciclabile su tutta la costa adriatica unendo, dove possibile, i tratti già realizzati.
Chiaro Quotidiano ha avuto modo di esaminare le carte del progetto di fattibilità tecnica ed economica e i dettagli della varianti ancora assenti. Soprattutto per quella prevista a Vasto si tratta di interventi complessi, ma che – proprio per i tempi stretti dettati dal PNRR – dovranno seguire una tabella di marcia spedita. Circostanza, questa, ricordata anche nella lettera che si conclude con «il termine previsto per la notifica dell’aggiudicazione degli appalti dei lavori è il 31 Dicembre 2023».

Il progetto di Casalbordino

Torino di Sangro e Casalbordino

Come detto, il primo pezzo a cui mettere mano è la frana di Lago Dragoni in territorio di Torino di Sangro dove insiste uno storico dissesto causato dall’erosione costiera. Per questo intervento (in totale ci sono due chilometri da sistemare) sono stati stanziati 3.957.404 euro che serviranno, tra l’altro, a creare un terrapieno e un ponte.
A Casalbordino la pista ciclabile non esiste, quindi è da costruire da zero. Qui si sta già intervenendo con la realizzazione del tracciato comunale in via Bachelet (la parte più a sud) con un finanziamento regionale in 600mila euro. Per quello più a nord, invece nello stanziamento per le varianti, le risorse destinate al completamento della Via Verde ammontano a 853.302 euro (circa 3 i chilometri da fare, compreso un tratto di quella già citata).

Il tratto di pista ciclabile di Lago Dragoni a Torino Di Sangro franato in mare nel 2017 a causa del dissesto idrogeologico per il riattivarsi della stessa frana del 1906

A Vasto il tratto più complesso

A Vasto bisogna aggirare la zona industriale di Punta Penna e connettere Vignola a Punta Aderci. È nello stesso progetto che questo intervento viene definito «il più esteso e complesso poiché interessa l’area più vasta e interessa aree soggette a esproprio». La lunghezza della variante è di circa 5 chilometri e come si legge già nella premessa è necessario anche espropriare alcuni terreni (alcuni di proprietà di Rfi, Arap e Genova Rulli e di altri privati).
La variante (partendo da nord) inizia accanto al parcheggio di Punta Aderci (collegandosi al sentiero bianco già esistente) e costeggia la viabilità esistente, separata da un cordolo, fino ad arrivare al ponte stradale sui binari. Qui bisognerà realizzare un ponte ciclopedonale per l’attraversamento della ferrovia. Si prosegue quindi a sud della linea ferroviaria dove scenderà a livello dei parcheggi e della strada di accesso alla stazione di Porto di Vasto (qui saranno variate le regole d’uso della strada).

Da qui partirà la variante di Vasto: ingresso per il Centro Visite Riserva Naturale Marina di Punta Aderci, Nucleo Industriale

A quel punto ci sarà il già citato affiancamento della Strada Statale 16 che prevede la realizzazione di una passerella ciclopedonale su un canale per poi immettersi nel sottopasso ferroviario esistente. Qui il tracciato continuerà su una strada interpoderale esistente da ripavimentare e altri tratti da realizzare espropriando i terreni necessari per poi riallacciarsi alla strada bianca già esistente retrostante l’officina auto Citroen D’Ercole. Si continua quindi con una passerella di progetto e la «realizzazione di una pista in sede propria» fino al raggiungimento della strada esistente (con la ridefinizione delle regole d’uso) la costruzione di «un percorso in sede propria in affiancamento a via Osca, si prosegue poi in promiscuo su via contrada Vignola» prima di tornare sulla Via Verde esistente.
Infine, un’altra breve variante è prevista nel parcheggio dell’ex stazione che dovrà collegare il tracciato alla pista ciclabile della marina esistente che, a quel punto, potrà proseguire fino a San Salvo Marina e al termine del territorio abruzzese [Guarda].
Per questo tratto lo stanziamento a favore della Provincia di Chieti è di 3.957.404 euro.

Il termine della Via Verde più a sud, ex-stazione ferroviaria di Piazza Fiume, Vasto Marina

Tempi? Per quanto riguarda il tratto vastese, il sindaco e presidente della Provincia Francesco Menna si mostra fiducioso: «Siamo in fase di progettazione esecuzione definitiva da mandare in appalto. Stiamo dialogando con la Regione per capire se sfruttare i fondi FSC o PNRR, il finanziamento è in itinere. Il 2024 dovrebbe essere l’anno in cui si iniziano i lavori».

Il tratto finale di Vignola dove passerà la variante

Finora i cicloturisti arrivati da tutta Italia anche sulla scorta della vetrina del Giro hanno apprezzato la bellezza di questo ambizioso percorso, denunciandone però il rischio di dover deviare sulla Statale 16 Adriatica, nel tratto di 2,5 km che collega Lago Dragoni e Lido Le Morge, a Torino di Sangro. All’appello, inoltre, manca la riqualificazione delle ex stazioni ferroviarie. La speranza è che questa grande infrastruttura possa vedere il completamento il prima possibile – utopia l’estate del 2024? – All’interno del più grande progetto della Ciclovia Adriatica per consegnare all’Abruzzo una destinazione turistica unica.

Autore: Antonino Dolce

Fonte: Chiaro Quotidiano

MOBILITA’ SOSTENIBILE BY ALEX SPECIALE VIA VERDE VASTO 2024, LUNEDI’ 20 NOVEMBRE 2023 ORE 21.30

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto