Francia

CRITERIUM DU DAUPHINE 4-11 GIUGNO 2023

Criterium du Dauphine 2023 Overall Route
https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/overall-route

Tappa 1 Chambon sur Lac – Chambon sur Lac, 158 km 4 Giugno 2023

Planimetria tappa 1 Chambon sur Lac – Chambon sur Lac, 158 km
Altimetria tappa 1 Chambon sur Lac – Chambon sur Lac, 158 km
https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/

Tappa 2 Brassac Les Mines – La Chaise Dieu, 167,5 km 5 Giugno 2023

Planimetria tappa 2 Bressac Les Mines – La Chaise Dieu, 167,5 km
Altimetria tappa 2 Bressac Les Mines – La Chaise Dieu, 167,5 km

Tappa 3 Monistrol-sur-Loire – Le Coteau, 194,5 km 6 Giugno 2023

Planimetria tappa 3 Monistrol sur Loire – Le Coteau, 194,5 km
Altimetria tappa 3 Monistrol sur Loire – Le Coteau, 194,5 km

Tappa 4 ITT Cours – Belmont de la Loire, 31,1 km 7 Giugno 2023

Planimetria tappa 4 ITT Cours – Belmont de la Loire 31,1 km

Altimetria tappa 4 ITT Cours – Belmont de la Loire 31,1 km

Tappa 5 Cormoranche-sur-Saone – Salins Les Bains, 191,5 km 8 Giugno 2023

Planimetria tappa 5 Cormoranche sur Saone – Salins Les Bains 191,5 km

Altimetria tappa 5 Cormoranche sur Saone – Salins Les Bains 191,5 km
https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/stage-5

Tappa 6 Nantua – Crest-Voland 170,5 km 9 Giugno 2023

Planimetria tappa 6 Nantua – Crest Voland 170,5 km

Altimetria tappa 6 Nantua – Crest Voland 170,5 km
https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/stage-6

Tappa 7 Porte-De-Savoie > Col de la Croix de Fer – Saint Sorlin, 148 km 10 Giugno 2023

Planimetria tappa 7 Porte de Savoie > Col de la Croix de Fer – Saint Sorlin 148 km
Altimetria tappa 7 Porte de Savoie > Col de la Croix de Fer – Saint Sorlin 148 km
https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/stage-7

Tappa 8 Le Pont-De-Claix > La Bastille 153 km 11 Giugno 2023

Planimetria tappa 8 Le Pont de Claix – La Bastille 153 km
Altimetria tappa 8 Le Pont de Claix – La Bastille 153 km

https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/stage-8

Classifica Generale Finale Criterium du Dauphine 2023

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

NEL CUORE DELLE ISTITUZIONI EUROPEE: AL VIA LA TERZA EDIZIONE DELL’INTERNATIONAL COVID SUMMIT

2 Maggio 2023 Miriam Gualandi

https://www.byoblu.com/2023/05/02/nel-cuore-delle-istituzioni-europee-al-via-la-terza-edizione-dellinternational-covid-summit/

Siamo nel cuore delle istituzioni europee: nel Parlamento europeo. Da qui sono partite molte delle indicazioni che durante tutta l’emergenza sanitaria si sono trasformate in vere e proprie restrizioni alla libertà personale, da qui sono partiti i famosi sms tra la presidente Ursula von der leyen e il Ceo di Pfizer, Albert Bourla.

Ed è proprio qui che domani, mercoledì 3 maggio, si terrà la terza edizione dell’International Covid Summit, che Byoblu segue dalla sua prima edizione. Per la seconda volta medici e ricercatori indipendenti che hanno curato e salvato vite quando il protocollo imponeva la vigile attesa tornano a confrontarsi all’interno di una istituzione, grazie anche alla mediazione di quei pochi parlamentari che da subito hanno scelto un approccio aperto e non di bieca sudditanza ai diktat calati dall’alto.

Si parlerà non solo di Covid e cure, di trattamenti efficaci sul campo ma non riconosciuti dalla comunità scientifica ma anche di vaccinazioni, effetti avversi e danni permanenti a medio e lungo termine.

Spazio anche al ruolo ricoperto dai media e dei giornalisti in tutto il mondo, soprattuto nella dimostrata parzialità con cui i media mainstream hanno veicolato a reti unificate le stesse informazioni.  Non è un caso che ciò avvenga proprio nella giornata mondiale della libertà di stampa.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini canale 262 DTV

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

PRIMO MAGGIO: PROTESTE IN FRANCIA, CONCERTO CON GRANDI SPONSOR IN ITALIA

2 Maggio 2023 Andrea Murgia

https://www.byoblu.com/2023/05/02/primo-maggio-proteste-in-francia-concerto-con-grandi-sponsor-in-italia/

In Francia anche il primo maggio è stato caratterizzato dalla protesta contro la riforma delle pensioni.

Ormai divenuta legge lo scorso 15 aprile, la discussa norma che aumenta l’età pensionabile da 62 a 64 anni continua a mobilitare un elevato numero di persone.

“Oltre 2 milioni contro la riforma”

Le manifestazioni organizzate in occasione della Festa dei lavoratori avrebbero coinvolto oltre 2 milioni di francesi secondo i sindacati, mentre sarebbero state circa 800.000 secondo il Ministero dell’Interno.

Anche questa volta nelle principali città del Paese si sono verificati scontri tra manifestanti e polizia con oltre 500 fermi e più di 400 feriti.

Al centro delle proteste c’è anche la richiesta di dimissioni rivolta nei confronti di Emmanuel Macron.

Il presidente, tra i maggiori sostenitori della riforma, aveva scelto di non passare dal voto parlamentare pur di approvarla.

In attesa del 3 maggio

I francesi contrari alla legge scendono in piazza da mesi e, come dimostrano le manifestazioni del primo maggio, continuano a farlo tuttora in numero consistente.

Si attende infatti per il 3 maggio un secondo parere da parte del Consiglio Costituzionale che si esprimerà in merito alla richiesta di referendum.

I volti della proteste non sono soltanto quelli dei lavoratori che si sentono danneggiati dall’innalzamento dell’età pensionabile ma anche quelli dei giovani che contestano il sistema di cui anche Macron è ritenuto rappresentante.

Da qui si spiegano gli ingressi nelle sedi di BlackRock e della Borsa di Parigi avvenuti nelle ultime settimane.

La protesta coinvolge partiti politici di colore diverso ma l’elevata mobilitazione sembra soprattutto figlia dell’unità e dell’efficienza dimostrata fino a questo momento dai sindacati e che rende abbastanza evidente le differenze con quelli italiani.

Il primo maggio italiano: multinazionali e finta battaglia

Mentre i francesi scendevano in piazza, il primo maggio organizzato da CGIL, CISL e UIL è stato invece caratterizzato dall’annuale concerto a Roma.

Un evento che ha visto tra i suoi principali sponsor l’istituto bancario Intesa Sanpaolo, la multinazionale energetica ENI e il gruppo Unipol attivo nel settore assicurativo finanziario.

Tra gli altri partner del concerto figurano anche la multinazionale statunitense Pringles e il servizio di consegna pasti Just Eat.

Quest’ultima “applica il contratto nazionale di lavoro”, ha spiegato il segretario generale CGIL Landini, che ha anche rilasciato le ormai consuete dichiarazioni insoddisfatte nei confronti dell’azione di governo che, intanto, ha approvato il Decreto Lavoro.

Il testo allenta la stretta sui contratti a termine che era stata introdotta nel 2018 dal Decreto Dignità e secondo Confindustria “va nella direzione giusta”.

A differenza del primo maggio francese, di quello italiano rimane dunque un innocuo concerto sostenuto da colossi energetici e bancari che rende ancora più vacue le finte dichiarazioni da battaglia e gli eterni tavoli di trattativa richiesti dai sindacati.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini canale 262 DTV

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

VALERIA SORESIN – ROSARIO MARCIANO’ CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA PER LE “TEORIE DI COMPLOTTO” AI DANNI DELLA FAMIGLIA

Vi comunico che, a seguito di sentenza definitiva in Corte di Cassazione – Procedimento “Solesin” – dopo che è stato stato rigettato il ricorso per “violazione del Codice di procedura penale” (interrogatorio di garanzia avvenuto in assenza del difensore), ho ricevuto, nella giornata del 19 aprile 2023 ed ancora in assenza delle motivazioni della sentenza, la notifica del mandato di carcerazione. L’esecuzione della condanna a 12 mesi di reclusione, inflitta in primo grado (diffamazione di persona scomparsa) e confermata in Corte d’Appello, rimane sospesa per 30 giorni, durante i quali ho la facoltà di presentare domanda per le “misure alternative” alla detenzione; resta comunque a discrezione del Giudice di sorveglianza decidere se accogliere o meno la richiesta, il che significa che potrei dover scontare la pena in carcere. In ogni caso, anche se dovessero essere concessi i benefici di legge con la “detenzione domiciliare”, dovrò osservare le prescrizioni del Giudice.
Ciò significa che, a breve, non mi leggerete più: non mi sarà consentito l’accesso ad Internet né ai Social. Non mi sarà possibile intrattenere conversazioni private, per iscritto o telefoniche, né ricevere visite. Il canale canale Telegram ed il blog tankerenemy.com saranno ancora gestiti dagli usuali amministratori, che hanno sino ad ora svolto un lavoro encomiabile. Li ringrazio per la loro fattiva collaborazione.

E’ più che mai necessario, in questo momento, un sostegno economico, indispensabile per far fronte alle spese per la richiesta delle “misure alternative” e per pagare le parcelle relative agli altri procedimenti penali attualmente in corso. Donazione con IBAN: IT91S36772223000EM001811077 – Swift (BIC): HYEEIT22XXX – Banca Hype. Maggiori dettagli qui.

Il video qui sotto risale al 2015. Con esso esortavo gli inquirenti ad indagare su alcune contraddizioni relative ai fatti del Bataclan.

Fonte: Tankerenemy

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

FRANCIA OK DELLA COSTITUZIONE FRANCESE ALLA RIFORMA DELLE PENSIONI. PROTESTE CONTRO MACRON E SCONTRI

dalla nostra corrispondente Anais Ginori

Tra gli elementi approvati dal consiglio dei saggi c’è la controversa misura dell’innalzamento dell’età pensionabile a 64 anni. Respinta la richiesta di referendum presentata dalla sinistra. Il presidente intende promulgare la legge nelle prossime 48 ore ma i sindacati chiedono di non farlo e invitano alla mobilitazione

14 APRILE 2023 AGGIORNATO ALLE 20:45

PARIGI – La Corte costituzionale francese approva l’innalzamento dell’età della pensione a 64 anni, cuore della riforma voluta dal presidente Emmanuel Macron. I nove Saggi della Consulta hanno respinto sei delle disposizioni della legge, oltre al referendum abrogativo chiesto dall’opposizione di sinistra. Da metà marzo, quando il governo di Elisabeth Borne ha deciso di utilizzare l’articolo 49.3 della Costituzione per approvare la contestata riforma e poi dal 20 marzo, e dopo che il governo ha superato la prova della fiducia parlamentare con appena 9 voti, la politica francese era sospesa a questo ultimo passaggio costituzionale.

https://www.repubblica.it/esteri/2023/04/14/news/corte_costituzionale_approva_riforma_pensioni_francia-396189678/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

FRANCIA: “PREFERIAMO MANGIARE PATATE CHE CREPARE AL LAVORO”

di Giacomo Marchetti

https://contropiano.org/news/internazionale-news/2023/04/08/francia-preferiamo-mangiare-patate-che-crepare-al-lavoro-0159096

Giovedì 6 aprile si è svolto l’undicesimo sciopero inter-professionale e l’undicesima mobilitazione nazionale contro la riforma pensionistica con manifestazioni in tutto l’Esagono.

Il giorno precedente, il capo dell’esecutivo Elisabeth Borne aveva ricevuto, senza che ciò sortisse alcun esito positivo, le otto organizzazioni sindacali che hanno fin qui guidato la protesta.

L’incontro, è stato un vero e proprio «fallimento» dal punto di vista dei sindacati. Da una parte i membri dell’intersindacale chiedevano il ritiro della riforma, a cui Borne ha risposto picche; dall’altra il Primo Ministro avrebbe voluto “superare” il dossier sulle pensioni ed avviare la discussione su altri cantieri che il governo ha intenzione di aprire ricevendo a sua volta un netto rifiuto.

Cyril Chabanier, presidente confederale della CFTC – il sindacato dei “quadri” – ha affermato a nome di tutta l’intersindacale: «Noi abbiamo ribadito alla prima ministra che non ci sarebbe altra soluzione democratica che non sia il ritiro del testo. La prima ministra ha risposto che lei ha intenzione di mantenere il suo testo. Una decisione grave».

Un testo, è sempre bene ricordarlo, che non è stato votato in Assemblea Nazionale per il timore che fosse bocciato da un governo che ha poi evitato di un soffio la sfiducia.

E’ significativo che anche il leader di una delle formazione sindacali più “moderate” come la CFDT, ribadisca un concetto già espresso e nuovamente attaccato anche dal presidente Macron: «stiamo vivendo una grave crisi democratica, avevamo una crisi sociale che si trasforma in crisi democratica».

Ancora più chiara la nuova leader della CGT, Sophie Binet, per cui «il governo è barricato in un bunker» ed è «in aperta rottura nei confronti del paese»

La torsione autoritaria della Francia si esprime sostanzialmente in due forme: la sordità del Presidente e dell’Esecutivo di fronte alle richieste della piazza, con milioni di persone che da tre mesi scendono in strada sostenute dalla maggioranza della popolazione, da tutto l’arco sindacale e dall’opposizione politica – sia di sinistra (NUPES, guidata da Mélénchon) che di estrema destra (RN di Marine Le Pen); dall’altra l’escalation della repressione.

Un sondaggio Viavoce pubblicato giovedì dal quotidiano “Libération” certifica il livello di delegittimazione del “Presidente dei Ricchi”.

Il 65% giudica negativamente l’operato di Macron – il 43% lo considera “molto negativo” ed il 22% “abbastanza negativo” – mentre solo un 26% lo giudica positivamente ed “entusiasma” solo il 4% degli intervistati (gli imprenditori, insomma)!

Il 75%, ad un secondo quesito più articolato, dichiara che il Presidente “non è vicino alla gente”, ed ad una terza domanda – anch’essa più articolata – il 69% ha risposto che “non rispetta le opposizioni politiche”.

A parte ciò che concerne la politica estera per cui, comunque, solo il 36% – contro il 53% – dei francesi intervistati ha fiducia che “promuoverà il posto della Francia a livello internazionale”, su tutti i principali dossier del quinquennio viene espressa una sfiducia netta, con un picco del 68% rispetto alle questioni sociali.

Tutti i sondaggi sono sempre da prendere “con le pinze”, ma in questo caso sembrano fornire un sismografo molto attendibile sulla profonda sfiducia nei confronti del “Presidente dei Ricchi” comunque abbondantemente bocciato dalla piazza.

Un dato colpisce particolarmente: il 55% degli intervistati pensa che “le libertà”, dal 2017 – anno in cui è stato eletto per il suo primo mandato presidenziale -, siano regredite.

Anche chi è d’accordo con le mobilitazioni, che sempre più spesso vedono scontri violenti con forze dell’ordine, ha timore a manifestare per timore dell’azione repressiva.

A questa percezione contribuisce l’attuale Ministro Gérald Darmanin, che è arrivato addirittura a criticare la Lega dei Diritti dell’Uomo per i rilievi fatti rispetto all’operato delle forze dell’ordine.

Le sue parole sibilline, con le quali lasciava intravedere una revisione delle sovvenzioni statali nei confronti della storica associazione che difende i diritti civili, ha spinto un centinaio di esponenti del mondo della cultura a scrivere una lettera aperta al presidente Macron affinché condanni pubblicamente le proposizioni di Darmanin.

Scrivono tra l’altro in questo appello i firmatari: «Noi non faremo l’affronto di rimproverarvi di ignorare che questi stessi militanti furono tra i bersagli principali della repressione del regime di Vichy».

Parole come pietre. Ma è chiaro che il semplice “monitoraggio” degli abusi in divisa è considerato un delitto di lesa maestà.

La solita geniale vignetta di Allan Barte immagina uno scambio tra il Presidente, preoccupato che le persone possano essere indignate per le posizioni del suo Ministro dell’interno, supponendo che vogliano instaurare «un regime non troppo democratico». Darmanin risponde: «Sì ma se lasciamo la Lega dei Diritti dell’Uomo lavorare, le persone sapranno che instauriamo un regime non molto democratico».

Per descrivere il personaggio, un ex gollista passato armi e bagagli alla Macronie per un posto da ministro, basti dire che è andato al congresso nazionale del maggiore sindacato della polizia a Parigi – Alliance Police – declamando tra l’entusiasmo dei 400 convenuti: «j’aime les flics», traducibile con «amo gli sbirri»!

Lui e Macron si sono scagliati in toni pesantissimi contro “l’ultra-sinistra” ed il suo “terrorismo intellettuale”, ma sono silenti sul montante fenomeno del terrorismo di estrema-destra, nonostante le ripetute avvisaglie sulla sua pericolosità.

Tornando alla mobilitazione di giovedì, il Ministero dell’interno ha contato 570mila persone, mentre gli organizzazioni hanno stimato a 2 milioni il numero dei partecipanti.

Al di là dei numeri è chiaro che, al di là della leggera flessione dopo 3 mesi di mobilitazione, che non si può assolutamente parlare di riflusso. Anche perché rimangono fortemente mobilitati i settori strategici che fino a qui sono stati la colonna vertebrale degli scioperi, e le casse di solidarietà hanno visto affluire e ridistribuire cifre record per i lavoratori che hanno perso più giornate di lavoro, come quelli del petrolchimico o gli operatori ecologici.

Diamo qualche numero su alcune di queste iniziative.

La cassa di resistenza creata alcuni anni fa dalla CGT Info’com ha raccolto e già versato 3,5 milioni d’euro, cioè 250 mila in più della mobilitazione precedente.

Un Piquet de Stream su Twitch, dal 18 gennaio al 20 marzo, aperto da alcune persone impegnate nella mobilitazione, ha totalizzato 90 mila euro.

La “Caisse de grève insoumise” di LFI ha raccolto e messo a disposizione 850 mila euro, distribuiti ai lavoratori dei tre inceneritori di Parigi (Ivry-sur-senne, Issy-les-Moulineaux, Saint-Ouen) che per tre settimane hanno messo in ginocchio il sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti, e che dal 13 aprile saranno ancora in sciopero prolungato a tempo determinato.

Tra i molti che sostengono lo sciopero con questa modalità ci sono persone che non possono più scioperare, come i pensionati (anche loro in grandissima maggioranza contrari alla riforma), o che hanno difficoltà a farlo per la posizione che rivestono, come i quadri aziendali.

L’intersindacale – composta da 8 organizzazioni sindacali e da 5 organizzazioni giovanili – nella serata di giovedì ha chiamato ad una ennesima giornata di sciopero “inter-professionale” e di mobilitazione nazionale per il 13 aprile, un giorno prima del pronunciamento della Consiglio Costituzionale sulla costituzionalità della riforma, e sulla possibilità di avviare la raccolta firme per la sua abolizione.

È chiaro che, come ha dichiarato Olivier Mateu, segretario della UD13 della CGT, serve un cambio di strategia da parte dell’intersindacale per un passaggio coordinato allo sciopero prolungato.

Il leader sindacale della regione marsigliese ha ben espresso il cambio di passo necessario affermando che: «è un bene essere popolari, ma è ancora meglio essere efficaci».

Fa appello alla classe nel suo insieme affermando che: «se i lavoratori pensano che le organizzazioni sindacali faranno tutto, si sbagliano. Noi, sindacati, non abbiamo degli scioperanti nel congelatore che possono uscire al momento della lotta. Se la legge non viene ritirata sarà una sconfitta per tutti i lavoratori che dovranno lavorare due anni in più».

Esprime un sostanziale scetticismo sulla possibilità che il Consiglio Costituzionale bocci la proposta, ma è fiducioso sulla possibilità di vincere la battaglia.

Dopo più di tre mesi di mobilitazione lo spirito resta lo stesso, soprattutto tra gli studenti e le frange più militanti, che danno diva ad azioni dirette piuttosto impattanti (come i blocchi del traffico e le operazioni “ville morte” in varie città) o decisamente spettacolari, come l’occupazione dell’Arco di Trionfo da parte della CGT Culture e l’invasione degli uffici parigini del fondo d’investimento Blackrock da parte dei ferrovieri della capitale.

Come ha dichiarato un manifestante ad un giornalista di “Le Monde”: «Scioperando si perde del salario, ma non importa, preferiamo mangiare delle patate che crepare al lavoro».

Fonte: Contropiano

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

LA STORIA DI IAMWALT: DAL MOLISE A ROTTERDAM IN OLANDA E DALL’OLANDA A MARSIGLIA IN FRANCIA

Vasto, lì 12 Aprile 2023 ore 23.00

Buonasera a tutti e a tutte, stasera vi racconto la storia di IamWalt, un ragazzo che nel 2020, in piena pandemia COVID19, è dovuto emigrare dal mio vicino Molise destinazione Rotterdam in Olanda dove era approdato per motivi di lavoro, avendo passato ben tre colloqui di lavoro e scegliendo poi la soluzione lavorativa a lui più congeniale che lo ha portato ad un approdo temporaneo nella città olandese, ma nel successivo 2022 si è trasferito da Rotterdam a Marsiglia in Francia, da dove sta attualmente seguendo e documentando sul suo canale youtube tutte le mobilitazioni di lavoratori appartenenti alla classe operaia francese e sindacati francesi come la Confederation General du Travail (CGT), mobilitazioni popolari di massa veicolate da Jean Luc Melèchon, il leader del partito socialista La France Insoumise, contro la riforma delle pensioni voluta dal Presidente francese Emmanuel Macron ed il suo Governo della Premier Elizabeth Borne, che hanno scavalcato il Parlamento francese sfruttando l’articolo 49 comma 3 della Costituzione francese che permette l’adozione di questo tipo di misura che ha innalzato l’età per il raggiungimento della pensione per un lavoratore dagli attuali 62 anni a 64 anni, in ottica adeguamento politiche di welfare e sociali a tutte le altre sempre peggiori di tutti i Paesi appartenenti all’Eurozona: in Spagna, Portogallo e Finlandia si va in pensione a 65 anni, in Belgio a 66 anni, in Germania ed in Italia addirittura a 67 anni, un provvedimento che penalizza molto tutti quei lavoratori che lavorano in contesti definiti usuranti (operai di fabbrica in catena di montaggio, saldatori, tonitori, fresatori, minatori), ma l’aspetto ancor più grave dell’adozione di queste misure indegne verso l’intera categoria dei lavoratori non ha portato a nessun tipo di rivolta di piazza né in Italia, né in Germania e né in tutti quegi altri Paesi europei che attuamente hanno le peggiori politiche sociali e di welfare che andrebbero modificate per andare incontro ai lavoratori che portano avanti i vari paesi europei dal basso, non per tutelare gli interessi delle caste elitarie massoniche che stanno sempre più distruggendo il lavoro andando a colpire ed ad annullare direttamente i diritti dei lavoratori! In Francia la popolazione ha molto ben capito questo aspetto, una lavoratrice intervistata dalla testata giornalistica Euronews ha detto: “Per quale motivo un Pese come la Francia, che ha tra le migliori politiche sociali e di welfare, devono essere adeguate ai paesi dell’Eurozona che hanno già da anni nei loro ordinamenti welfare, le peggiori politiche sociali?” Ogni allusione a Italia e Germania sono state puramente casuali! In questi quasi 15 giorni di mobilitazioni, sono scese tutte in piazza più di 500 mila persone a Parigi, Marsiglia ed in tutte le altre maggiori città francesi per ribadire il loro secco diniego verso l’innalzamento dell’età pensionabile con la scusa dell’aumento della’aspettativa di vita, lo stesso modu operandi adottato dall’ex-Ministro al Lavoro italiano Elsa Fornero nel Governo tecnico di Mario Monti nel 2011, ma in realtà la vera motivazione si cela dietro al fatto che i Governi appartenenti ai Paesi dell’Eurozona non hanno più fondi ncessari a pagare pensioni in Paesi che hanno una popolazione sempre più in progressivo invecchiamento ed in cui vi sono oggi delle crisi sociali senza precedenti nella loro storia, dalla loro costituzione ad oggi. Se si tenderà sempre ad aumentare l’età pensionabile delle persone in un Paese come l’Italia in cui i giovani non tuti possono lavorareo vogliono lavorare per stipendi troppo bassi o per il peggioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro, come si può pretendere possa andare avabti ed avere un futuro se i giovani non lavorano e non possono pagare le pensioni agli anziani, in un Paese in cui l’età media dei suoi abitanti va via via sempre più aumentando? Siamo veramente ai limii del paradossale! Iamwalt sta documentando tutto questo nei suoi ottimi video in maniera chiara, imparziale e soprattutto coerente ed obiettiva.

Iamwalt a “L’ora della Verità”, programma in onda sul canale Byoblu, la TV libera dei cittadini, canale 262 del Digitale Terrestre gestito da Claudio Messora https://www.byoblu.com/2023/03/28/sciopero-a-oltranza-in-francia-iamwalt-a-e-lora-della-verita/

Come trasferirsi all’#estero. In #Italia

#stipendi da #fame. How to move abroad. In #Italy#starvation wages. #Iamwalt#Parigi#Francia

https://x.com/bralex84/status/1700082195434471776

Come prendono per il culo i #giovani in #Italia, #italiani poveri e sfruttati. #iamwalt

https://x.com/bralex84/status/1702598962610384931

Quanto si guadagna in #Olanda? 1900€ lordi al mese. #Salariominimo all’#estero

https://x.com/bralex84/status/1710032283724353790

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

PARIGI-ROUBAIX, DOMENICA 9 APRILE 2023

Eccoci giunti ad una nuova edizione della Parigi-Roubaix di ciclismo anno 2023.

Il percorso della mitica regina delle Classiche del Nord Parigi-Roubaix con partenza da Compiègne ed arrivo nel velodromo di Roubaix
Altimetria Parigi-Roubaix e tutti i settori di pavè che verranno affrontati dai ciclisti da Compiègne a Roubaix

paris-roubaix.fr/en/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus

PARIGI VOTA CONTRO I MONOPATTINI ELETTRICI: VIETATI

Di Euronews  •  ultimo aggiornamento: 03/04/2023 – 10:17

Monopattini schierati in strada   –  Diritti d’autore  Thomas SAMSON/AFP
https://it.euronews.com/2023/04/03/parigi-vota-contro-i-monopattini-elettrici-vietati#:~:text=Monopattini%20elettrici%20a%20noleggio%20vietati,andato%20alle%20urne%20per%20ilreferendum

Troppi incidenti, troppi rischi. Monopattini elettrici a noleggio vietati: i parigini hanno votato, dando un duro colpo agli operatori del settore e schierandosi apertamente con i sostenitori della sicurezza stradale.  A favore del divieto il 90 per cento degli elettori , mentre l’8 per cento non è andato alle urne per il referendum. Risultato: la capitale francese, un tempo pioniera delle due mini-ruote, è ora destinata a diventare l’unica grande metropoli europea pronta  a mettere al bando i mezzi prenotati tramite le app.

Fonte: Euronews

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus

SIAMO LA RIVOLTA DELLA TERRA

https://contropiano.org/news/internazionale-news/2023/04/02/siamo-la-rivolta-della-terra-0158922

Cari amici,

Lo scorso fine settimana, 30.000 persone si sono riunite nella campagna francese per protestare contro una «megabassine» – un’enorme riserva idrica a cielo aperto utilizzata per sostenere l’agricoltura industriale e che si è rivelata un disastro per le falde acquifere e, più in generale, per l’ambiente. L’iniziativa faceva parte di una giornata di azione organizzata dal collettivo “Les Soulèvements de la Terre” (le rivolte della Terra).

Lo Stato ha schierato più di 3.200 agenti di polizia armati di armi da guerra. Più di 4.000 granate sono state lanciate contro i manifestanti, ferendone innumerevoli. Due persone sono ancora in coma e lottano per la loro vita.

Da allora, è stato provato che le forze di polizia hanno impedito attivamente ai soccorsi di venire in aiuto alle vittime. Il Ministro degli Interni ha avviato una procedura per sciogliere “Les Soulèvements de la Terre” come forma di repressione legale.

Il nostro messaggio è un appello alla solidarietà e ci auguriamo che lo sottoscrivate e lo condividiate ampiamente.

Riconosciamo che alcuni di voi vivono questo tipo di oppressione quotidianamente, sotto regimi che possono essere anche più brutali. Riconosciamo anche che questo tipo di armi e di artifici legali sono stati utilizzati in Francia soprattutto per colpire le persone di colore. Non fingiamo che ciò che stiamo affrontando sia unico: fa parte di un sistema più ampio di violenza, dominio, estrazione e razzismo contro cui siamo impegnati a lottare, oggi più che mai.

Con amore, rabbia e cuore pesante,

Siamo la Rivolta della Terra

Martedì 28 marzo, mentre le manifestazioni contro la riforma delle pensioni erano in pieno svolgimento in tutta la Francia, con gesti di solidarietà per i feriti della repressione a Sainte Soline, Darmanin ha annunciato l’avvio di una procedura per lo scioglimento de “Les Soulèvements de la Terre”. La procedura è stata avviata il 29 marzo.

L’annuncio è una risposta al diluvio di critiche sul modo deplorevole in cui la polizia ha agito in Francia nelle ultime settimane. La manifestazione di sabato 25 marzo a Sainte Soline contro le « megabassines » e l’accaparramento dell’acqua è stata solo l’apice di una macabra sequenza iniziata diverse settimane fa, per farci capire che non è più opportuno uscire di casa per dimostrare la propria opposizione alle politiche del governo.

Oggi piangiamo tutti i feriti del 25 marzo e vegliamo sui due manifestanti che sono in coma tra la vita e la morte. Pensiamo a tutti coloro che hanno dovuto affrontare un dispositivo militare progettato per terrorizzare, rischiando di uccidere. Un dispositivo di inaudita brutalità, che lo stesso giorno, ha persine ostacolato l’arrivo dei soccorsi, il tutto per proteggere un simbolo, quello della loro autorità, contro ogni ragione.

Mutilare e dissolvere. Lo scioglimento, questa nuova manovra del Ministro dell’Interno per cercare di far dimenticare la brutale repressione da lui orchestrata, è un po’ troppo rozza. Il progetto di scioglimento era infatti “trapelato” alla stampa da un articolo di Le Parisien del 20 dicembre 2022, il primo di una serie di articoli troppo sostenuti per essere azzardati, sul profilo degli attivisti ambientalisti radicali, su questi movimenti o questi territori che “si allontanano dalle regole della Repubblica”.

Quello che si capisce dagli interventi dei ministri di questo governo è che sembrano decisi, trascinati dalla loro stessa febbre, a tassare di “ultrasinistra” tutto ciò che li ostacola. Il termine, riciclato, copre ormai quasi perfettamente il termine “oppositore”, di ogni tipo.

In questo caso, il governo ha cercato di utilizzare una doppia strategia. Da un lato, castiga l’ecoterrorismo, i black bloc e gli attivisti ambientalisti radicali, accusati di parassitare i “legittimi movimenti per la salvaguardia del pianeta”, e dall’altro taglia fuori furbescamente tutte le associazioni di difesa dell’ambiente che lottano a piedi uniti per rallentare il corso del disastro ecologico.

Così, dopo la legge anti-separatismo, decine di associazioni sociali, ambientali e culturali sospettate di non aderire al “Patto repubblicano”, o semplicemente troppo critiche per i loro gusti, si sono viste rifiutare i finanziamenti, inquietare le prefetture, bandire dagli organi di consultazione e inserire in misteriose liste nere che circolano di dipartimento in dipartimento.

Non c’è nulla che ci sorprenda. Quello che ci stupisce è che pensino che questi vecchi trucchi siano sufficienti a fermare una rivolta fondamentale contro la continua distruzione della vita.

Le Rivolte per la Terra (Soulèvements de la Terre) sono una coalizione di forze in crescita: Con il passare dei mesi, un’intera costellazione di collettivi di abitanti in lotta, di associazioni per la difesa dell’ambiente, di fattorie, di gruppi naturalisti, di mense popolari, di sindacalisti contadini, di scienziati in rivolta, di sindacati, di gruppi autonomi, di movimenti di educazione popolare, di rappresentanti eletti, di persone di tutte le età e di tutti i ceti sociali, si stanno riunendo e organizzando sotto la bandiera delle Rivolte della Terra. E nulla può dissolvere tutto questo.

Anzi, oggi è proprio questo governo che la maggioranza degli abitanti del Paese vorrebbe vedere dissolto.

Quindi, per dare un po’ di sostanza alla loro inquisizione, noi che firmiamo questa tribuna e tutti coloro che non mancheranno di unirsi a noi, renderemo pubblica la nostra adesione alle Rivolte della Terra.

Saremo quindi presenti alle manifestazioni in solidarietà con i feriti di Sainte Soline e per la fine della violenza poliziesca, questo giovedì alle 19 davanti alle prefetture, oltre a partecipare ai comitati locali delle Rivolte per la Terra che oggi chiediamo vengano creati ovunque sul territorio e non solo.

Ci solleviamo tutti contro la visione del mondo e della vita che questo governo incarna, contro la distruzione degli ambienti naturali, la scomparsa delle terre coltivabili, l’accaparramento dell’acqua, l’aumento della durata del periodo contributivo, che è solo un paravento per l’ingiusta spartizione delle ricchezze, contro le mutilazioni, a volte mortali, che da troppo tempo stanno infliggendo ai nostri amici, ai nostri figli, ai nostri compagni.

Ci stiamo sollevando, ognuno dal proprio posto, ognuno a modo suo. Il movimento della Rivolta per la Terra non può essere dissolto perché è multiplo e vivo. Non si può dissolvere un movimento, non si può dissolvere una rivolta.

Chiediamo a tutti di unirsi a noi per rendere nullo questo tentativo di soffocamento. Noi siamo, tutti insieme, la Rivolta della Terra.

Fonte: Contropiano

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus