Ecologia

LA FOTOSINTESI E’ A RISCHIO? COSA SAPPIAMO DEGLI EFFETTI DEL RISCALDAMENTO GLOBALE SULLE PIANTE

di Paola Arosio

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2023/09/18/news/fotosintesi_a_rischio_causa_cambiamenti_climatici-414478820/

Un esperimento condotto nelle foreste di Sud America, Africa e Sud-Est asiatico dimostra che l’attività vitale della vegetazione rischia di essere compromessa quando il fogliame raggiunge i 46,7°C

18 SETTEMBRE 2023 ALLE 03:00

Deforestazione, incendi, siccità sono i principali nemici delle foreste tropicali, il polmone verde del nostro pianeta. A queste minacce si aggiunge ora una nuova insidia: il riscaldamento globale, che potrebbe mettere a rischio la fotosintesi, processo attraverso il quale le piante convertono anidride carbonica, luce del sole, acqua in energia necessaria per crescere, fissando il carbonio nelle foglie, negli steli, nelle radici. Un’attività vitale, che rischia di essere compromessa quando il fogliame raggiunge i 46,7 gradi.


In un recente studio pubblicato su Nature, un gruppo internazionale di scienziati ha misurato le temperature raggiunte nella parte superiore delle chiome degli alberi, esposte direttamente ai raggi solari, nelle foreste di Sud America, Africa, Sud-Est asiatico. La rilevazione è stata effettuata combinando i dati derivanti dall’Ecosystem spaceborne thermal radiometer experiment on space station (Ecostress), un satellite della Nasa, che possiede un’elevata risoluzione spaziale e temporale, a 400 chilometri dalla Terra, e le osservazioni effettuate sul campo, applicando appositi sensori al fogliame. “Ci siamo focalizzati non sulle temperature medie, ma sugli estremi. E abbiamo scoperto che le prime si aggirano intorno ai 34 gradi, mentre i picchi superano i 40 gradi”, rendo noto Christopher Doughty, professore di eco-informatica alla Northern Arizona University e uno degli autori della ricerca.


Dall’analisi è emerso che lo 0,01% delle foglie supera, almeno una volta all’anno, la soglia di temperatura critica con danni irreversibili alla capacità di fotosintesi. “Quando ciò accade le foglie imbruniscono, i loro pori si chiudono e la traspirazione si riduce, impedendo loro di raffreddarsi. Fino a che sopraggiunge la morte”, spiega Martijn Slot, eco-fisiologo vegetale allo Smithsonian Tropical Research Institute di Panama, che ha firmato lo studio.
 

L’attuale percentuale, sebbene esigua, potrebbe aumentare. I ricercatori hanno svolto, in proposito, tre esperimenti, uno in Brasile, un altro in Australia, un altro ancora a Porto Rico, in cui foglie e rami sono stati riscaldati per valutare gli effetti. È stata così evidenziata una relazione non lineare tra l’aumento della temperatura dell’aria e l’incremento di quella delle foglie. Per esempio, una crescita della temperatura atmosferica di 2-3-4 gradi mostra un innalzamento della temperatura delle foglie rispettivamente di 8,1-6,1-8 gradi. Secondo il modello, se l’aria dovesse innalzarsi di circa 4 gradi, l’1,4% delle foglie supererebbe il livello critico, causando potenzialmente un’ampia perdita di fogliame e la morte dell’albero.


“Il rischio è significativo se si considera che le foreste tropicali coprono circa il 12% della superficie del pianeta e ospitano una moltitudine di specie”, afferma Doughty. Altri esperti sono più cauti. Chloe Brimicombe, scienziata del clima all’Università di Graz, in Austria, afferma che, “considerato il numero limitato di foglie che raggiungono la temperatura critica e l’elevato riscaldamento che sarebbe necessario raggiungere prima di provocare un danno su vasta scala, le foreste tropicali dovrebbero essere, almeno in teoria, abbastanza resilienti al cambiamento climatico”.
 

Un plauso al lavoro svolto viene dal Centro di ricerca tedesco per le geoscienze di Potsdam, dove la ricercatrice Viola Heinrich, non coinvolta nello studio, sostiene che “l’analisi è approfondita” e i dati “sono precisi, il che corrobora la validità dei risultati complessivi e le loro implicazioni”. Di parere analogo è Stephanie Pau, scienziata alla Florida State University, che ribadisce che la ricerca è “innovativa e preziosa”, svolta “con una metodologia solida”.

Gli autori concludono che, nonostante le incertezze, lo studio fornisce spunti importanti, da tenere in considerazione. Joshua Fisher, scienziato del clima alla Chapman University, in California, coinvolto nel lavoro, chiosa: “è importante rilevare un fenomeno critico prima che si diffonda, quando ancora possiamo agire”. Il futuro degli alberi (e dell’intero pianeta) è nelle nostre mani.

Fonte: Repubblica

La #fotosintesi è a rischio? Cosa sappiamo degli effetti del #riscaldamentoglobale sulle #piante #Repubblica

https://x.com/bralex84/status/1704427482466722065

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

ALLARME FORMICA DI FUOCO IN ITALIA: “HA UN PUNGIGLIONE VELENOSO E PUO’ DEVASTARE NON SOLO I CAMPI, MA ANCHE FILI E MACCHINARI ELETTRICI”

La formica di fuoco sarebbe la “la quinta specie invasiva per danni economici causati nel mondo” e solo negli Stati Uniti si stimano ogni anno danni per  “6 miliardi di dollari”
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/09/12/allarme-formica-di-fuoco-in-italia-ha-un-pungiglione-velenoso-e-puo-devastare-non-solo-i-campi-ma-anche-fili-e-macchinari-elettrici/7289090/

Si tratterebbe della formica “invincibile”, ma anche questa volta ci pieghiamo alla narrazione generale, e terroristica, che la vuole “di fuoco”. Parliamo della Solenopsis invicta, una formica della sottofamiglia delle Myrmicinae, dal colorito bruno rossastro, con una lunghezza per le operaie che va dai 2 ai 4 millimetri. La peculiarità di queste formiche è però quella da cui deriva il suo nuovo nome, perché questi insetti sono dotati di un pungiglione velenoso che provoca punture dolorose simili alla scottatura di quella che viene definitiva una piccola fiamma. Da qui, l’appellativo “di fuoco”.

Quando invece la peculiarità di queste formiche, sorta di rango elevato della loro sottofamiglia, è il fatto che siano notevolmente tenaci e forzute tanto da devastare non solo campi coltivati, ma addirittura fili e macchinari elettrici nel caso vi si infilino dentro. Insomma, per la sua funzione naturale una formica pronta geneticamente a farsi largo e permanere nei secoli; mentre per gli esseri umani del nostro evo in disfacimento un pericolo mostruoso. Infatti, tracce enormi della formica di fuoco sono state rilevate definitivamente nell’area attorno a Siracusa, in Sicilia, quando invece sono originarie del Sud America.

In meno di un secolo grazie al commercio umano sono arrivate in Australia, Cina, Caraibi, Messico e Stati Uniti. Che apparissero anche in Europa era questione di poco tempo. Le cronache locali siciliane parlano infatti di 88 diversi nidi di formica di fuoco trovati in circa 5 ettari di campagna e area suburbana. Ora che la questione si sta facendo seria, riemergono dal passato – come sempre capita nell’ambito medico-sanitario – casi di punture di formica di fuoco ad un essere umano fin dal 2019. Il danno peggiore riguarda però l’impatto sull’ecosistema locale e soprattutto sull’agricoltura. Gli scienziati segnalano che questa diffusione esponenziale riguarda la creazione di “supercolonie” che prevedono la presenza di più formiche regine.

Lo scienziato Mattia Menchetti, dell’Istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica (IBE), ha spiegato all’Ansa che la formica di fuoco “è un predatore generalista, e nei luoghi in cui si insedia causa la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati”. Ancora altri dati. La formica di fuoco sarebbe la “la quinta specie invasiva per danni economici causati nel mondo” e solo negli Stati Uniti si stimano ogni anno danni per “6 miliardi di dollari”. Tocca ora, soprattutto alla regione Sicilia, mettere mano al portafoglio per forme di eradicazione non semplici, e non ancora collaudate, nonché richiamare in servizio dal Sudamerica qualche affamato formichiere.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

https://x.com/bralex84/status/1703066537488261411

La formica di fuoco in Italia, 88 nidi in Sicilia. «È una delle specie più invasive al mondo». Allerta per la nuova specie

Si tratta del primo avvistamento in Europa: la loro proliferazione è estremamente rapida e i rischi notevoli

https://www.ilmessaggero.it/animali/formica_di_fuoco_in_italia_cosa_e_pericolosa_sicilia-7625163.html

La #formicadifuoco in #Italia, 88 #nidi in #Sicilia. «È una delle specie più invasive al mondo». Allerta per la nuova specie Si tratta del primo avvistamento in #Europa: la loro proliferazione è estremamente rapida e i rischi notevoli. #IlMessaggero

https://x.com/bralex84/status/1704453133034779077

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

DOMANI 16 SETTEMBRE IL CONSIGLIO DI STATO DECIDERA’ LA SORTE DEI LUPI IN TRENTINO

Fermiamo gli ammazzalupi. È un’emergenza: resta poco tempo per salvare gli animali!

Per la prima volta in Italia dopo decenni i lupi sono a rischio uccisione. Animali selvatici che possono essere tenuti lontani, senza ucciderli.

https://www.lav.it/news/bolzano-trento-lupi-abbattimento/domani-consiglio-di-stato

Domani il Consiglio di Stato decide della vita dei lupi trentini

Dopo che Fugatti aveva condannato a morte due lupi a seguito di alcune predazioni avvenute a malga Boldera, nella Lessinia trentina, le associazioni LAV, Lndc Animal Protection e WWF, avevano presentato ricorso al TAR di Trento per bloccare l’esecuzione della condanna.

Il Presidente del TAR aveva però respinto il ricorso, nonostante fosse evidente che le predazioni erano conseguenza, in molti casi, dell’inadeguatezza e della scarsa manutenzione dei recinti elettrificati, rimandando all’udienza collegiale prevista per il 14 settembre.

Si veniva così a creare un paradosso giudiziario per cui il giorno dell’udienza si sarebbe potuto decidere sulla legittimità dell’atto, con i due lupi già uccisi.

Per questo motivo le associazioni avevano presentato appello al Presidente del Consiglio di Stato che, con il suo decreto dell’11 agosto scorso, aveva riconosciuto la validità delle loro argomentazioni, disponendo che l’uccisione doveva essere sospesa fino al 14 settembre, data prevista per l’udienza collegiale dello stesso Consiglio di Stato.  

Domani quindi si decide della vita di due lupi che potrebbero essere uccisi a caso tra quelli che vivono nella zona incriminata già sapendo, per stessa ammissione della provincia di Trento, che le predazioni sono avvenute nella maggior parte dei casi perché i sistemi di protezione non erano stati curati, una situazione quindi che ci fa sperare per una conclusione positiva del procedimento.

Le norme europee, infatti, sono molto chiare e prevedono che i lupi possano essere uccisi in deroga alle norme di protezione, solamente dopo che si sia dimostrata l’inefficacia degli strumenti di prevenzione delle predazioni. Ma nel caso di malga Boldera tali strumenti erano semplicemente non funzionanti, come riportato nella documentazione fornita dalla provincia di Trento. 

Attendiamo quindi con fiducia l’esito dell’udienza di domani al Consiglio di Stato, ribadendo che non c’è alternativa all’adozione di sistemi efficaci di prevenzione delle predazioni e alla loro puntuale manutenzione, in provincia di Trento come in tutto il Paese uccidere i lupi non solo viola le norme nazionali ed europee, non solo non garantisce il contenimento delle predazioni, ma rappresenta una feroce crudeltà. Associazioni

L’udienza prevista al TAR di Trento nella stessa giornata di domani sarà invece rinviata a seguito del deposito, da parte dei legali delle associazioni, di un nuovo ricorso per motivi aggiunti che intende verificare la legittimità del parere espresso da ISPRA circa l’uccisione dei due lupi.

Fonte: Lega Anti Vivisezione (LAV)

https://x.com/LAVonlus/status/1701972932610732174

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

LA PROVINCIA AUTORIZZA L’UCCISIONE DI DUE LUPI. ANIMALISTI: “VIOLENZA INTOLLERABILE, PRESENTEREMO RICORSO AL TAR”

https://corrieredeltrentino.corriere.it/notizie/cronaca/23_settembre_10/la-provincia-autorizza-l-uccisione-di-2-lupi-gli-animalisti-violenza-intollerabile-5ff717b7-15cf-4096-bb18-80e3439f4xlk.shtml

Il Consiglio di Stato sospende l’abbattimento dei lupi nel mirino di Fugatti

Disposta la sospensione dell’abbattimento fino al prossimo 14 settembre data nella quale si terrà l’udienza collegiale presso il TAR di Trento.

https://www.lav.it/news/ordine-uccisione-due-lupi-trentini-protetti-leggi

“Siamo molto felici di questo risultato che ha riconosciuto il valore delle nostre argomentazioni sottolineando ancora una volta come fosse un paradosso giuridico la decisione del TAR di Trento che aveva stabilito di rimandare al 14 settembre l’udienza sulla regolarità dell’ordinanza di abbattimento dei lupi ritrovandosi così a decidere nella assurda situazione in cui gli animali sarebbero potuti essere già stati uccisi. Ringraziamo i nostri avvocati Letrari e Pezone senza i quali questo risultato non sarebbe stato raggiunto.” Le Associazioni LAV, LNDC e WWF

È stata la stessa provincia di Trento, con il deposito al TAR di Trento dei suoi documenti utilizzati per tentare di dimostrare la necessità di uccidere i due lupi, ad ammettere che in buona parte degli eventi di predazione subiti dalla malga Boldera, le recinzioni elettrificate erano inefficienti e in ogni caso mancava la presenza del pastore e dei cani da guardiania.

“Si conferma completamente fallimentare la politica “ammazzatutti” che un Fugatti alla spasmodica ricerca di consenso elettorale, tenta da mesi di applicare a orsi e lupii. Questa ulteriore sconfitta dimostra ancora una volta che l’unica via percorribile è quella della convivenza, l’unica in grado di garantire sicurezza ai cittadini, agli orsi, ai lupi e alle attività umane che si svolgono sui loro territori.”

Fonte: Lega Anti Vivisezione (LAV)

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

AUMENTANO LE PISTE CICLABILI IN MOLTE CITTA’ DEL MONDO COME “ANTIDOTO” AL CORONAVIRUS

Laura De Rosa Pubblicato il 17 Maggio 2020

Aumentano le piste ciclabili in moltissime città del mondo come “antidoto” al coronavirus e al problema dell’inquinamento.

https://www.greenme.it/mobilita/bici/piste-ciclabili-antidoto-coronavirus/

L’emergenza coronavirus ha spinto molte persone, residenti in città particolarmente affollate, a preferire la bicicletta ai mezzi pubblici, considerati più a rischio, per raggiungere il posto di lavoro o semplicemente il supermercato. Ma questo aumento del ciclismo “per necessità” ha messo in luce la scarsità di piste ciclabili.

Tant’è che numerose città, durante il lockdown, sono corse ai ripari: basti pensare a Bogotà che, secondo quanto riporta la BBC, ha introdotto circa 80 Km di piste ciclabili temporanee proprio per incentivare gli spostamenti su due ruote e ha chiuso temporaneamente 117 km di strade per le auto al fine di facilitare il ciclismo e le passeggiate.

O a Città del Messico, che è intenzionata a quadruplicare le piste ciclabili, e a Parigi, che sta costruendo 650 chilometri di nuove piste ciclabili destinate a diventare permanenti. Il motivo? Incentivare le persone a preferire la bici alle auto, visto che i mezzi pubblici probabilmente verranno evitati per paura del contagio.

Anche a Budapest sono state aperte nuove piste ciclabili temporanee e l’intenzione è di mantenerle anche dopo l’emergenza.

Secondo l’articolo della BBC, “a marzo l’uso dei sistemi di bike sharing è aumentato di circa il 150% a Pechino e del 67% a New York, dove il ciclismo sulle strade principali è aumentato del 52%.”  Finanziamenti per piste ciclabili sono stati concessi ai governi della Nuova Zelanda e della Scozia, a Bruxelles si è deciso di trasformare l’intero nucleo cittadino in una zona prioritaria per ciclisti e pedoni, e in varie città come Brighton, Bogotá, Colonia, Vancouver e Sydney si è optato per la chiusura temporanea delle auto.

In Italia non siamo da meno, per fortuna: Roma ha approvato la costruzione di 150 chilometri di percorsi ciclabili temporanei e permanenti sulle strade principali della città e lungo altri percorsi chiave, a Milano sono in arrivo 23 km di nuove piste ciclabili, a Bologna si sta lavorando alla realizzazione della cosiddetta Bicipolitana, una metropolitana in bicicletta, a Torino ci saranno zone aperte solo alle bici e sono previsti, per la fase 2, gli incentivi per l’acquisto di bici e monopattini.

L’accademica statunitense Anne Lusk, sul British Medical Journal, ha sottolineato l’importanza delle infrastrutture ciclistiche, che rappresentano un vero e proprio investimento per il futuro del Pianeta, dell’economia e delle persone, anche dal punto di vista sanitario.

Preferire la bici all’auto è infatti un modo per contrastare l’inquinamento che tanti danni continua a fare, e che forse un ruolo chiave ce l’ha anche in materia coronavirus, come dimostrato da una ricerca di Harvard secondo la quale la letalità del COVID-19 aumenta dove l’aria è più inquinata.

Senza contare che camminare e andare in bicicletta sono considerate le modalità di spostamento più sicure per ridurre l’esposizione a COVID-19.

Insomma, la pandemia potrebbe essere l’occasione per cambiare rotta e iniziare, davvero, a privilegiare mezzi di trasporto più sostenibili come la bicicletta.

FONTI: BBC/Designing better cycling infrastructure – BMJ

Greenme

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

FUGATTI ORDINA L’ABBATTIMENTO DI DUE LUPI, E’ LA PRIMA VOLTA IN ITALIA. OIPA: “IL TRENTINO STA DIVENTANDO UN INFERNO PER LA BIODIVERSITA’”

Secondo Ispra, la rimozione di due esemplari “non appare incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione del Trentino Alto Adige”. L’indignazione delle associazioni animaliste: “Una misura priva di senso”

26 LUGLIO 2023 AGGIORNATO ALLE 15:34

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato un’ordinanza per la rimozione tramite abbattimento di due esemplari di lupo nella zona di Malga Boldera, nel Comune di Ala. Il decreto, che ha ricevuto il parere favorevole dell’Ispra, è dovuto al numero di predazioni di animali da allevamento nella zona.

Si tratta del primo caso in Italia di prelievo tramite abbattimento di due esemplari di lupo. Malga Boldera, di proprietà del Comune di Ala, è gestita dalla locale Società allevatori, ha una superficie a pascolo di 64 ettari ed è dotata di un recinto elettrificato in funzione anti lupo. Nonostante ciò, dallo scorso 3 giugno i lupi sono riusciti a capire come superare indenni i cavi ad alta tensione, predando 16 bovini e due asini.

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/07/26/news/abbattimento_due_lupi_fugatti_trentino-409028194/

Secondo Ispra, la rimozione di due esemplari “non appare incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione del Trentino Alto Adige” (dove nel 2022 si segnalavano la presenza di 29 branchi), mentre il prelievo appare coerente sia con la legge provinciale di riferimento, sia con la direttiva Habitat.

Ispra ha tuttavia precisato come il via libera all’abbattimento di non più di due esemplari abbia carattere sperimentale: la Provincia dovrà “produrre una sintetica valutazione dei possibili miglioramenti della prevenzione” entro tre mesi. Trattandosi di una prima autorizzazione all’abbattimento, all’istituto preme inoltre “raccogliere informazioni in particolare circa gli effetti del prelievo sulla popolazione di lupi e sulle dinamiche predatorie”.

La rimozione dei due lupi è affidata al Corpo forestale della Provincia di Trento. Le associazioni animaliste in rivolta: “Non ha nessun senso. Come vengono riconosciuti? Che facciamo, alla fine, li uccidiamo tutti?”.

“Su questa ordinanza non ci sono state comunicazioni ufficiali”, dice Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali). “Ricordiamo che il lupo è una specie protetta secondo la Convenzione di Berna (1979) e la Direttiva Habitat dell’UE (1992) sulla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatiche, recepite da specifiche leggi nazionali. Aspettiamo di leggere il provvedimento per valutare le conseguenti azioni legali”.

“Purtroppo il presidente Fugatti non si smentisce e prosegue nella sua azione persecutoria nei confronti della fauna selvatica del Trentino”, conclude Oipa, “causando sconcerto tra chi ama gli animali e un danno d’immagine a un territorio che da paradiso sta diventando un inferno per la biodiversità”.

Fonte: Repubblica

Trentino, Fugatti approva nuove norme contro lupi e orsi: si potrà sparargli a vista

22 AGOSTO 2023 – 16:00

“Il più classico dei provvedimenti balneari”: con queste parole l’Ente nazionale protezione animali ha definito l’ennesima disposizione avanzata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, il quale ha colto l’occasione delle ferie estive per inserire nella legge di assestamento del bilancio un regolamento “ammazza-orsi” e “ammazza-lupi”. Il provvedimento, infatti, non soltanto esautora ISPRA – l’Istituto superiore per la promozione e la ricerca ambientale – dalla gestione della fauna selvatica, ma, come spiega l’associazione animalista, offre alla Provincia autonoma la possibilità di “autorizzare le uccisioni senza dover chiedere il parere (preventivo) dell’Istituto”, consentendo addirittura, a specifiche condizioni, di “sparare a vista” ad orsi e lupi.

A fine luglio, infatti, il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento ha approvato – con 22 voti a favore e 10 contrari – il Disegno di Legge concernente l’assestamento di bilancio, che, tra gli articoli deliberati, contempla anche il n.59, in cui sono state inserite due integrazioni relative alla gestione faunistica nel territorio provinciale. Grazie a questo “blitz”, la Provincia avrà mano libera nel disporre “sempre” l’uccisione dell’esemplare ove sussistano determinati presupposti. Le associazioni animaliste hanno giudicato in particolare allarmante il fatto che nel documento si preveda che, per intervenire con l’abbattimento, basti la segnalazione della presenza di un esemplare “in centro residenziale o nelle immediate vicinanze di abitazioni stabilmente in uso” o che l’animale provochi ripetuti danni a (non meglio precisati) “patrimoni per i quali l’attivazione di misure di prevenzione o di dissuasione risulta inattuabile o inefficace“. Al contempo, l’esemplare può essere abbattuto quando “attacca, con contatto fisico”, “segue intenzionalmente delle persone” o “cerca di penetrare in abitazioni, anche frequentate solo stagionalmente”.

La seconda modifica riguarda invece unicamente gli orsi e offre maggiori poteri alla Giunta in caso di danni al settore dell’apicoltura. “La Giunta provinciale – si legge all’interno del provvedimento – può dettare disposizioni attuative di questo articolo con riguardo alle aree geografiche interessate dalla presenza della specie, anche in deroga alle precedenti disposizioni del decreto del Presidente della Provincia del 19 maggio 2017″, cioè il regolamento urbanistico/edilizio.

La nuova norma è arrivata pochi giorno dopo la firma, da parte dello stesso Fugatti, di un’ordinanza che aveva dato il via libera all’abbattimento di due esemplari di lupo appartenenti al branco presente nella zona di Malga Boldera, nel versante trentino dei Monti Lessini, nel Comune di Ala. Esprimendo il proprio parere (obbligatorio ma non vincolante), Ispra aveva dichiarando che la decisione non sembrava “incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione del Trentino Alto Adige”, precisando che “l’abbattimento di non più di due esemplari ha un carattere sperimentale” e che la Provincia avrebbe dovuto “produrre una sintetica valutazione dei possibili miglioramenti della prevenzione entro tre mesi”. Trattandosi di una prima autorizzazione all’abbattimento, l’Istituto ha infatti manifestato la necessità di “raccogliere informazioni in particolare circa gli effetti del prelievo sulla popolazione di lupi e sulle dinamiche predatorie”. A metà agosto, però, il Consiglio di Stato ha sospeso l’abbattimento dei due lupi: lo stop sarà valido fino al 14 settembre, quando il TAR tornerà a riunirsi collegialmente.

Autore: [Stefano Baudino]

https://www.lindipendente.online/2023/08/22/trentino-fugatti-approva-nuove-norme-contro-lupi-e-orsi-si-potra-sparargli-a-vista/

Abbattimento dei 2 lupi in Trentino, il Tar ha respinto il ricorso delle associazioni

Due lupi appartenenti a un branco in Trentino verranno uccisi per predazione sugli animali d’allevamento della zona © Pixabay https://www.lifegate.it/lupi-trento-tar

31 luglio 2023, di Brunella Paciello

I lupi, come gli orsi, sono nel mirino della provincia di Trento. Un’ordinanza prevede l’abbattimento di due animali.

DIRITTI ANIMALI

  • In Trentino il presidente della provincia ha dato l’ordine di abbattere due esemplari di un branco della zona della Lessinia.
  • I lupi sono “colpevoli” di aver eluso le recinzioni elettrificate e predato degli animali d’allevamento.
  • Si tratta del primo provvedimento del genere in Italia, peraltro legittimato da una sentenza del Tar di Trento.

Sembrava fosse solo una fake news, invece Maurizio Fugattipresidente della provincia autonoma di Trento, coi lupi faceva sul serio. Il 24 luglio è stato firmato un decreto per ordinare l’abbattimento di due esemplari del branco che gravita attualmente nella zona della malga Boldera, in Lessinia dove negli ultimi tempi si sono verificate delle predazioni ai danni di animali d’allevamento. Si tratta del primo caso in assoluto di abbattimento di questa specie in Italia.

I lupi sono animali resilienti e molto intelligenti, in grado di competere in astuzia con l’uomo © Pixabay

Lupi decisamente intelligenti

Partiamo dall’inizio per cercare di trovare un senso a questa brutta storia che, ancora una volta, sembra testimoniare la svolta persecutoria ai danni della biodiversità in Trentino. E ricordiamo che il lupo è una specie protetta secondo la Convenzione di Berna (1979) e la direttiva europea Habitat (1992) sulla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatiche, recepite da specifiche leggi nazionali. Nella zona della Lessinia sembra che i lupi abbiano capito che, per penetrare nel recinto anti predatori, non si prende la scossa se non viene toccato il suolo. Un comportamento degno di un ladro matricolato che depone a favore della grande intelligenza di questi predatori resilienti che da secoli contendono il proprio territorio all’invasione proterva dell’uomo. Nel mese di giugno il corpo forestale trentino ha accertato la predazione a opera del lupo di 2 asini 13 vitelle. Tanto è bastato al solerte Fugatti per decretare l’uccisione del bieco, ma astuto, predatore, reo di aver gravemente inficiato l’economia trentina e il duro lavoro degli allevatori.

Il lupo in Italia è una specie protetta © Pixabay

Oltre ai lupi, anche gli orsi in Trentino sono nel mirino

Il provvedimento nei confronti dei lupi è stato disposto ai sensi della legge provinciale 9/2018, lasciata in eredità dall’ex presidente della provincia Ugo Rossi e che permette all’attuale presidente della Pat ( acronimo per “piano di assetto del territorio” come definito dall’articolo 13 della legge regionale 11 del 2004, che fissa gli obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni ammissibili) di agire, come fosse un ministro, per specifici motivi di rilevante interesse pubblico. Ricordiamo che Maurizio Fugatti si è reso responsabile di altre azioni nei confronti di animali protetti. Come dimenticare, infatti, le vicende degli orsi M62 (deceduto per cause naturali), Jj4 (rinchiusa nel Casteller) e Mj5 (ancora in libertà)?

Il lupo è uno degli animali cardine della biodiversità nel mondo © Pixabay

Per gli esperti della provincia trentina, comunque, l’uccisione di due esemplari non incide significativamente sullo stato di conservazione della popolazione di lupo del Trentino Alto Adige e, nel caso specifico della Lessinia. Le caratteristiche del pascolo d’alpeggio, infatti, evidenziano una concentrazione delle predazioni da lupo su bovini anomala rispetto al restante territorio alpino, in cui l’incidenza della presenza del predatore sul bestiame bovino è quasi trascurabile, come denota l’indagine condotta nell’ambito del progetto LIFE. Si ignora, in questo caso, l’opera dei cani da guardiania che tanto aiuto danno, da secoli, agli allevatori italiani. E che non sembrano essere utilizzati nelle zone trentine per contrastare efficacemente la predazione dei lupi.

Fonte: Lifegate

Il Consiglio di Stato sospende l’ordinanza di abbattimento dei due lupi in Trentino. Plauso degli animalisti, il Presidente Fugatti: “Si è perso il senso della realtà”

Due esemplari di lupi che vorrebbe far abbattere il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, il leghista Maurizio Fugatti
https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/08/12/news/consiglio_stato_sospende_abbattimento_lupi_trentino-410832902/

di Redazione La Stampa

12 Agosto 2023 Aggiornato alle 16:37

ll Consiglio di Stato ha deciso di sospendere, fino al 14 settembre, l’abbattimento dei due lupi del Trentino di cui il presidente della Provincia Autonoma, Maurizio Fugatti, aveva previsto l’abbattimento. 
Con un provvedimento nel quale viene ribadito che “i lupi sono animali protetti”, il Consiglio di Stato ha riformato il decreto del presidente del Tar di Trento che dava il via libera all’uccisione di due lupi dal branco accusato delle predazioni presso malga Boldera nella Lessinia trentina, disponendo la sospensione dell’abbattimento fino al prossimo 14 settembre, data nella quale si terrà l’udienza collegiale presso il Tar. L’ordinanza di abbattimento firmata a fine luglio dal governatore Fugatti era stata la prima in Italia nei confronti dei lupi.

Gli animalisti: la politica ammazzatutti è fallimentare
“Siamo molto felici di questo risultato che ha riconosciuto il valore delle nostre argomentazioni, sottolineando ancora una volta come fosse un paradosso giuridico la decisione del Tar di Trento che aveva stabilito di rimandare al 14 settembre l’udienza sulla regolarità dell’ordinanza di abbattimento dei lupi ritrovandosi così a decidere nella assurda situazione in cui gli animali sarebbero potuti essere già stati uccisi” si legge in una nota delle associazioni animaliste Lav, Lndc e Wwf che aggiungono: ”È stata la stessa provincia di Trento, con il deposito al Tar di Trento dei suoi documenti utilizzati per tentare di dimostrare la necessità di uccidere i due lupi, ad ammettere che in buona parte degli eventi di predazione subiti dalla malga Boldera, le recinzioni elettrificate erano inefficienti e in ogni caso mancava la presenza del pastore e dei cani da guardiania. Si conferma completamente fallimentare la politica ammazzatutti che un Fugatti alla spasmodica ricerca di consenso elettorale, tenta da mesi di applicare a orsi e lupii – dicono le associazioni – Questa ulteriore sconfitta dimostra ancora una volta che l’unica via percorribile è quella della convivenza, l’unica in grado di garantire sicurezza ai cittadini, agli orsi, ai lupi e alle attività umane che si svolgono sui loro territori”.

Il presidente Fugatti: “Si è perso il senso della realtà”
“C’è delusione, ovvio, ma c’è soprattutto incredulità. A forza di cercare cavilli su cavilli non ci si accorge che il mondo reale è un’altra cosa e che i cittadini, giorno dopo giorno, sentenza dopo sentenza, stanno perdendo fiducia nelle istituzioni”. A dirlo è il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, appresa la notizia del nuovo stop all’ordinanza di abbattimento di due lupi appartenenti al branco che da mesi sta provocando gravi danno a seguito di ripetuti attacchi ad un allevamento sui monti di Ala. “È difficile provare a comprendere le ragioni di quest’ultimo come di altri pronunciamenti della magistratura. L’aspetto tecnico giuridico poco importa alla nostra comunità seriamente preoccupata per la crescita esponenziale dei grandi carnivori in un territorio piccolo come il nostro”, aggiunge Fugatti ricordando anche le prese di posizione di numerosi sindaci. “Credo che si sia perso il senso della misura e l’ordine di priorità, anteponendo ideologia e animalismo spinto al valore della vita umana e delle fatiche di uomini e donne che da secoli cercano di preservare la montagna cercando di viverci”. “È questo ciò che dovremmo difendere: il diritto di vivere le nostre terre – conclude Fugatti – non le posizioni intransigenti di chi pensa, sbagliandosi di grosso, che sia una mia crociata personale. Ma chi ha amministrato ed amministra a vari livelli il Trentino questo già lo sa” 

Intanto nei giorni scorsi il presidente Fugatti ha proposto una legislazione di emergenza per far fronte in maniera incisiva alla presenza di orso e lupo in Trentino: “A fronte di una situazione straordinaria, si rende necessaria la messa a punto di percorsi straordinari” ha osservato il presidente affiancato – tra gli altri – dal dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna Raffaele De Col, che ha parlato del monitoraggio puntuale compiuto dal Corpo forestale. L’obiettivo è che determinati comportamenti problematici vengano prontamente affrontati con la rimozione tempestiva degli esemplari pericolosi. È stata inoltre ribadita l’opportunità di estendere l’uso dello spray anti orso alla popolazione, come strumento di autodifesa e di dissuasione. Nel frattempo prosegue il lavoro promosso nell’ambito del Tavolo ministeriale che punta allo spostamento di un numero consistente di esemplari all’estero. ”Oggi le abitudini delle persone, abituate a frequentare la montagna, mantenerla curata e coltivarla, stanno cambiando. Non possiamo consentire che i nostri cittadini rinuncino a vivere appieno il bosco” ha specificato il presidente del Consiglio delle autonomie locali, Paride Gianmoena. Il Commissario del Governo a conclusione dell’incontro ha rappresentato la necessità di proseguire ulteriormente con l’informazione in favore dei turisti e della cittadinanza, con il monitoraggio ed i servizi di controllo del Corpo forestale trentino e di dare nuovo ed ulteriore impulso per la definitiva realizzazione dei cassonetti “anti-orso”.

La battaglia per l’orsa F36
Nei giorni scorsi la Provincia di Trento ha anche ufficializzato la richiesta di parere all’Ispra per l’abbattimento dell’orsa F36, che lo scorso 30 luglio ha rincorso due escursionisti sopra l’abitato di Roncone, in valle del Chiese. Nella zona si è registrato un falso attacco anche il 6 agosto e l’amministrazione provinciale ritiene che si possa trattare dello stesso esemplare. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha inoltre avanzato, nell’ambito di una convocazione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, la proposta di una legislazione di emergenza in materia di orso e lupo in Trentino. “A fronte di una situazione straordinaria, si rende necessaria la messa a punto di percorsi straordinari” ha osservato il governatore. Il provvedimento è sostenuto anche dal Consorzio dei Comuni del Trentino. “Oggi le abitudini delle persone, abituate a frequentare la montagna, mantenerla curata e coltivarla, stanno cambiando. Non possiamo consentire che i nostri cittadini rinuncino a vivere appieno il bosco” ha specificato il presidente del Consiglio delle autonomie locali, Paride Gianmoena durante l’incontro, il commissario del governo, Filippo Santarelli, ha chiesto di proseguire con l’informazione in favore della cittadinanza, il monitoraggio ed i servizi di controllo del Corpo forestale trentino, oltre a dare nuovo impulso alla distribuzione dei cassonetti “anti-orso”. 

“Sia il Pacobace che il documento Ispra-Muse per la gestione degli orsi problematici i due pilastri sui quali si fonda l’azione persecutoria di Fugatti indicano chiaramente che non c’è alcun margine perché il rancoroso Fugatti possa ottenere il via libera per l’uccisione dell’orsa”. Lo comunica la Lav commentando la decisione del presidente Fugatti sull’orsa F36. “Il Pacobace prevede che nel caso di un falso attacco non sia preso alcun provvedimento, solo se si dovesse ripetere si aprirebbe la possibilità di procedere con la radiocollarizzazione, cosa che Fugatti ha peraltro già stabilito – si legge in una nota -. Non c’è quindi spazio per le mire giustizialiste e raccatta-voti di Fugatti non esiste alcuna base giuridica che possa supportare la condanna a morte di F36, ma, ancora una volta, siamo già da ora pronti a ricorrere alla giustizia per bloccare ogni atto che dovesse mettere a rischio la vita dell’orsa, anche ricorrendo alla Corte dei conti nell’intollerabile caso in cui dovesse essere uccisa”. 

Fonte: La Stampa

Domani 16 Settembre 2023 il Consiglio di Stato deciderà la sorte dei lupi in Trentino

https://x.com/LAVonlus/status/1701972932610732174

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

BUSINESS PAULOWNIA, LA DENUNCIA DEL WWF ABRUZZO

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

BRASILE, MISTERIOSO DISASTRO AMBIENTALE: UN INTERO FIUME RICOPERTO DA SCHIUMA TOSSICA

https://www.lindipendente.online/2023/07/11/brasile-misterioso-disastro-ambientale-un-intero-fiume-ricoperto-da-schiuma-tossica/

In Brasile, il fiume Tietê è da alcuni giorni interamente ricoperto da una schiuma tossica e dannosa per l’ecosistema. Le autorità locali, recatesi immediatamente sul posto, hanno riferito che il corso d’acqua, che attraversa lo Stato di San Paolo da sud-est verso nord-ovest, potrebbe essere stato contaminato da residui chimici o rifiuti legati alla produzione di detersivi non trattati correttamente. L’evento potrebbe essere presto classificato come uno dei peggiori disastri ambientali della storia del Paese.

Il segretario per l’ambiente di Salto, Flávio Roberto Garcia, ha affermato che il problema è il riflesso della mancanza di trattamento delle acque reflue nell’area della Grande San Paolo. «Questo inquinamento proviene dalle città della regione metropolitana», ha dichiarato. Secondo Malu Ribeiro, portavoce della Ong Mata Atlantica che sta seguendo il caso, la schiuma tossica – che emana un odore nauseabondo – sarebbe imputabile ad una azienda energetica che controlla le dighe nella parte più alta del fiume e che, in seguito alle forti piogge che hanno colpito l’area nell’ultimo periodo, ha aperto i sistemi di sbarramento idraulico posti sul corso d’acqua. L’azienda, infatti, non avrebbe considerato l’accumulo di sedimenti contaminati sul fondo delle paratoie della diga. In questo modo, tonnellate di sostanze chimiche accumulatesi nei mesi sarebbero state liberate dall’improvviso rilascio d’acqua, creando così la schiuma bianca tossica, che ha peraltro già provocato la morte di migliaia di pesci.

Gli abitanti di diverse zone dell’area metropolitana di San Paolo toccate dalle acque del fiume, la cui sorgente si trova nella città di Salesópolis, sono ora in emergenza. «Questa schiuma sta reagendo a una grande quantità di fosfato e c’è il rischio di inalare un odore simile a quello delle uova marce o dei liquami – ha spiegato ancora Malu Ribeiro -. Si tratta di idrogeno solforato. Nella schiuma c’è idrogeno solforato gassoso, dove possiamo trovare vari batteri, vari agenti nocivi per la salute, sia per l’ambiente che per le persone».

Il fiume Tietê è noto per essere uno dei corsi d’acqua più inquinati del territorio brasiliano. I dati del rapporto “Observing the Tietê”, pubblicato dalla Fondazione SOS Mata Atlântica, mostrano che la macchia di inquinamento del fiume è cresciuta di oltre il 40% tra il 2021 e il 2022 nel tratto monitorato dall’organizzazione, raggiungendo rispettivamente l’anno scorso i 122 chilometri di estensione. Proprio nel marzo di quest’anno, il governatore di San Paolo Tarcísio de Freitas, membro del Partito Repubblicano, aveva lanciato il piano “Integra Tietê” con l’obiettivo di recuperare il fiume, prevedendo un investimento di 5,6 miliardi di BRL in opere di dissabbiatura, trattamento delle acque reflue e monitoraggio delle acque.

[Stefano Baudino]

Fonte: L’Indipendente Online

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

TECNICHE DI RIMOZIONE DEL DIOSSIDO DI CARBONIO IN ATMOSFERA E COMBATTERE LA DEFORESTAZIONE MONDIALE: LE PIANTAGIONI DI PAULOWNIA COME INVESTIMENTI SOSTENIBILI

Vasto (CH), lì 8 Giugno 2023 ore 13.38

Cari amici ed amiche appassionati o semplici simpatizzanti della sostenibilità ambientale, buongiorno a tutti e a tutte voi. Oggi, nell’ambito delle tecniche geoingegneristiche di rimozione del diossido di carbonio (Carbon Dioxide Remotion-CDR), andiamo alla scoperta della tecnica dell’afforestazione o imboschimento vegetativo attraverso una nuova pianta arborea ibrida chiamata Paulownia, una pianta di origine asiatica della famiglia delle Scrophulariaceae. Ha delle dimensioni imponenti, può raggiungere i 20 metri di altezza, ha una grande chioma uniforme e, nella fase di fioritura, produce dei fiori color glicine.

Tutto sulla paulonia, l’albero che combatte lo smog

Da questo albero asiatico si ricava un legno di pregevole qualità, la pianta è decorativa e ricca di fiori

Innesti di Paulownia tomentosa in un vivaio di Roma
Alberello di Paulownia tomentosa
Particolare delle foglie di Paulownia tomentosa
Infiorescenza arborea della Paulownia con fiori color glicine
Una bellissima fila di alberi di Paulownia tomentosa con fiori viola caduti nella strada
Particolare dei fiori di Paulownia tomentosa

La Paulownia è una pianta facile da coltivare, ha bisogno solo di sole e di un terreno drenato, non richiede grandi cure. Cresce rapidamente e riesce a formare grandi piantagioni in breve tempo. È conosciuta anche come pianta anti-smog. Ogni ettaro coltivato riesce ad assorbire circa 30 tonnellate di CO2 all’anno. Inoltre, suoi fiori sono molto apprezzati dalle api, che possono arrivare a produrre fino a 5 q di miele all’ettaro. Quindi bella, facile da coltivare, dalle ottime qualità ecologiche. Potrebbe essere una soluzione per migliorare le aree verdi urbane. Conosciamola meglio!

Descrizione dell’albero di Paulownia

Questo albero è originario dell’Asia, in particolare Cina e Giappone. Si trova anche in Laos, Vietnam e Corea del Sud.

In un habitat favorevole, può raggiungere fino ai 20 m di altezza e presentare una bella chioma folta. La crescita è veloce, bastano un paio di anni, tanto da poter essere un rischio per altre coltivazioni vicine.

Nel dettaglio la pianta si presenta con:

  • la corteccia è grigia e liscia
  • la chioma è ampia, ricca di rami e tondeggiante
  • le foglie, grandi, a forme di cuore, di colore verde intenso, leggermente pelose.
  • i fiori, di circa 4-6 cm, non passano inosservati, sono color lavanda, lunghi, a forma tubolare, e pendono dai rami in primavera come grappoli, dall’intenso profumo di vaniglia. Sono commestibili e vengono utilizzati per decorare secondi piatti e insalate.
  • il frutto non è commestibile, appare come un baccello legnoso e contiene al suo interno migliaia di semi
  • il legno è di ottima qualità. Leggero e resistente, può essere utilizzato nell’industria del mobile e dei serramenti oltre che per realizzare natanti e oggetti in generale.

Tutte le specie 

Esistono più di 12 specie di paulonia, ognuna con le sue caratteristiche.

  • La specie Tomentosa è la specie più resistente e durevole, resistente al freddo. Viene coltivata come pianta da decorazione.
  • La specie Elongata è la specie che cresce più rapidamente. Si adatta bene alle zone più calde dell’Europa, ad esempio adatta al clima in Italia e Spagna. Si coltiva soprattutto per ricavarne il legno e per la biomassa
  • La specie Fortunei viene invece coltivata nelle regioni molto calde, come la Cina meridionale, Europa meridionale e l’Africa. Ottimo fornitore di legno di alta qualità, ma ancora non è molto diffusa la sua coltivazione.
  • La specie Hybrid Shan Tong è un ibrido tra la Tormentosa, da cui ha ereditato la resistenza al freddo, e la Fortunei, di cui ha ripreso l’alta qualità del legno. Cresce molto velocemente e dritta. La creazione di questo ibrido ha reso possibile la sua coltivazione anche in paesi freddi come la Germania ed è perfetta come scelta per iniziare una piantagione destinata a legname.
  • La specie Hybrid Paulownia 9501 è un altro ibrido tra Tomentosa e Fortunei. Le sue caratteristiche sono molto simili a Shan Tong.
  • La specie Catalpifolia è invece l’unica specie a crescita lenta, caratteristica che rende il suo legno più pregiato. Viene coltivata quasi esclusivamente per realizzare compensato e rispetto al legno di Paulonia a crescita rapida, il prezzo è quasi tre3 volte superiore. Resiste bene anche in luoghi più freddi.

Paulownia: coltivazione

La Paulownia predilige una posizione soleggiata, va piantata a distanza sufficiente da altri alberi, perché cresce molto in fretta ed è invasiva, con ampie radici e ampie foglie.

Si adatta a qualsiasi tipo di terreno e non necessita di grandi cure, ma vediamo nel dettaglio come coltivarla.

  • Habitat. Preferisce un luogo esposto a pieno sole, ma cresce bene anche in penombra soprattutto in zone con estati calde. Non ama molto il vento, e le grandi foglie potrebbero rompersi. Questa pianta cresce in fretta, necessita dunque di spazio per le sue radici, e anche per il suo sviluppo. Le sue grandi foglie cadono in autunno. Meglio posizionare l’albero dove ci sia spazio a sufficienza per non dare fastidio ad altre piante o un edificio.
  • Temperatura. Si adatta al clima sia caldo che freddo, si può coltivare anche a 2000 metri di altitudine, ma l’ideale è una temperatura nei primi anni tra i 15 e i 33°. La specie più resistente è la P. tomentosa.
  • Terreno. Sono consigliati terreni leggeri, ben drenati e sabbiosi mentre sono da evitare terreni argillosi, rocciosi e con ristagni idrici. Non tollera la salinità, quindi non è adatta alle zone di mare. Cresce meglio in zone con pochi venti.
  • Irrigazione. È necessaria soprattutto nei primi anni di vita. Poca irrigazione può causarne la morte, ed il terreno deve essere però ben drenato. Si consiglia di utilizzare il metodo di irrigazione a goccia.
  • Potatura. Andrebbe potata subito dopo la caduta dei fiori. Se ne consiglia la potatura a fine estate o all’inizio dell’autunno. In caso di rami malati o danneggiati o che crescono in direzioni indesiderate, si consiglia di rimuoverli con delicatezza, senza lasciare ferite troppo ampie.
  • Riproduzione. Soprattutto per seme, ma anche per talea o per margotta se si intende farne un bonsai. Per talea è importante usare rami di piante che abbiano già un anno di vita.

Paulonia: cosa teme

Si tratta di una pianta è molto resistente e difficilmente è attaccata da parassiti o da malattie. Però teme alcuni funghi, presenti anche in Italia

  • Phyllosticta paulowniae
  • Phyllactinia guttana
  • Uncinula clintonii

Se viene infestata dai funghi o si ammala, si può notare subito, basta osservare le foglie che si riempiono di piccole macchie scure

Teme anche la Metcalfa pruinosa: in questo caso le foglie si riempiono di polverina bianca.

In tutti i casi il rimedio è tagliare le foglie e provvedere con antiparassitari naturali.

Quanto costa un albero di Paulonia

Piantarla nel proprio giardino non è difficile: il suo prezzo varia dai 18 euro ai 135 euro per un esemplare adulto. In soli 4 anni l’albero diventa grande.

Quanto vive la Paulonia

Arriva a toccare i 20 m, per cui non è un albero adatto a piccoli giardini, perché ha bisogno di spazio sia per le radici sia per la chioma, che può arrivare a 8 m di diametro.

Inoltre deve trovarsi a 10 m di distanza da altri alberi e da edifici o muri perché l’apparato radicale si estende in larghezza più che in profondità. La pianta vive fino a 200 anni.

Tutti gli utilizzi della paulownia

Arriva in Europa nel 1834 e il suo nome è dedicato alla figlia dello zar Paolo I, Anna Paulovna. Infatti è anche conosciuto come albero della Principessa.

Gli utilizzi sono vari, per lo più il suo legno è impigato per mobili e chitarre. Ed è più una pianta decorativa per ampi giardini e per ombreggiare i viali.

Legno di Paulownia

Oggi è coltivata in particolare perché cresce molto rapidamente e offre:

  • il fusto giovane, dritto e privo di nodi, è utilizzato nell’industria del legno
  • il tronco è una ricca fonte di biomasse, carbone e pellet.

Il legno, oltre ad essere ottimo per realizzare mobili, perché è leggero e resistente più della quercia e più del faggio. Si distingue per la capacità di resistere al fuoco, ma anche all’umidità. Per questo viene usata per finestre e porte.

  • Il suo leggero legno è utilizzato per la realizzazione delle famose chitarre Fender ed è ideale anche per realizzare tavole da snowboard, sci e surf.
  • Usata nell’ebanisteria giapponese: nei cofanetti venivano custoditi gli oggetti più preziosi, come i kimono di seta e gli strumenti musicali.
  • Con il suo legno di producono anche importanti pipe
  • Dalle radici si ricava la radica delle barche.

Infine, il legno vecchio può essere utilizzato come legna da ardere o trasformato in trucioli per il riscaldamento a pellet. Una piantagione è pronta ad essere tagliata dopo 4 anni.

La Paulownia in giardino

Si tratta di un bellissimo albero da giardino, coltivato semplicemente come albero decorativo. Resistente e senza tante pretese offre sempre una bellissima fioritura.

Inoltre le sue fronde compatte mantengono l’ombra, così il suolo resta libero da piante infestanti. E la sua chioma accoglie tantissime specie diverse di insetti, favorendo la biodiversità.

Inoltre, per chi ha come hobby di allevare api, non va dimenticato che è prediletta dalle api. Il miele che se ne ricava è leggero, trasparente, aromatico. E se ne produce in grandi quantità.

Proprietà medicamentose della Paulonia

In passato era utilizzata anche come pianta medicinale. Le sue foglie sono ricche di flavonoidi. Hanno proprietà antiossidanti e riducono gli effetti dei radicai liberi, ritardando l’invecchiamento e i danni cellulari.

L’attività antiossidante è un toccasana per combattere i disturbi dell’aterosclerosi e del sistema nervoso centrale.

Svolge azione antinfiammatorie utile nei casi di emicrania e gastrite.

L’estratto del frutto è risultato efficace per ridurre bronchiti, tosse e secrezioni di catarro.

Pianta anti-smog

La specie di Paulonia tomentosa è considerata la pianta anti-smog per eccellenza, perché le sue grandi foglie sono delle potentissime mangia-CO2: ogni ettaro assorbe 1.200 tonnellate di biossido di carbonio (pari alla quantità emessa da un’automobile che percorre 100.000 km), ma non è l’unico motivo. Vi sono altri fattori che determinano l’alto valore sostenibile di queste coltivazioni:

  • il suo apparato radicale così imponente fortifica i terreni e può ridurre gli smottamenti franosi e consolidare i terreni a rischio di frane;
  • il nettare dei suoi fiori è molto apprezzato dalle api che producono così un ottimo miele
  • le foglie vengono utilizzate come foraggio naturale per gli animali, utile per lo sviluppo dell’industria zootecnica;
  • il suo legno produce biomassa

Sono venuto personalmente a conoscenza di questa pianta grazie ad una piacevolissima chiacchierata che ho avuto al telefono con il mio amico ex-pilota della Simtek Ford in F1 stagione 1995, Domenico Schiattarella, il quale vive stanzialmente con la sua famiglia ad Erlenbach, 7 km da Zurigo, luogo dove vi è il Quartier Generale della Green Logic Schweiz https://green-logic.ch/it/, start up svizzera che si interessa direttamente della cura e della coltivazione delle piante arboree di Paulownia e gestita dal suo CEO Mario Saponaro, il quale ha fermamente creduto nel valore tassonomico ed ecologico di questa pianta, attraverso importanti investimenti nella sostenibilità ambientale. Saponaro, come Schiattarella da Responsabile del progetto, entrambi credono fermamente in questo progetto di risanamento ambientale su scala locale e globale del nostro Pianeta a tal punto da averci investito personalmente del denaro in questo progetto ed anch’io sono fermamente interessato a svilupparlo direttamente in territorio italiano.

Il CEO della Green Logic Schweiz, Mario Saponaro
Domenico Schiattarella, ex-pilota di F1 ed attuale Responsabile del Progetto Paulownia in Green Logic Schweiz

La Mission di Green Logic è quella di offrire investimenti sostenibili attraverso la produzione di piantagioni certificate di alberi di Paulownia: l’albero dotato della crescita più rapida al mondo.

Questo permette di assorbire grandi quantità di CO2 contribuendo a ridurre il cambio climatico e di salvaguardare il disboscamento mondiale delle foreste naturali.

Il nostro obiettivo è quello di produrre legname di altissima qualità, che possa essere utilizzato dalle grandi industrie manifatturiere in modo sostenibile soprattutto considerando il crescente aumento del mercato del legno.

Siamo orgogliosi di promuovere una filiera sostenibile e di garantire ai nostri investitori l’opportunità di partecipare attivamente alla creazione di un futuro più verde e più sostenibile.

Inoltre, lo sviluppo economico nelle regioni in cui Green Logic opera, è influenzato in modo particolarmente positivo dalle piantagioni di Paulownia. La sostenibilità ecologica crea posti di lavoro a lungo termine con un elevato beneficio.

Le piantagioni di Paulownia forniscono aree di crescita ideali per la produzione di legname di alta qualità, un’opzione redditizia e sostenibile a lungo termine per i terreni agricoli.

Inoltre, collaborare con Green Logic contribuisce alla lotta contro il riscaldamento globale, creando una perfetta sinergia tra ecologia ed economia.

Green Logic è il partner e il consulente ideale per la diversificazione delle aree coltivate. Noi riteniamo che il mantenimento dell’equilibrio naturale sia un prerequisito fondamentale per l’utilizzo a lungo termine dei tuoi terreni.

Lavoriamo insieme per garantire la sostenibilità del tuo business agricolo, proteggendo e preservando la bellezza e la fertilità della natura circostante.

Green Logic Schweiz: “Paulownia, il nostro albero”

Descrizione

La Paulownia popola la terra da centinaia di migliaia di anni ed è originaria del Nord America, dell’Europa e dell’Asia. In natura esistono diverse specie di Paulownia con circa 20 sottospecie riconosciute.

Questo albero “magico” è stato coltivato nella prima metà del XIX secolo a scopo ornamentale in parchi e giardini, mentre da millenni è coltivata in vari paesi del mondo.

Solo negli ultimi decenni anche in Europa si è scoperto l’elevato potenziale in termini ambientali e di produzione del legno. 

La Paulownia è un albero maestoso e ha fiori molto decorativi con foglie a forma di cuore che possono raggiungere anche un metro di lunghezza. In genere, la Paulownia produce grandi fiori bianco-viola alla fine della primavera, fiori molto profumati, mentre i frutti autunnali hanno capsule ovali ricoperte da una peluria dorata.

Particolare della foglia a forma di cuore della Paulownia tomentosa che può arrivare ad un metro di lunghezza

Non invasivo

Grazie al team di Green Logic che insieme alla collaborazione dei migliori enti di biotecnologia, coadiuvati dai principali dipartimenti agronomici universitari europei, sono stati sviluppati alcuni ibridi dalle caratteristiche eccezionali non invasivi, rendendo controllabile lo sviluppo e quindi sicuro per la biodiversità. 

Infatti i nostri alberi sono ibridi ottenuti per micropropagazione, che hanno i semi sterili, per questo possono essere considerati non invasivi.

Le piantine dei nostri alberi sono quindi coltivate da laboratori specializzati in perfette condizioni ambientali 

– sterilità, umidità e temperatura

– in un terreno arricchito da minerali e vitamine.

Il “processo in vitro” (la micropropagazione) in laboratorio è il prerequisito per l’alta qualità degli alberi di Green Logic senza alterarne il loro patrimonio genetico.

“Green Logic garantisce piante sicure, sane e non infestanti e siamo orgogliosi di poterlo affermare”

– CEO e fondatore –

Mario Saponaro

L’ALBERO CHE ASSORBE PIÚ CO2 E’ LA PAULOWNIA

L’albero di Paulownia assorbe  fino a dieci volte più CO2 di altri alberi. Cresce molto velocemente e raggiunge un’altezza di 3-5 metri nel primo anno di vita. La sua capacità di assorbire CO2 le permette di immagazzinare circa una tonnellata di CO2 tossica in piena maturità. La sua crescita estremamente rapida contrasta la deforestazione delle foreste terrestri del nostro pianeta.

Gli alberi di Paulownia possiedono un’eccezionale qualità del legno e una perfetta combinazione di peso ridotto e alta flessibilità. Per questo motivo questo legno viene utilizzato per la produzione di mobili, strumenti musicali, attrezzature sportive di alta qualità nonché nella costruzione di aerei e navi. Di conseguenza, è una materia prima molto ricercata.

NEUTRALITÀ DELLA CO2 (STRATEGIA CARBON NEUTRAL)

Green Logic accompagna le aziende in tutti gli step necessari per il raggiungimento della Carbon Neutrality.

IL GAS SERRA é un grande problema per la nostra Terra

Ogni industria ed ogni istituzione è chiamata a compiere azioni sostenibili di compensazione volte a mitigare il cambiamento climatico che potrebbe avere effetti devastanti sulla qualità della nostra vita.
Questo è il motivo per cui è importante trovare soluzioni comuni per i gas a effetto serra e di inquinanti atmosferici.

Green Logic offre crediti di carbonio certificati attraverso la riforestazione di piantagioni in aree preposte, capaci di compensare l’impatto negativo delle industrie, accompagnandole in un percorso volto a raggiungere NETZERO.

INVESTIMENTI SOSTENIBILI

La Climate FinanceFinanza Sostenibile deve essere considerata strumento imprescindibile per accelerare l’azione sul clima e gestire in modo efficace i rischi ed opportunità associati ai cambiamenti climatici ed è chiamata ad assumere un ruolo di primo piano nel sostenere questo processo.

La finanza sostenibile, declinata in termini di “SRI” – Sustainable and Responsible Investment – comprende investimenti che, in una prospettiva di lungo periodo, integrano criteri ambientali, sociali e di governance o ESG – Environmental, Social and Governance.

Le imprese sostenibili emergeranno rafforzate dalla crisi

Alle soglie dell’era degli investimenti sostenibili, le società si stanno precipitando a integrare i fattori ambientali, sociali e di governance nelle proprie strategie di business per mostrare il proprio impegno nella creazione di valore a lungo termine.

I fondi che investono in società con una politica ESG forte, stanno sovra-performando gli indici di riferimento negli ultimi anni. Se anche tu e la tua impresa volete investire nella Green Economy, allora è il momento giusto per farlo insieme a Green Logic.

LE PIANTAGIONI DI PAULOWNIA SECONDO GREEN LOGIC

Un valore essenziale per le piantagioni di Paulownia secondo Green Logic:

I risultati di indagini e studi degli ultimi decenni documentano e confermano l’alto valore economico ed ecologico, delle piantagioni di Paulownia. La prova migliore di ciò è il fatto che in breve tempo ha prodotto grandi quantità di legno della migliore qualità e l’eccezionale quantità di CO2 immagazzinat in ogni singolo albero di Paulownia.

Il legno delle nostre piantagioni Green Logicviene utilizzato nella costruzione di case per isolamento naturale, infissi, ristrutturazioni di loft e molto altro ancora. Soprattutto per le costruzioni leggere aeronautiche e navali, nonchè nella trasformazione di roulotte e camper di altissima qualità.

Il legno di Paulownia è anche molto ambito per la qualità del suo legno, nella costruzione di chitarre e violini, fatti a mano.

La piantumazione delle piantagioni Green Logic, così come la costante ricoltivazione di ulteriori aree coltivate in Europa, aiutano a proteggere le foreste in tutto il mondo. E’ inoltre una misura essenziale contro la crescente distruzione e l’eccessivo sfruttamento delle foreste naturali del nostro pianeta. Senza le nostre misure di protezione, senza il sostegno di tutti noi, la terra perderà i suoi polmoni verdi e quindi uno dei suoi più importanti serbatoi di CO2.

Abbiamo la responsabilità di cambiare questa situazione senza perdere ulteriore tempo e la triste verità è che ogni 310 giorni, quindi significativamente un tempo più breve rispetto a quello di un singolo anno, un’area forestale irrecuperabile grande quanto la Germania viene abbattuta, bruciata e distrutta.

CONTROLLO E CERTIFICAZIONE

Le piantagioni di Green Logic vengono monitorate e gestite secondo standard elevati. Il legno prodotto è testatocertificato. Green Logic monitora la qualità dei sensori dendrometrici sviluppati per verificare la condizione e la crescita di ogni singolo albero.

Attraverso una tecnologia di misurazione all’avanguardia, Green Logic è in grado di determinare l’esatta quantità di CO2 che ogni singolo albero riesce ad assorbire.  

Il nostro sistema di rilevamento consente di verificare l’esatta posizione di ogni singolo albero di una piantagione e documentarla.

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Green Logic ti offre la possibilità di implementare un modello di business perfetto ed ecosostenibile.

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Green Logic offre inoltre:

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Green Logic è sinonimo di prodotti di qualità, naturali e di piantine di Paulownia non invasive in Europa. Vi offriamo una coltivazione sostenibile di alberi con controllo della crescita, che ha prodotto ottimi risultati. La qualità del legno dei tuoi alberi di Paulownia, è decisiva per il tuo ritorno economico.

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Green Logic applica rigorosi criteri di controllo per garantire la sicurezza delle sue piantagioni e dei suoi clienti.

Green Logic è soggetta a certificazioni internazionali per garantire ai nostri investitori un business sicuro e fortemente controllato attraverso elevati standard, come ad esempio ESG, Carbon Connect.

Green Logic sostiene gli obiettivi dei Global Goals sia per creare un mondo migliore entro il 2030 che per affrontare in modo sostenibile e a lungo termine il cambiamento climatico.

Carbon Connect offre soluzioni per ridurre l’impronta di carbonio e creare un mondo a impatto climatico positivo. Con questa collaborazione stiamo scrivendo storie di successo nella protezione del clima per l’economia, la società e soprattutto per il nostro ambiente.

L’ESG è un acronimo che rappresenta i criteri ambientali, sociali e di governance, utilizzati per valutare la sostenibilità degli investimenti.

Oltre ai risultati economici, questi criteri vengono considerati nel processo di valutazione degli investimenti per stimare il profilo di rischio/rendimento dei portafogli.

Coltivare Canapa e Paulownia? La proposta arriva da Valmontone (Roma)

25 Maggio 2018 Damiani Fiorini

La proposta ha il fine di depurare l’aria e i terreni

https://www.lanuovatribuna.org/valmontone/coltivare-canapa-paulownia/

A Palazzo Doria di Valmontone vicino Roma, si è svolto un incontro programmatico per discutere di alcuni investimenti alternativi per l’agricoltura e l’ambiente.  L’idea partita dal CAF e Patronato FIN Valmontone e subito supportata da Alessandro Iannone, perito agrario che si occupa da anni di questo tipo di progetti, è riqualificare a livello ambientale e produttivamente parlando la zona della Valle del Sacco, nota per l’eccessivo inquinamento dell’omonimo fiume.

La soluzione trovata potrebbe sorprendervi, poiché la proposta che arriva dal CAF di Valmontone, viene estesa ai comuni limitrofi e mira a riqualificare la zona, utilizzando coltivazioni di Canapa, dalle note proprietà fitoterapiche per la depurazione di terreni contaminati. Da affiancare a queste filiere il progetto prevede anche una soluzione per la depurazione dell’aria attraverso delle piantagioni di Paulownia, una pianta di origini orientali che veniva coltivata nelle zone della valle del sacco, già prima della guerra, e che adesso non solo aiuterebbe a depurare l’aria ma fornirebbe una grande quantità di legname pregiato in tempi brevi.

Fonte: La Nuova Tribuna

COVID-19 e Paulonia: dalla natura una possibile cura

Pubblicato 15/12/2022 – Modificato 15/12/2022

L’estratto di Paulownia Tomentosa, conosciuto anche come albero antismog, ha in vitro una significativa attività antivirale contro la malattia COVID-19. Lo afferma uno studio coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) appena pubblicato dalla rivista Biomedicine and Pharmacotherapy.

La ricerca nasce dall’idea di testare composti derivati dallo scarto forestale caratterizzati da attività biologiche, in particolare di studiare le proprietà biologiche di un estratto di legno di Paulownia tomentosa termo-trattato nei confronti di SARS-CoV-2, il virus responsabile della malattia COVID-19. Lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista ha visto la collaborazione di diversi gruppi di ricerca italiani afferenti a: l’Università della Basilicata coordinato dal professor Maurizio D’Auria che si è occupato della preparazione dell’estratto, presso il Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie; l’Università degli Studi di Urbino, Carlo Bo, coordinato dal Prof. Matteo Micucci; di UniCamillus – Saint Camillus International University of Health Sciences, che si è occupato di testare gli effetti dell’estratto sulla muscolatura respiratoria; l’Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica di Palermo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), coordinato dai ricercatori Domenico Nuzzo e Pasquale Picone, che hanno studiato lo stress ossidativo su cellule epiteliali; al Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità coordinato dal Dr. Fabio Magurano, che si è occupato della valutazione delle attività antivirale e virucida nei confronti del virus SARS-CoV-2 in vitro.

I risultati hanno confermato per l’estratto di Paulownia una significativa attività antivirale associata a un effetto citoprotettivo, senza interferire in nessun modo sull’attività contrattile della muscolatura liscia di trachea e polmoni. La ricerca apre la strada a futuri studi che consentano di confermare in vivo questi significativi risultati.

Fabio Magurano, Matteo Micucci, Domenico Nuzzo, Melissa Baggieri, Pasquale Picone, Silvia Gioacchini, Raoul Fioravanti, Paola Bucci, Maedeh Kojouri, Michele Mari, Michele Retini, Roberta Budriesi, Laura Beatrice Mattioli, Ivan Corazza, Valentina Di Liberto, Luigi Todaro, Roberto Giuseppetti, Emilio D’Ugo, Antonella Marchi, Marisabel Mecca, Maurizio D’Auria.

A potential host and virus targeting tool against COVID-19: Chemical characterization, antiviral, cytoprotective, antioxidant, respiratory smooth muscle relaxant effects of Paulownia tomentosa Steud.

Biomedicine & Pharmacotherapy, Volume 158, 2023, 114083, ISSN 0753-3322,

https://doi.org/10.1016/j.biopha.2022.114083

Fonte: Istituto Superiore di Sanità (ISS)

Paulownia: legno, lotta allo smog e medicina

Interventi pubblici di piantumazione di Paulownia in Italia: a Varese, Padova e Ariccia si impiega la pianta che assorbe lo smog, si autorigenera, arriva a dodici metri in tre anni

In Cina, dove è nata, è simbolo di prosperità e felicità: per questo l’uccello della Fenice – tra tutte le piante – si posa solo sui suoi rami

In Giappone la chiamano Kiri, che significa ‘Vita’. Al suo arrivo in Europa, importata dalle navi della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, a inizio 1800. A lungo nel vecchio Continente, l’albero di  Paulownia è utilizzato nei giardini privati e nelle grandi città – Parigi per prima – a scopo decorativo e ornamentale. Della Paulownia, a due secoli dal suo arrivo in Europa, se ne apprezzano le proprietà fisiche e chimiche: assorbe lo smog, si autorigenera, è l’albero che cresce più velocemente al mondo, ha proprietà antinfiammatorie.

Philipp Van Siebold, medico e botanico tedesco inviato in Giappone al servizio dell’esercito olandese, la importò in Europa. Durante la sua permanenza a Deshima, isola costruita dallo shogun Togukawa Iemitsu al fine di ospitare gli insediamenti commerciali dei Paesi Bassi, scoprì la pianta e, coltivandola nel suo giardino, rimase affascinato dalla sua rapida crescita. Rientrato in Europa si mise alla ricerca di qualcuno che potesse fornirgli i fondi necessari alla pubblicazione di una serie di manuali di botanica frutto della sua avventura orientale. Fu Anna Pavlovna, figlia dello zar Poalo I, poi moglie di Guglielmo II d’Olanda, ad accordarglieli. Per sdebitarsi, le dedicò il nome della pianta, con cui la conosciamo ancora oggi. 

Associata alla figura dell’uccello capace di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte, veniva piantata in Cina nei pressi delle case dalla popolazione, nella speranza di attirare l’uccello e assicurarsi prosperità

Oltre le leggende (i primi documenti sul suo utilizzo risalgono al 200 a.C.), è una delle sue proprietà fisiche ad accomunarla alla Fenice. Spiega il dottor Daniele Berruti – cofondatore e responsabile Ambiente, amministrazione e comunicazione dell’Associazione no profit Paulownia Piemonte: «Quando viene tagliata alla base, rasoterra, l’albero di Paulownia ricresce in maniera spontanea. È autorigenerante. Non ha bisogno di essere ripiantato appena viene tagliato. Con conseguenze sui fenomeni del disboscamento e della deforestazione».

Si utilizza il metodo del ‘taglio tecnico’: si seleziona il pollone più forte che cresce inglobando la parte di tronco rimasta dal precedente taglio, dando l’opportunità di riprendere il processo di arboricoltura senza dover acquistare nuove piante come avviene invece per altre specie produttrici di legno, come il pioppo, dove andrebbero rimosse anche le radici, comportando costi più alti e tempi più lunghi per le lavorazioni. Può arrivare a un’altezza di 30 centimetri in tre settimane, a sei metri entro il primo anno di vita e a dieci o dodici metri in tre anni. 

«Il legno di Paulownia è tra i più leggeri al mondo. Pesa circa 300 chili a metro cubo. È anche tra i più resistenti. La richiesta in Italia è cresciuta, e le industrie interessate a utilizzarla devono rivolgersi alle filiere internazionali, cinese e statunitense. La produzione nazionale, a oggi, non riesce a soddisfare la domanda». Un solo albero piantato può produrre più volte la stessa quantità di legno che altre specie riuscirebbero a offrire solo con la piantumazione di diversi alberi. Il legno di quest’albero ha un colore chiaro, che varia dal giallo-miele al grigio, apprezzato per il suo valore estetico, ma non solo. La particolarità sta nel fatto che si infiamma a 420 °C: brucia con difficoltà. Per questo è più sicuro di quello di altri arbusti e viene utilizzato per la costruzione di saune, bare, mobili, roulotte, strumenti musicali e case in legno.

La superficie di una foglia di Paulownia può arrivare a una grandezza di 75cm

È ricoperta da una peluria – il tomento – che assorbe le particelle di fumi, di inquinanti – come il pm10 – e di anidride carbonica nell’aria. Durante la fotosintesi, producono dalle tre alle quattro volte più ossigeno che qualsiasi altra specie di albero. Un ettaro di Paulownia è in grado di assorbire dalle 28 alle 32 tonnellate di CO2 all’anno. Ogni singola pianta, dai 32 ai 36 kg.

«Spesso le aziende decidono di compensare le emissioni di gas serra attraverso politiche di riforestazione scegliendo la Paulownia», continua Berruti. Sono stati avviati progetti pubblici nel 2020 a Padova e a Varese. Lo scorso settembre, con la collaborazione di Paulownia Piemonte, l’assessore per il Verde Laura Rogora ha avviato la messa a dimora di centodieci alberi. In Emilia Romagna, tra le specie scelte dei quattro milioni di alberi che andranno piantati in tutta la Regione, figura anche la Paulownia. Così anche tra quelli del progetto di forestazione Centomila Alberi che ha da poco preso il via in Piemonte. 

Ad Ariccia è stato deciso di piantare alberi di Paulownia contro lo smog

Non senza polemiche. Promosso dal candidato sindaco Emilio Tomasi, il progetto – parte del più ampio esperimento Ossigeno, patrocinato e finanziato dalla Regione Lazio – è stato criticato dal concorrente alle comunali Emilio Cianfanelli, perché per crescere la pianta avrebbe bisogno di una quantità di acqua più alta di altre specie, con conseguente spreco di risorse idriche.

«La disputa è più politica. Bisogna distinguere tra coltivazione per produzione di reddito e piantumazione in ambito urbano», spiega Berruti. «Se parliamo di reddito dobbiamo creare tutte le condizioni possibili per aumentare la produzione. Con poca acqua, la pianta crescerà più lentamente e non renderà il massimo profitto. In ambito urbano è sufficiente irrigarla una o due volte a settimana per i primi tre anni. L’apporto idrico va valutato sul lungo termine: se in 3 anni una Paulownia arriva a 10-12 metri, al terzo anno avrà bisogno di meno acqua rispetto ad altri alberi. Lo dimostra il fatto che un progetto di piantumazione di Paulownia è stato avviato a Baharia, in Egitto, nel Deserto del Sahara. Oltre a sottolineare come la pianta riesca a crescere in diverse condizioni climatiche, dimostra anche che il consumo idrico richiesto non è poi così alto».

Al di là della lotta all’inquinamento, per le grandi città ospitare la Paulownia è utile, secondo Berruti, «Anche per un fattore climatico. Gli alberi sono grandi, le foglie larghe: riesce a ombreggiare l’asfalto e abbassare la temperatura. A Parigi è presente in gran numero da secoli. A Torino ne stiamo piantando molte. Potrebbe essere un’opportunità per molti altri centri urbani».

1/4 PAULOWNIA TOMENTOSA À PLACE D’ITALIE

In medicina in Cina, Giappone, Laos e Vietnam, da secoli è utilizzata a scopo terapeutico per combattere l’invecchiamento della pelle e prevenire la caduta dei capelli

Anche in Occidente gli studi ne confermano le virtù curative. Marcello Merlino, altro cofondatore di Paulownia Piemonte e facilitatore scientifico, spiega che «La Paulownia è utilizzata per curare le affezioni delle vie respiratorie superiori, perché naturalmente ricca di flavonoidi, composti antinfiammatori che è stato dimostrato agiscono sulla replicazione di alcuni virus nell’organismo umano. Tra questi anche il Sars CoV-1, del quale riesce a inibirne la proteasi, come è sottolineato in uno studio del 2013, oggi più attuale che mai nell’ambito delle ricerche per combattere il Covid-19, con cui il Sars CoV-1 condivide diverse caratteristiche».

I flavonoidi sono presenti in vari tessuti dell’albero di Paulownia: nelle foglie, nella corteccia e nei tessuti vascolari. Dai fiori della pianta si può estrarre una varietà di miele, più diffusa in Asia – dove la presenza della Paulownia è più radicata – e più rara in Europa. Come spiega Merlino, l’assunzione di questo miele potrebbe rivelarsi una sorta di antibiotico naturale, perché i flavonoidi presenti nelle diverse componenti della pianta vi rifluirebbero dentro creando così un prodotto naturale senza bisogno di lavorazione in laboratorio.

Prosegue Berruti: «Gli alberi sono fonte di nutrizione per l’allevamento animale. Dalle foglie, ricche di minerali come calcio, fosforo, zinco e ferro, si produce una farina il cui apporto proteico è molto alto. Proprio per l’alta concentrazione di proteine presenti, si può così dimezzare il quantitativo di alimento necessario a raggiungere l’apporto nutritivo richiesto. Migliora inoltre la flora intestinale dell’animale: si va a immunizzarlo, nutrendolo allo stesso tempo».

Viene considerata invasiva: un albero maturo produce in un solo anno venti milioni di piccoli semi alati che vengono trasportati lontano dal vento, rischiando di infestare terreni e alberi di altre specie. Esistono sei specie della famiglia della Paulownia: l’Elongata, la Fargesii, la Fortunei, la Taiwaniana, la Kauakamii e la Tomentosa. Quest’ultima, dice Berruti, l’unica a essere infestante. «Il problema dell’invasività della Paulownia è oggi un falso mito, ormai superato. La maggior parte delle piante oggi diffuse sono ibridi, cloni sterili ottenuti con la micropropagazione in vitro. Sono sicure e non infestanti».

Giacomo Cadeddu

Proprietà medicinali della Paulownia

L’organizzazione Paulownia Piemonte da anni ormai segue con molta cura i progressi scientifici e più in generale gli studi relativi a questa pianta unica, grazie anche alla rete di professionisti esperti in tutti i campi come medici, professori, dipartimenti universitari e centri di ricerca.

Uno studio del dipartimento di scienze delle piante e la stazione di ricerca agricola statunitense, dimostra come la Paulownia possa costituire anche in ambito medico una grande risorsa.

Sono state analizzate diverse componenti della Paulownia, trovando un’alta presenza di composti polifenolici presenti come metaboliti secondari, i quali hanno un’elevata attività antiossidante.

I radicali liberi sono implicati in diversi disturbi nell’uomo come l’aterosclerosi, il sistema nervoso centrale, emicrania e gastrite.

La Paulownia come anticipato è molto ricca di Flavonoidi, i quali hanno proprietà antiossidanti che possono inibire l’idrolisi e l’ossidazione degli enzimi, prevenire la decomposizione dei perossidi nei radicali liberi, agire nei percorsi anti-infiammatori e minimizzare i danni cellulari.

Struttura di un flavonoide

Gli antiossidanti vegetali sono utilizzati a scopo terapeutico per rafforzare il sistema immunitario, come ad esempio quelli ottenuti dalle specie come basilico (Ocimum spp.), Menta (Mentha spp.), Rosmarino (Rosmarinus officinalis) e lavanda (Lavandula spp.). La ricerca sulle proprietà antiossidanti e sul valore medicinale dei metaboliti secondari nella Paulownia sta guadagnando sempre più importanza e infatti recentemente sono apparse ulteriori pubblicazioni scientifiche.

Nella Paulownia l’elevata quantità di sostanze fenoliche sono distribuite in vari tessuti dell’albero: le foglie contengono acido ursolico e β-Glycoside; i tessuti vascolari contengono d-sesamin (C20H18O6) mentre la Siringina e il Catalpol (glucoside iridoide (n° CAS: 2415-24-9) si presentano negli estratti di corteccia. Mediante l’analisi spettroscopica della la corteccia di Paulowmia spp. sono stati rilevati otto composti fenolici.

L’analisi dei frutti di Paulownia ha indicato la presenza di numerosi composti C-geranil nella frazione di etanolo che esibiva attività antiradicale e citoprotettiva testandolo con successo per guarire topi diabetici indotti da Alloxan.

L’estratto acquoso delle foglie di Paulownia somministrato agli insilati dimostra invece un’elevata attività inibitoria contro i batteri gram-negativi in vitro.

Compresse e iniezioni derivanti dall’estratto delle foglie di Paulownia, frutti o estratti del legno, sono risultati efficaci per bronchiti, in particolare alleviando la tosse e riducendo la secrezione di catarro. Esperimenti farmacologici dimostrano l’utilità di estratti di frutta per alleviare tosse e asma, contribuendo a diminuire la pressione sanguigna.

Foglie fresche e secche di P. elongata e P. fortunei, sono state usate per condurre uno studio comparativo sul potenziale antiossidante del loro estratto. Il reagente colorimetrico Folin-Ciocalteu è stato usato per misurare il contenuto totale di polifenoli (TPP) con acido gallico come a standard. Il contenuto medio di TPP di estratti di foglie fresche era 144,28 mg/g di acido gallico equivalente (GAE) (per P. elongata) e 207,53 mg/g di GAE (P. fortunei) rispettivamente, mentre il contenuto medio di TPP variava da 94,15 mg / g GAE (P. elongata) a 266,74 mg / g GAE (P. fortunei).

Concentrazioni flavonoidi e polifenoli in folgie fresche di Paulownia Elongata e Paulownia Fortunei
Concentrazioni flavonoidi e polifenoli in folgie fresche di Paulownia Elongata e Paulownia Fortunei

Sulla base degli studi accademici degli ultimi anni, sicuramente la Paulownia ha un elevato potenziale in diversi settori per il quale necessita di ulteriori approfondimenti e sviluppi su larga scala, quindi una pianta molto importante non solo nell’arboricoltura da legno, per la quale è maggiormente impiegata avendo una quotazione molto più alta rispetto gli altri legni.

www.paulowniapiemonte.it
paulowniapiemonte@gmail.com

© Ass.ne Paulownia Piemonte – Comitato scientifico – Resp: Dott. Berruti Daniele

Paulownia: tutti i segreti sulla coltivazione dell’albero che cresce in tempi record e combatte l’inquinamento

Il genere Paulownia comprende piante che vantano la crescita più veloce del mondo e assorbono grandi quantità di CO2: scopri come coltivare questo albero da giardino e le caratteristiche più interessanti del suo legname.

Francesco Castagna • 6 Aprile 2023

L’albero di paulownia, o paulonia, appartiene ad un genere di piante omonimo che fa parte, a seconda delle classificazioni, della famiglia delle Paulowniaceae o delle Scrophulariaceae. Come potrai immaginare, ne esistono diverse specie, dalla paulownia tomentosa alla paulownia elongata, ma tra le sue caratteristiche più interessanti ci sono i suoi fiori color lavanda che sbocciano in primavera, la capacità di assorbire CO2 e ripulire l’aria, una crescita molto veloce e, infine, i diversi usi che si possono fare del suo legno.

Per tutti questi motivi, la paulownia è uno degli alberi da giardino più apprezzati: vediamo come funziona la sua coltivazione, difficile da realizzare in vaso proprio in virtù delle dimensioni che la pianta può raggiungere in poco tempo.

Paulownia

Caratteristiche

Si tratta di un genere di pianta che può arrivare a vivere fino a 100 anni, con una media di 80 anni di vita. Tra le particolarità della paulownia rientrano le foglie, capaci di catturare CO2. Per ogni ettaro di coltivazione, infatti, arriva ad assorbire 1200 tonnellate di biossido di carbonio: nessun altro albero al mondo riesce ad assorbire più anidride carbonica.

Al genere della Paulownia appartengono diverse specie: le più note sono la paulownia tomentosa e la paulownia elongata, soprattutto dal punto di vista commerciale; il loro legname proviene da coltivazioni disseminate nelle zone più centrali della Cina.

La specie Paulownia tomentosa vanta la crescita più veloce al mondo: può guadagnare circa 5 metri di altezza ogni anno.

Per quanto riguarda la crescita, la specie tomentosa è tra le più stupefacenti: l’albero ha un portamento maestoso e può crescere circa 5 metri ogni anno, raggiungendo i 12-15 metri di altezza nel giro di 3 anni e superando i 20 metri in età adulta.

La paulownia elongata, invece, difficilmente supera i 10 metri di altezza, ma la sua caratteristica principale sono le sue grandi foglie. C’è poi la paulownia fortunei, perfetta per essere coltivata nelle zone con il clima più caldo, sebbene in Cina cresca spontaneamente nelle aree montane a 2000 metri di quota.

È invece quasi scomparsa in natura la paulownia kawakamii, chiamata anche albero del drago di zaffiro, che però viene coltivata ampiamente per via della qualità del suo legname; le dimensioni sono minori rispetto a quelle di altre specie, con un’altezza compresa tra 6 e 12 metri.

Significato simbolico della Paulownia

La paulownia è chiamata kiri in Giappone e paotong in Cina, ma il nome che ne rispetta più le caratteristiche è sicuramente albero fenice, perché questa pianta ha l’incredibile capacità di rinascere dalle proprie radici anche una volta che viene abbattuta, dato che è in grado di rigenerarsi ad ogni taglio e ricrescere più forte di prima.

Ha origine nelle regioni centrali della Cina e viene chiamata anche princess tree o albero della principessa, perché venne introdotta in Europa per la prima volta come omaggio alla regina dei Paesi Bassi Anna Pavlovna Romanova, figlia dello zar Paolo I di Russia, a cui deve chiaramente il suo nome.

In Giappone la paulownia è sempre stata considerata sacra, probabilmente per le sue qualità uniche: infatti, è l’albero con la crescita più veloce al mondo, e può arrivare ad avere una circonferenza di oltre 1 metro e superare i 30 metri di altezza, con foglie in grado di raggiungere gli 80 centimetri di diametro.

La tradizione giapponese voleva in passato che per ogni bambina nata venisse piantato un esemplare di paulonia. L’albero accompagnava nella crescita la ragazza, sviluppandosi velocemente, fino alla maturità della ragazza. A quel punto, in occasione del matrimonio, ne poteva essere tagliato il legno per realizzare utensili e mobili che potessero far parte della dote nuziale.

Coltivazione

Coltivare la paulownia è piuttosto semplice sia per la sua capacità di adattamento a vari tipi di clima e terreno, sia per la sua resistenza che la protegge da eventuali attacchi di insetti o parassiti. Tuttavia, questo albero da giardino è poco adatto alla coltivazione in vaso perché, come ti ho spiegato, tende a crescere molto velocemente e necessità quindi di ampi spazi per permettere lo sviluppo del suo apparato radicale.

Esposizione

La paulownia, per crescere bene, ha bisogno di molta luce, ma se posizionata a mezz’ombra non soffre comunque. Si tratta infatti di una pianta molto semplice da coltivare, perché si adatta a ogni tipo di clima.

Terreno e concimazione

Per quanto questa pianta si adatti bene a quasi tutti i tipi di terreno (fatta eccezione per quelli argillosi), meglio scegliere un terriccio leggero e ben drenato, con un pH da 5.0 a 8,9. Per quanto riguarda la concimazione, deve essere scelto un prodotto a base di azoto; tuttavia, va detto che siccome la paulownia cresce molto velocemente, il concime non è strettamente necessario.

Il rinvaso della pianta va fatto nel periodo che va dalla fine dell’autunno all’inizio della primavera, prima della fioritura, accertandosi che il terreno non sia troppo umido.

Innaffiature

Se la pianta è giovane, deve essere innaffiata sporadicamente, almeno nei mesi più freddi. La pianta meno giovane, invece, riesce a sfruttare l’acqua piovana e quindi non necessita di innaffiature aggiuntive.

Potatura

Grandi interventi di potatura non sono necessari. Non eccedere con i tagli è la prima regola, soprattutto dei rami più grandi, perché in seguito a una “cicatrizzazione” non corretta, potrebbero portare alla comparsa di malattie e funghi. Se procedi con l’operazione della potatura, accertati di farlo solo con i rami più bassi e piccoli.

Fioritura

La bellezza di questa pianta è anche nella sua fioritura in primavera; tra maggio e giugno fanno la loro comparsa dei bellissimi fiori di colore lilla o bianco, che giustificano il motivo per cui in passato questa pianta è stata dedicata a una regina.

Legno di Paulownia

La paulownia è interessante non solo per l’aspetto ornamentale, ma anche per il suo valore redditizio. Essendo una pianta che cresce molto rapidamente, con fusti dritti e privi di nodi, strizza sicuramente l’occhio all’industria del legno. Non solo. Può anche considerarsi una buona fonte di biomasse, carbone e pellet.

Da questa pianta sono nati altri oggetti più inconsueti come le famose chitarre della Fender, come per esempio quella posseduta da Mark Knopfler dei Dire Straits, ma anche numerose tavole da snowboard e da surf.

Dalle radici delle paulownia si ricava poi la radica delle barche, mentre il legno ricavato dal suo tronco ha la caratteristica di non trattenere umidità, di asciugarsi molto in fretta, di essere particolarmente isolante e più leggero rispetto ad altre specie.

Pro e contro

La pianta non è soltanto particolare per il suo aspetto ornamentale, ma anche perché ha una serie di benefici che vale la pena menzionare. Sicuramente il più importante è che questa coltivazione aiuta a combattere lo smog.

Pro

Non solo, in realtà è considerata la pianta anti-smog per eccellenza. Le sue foglie infatti svolgono la funzione importantissima di assorbimento della CO2. Pensa che secondo le ultime ricerche, ogni ettaro di questa coltivazione è in grado di assorbire 1.200 tonnellate di biossido di carbonio, ovvero quanto emette un’automobile in un tragitto di 100mila km.

Ma quali sono gli altri benefici?

  • fiori e foglie: questa pianta se non lo sapevi ha dei fiori bianchi commestibili dal sapore molto dolce, simili a quelli della vaniglia. Inoltre, le foglie sono molto utili per le api che sono attratte dal miele che produce
  • È una pianta economicamente conveniente per gli investitori: cresce rapidamente, si adatta facilmente a quasi ogni tipo di suolo e ha una forte resistenza ai parassiti
  • questo tipo di pianta arricchisce il terreno e permette la crescita di altri tipi di coltivazioni

Contro

Ma la Paulownia ha anche dei difetti, perché se è una pianta in grado di crescere rapidamente, allo stesso tempo rimane un arbusto molto fragile e debole. Per questo motivo il vento e il gelo potrebbero rovinarla o metterne a rischio la fioritura. Inoltre la pianta non è adatta per i terreni troppo umidi o argillosi. Anche se cresce molto in fretta e ha delle radici invasive, potrebbe sembrare che questo sia un male, ma in realtà le radici si sviluppano orizzontalmente, evitando quindi l’erosione di suolo.

(Pubblicato da Gaia Cortese il 28-1-2021
Modificato da Francesco Castagna il 06-4-2023)

Paulownia, Canapa, Bambù: il Mercato

Paulownia Tormentosa. Coltivare Paulownia.Indice – Clicca sulle Parole Verdi per andare al Capitolo.

  1. Il Cambiamento in Corso
  2. Quali Mercati coinvolge?
  3. Su Quale Puntare?
  4. Prodotti Agricoli richiesti?
  5. Come far Fruttare un terreno?

Il Cambiamento in Corso

Nel nuovo millennio Energie Rinnovabili, materie prime Eco-Sostenibili e prodotti alimentari Bio compaiono sul mercato. Accolti con scetticismo da molti addetti ai lavori, che li considerano un prodotto di nicchia per pochi. Paulownia Tormentosa. Coltivare Paulownia.

Nel decennio appena concluso, il trend cresce esponenzialmente entrando in tutti i settori. Il 2019, complici i cambi climatici sempre più evidenti, è stato l’anno dell’esplosione della Green Economy. Investire nella Paulownia. Quanto rende la Paulownia.

Oggi una grande azienda, per restare al passo deve proporsi come Eco-Friendly. Paulownia Tormentosa. Coltivare Paulownia.

Coltivare Canapa. Piantare Canapa da Fibra.Qualsiasi reparto marketing, oggi è impegnato a rendere Verde la propria azienda. Guardando la quotazione dei green bond, la cosa in futuro può solo aumentare

Quali Mercati Coinvolge?

Paulownia Tormentosa. Coltivare Paulownia.Dei Macro-Mercati che coinvolgono l’Agricoltura Italiana, questi sono i tre più quotati:

1 – Alimentare ed Officinale Biologico

Investire nella Paulownia. Quanto rende la Paulownia.Ottimo mercato, se si ha la giusta preparazione e conformazione aziendale. L’assenza di chimica ha varie ripercussioni:

  • Diminuisce il raccolto. Coltivare Canapa. Piantare Canapa da Fibra.
  • Abbassa le qualità estetiche del prodotto.
  • Diminuisce il periodo di conservazione.

Paulownia Tormentosa. Coltivare Paulownia.Di conseguenza il costo di produzione e vendita si alza.

Quindi è un campo per coltivatori molto esperti e professionali, che avviano colture ideali per i propri terreni. Essenziale avere un canale di distribuzione medio/alto: clientela che può permettersi l’acquisto.

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2 – Produzione di Energia Rinnovabile

Solare ed Eolico, per fare i due nomi più importanti. Dopo due decenni di finanziamenti /conti-energia e tanti investimenti sconsiderati, è facile tirare le somme. Coltivare Canapa. Piantare Canapa da Fibra.

Si guadagna solo avendo: Coltivare Canapa. Piantare Canapa da Fibra.

  • grandi estensioni. 
  • impianti ben progettati ad alta tecnologia.
  • manutenzione regolare.

A conti fatti, è adatto solo a grandi investitori.

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3 – Materie Prime Sostenibili per l’Edilizia generale. Investire nella Paulownia. Quanto rende la Paulownia.

Il mercato secondo noi più interessante, per questi motivi:.

  1. Accessibilità ai piccoli proprietari terrieri o investitori.
  2. Ci si può espandere negli anni, partendo da piccole operazioni
  3. La professionalità richiesta non è molta, e può essere acquisita durante le operazioni sul campo nei primi anni di gestione.
  4. È possibile mantenere una professione principale non agricola, gestendo l’operazione come investimento.

Su Quale Puntare?

Guardando i mercati in crescita in Italia ed Europa, uno risalta particolarmente: Edifici in Legno a risparmio energetico.

Coltivare Canapa. Piantare Canapa da Fibra. Negli anni 90 si inizia a parlare di risparmio ed efficienza energetica degli edifici, con la nuova costituzione dell’ENEA. Una rivoluzione al contrario che riporta legno e rodotti agricoli fra i protagonisti dell’edilizia italiana.
Nel decennio 2010/2019 il mercato aumenta e si consolida, dal 2016 l’Italia esporta addirittura in Nord-Europa. 

La crescita non accenna diminuzioni. Paulownia Tormentosa. Coltivare Paulownia. La Comunità Europea crede in questo mercato, e si prevede divenga la prima opzione edile nell’arco di questo decennio.

Prodotti Agricoli Richiesti?

Elechiamo i tre settori principali che coinvolgono Edilizia e Agricoltura: Coltivare Canapa. Piantare Canapa da Fibra.

 – Isolanti Termici e Acustici. Coltivare Canapa. Piantare Canapa da Fibra.
 – Finiture e Arredi Interni ed Esterni.
 – Materiali Strutturali.

Isolanti Termici e Acustici

Le opzioni sono molte: dal più pregiato Sughero alla Lana passando per le fibre legnose di varie essenze. Paulownia Tormentosa. Coltivare Paulownia.

Il Sughero è un investimento molto a lungo termine: piantando oggi i primi frutti arriveranno fra oltre 30 anni. Acquistando una sughereta già avviata, gli intervalli fra un raccolto e l’altro sono di circa dieci anni.

Il discorso Lana è più rapido, ma non è fruttifero allevare animali solo per quello. Avviare un allevamento ovino non è consigliabile a chiunque, soprattutto in questo periodo.

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Su le Fibre Legnose, il discorso può essere più semplice. Per gli alberi i tempi sono lunghi, ma due colture a crescita rapida stanno dominando questo settore: Canapa e Legname di Bambù.

Gli Isolanti in Fibra di Canapa già da molti anni sono utilizzati in Edilizia e certificati dall’ENEA. Più economici rispetto al Legno e Lana, con pari prestazioni. Paulownia Tormentosa. Coltivare Paulownia.

Gli Isolanti in Fibra di Bambù, sono una novità nel mercato Italiano. Ovviamente in arrivo dagli Stati Uniti, dove le costruzioni in legno sono il mercato principale. Guardando le vendita in crescita negli USA, è facile prevedere un futuro analogo qui da noi.

Finiture e Arredi Interni ed Esterni

Paulownia Tormentosa. Coltivare Paulownia.Mobili, pavimentazioni, coperture non strutturali e via dicendo. Il collegamento con il mondo agricolo è solo uno: il Legno.

Un unico problema: le tempistiche. Per far crescere alberi servono decenni. Tagli una volta, espianti le radici, ripianti e attendi ancora decenni. Costo di produzione troppo alto per la produzione di massa.

Questo ha portato nel secolo scorso un uso sconsiderato di materiali plastici, causando i problemi di oggi. Nel nuovo millennio il Legname Ecosostenibile è la risposta: Paulownia, e anche in questo caso il Bambù. Paulownia Tormentosa. Coltivare Paulownia.

Quanto rende coltivare Canapa. Mercato della Canapa in Italia. Le varie specie di Paulownia hanno una fibra meno resistente delle specie classiche. Ma la facilità di verniciatura, il basso peso specifico e l’estetica classica sono ottimi vantaggi. Ideali per la produzione di mobili in legno massellocornici e coperture interne, impiallacciature di materiali meno nobili.

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Il Legname di Bambù ha caratteristiche opposte, inserendosi dove la Paulownia non arriva.
L’estetica del Bambù lamellare è per case lineari e modernelocali commerciali , ufficiedifici pubblici.
Senza dimenticare i Pavimenti in Bambù. Il parquet di Bambù è in tutti i rivenditori italiani, ultimamente accompagnato da Pavimentazioni per Esterno in Bamboo massello.

Le Fibre di Bambù, data la grande resistenza, sono utilizzate in vari compositi per l’edilizia, anch’essi già venduti in Italia. Paulownia Tormentosa. Coltivare Paulownia.
Il più comune è il WPC (Fibre di Bambù e Resine naturali) utilizzato per coperture, pavimentazioni e altri accessori per esterno. In rialzo anche il  PLA (Fibre di Bambù e Acido Polilattico), anch’esso Green ed Ecosostenibile, utilizzato per oggetti presso-fusi o stampa 3D.

Materiali Strutturali

Travi Lamellari, ovvero gli elementi principali di ogni costruzione in Legno a Risparmio Energetico, che sia 100% Bio o creata con materiali misti. Paulownia Tormentosa. Coltivare Paulownia.

Ritroviamo anche qui il Legname di Bambù, stavolta in solitaria nella categoria degli Ecosostenibili/Rinnovabili. Le specie concorrenti si tagliano ogni 30/40 anni, tempi ecologici troppo lunghi, costi troppo alti. Mercato della Canapa in Italia. Quanto rende coltivare Canapa.

 Coltivando in Italia bambù giganti adatti a questo scopoè possibile arrivare in un decennio ad avere un raccolto annuale di legname.

Come far Fruttare un Terreno?

Risulta evidente che il Legname di Bambù – lamellare o in Fibra – è presente nei primi 3 mercati edili, e quindi sia la migliore opzione.

Certo, anche se i costi di avviamento e gestione sono relativamente bassiattendere anni per i primi raccolti non è una passeggiata. Ma è comunque meglio che lasciare un terreno incolto.

Ma il vero vantaggio rispetto ad altre specie legnose, è la coltivazione combinata. Negli anni in cui si attende l’espansione del Bambù, si possono avviare nello stesso campo coltivazioni parallele come la Canapa da Fibra o l’Erba Medica. Paulownia Elongata Cotevisa. Prezzo Mercato Paulownia.

Così facendo si ottiene: Coltivare Canapa. Piantare Canapa da Fibra.

  • Un introito dal taglio stagionale.
  • Una diminuzione dei lavori di pulizia dagli infestanti.
  • Un beneficio per la coltivazione del Bambù, grazie alle proprietà azoto-fissatrici delle due specie coltivate parallelamente.

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Solo vent’anni fa si parlava di Bambù e Canapa come materiali sperimentali, in convegni sul rispetto dell’ambiente. Mercato della Canapa in Italia. Quanto rende coltivare Canapa. I prodotti disponibili erano pochi, ma chi ci ha creduto ora è già sul mercato. Paulownia Elongata Cotevisa. Prezzo Mercato Paulownia.

Oggi non si parla più di futuro ma di realtà attive in un mercato solido e in crescita. Mercato della Canapa in Italia. Quanto rende coltivare Canapa. Lo spazio in cui inserirsi c’è, soprattutto in Italia, che dovrebbe sfruttare la fortuna di trovarsi a sud del continente Europeo con un clima sempre più adatto a queste coltivazioni. Coltivare Canapa. Piantare Canapa da Fibra.

Il cambio climatico mette in crisi l’agricoltura, ma di fronte a una specie che ne trae vantaggio bisogna sfruttare l’occasione.

Fonte: Qualecoltura

https://qualecoltura.com/paulownia-canapa-bambu-previsioni-mercato-2020-2030/

Gli alberi di Paulownia

Testiamo soluzioni sostenibili

Guarda gli alberi di fronte a te: quanto velocemente pensi che crescano per darci ombra in un clima sempre più mutevole e caldo? La Paulownia (Paulowniaceae) è uno degli alberi a crescita più rapida al mondo con una crescita di circa 1,5 cm al giorno, o 2-3 m in una stagione. Originariamente introdotto dall’Asia in Europa nel XVII secolo, l’albero fornisce una rapida ombreggiatura e consente una crescita secondaria al di sotto delle sue foglie protettive, ad esempio per piante di mirtilli oppure ortaggi. La rapida crescita di quest’albero, con il suo legno estremamente leggero ma robusto e flessibile, lo rendono un materiale ideale per materiali compositi rinnovabili. Tali materiali compositi hanno un’anima in legno racchiusa da strati in fibra, come ad esempio la canapa, e possono essere utilizzati per realizzare sci, tavole da surf, supporti ortopedici, mobili o telai di auto elettriche.

Il nostro partner Monviso Institute coltiva alberi di Paulownia nella sua piantagione sperimentale a 1500 m di altitudine nelle Alpi occidentali, per comprenderne i tassi di crescita, la resistenza al gelo, alla neve, alla grandine e alle tempeste. La Paulownia cresce velocemente e non ha bisogno di fertilizzanti o pesticidi e durante la sua rapida crescita, immagazzina elevate quantità di CO2 nel suo legno. Potrebbe diventare un’interessante “coltura” economica per le regioni di montagna, oltre che in pianura. Usata in combinazione con il lino coltivato localmente o alla canapa industriale, la Paulownia ha un enorme potenziale all’interno dei processi di transizione verso la sostenibilità.

https://www.casavio.com/il-nostro-campeggio/verso-il-camping-casavio-del-futuro/interconnected-walkway/gli-alberi-di-paulownia/

Fonte: Camping Cà Savio

Siccità, la nuova agricoltura. Meno riso più canapa e piante mangia smog

Canapa e paulownia mangia smog

Il diabolico effetto domino è ormai lampante. «Le api sono indebolite – spiega Paolo Minella della Coldiretti – non trovano sostentamento perché faticano a trovare il nettare. E senza l’impollinazione delle api rischia l’intera umanità». Minella, fra i visionari di un’agricoltura sostenibile, ha all’attivo, fra le altre iniziative, anche le arnie «auto smielanti» senza elementi chimici realizzate con l’università di Padova in grado di salvare le api da un altro temibile nemico: la «Varroa destructor», un nome che è tutto un programma. L’agricoltura ora sa che, per sopravvivere, deve cambiare pelle. «A cominciare dalla piantumazione di essenze che assumono poca acqua – spiega Minella – come la canapa o come la meravigliosa “pianta mangiasmog”. Parlo della paulownia che cresce in fretta e “mangia” 28-30 tonnellate di Co2 l’anno. Per non parlare del suo legno eccezionale, perfetto, ad esempio, per fare posate completamente naturali e non solo, anche mobili per l’industria del legname e realizzazione di barche.

Business Paulownia, la denuncia del WWF Abruzzo

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

TROVATO UN ORSO MORTO AL CASTELLER. INTANTO L’OIPA PRESENTA LA PROPOSTA DI TRASFERIMENTO IN ROMANIA PER L’ORSA JJ4

La ormai famosa orsa JJ4, presunta responsabile dell’uccisione del runner Andrea Papi in Trentino
https://www.repubblica.it/cronaca/2023/06/02/news/orsi_trentino_trasferimento_rifugio_romania_oipa-402901953/

a cura della redazione Cronaca

L’Organizzazione internazionale protezione animali sta presentando una denuncia querela contro ignoti per uccisione di animali. Altre associazioni animaliste hanno aderito alla proposta dell’OIPA di trasferire l’orsa JJ4 al Liberarty Bear Sanctuary Zarnesti in Romania.

02 GIUGNO 2023 ALLE 15:02

Una carcassa di orso adulto è stata rinvenuta ieri sera nella zona del Monte Peller dal personale del Corpo forestale Trentino. Lo stato di decomposizione molto avanzato non permette ad oggi di formulare ipotesi attendibili sulle cause del decesso. Sono stati raccolti reperti che saranno inviati in laboratorio per determinare l’identificazione genetica dell’orso.

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) invierà subito una richiesta di accesso agli atti per avere tutti i particolari della vicenda e fa notare che si tratta del secondo orso trovato morto in pochi giorni, dopo M62.  L’Ufficio legale dell’associazione depositerà inoltre alla Procura della Repubblica di Trento anche per questo orso una denuncia querela contro ignoti per uccisione di animale.

“Speriamo non si tratti un’altra puntata della caccia alle streghe che anche alcune dichiarazioni di esponenti politici alimentano”, dice il presidente dell’Oipa Massimo Comparotto. “È di mercoledì 10 maggio, per esempio, una dichiarazione preoccupante del consigliere trentino Ivano Job che, durante la discussione sulle risoluzioni collegate alla comunicazione sulla gestione degli orsi del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, ha affermato che “se non ci sarà una risposta di buon senso, ponendo prima le persone e poi gli animali, i trentini non subiranno ancora”.

Sempre Oipa fa sapere che si sta profilando una proposta unitaria per il trasferimento dell’orsa JJ4, ritenuta responsabile dell’aggressione al runner Andrea Papi. L’Oipa già dal 12 maggio ha informato il Ministero dell’Ambiente sulla possibilità di trasferire JJ4, nel caso non possa essere liberata in natura, nel Santuario Liberarty Bear Sanctuary Zarnesti, in Romania, gestito dall’associazione Millions of Friends, lega membro di Oipa International.

La proposta Oipa sarà inviata con ulteriori dettagli entro il 27 giugno, data fissata dal Tar di Trento, alla Provincia autonoma di Trento, al Ministero dell’Ambiente e allo stesso Tribunale regionale di giustizia amministrativa. L’importante novità sta nella circostanza che ora anche altre associazioni animaliste hanno sposato la proposta dell’Oipa.

“Non dimentichiamo però che chiuso nel Casteller da anni c’è M49, detto anche “Papillon” per i suoi tentativi di evasione, e rischia di finirci anche MJ5, se catturato. Anche quest’ultimo, come JJ4, è oggetto dei decreti di abbattimento del presidente Maurizio Fugatti”, ricorda Comparotto. “Speriamo in un lieto fine per JJ4 e per tutti gli altri. Noi come Oipa ci siamo e ci saremo sempre per essere la loro voce, fuori e dentro le aule dei Tribunali”.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus