Day: 22 novembre 2023

TERREMOTO A L’AQUILA, DUE SCOSSE DI MAGNITUDO 3.6 E 3.7: GENTE IN STRADA

Gli epicentri sono stati localizzati rispettivamente a 3 km sud-ovest dal capoluogo abruzzese e a 3 km nord-est da Lucoli

The epicenters were located respectively 3 km south-west from the Abruzzo capital and 3 km north-east from Lucoli.

INGV – Istituto di Geofisica e Vulcanologia
https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/terremoto-l-aquila-gente-in-strada_73274206-202302k.shtml
https://terremoti.ingv.it/event/36939691
https://terremoti.ingv.it/event/36939801

Due scosse di terremoto sono state registrate dall’Ingv nella zona de L’Aquila.

Diverse persone hanno lasciato case e uffici per fuggire in strada. La prima scossa, di magnitudo 3.6 e a una profondità di 12,8 km, è stata avvertita alle 17:52; la seconda, di magnitudo 3.7 e a una profondità di 9,5 km, alle 17:53. Gli epicentri sono stati localizzati rispettivamente a 3 km sud-ovest dal capoluogo abruzzese e a 3 km nord-est da Lucoli (L’Aquila).

La prima scossa è stata registrata alle 17:52 con epicentro nell’area di Poggio di Roio, frazione dell’Aquila. La magnitudo registrata è 3.6 con profondità di 13 km. L’evento sismico è stato subito seguito da un altro evento di magnitudo 3.7 nella zona di Lucoli (comune alle porte del capoluogo), rilevato dalla rete INGV il minuto successivo con profondità 10 chilometri.

Nelle periferie e nelle frazioni ovest del capoluogo alcune persone sono uscite per strada, ma i due terremoti sono stati avvertiti distintamente anche nella zona est e nel centro storico. Numerosi i commenti sui social network.

Fonte: Tgcom24

English translate

Two earthquake shocks were recorded by the INGV in the L’Aquila area. Several people left homes and offices to flee to the streets. The first tremor, of magnitude 3.6 and at a depth of 12.8 km, was felt at 5.52 pm; the second, of magnitude 3.7 and at a depth of 9.5 km, at 5.53pm. The epicenters were located respectively 3 km south-west from the Abruzzo capital and 3 km north-east from Lucoli (L’Aquila). The first shock was recorded at 5.52pm with its epicenter in the area of ​​Poggio di Roio, a hamlet of L’Aquila. The recorded magnitude is 3.6 with depth of 13 km. The seismic event was immediately followed by another event of magnitude 3.7 in the Lucoli area (municipality on the outskirts of the main city), detected by the INGV network the following minute with a depth of 10 kilometers. In the suburbs and in the western hamlets of the capital some people went out onto the streets, but the two earthquakes were also distinctly felt in the eastern area and in the historic centre. Many comments on social networks.

https://terremoti.ingv.it/event/1895389
Sovrapposizione dei tre eventi sismici: cerchiato di rosso è il terremoto Big One di magnitudo 6.1 con epicentro a Poggio di Roio vicino L’Aquila avvenuto il 6 Aprile 2009 ore 3.32, mentre i due cerchiati di giallo sono gli eventi sismici minori di magnitudo 3.6 e 3.7, con epicentri rispettivamente a Poggio di Roio e Lucoli vicino L’Aquila, terremoti avvenuti il 22 Novembre 2023 alle ore 17.52 e 17.53.
Il possibile piano di faglia è quello che ho segnato in arancione e che attraversa i tre epicentri.
Giampaolo Giuliani, lo storico Direttore dell’Osservatorio Astronomico del Gran Sasso a L’Aquila e padre delle ricerche sui gas precursori sismici come il Radon, è morto il 26 Febbraio del 2022
https://www.rete8.it/cronaca/laquila-e-morto-giampaolo-giuliani-il-padre-delle-ricerche-sui-precursori-sismici/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

GLI ATTIVISTI DELLA RETE NO-MUOS MANIFESTANO A SIGONELLA CONTRO L’OFFENSIVA ISRAELIANA A GAZA

“Le vicende che incombono su Gaza in questi giorni – si legge in una nota – in cui le forze armate israeliane si accaniscono sui palestinesi e bombardano senza pietà ospedali, scuole, case civili, facendo una carneficina soprattutto di bambini, ci dimostrano l’intenzione del governo di Netanyahu di continuare la guerra, sacrificando di conseguenza le vite di altre migliaia di persone alla conquista di territori”

In foto l’ingresso della base americana di Sigonella
https://www.cataniatoday.it/cronaca/corteo-sigonella-contro-guerra-gaza.html

La comunità araba della Sicilia orientale ha organizzato per questa mattina, 19 novembre, una manifestazione davanti alla base americana di Sigonella, per protestare contro l’offensiva israeliana in corso a Gaza. Al sit in, che inizierà alle ore 11 ha aderito anche il coordinamento No-Muos. “La contro-offensiva che lo Stato israeliano continua a condurre nel territorio di Gaza sta provocando uno scempio umanitario. Le vicende che incombono su Gaza in questi giorni – si legge in una nota – in cui le forze armate israeliane si accaniscono sui palestinesi e bombardano senza pietà ospedali, scuole, case civili, facendo una carneficina soprattutto di bambini, ci dimostrano l’intenzione del governo di Netanyahu di continuare la guerra, sacrificando di conseguenza le vite di altre migliaia di persone alla conquista di territori. Sappiamo anche che gli israeliani si possono permette di fare impunemente questo massacro perché hanno le spalle coperte dagli Stati Uniti d’America che li ha sempre usati come cani da guardia per difendere i propri interessi economici e di egemonia nel Medio Oriente. Gli stessi Stati Uniti che hanno trasformato la Sicilia nella loro portaerei sul Mediterraneo e contro cui lottiamo da decenni per smantellare l’apparato bellico che hanno installato. Dalle parabole del Muos a Niscemi ai droni killer che partono dalla base di Sigonella, il nostro territorio diventa centrale nelle guerre imperialiste che gli Usa e l’apparato politico-militare internazionale conducono in Medio Oriente e in ogni altra parte del mondo. Ecco perché – concludono gli attivisti No Muos – siamo convinti che continuare la lotta contro il Muos sia il miglior modo per solidarizzare con il popolo palestinese e con gli israeliani che si oppongono al progetto genocida perpetrato dal governo israeliano”.

Fonte: Catania Today

Cos’è il MUOS

https://www.nomuos.info/cose-il-muos/

La stazione di telecomunicazioni di Niscemi (Caltanissetta) è attiva dal 1991. Si tratta di una delle infrastrutture militari più estese del territorio italiano: 1.660.000 metri quadri di terreni boschivi e agricoli, entrati nel settembre 1988 nella disponibilità del Demanio pubblico dello Stato – Ramo Difesa Aeronautica Militare, dopo l’acquisizione dalla Olmo S.p.A. di Catania.
La Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi assicura le comunicazioni supersegrete delle forze di superficie, sottomarine, aeree e terrestri e dei centri C4I (Command, Control, Computer, Communications and Intelligence) della Marina militare Usa. Un’infrastruttura ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi, come scritto nell’Accordo tecnico tra il Ministero della difesa e il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d’America riguardante le installazioni in uso alle forze USA di Sigonella, firmato a Roma il 6 aprile del 2006 dall’ammiraglio N. G. Preston, comandante US Navy per la regione europea e dal generale Mario Marioli dell’esercito italiano. Come si legge nell’accordo, l’uso esclusivo «significa l’utilizzazione dell’infrastruttura da parte della forza armata di una singola Nazione, per la realizzazione di attività relative alla missione e/o a compiti assegnati a detta forza dallo Stato che l’ha inviata». A esplicitare ulteriormente la piena sovranità di Washington, la tabella annessa all’accordo con l’elenco delle infrastrutture di «proprietà ed uso esclusivo» USA a Niscemi: il sito di trasmissione e l’antenna a microonde; l’Helix House e l’antenna a bassa frequenza LF; un magazzino di stoccaggio; un edificio per la protezione antincendio; un serbatoio d’acqua; un’officina di manutenzione elettronica; 37 antenne ad alta frequenza HF.
Le onde emesse dalle stazione coprono tutto lo spettro compreso tra le UHF e le VHF (Ultra and Very High Frequency – ultra e altissime frequenze, dai 30 MHz ai 3000 MHz, utilizzate per le comunicazioni radio con aerei e satelliti), alle ELF – VLF – LF (Extremely and Very Low Frequency – frequenze estremamente basse e bassissime, dai 300 Hz a 300kHZ), queste ultime in grado di penetrare in profondità le acque degli oceani e contribuire alle comunicazioni con i sottomarini a capacità e propulsione nucleare. A seguito della chiusura della stazione di Keflavik (Islanda), nel settembre 2006 è stato installato a Niscemi un Sistema “addizionale” di processamento e comunicazione automatico e integrato (ISABPS) che consente tutte le funzioni di collegamento in bassa frequenza con i sottomarini strategici (Atlantic Low Frequency Submarine Broadcast).
Attualmente all’interno dell’infrastruttura fervono i preparativi per l’installazione di uno dei quattro terminali terrestri al mondo del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari MUOS (Mobile User Objective System) della Marina militare degli Stai Uniti d’America (US Navy). Il terminale si comporrà di tre grandi antenne paraboliche dal diametro di 18,4 metri, funzionanti in banda Ka per le trasmissioni verso i satelliti geostazionari e di due trasmettitori elicoidali in banda UHF (Ultra High Frequency), di 149 metri d’altezza, per il posizionamento geografico. Mentre le maxi-ante trasmetteranno con frequenze che raggiungeranno valori compresi tra i 30 e i 31 GHz, i due trasmettitori elicoidali avranno una frequenza di trasmissione tra i 240 e i 315 MHz.
Il terminale terrestre di Niscemi, nelle intenzioni del Pentagono, dovrà assicurare il funzionamento dell’ultima generazione della rete satellitare in UHF (altissima frequenza) che collegherà tra loro i Centri di Comando e Controllo delle forze armate Usa, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento, i missili Cruise e i Global Hawk (UAV-velivoli senza pilota), ecc..
Al progetto siciliano, la Us Navy ha destinato oltre 43 milioni di dollari, 13 dei quali per la predisposizione dell’area riservata alla stazione terrestre, del centro di controllo, dei megageneratori elettrici e di un deposito di gasolio; 30 milioni di dollari per gli shelter e l’acquisto delle attrezzature tecnologiche del sistema MUOS.
Originariamente la base prescelta per il terminal del nuovo sistema satellitare era quella di Sigonella, la principale stazione aeronavale della Marina militare degli Stati Uniti nel Mediterraneo. Poi, la Us Navy ha deciso di dirottare l’impianto terrestre presso la vicina stazione di Niscemi. Il cambio di destinazione è stato dettato dalle risultanze di uno studio sull’impatto delle onde elettromagnetiche generate dalle grandi antenne del MUOS, elaborato da AGI – Analytical Graphics, Inc., importante società con sede a Exton, Pennsylvania, in collaborazione con la Maxim Systems di San Diego, California. Lo studio, denominato “Sicily RADHAZ Radio and Radar Radiation Hazards Model”, è consistito nell’elaborazione di un modello di verifica dei rischi di irradiazione elettromagnetica sui sistemi d’armi, munizioni, propellenti ed esplosivi ospitati nello scalo aeronavale siciliano (HERO – Hazards of Electromagnetic to Ordnance). La simulazione informatica del modello ha condotto ad un inatteso “No” all’ipotesi di utilizzo della base di Sigonella.
“Il modello Radhaz Sicilia – si legge sul sito internet dell’AGI – è stato implementato con successo a Sigonella, giocando un ruolo significativo nella decisione di non usare il sito per il terminale terrestre MUOS e di trovare una nuova destinazione”. Anche Filippo Gemma, amministratore di Gmspazio Srl di Roma (società che rappresenta in Italia la statunitense AGI), ha confermato l’esito negativo dello studio sull’impatto elettromagnetico. Nel corso di un’intervista a RaiNews 24, trasmessa il 22 novembre 2007 durante lo speciale “Base Usa di Sigonella. Il pericolo annunciato”, Gemma ha dichiarato che “una delle raccomandazioni di AGI era che questo tipo di trasmettitore non dovesse essere installato in prossimità di velivoli dotati di armamento, i cui detonatori potessero essere influenzati dalle emissioni elettromagnetiche del trasmettitore stesso”. I ricercatori hanno cioè accertato che le fortissime emissioni elettromagnetiche possono avviare la detonazione degli ordigni presenti nella base militare.
La gravità e le incongruenze degli sudi che hanno spianato la strada alla concessione delle autorizzazioni del MUOS hanno spinto l’Amministrazione comunale di Niscemi ad affidare al Politecnico di Torino un’Analisi dei rischi del Mobile User Objective System presso il Naval Radio Transmitter Facility di contrada Ulmo. Il rapporto, presentato il 4 novembre 2011 dai professori Massimo Zucchetti (ordinario di Impianti nucleari del Politecnico e research affiliate del MIT – Massachusetts Institute of Thecnology) e Massimo Coraddu (consulente esterno del Dipartimento di energetica), ha rilevato l’insostenibilità ambientale del nuovo impianto e le “gravi carenze” degli studi effettuati dagli statunitensi. “Nella valutazione redatta dalla US Navy nel 2008 – scrivono Zucchetti e Coraddu – non viene neppure esaminato quello che probabilmente è il peggiore dei rischi possibili: un incidente che porti all’esposizione accidentale al fascio di microonde, pericolosissimo e potenzialmente letale, anche per brevi esposizioni, a distanze inferiori a circa 1 Km».
“Nonostante gli scarni dati disponibili – aggiungono i due ricercatori – con la realizzazione delle nuove antenne si verificherà un incremento medio dell’intensità del campo in prossimità delle abitazioni più vicine pari a qualche volt per metro rispetto al livello esistente, con la possibilità del verificarsi di punti caldi, con un incremento del campo nettamente superiore. C’è poi il rischio di effetti acuti legati all’esposizione diretta al fascio emesso dalle parabole MUOS in seguito a malfunzionamento o a un errore di puntamento. I danni alle persone accidentalmente esposte a distanze inferiori ai 20 Km saranno gravi e permanenti, con conseguente necrosi dei tessuti”.
Le onde elettromagnetiche avranno pesantissimi effetti pure sul traffico aereo nei cieli siciliani e in particolare sul vicino aeroporto di Comiso, prossimo all’apertura. “La potenza del fascio di microonde del MUOS è senz’altro in grado di provocare gravi interferenze nella strumentazione di bordo di un aeromobile che dovesse essere investito accidentalmente”, spiegano Zucchetti e Coraddu. “Gli incidenti provocati dall’irraggiamento di aeromobili distanti anche decine di Km. sono eventualità tutt’altro che remote e trascurabili ed è incomprensibile come non siano state prese in considerazione dagli studi progettuali. I rischi d’interferenza investono potenzialmente tutto il traffico aereo della zona circostante il sito d’installazione del MUOS. Nel raggio di 70 Km si trovano ben tre scali aerei: Comiso, a poco più di 19 Km dalla stazione di Niscemi, e gli aeroporti militare di Sigonella e civile di Fontanarossa (Catania), che si trovano rispettivamente a 52 Km e a 67 Km”. Sigonella, tra l’altro, è oggetto delle pericolosissime operazioni di atterraggio e decollo dei velivoli da guerra senza pilota Global Hawk, Predator e Reaper a disposizione delle forze armate USA e NATO.
Ad oggi, del sistema mondiale MUOS si è visto ben poco. Il lancio in orbita del primo satellite è avvenuto solo 24 febbraio 2012, ventiquattro mesi in ritardo rispetto ai cronogrammi progettuali. Secondo quanto era previsto in origine, entro la fine dell’anno in corso dovevano entrare in funzione i quattro terminali a terra: uno alle Hawaii; uno a Norfolk, Virginia; uno in Australia e il quarto a Niscemi. Inoltre, le gigantesche antenne dovevano essere puntate e comunicanti con due dei quattro satelliti geostazionari programmati. Si è però verificato un impressionante numero di “imprevisti” tecnici, sono falliti numerosi test, sono state aggiunte soluzioni alternative per le apparecchiature terrestri e spaziali ed è stato modificato il link con la più potente centrale di spionaggio planetario, la NSA – National Security Agency USA. Alla fine si è pure scoperto un macroscopico errore progettuale: i quattro satelliti previsti erano insufficienti a garantire la copertura di tutti i continenti. E i produttori si sono dovuti presentare al Congresso per chiedere un finanziamento straordinario di 340 milioni di dollari per realizzarne un quinto.
Stando ai programmi rivisti e corretti, le infrastrutture terrestri saranno pienamente funzionanti solo entro il primo trimestre 2013, mentre i satelliti verranno lanciati in ordine uno all’anno (il secondo entro la fine del 2012, il terzo nel 2013, il quarto nel 2014, l’ultimo entro l’ottobre del 2015). Il programma MUOS è stato affidato nel 2002 alla Lockheed Martin, la più potente delle compagnie USA del comparto difesa, produttrice dei famigerati cacciabombardieri F-35, oltre 126.000 dipendenti e un fatturato annuo di 45,8 miliardi di dollari. In qualità di prime contractor, la controllata Lockheed Martin Space Systems di Sunnyvale (California) ha il compito di progettare e realizzare quasi tutte le componenti e le apparecchiature dei sistemi terrestri e satellitari. Alla realizzazione del sistema MUOS partecipano pure General Dynamics C4 Systems (Scottsdale, Arizona), chiamata ad installare le mega-antenne satellitari e a curare il collegamento tra i quattro distinti segmenti terrestri; Boeing Defense Space and Security (El Segundo, California), per la messa in funzione e la verifica di compatibilità del sistema; Harris Corporation (Melbourne, Florida) per la fornitura della rete dei riflettori; la filiale texana della svedese Ericsson per la costruzione di alcune porzioni del segmento integrato terrestre.
Il costo complessivo del MUOS è ancora un mistero. In alcuni documenti ufficiali si fa riferimento a una spesa complessiva di 3,26 miliardi di dollari. Un dato a cui non crede assolutamente il Government Accountaibility Office (GAO), la Corte dei Conti degli Stati Uniti d’America, che in un report del marzo 2011 sui sistemi d’arma in via di acquisizione dal Pentagono ha stimato un costo finale non inferiore ai 6 miliardi e 830 milioni di dollari, salvo altri colpi di scena.
L’iter di realizzazione del terminale terrestre MUOS a Niscemi prende il via il 27 settembre 2005, quando l’Ambasciata USA di Roma invia al Ministero della difesa italiano la richiesta del Comando di NAVFAC Europe and South West Asia (Napoli-Capodichino) d’installare nella grande stazione aeronavale di Sigonella uno dei terminali terrestri del nuovo sistema satellitare. Nonostante si tratti di un programma altamente strategico, di proprietà delle forze armate statunitensi, le caratteristiche e le implicazioni del sistema MUOS non vengono discusse in Consiglio dei ministri, né il Ministero della difesa sente il dovere di presentarlo in Parlamento. A valutare la scarna documentazione è chiamato il III reparto – Politica militare e pianificazione dello Stato Maggiore della difesa (Roma) che il 9 marzo 2006 dà la propria autorizzazione.
Intanto la Marina degli Stati Uniti, preoccupata dei possibili effetti negativi delle microonde del MUOS sul traffico aereo militare, aveva deciso di dirottare il nuovo impianto di telecomunicazioni nella stazione NRTF – Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi e informava il comandante del 41° Stormo dell’Aeronautica italiana di stanza a Sigonella, che a sua volta inoltrava a Roma la scheda relativa al nuovo progetto di Niscemi, annotando che l’Aeronautica non aveva «nulla contro per quanto concerne il posizionamento del MUOS, fermo restando le opportune verifiche di impatto tecnico-strumentale ed ambientale». Il 31 ottobre 2006 la Direzione generale dei lavori e del demanio del Ministero della difesa approvava in via definitiva la richiesta del Comando US Navy, precisando che «lo Stato Maggiore della Difesa ha espresso il non interesse delle Forze Armate italiane alla futura acquisizione delle opere in caso di dismissione statunitense». Restava solo da ottenere le autorizzazioni da parte della Regione Siciliana, in quanto i lavori per l’installazione delle nuove antenne avrebbero interessato un’area di 2.509 m2 ricadente in zona B della riserva naturale “Sughereta” di Niscemi, Sito di Importanza Comunitaria (SIC), rientrante – secondo il manuale delle linee guida per la gestione dei Siti Natura 2000 del Ministero dell’ambiente – nella tipologia «a dominanza di querceti mediterranei».
Il 24 gennaio 2007, il comando dell’Aeronautica militare di Sigonella inoltrava il progetto MUOS all’Assessorato regionale territorio e ambiente. Dopo il rilascio di un’autorizzazione di massima da parte del Servizio per i beni paesaggistici naturali ed urbanistici della Regione, nell’attesa del progetto esecutivo e dalla relazione paesaggistica, il 14 giugno 2007 l’Assessorato competente inviava copia del documento all’allora sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino.
Il 3 aprile 2008, l’Assessorato territorio e ambiente della Regione provvedeva a trasmettere al Comune di Niscemi copie dei progetti del sistema di trasmissione satellitare e per un «nuovo impianto per mitigazione dei problemi di erosione superficiale e protezione dagli incendi nell’area della postazione radiotrasmittenti della Marina Statunitense». Un mese e mezzo più tardi, il Comune riceveva dall’Aeronautica militare la relazione paesaggistica e la valutazione di incidenza ambientale predisposta dal Comando US Navy. Il 9 settembre 2008, fu convocata a Palermo una conferenza di servizi, a cui parteciparono pure due funzionari del Comune di Niscemi, che espresse all’unanimità parere favorevole sulla compatibilità ambientale del MUOS.
Sotto la spinta delle crescenti mobilitazioni popolari, l’Amministrazione comunale affidò a tre professionisti siciliani (Donato La Mela Veca, Tommaso La Mantia e Salvatore Pasta), l’incarico di studiare i possibili impatti del MUOS sulla flora e la fauna dell’importante area protetta “Sughereta”. La relazione fu consegnata il 10 ottobre 2009 e convinse il sindaco di Niscemi a disporre l’annullamento in autotutela dell’autorizzazione ambientale rilasciata l’anno prima. La relazione tecnica definì incompleta e di scarsa attendibilità la valutazione d’incidenza ambientale presentato dalla Marina militare statunitense, mentre la documentazione allegata fu bocciata perché discordante, insufficiente e inadeguata e nel progetto furono individuate gravi lacune ed omissioni.
Ciononostante i lavori furono affidati sin dalla primavera del 2008 ad un consorzio d’imprese denominato Team MUOS Niscemi, guidato dalla Gemmo S.p.A. di Arcugnano (Vicenza), ma sono iniziati solo dopo il parere favorevole dell’Assessorato regionale al territorio ed ambiente, emesso l’1 giugno 2011 senza tenere minimamente conto delle norme di attuazione previste dal Piano territoriale paesistico della Provincia di Caltanissetta per la riserva naturale di Niscemi. «Abbiamo rilevato alcune problematiche sulla conduzione delle opere di sbancamento», denunciano i rappresentanti del Movimento No MUOS. «Negli elaborati grafici del progetto, la dislocazione delle piattaforme per le antenne non corrisponde con quelle in costruzione. Nelle tavole le basi erano disposte lungo una direttrice nord-sud, mentre la loro realizzazione è in direzione est-ovest. Non sappiamo se siano mai state approvate varianti in corso d’opera al progetto. Se non è così, i lavori non sono coerenti con le autorizzazioni rilasciate. Di sicuro questa modifica, per il profilo del terreno, ha comportato un maggiore volume di terra movimentata e di conseguenza un più pesante impatto sull’ambiente e il territorio. È perfettamente visibile, poi, la distruzione di essenze arboree tutelate. La scomparsa di parte della macchia mediterranea è provata anche dalle foto satellitari in nostro possesso, scattate prima dell’inizio dei lavori».
«L’entità delle trasformazioni in atto denotano una gravissima manomissione dell’ambiente con l’aggravante di esplicarsi a danno di un’area protetta di interesse internazionale», commenta amaramente il responsabile del C.E.A. di Niscemi, Salvatore Zafarana. «Nei suoli interessati dalla megastruttura è stato stroncato un processo di successione ecologica positivo che aveva portato alla colonizzazione dei suoli sabbiosi e steppici con specie cespugliose di gariga mediterranea. La superficie destinata ad accogliere il MUOS, unita a quella occupata dalle 41 antenne erette a partire dagli anni ‘90, hanno vanificato ogni possibilità di collegamento delle aree boscate più meridionali di contrada Pisciotto con quelle più a nord di Apa, Ulmo e Vituso e con il residuo bosco di Carrubba ad est. Ad essere definitivamente compromessi sono i lotti boscati di Mortelluzzo e Valle Porco, di limitate estensioni ma di indiscusso pregio naturalistico e paesaggistico».
Ai danni ambientali si è aggiunto l’aggiramento dei protocolli istituzionali in tema di legalità e opere pubbliche. Con l’avvio dei lavori, è comparsa come subappaltatrice la “Calcestruzzi Piazza Srl”, società sotto osservazione da parte degli organi inquirenti per presunte contiguità criminali.
Secondo il senatore Giuseppe Lumia (Pd) che il 14 febbraio 2012 ha presentato una specifica interrogazione ai Ministri della difesa e dell’interno, “la Calcestruzzi Piazza ha come amministratore unico Concetta Valenti, il cui marito convivente è Vincenzo Piazza, che, in base ad indagini della Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Caltanissetta nonché ad altri elementi info-investigativi segnalati dalle Forze dell’ordine, apparirebbe fortemente legato al noto esponente mafioso del clan Giugno-Arcerito, Giancarlo Giugno, attualmente libero a Niscemi”.
Il senatore Lumia rileva che nel corso dell’indagine Atlantide-Mercurio della procura antimafia di Caltanissetta (gennaio 2009) “sono emersi contatti del Piazza con esponenti mafiosi» che «evidenziano ingerenze e condizionamenti di Cosa nostra nell’appalto per i lavori di recupero, consolidamento e sistemazione a verde dell’area sottostante il Belvedere, commissionati dal Comune di Niscemi”. Il 7 novembre 2011, la Prefettura di Caltanissetta ha reso noto che dopo le verifiche disposte dalle normative in materia di certificazione antimafia, “sono emersi elementi tali da non potere escludere la sussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi della sopracitata società”. Alla base del pronunciamento prefettizio, i contenuti di un rapporto della Divisione Polizia anticrimine della Questura di Caltanissetta del 6 ottobre 2011, e di quello della Sezione Criminalità organizzata della stessa Questura del 27 dicembre 2010.
A seguito dell’intervento prefettizio, il 25 novembre 2011 il dirigente dell’Area servizi tecnici della Provincia regionale di Caltanissetta ha sospeso la “Calcestruzzi Piazza” dall’Albo delle imprese per le procedure di cottimo-appalto. Venti giorni dopo anche il capo ripartizione per gli Affari generali del Comune di Niscemi ha disposto l’esclusione della società dall’elenco dei fornitori e dall’Albo delle imprese di fiducia. I Piazza hanno presentato ricorso al TAR di Palermo che ha però confermato la legittimità dei provvedimenti adottati dagli enti locali.

Scheda preparata dal peace researcher Antonio Mazzeo per conto della Delegazione di sindaci e rappresentanti dei Comitati No MUOS in audizione a Roma (11 settembre 2012) davanti alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati e del Comitato d’inchiesta sull’uranio impoverito del Senato della Repubblica.

Fonte: Comitato No MUOS Niscemi, Sicilia Italia

https://www.nomuos.info/cose-il-muos/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

ALESSIO BRANCACCIO SCRIVE LA SUA TERZA MAIL PEC ALL’INDIRIZZO DEL MINISTRO ALLA SALUTE ORAZIO SCHILLACI PER CHIEDERGLI LA REINTRODUZIONE ALL’USO DELLE MASCHERINE FFP2 IN TUTTI I LUOGHI AL CHIUSO

Alessio Brancaccio, tecnico ambientale dell’Università di L’Aquila ed allievo del Prof. Aldo Domenicano vs Ministro alla Salute del Governo Meloni Dott. Orazio Schillaci, atto terzo su obbligo uso mascherine FFP2 in tutti i luoghi al chiuso per scongiurare il nuovo aumento dei contagi in Italia

All’attenzione del Ministro alla Salute Dott. Orazio Schillaci,

Buonasera signor Ministro, sono di nuovo il Dott. Alessio Brancaccio, da Vasto in provincia di Chieti, che attualmente è la peggiore provincia di tutto l’Abruzzo per numero di contagi, considerando i dati contenuti nell’ultimo Monitoraggio settimanale COVID19 dell’Istituto Superiore di Sanità, il bollettino numero 27 in uscita e relativo alla settimana 11-17 Novembre.

Come evincerà lei stesso dai dati in suo possesso, c’è stato un incremento dei contagi da COVID19 del 26% (34314 casi rispetto a 26855 della settimana precedente) e l’incidenza ogni 100 mila abitanti è passata da 46 a 58 casi ed in costante aumento, dopo la riapertura degli Istituti Scolastici e considerando l’arrivo dell’inverno sempre più alle porte. L’Rt passa da 0.83 a 0.93 anche se resta sotto la soglia pandemica. La sotto variante Omicron circolante e dominante in Italia con il 51% dei casi al momento è la Eris EG5 pertanto, alla luce delle seguenti considerazioni, la invito al più presto non solo ad accelerare le vaccinazioni dei soggetti fragili, ma a considerare fortemente e seriamente la reintroduzione dell’obbligo relativo all’uso delle mascherine FFP2 in tutti i luoghi di aggregazione al chiuso, non confinandolo soltanto a tutte le strutture sanitarie nazionali. Se vuole un mio modesto parere in merito, credo che la situazione sia destinata solo che a peggiorare, se si continuasse imperterritamente a non considerare l’adozione di tale provvedimento, considerando che quasi nessuna delle persone già vaccinate a tre dosi, non si stanno per niente recando nei centri vaccinali per sottoporsi a quarta dose di richiamo, anziani over 80 compresi, per cui temo che di questo passo cominceremo di nuovo a contare i morti per strada, soprattutto tra gli anziani over 70 ed over 80, i quali non usano affatto le mascherine né per entrare negli ospedali, in tutte le altre strutture sanitarie come ambulatori ed RSA, ma anche nelle farmacie, nei supermercati e nei bar, per non parlare di uffici pubblici, scuole, biblioteche, cinema, teatri ed altri luoghi di aggregazione pubblica.

Sono uno scienziato accademico anch’io come lei, certo magari non al suo livello, ma conosco bene il mondo universitario quasi quanto lei, dal momento che si sono romano, ma mi sono laureato in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente nel Polo Didattico di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali (MM.FF.NN.) di Coppito, presso l’Università degli Studi di L’Aquila che per qualità della formazione dei propri studenti, io ritengo non sia affatto seconda a quella della Sapienza di Roma o di altre università romane, senza offesa! Pur non essendo un medico che ha scritto trattati scientifici, essendo un atleta sportivo conosco molto bene il corpo umano e gli effetti che la malattia del COVID19 mi ha dato personalmente ed alla mia famiglia, pertanto ritengo che continuare ad affermare che il COVID19 ormai è endemico come un’influenza, se mi permette è soltanto da irresponsabili, perché non per tutti è stato così!

Invece di continuare a trasmettere i miei messaggi all’URP, trasformandoli in lettere morte come se fossi il seccatore seriale di turno, prenda maggiormente in considerazione i moniti che provo a lanciare alla sua attenzione da più di un anno e mezzo a questa parte in merito all’adozione delle mascherine in tutti i luoghi al chiuso, più che altro per evitare di ritrovarci con gli stessi contagi del 2022.

Piccola nota di servizio aggiuntiva: la dottoressa di base della mia famiglia qui a Vasto è assente dal suo studio per più di una settimana ed io sono certo che è pe causa del COVID19 che si è presa da uno o da entrambi i suoi bambini che sono tornati a scuola da circa poco più di due mesi.

Mi rendo perfettamente conto che il Ministro alla Salute è lei non io, le decisioni ultime spettano giustamente a lei, ma si ricordi che se io decido periodicamente di scriverle, lo faccio per cercare di garantire non soltanto la salute mia e della mia famiglia, ma anche quella dell’intera comunità vastese in cui mi trovo e dove, nel Febbraio 2022, la sotto variante Omicron BA1 del COVID19 girava come una trottola, sia tra i dipendenti pubblici del Distretto Sanitario di Base che tra gli avventizi che entravano per sostenere le prestazioni sanitarie e questo in uno stato civile che si rispetti non dovrebbe essere mai permesso, specialmente all’interno di un luogo che costituisce un Presidio territoriale di Sanità Pubblica. A prescindere dalle decisioni che prendiamo signor Ministro, la tutela della salute è sacra, perché senza di essa non esiste nient’altro!

Certo di una sua forte considerazione in merito all’adozione del provvedimento che le chiedo di reintrodurre da mesi, attendo fiducioso riscontro in merito.

In fede e cordialità, distinti saluti.”

English translate

Dr. Orazio Schillaci, Good evening Minister, I am Dr. Alessio Brancaccio again, from Vasto in the province of Chieti, which is currently the worst province in the whole of Abruzzo in terms of number of infections, considering the data contained in the latest COVID19 weekly monitoring of the Higher Institute of Health, bulletin number 27 coming out and relating to the week 11-17 November. As you yourself will see from the data in your possession, there was an increase in COVID19 infections of 26% (34314 cases compared to 26855 the previous week) and the incidence per 100 thousand inhabitants went from 46 to 58 cases and in constant increase, after the reopening of schools and considering the arrival of winter that is increasingly upon us. The Rt goes from 0.83 to 0.93 even if it remains below the pandemic threshold. The Omicron sub-variant circulating and dominant in Italy with 51% of cases at the moment is the Eris EG5 therefore, in light of the following considerations, I invite you as soon as possible not only to accelerate the vaccinations of fragile subjects, but to strongly and seriously consider the reintroduction of the obligation to use FFP2 masks in all indoor gathering places, not limiting it only to all national health facilities. If you want my modest opinion on the matter, I believe that the situation is only destined to get worse if we continue undauntedly not to consider the adoption of this measure, considering that almost none of the people already vaccinated with three doses are about to nothing by going to vaccination centers to undergo the fourth booster dose, including elderly people over 80, so I fear that at this rate we will start to count road deaths again, especially among elderly people over 70 and over 80, who do not use at all masks nor to enter hospitals, all other health facilities such as clinics and RSA, but also in pharmacies, supermarkets and bars, not to mention public offices, schools, libraries, cinemas, theaters and other places of public gathering.

I too am an academic scientist like you, certainly perhaps not at your level, but I know the university world almost as well as you, since I am Roman, but I graduated in Environmental Sciences and Technologies in the Educational Center of Mathematical, Physical and Natural Sciences (MM.FF.NN.) of Coppito, at the University of L’Aquila which, in terms of the quality of the education of its students, I believe is in no way second to that of the Sapienza University of Rome or other Roman universities, no offense! Although I am not a doctor who has written scientific treatises, being a sports athlete I know the human body very well and the effects that the COVID19 disease has given me personally and my family, therefore I believe that continuing to affirm that COVID19 is now endemic like a flu, if you’ll allow me, it’s only irresponsible, because it hasn’t been like this for everyone! Instead of continuing to transmit my messages to the URP, turning them into dead letters as if I were the serial annoyance on duty, take more into consideration the warnings that I have been trying to bring to your attention for more than a year and a half now on this matter to the adoption of masks in all indoor places, above all to avoid finding ourselves with the same infections as in 2022. Small additional service note: my family’s primary care doctor here in Vasto is absent from her office for more than a week and I am certain that it is due to the COVID19 that she caught from one or both of her children who are returned to school just over two months ago.

I fully realize that you are the Minister of Health, not me, the final decisions rightly belong to you, but remember that if I decide periodically to write to you, I do so to try to guarantee not only my health and that of my family, but also that of the entire Vasto community in which I am and where, in February 2022, the Omicron BA1 sub-variant of COVID19 was spinning like a top, both among the public employees of the Basic Health District and among the temporary workers who came in to support the services health services and this in a self-respecting civil state should never be allowed, especially within a place that constitutes a territorial public health unit. Regardless of the decisions we make, Mr. Minister, health protection is sacred, because without it nothing else exists! Certain of your strong consideration regarding the adoption of the provision that I have been asking you to reintroduce for months, I await confident feedback on this matter. In faith and cordiality, best regards.”

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto