Day: 17 novembre 2023

DIRITTO ALLO SCIOPERO IN PERICOLO IN ITALIA. COSA NE PENSI?

https://actionnetwork.org/forms/diritto-allo-sciopero-in-pericolo-cosa-ne-pensi/
https://www.carc.it/2023/11/15/se-lo-sciopero-e-sotto-attacco-contrattaccare/

Se lo sciopero è sotto attacco, contrattaccare!

Mobilitarsi contro il governo della guerra, della finanziaria di guerra e dell’attacco al diritto di sciopero

di Teresa Noce – Novembre 15, 2023

Puoi scioperare essendo iscritto a qualunque sindacato, anche se non ha proclamato lo sciopero, e anche se non sei iscritto a nessun sindacato!

Il 17 novembre molte organizzazioni sindacali convergeranno per una giornata di sciopero e di lotta.

Sciopero generale nazionale del pubblico impiego, dei trasporti e della conoscenza proclamato da Cgil e Uil; sciopero generale nelle regioni del centro Italia, sempre proclamato da Cgil e Uil; sciopero generale del pubblico impiego proclamato da Usb, sciopero nel settore privato in solidarietà alla Palestina proclamato dal Si Cobas. Inoltre ci sono manifestazioni e scioperi indetti dai sindacati e dalle organizzazioni studentesche.

È la forma che sta prendendo il movimento delle masse popolari contro la legge di bilancio, la finanziaria di guerra e rapina, del governo Meloni.
Un movimento oggettivo iniziato settimane fa, passato dalla manifestazione del 7 ottobre a Roma della Cgil (“la via maestra”, per l’attuazione della Costituzione), passato dallo sciopero dei sindacati di base del 20 ottobre e dalle manifestazioni contro le basi e le installazioni militari del 21 ottobre, passato dalle tante manifestazioni in solidarietà con il popolo palestinese sparse per il paese e dal blocco delle armi destinate a Israele nel porto di Genova promosso dal Calp il 10 novembre. Un movimento che proseguirà con gli scioperi e le mobilitazioni già previste per le prossime settimane.

Questo è, nei fatti e al di là degli intenti degli organizzatori di ogni singola mobilitazione, un passo concreto nella costruzione di un fronte comune contro il governo Meloni, contro chi viola la Costituzione, contro chi vieta gli scioperi, contro chi sostiene le guerre criminali degli imperialisti Usa, sionisti e Ue sulla pelle delle masse popolari.
Lo sviluppo di questo fronte spaventa il governo Meloni. Giorgia Meloni e la sua cricca sanno che i lavoratori organizzati hanno la forza per cacciare il governo.
Ecco come e perché è nato l’attacco di Salvini e della Commissione Nazionale di Garanzia (composta da 5 personaggi nominati dal governo, sotto lo sguardo di Mattarella) allo sciopero del 17 novembre, la prima giornata delle cinque date previste: revoca dello sciopero nel settore aereo e riduzione da 8 a 4 ore di sciopero nel settore dei trasporti.
Sembra una “piccola limitazione”, invece è un attacco al diritto di sciopero di tutti i lavoratori. L’obiettivo del governo Meloni è indebolire il fronte della mobilitazione, depotenziarla e intimorire i lavoratori.
La precettazione dei lavoratori dei trasporti è un atto grave, ma è anche un’opportunità.

È un’opportunità che va colta per mandare in frantumi divieti, precettazioni e colpi di mano, gli strumenti su cui poggiano la “concertazione” e la finta “pace sociale” che grava solo sulle spalle dei lavoratori. Per questo è importante sostenere in ogni modo i lavoratori dei trasporti affinché prolunghino lo sciopero per 8 ore nonostante i divieti e la precettazione.

È un’opportunità anche per tutti gli altri lavoratori: scioperare in massa in tutti i settori e le regioni in cui è stato proclamato lo sciopero generale perché è nell’interesse di tutti i lavoratori che Salvini e la cricca del governo Meloni trovino una solida opposizione nelle aziende, nelle scuole e nelle piazze. È utile a tutti che il fronte comune si rafforzi facendo fronte a questo attacco (a questo proposito è esemplare la protesta dell’Usb nella sede della Lega a Roma).

Le multe sono carta straccia
La precettazione dello sciopero comporta una sanzione per il sindacato che non la rispetta. In alcuni casi anche una sanzione, una multa, per i lavoratori che non la rispettano e scioperano.
Questo è il motivo per cui, nel momento in cui scriviamo, Maurizio Landini è indeciso se cedere al colpo di mano di Salvini e della Commissione nazionale di garanzia.
Ragioniamo sul perché questa motivazione, se davvero fosse pretesto per sottomettersi alla precettazione dei lavoratori dei trasporti, sarebbe solo una scusa.
1. Se Cgil e Uil indicano di non sottomettersi alla precettazione e confermano lo sciopero di 8 ore anziché 4, decine di migliaia di lavoratori dei trasporti aderirebbero. Mettere in moto l’iter necessario a “condannarli” bloccherebbe tribunali, procure, uffici, ecc. a tempo indefinito. Le multe passerebbero “in cavalleria”, anche in ragione dei ricorsi che nel frattempo gli uffici legali di Cgil e Uil presenteranno, delle sentenze, degli appelli, ecc.
2. Cgil e Uil possono – dovrebbero, devono – farsi garanti di fronte a tutti i lavoratori (iscritti e non) che potrebbero essere multati. È una caratteristica ereditata dalla concertazione il pensare ognun per sé e al proprio orticello. E le casse di resistenza e di solidarietà gestite dalle organizzazioni sindacali NON SONO appannaggio del secolo scorso. Il sindacato che negli Usa ha diretto e vinto la battaglia contro le aziende automobilistiche [leggi: “Lo sciopero vince: risultati storici per gli operai dell’auto”] aveva preventivato “di spendere” per il sostegno ai lavoratori in sciopero 825 milioni di dollari. Non ha detto agli scioperanti “si salvi chi può” e infatti ha vinto.
Quindi bisogna essere concreti: se Cgil e Uil cercano una scusa per non rompere gli orpelli della concertazione (mentre governo e padroni sono invece all’attacco, ben decisi a romperli) allora diranno che la precettazione è ingiusta, ma per non compromettere gli operai è opportuno sottomettersi. Il che lascia facilmente prevedere che governo e padroni la prossima volta precetteranno di più, minacceranno di più, reprimeranno di più…
La strada per fare carta straccia delle multe esiste.

Quindi c’è una sola cosa da fare di fronte alla precettazione e di fronte ai tentennamenti di Cgil e Uil: estendere lo sciopero e rafforzarlo, concatenare la mobilitazione del 17 novembre con quella delle settimane successive per bloccare la legge di bilancio e cacciare il governo Meloni.

Le manifestazioni e i presidi del 17 novembre vanno usate per far montare la protesta e la mobilitazione, ma soprattutto per rafforzare l’organizzazione: discutere con i colleghi e con i lavoratori anche iscritti ad altri sindacati perché il governo Meloni intende fare orecchie da mercante rispetto alle rivendicazioni delle piazze.

Quindi bisogna che i lavoratori si coordinino meglio fra loro, si coordinino con gli studenti, con i movimenti ambientalisti, con i movimenti contro la guerra, con le associazioni palestinesi: bisogna usare lo sciopero generale in cinque giornate indetto da Cgil e Uil, gli scioperi già indetti dai sindacati di base e ogni altra mobilitazione per creare comitati unitari e intersindacali, autoconvocati, per promuovere una mobilitazione generale e uno sciopero unico che fermi il paese, riempia la capitale, assedi il palazzo e mandi a gambe all’aria il governo Meloni.

Il governo Meloni deve essere sostituto da un governo che fa gli interessi delle masse popolari. Non un governo dei “soliti noti” del Pd o del M5S, ma fatto da chi davvero ha intenzione di difendere la Costituzione, rigettare leggi come questa finanziaria, bloccare subito la partecipazione dell’Italia alle guerre della Nato e dei sionisti e contro l’economia di guerra imposta dalla Ue.

Se governo e autorità come la Commissione Nazionale di Garanzia cercano di impedire lo sciopero e precettano i lavoratori, sta ai lavoratori disubbidire, scioperare e far scioperare tutti i colleghi e le colleghe!

Difendiamo il diritto allo sciopero praticandolo, difendiamo la Costituzione applicandola!

Contro la finanziaria di guerra e contro il governo Meloni

Diamoci i mezzi per realizzare i nostri obiettivi

La finanziaria che serve alle masse popolari?

Lavoro stabile, sicuro e ben retribuito, aumento delle pensioni da fame e pensionamento dopo 35 anni di lavoro (anche meno per chi fa lavori usuranti), bonifica e manutenzione del territorio e delle infrastrutture, assunzioni e stabilizzazione dei precari, sistema sanitario pubblico, solidale e universale, istruzione pubblica e di qualità, promozione della giustizia sociale, un ambiente sano e sicuro, una politica di pace.
Sono le misure che occorrono per rimettere in sesto il paese. Non è vero che non ci sono i soldi: basta prenderli a chi si è arricchito sulla pelle e a spese dei lavoratori o sulle speculazioni finanziarie (le banche hanno aumentato i profitti nell’ultimo anno di 20 miliardi), basta smettere di pagare interessi su Bot e altri titoli del debito pubblico a ricchi, banche e finanziarie, basta farla finita con spese per armamenti, missioni di guerra (80 milioni di euro al giorno!), con i miliardi per grandi opere inutili e dannose.
Sono i diritti sanciti dalla Costituzione del 1948 e mai attuati, se non in modo limitato e con le lotte tenaci degli anni ‘60 e ’70 del secolo scorso.

Darsi i mezzi per realizzare i nostri obiettivi

Organizzarsi in ogni posto di lavoro. Costruire nuclei di lavoratori decisi a portare fino in fondo la lotta e allargare quanto più possibile la mobilitazione degli altri lavoratori attorno a questi nuclei: l’organizzazione è la nostra arma principale.
Fare rete. Coordinarsi a livello locale e nazionale con altre aziende in lotta, con altri nuclei di lavoratori, con studenti e organismi popolari, con movimenti ambientalisti e contro la guerra, con tecnici, esponenti della società civile e amministratori locali progressisti.
Una campagna di mobilitazioni decise e prolungate. Ogni metodo di lotta va bene, basta che sia efficace: non facciamoci legare le mani dalle leggi e dalle regole di gente che usa le masse come carne da macello nelle sue aziende e nelle sue guerre!
Usare lo sciopero generale in cinque giornate per preparare uno sciopero unico che fermi il paese, riempia la capitale e assedi il palazzo. Formare comitati autoconvocati, unitari e intersindacali, per promuoverlo.

Cacciare il governo Meloni e sostituirlo con un governo di emergenza popolare

L’alternativa a Meloni e compari non è un nuovo governo del Pd a guida Schlein magari con dentro anche il M5s di Conte: già visto, sarebbe la zuppa al posto del pan bagnato! Occorre un governo che sottopone i capitalisti a una legislazione d’emergenza, vieta la vendita di aziende a multinazionali straniere, nazionalizza le aziende lasciate andare in malora dai capitalisti, crea nuove aziende pubbliche o riconverte e amplia l’attività di quelle esistenti per fare il lavoro necessario a rimettere in sesto il paese e a riorganizzarne le attività in maniera ecocompatibile. Che fissa un salario minimo e lo introduce da subito nelle aziende statali o partecipate, che non manda qualche controllore ogni tanto, ma incarica le Rsu o altre organizzazioni di lavoratori di segnalare i capitalisti che fanno i furbi, che traduce in leggi le misure che caso per caso esse indicano per tutelare la sicurezza sul lavoro. Che ritira i soldati dalle missioni di guerra degli Usa/Nato con o senza copertura dell’Onu, che chiude le basi Usa e Nato ed esce dall’Alleanza Atlantica. In breve: un governo deciso ad attuare la Costituzione del 1948.

Non può essere un governo dei “soliti noti”. Dev’essere un governo d’emergenza, composto da persone di fiducia degli organismi operai e popolari, cioè di chi la Costituzione ha interesse ad applicarla contro quelli che per decenni l’hanno aggirata e apertamente violata. Per tirarci fuori dal disastro, per realizzare i nostri obiettivi, per attuare la Costituzione del 1948 bisogna che noi lavoratori, giovani, donne e pensionati impariamo a governare il paese!

https://www.carc.it/2023/11/16/volantino-per-gli-scioperi-della-cgil-e-della-uil/
https://www.carc.it/wp-content/uploads/2023/11/commissionegaranzia.png

https://www.carc.it/wp-content/uploads/2023/11/commissionegaranzia2.png

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

STRADE D’ABRUZZO RETE 8 PESCARA, CELANO-OVINDOLI, 28 OTTOBRE 2023

https://climbfinder.com/it/salite/ovindoli-celano
https://catenacycling.com/it/giro-del-mondo/dettaglio/3559-ovindoli

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

COVID19 ITALIA 11-17 NOVEMBRE 2023

Il Monitoraggio settimanale a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) segnala una crescita del 26% dei casi anche per via del calo delle temperature (dati ampiamente sottostimati, i numeri vanno moltiplicati come minimo per 3 anche 4). L’incidenza dei casi di contagio, ogni 100mila abitanti, passa da quota 46 a 58.

Dopo un mese di numeri in calo il Monitoraggio settimanale a cura dell’ISS, tutti gli indicatori del Covid19 sono in risalita.

E’ ancora presto per dire se siamo alla vigilia di una ondata o ondina invernale, che potrebbe essere spinta nei prossimi giorni dal previsto abbassamento delle temperature, fino a qui primaverili.

Intanto i contagi sono in aumento del 26% con 34.314 casi in sette giorni contro i 26.855 della settimana precedente. Aumento confermato da quello dell’incidenza settimanale dei casi ogni 100mila abitanti che da quota 46 passa a 58. In risalita da 0,83 a 0,93 anche l’Rt, l’indice di contagio, che si mantiene tuttavia ancora sotto il livello pandemico (è già epidemico!) di uno.

Pur limitate crescono anche le ospedalizzazioni. Il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti di medicina sale infatti dal 5,9 al 6,7%, mentre quelle delle terapie intensive dall’1,2% passa all’1,4%. Complessivamente sono 4.167 i ricoverati nei reparti di medicina e 122 quelli nelle terapie intensive.

Con il 51% dei casi è Eris EG5 la sotto variante Omicron COVID19 in questo momento più diffusa in Italia: provoca due o tre giorni di febbre alta e dolori diffusi per il corpo in alcuni pazienti (nei sintomatici ed anche in alcuni pausintomatici). La differenza con l’influenza è che può provocare conseguenze sul lungo periodo (postumi neurologici, organici e/o fisici). L’indicazione dei medici e dei virologi è ovviamente quella di procedere con le vaccinazioni sia contro il Covid che contro l’influenza per i soggetti fragili. Anche se secondo alcuni studi Eris sarebbe una sotto variante omicron molto forte, capace di sfuggire alle difese anticorpali generate sia da precedenti infezioni che dai vaccini.

Per Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, “è davvero molto simile all’influenza(cazzata, bugia detta da persone irresponsabili!) e quindi va curata allo stesso modo con paracetamolo, ibuprofene, ketoprofene e aspirina (grandissima cazzata, non sono affatto d’accordo per gli effetti neurologici, organici e fisici che ha dato nel lungo termine a moltissime persone, tra le quali il sottoscritto che da 21 mesi dalla guarigione presenta ancora tracce sul sistema nervoso centrale, dolori lombari alla schiena e dolori alle articolazioni delle ginocchia e per un atleta di running non è che sia molto facile correrci anche sopra sulla sabbia in spiaggia per 8 km e mezzo, sfido Bassetti o qualsiasi altro medico a riuscirci!). Mentre per Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) e professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma, i contagi da Eris sono molto variabili.

Può non dare sintomi, come può portare febbre alta (sintomi) e “c’è chi torna a perdere l’olfatto e il gusto cosa che non vedevamo con le sottovarianti precedenti (Omicron BA1 e Omicron BA2). Se dovesse colpire soggetti fragili o gli anziani il consiglio del professore è l’uso, entro 5 giorni, degli antivirali come Paxlovid e Remdesivir (ove si trovano, per esempio nella mia regione l’Abruzzo non ci sono disponibili in commercio nelle farmacie minori, soltanto in quelle maggiori rifornite che qui non esistono e le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) sono state abolite da più di un anno e mezzo, con la “fine” dell’emergenza sanitaria). Certo, la similitudine con l’influenza c’è (cosa in parte vera!).

Per distinguerle Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell’Università Campus Bio-medico di Roma, raccomanda di fare il tampone. Non subito però, ma due o tre giorni dopo la comparsa del primo malessere, facendo il molecolare se si vuole fare il tampone una volta sola o l’antigenico se si è disposti a ripeterlo dopo 48 ore.

Continuano le crociate persecutorie sioniste lanciate dal sistema della dittatura tecno sanitaria di regime, vigente anche in Italia, contro i no vax, i quali si sono sempre scagliati contro gli effetti avversi causati dalla vaccinazione anti-COVID19: durante la pandemia, oltre a casi certi di miocardite e pericardite, si sono manifestati casi di coinvolgimento cardiaco dopo essersi sottoposti al “vaccino” anti-Covid, sebbene in misura significativa e con decorso non sempre benigno, quanto basta per far puntare l’indice contro il composto sierogenico sperimentale non efficace al 100% ma al 72%, altrimenti se si fosse trattato di un reale vaccino risolutivo ed efficace contro l’infezione da COVID19, avrebbe senz’altro impedito il contagio almeno alle persone vaccinate.

Infarti, ictus, embolie e così via incidono, come anche miocarditi e pericarditi guarda caso sono aumentate in maniera evidente a livello statistico proprio dopo la somministrazione dei vaccini anti-COVID19. In Italia non esistono ancora studi che abbiano dimostrato incontrovertibilmente una relazione causa-effetto tra vaccinazione Covid e infiammazioni cardiache, proprio per supportare al massimo la prima campagna vaccinale del biennio 2021-2022 e la seconda in programma dal 2023 al 2025, mentre in Regno Unito questi studi ci sono già da diversi anni, perché i medici inglesi sono stati i primi a dover affrontare la prima ondata da variante alfa del COVID19.

Individuato il possibile responsabile delle morti di gatti nell’isola di Cipro: probabilmente non è il COVID19, ma un nuovo ceppo di coronavirus felino che ha incorporato sequenze chiave di acido ribossi ribo nucleico (RNA) da un patogeno canino altamente virulento chiamato pantropic canine coronavirus (pCCoV).

I risultati, pubblicati come preprint la scorsa settimana su bioRxiv, potrebbero aiutare a spiegare come una grave malattia sia riuscita a diffondersi così ampiamente tra i gatti dell’isola. Quando migliaia di gatti hanno iniziato a morire quest’anno nell’isola mediterranea di Cipro, soprannominata «isola dei gatti» per la sua popolazione felina di un milione di esemplari, la crisi ha fatto notizia a livello internazionale.

Gli animali avevano febbre, ventri gonfi e letargia, sintomi che indicavano la peritonite infettiva felina (Fip), una condizione comune causata da un tipo di coronavirus felino. Tuttavia, gli scienziati faticavano a spiegare l’apparente esplosione dei casi. Ora, i ricercatori «hanno fatto un ottimo lavoro nell’identificare ciò che sembra essere un virus molto interessante e preoccupante», afferma Gary Whittaker, virologo presso la Cornell University College of Veterinary Medicine, non coinvolto nella ricerca.

Sebbene siano stati segnalati incroci tra coronavirus canini e felini in passato, afferma che questo è il primo caso documentato di un coronavirus felino che si combina con pCCoV, portando apparentemente a una «tempesta perfetta di malattia e trasmissibilità».

I veterinari a Cipro hanno lanciato l’allarme all’inizio di quest’anno riguardo all’aumento dei casi di FIP, che non è correlato al COVID-19 e non colpisce gli esseri umani. Entro luglio, attivisti animalisti e mezzi di informazione avevano segnalato quasi 300.000 decessi, sebbene i veterinari locali abbiano successivamente revisionato drasticamente quel numero, riducendolo a circa 8.000. Ad agosto, il governo cipriota ha acconsentito all’uso veterinario del farmaco umano SARS-CoV-2 Molnupiravir, che blocca la replicazione del coronavirus e sembra essere un trattamento efficace per la FIP.

Fonte: La Stampa, ma molte delle notizie date le ho dovute revisionare, perché trattasi di notizie false e tendenziose atte a supportare il sistema della dittatura tecno-sanitaria e digitale di regime sionista vigente in Italia dal 2020.

English translate

The weekly monitoring by the Istituto Superiore di Sanità (ISS) reports a 26% growth in COVID19 cases also due to the drop in temperatures (data largely underestimated, the numbers must be multiplied by at least 3 or 4). The incidence of cases of contagion, per 100 thousand inhabitants, goes from 46 to 58.

After a month of declining numbers in the weekly monitoring by the ISS, all Covid19 indicators are on the rise. It’s still too early to say whether we are on the eve of a winter wave or wave, which could be pushed in the next few days by the expected drop in temperatures, which up until now have been spring-like. Meanwhile, infections are increasing by 26% with 34,314 cases in seven days compared to 26,855 the previous week. This increase is confirmed by the weekly incidence of cases per 100,000 inhabitants, which goes from 46 to 58. The Rt, the contagion index, also rose from 0.83 to 0.93, although it still remains below the level pandemic (it’s already epidemic!) of one.

Although limited, hospitalizations are also growing. In fact, the occupancy rate of beds in medical departments rose from 5.9 to 6.7%, while those in intensive care went from 1.2% to 1.4%. Overall, there are 4,167 hospitalized in medical departments and 122 in intensive care. With 51% of cases, Eris EG5 is the most widespread Omicron COVID19 subvariant at the moment in Italy. It causes two or three days of high fever and widespread body aches in some patients (in some symptomatic and pausymptomatic patients). The difference with the flu is that it can cause long-term consequences (neurological, organic and/or physical aftereffects). The indication of doctors and virologists is obviously to proceed with vaccinations both against Covid and against influenza for fragile subjects. Although according to some studies Eris would be a very strong omicron sub-variant, capable of escaping the antibody defenses generated both by previous infections and by vaccines.

For Matteo Bassetti, director of infectious diseases at the San Martino polyclinic hospital in Genoa, “COVID19 it’s really very similar to the flu” (bullshit, lie told from irresponsible people) and therefore must be treated in the same way with paracetamol, ibuprofen, ketoprofen and aspirin (another huge lie, I don’t agree at all for the neurological, organic and physical effects that it has given in the long term to many people, including the undersigned who 21 months after recovery still has traces on the central nervous system, lumbar pain in the back and pain in the knee joints and for an athlete of running, it’s not very easy to even run on the sand on the beach for 8 and a half km, I challenge Bassetti or any other doctor to do it!). While for Massimo Andreoni, scientific director of the Italian Society of Infectious and Tropical Diseases (SIMIT) and professor of Infectious Diseases at the Tor Vergata University of Rome, Eris infections are very variable. It may not cause symptoms, just as it can cause high fever (symptoms) and «there are those who lose their sense of smell and taste again, something that we did not see with the previous subvariants (Omicron BA1 and Omicron BA2» If it were to affect fragile subjects or elderly people, the professor’s advice is the use, within 5 days, of antivirals such as Paxlovid and Remdesivir (where they are found, for example in my region of Abruzzo they are not available on the market in smaller pharmacies, only in the larger ones stocked here do not exist and the Special Continuity of Care Units (USCA) were abolished more than a year and a half ago, with the “end” of the health emergency). Of course, the similarity with the flu is there (which is partly true !). To distinguish them, Massimo Ciccozzi, epidemiologist at the Campus Bio-medico University of Rome, recommends taking a swab. Not immediately, however, but two or three days after the first discomfort appears, doing the molecular test if you want to do the swab only once or the antigenic test if you are willing to repeat it after 48 hours.

The Zionist persecutory crusades launched by the regime’s techno-health dictatorship system, also in force in Italy, continue against no vax, who have always lashed out against the adverse effects caused by the anti-COVID19 vaccination: during the pandemic, in addition to certain cases of myocarditis and pericarditis, cases of cardiac involvement occurred after undergoing the anti-Covid “vaccine”, although to a significant extent and with a course that was not always benign, enough to point the finger at against the experimental serogenic compound which was not 100% but 72% effective, otherwise if it had been a real decisive and effective vaccine against COVID19 infection, it would certainly have prevented contagion at least to vaccinated people. Heart attacks, strokes, embolisms and so on have an impact, just as myocarditis and pericarditis coincidentally increased significantly on a statistical level after the administration of the anti-COVID19 vaccines. In Italy, there are still no studies that have incontrovertibly demonstrated a cause-effect relationship between Covid vaccination and heart inflammation, precisely to fully support the first vaccination campaign of the two-year period 2021-2022 and the second scheduled for 2023 to 2025, while in the United Kingdom these studies have already been in place for several years, because English doctors were the first to have to face the first wave from alpha variant of COVID19.

Possible culprit for cat deaths on Cyprus identified: it’s probably not COVID19, but a new strain of feline coronavirus that has incorporated key riboxy-ribonucleic acid (RNA) sequences from a highly virulent canine pathogen called pantropic canine coronavirus (pCCoV). The findings, published as a preprint last week on bioRxiv, could help explain how a serious disease managed to spread so widely among the island’s cats. When thousands of cats began dying this year on the Mediterranean island of Cyprus, nicknamed “cat island” for its cat population of one million, the crisis made international headlines. The animals had fever, swollen bellies and lethargy, symptoms that pointed to feline infectious peritonitis (FIP), a common condition caused by a type of feline coronavirus. However, scientists struggled to explain the apparent explosion of cases. Now, researchers “have done a great job of identifying what appears to be a very interesting and concerning virus,” says Gary Whittaker, a virologist at the Cornell University College of Veterinary Medicine who was not involved in the research. While crossbreeding between canine and feline coronaviruses have been reported in the past, he says this is the first documented case of a feline coronavirus combining with pCCoV, apparently leading to a “perfect storm of disease and transmissibility.”

Veterinarians in Cyprus raised the alarm earlier this year about rising cases of FIP, which is unrelated to COVID-19 and does not affect humans. By July, animal activists and news media had reported nearly 300,000 deaths, although local veterinarians later drastically revised that number, reducing it to around 8,000. In August, the Cypriot government agreed to the veterinary use of the human SARS-CoV-2 drug Molnupiravir, which blocks the replication of the coronavirus and appears to be an effective treatment for FIP.

Source: La Stampa, but I had to review many of the news items given, because they are false and biased news aimed at supporting the system of the technological-healthcare and digital dictatorship of the Zionist regime in force in Italy since 2020.

https://ultima-generazione.com/chi-siamo/
https://ilmanifesto.it/la-persistenza-di-ultima-generazione
https://www.lindipendente.online/2022/01/28/ultima-generazione-disobbedienza-civile-per-protestare-contro-lemergenza-climatica/
https://lampoon.it/articolo/01/12/2022/ultima-generazione-disobbedienza-civile-salvera-pianeta/

All’attenzione del Ministro alla Salute Dott. Orazio Schillaci,

Buonasera signor Ministro, sono di nuovo il Dott. Alessio Brancaccio, da Vasto in provincia di Chieti, che attualmente è la peggiore provincia di tutto l’Abruzzo per numero di contagi, considerando i dati contenuti nell’ultimo Monitoraggio settimanale COVID19 dell’Istituto Superiore di Sanità, il bollettino numero 27 in uscita e relativo alla settimana 11-17 Novembre.

Come evincerà lei stesso dai dati in suo possesso, c’è stato un incremento dei contagi da COVID19 del 26% (34314 casi rispetto a 26855 della settimana precedente) e l’incidenza ogni 100 mila abitanti è passata da 46 a 58 casi ed in costante aumento, dopo la riapertura degli Istituti Scolastici e considerando l’arrivo dell’inverno sempre più alle porte. L’Rt passa da 0.83 a 0.93 anche se resta sotto la soglia pandemica. La sotto variante Omicron circolante e dominante in Italia con il 51% dei casi al momento è la Eris EG5 pertanto, alla luce delle seguenti considerazioni, la invito al più presto non solo ad accelerare le vaccinazioni dei soggetti fragili, ma a considerare fortemente e seriamente la reintroduzione dell’obbligo relativo all’uso delle mascherine FFP2 in tutti i luoghi di aggregazione al chiuso, non confinandolo soltanto a tutte le strutture sanitarie nazionali. Se vuole un mio modesto parere in merito, credo che la situazione sia destinata solo che a peggiorare, se si continuasse imperterritamente a non considerare l’adozione di tale provvedimento, considerando che quasi nessuna delle persone già vaccinate a tre dosi, non si stanno per niente recando nei centri vaccinali per sottoporsi a quarta dose di richiamo, anziani over 80 compresi, per cui temo che di questo passo cominceremo di nuovo a contare i morti per strada, soprattutto tra gli anziani over 70 ed over 80, i quali non usano affatto le mascherine né per entrare negli ospedali, in tutte le altre strutture sanitarie come ambulatori ed RSA, ma anche nelle farmacie, nei supermercati e nei bar, per non parlare di uffici pubblici, scuole, biblioteche, cinema, teatri ed altri luoghi di aggregazione pubblica.

Sono uno scienziato accademico anch’io come lei, certo magari non al suo livello, ma conosco bene il mondo universitario quasi quanto lei, dal momento che si sono romano, ma mi sono laureato in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente nel Polo Didattico di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali (MM.FF.NN.) di Coppito, presso l’Università degli Studi di L’Aquila che per qualità della formazione dei propri studenti, io ritengo non sia affatto seconda a quella della Sapienza di Roma o di altre università romane, senza offesa! Pur non essendo un medico che ha scritto trattati scientifici, essendo un atleta sportivo conosco molto bene il corpo umano e gli effetti che la malattia del COVID19 mi ha dato personalmente ed alla mia famiglia, pertanto ritengo che continuare ad affermare che il COVID19 ormai è endemico come un’influenza, se mi permette è soltanto da irresponsabili, perché non per tutti è stato così!

Invece di continuare a trasmettere i miei messaggi all’URP, trasformandoli in lettere morte come se fossi il seccatore seriale di turno, prenda maggiormente in considerazione i moniti che provo a lanciare alla sua attenzione da più di un anno e mezzo a questa parte in merito all’adozione delle mascherine in tutti i luoghi al chiuso, più che altro per evitare di ritrovarci con gli stessi contagi del 2022.

Piccola nota di servizio aggiuntiva: la dottoressa di base della mia famiglia qui a Vasto è assente dal suo studio per più di una settimana ed io sono certo che è pe causa del COVID19 che si è presa da uno o da entrambi i suoi bambini che sono tornati a scuola da circa poco più di due mesi.

Mi rendo perfettamente conto che il Ministro alla Salute è lei non io, le decisioni ultime spettano giustamente a lei, ma si ricordi che se io decido periodicamente di scriverle, lo faccio per cercare di garantire non soltanto la salute mia e della mia famiglia, ma anche quella dell’intera comunità vastese in cui mi trovo e dove, nel Febbraio 2022, la sotto variante Omicron BA1 del COVID19 girava come una trottola, sia tra i dipendenti pubblici del Distretto Sanitario di Base che tra gli avventizi che entravano per sostenere le prestazioni sanitarie e questo in uno stato civile che si rispetti non dovrebbe essere mai permesso, specialmente all’interno di un luogo che costituisce un Presidio territoriale di Sanità Pubblica. A prescindere dalle decisioni che prendiamo signor Ministro, la tutela della salute è sacra, perché senza di essa non esiste nient’altro!

Certo di una sua forte considerazione in merito all’adozione del provvedimento che le chiedo di reintrodurre da mesi, attendo fiducioso riscontro in merito.

In fede e cordialità, distinti saluti.”

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

ATTIVITA’ MAGNETICA SOLARE NOVEMBRE 2023

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto